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Dichiarazione di Leonardo RAITO

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Polesella (RO) (Partito: Lista Civica - Cen-Sin) 


 

Un ricordo di Fabrizio Forquet

  • (05 aprile 2016) - fonte: Blog personale - inserita il 08 aprile 2016 da 812
    Siamo tutti parte di una storia, una storia fatta di vita, di esperienze personali, di incontri, emozioni, sfide, obiettivi mancati o raggiunti. Inizio così, in modo quasi scontato e filosofico, il mio ricordo di Fabrizio Forquet, un grande giornalista e un grande uomo, strappato alla vita terrena da un male improvviso e incurabile quando, a 48 anni, aveva già scalato il gotha del giornalismo italiano. Inizio così, perché ho avuto il piacere e l’onore di conoscerlo affrontando una mia sfida personale, che si è incrociata con la sua straordinaria idea di realizzare, alla Luiss di Roma, in collaborazione con il “suo” giornale, un master universitario in “management politico”. In quel laboratorio di intelligenze, in cui ho avuto il piacere di conoscere Persone (la P maiuscola non è a caso) che credono che la Politica (anche qui la P non è a caso) sia un qualcosa di meraviglioso: immaginare scenari, mettersi al servizio degli altri, di un paese che si può amare, pur da sfumature diverse, ma che magari può consentire punti di incontro, strade comuni, condivisibili anche se si sostengono partiti o movimenti diversi, Fabrizio era una presenza discreta ma concreta, capace di esercitare un carisma forte, pur con il sorriso, di essere autorevole sempre. Bastava vederlo al tavolo, ascoltarlo intervistare qualche protagonista della nostra politica per capire quanto profonda fosse la sua capacità di analisi, quanto stimolante la sua curiosità. E quei politici, gente che siamo abituati a dipingere come inavvicinabile in televisione, diventavano più “umani”, meno macchine. Fabrizio Forquet ha diretto il suo master con attenzione e con la capacità di coinvolgere noi studenti come se fossimo diventati parte di una grande famiglia. Io, che ero stato battezzato ormai come “sindaco” ero ormai uno dei primi a fare domande ai nostri ospiti. Fabrizio cercava di mediare, a volte ci lanciava qualche occhiata furbesca come per dire: “diamine, ma la fai per metterlo in difficoltà o perché ci credi davvero?”. Non mancava mai di sottolineare un particolare con una battuta o un sorriso. Quando seppe che ero polesano, mi parlò della sua grande passione per il rugby: Rovigo, per questo, nell’immaginario anche di un grande giornalista è come una capitale. Forse non ce ne siamo accorti abbastanza ancora. Quando ho saputo dagli amici del master che Fabrizio era venuto a mancare, non nascondo di avere sofferto. Mi sono detto che ho avuto la fortuna di conoscere un uomo che resterà nella storia del giornalismo, ma non ho potuto che pensare al fatto che da quel giorno viviamo in un paese orfano. Orfano della sua voce, della sua acutezza, della sua intelligenza. Non è da tutti saper incidere sulle coscienze critiche delle giovani generazioni. Fabrizio ce l’ha fatta. Facendo fino in fondo il suo servizio di uomo che amava il suo paese e lottava per cambiarlo in meglio.
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