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Dichiarazione di Paolo Cova

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Mai più “ergastoli bianchi”

  • (04 giugno 2014) - fonte: politici.openpolis.it - inserita il 04 giugno 2014 da 27248
    Con il voto della Camera – 294 sì, 109 no (Fi, Fdi e M5S) e 3 astenuti – è diventato legge il decreto sul superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari che pone, come primo provvedimento, un’ulteriore proroga al 31 marzo 2015 della chiusura per dismissione dei sei ex manicomi giudiziari presenti in Italia (Aversa, Barcellona Pozzo di Gotto, già posto sotto sequestro, Castiglione delle Stiviere, Montelupo Fiorentino, Napoli e Reggio Emilia). E’ un modo per porre fine ai cosiddetti “ergastoli bianchi”, internamenti di tempo illimitato anche senza evidenti problemi di pericolosità sociale. A partire dalla nuova data prevista dalla legge, gli ex manicomi criminali dovranno essere sostituiti da strutture residenziali sanitarie per l’esecuzione della misura di sicurezza, chiamate Rems. In vista della chiusura, per infermi e seminfermi di mente il giudice dovrà adottare misure di sicurezza diverse, come ad esempio la libertà vigilata, anche in caso di custodia cautelare provvisoria, da eseguire in strutture psichiatriche ospedaliere e non più in sezioni interne agli Opg. Per il momento, il ricovero negli ospedali giudiziari avverrà solo in caso di grave pericolosità sociale. Ma anche per definire questa condizione e, dunque, giustificare il ricovero in Opg, ci vorrà ora più rigore nell’accertamento. E basta a quelli che sono noti come ergastoli bianchi, cioè le restrizioni a tempo illimitato: i ricoveri nelle Rems non potranno durare più del massimo della pena prevista per il reato commesso, a meno che il delitto non sia già normalmente punito con il carcere a vita. Nel frattempo, le Regioni hanno l'obbligo di predisporre programmi individualizzati di dimissione degli attuali internati in Opg e presso il Ministero della Salute sarà attivo un organismo con funzioni di monitoraggio e coordinamento dei singoli iter. Se le Regioni dovessero ritardare nel realizzare le nuove strutture, scatta la supplenza, quindi l’intervento, del Governo.
    Fonte: politici.openpolis.it | vai alla pagina
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