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Dichiarazione di Paolo Cova

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Vigiliamo sulle Apa

  • (30 maggio 2017) - fonte: politici.openpolis.it - inserita il 30 maggio 2017 da 32018
    In Italia sono in corso le riorganizzazioni delle sedi delle Associazioni provinciali allevatori, in un’ottica di razionalizzazione dei costi, conseguente anche al ridimensionamento delle risorse pubbliche stanziate, avvenuto a inizio 2010. In Lombardia, che è la regione in cui si controlla la metà dei capi italiani iscritti ai libri genealogici, dove maggiore è la presenza di bovini da latte e si effettua il numero più elevato di analisi quantitative, le Apa hanno subito un taglio netto dei fondi, operato dalla Regione, che ha comportato problematiche e difficoltà. Per questo, assieme alla collega Veronica Tentori, avevo presentato un’interrogazione in merito al Ministro per le Politiche agricole, cui è stata data risposta in settimana. Abbiamo chiesto che il Ministro continui a garantire una ripartizione maggiore sui fondi per Regione Lombardia per le Apa, perché il 41% di tutti i controlli avvengono lì, mentre la ripartizione si ferma al 28% del nazionale. E in effetti la risposta da parte del Governo è stata positiva, ma mi sono rimasti dei dubbi: l’efficientamento e la riorganizzazione messi in atto da Aia, l’Associazione italiana allevatori, non tiene conto dello sforzo fatto in Lombardia e della qualità del servizio che vi si svolge. Quindi si sta andando a penalizzare le organizzazioni provinciali lombarde che già si erano accorpate negli ultimi anni. Se a ciò si aggiunge il commissariamento dell’Apa di Cremona e dell’Associazione allevatori Lombardia Ovest (Aalo), il rischio di penalizzare gli agricoltori è alto. Per questo ho chiesto al Ministero di vigilare, perché ci sono di mezzo dei finanziamenti pubblici e perché accentrare non vuol dire un miglioramento del servizio per gli allevatori. Anzi, proprio prendendo l’esempio di Cremona che aveva un bilancio in positivo, vanno valorizzate realtà che danno reale efficienza e supporto agli agricoltori. Piuttosto, è meglio intervenire sui comparti di Aia che non funzionano, come la parte di Inseme che continua a perdere soldi e produce pochi vantaggi per gli allevatori. Invece, avere dati certi e un lavoro fatto con qualità, significa un grande risultato non solo per la zootecnia, ma per tutta l’economia italiana.
    Fonte: politici.openpolis.it | vai alla pagina
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