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Dichiarazione di Maurizio SAIA


 

«In tre mesi cambio questa città»

  • (08 febbraio 2014) - fonte: mattinopadova.gelocal.it - inserita il 12 febbraio 2014 da 18670
    Via alla campagna elettorale in autobus lungo le “incompiute” Maurizio Saia lancia la sua corsa elettorale in autobus. Con un mezzo Aps, noleggiato «con qualche difficoltà», lo “sceriffo del buonsenso”, come si definisce lui, ha inaugurato la sua campagna per palazzo Moroni con un tour ideale a toccare alcuni dei punti nevralgici di una città costellata da «incompiute e brutture», soprattutto sul fronte della sicurezza, il “distintivo” dell’ex parlamentare. «Anche con queste armi spuntate mi bastano tre mesi per cambiare volto a una città in cui il degrado non appartiene più ad alcune zone, ma è semplicemente diversificato tra scippi, spaccate e furti» assicura. Ma nel mirino ci sono anche il sociale e la macchina comunale, da motivare. Lo scenario Dal punto di vista politico, Saia comincia alla guida della sua associazione (Ri)farepadova «rompendo gli schemi e interpretando la rivolta delle coscienze» spiega «gli altri si uniranno», a partire da Barbara Degani e il Nuovo Centrodestra, ma anche Forza Italia se lo vorrà «magari, ho molti amici lì e spero che facciano la scelta giusta per i loro elettori», ma senza troppe aspettative «sono aperto a tutti ma non aspetto nessuno» con il rischio concreto che il centrodestra finisca per disputare le primarie al primo turno delle amministrative, «a Bitonci auguro ogni bene, lo stimo, è un ottimo politico, ma siamo molto diversi e dubito che abbiamo le stesse soluzioni per i problemi» precisa. Un occhio di riguardo va, necessariamente, anche ai grillini. L’obiettivo è convogliare la protesta in proposte concrete. «Ho una feroce storia di destra, ma quando devi amministrare una città il rapporto umano è al prima regola, il resto viene dopo - spiega - questo mi ha conquistato anche simpatie a sinistra. Oggi i partiti tendono a delimitare l’orto, ma io non ho un orto, ho una città. E un sindaco non teme nulla quando sa di essere nel giusto» e aggiunge «io non sto “con”, io sono. E porto le istanze di chi indossa una divisa». Il tour Partenza alle 11.51 da piazzale Boschetti, direzione stazione «simbolo di inettitudine e idee poco chiare in cui è stato speso il triplo per fare e rifare un obbrobio, in cui i pedoni devono attraversare una tangenziale, oltre ad essere l’unica stazione d’Italia irraggiungibile in auto», passando per il Borgomagno, e lungo via Avanzo «qui abbiamo demolito due palazzine che erano in balia degli immigrati e ci abbiamo costruito una rotonda, questo è fare sicurezza», per proseguire in quel che resta del primo prototipo di «caserma interforze tra polizia e Municipale, costato due milioni, segno che quando c’è un progetto le risorse arrivano», passando poi dietro la Fiera, fino al campo nomadi di via Longhin: «Questo è l’unico in Italia che non viene gestito dalla polizia locale: non esiste» chiarisce «deve essere una stazione provvisoria, non stanziale e sostenuta dall’amministrazione, in cui i delinquenti tornano dopo le scorribande» aggiunge annunciando anche un centro di assistenza per vittime di scippi e relativi infortuni. Anziani, poveri e cani «Dobbiamo stravolgere le priorità, tutelando gli anziani e i poveri» sostiene mentre il bus prosegue il suo giro «non esiste che a Padova la gente rischi la fame. Bisogna predisporre risorse lavorando sulle accise di Aps sul gas e sul volontariato». Tra le proposte, la possibilità di mettere a disposizione delle categorie deboli i prodotti in scadenza della grande distribuzione con prezzi ridotti del 90% «un risparmio di 100-200 euro al mese che cambia la vita». Con un ulteriore novità, un canile alloggio per accogliere gratuitamente gli animali degli anziani quando questi vengono ricoverati in ospedale e non sanno dove mettere quelli che spesso sono gli «unici affetti, compagni di vita». Questo potrebbe sorgere in via Vigonovese - illustra transitando lungo la strada - in un’area in cui da assessore Saia voleva costruire anche un centro cinofilo interforze «ma come primo atto Rossi ha destinato la zona all’università e a 10 anni di distanza c’è solo erba alta». Aps holding Da qui si torna all’autobus come mezzo elettorale: «I bus sono l’ultima cosa che ci resta della città. Siamo favorevoli alla fusione con BusItalia, che però va trattata secondo un’agenda che non può essere dettata dalla campagna elettorale di Rossi o dal contratto di Levorato, ma dev’essere guidata dalla salvaguardia dei cittadini, dei prezzi e dei lavoratori» conclude davanti a piazzale Boschetti: «Ecco vi lascio davanti all’Auditorium...».
    Fonte: mattinopadova.gelocal.it | vai alla pagina
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