Ti trovi in Home  » Politici  » Paolo Cova  » Di arance e di giudici

Dichiarazione di Paolo Cova

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Di arance e di giudici

  • (17 giugno 2014) - fonte: politici.openpolis.it - inserita il 17 giugno 2014 da 27248
    In settimana, alla Camera, abbiamo approvato la Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea, o Legge di delegazione europea 2013 bis. La solita dicitura lunga e complicata per dire che serviva un atto del Parlamento italiano – ora tocca al Senato – per superare tutte le infrazioni in cui siamo incorsi finora. E non sono poche. Tant’è che non mi sogno di farvi una pesante elencazione di quanti e quali ambiti siamo andati a toccare. Vi parlerò solo dei tre che hanno colpito maggiormente l’immaginario collettivo. I primi due toccano direttamente il settore di cui mi occupo ed una interessa da vicino quanti in Lombardia praticano la caccia. Con un emendamento è stato, infatti, ridotto il numero di inanellamenti e delle specie di volatili da usare come richiami vivi, mentre per altre specie si mantengono gli inanellamenti, ma con un numero minore di catture. Molti vorrebbero l’eliminazione tout court della caccia che usa i richiami vivi, ma questo dovrebbe rappresentare il giusto compromesso tra le diverse opinioni. L’altra questione di cui avrete senz’altro sentito parlare ha a che fare con l’agroalimentare. Grazie a un emendamento del Pd è passata la nuova regola sul limite minimo di frutta nelle bibite analcoliche: da ora nell’aranciata ci dovrà essere non più il 12 ma il 20% di succo d’arancia. Con buona pace sia dei produttori del frutto sia dei consumatori. Rimane il dubbio sulle bevande che provengono dall’estero e che potrebbero continuare a contenere una percentuale inferiore. Non posso che invitarvi a bere italiano. Infine, un emendamento leghista ha introdotto la responsabilità civile dei magistrati. Passato per soli 7 voti e con molte astensioni, il provvedimento stabilisce che chi ha subìto un danno ingiusto per motivi che si possono far risalire direttamente alla persona del magistrato, può agire contro lo Stato e contro il suo rappresentante per ottenere il risarcimento dei danni. Anche questa potrebbe sembrare una battaglia di civiltà, ma per il Pd andava fatta dentro un quadro più preciso e completo: in Parlamento esistono diverse proposte sulla responsabilità civile dei giudici, mentre così il delicato tema è stato trattato forse in modo troppo frettoloso.
    Fonte: politici.openpolis.it | vai alla pagina
    Argomenti: giudici | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato