Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Francesco FERRANTEhttps://www.openpolis.it/2012-07-17T00:00:00ZF-35, ora fermatevi2012-07-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647410<br />
La prima rata dell’Imu pagata nell’intera provincia di Palermo, 110 milioni e rotti di euro, non basterebbe per acquistare un solo F-35, cacciabombardiere ad alta tecnologia prodotto dalla Lockheed. Bene, anzi male, perché l’Italia di F-35 a suo tempo ne ordinò 131, per una spesa complessiva superiore ai 15 miliardi di euro.
<p> Finora questo mega-investimento è passato pressoché indenne attraverso tutti i decreti Tremonti e Monti di tagli più o meno lineari alla spesa pubblica, attraverso l’indignazione di una bella fetta di opinione pubblica e di decine di associazioni dalla Tavola della pace a Sbilanciamoci, ora attraverso la spending review.
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Unico risultato, l’ordine è stato ridimensionato a 90 aerei, con una spesa prevista che a oggi è attestata attorno ai 12 miliardi di euro. In realtà, la scelta rischia di costarci ancora più caro. È ormai prassi costante e anche un po’ abusata agitare lo spauracchio della Grecia e della sua crisi profonda, ma se si parla di spese militari l’esempio greco è veramente paradigmatico.
<p>Negli anni della spesa pubblica a briglia sciolta della Grecia appena entrata nell’eurozona, Atene acquistò carri armati, sommergibili e caccia dalla Germania per circa tre miliardi di euro, e dalla Francia navi e elicotteri per più di 4 miliardi. Così, mentre salari e pensioni ellenici vengono tagliati del 25 per cento e secondo l’Unicef torna nel paese lo spettro della malnutrizione infantile, per effetto di quegli impegni la Grecia quest’anno ha visto la sua spesa militare crescere del 18 per cento rispetto al 2011.
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Allora, pretendere qui da noi una revisione drastica del programma di acquisto degli F-35 non è, almeno non è soltanto, una richiesta di stampo pacifista. È soprattutto un’esigenza elementare di responsabilità verso l’Italia e verso gli italiani. La conferma dell’acquisto di 90 F-35, infatti, più che servire alla modernizzazione dei nostri sistemi di difesa, attiene alla storica commistione di interessi tra l’industria bellica (un bel pezzo della quale è nelle mani, oggettivamente pubbliche, di Finmeccanica) e le scelte della politica.
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L’Italia non ha nessun bisogno di 90 o 50 o 30 super-caccia bombardieri F-35, e se rinunciasse ad acquistarli non è vero che dovrebbe pagare, come sostengono taluni osservatori “interessati”, penali salatissime. L’uscita del nostro paese dal programma non comporterebbe oneri ulteriori rispetto a quelli già stanziati e pagati per la fase di sviluppo del progetto: così prevede l’accordo fra i paesi compartecipanti sottoscritto anche dall’Italia con la firma del 7 febbraio 2007.
<p>Al momento la nostra flotta di aerei militari conta una cinquantina di nuovissimi Eurofighter, che nel giro di pochi anni saliranno a 96, una sessantina di Amx, una settantina di Tornado aggiornati, quindici F-16 americani in affitto e sedici Harrier a decollo verticale sulle due portaerei della Marina, anch’essi aggiornati. “Aggiornati” significa che la loro vita operativa è stata prolungata almeno fino al 2025.
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Allora perché mai lo stato italiano, nel pieno della crisi economica e nella scarsità sempre più acuta di risorse pubbliche, dovrebbe destinare svariati miliardi a un programma la cui unica, vera utilità è per la lobby dell’industria bellica? Del resto, l’F-35 della Lockeed è in crisi in tutto il mondo: la recessione economica da una parte, i numerosi e crescenti problemi tecnici del “prodotto” dall’altra, hanno spinto diversi paesi, tra questi anche grandi paesi come il Canada, a cancellare i loro ordini. Nel marzo 2012 un documento della Corte dei conti americana ha definito l’F-35 il più costoso fallimento della storia militare degli Stati Uniti. L’Italia faccia presto ad accorgersene, altrimenti il fallimento potrebbe contagiarci. <p>
<b>Francesco Ferrante e Roberto Della Seta</b><br />
Ministro Prestigiacomo si attivi tutela penale dell'ambiente2011-03-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559603<br />
“Mancano pochi giorni al 10 aprile, data entro la quale dovrà essere emanato il decreto legislativo sulla tutela penale dell’ambiente che recepisce la Legge Comunitaria 2009.
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Il Ministro Prestigiacomo si attivi perché questo provvedimento fondamentale per la tutela dell’ambiente e della salute non decada, e finalmente in Italia il contrasto al crimine ambientale non si faccia più con armi spuntate.”
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici, intervenuto oggi al workshop ‘I delitti contro l’ambiente e la salute’ organizzato dall’Isde.
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“In Italia – aggiunge Ferrante - i responsabili dei reati ambientali sono soggetti solo a sanzioni pecuniarie. <br />
Nel nostro paese i reati contro l’ambiente sono sostanzialmente crimini senza castigo, sebbene il numero delle violazioni in materia di tutela ambientale, salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, è pari a circa uno ogni 43 minuti .
Non emanare il decreto legislativo entro il 10 aprile vorrebbe dire fare un regalo enorme all’ecomafia e agli inquinatori senza scrupoli, che del resto – conclude Ferrante - si stanno già sfregando le mani assistendo al dibattito sul processo breve, un vero e proprio colpo di spugna che annullerebbe i principali processi per crimini ambientali in Italia.”
<p>SCHEMA DLGS SU RINNOVABILI TRA LUCI ED OMBRE 2010-11-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548486 ''Lo schema del decreto legislativo sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili e' composto da luci ed ombre, ma il fatto stesso che sia stato approvato in tempo, essendo il 5 dicembre il termine entro il quale i Paesi membri dell'Unione europea devono adeguare i propri strumenti legislativi, e in un frangente politico in cui il Governo si avvia inesorabile alla caduta va rimarcato positivamente, grazie essenzialmente al lavoro svolto dal sottosegretario Saglia e dai tecnici del Ministero dello Sviluppo economico''. Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici.
''Altro aspetto che va accolto positivamente - continua Ferrante - e' che si prevede a regime sostanzialmente l'uscita dal meccanismo dei certificati verdi, e il passaggio alla tariffazione cosiddetta feed in, in linea con quanto chiedevamo da tempo e come e' del resto in uso nei maggiori paesi europei. Non sfuggono pero' evidenti criticita', che rischiano di rallentare lo sviluppo del mercato delle fonti rinnovabili, a partire dall'aspetto previsto nello schema del decreto legislativo che delinea nella fase di transizione una riduzione troppo drastica dei certificati verdi, misura che puo' seriamente mettere a repentaglio i progetti in essere. I tempi poi eccessivamente dilatati per la definizione dei tempi in cui si fissano i parametri fondamentali per l'entrata in vigore del nuovo sistema graveranno sugli operatori e sulle imprese, costrette ad una improduttiva situazione di impasse,che dovrebbe essere ridotta con dei tempi sicuramente piu' ravvicinati''.
''Il Pd - conclude Ferrante - si impegnera' in Parlamento, in stretto contatto con le associazioni e gli operatori del settore, affinche' vengano introdotti gli aggiustamenti necessari per permettere il raggiungimento degli obiettivi al 2020''.Biometano “Una nuova legge per valorizzarlo anche in Italia” 2010-11-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548229Un “tavolo di lavoro” per “dare finalmente concretezza alla valorizzazione della risorsa biogas per la produzione di elettricità e calore”, nonché “per produrre biometano da immettere nella rete gas e da utilizzare come combustibile per autotrazione”. E all’interno di questo percorso un “disegno di legge” lanciato dal senatore Francesco Ferrante e aperto ai contributi di tutti gli attori del settore
L'Agenzia per la sicurezza nucleare nasce con grande ritardo2010-11-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547695''L'Agenzia per la sicurezza nucleare nasce con grande ritardo, e a prescindere dalle nomine, l'organo, non essendo prevista dalla legge nessuna caratteristica di indipendenza e terzieta', sara' unicamente il braccio operativo del Governo, col compito di propagandare la scelta nucleare, piu' che di vigilare in autonomia sulla sicurezza delle nuove centrali e dei depositi per le scorie''. Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante che chiedono a Umberto Veronesi di formalizzare le sue dimissione dal Senato ''come piu' volte promesso''.
''Ci dispiace che Veronesi, persona di cosi' larga autorevolezza, si sia prestato a un'operazione del genere.
Del resto - aggiungono gli esponenti ecodem - non si comprende per quale motivo sia un oncologo, il presidente di un'Agenzia per la sicurezza sul nucleare. In Francia, presa come modello da Veronesi stesso, presidente e' un ingegnere, da 17 anni con incarichi direttivi nel settore della sicurezza nucleare e direttore e' un laureato in fisica teorica che ha ricoperto incarichi di vertice nel controllo sul ciclo del combustibile e dei rifiuti''.
''Comunque - concludono Ferrante e Della Seta - rivolgiamo al professor Veronesi i migliori auguri e ci aspettiamo che in tempi rapidi, come piu' volte promesso, si dimetta da parlamentare, essendo evidente l'incompatibilita' tra il suo ruolo elettivo e questo nuovo incarico''.Il nucleare non conviene2010-11-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547582Il nucleare non conviene. Con buona pace di chi si affanna – governo Berlusconi ed Enel innanzi a tutti – a cercare di dimostrare il contrario. Su queste pagine anche Umberto Minopoli usava alcuni dati (per la verità senza citarne la fonte) per cercare di spiegare al Pd che sbaglierebbe nell’opporsi al ritorno del nucleare nel nostro paese.
Facciamo pure finta che non esistano i problemi di sicurezza o quelli relativi allo smaltimento delle scorie tuttora irrisolti dalla tecnologia nucleare che abbiamo a disposizione e prendiamo sul serio la necessità non più eludibile di affrontare l’alto costo dell’energia che nel nostro paese sostengono cittadini e imprese. La domanda è: il nucleare contribuirebbe a ridurre la bolletta elettrica? È più conveniente produrre energia elettrica con il nucleare piuttosto che con i fossili o ricorrendo alle energie rinnovabili? Per rispondere ci torna molto utile lo studio comparato che ha reso noto di recente la Fondazione per lo Sviluppo sostenibile presieduta da Edo Ronchi.
I dati principali: l’Ufficio del Budget del Congresso Usa stima che per il nucleare il costo sia 73 $/mwh, per il gas solo 58, e per il carbone 56; per la House of the Lords britannica il nucleare costi 90 $/mwh, il 10% in più di gas e carbone; per il Massachussets Institute of Technology 84 $/mwh nucleare, contro i circa 60 di gas e carbone. Come tutte le previsioni le cifre non sono coincidenti ma tutte concordi nel ritenere il nucleare più costoso. Persino la stessa Agenzia per l’energia nucleare dell’Ocse è costretta ad ammettere che, se si considera il costo del capitale investito nelle nuove centrali nucleari al 10% (la stima più credibile), il costo per mwh del nucleare sarebbe maggiore delle stime che la stessa Agenzia prevede per il gas e il carbone, come dire che neanche l’oste riesce a sostenere sino in fondo che il suo vino è quello buono.
Non sembra proprio quindi, che il nostro paese abbia alcuna convenienza a rottamare i cicli combinati a gas realizzati negli ultimi decenni per sostituirli con una tecnologia più costosa, conveniente solo per i costruttori (francesi) e, magari, per lo stuolo di consulenti (nella comunicazione e propaganda, nei servizi finanziari, ecc.) che già oggi inizia ad abbeverarsi ... alla fonte del nucleare.ENEA: BENE LA RICERCA, ESTRANEA A NUCLEARE VECCHIO E PERICOLOSO DEL GOVERNO BERLUSCONI2010-10-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547201La riaccensione dei reattori nucleari nel centro dell’Enea a Casaccia sarà una buona notizia per la ricerca italiana se gli stessi saranno usati bene e non piegati alle logiche della politica avventurista dell’attuale Governo". Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta.
"Con uno dei due rettori infatti - spiegano i senatori - si possono esplorare tecnologie per i reattori di quarta generazione che potrebbero forse consentire in futuro di costruire nuove centrali elettronucleari che ricicleranno il combustibile riducendo ad una frazione poco rilevante la produzione di scorie purché la ricerca sia supportata da adeguati finanziamenti. I due piccoli reattori nucleari dell’Enea inoltre potrebbero costituire un utile campo di ricerca e sperimentazione per applicazioni in vari campi, tra cui quello importantissimo delle tecnologie mediche, purché non si faccia propaganda ma si dicano quanti investimenti in ricerca si vuole impiegare e si evidenzi attualmente il numero di tecnici e ricercatori "Invece - segnalano i senatori Pd - è di questi giorni la denuncia del sindacato per cui sembrerebbe che la situazione di ‘cassa’ dell’Agenzia è assai preoccupante, soprattutto a causa dell’ultimo ‘taglio’ operato in applicazione della manovra di luglio. Tanto che sembrerebbe che per far fronte a questa emergenza, l’amministrazione abbia deciso di non rinnovare i contratti a tempo determinato e gli assegni di ricerca in scadenza e di non attivare graduatorie di concorsi. Inoltre un rilancio del processo di ricerca e innovazione chiaramente non dovrebbe avere a nulla a che fare con i vecchi e pericolosi reattori atomici di terza generazione che il governo Berlusconi vorrebbe piazzare nel nostro Paese, contro la volontà dei cittadini". "Il ritorno al nucleare del governo Berlusconi è destinato a un costoso fallimento, perché gli italiani non hanno nessuna intenzione di mettersi sotto casa i vecchi reattori francesi Areva e le scorie che emanano radioattività per centinaia di anni. Ne è la prova – concludono Della Seta e Ferrante - il fatto che anche un pasdaran del centrodestra come Formigoni ha già detto di essere contrario alle centrali in Lombardia".Bollette più leggere con l’energia rinnovabile2010-09-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it546602La Roadmap 2050, una guida pratica per un’Europa prospera a basse emissioni di carbonio, durante l’incontro promosso dai senatori Ecodem Francesco Ferrante e Roberto della Seta insieme ai colleghi del parlamento europeo, Vittorio Prodi e Graham Watson, ha mostrato che diminuendo dell’80% le emissioni di CO2 entro il 2050 sarà possibile risparmiare sul costo della bolletta elettrica.
Infatti, se il nostro paese seguirà la strada delle energie rinnovabili, il costo futuro dell’elettricità per una famiglia si potrà attestare a meno di 70 centesimi al giorno, un risultato ottimo se rapportato alle tariffe attuali.
Un altro aspetto importante evidenziato dalla Roadmap 2050 sono alcune convinzioni legate al futuro del settore energetico europeo, che sono considerati dei veri e propri preconcetti, come il fatto che gli scenari energetici ad alta rinnovabilità sarebbero risultati troppo instabili per essere considerati affidabili, o antieconomici e molto più onerosi.
Al riguardo, il progetto fa notare che qualsiasi percorso ipotizzabile a emissioni basse o nulle sarà utilizzato, il 40%, 60%, 80% o 100% di fonti energetiche rinnovabili, il costo futuro dell’elettricità risulterà paragonabile a quello ottenuto con le infrastrutture attuali, senza però le alte emissioni di carbonio.In Europa con le rinnovabili 2010-09-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it507351<br />
“Ottenere in Europa una riduzione dei gas serra pari ad almeno l’80% nel 2050 con una generazione di energia a emissioni zero è dunque tecnicamente fattibile e completamente affidabile.
<p>Occorre agire però entro il 2015, e non perdere altro tempo prezioso come sta facendo il Governo Berlusconi, intenzionato a imbarcare il Paese nell’avventura nucleare, sprecando le risorse che dovrebbero andare invece nella direzione dell’efficienza energetica, delle interconnessioni delle reti a livello locale e dello sviluppo tecnologico delle rinnovabili”.<br />
Linee guida su rinnovabili vanno applicate ovunque 2010-09-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it507225<br />
"Da sette anni si aspettavano le Linee guida nazionali per gli investimenti nell'energia verde. Finora la crescita delle rinnovabili nel nostro Paese si e' dovuta scontrare contro la rete delle regole regionali, spesso confuse e contraddittorie da una zona all'altra. Ora finalmente le Linee guida sono legge".
<p>Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per le politiche relative ai cambiamenti climatici del Pd. "Con la pubblicazione, avvenuta il 18 settembre, - prosegue - dal 3 ottobre prossimo saranno operative su tutto il territorio nazionale".<br />
"Entro il primo gennaio del 2012 - prosegue ancora Ferrante - tutte le regioni dovranno adeguare se vogliono le rispettive discipline ad un provvedimento che era atteso da tempo da tutti gli operatori per dare un quadro di certezze nell'ambito di una normativa regionale contraddittoria e spesso in contrasto con la Costituzione".
<p> "Grazie alle Linee guida - continua - andra' riscritta la normativa emanata dalle Regioni, che in vari punti si discosta da quella nazionale, per quanto attiene a limiti troppo rigidi sui siti di localizzazione e al versamento di somme spesso esagerate per chi installa".
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"Le Linee guida -aggiunge Ferrante- sono dunque un passaggio decisivo per spingere la green economy nel nostro Paese, perche' favoriscono gli investimenti e consentono di coniugare le esigenze di crescita e il rispetto dell'ambiente e del paesaggio". "Ora finalmente non ci sono piu' margini di incertezza. Il prossimo passo - conclude Ferrante - deve essere quello di stabilizzare gli incentivi in modo da dare certezza agli operatori e sventare le manovre di infiltrazione della criminalita' organizzata in un settore vitale e promettente per il futuro del nostro paese".<br />
Energia: da Governo grave distrazione su rinnovabili 2010-09-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it546557<br />
"E' grave la mancanza di esponenti di Governo" all'inaugurazione oggi a Roma di ZeroEmission Rome 2010, una delle maggiori kermesse sulle rinnovabili del Paese. Ad affermarlo all'Adnkronos e' il Capogruppo Pd in Commissione Ambiente del Senato, Francesco Ferrante, che sottolinea quanto sia, dunque, "grave la distrazione di questo Governo nei confronti delle rinnovabili, uno dei pochi settori che invece potrebbe garantire un rilanciio dello sviluppo economico".
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"Quello che non capisce la maggioranza ed il governo di centro-destra -prosegue Ferrante- e' che le fonti rinnovabili non solo sono utili nel cambattere i cambiamenti climatici ma sono uno dei pochi settori industriali che possono garantire occupazione e che attraggono investimenti dall'estero". "Perfino la Francia molto nuclearista sta puntando sulle rinnovabili. Credo -aggiunge l'esponente del Pd- che ci sia un freno ideologico della maggioranza rispetto alle rinnovabili". "Quello che e' certo e' che in Italia serve che la politica, ed il Partito democratico su questo si deve impegnare, metta al centro dell'agenda semplificazione e incentivi stabili -sottolinea Ferrante- per lo sviluppo delle fonti rinnovabili".
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"Il Pd -riferisce- nella sua ultima assemblea fra i tre punti che ha discusso c'e' stato proprio quello sulla Green Economy ed ha approvato un documento che e' molto chiaro e deciso sulla stabilizzazione degli incentivi, sul sostegno al comparto e sulla certezza dei tempi nelle autorizzazioni". "Se fossimo in imminenza di elezioni e nel momento di parlare di un programma di governo, -conclude Ferrante- sono certo che il Pd questa volta non mancherebbe l'occasione di segnare la Green Economy fra i suoi punti fondamentali".<br />
"Senza detrazione 55% a rischio settore da 2 miliardi di euro" 2010-07-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503750“La perdurante assenza di un ministro dello Sviluppo economico e un Ministero dell’Ambiente che agisce contro la sua stessa ragione sociale rischiano di fare l’ennesima vittima. Il Governo sembra infatti sordo alle richieste che arrivano da tutto il sistema industriale e artigianale che sulla green economy sta puntando per resistere alla crisi e anche per rilanciare lo sviluppo. Ieri le due associazioni dell’industria del solare Assolterm e Assotermica hanno inviato al governo una lettera aperta in cui ribadiscono l’assoluta necessità di mantenere, nel medio termine, le detrazioni fiscali del 55% per gli interventi di ristrutturazione edilizia che prevedano misure di efficienza energetica.
In gioco c’è il futuro di un settore che nel 2009, nonostante la crisi economica, ha occupato 11.000 persone con oltre 2 miliardi di euro di fatturato".
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per le politiche per i cambiamenti climatici del Partito democratico.
“Il meccanismo del 55% – continua Ferrante - che avevamo introdotto nella scora legislatura, sta portando beneficio sia all’industria italiana, consentendo di attenuare il forte impatto della crisi economica , sia al sistema paese, con un rapporto positivo costi/benefici e con un investimento strutturale in un settore ad alto valore aggiunto e quindi strategico per il futuro del paese".
"Il Governo e la maggioranza - conclude il senatore Pd - hanno sempre respinto gli emendamenti proposti dal Partito democratico in vari provvedimenti miranti a prorogare la detrazione del 55%, meccanismo di incentivazione che non solo ha già consentito a 600 mila cittadini italiani di migliorare l’efficienza energetica delle proprie abitazioni, ma ha anche permesso di risparmiare tanta energia quanta ne produrrebbe una grande centrale termoelettrica. Pagano le rinnovabili 2010-07-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it502775«Non ci sono scorciatoie - è stata la reazione di Francesco Ferrante, senatore e responsabile delle politiche per i cambiamenti climatici del Pd - anche l’ultimo emendamento è una toppa peggiore del buco. O si cancella l’articolo 45, come abbiamo chiesto fin dall’inizio della discussione di questa manovra, rimandando a un confronto più organico e approfondito sul sistema di incentivazione delle rinnovabili, oppure si aumenta la quota d’obbligo di acquisto di certificati verdi da parte dei produttori di energia da fonti fossili in modo da trasferire i costi dal cittadino alle imprese più inquinanti».
«Con il taglio al fondo per i certificati verdi sarà difficile raggiungere gli obiettivi del Pacchetto Ue energia e clima - ha invece avvertito il leader dei Verdi, Angelo Bonelli -. Si affonda un comparto su cui gli altri Paesi europei e gli Usa investono per creare nuovi posti di lavoro. Invece di aggredire lo sviluppo delle energie del futuro, il governo Berlusconi deve tagliare la spesa per i nuovi armamenti che ha ormai raggiunto i 42 miliardi di euro». "Governo sordo, assassinate le rinnovabili" 2010-07-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it502668"Stupisce l’atteggiamento ottuso di questo governo che si dimostra sordo agli innumerevoli appelli ricevuti per cancellare l’articolo 45, vera mannaia sugli investimenti di migliaia di aziende del settore delle energie rinnovabili". E' la denuncia del senatore Francesco Ferrante, responsabile per le Politiche per i cambiamenti climatici del Pd. "Non sono bastate le prese di posizione di Confindustria, a partire dal presidente Marcegaglia, di tutte le associazioni di categorie, le dichiarazioni bipartisan, nonché quella del sottosegretario allo Sviluppo economico- lamenta Ferrante- niente da fare: sono stati bocciati in commissione tutti i nostri emendamenti in tal senso e la montagna ha partorito il topolino, o meglio ha prodotto l’assurdo emendamento Azzolini che sostanzialmente conferma l’assassinio delle rinnovabili e introduce una nuova tassa che gli italiani pagheranno in bolletta con tanti saluti alla pretesa necessità di ridurre i costi dell’energia elettrica pagati da cittadini e imprese".
Invece di "accanirsi nel non volere cancellare l’articolo 45" che, "è bene ricordare, vale circa 500 milioni in bolletta, ovvero un decimo di quanto avviene in Germania", lamenta il senatore Pd, il governo "dovrebbe concentrarsi sui veri sprechi come ad esempio il Cip6, con cui per anni si è regalato a petrolieri e produttori di energia elettrica da fonti fossili miliardi e miliardi di euro: solo nel 2009 oltre 1 milardo e 100 milioni".
Il governo "dovrebbe sanare l’incredibile vicenda per cui la mancanza di un cavo di collegamento tra la Sicilia e continente costa al Paese circa 800 milioni all'anno, gentile concessione ai produttori che hanno la fortuna di avere impianti in Sicilia- denuncia il senatore Francesco Ferrante, responsabile per le Politiche per i cambiamenti climatici del Pd- ma se il governo affrontasse il tema Cip6 e il collegamento Sicilia- continente dovrebbe entrare in conflitto con lobbies molto potenti e influenti". E allora "ha scelto invece di insistere nell’attacco alle rinnovabili e ai certificati verdi, alla faccia della sostenibilità ambientale e con buona pace delle tasche dei cittadini", avverte Ferrante. Le prossime "sono le ultime ore a disposizione- conclude il senatore Pd- Tremonti si ricreda e faccia cancellare l’art. 45 se non vuole firmare la sentenza di morte per migliaia di aziende".Il Piano d'Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili (PAN) visto dalle Associazioni di settore2010-07-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it502655Alle osservazioni delle categorie produttive si sono aggiunte anche le considerazioni politiche: Francesco Ferrante, responsabile delle politiche per i cambiamenti climatici del PD ha detto: "Il piano messo a punto dal governo è un passo avanti importante perché finalmente mette nero su bianco i numeri giusti, quelli che ci possono consentire di raggiungere l'obiettivo del 2020 del 17% dei consumi finali di energia da fonte rinnovabile. Occorre però un ulteriore sforzo del Governo e delle Regioni, che devono rispettivamente cancellare immediatamente l'articolo 45 dalla finanziaria, che ancora pende come una spada di Damocle sul settore delle rinnovabili, e non perdere altro tempo prezioso per approvare finalmente il nuovo conto energia per il fotovoltaico e le linee guida per le autorizzazioni". "Ok piano rinnovabili ma via art.45 e subito nuovo conto energia" 2010-06-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it502422“È stato presentato solo l'11 giugno 2010 il Piano d'azione per le energie rinnovabili, e la sua consultazione, in vista della trasmissione alla Commissione Ue in teoria prevista per oggi, è ancora in corso.
Il piano messo a punto dal governo è un passo avanti importante perché finalmente mette nero su bianco i numeri giusti, quelli che ci possono consentire di raggiungere l'obiettivo del 2020 del 17% dei consumi finali di energia da fonte rinnovabile.
Occorre però un ulteriore sforzo del Governo e delle Regioni, che devono rispettivamente cancellare immediatamente l’articolo 45 dalla finanziaria, che ancora pende come una spada di Damocle sul settore delle rinnovabili, e non perdere altro tempo prezioso per approvare finalmente il nuovo conto energia per il fotovoltaico e le linee guida per le autorizzazioni.” Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per le politiche per i cambiamenti climatici del Pd.
“Il Piano d’azione per le rinnovabili proposto dal Governo - spiega Ferrante - ha ancora degli aspetti migliorabili, specie per quanto attiene il settore elettrico, dove c’è un eccesso di prudenza: se i consumi finali di energia elettrica dell’Italia si attestassero a 366 TWh al 2020, come stimato dal Governo nel Piano d’Azione, le rinnovabili potrebbero coprire anche più del 29.7% previsto dal piano.
Inoltre possono essere molto più spinti gli obiettivi sul settore termico, a patto ovviamente di rinnovare provvedimenti come quello del 55% che per il settore sono decisivi.
Occorre inoltre – aggiunge Ferrante - delineare un quadro più chiaro e puntuale di criteri di priorità e di incentivi per il settore delle biomasse e del biogas che da una parte dia certezze agli operatori e agli agricoltori sugli investimenti da qui al 2020 e che dall’altra premi realmente la produzione agricola e l’efficienza energetica delle filiere, calcolando l’effettiva riduzione di emissioni di CO2”.
“Si utilizzino dunque – conclude Ferrante - ancora alcuni giorni per mettere a punto in maniera organica le osservazioni che tutti gli stakeholder stanno inviando al ministero dello Sviluppo economico per mettere a punto un piano d’azione che sia il più efficace e condiviso possibile, e sul quale non pesino le incertezze che in questo ultimo periodo hanno gravato sul settore delle rinnovabili”. Wind day, "Azione Governo taglia le gambe a rinnovabili" 2010-06-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it501865“In questi ultimi anni l’ eolico e il fotovoltaico hanno sostenuto lo sviluppo e l’occupazione in Puglia .Grazie alla giunta Vendola, che nel corso di questi anni ha dimostrato di essere all’avanguardia in Italia per quanto riguarda la ricerca e l’uso delle energie rinnovabili, la Puglia è la regione italiana con la maggiore produzione di energia eolica.
Questo capitale prezioso di conoscenze e attività avviate rischia però di venire vanificato dalle scelte miopi del governo, che con l’articolo 45 sui certificati verdi taglia le gambe a un settore che ha messo a regime investimenti per 4,5 miliardi di euro".
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile delle politiche per i cambiamenti climatici del Pd, intervenuto oggi a Bari al convegno ‘Sole e vento per il futuro della Puglia’ “Oltre al grave errore fatto col famigerato articolo 45, che associazioni del settore e Confindustria contestano con forza, il Governo – continua Ferrante - mette il freno all’implementazione delle energie rinnovabili nel nostro Paese non adottando le nuove linee guida sull’ autorizzazione per la realizzazione di impianti di energia da fonti rinnovabile.
Infatti il combinato disposto dall’articolo 45 e l’assenza del piano delle linee guida pregiudicano il raggiungimento degli obiettivi che lo stesso governo si è dato, in rispetto della direttiva europea, con la pubblicazione della bozza di piano al 2020, avvenuta appena 2 giorni fa.” “Auspico che la Puglia e il Presidente Vendola – conclude Ferrante - confermino il ruolo da protagonista che hanno nel campo delle rinnovabili, spingendo nell’ambito della Conferenza Stato Regioni per una rapida approvazione delle linee guida, così da consentire il superamento dei problemi che hanno ostacolato sino ad ora un pieno sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili in Italia". "Governo ritiri articolo 45, affosserebbe produzione energia da fonti rinnovabili" 2010-06-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it501696<br />
“L’abolizione retroattiva dell’ obbligo del GSE di riacquisto dei certificati verdi, la misura prevista dal Governo e contenuta nell’articolo 45 della manovra finanziaria, ha sollevato le proteste dell’opposizione, degli operatori del settore e delle associazioni.
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Oggi durante la sua audizione in Commissione Bilancio al Senato anche il presidente di Confindustria Marcegaglia ha ribadito che questa norma crea problemi per gli investimenti in corso e ne ha chiesto lo stralcio.
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L’articolo 45 non porterebbe un euro in più alle casse dello Stato, mentre sarebbe una condanna a morte per migliaia di posti di lavoro e per un settore che ha avviato investimenti per miliardi di euro.” Lo dichiarano il senatore Francesco Ferrante, responsabile per le politiche per il cambiamento climatico del Pd, e il senatore del Partito democratico Roberto Della Seta, capogruppo in Commissione Ambiente.
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“Abbiamo molto apprezzato - spiegano i senatori Ferrante e Della Seta - ciò che ha detto Marcegaglia sia sulla necessità di cancellare l'articolo 45, sia quando ha definito ‘fondamentale’ la proroga dello sconto fiscale del 55% per le ristrutturazioni edilizie che prevedano risparmio energetico, una misura introdotta dal Governo Prodi e che da tempo chiediamo al Governo di prorogare anche per gli anni prossimi".
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"Le associazioni che rappresentano il settore delle rinnovabili hanno concluso oggi in Commissione Ambiente le loro audizioni, presentando dati che illustrano chiaramente quale sia l’apporto di questo settore non solo al mercato energetico italiano, ma a tutto il sistema Paese: se venisse confermata l’abolizione dell’obbligo del GSE di riacquistare i certificati verdi ben 9000 posti di lavoro attualmente in essere sarebbero a rischio, e verrebbe compromessa la possibilità dell’incremento di nuove 15000 unità che il mercato in espansione faceva prevedere fino a pochi giorni fa. Ben 4 miliardi e mezzo di euro investiti in impianti – sottolineano gli esponenti democratici - rischiano di venir bruciati per colpa di una norma che non trova spiegazione. "C'e certamente bisogno di riformare il meccanismo di incentivazione delle rinnovabili per permettere al settore di proseguire in quei progressi che finalmente hanno permesso nel 2009 la produzione record di 66TWh (un quarto di tutta l'energia elettrica prodotta in Italia), senza pesare troppo sulle bollette elettriche tenendo conto dell'innovazione tecnologica. Ma per farlo bisogna pensare a un disegno organico , non certo a queste misure improvvide e pericolose"concludono i senatori Pd. <br />
"Scelte scellerate Governo deprimono settore rinnovabili" 2010-06-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it501509“Quasi un mese fa si dimetteva il Ministro dello Sviluppo economico Scajola, e ad oggi, per il suo successore non girano nemmeno più i nomi papabili. Questa assenza nella guida di un dicastero fondamentale per l’economia italiana pregiudica, tra l’altro, la presentazione a Bruxelles del piano di azione nazionale sulle rinnovabili, in cui saranno indicati gli strumenti e le misure per far raggiungere l'obiettivo per l'Italia di utilizzare, al 2020, almeno il 17% di energia da fonti rinnovabili".
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per le politiche per il cambiamento climatico del Pd.
“Il 30 giugno l’Italia – continua Ferrante - deve presentare il piano nazionale sulle rinnovabili ma ad oggi nulla è dato sapere, compromettendo così ogni possibilità di consultazione e analisi da parte delle associazioni di settore. Una situazione di persistente incertezza, aggravata dallo scellerato articolo 45 della manovra sul congelamento, con carattere retroattivo, del ritiro da parte del Gestore dei Servizi Elettrici dei Certificati Verdi in eccesso sul mercato, deprime fortemente il mercato, azzerando o quasi le certezze degli investitori. Il Governo con l’articolo 45, stigmatizzato da tutto il comparto legato alle rinnovabili e anche dal presidente di Confindustria Marcegaglia, taglia le gambe ad un settore dinamico e compie contemporaneamente un clamoroso autogoal, perchè con le nuove regole sul blocco del riacquisto dei certificati verdi, a fronte di un ritorno pressoché nullo per le casse dello stato, si mette la zavorra sul comparto delle rinnovabili che deve traghettare l’Italia a quel 17% di energia senza il quale il nostro Paese dovrà pagare multe pesantissime e sarà costretta a importare energia dall’estero”.
“Un duplice appello dunque – conclude Ferrante - al Governo e alla maggioranza affinchè il piano di sviluppo delle rinnovabili venga reso disponibile prima della scadenza del 30 giugno e che l’articolo 45 venga stralciato, per non schiacciare definitivamente lo sviluppo delle energie pulite in Italia". "Il Governo strangola le rinnovabili abolizione ritiro certificati verdi deprime mercato e non aiuta casse dello stato" 2010-06-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it500915“Indietro tutta del Governo sullo sviluppo delle energie pulite del nostro Paese. Abolendo infatti il ritiro da parte del GSE dei Certificati Verdi in eccesso si sferra un colpo micidiale ad uno dei pochissimi settori che in questi mesi ha mostrato segni di crescita e dinamismo” – dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per le politiche sui cambiamenti climatici del Pd.
“L’articolo 45, questo il passaggio trappola contenuto nella manovra finanziaria, destabilizza tutto il settore delle fonti rinnovabili, e inconcepibilmente, senza che ci sia alcun effetto per le entrate dello Stato, visto che il meccanismo dei Certificati Verdi prevede che siano le aziende del settore energetico a produrre una quota minima da fonti rinnovabili e a muovere così i progetti da biomasse e biogas, eolici, geotermici, idroelettrici. Ma questo Governo si è sino adesso rifiutato di aumentare la percentuale di energia elettrica che i produttori dovrebbero fare con le rinnovabili: adeguamento che sarebbe invece necessario al fine di adeguare quella quota agli obiettivi europei da raggiungere entro il 2020. Per questo, con una norma del 2008 di questo Governo che ora contraddice se stesso, in accordo con la riforma delle incentivazioni che con il Governo Prodi realizzammo nella scorsa legislatura, si faceva obbligo al GSE di ritirare i certificati verdi in eccesso ‘sino al raggiungimento degli obiettivi europei’. Ma senza alcun onere per i conti dello Stato, perché, come d'altronde succede in tutto il mondo, sono soldi che provengono direttamente dalle bollette.” Ben 25mila lavoratori del solo settore dell’eolico, di cui 5000 ‘assunti’ nel 2009, assistono con angoscia a questa misura iniqua e incomprensibile, che se verrà approvata significherà inevitabilmente lo strangolamento dell'intero settore delle rinnovabili e non trova altra spiegazione di quella dell’abbandono delle fonti rinnovabili, forse per inseguire la chimera nucleare.” “Il governo con questa norma, che rende impossibile anche la costruzione di un piano credibile di sviluppo delle rinnovabili che invece dovrebbe consegnare a Bruxelles entro il 30 giugno, deprime il mercato e rallenta l’occupazione, proprio quando finalmente la produzione di rinnovabili è cresciuta, tanto da contribuire nel 2009 a un quarto dei kwh di energia elettrica prodotta in Italia. Sembra che anche il competente Ministero dello Sviluppo economico, fosse ignaro e contrario al provvedimento, ma purtroppo questo Governo conferma arroganza, ignoranza e improvvisazione in tutte le materie che riguardano l'ambiente”