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Dichiarazione di Marco FOLLINI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

«Ma sulle preferenze Pier Luigi è troppo severo» - INTERVISTA

  • (11 luglio 2012) - fonte: Il Mattino - Corrado Castiglione - inserita il 11 luglio 2012 da 31

    Basta riunioni degli sherpa, ora i leader ci mettano la faccia.

    Non condivide l'altolà di Bersani sulle preferenze e invita i leader a metterci la faccia, il senatore pd Marco Follini. In fondo al cuore un timore: col tempo che passa vuoi vedere che dopo il Porcellum nascerà il Coccodrillum?

    Dalla conferenza dei capigruppo è giunta una risposta rapida all'ultimatum del Colle. Sembra un buon segnale.

    «In questi casi l'ottimismo della volontà è d'obbligo: una nuova legge elettorale è la cruna dell'ago da cui passa una delle ultime possibilità di restituire alla politica la credibilità perduta. Dunque da lì bisognerà passare».

    Il segretario del suo partito dice stop alle preferenze. Non è troppo categorico?

    «Capisco il ragionamento di Bersani e colgo alcune sue non infondate preoccupazioni, anche se io sono meno severo di lui sugli effetti degenerativi delle preferenze. Ma quello che conta non è aprire fra di noi una disputa sul modello astrattamente ideale, piuttosto imboccare un percorso che ci porti a sciogliere questo nodo».

    Premi di maggioranza, sistema a doppio turno, collegi uninominali: non c'è ancora troppa carne a cuocere?

    «Non voglio entrare ora nel merito delle tecnicalità. Perché non vorrei che, a furia di tirare ciascuno un filo, si finisse per sfibrare il tessuto. Visto che lo stanno facendo in tanti non mi voglio aggiungere».

    Qual è invece ora l'obiettivo, secondo lei?

    «Apprezzo la fatica fatta fin qui dagli sherpa, ma ora è tempo che, come si dice, anche i leader mettano la faccia sulla nuova legge elettorale. Si convochi un conclave laico, i capi di partito cerchino un accordo e offrano finalmente alla discussione parlamentare un punto di partenza».

    Un'altra trattativa riservata, di quelle che Napolitano ha duramente stigmatizzato?

    «Non vorrei essere irridente, ma osservo che i leader di partito hanno fatto una lunga serie di riunioni su temi (come l'economia) sui quali alla fine decideva Monti. Ora sono alle prese con un tema che appartiene soprattutto a loro. Per una volta che la loro parola può essere decisiva è importante che trovino il modo di dirla. Provino l'ebrezza di essere decisivi. Quanto alle trattative riservate, io non mi scandalizzo. Non fosse altro perché siamo abituati a leggerne i resoconti in tempo reale sulle agenzie di stampa e sui social network».

    Se ne uscirà?

    «E' una commedia degli equivoci e se ne deve uscire. Mi fa tenerezza che quanti hanno contribuito al Porcellum ora siano in prima fila a celebrarne la indegnità. Prendo atto del ravvedimento, ma non vorrei che la nuova legge venisse chiamata Coccodrillum. Visto che le lacrime sono sempre quelle del giorno dopo».

    Da più parti, fors'anche nel tentativo di dilatare i tempi, si osserva: a che serve una legge elettorale senza una più ampia riforma costituzionale? Non si può non concordare: non trova?

    «Il rischio è che si ripeta la storia dell'albero di Bertoldo, fino ad impiccarsi alle fragole. Con l'effetto di precipitare al voto con la legge elettorale che abbiamo. E' chiaro che la soluzione ottimale sarebbe quella di incastonare il nuovo sistema di voto in un quadro istituzionale rinnovato, ma è evidente che a furia di alzare la mira si perde di vista il bersaglio. Allora concludo: per ora approdiamo alla soluzione minimalista, un minuto dopo il voto diamo avvio ad una legislatura costituente».

    Fonte: Il Mattino - Corrado Castiglione | vai alla pagina

    Argomenti: legge elettorale, riforma elettorale, pd, preferenze, presidente Napolitano, Riforma Costituzionale, porcellum, costituente, Bersani | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 11 luglio 2012 da 31
    I soliti intrighi di Follini.

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