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194: un’ottima legge, non sempre applicata
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(13 febbraio 2014) - fonte: www.deliamurer.it - inserita il 14 febbraio 2014 da 862
E’ cominciata nella Commissione Affari sociali della Camera la discussione sulla Relazione del Ministro della Salute sullo stato di attuazione della legge 194. Il documento contiene i dati preliminari dell'anno 2012 e i dati definitivi dell'anno 2011 sull’andamento delle interruzioni di gravidanza in Italia.“Nel mio intervento in commissione ho innanzitutto espresso il mio disappunto giacché nessun rappresentante del Governo ha sentito il bisogno di partecipare al dibattito. E’ un fatto grave soprattutto in considerazione del fatto che nel corso di un dibattito nell’Aula di Montecitorio, discutendo di una serie di mozioni sul diritto all'obiezione di coscienza in ambito medico-sanitario, il Governo abbia assunto l'impegno di approfondire la questione in occasione della presentazione della relazione. Purtroppo questo non è avvenuto”.
“La legge 194 è finalizzata ad assicurare l'esercizio di una maternità libera e consapevole, ed è frutto di molte lotte. La presenza della 194 nell'ordinamento nazionale è un punto di merito del nostro Paese. Una normativa così manca in altre nazioni. I dati disponibili confermano che, dopo un forte ricorso all'interruzione di gravidanza nei primi anni di applicazione della legge, quest'ultima ha promosso una maternità libera e responsabile e fatto emergere il fenomeno dell'aborto clandestino, ed è pertanto una normativa da difendere e da applicare”.
“Purtroppo bisogna rilevare che siamo in ritardo rispetto a ciò di cui si attende una risposta dal Ministro della salute. I dati contenuti nella relazione non sono recentissimi, essendo riferiti agli anni 2011-2012, e poco si dice sul tema obiezione. In proposito il ministro Lorenzin si era impegnata a fornire dati sulle modalità con le quali all'interno di ogni regione le strutture sanitarie garantivano l'applicazione della legge, ma nella relazione ci si limita a rimandare ancora. Il Ministro si era anche impegnata ad attivarsi per l'istituzione di un tavolo tecnico degli assessori regionali per verificare lo stato di attuazione con riferimento ai medici non obiettori di coscienza: in proposito sarebbe necessario conoscere i risultati di tale lavoro, che nella relazione non compaiono. La legge, in conclusione, rappresenta uno strumento importante ma, anche con riferimento all'articolo 9, le regioni devono garantirne l'applicazione su tutto il territorio. Purtroppo non esiste una fotografia precisa del Paese e sono numerose le situazioni in cui tutti i medici sono obiettori e la legge non viene applicata né garantita”.
“Altri profili di criticità sono rappresentati dalle modalità di intervento ai fini dell'interruzione volontaria di gravidanza: vi è infatti un accentuato ricorso all'anestesia generale e per la somministrazione della RU486 vi è l'indicazione di ricovero di 3 giorni, anche se la relazione evidenzia che in oltre il 70 per cento dei casi le donne hanno richiesto la dimissione volontaria. Considerato che la legge n. 194 è in vigore da anni, le strutture sanitarie dovrebbero attuare un approccio più consono: se le modalità ricordate non sono necessarie, configurano un intervento non appropriato che produce effetti diseconomici e disincentivanti.
Altro profilo di criticità è rappresentato dal tema dei consultori. Ricordato che la legge promuove una maternità libera e responsabile e non solo l'interruzione della gravidanza, appare necessario chiarire il ruolo dei consultori familiari pubblici, che si trovano in una sorta di abbandono che ne limita la «mission». Ai consultori devono essere destinate adeguate risorse, anche in considerazione del fatto che a essi si rivolgono prevalentemente le giovani e le donne straniere”.
Fonte: www.deliamurer.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi