Openpolis - ULTIME DICHIARAZIONI INSERITEhttps://www.openpolis.it/2010-12-16T00:00:00ZBeni comuni e profitti privati2010-12-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548870<br />
La consigliera regionale Gabriella Meo ha posto il problema dei ridicoli canoni di concessione per le acque minerali.
<p>Ho presentato un’interpellanza sui canoni di concessione che la Regione incassa dalle aziende che imbottigliano acque minerali.
<p> Vale la pena ricordare alcuni dati emersi dalla ricerca “Il far west dei canoni di concessione per le acque minerali” realizzata da Legambiente e Altreconomia lo scorso marzo (scaricabile su <a href="http://www.altreconomia.it/site/fr_raggruppamento_detail.php?intId=5">www.imbrocchiamola.org</a>). L’acqua che arriva al rubinetto di casa è buona, controllata per legge e assolutamente salutare in quanto i valori di soglia previsti dalle leggi vigenti per i metalli pesanti, colibatteri, sono più bassi per l’acqua di rubinetto piuttosto che per quella in bottiglia.
<p>In Italia nel 2008, leggiamo nella ricerca, sono stati imbottigliati 12,5 miliardi di litri d’acqua per un consumo pro capite di 194 litri, più del doppio della media europea e americana.
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A fronte del fatturato miliardario delle società imbottigliatrici, ci sono dei canoni di concessione ridicoli corrisposti alle regioni che ospitano le fonti. Emblematica la situazione dell’Emilia-Romagna dove nel 2008 erano state autorizzate 23 concessioni di acqua minerale per una quantità di acqua complessivamente imbottigliata in regione di 340.885.898 litri per i quali sono stati pagati dalle aziende canoni per un totale di 35.374,73 euro.
<p>Questa cifra ridicola deriva da canoni stabiliti con legge regionale (la 32 del 1988) ed è perfino inferiore allo stipendio del funzionario regionale che segue l’iter burocratico delle concessioni. Ogni anno svendiamo alle multinazionali miliardi di litri d’acqua di sorgente, acqua che frutta a queste società un giro d’affari di oltre 2,3 miliardi di euro. A che prezzo?
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Il 79% delle bottiglie che escono dagli stabilimenti sono in plastica di cui solo il 35% viene riciclato. Solo l’imbottigliamento comporta l’uso di 365mila tonnellate di Pet, 693mila tonnellate di petrolio, e 950mila tonnellate di CO2 equivalente in atmosfera. Solo il 18% dell’acqua viaggia su ferro, il resto su gomma con un’ulteriore e assai considerevole immissione di CO2 dovuto alle decine di migliaia di Tir. In più c’è la questione prezzo.
<p>Considerato che il “Documento di indirizzo delle Regioni italiane” prevede tre tipologie di canone (da 1 a 2,5 euro per metro cubo o frazione di acqua imbottigliata; da 0,5 a 2 euro per metro cubo o frazione di acqua utilizzata o emunta; almeno 30 euro per ettaro o frazione di superficie concessa), con l’interpellanza sollecito la Giunta ad adeguare la normativa, aumentando i canoni di concessione e calcolando quanto dovuto dalle aziende sulla base dei litri di acqua prelevati dalle sorgenti e non, come avviene ora, sugli ettari di superficie della concessione.
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Ho anche chiesto che la Regione definisca canoni di concessione differenziati introducendo sistemi di premialità per le aziende che utilizzano le bottiglie in vetro o, meglio ancora, il vuoto a rendere e per quelle che imbottigliano quantità minori di acqua.
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Russi, bocciato in Regione il "no" alla centrale a biomasse2010-11-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548193Gabriella Meo (sel-verdi), assicurando l'appoggio al documento, ha ricordato che il proprio partito si è posto, fin dall'inizio, in posizione fortemente critica nei confronti dell'impianto di Russi, come di altri simili. Tra i punti nodali su cui vigilare, citati dalla consigliera: la compatibilità ambientale, la provenienza dei materiali che deve essere locale e l'indispensabile coinvolgimento dei residenti e degli agricoltori.
Trecasali si divide sulla centrale a biomasse 2010-11-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548200Il sindaco di Trecasali Bernardi ha spiegato che l’Amministrazione comunale prenderà posizione sul progetto solo dopo che l’iter di approvazione sarà iniziato, quando cioè ci saranno tutti i dati disponibili. IlUna lettera da ‘TERRA’ sul nucleare 2010-11-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548173Qui di seguito una mia lettera che è stata pubblicata su ‘Terra’ quotidiano ecologista, che da questa settimana, ogni giovedì, conterrà l’inserto Emilia-Romagna:
AMBIENTE. L’Emilia Romagna è contraria all’installazione di una centrale a Caorso e userà tutti gli strumenti affinché ciò non avvenga.
(di Gabriella Meo – Consigliera regionale Verde)
Nell’ultima seduta dell’Assemblea legislativa la Regione Emilia-Romagna ha ribadito il proprio “no” all’installazione e all’attivazione di centrali nucleari sul proprio territorio, approvando una risoluzione con i voti favorevoli del Gruppo Sel-Verdi, di Pd, IdV, Federazione della Sinistra, Movimento 5 Stelle, contrari PdL e Lega Nord. Nel corso della stessa seduta, l’Assessore regionale all’Ambiente Sabrina Freda ha risposto ad una mia interrogazione in aula sulla dismissione della centrale nucleare di Caorso in relazione alle diverse e discordanti ipotesi di individuazione dei siti per impianti nucleari che in queste settimane sono state avanzate da esponenti dei partiti di Governo.
Durante il dibattito in aula ho espresso la mia soddisfazione per la risposta della Giunta regionale perché è stato ribadito che la Regione non è e non sarà favorevole all’installazione di una centrale nucleare a Caorso e che verranno usati tutti gli strumenti a disposizione affinché ciò non avvenga. Ciò è rassicurante, visto che, a parte le estemporanee dichiarazioni di qualche esponente del Governo riportate dalla stampa, Sogin, la società pubblica che ha iniziato l’iter per individuare i siti delle future centrali nucleari previste dall’accordo con la Francia, si è ben guardata dal dare alcuna indicazione in merito.
Riguardo allo stato di avanzamento delle procedure di smantellamento dell’ex centrale, l’Assessore ha pure assicurato che lo smantellamento dei componenti dell’edificio Turbina terminerà il prossimo anno e che tutto il combustibile esaurito ad alta radioattività è stato già tutto trasferito all’estero. A Caorso rimangono comunque stoccati, all’interno dei depositi del sito, 8279 fusti di rifiuti radioattivi a media e bassa attività e, una volta riprocessato, anche il combustibile esaurito ad alta radioattività dovrà ritornare in Italia. Il problema delle scorie radioattive, che nessun paese al mondo ha ancora risolto in maniera soddisfacente e definitiva, dimostra ancora una volta la pericolosità e la non economicità dell’energia nucleare. A questo punto tocca al Governo terminare senza alcun ritardo lo smantellamento completo del reattore di Caorso e ritirare in via definitiva la licenza di esercizio della centrale.
E’ ora di smettere di fare il gioco delle tre carte con il nucleare! Chi sostiene questo tipo di energia deve anche assumersi la responsabilità di accettare una centrale nucleare nel proprio comune. E’ troppo comodo parlare del nucleare in astratto e poi non esprimersi sulla collocazione di una centrale nel proprio territorio, come fanno abitualmente i politici del centrodestra. I Verdi sono contrari a realizzare centrali nucleari in Emilia-Romagna, come sono contrari a realizzarle anche nel resto d’Italia.Diga di Vetto, opera inutile e pericolosa (RE) 2010-11-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548161La consigliera regionale dei Verdi Gabriella Meo interviene sull’ormai decennale dibattito relativo alla diga di Vetto che è stato rilanciato in queste settimane da diversi esponenti del centrodestra :
“Sembra impossibile, ma è così: dopo 30 anni si parla ancora della diga di Vetto, l’ “ecomostro” di 100 milioni di metri cubi di acqua, con una superficie di 4,35 chilometri quadrati, alto 83 metri, impensabile nei costi (150-200 milioni di euro), sproporzionato per i fabbisogni e che per questi motivi è già stato bocciato dalla Regione Emilia-Romagna.”
“I sostenitori della diga – accusa la consigliera Meo – parlano di turismo e di energia pulita, ma si “dimenticano” di dire che l’opera verrebbe ad inserirsi in un territorio fragile da un punto di vista idrogeologico e sismico, come venne ben evidenziato in sede di valutazione di impatto ambientale dal Prof. Floriano Villa, Presidente dell’Associazione Nazionale Geologi Italiani. Del resto, la minimizzazione del problema terremoto è smentita anche dalla classificazione sismica dei Comuni dell’Emilia-Romagna che colloca Vetto e tutti i Comuni dell’alto appennino reggiano in classe 2, cioè quella a maggiore sismicità.”
“La cosa che però più stupisce – continua Meo, citando il Prof. Villa – è l’aver “dimenticato” che per S. Polo d’Enza passa una “faglia attiva” molto importante, messa in evidenza dagli studi di sismotettonica realizzati per l’individuazione del sito nucleare di Viadana. La faglia attiva di S. Polo d’Enza interessa l’alveo del torrente e passa per Vetto. E’ forse opportuno ricordare l’assoluta inedificabilità sulle faglie attive. Le procedure USA per le faglie attive impediscono anche le costruzioni di fognature e di campi sportivi attraverso una faglia attiva per la sua altissima pericolosità.”
“I sostenitori della diga – denuncia Meo – vogliono costruire a cavallo di una faglia attiva un rilevato di 80 metri, che contiene un lago di circa 100 milioni metri cubi d’acqua, con un bacino interessato da versanti franosi per un minimo di 2 milioni di metri cubi sopra i centri abitati della bassa valle! Credo inutile ogni altro commento.”
“Al deficit idrico delle attività agricole – ricorda la consigliera – si risponde con il risparmio della risorsa, con la ristrutturazione delle reti per diminuire le enormi perdite di acqua e con la realizzazione di bacini, dove necessari, nelle casse di espansione e nelle cave esaurite. Tutte indicazioni che sono già state date dalla Regione e dalle Province nei Piani di Tutela delle Acque.”Fidenza: Il fotovoltaico su suolo agricolo: la regione ci ripensa2010-11-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548165L'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna ha approvato una risoluzione presentata dalla consigliera regionale dei Verdi Gabriella Meo e sottoscritta da numerosi altri per impegnare la Giunta a predisporre al più presto una norma che regolamenti la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra.
"La risoluzione - spiega soddisfatta la consigliera Meo - è stata approvata con il voto favorevole di tutti i gruppi, sia di maggioranza sia di opposizione. Ciò è molto importante perché evidenzia quanto l'occupazione di suolo agricolo da parte dei grossi impianti fotovoltaici sia considerato un problema da parte di tutte le forze politiche."
"Abbiamo dato indicazioni chiare - continua Meo - alla Giunta per individuare le aree in cui vietare l'installazione a terra di impianti fotovoltaici come gli ambiti rurali ad alta vocazione produttiva o quelli interessati da vincoli di carattere ambientale o paesistico. Nello stesso tempo abbiamo indicato le aree su cui indirizzare l'installazione di tali impianti come quelle a
destinazione produttiva, le aree adibite a parcheggio, le superfici coperte già esistenti o le aree libere poste all'interno della perimetro dell'abitato."
"Benché la tecnologia fotovoltaica consenta di produrre energia pulita, utilizzando una fonte rinnovabile, non la si può considerare priva tout court di impatto sull'ambiente, in quanto occorre distinguere tra le diverse tipologie di impianto. In particolare, essa è difficilmente condivisibile quando è realizzata mediante grandi impianti a terra di pannelli fotovoltaici realizzati su suoli agricoli."
"E' risultato evidente a tutti i consiglieri - conclude Meo - che gli impianti fotovoltaici integrati sull'involucro esterno degli edifici di taglia piccola e media godono di una serie di vantaggi fondamentali rispetto alle grandi centrali a terra: generano energia elettrica nel luogo del consumo e riducono le perdite di distribuzione; impiegano superfici dell'involucro altrimenti
inutilizzate; sono meno appetibili da parte di speculatori estranei al tessuto produttivo locale (viceversa a caccia di investimenti di taglia maggiore); promuovono in modo più efficace gli operatori locali, contribuendo a sviluppare professionalità tra gli installatori e i progettisti nostrani; infine, se ben integrati negli edifici possono essere occasione di riqualificazione architettonica in edilizia."L'occupazione del suolo degli impianti fotovoltaici è un problema per tutti2010-11-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547652“La risoluzione – spiega soddisfatta la consigliera Meo – è stata approvata con il voto favorevole di tutti i gruppi, sia di maggioranza sia di opposizione. Ciò è molto importante perché evidenzia quanto l’occupazione di suolo agricolo da parte dei grossi impianti fotovoltaici sia considerato un problema da parte di tutte le forze politiche.”
“Abbiamo dato indicazioni chiare – continua Meo – alla Giunta per individuare le aree in cui vietare l’installazione a terra di impianti fotovoltaici come gli ambiti rurali ad alta vocazione produttiva o quelli interessati da vincoli di carattere ambientale o paesistico. Nello stesso tempo abbiamo indicato le aree su cui indirizzare l’installazione di tali impianti come quelle a destinazione produttiva, le aree adibite a parcheggio, le superfici coperte già esistenti o le aree libere poste all’interno della perimetro dell’abitato.”
“Benché la tecnologia fotovoltaica consenta di produrre energia pulita, utilizzando una fonte rinnovabile, non la si può considerare priva tout court di impatto sull’ambiente, in quanto occorre distinguere tra le diverse tipologie di impianto. In particolare, essa è difficilmente condivisibile quando è realizzata mediante grandi impianti a terra di pannelli fotovoltaici realizzati su suoli agricoli.”
“E’ risultato evidente a tutti i consiglieri – conclude Meo – che gli impianti fotovoltaici integrati sull’involucro esterno degli edifici di taglia piccola e media godono di una serie di vantaggi fondamentali rispetto alle grandi centrali a terra: generano energia elettrica nel luogo del consumo e riducono le perdite di distribuzione; impiegano superfici dell’involucro altrimenti inutilizzate; sono meno appetibili da parte di speculatori estranei al tessuto produttivo locale (viceversa a caccia di investimenti di taglia maggiore); promuovono in modo più efficace gli operatori locali, contribuendo a sviluppare professionalità tra gli installatori e i progettisti nostrani; infine, se ben integrati negli edifici possono essere occasione di riqualificazione architettonica in edilizia.”Centrale nucleare a Viadana? 2010-10-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547258“L’annuncio del neo Ministro per lo sviluppo Economico, Paolo Romani, sulla possibilità di installare una centrale nucleare in Lombardia, con tutta probabilità nel territorio di Viadana, già individuato come sito in passato da un piano energetico nazionale, non può non preoccupare anche i cittadini della bassa parmense.”
Così la consigliera regionale dei Verdi Gabriella Meo commenta le dichiarazioni dell’esponente del Governo, non smentite dal Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, ma anzi confermate da numerosi esponenti del PdL e della Lega.
“Così come i cittadini italiani hanno detto no al nucleare con il referendum nazionale nel 1987 – continua Meo – anche i cittadini di Viadana bocciarono nettamente la proposta di costruire una centrale sul loro territorio con un referendum comunale nel 1983 e, più di recente, il Consiglio comunale ha ribadito che Viadana è ancora “Comune denuclearizzato”.”
“Ma è tutto il corso del fiume Po ad essere a rischio di ospitare uno o più impianti nucleari, dall’ipotizzato riutilizzo del sito di Caorso nel piacentino, alla proposta di installare una centrale nel Delta veneto. Il grande fiume, già avvelenato dall’inquinamento e saccheggiato delle sue preziose sabbie, merita invece un altro genere di sviluppo basato sull’agricoltura di qualità, sul turismo, sulle fonti energetiche rinnovabili.”
“Perché l’Emilia-Romagna dia un segnale deciso contro il nucleare – conclude la consigliera Meo – io e il collega Roberto Garbi abbiamo chiesto che la Commissione Ambiente dell’Assemblea legislativa regionale tenga una delle sue prossime sedute a Caorso per verificare sul posto lo stato di avanzamento del processo di smantellamento (decommissioning) della centrale nucleare chiusa vent’anni fa.”Energia, il Comune di Trecasali punta su un campo fotovoltaico2010-10-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547268«Siamo molto soddisfatti di questo risultato - ha spiegato il sindaco Bernardi - perché si tratta del più grande intervento pubblico-privato in provincia e per questo ringrazio il dottor Tamburini di Sadam. Il nostro Comune si avvicina in questo modo all’obiettivo di realizzare un polo destinato all’agroalimentare e alle energie alternative. Le gestioni dei due campi fotovoltaici resteranno separate, la ditta che si è aggiudicata la gara e gestirà l’impianto verserà al Comune un canone annuo di 166 mila euro con un adeguamento del 2% annuo a partire dal secondo anno».
Oltre al risparmio energetico l’intervento porterà un ulteriore miglioramento in termini ambientali perché sorgerà in un’area classificata come industriale in passato utilizzata come vasca per la depurazione delle acque acide di lavorazione dello zuccherificio, area che verrà bonificata per costruire l’impianto. «Siamo particolarmente soddisfatti - continua Bernardi - perché l’impianto non andrà a togliere suolo agricolo, visto che sorgerà in area industriale, ma anzi, sarà l’occasione per risanare un terreno di 130 mila metri quadrati, cioè l’area comunale e quella dell’azienda. In più l’azienda si impegna a costruire un’area verde di un ettaro di bosco intorno all’impianto». Nucleare a Viadana, preoccupazione anche nella Bassa parmense2010-10-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547236«L'annuncio del neo ministro per lo sviluppo economico, Paolo Romani, sulla possibilità di installare una centrale nucleare in Lombardia, con tutta probabilità nel territorio di Viadana (Mantova), già individuato come sito in passato da un piano nazionale, non può non preoccupare anche i cittadini della Bassa parmense».
Lo ha sottolineato Gabriella Meo, consigliera regionale dei Verdi (ed ex assessore provinciale). La Meo non solo ricorda che gli «italiani hanno detto no al nucleare con il referendum nazionale nel 1987: anche i cittadini di Viadana bocciarono nettamente la proposta di costruire una centrale sul loro territorio con un referendum comunale nel 1983 e, più di recente, il Consiglio comunale ha ribadito che Viadana è ancora “Comune denuclearizzato”.
«È tutto il corso del fiume Po ad essere a rischio di ospitare uno o più impianti nucleari - prosegue la Meo -, dall’ipotizzato riutilizzo del sito di Caorso nel Piacentino, alla proposta di installare una centrale nel Delta veneto. Il grande fiume, già avvelenato dall’inquinamento e saccheggiato delle sue preziose sabbie, merita invece un altro genere di sviluppo basato sull'agricoltura di qualità, sul turismo, sulle fonti energetiche rinnovabili».
La Meo fa sapere anche di aver proposto assieme al consigliere regionale Roberto Garbi (Pd) «che la commissione Ambiente dell’Assemblea legislativa regionale tenga una delle sue prossime sedute a Caorso (Piacenza) per verificare sul posto lo stato di avanzamento del processo di smantellamento (decommissioning) della centrale nucleare chiusa vent'anni fa», per dare dall’Emilia-Romagna un ulteriore «segnale deciso contro il nucleare»."No al parco eolico della Cisa-Cirone"2010-06-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it501918“I Verdi per primi – sottolinea la consigliera Meo – hanno sostenuto la diffusione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili come l’eolico, ma ogni progetto va valutato caso per caso e questo appare decisamente devastante, sia sul versante toscano, dove verranno costruite tutte le pale, sia su quello emiliano, dove è prevista la costruzione di una strada larga ben 6 metri lungo il crinale e di una linea di alta tensione per collegarsi con la rete elettrica nazionale.
In questo modo il sentiero di crinale, uno dei più belli d’Italia, diventerà una sorta di autostrada dove viaggeranno i camion per carichi eccezionali per trasportare le pale eoliche sui monti.”
“Mi preoccupa molto – continua Meo – anche l’ipotesi, avanzata dal Comune di Corniglio, di costruire una ulteriore serie di pale eoliche sul versante emiliano, raddoppiando in questo modo l’impatto ambientale e paesaggistico. Si tratterebbe di una inaccettabile colata di cemento che stravolgerebbe tutte le strategie di turismo verde ed eco-compatibile che in questi anni hanno fatto registrare ottimi risultati.”
“Il progetto – ricorda l’esponente del Sole che ride – dovrà essere sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale interregionale e in quella sede chiediamo alla Regione, agli Enti locali emiliani e all’Ente Parco Nazionale di esprimersi con decisione contro il progetto. Ciò anche in considerazione del fatto che il Piano Territoriale Regionale dell’Emilia-Romagna, approvato recentemente, individua proprio nel crinale appenninico uno dei principali corridoi della rete ecologica regionale.”
“La zona individuata dalla società toscana che ha proposto il progetto – conclude la consigliera Meo – presenta particolari criticità dal punto di vista ambientale, non solo in quanto area di crinale e per la vicinanza di diverse aree protette, ma anche perché è presente un valico montano che le stesse norme della Regione Toscana individuano come “area non opportuna per la realizzazione di impianti eolici per la presenza di elementi naturalistici di elevato valore”.
Se a ciò aggiungiamo che in questi ultimi mesi stanno proliferando numerosi progetti di impianti eolici, anche sull’Appennino parmense, la cui utilità energetica è tutta da dimostrare, come evidenziano le recenti inchieste della magistratura, ritengo opportuno che l’Emilia-Romagna si doti di norme condivise per individuare le aree in cui autorizzare tali impianti.”Verificare rispetto prescrizioni ambientali su centrale a biomasse2010-05-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it500266 La regione Emilia Romagna verifichi il rispetto delle prscrizioni ambientali sull’impianto per la generazione di energia elettrica alimentato a biomassa attivo nel comune ravennate di Conselice. Lo chiedono Gabriella Meo e Gian Guido Naldi (Sel) in una interrogazione alla Giunta. I consiglieri ricordano che la Regione Emilia Romagna ha approvato il progetto per la realizzazione dell’impianto presentato dalla Societa’ Unigra’ Spa, a condizione che venissero rispettate 43 prescrizioni definite nel Rapporto Ambientale, predisposto dalla Conferenza dei Servizi, con lo scopo di mitigare e compensare l’impatto ambientale causato dalla costruzione della centrale.
Tuttavia ‘allo stato attuale, con l’impianto gia’ in fase di produzione di energia elettrica – sostengono i due esponenti di Sel – non ci risulta che tutte le prescrizioni siano state ottemperate’.
Meo e Naldi riferiscono in proposito che secondo notizie pubblicate sulla stampa locale in questi giorni “la Provincia di Ravenna il 12 febbraio scorso avrebbe diffidato l’azienda a rispettare i limiti vigenti per le emissioni in atmosfera e, in particolare, quelli previsti per le polveri sottili”. Nel frattempo – segnalano ancora i consiglieri – la ditta Unigra’ ha presentato un progetto di modifica dell’impianto di Conselice nel quale avrebbe richiesto di aumentare la potenza della centrale da 49 a 58 Mw e di rivedere i limiti alle emissioni in atmosfera, per alcuni parametri, alzandoli rispetto a quanto indicato tassativamente dalle prescrizioni. Il relativo avviso di avvio della procedura di verifica (screening) e’ stato pubblicato sul Bur della Regione n. 63 del 28 aprile 2010″.
I consiglieri chiedono dunque se la Regione, “che in questo caso e’ l’autorita’ competente ai sensi della legge regionale n. 9/1999′, abbia verificato il rispetto di tutte le citate prescrizioni e con quale esito, e se prima di valutare l’eventuale modifica e potenziamento dell’impianto di Con selice non ritenga opportuno richiedere alla ditta Unigra’ la completa ottemperanza di tutte le prescrizioni.
Da ultimo gli esponenti di Sel domandano se la Regione non ritenga in ogni caso opportuno chiedere che il progetto di modifica della centrale venga sottoposto a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e non soltanto ad un semplice screening, “considerato che si vanno a modificare le prescrizioni della precedente Via”.