Ti trovi in Home  » Politici  » Maurizio SAIA  » INTERVISTA:«Si colpisce chi non si piega alla propaganda elettorale»

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Maurizio SAIA


 

INTERVISTA:«Si colpisce chi non si piega alla propaganda elettorale»

  • (05 gennaio 2014) - fonte: msaia.jimdo.com - inserita il 08 gennaio 2014 da 18670
    «Parlo da appassionato cinofilo, prima ancora che da politico che di Polizia locale si è occupato da lustri». Maurizio Saia, 55 anni, “sceriffo” della destra padovana, scandisce la sua opinione senza tanti complimenti. «I cani non sono auto nè moto nè strumenti. Tanto meno un joystick per giocare sulla pelle della Municipale o sulla testa dei padovani». Scusi, ma c’è tanto di relazione che motiva la separazione dei due agenti dai cani. «Fa molto piacere che la documentazione sia stata pubblicata. Così il Comune si è dato sei volte la zappa sullo stesso piede. Quello è un atto che non sta nè in cielo nè in terra. Ottimo per essere impugnato in tutte le sedi». Può spiegarsi meglio? «Certo. È grave quanto scrivono gli addestratori. Possono valutare solo ciò che vedono. Invece, motivano il giudizio con “informazioni assunte”: da chi? come? quando? Peggio ancora: nel caso dell’agente donna si permettono di fare psicologia senza averne titolo, entrando nella vita privata». Secondo lei, quella relazione è inconsistente? «In questi giorni, Padova è diventata un caso nazionale. Esperti, veterinari, addestratori, cinofili sono scandalizzati. E pronti a pretendere un vero “esame”. Anche perché, in base alla documentazione pubblicata, Comune e comandante avrebbero per anni lasciato girare presunti cani pericolosi. Si dimenticano che sono loro i primi responsabili». Pare di capire che siamo solo all’inizio. Giusto? «Michela Brambilla è già intervenuta. E credo che da martedì questa storia rimbalzerà ancora a livello nazionale. Ringrazio in anticipo per la superficialità palazzo Moroni». Da assessore, fu proprio lei a “inventarsi” l’unità cinofila della Municipale. «Con una selezione accurata degli agenti e la commissione di esperti per scegliere l’addestratore dei cani. Giusto per ricordare agli “sceriffi” di sinistra, gli americani regalarono all’unità un corso vidimato dal Ministero: i cinofili di Padova furono i soli in tutt’Italia invitati negli States per l’addestramento anti-droga dei cani». E adesso i cani che fanno? «Servono solo alle pagliacciate. Vanno a passeggio, semplici comparse con gli agenti per finalità propagandistico-elettorali». Qual è il suo giudizio sul comandante Panizzolo? «Le multe al Santo, il caso dei cani, decine di altri episodi sintetizzano la sua inidoneità a ricoprire il ruolo, sul piano umano e professionale. Lo dicono i fatti, gli agenti e soprattutto la legge: la Quinta Sezione del Consiglio di Stato con la sentenza numero 2.607 del 2013 stabilisce che un dirigente di un altro settore non possiede i requisiti. Il comandante della Polizia locale va scelto all’interno del corpo o fra chi possiede un curriculum di analoga esperienza»
    Fonte: msaia.jimdo.com | vai alla pagina
    Argomenti: polizia municipale, /argomento/3242, Maurizio Saia, cinofili | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato