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Dichiarazione di Delia MURER

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Art.1-MDP-LeU) 


 

Testamento biologico. La soluzione è un diritto.

  • (27 marzo 2014) - fonte: www.deliamurer.it - inserita il 27 marzo 2014 da 861

    Si riapre, finalmente, il dibattito sul trattamento di fine vita. Un messaggio inviato dal presidente della Repubblica all’Associazione Luca Coscioni rimette al centro dell’agenda politica la necessità di affrontare un tema cruciale.

    ”Il Parlamento – ha detto il Presidente della Repubblica - non dovrebbe ignorare il problema delle scelte di fine vita ed eludere un sereno e approfondito confronto di idee sulle condizioni estreme di migliaia di malati terminali in Italia”.

    Negli stessi giorni, a Venezia, è stata firmata la convenzione tra il Comune e il Consiglio Notarile per l’istituzione del “Registro delle Dichiarazione anticipate di trattamento”. Con questo atto, i cittadini residenti e domiciliati in laguna hanno la possibilità di esprimere la propria volontà sui trattamenti sanitari che vogliono o non vogliono accettare nel momento in cui non saranno più in grado di esprimere direttamente la loro volontà. Il tema, in effetti, è questo, e non – come è stato forzatamente proposto – l’eutanasia. Il punto centrale della vicenda è consentire ad una persona di decidere come essere accompagnato alla fine della propria esistenza, soprattutto quando non è nelle condizioni di esprimere direttamente la sua scelta. Una questione che, in effetti, presenta mille sfumature, e che è stata affrontata a lungo in Parlamento nella scorsa legislatura, senza che, però, si arrivasse ad alcuna determinazione.

    La discussione fu pesantemente condizionata da uno scontro ideologico: si aprì all’indomani della controversa vicenda di Eluana Englaro e si è sviluppata, per buona parte, con una radicalizzazione delle posizioni, nonostante i tentativi di trovare punti equilibrati di mediazione tra le parti. Con l’avvio della nuova legislatura il tema è stato accantonato ma, oggi, con l’appello del Presidente della Repubblica, e con le iniziative di alcuni territori, torna al centro della discussione. Personalmente mi sono fatta promotrice, lo scorso anno, di una Proposta di legge sulla Dichiarazione anticipata di trattamento, nella convinzione che il tema meritasse di essere ripresentato, anche se in termini tutti nuovi. La mia proposta, che spero possa essere una base di discussione, ispira al criterio del cosiddetto “diritto mite”. Poche formulazioni, una regolamentazione leggera, non invasiva, per individuare una possibilità e lasciare la scelta quanto più libera possibile.

    La mia proposta di legge si compone di un solo articolo e due commi e riconosce il diritto della persona al rifiuto, alla rinuncia, all’interruzione dei trattamenti sanitari. Il cittadino può farlo con una dichiarazione anticipata, che si è tenuti a rispettare, nell’ambito di un ruolo comunque importante per il fiduciario e il medico personale. Quella della non invasività della legge, in una sfera che è strettamente personale, mi sembra la strada più adeguata. Direi, più laica, rispetto ad un tema enorme come la fine della propria esistenza. Riconoscere ad una persona il diritto di rifiutare, di rinunciare o di interrompere un trattamento sanitario; riconoscerglielo finché è cosciente, e può esprimerlo di persona, e riconoscerglielo se decidesse di depositare prima la sua volontà, individuando un fiduciario. In questa direzione si pronunciò, tempo fa, anche il Consiglio nazionale della Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri. In un documento scrisse che sulla materia «il legislatore dovrà intervenire formulando 'un diritto mite' che si limiti cioè a definire la cornice di legittimità giuridica sulla base dei diritti della persona costituzionalmente protetti, senza invadere l'autonomia del paziente e quella del medico prefigurando tipologie di trattamenti disponibili e non disponibilità nella relazione di cura». E’ in sostanza il dettato dell'articolo 32 della Costituzione, che riconosce a tutti una facoltà assoluta, quella di dire no a un trattamento che non si intende ricevere, riconoscendo il diritto di farlo anche depositando per tempo una dichiarazione anticipata.

    Nel nostro Paese è sicuramente necessaria una legge che dia la possibilità a tutti di decidere. Ma è utile che lo faccia senza innalzare paletti, imporre dogmi o verità unilaterali. Una legge che parta dalla tutela della salute del malato e riconosca il diritto alla scelta, tenendo conto che la laicità non è mai conflitto di valori ma convivenza, rispetto per tutte le convinzioni. Speriamo che questa volta si riesca a fare un dibattito più sereno, equilibrato e costruttivo.

    Fonte: www.deliamurer.it | vai alla pagina

    Argomenti: diritti civili, testamento biologico, diritti umani, autodeterminazione | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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