Openpolis - ULTIME DICHIARAZIONI INSERITEhttps://www.openpolis.it/2010-11-11T00:00:00ZBelluno, accordo per realizzare un impianto idroelettrico sul Vajont SONDAGGIO 2010-11-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547880Abbiamo pensato di tenere distinti gli incontri», continua Franco Roccon sindaco di Castellavazzo, «perchè i nostri interlocutori sono portatori di esigenze diverse: i primi giustamente difendono la memoria, i secondi vivono oggi sui territori devastati un tempo dalla tragedia, ma guardano al futuro». L'idea di sfruttare a fin di bene l'acqua del Vajont si spiega, secondo gli amministratori, proprio per consegnare una prospettiva diversa alle nuove generazioni.L'ipocrisia, i moralizzatori degli altri e i nostri errori.2010-07-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503383In questi giorni in seguito alla sentenza della Corte dei Conti sulla vicenda della Psicologa della Provincia si è detto di tutto. E vi si è voluto innestare una ridda di polemiche insopportabili penso per tutti, del PD o meno, con una odiosa rincorsa generale alla moralizzazione degli altri.
Innanzitutto bisogna fare una considerazione che serve a inquadrare le cose: sui giornali i politici parlano di “questioni morali", di condanne e di risarcimenti riferendosi a questa vicenda. Ma di cosa stiamo parlando?
La Corte dei Conti non è un tribunale penale e non ha emesso una condanna per un reato, a differenza di quanto può essere accaduto ai vari Dell'Utri, Brancher, Borghezio e tanti altri.
A Reolon è stata ascritta, in primo grado, una responsabilità nell'effettuazione di una scelta, che sapremo se era giusta o sbagliata - rispetto alla discrezionalità consentita dalle norme - solo alla fine del giudizio di appello.
Se dovesse arrivare la condanna, sapremo che è stato commesso un errore. Chi non lavora non sbaglia e la quantità di lavoro svolto da Reolon è indiscutibile e riconosciuto anche negli ambienti del centrodestra.
Ma, allo stesso tempo, se domani scopriremo che è stato commesso un errore, se ne dovrà anche prendere atto.
C'è infatti da svolgere parallelamente una seconda considerazione.
Si può criticare una sentenza e la si può impugnare in appello se ritenuta ingiusta, ma se ne deve prendere atto serenamente, come è nella nostra cultura di centrosinistra.
Non si possono adombrare macchinazioni: se queste ci sono o ci sono state, ci si oppone usando gli strumenti previsti e segnalando i comportamenti sbagliati a chi di dovere.
Questa è una regola che vale per tutti, che rinfacciamo ogni giorno al centrodestra e cui dobbiamo attenerci anche noi. Non è nella nostra cultura screditare la Magistratura, ma semmai dimostrarne l'errore quando vi incorre.
Ed è quindi sbagliato anche cercare di glissare sulla questione, come cerca di fare il PD provinciale, perché è evidente che di questa questione si parla e il principale Partito di opposizione non può far finta di niente: anche perché ciò nuoce a tutti noi, che non abbiamo nulla da nascondere, che siamo gente trasparente ed abituata ad assumere la responsabilità dei propri errori e a mettersi continuamente in discussione.
Infine c'è il terzo ordine di considerazioni.
Oggi si assiste ad una spudorata rincorsa della Lega Nord a fare la morale a tutti gli altri.
La Lega Nord da quando è diventata forza di Governo sta colonizzando tutti i Consigli di Amministrazione cui può arrivare, annunciando addirittura che prepara l'assalto anche alle banche del nord.
La Lega Nord è responsabile di carrozzoni pubblici come l'Avepa, che, anche a detta di organismi imparziali come Unioncamere nelle sue relazioni semestrali, inchioda le aziende agricole a causa dei ritardati pagamenti e della eccessiva burocrazia creata.
La Lega Nord è quella che mette l'illuminato (dal padre) Bossi jr. a sedere su poltrone lautamente retribuite coi soldi dei cittadini, in ossequio al sacro principio del nepotismo.
E' anche quella che fa pagare a tutti i cittadini le multe prese dai suoi elettori con le quote latte: 1,5 miliardi di euro, con cui potevamo salvare la scuola o fare chissà cos'altro e che invece pagheremo noi cittadini al posto degli elettori della Lega per aver violato le leggi, alla faccia del principio secondo cui la Lega non perdona chi non rispetta la Legge, ma anche alla faccia del principio secondo cui è immorale fare operazioni che rasentano il“voto di scambio”, tanto in voga, si dice, in criticate zone del sud.
E' quella Lega i cui eminenti esponenti occupano contemporaneamente più poltrone (come il Senatore-Sindaco Vaccari), dimostrando profondo senso di sobrietà.
Sono quelli i cui Consiglieri Regionali strombazzano sulla stampa dicendo che rinunciano all'auto blu, ma si guardano bene dal rinunciare a percepire il profumatissimo rimborso chilometrico, che quasi quasi ci costa come l'auto blu, ma fa molto più figo.
Sono quelli che in Comune di Belluno siedono sulle poltrone degli Assessori e ne percepiscono l'indennità, ma le responsabilità di approvare il disastroso bilancio le lasciano a quelli del PdL.
Sono quelli che quando erano vicesindaci a Belluno invitavano la gente ad imbrattare i muri con le scritte "Lega Nord", dimostrando profondo senso civico.
Sono, infine, quelli che quando sul treno gli fanno la multa perché non hanno obliterato il biglietto puntualizzano che loro sono Consiglieri Regionali, facendo capire che per loro forse bisognerebbe chiudere un occhio.
Ecco quindi la morale che la Lega oggi ci vuole insegnare e vuole esportare nel resto del mondo incivilizzato.
Ma quali conclusioni trarre? Forse che oggi - ed è un problema - nessuno può insegnare la morale agli altri. Resta solo, purtroppo, l'eventualità che il cittadino insegni un po' di pudore qa uei politici che seduti sulla poltrona godono della propria ipocrisia come del sole sulla sdraio.Non solo "careghe": la nuova crisi a Palazzo Rosso2010-07-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503129Un altro Consiglio Comunale senza il PdL, e salta il numero legale. La bufera nella maggioranza, pero', ora non e' piu' alimentata solo dalla ricerca di "careghe", ma anche dal rimpallo, da parte dei Consiglieri di PdL e Lega, della responsabilita' del fallimento politico di questa Amministrazione.
Prade ha vinto le elezioni promettendo due cose: un cambio di rotta rispetto alle scelte del passato, e maggiore attenzione alla manutenzione del territorio. Non e', pero', riuscito a mantenere nessuna delle due promesse.
Da un lato si è infatti reso conto che alcune scelte delle precedenti Amministrazioni, come la raccolta differenziata, pur tanto complessa e faticosa, erano basate sul buon senso e dovevano essere perseguite, con buona pace dei cani e dei gatti che comparivano sulle enormi "vele" (pagate dal suo Assessore Gamba) che divoravano i rifiuti in una specie di orgia medievale, ma anche ovviamente con la delusione di chi era contrario alla differenziata e pensava che tutto potesse cambiare.
Dall'altra parte, intanto, le risorse che potevano andare alle manutenzioni sono state "bruciate" dai tre nuovi Dirigenti (tutti poi "fuggiti" dal Comune), che costavano a Palazzo Rosso circa 450.000 Euro all'anno, e dalla spesa di 48.000 Euro annui per il portavoce del Sindaco (che non e' iscritto all'albo dei giornalisti, ma che grava ugualmente sul bilancio dei cittadini come se lo fosse).
Non solo: questo aumento assurdo della spesa corrente, insieme ad altre scelte sbagliate, ha fatto anche sforare il Patto di stabilità (unico Capoluogo del Veneto), bloccando totalmente l'attività comunale.
Il Sindaco adesso non puo' che tentare di farci passare lo sforamento per un fatto positivo, dicendo che cosi' abbiamo fatto girare soldi nel 2009.
Cio' che non dice, pero', e' che nel 2008 abbiamo bloccato gran parte dei pagamenti alle imprese, che abbiamo cancellato l'incentivo di apertura alle nuove attivita', che ora strangoliamo le iniziative dei commercianti, che nei cantieri comunali facciamo lavorare sempre le stesse ditte, e che spingiamo ad andarsene attività, come la TIB, che in una quindicina di anni ha riversato su Belluno milioni di euro facendo lavorare un sacco di gente, ma che ha la grave colpa di produrre cultura (orrore!) anziche' l'asfalto ed i tombini che la Giunta Prade si e' dimenticata di finanziare mentre pensava ai nuovi dirigenti.
Ed ora abbiamo un altro spettro aleggia alle porte: quello della sconsiderata manovra di Tremonti, che (malauguratamente) falcidierà gli Enti Locali e probabilmente (speriamo) distribuira' le poche risorse rimaste ai comuni coi conti in ordine. La nostra sfortuna e' che Belluno non solo e' un Ente Locale, ma ha anche i conti sballati.
Rieccoci: una pezza peggio del buco.2010-07-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it502670Ebbene sì, hanno messo una pezza peggiore del buco che doveva coprire. Dopo la scandalosa (secondo il mio personale giudizio) cancellazione dell'assegno d'invalidità per almeno 19 categorie di malati/indigenti (di cui ho parlato approfonditamente in quest'altro articolo), è stato finalmente depositato il tanto atteso emendamento di Azzolini (relatore al Senato della manovra di Tremonti) che avrebbe dovuto “risistemare le cose”.
Era stato proprio Azzolini a dichiarare che si sarebbe impegnato a favore dei malati depositando un emendamento che facesse ordine; e da tali dichiarazioni era scaturita anche una iniziale dichiarazione di soddisfazione dell'AIPD (Associazione Italiana Persone Down). Tuttavia, come sempre, siamo alle prese con informazioni confuse, contraddittorie, con dichiarazioni difficilmente verificabili e con promesse nebulose. E' giusto quindi fare un po' di chiarezza e dire come stanno davvero le cose.
L'”emendamento Azzolini” (visibile sul sito del Senato) avrebbe dovuto eliminare i tagli agli assegni di invalidità. Invece, conferma parte dei tagli e ne introduce di nuovi, questa volta anche all'assegno di accompagnamento per svariate categorie di malati ancor più gravi.
In sostanza hanno ripristinato l'assegno per alcune categorie di malati, (coloro che prendono tra il 75% e l'85% secco, in base ad una patologia singola) forse convinti di far bella figura, ma hanno irragionevolmente lasciato il taglio ad altri cittadini che raggiungono lo stesso punteggio d'invalidità, a causa del sovrapporsi di più patologie, stabilendo così che un chilo di piombo pesa più di un chilo di piume.
Ma l'emendamento non si limita a questo: si abbatterà la scure dello stato sulle indennità di accompagnamento, che fino ad oggi veniva erogato a chi era completamente impossibilitato a deambulare senza un accompagnatore per il solo periodo di "infermità", oppure a chi non riusciva a compiere gli "atti quotidiani della vita". Adesso viene stabilito che per prendere l'assegno occorra essere “permanentemente” impossibilitati, per cui solo chi è “irreversibile” potrà prendere l'assegno. Inoltre, occorrerà essere impossibilitati a compiere “tutti” gli atti elementari della vita, non solo alcuni, restringendo enormemente il campo dei beneficiari. Insomma, se “per sventura” un novantacinquenne paraplegico in qualche modo riesce a portarsi il cucchiaio alla bocca, rischia di perdere l'accompagnamento.
Casi abbastanza tipici come quelli dei pazienti oncologici durante la fase più dura della loro lotta, o dei pazienti che vengono da ictus, e dovranno riabilitarsi, perderanno facilmente l'accompagnamento. La misura, tra l'altro, è retroattiva e colpirà molti che oggi percepiscono l'accompagnamento.
Nulla, ovviamente, sul fronte della lotta ai falsi invalidi (il vero cancro che divora i veri invalidi). Anzi per la verità una novità c'è. Come sappiamo, in questi anni è stato messo in moto un meccanismo di verifica a campione degli invalidi affidato all'INPS.
L'emendamento Azzolini, anziché prevedere maggiori fondi all'INPS per scovare i falsi invalidi, stabilisce che l'INPS può avvalersi delle “Commissioni Mediche Locali delle Aziende Sanitarie”.
Tradotto: se Tizio viene dichiarato invalido dalla Commissione ell'Azienda Sanitaria, l'INPS per effettuare una verifica, non avendo abbastanza personale, potrà chiedere alla stessa Commissione dell'Azienda Sanitaria di effettuare la verifica. Per fare un paragone, sarebbe come se la FIFA, dovendo stabilire se l'arbitro di una partita ha commesso degli errori, pagasse l'arbitro stesso per indagare sulle proprie decisioni. Una genialata, è proprio vero che l'Italia è il paese delle idee.
Ma torniamo al nocciolo dell'emendamento. La misura, oltre che sui cittadini, graverà anche sulle casse dei Comuni: c'è da chiedersi se la Commissione Bilancio del Senato abbiano valutato il costo dell'emergenza sociale dovuta al taglio delle invalidità, perché sia chiaro: se a questi malati non ci penserà lo Stato, dovrà pensarci la Comunità locale mediante i propri servizi sociali. Rassicurante.
Devo proprio fare una considerazione amara: questo Stato, forse a causa del totale distacco dalla vita reale, appare spesso come una specie di nemico di noi cittadini, un mostro che opera senza valori secondo la sola logica del “necessario sacrificio” degli altri. E' il peggior messaggio che si possa comunicare, lo dico da persona che crede profondamente nello Stato, perché è l'avvaloramento istituzionale di un impoverimento di valori, come la solidarietà e la carità, che dovrebbero essere l'architrave su cui si costruiscono tutti i “luoghi sociali”, dallo Stato alla Famiglia.
Belluno, 04/07/2010
Jacopo MassaroContro i più deboli: la strategia "facile" di questa destra antisociale2010-06-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it502667L'articolo 10 del D.L. 78/2010, il famigerato
decreto di Tremonti, toglie l'assegno di invalidità a numerose categorie di malati.
Le persone toccate da questo provvedimento sono quelle in età lavorativa (tra i 18 ed i 65 anni) con un reddito inferiore a € 4.408 annui (lo ripeto: annui!). Il “beneficio economico” (se così poteva essere chiamato) consisteva in un assegno mensile di € 256, elevabile di ben ulteriori € 10 per coloro che sono completamente soli. L'attuale sistema di calcolo delle percentuali di invalidità, regolato da decreto ministeriale, stabilisce, per ciascuna patologia riconosciuta, una percentuale d'invalidità fissa, oppure la possibilità per la Commissione Invalidi di attribuire una percentuale compresa in un range (un minimo e un massimo) prestabilito. Prima si accedeva all'assegno col 75% di invalidità, mentre ora il Governo ha stabilito che occorra raggiungere l'85%.
Vi sono quindi 19 patologie che che danno punteggi superiori al 75% ma inferiori all'85%; per cui prima davano diritto ad assegno di invalidità, ma oggi, col Decreto del Governo, non più. Tra le malattie escluse dall'assegno d'invalidità vi sono: la sindrome di Down, la psicosi ossessiva, la schizofrenia con gravi disturbi del comportamento, la laringectomia totale e/o con tracheostomia definitiva (il posizionamento di una cannula nella trachea per consentire la respirazione), il sordomutismo, la bronchiectasia associata a mucoviscidosi (la fibrosi cistica), la paresi dell'arto inferiore con deficit di forza grave associata all'incontinenza sintetica grave (tipico degli esiti da ictus), la tetraparesi con deficit di forza medio, amputazione di braccio e spalle e varie patologie con insufficienza cardiaca grave.
La norma è rivoltante anche sotto il profilo del metodo: viene stabilito un discrimine tra chi ha presentato domanda d'invalidità prima del 1° giugno 2010 (che mantiene l'assegno di invalidità) e chi l'ha presentata dopo (perdendolo). Ne consegue che vi saranno, a parità di patologia, due categorie di cittadini: quelli che accedono ai benefici economici e quelli “di serie B”, che non ne avranno diritto. Anzi: vista l'entità degli assegni, forse sarebbe meglio distinguere tra cittadini di serie "C1" e cittadini di serie "C2".
Questo rappresenta una grave violazione del principio di eguaglianza (che dovrebbe essere insito in tutti noi cittadini, prima che nella Costituzione!) e si configura come una sorta di “ricatto indiretto” a chi oggi riceve l'assegno, che teme, protestando, di essere “equiparato” ai nuovi malati con conseguenza di perdita di un beneficio. E ricordiamoci che stiamo parlando di un assegno che, seppur irrisorio, per alcune persone in estrema difficoltà rappresenta l'unica modalità di sopravvivenza.
La nostra Comunità deve mobilitarsi per opporsi a questa barbarie sociale effettuata in nome dei “necessari sacrifici”. Far passare una misura come questa significherebbe certificare che, nelle coscienze degli italiani, non vi sono più né solidarietà né carità. E questo non è possibile, o comunque io non ci credo.
Oggi il Decreto Legge non è ancora convertito, e vi sono quindi gli spazi di manovra per cestinare la norma. Abbiamo presentato una mozione in Comune di Belluno affinché si esprima con fermezza e faccia da capofila in questa battaglia di civiltà.
Ma una cosa è certa: poco potrà fare il Comune di Belluno, se non vi sarà una mobilitazione vera da parte di noi cittadini. Solo noi possiamo proteggere chi non è in grado di difendersi da solo dalle misure "facili" di questa destra davvero antisociale.
Jacopo Massaro