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Dichiarazione di Paolo Cova

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

È l’ora della Brexit

  • (01 maggio 2017) - fonte: politici.openpolis.it - inserita il 01 maggio 2017 da 32018
    In vista del consiglio europeo straordinario sulla Brexit che si è tenuto nei giorni scorsi, il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha fatto una comunicazione alla Camera sui contenuti dell’incontro. Dopo dieci mesi dal voto referendario nel Regno Unito, si avvia, infatti, formalmente il processo, previsto dall'articolo 50 dei Trattati di Lisbona, di separazione del Regno Unito dall'Unione europea. In questi dieci mesi, dati economici e risultati politici hanno alimentato la speranza di poter conservare il progetto europeo, ma anche di poter lavorare per una Unione più forte, in grado di affrontare i problemi che ha di fronte e che sono all'origine della sua difficoltà. Non sarebbe, del resto, la prima volta nella storia dell'Unione europea che un momento di evidente, conclamata, crisi, si traduce in una capacità di reazione. Ma Gentiloni è stato chiaro: non siamo ancora a questo punto. Tuttavia, l’incontro di Roma di un mese fa, per la celebrazione dei sessant'anni dell'Unione, ha avuto in quest’ottica un certo interesse per un paio di ragioni. La prima è stata il fatto che i 27 Stati membri dell'Ue hanno sottoscritto una dichiarazione comune impegnativa e non scontata per i prossimi dieci anni: per la prima volta, si introduce la possibilità di avere, nell'ambito della costruzione europea, una prospettiva di livelli differenziati di integrazione. Cosa significa? Che dall'Austria all'Olanda e soprattutto dalla Francia, sono venuti dei messaggi chiari, non che negano l'esistenza di problemi, ma che registrano il fatto che le forze che ritengono che da questi problemi si debba uscire abbandonando l'Unione europea, sono delle minoranze. E questo è un segnale molto positivo e incoraggiante. La maggioranza dei cittadini europei, cioè, tuttora si schiera per una società aperta e ritiene che, attraverso il dialogo, gli scambi commerciali, il confronto culturale e il dialogo interreligioso, ci sia la possibilità di costruire il progresso, il benessere, il futuro del nostro continente. E nel documento approvato sabato ci sono proprio le linee guida per il negoziato con il Regno Unito, dentro il quale la Ue si muove con alcuni principi ispiratori: il primo è che noi siamo e restiamo amici e alleati del Regno Unito. Inoltre, siamo anche fermi sull'idea che si debbano distinguere due fasi: la prima nella quale si negoziano le modalità del recesso; la seconda nella quale si definisce il quadro nuovo dei rapporti tra Regno Unito e Ue. Il Governo confida che si arrivi a un accordo positivo, nell'interesse del nostro sistema economico, delle nostre imprese, degli scambi che abbiamo con questo grande Paese. Come pure è interessato al fatto che tra le priorità di questo negoziato ci sia il destino dei cittadini dei diversi Paesi dell'Unione europea che attualmente risiedono nel Regno Unito: si tratta di 3.200.000 persone, il 15 per cento circa dei quali sono italiani. Abbiamo il dovere e il diritto di pretendere per questi nostri concittadini diritti e tutele amministrative certe, immediatamente applicabili, non discriminatorie e basate su un principio di reciprocità con i cittadini britannici, ha detto Gentiloni.
    Fonte: politici.openpolis.it | vai alla pagina
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