Ti trovi in Home  » Politici  » Angela Raffa  » Intervento in Aula sul decreto Emergenze (ex decreto Genova)

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Angela Raffa

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: M5S) 


 

Intervento in Aula sul decreto Emergenze (ex decreto Genova)

  • (24 ottobre 2018) - fonte: Camera dei Deputati - inserita il 04 novembre 2018 da 27659
    ANGELA RAFFA (M5S). Presidente, colleghi, il 14 agosto scorso una tragedia colpiva Genova, e con essa tutta l'Italia. Da allora in Commissione abbiamo lavorato senza sosta per dare una risposta adeguata, abbiamo sempre guardato solo all'interesse generale, ai cittadini. No alle lobby, no a chi in passato rideva quando c'era un terremoto, a chi si è arricchito a dismisura con le concessioni statali, alle cricche. Tante le esigenze da coniugare con questo decreto. Per rendermene conto, sono andata sotto quei monconi di ponte, ormai diventati il simbolo di tutte le cose che a Genova si sono interrotte: vite umane, comunicazioni, routine quotidiana, lavoro, commercio. Dobbiamo dare sollievo alle famiglie colpite dal crollo, alle imprese, a una città spezzata in due, all'economia di un'intera regione, ad una parte importante di questo Paese. Si deve garantire che ritornino alla normalità e che questo avvenga nel più breve tempo possibile e alle migliori condizioni possibili. Allo stesso tempo, è necessario tenere i riflettori accesi sulle responsabilità di quel crollo. Siamo stati attaccati continuamente sui giornali perché siamo stati lenti. È vero, in un Paese normale si sarebbe agito più in fretta, però questo non è un Paese normale. Finora, in nome dell'emergenza, si è passati sopra a tutto. Quante volte, di fronte alle tragedie, abbiamo sentito dire: non è questo il momento per cercare colpevoli. Oppure: dobbiamo fare in fretta e agire in deroga. Che poi non ho mai capito in deroga di cosa si agiva, del buonsenso, della giustizia? Ecco, forse in passato si è sempre agito in deroga al senso di umanità, che avrebbe dovuto fare arrossire chi, di fronte alle tragedie, costruiva imperi economici e, di ritorno, creava vantaggi politici per mezzo di donazioni elettorali e fondazioni. Ora si cambia, in nome dell'emergenza non ci sarà impunità. È ora che finalmente qualcuno in Italia paghi per ciò che ha fatto. Si accertano le responsabilità, politiche e non solo, che hanno portato al disastro del ponte. Si mette fine a questo sistema perverso delle concessioni, che fa gli interessi solo dei privati. Al contempo, si dota di poteri speciali il commissario per la ricostruzione e si trovano le risorse per riportare Genova alla normalità. Chi nelle settimane scorse ci ha attaccato senza riserve avrebbe dovuto avere l'onestà intellettuale di riconoscere che parte dei ritardi sono dovuti al fatto che le indagini giudiziarie hanno condizionato l'agibilità della zona e rallentato la demolizione e la ricostruzione, perché, parliamoci chiaro, cari colleghi, questa non è una tragedia dovuta alla sfortuna, ad una calamità naturale. Questa tragedia è stata creata e voluta dall'uomo. A differenza di molti di voi, che nei palazzi del potere siedono da decenni, io sono appena arrivata, sono la più giovane di questo Parlamento; eppure mi prendo anch'io le mie responsabilità. Per questo, sento il dovere forte di porgere le mie scuse ai cittadini di Genova e della Liguria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quanto successo non doveva accadere, in un Paese normale non è tollerabile. I cittadini ormai lo hanno capito e hanno scelto il cambiamento. Mi dispiace che alcuni qui non se ne rendano ancora conto. Vi state politicamente estinguendo proprio perché fino ad oggi non avete portato avanti gli interessi né le battaglie per il bene dei cittadini, ma solo i vostri interessi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vi siete fatti inghiottire da questi palazzi e non riuscite più a capire quali sono le priorità per chi sta al di fuori. Avete dimenticato, o peggio ignorato, che ogni nostro atto in quest'Aula si riflette sulla vita di persone in carne e ossa. Adesso però, fortunatamente, la situazione è cambiata: questo decreto ne è la prova più lampante. Per prima cosa, e anche questo ha influito sui tempi, si è voluta dare piena dignità al Parlamento e al ruolo legislativo. Tre sottosegretari l'altro ieri sono stati con noi per tutte le 15 ore che è durata la seduta congiunta, ininterrottamente dalle 16 alle 7 della mattina. Questo per permettere la discussione approfondita di tutti gli ultimi emendamenti presentati dalle opposizioni che ancora non erano stati affrontati. Con grande umiltà si è ascoltata la voce dei cittadini e delle rappresentanze della città di Genova; molte delle richieste sono state accolte e hanno contribuito a migliorare il decreto. Questa maggioranza dà attenzione ai suoi cittadini, siamo i loro portavoce. È ora di finirla con le prese in giro del passato, quando a noi elettori veniva rifilata ogni tipo di bugia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Abbiamo poi scoperto che in Italia esistevano tragedie di serie A e tragedie di serie B. Se la tragedia faceva più spettacolo o, peggio, se portava qualche voto in più, allora si davano più soldi, più benefici. Niente se, invece, non aveva avuto la prima pagina di un giornale straniero o neanche uno straccio di plastico montato in televisione. Questo oggi cambia e riconosciamo pari dignità anche alle persone colpite dal terremoto di Ischia, da quello del Centro Italia e da ogni evento connesso al dissesto idrogeologico. Finalmente si fanno concreti passi verso la logica della manutenzione e della prevenzione. Questa è la vera emergenza italica, il fatto che di questi due concetti si è sempre parlato, ma mai fatto niente. Istituiamo la nuova Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, creiamo l'archivio informatico nazionale delle opere pubbliche, prevediamo l'introduzione di sistemi di monitoraggio dinamico in grado di garantire il controllo delle condizioni di sicurezza in tempo reale. Infine, investiamo nella migliore risorsa che abbiamo per fronteggiare emergenze e prevenzione, quella umana. Duecento giovani tecnici entreranno al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, proprio per garantire la sicurezza della circolazione stradale e delle infrastrutture. Queste assunzioni le facciamo con concorsi pubblici perché quella è la via maestra, perché in questo Paese non se ne può più di incompetenti raccomandati mentre i nostri giovani migliori vanno all'estero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mentre permettevate per guadagnare ancora di più ai concessionari autostradali di aumentare dal 20 al 40 la percentuale di opere che questi possono affidare direttamente a società di loro stessa proprietà, avete mandato in rovina le infrastrutture di questo Paese. Troppo impegnati con il MOSE, tra tangenti e fondi neri, e in tutt'altre faccende affaccendati per accorgervi di quello che succedeva all'ANAS, dove pare comandasse una dama nera, e non ci si è fatto caso e non ci si è fatti mancare niente: dall'associazione per delinquere alla corruzione, dalla turbativa d'asta al voto di scambio, dalla truffa all'abuso d'ufficio. Questi sono i reati contestati dalla procura. Eppure, il crollo del cavalcavia a Lecco, avvenuta il 29 ottobre 2016, con il suo carico di morte era un segnale di avvertimento forte e chiaro. Siete riusciti ad ignorarlo. Ma anche un bambino sa che la gomma, quella degli appoggi e dei ritegni sismici dei ponti costruiti con il sistema delle travi Gerber, con il tempo si scuoce e si sgretola. Basterebbe cambiarla. Basterebbe una manutenzione minima perché è proprio con quel sistema che è stato costruito il maggior numero dei nostri ponti dal dopoguerra fino a tutto il periodo del boom economico. Non serve essere ingegneri per capire che opere innovative hanno bisogno di maggiore manutenzione e monitoraggio. Ma per Genova questo si era dimenticato. Il calcestruzzo si consuma se l'acqua non defluisce correttamente e finisce sugli impalcati. Bisognava aspettare questo decreto per i lavori sulle autostrade A24 e A25, la “Strada dei Parchi”. Non servivano tecnici; bastava guardare per capire che c'era qualcosa che non andava. Avete lasciato un Paese in macerie ed in quest'Aula spesso avete il coraggio di affermare che siamo noi a rovinarlo, magari perché non ci pieghiamo ai poteri della finanza internazionale, dello spread e degli eurocrati di Bruxelles, oppure perché non assecondiamo alcuni grandi gruppi e le lobby del cemento. Ecco, con questo decreto assecondiamo la lobby dei cittadini, quella della città di Genova e di tutt'Italia. Rimettiamo in piedi questo Paese, iniziamo con Genova e facciamolo nella maniera migliore e più veloce possibile.
    Fonte: Camera dei Deputati |
    Argomenti: Genova, commissione trasporti, ponte morandi, Decreto Emergenze | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato