Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Vittoria FRANCOhttps://www.openpolis.it/2009-03-17T00:00:00Z«Sfidiamo il centrodestra al confronto in Parlamento. Non servono annunci spot» - INTERVISTA2009-03-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390677<br />
Vittoria Franco, responsabile Pari Opportunità del Pd, nonché prima firmataria di ddl sulle unioni civili, sfida il Pdl: «Pronti a discutere il vostro testo».<br />
<b>Senatrice, non si parla più di coppie di fatto perché c’è la crisi economica o perché resta un argomento che scotta?</b><br />
«Durante la scorsa legislatura i diritti civili erano in primo piano nell’azione di governo e nel dibattito parlamentare, tanto che in commissione Giustizia al Senato era stato approvato il testo per riconoscere ai figli il cognome della madre. Oggi c’è il silenzio».<br />
<b>Vero, ma neanche il Pd ne parla più. Perché, dal momento che il numero delle coppie di fatto continua ad aumentare?</b><br />
«Il Pd è un partito giovane, con diversi problemi, eppure abbiamo messo al centro del dibattito il testamento biologico, un tema delicato sul quale abbiamo cercato di raggiungere una posizione comune, cosiddetta prevalente e questo è stato un passo avanti verso la cultura politica del partito. Ma non basta, ne sono convinta, non a caso il primo ddl che ho presentato all’inizio di questa legislatura riguarda proprio le coppie di fatto alle quali vanno date risposte legislative. Siamo l’unico paese in Europa a non aver dato un minimo di regolamentazione».<br />
<b>Ma la lacuna è della politica. Perché non affrontate questo tema come uno di quelli prioritari?</b><br />
«Perché il problema resta sempre lo stesso: c’è una Chiesa molto arretrata su questo. Quando noi presentammo i Dico durante la scorsa legislatura fu organizzato come risposta il Family Day».<br />
<b>Adesso il Pdl vi sfida: c’è un ddl che propone i Didore. Quali sono le differenze rispetto alle Unioni civili?</b><br />
«Sono molte nel dettaglio, ma fin da quando il ministro Rotondi presentò i Didore dissi che sarei stata disponibile a sottoscriverli se si fosse impegnato a portarli avanti fino in fondo non limitandosi a depositare un testo. Dico questo malgrado loro impostino tutto sui diritti individuali dei conviventi mentre per noi si tratta di un vero e proprio patto tra due persone che firmano il loro impegno».<br />
<b>Ci sono le proposte, ma giacciono in Parlamento. Qualcuno dovrà dare il là...</b><br />
«Sfido il Pdl a portare fino in fondo il loro disegno di legge. Noi siamo pronti al confronto, come lo siamo stati noi in Commissione Sanità al Senato sul testamento biologico. Non possiamo restare l’unico paese in Europa a non affrontare i temi che riguardano i diritti civili dei propri cittadini. Intanto prendo atto che Rotondi e Brunetta l’hanno affidato ai propri parlamentari per non farlo sembrare un ddl di iniziativa governativa e prendo atto che ogni volta c’è un’emergenza diversa per rimandare il dibattito».<br />
<b>Anche sulle coppie di fatto sarà necessario nel Pd arrivare ad una «posizione prevalente»?</b><br />
«Nel programma del Pd questo è un punto assunto, insieme al testamento biologico, quindi sicuramente si dovrà arrivare ad una posizione».
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Cassazione su Eluana Englaro: Rispettata la volontà individuale, ma ora serve legge sul testamento biologico.2008-11-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382412Credo che la Corte, stabilendo che il ricorso della Procura era inammissibile, abbia semplicemente preso atto della volonta' di una persona e della necessita' di rispettare questa volonta'. Il messaggio della Corte e' chiaro: serve una legge sul testamento biologico che disciplini le dichiarazioni anticipate di volonta', perche' non si debba ricorrere quotidianamente alla magistratura per ottenere il rispetto delle proprie volonta' in materia di cure e quindi giustizia.Allarme Ocse : più disoccupati e salari bassi.2008-07-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357404<br />
<b>Allarme per il mondo del lavoro: il numero dei disoccupati è destinato a crescere già da quest’anno con un balzo di circa tre milioni in due anni .</b>A rivelarlo è l’Ocse, l’organizzazione internazionale con sede a Parigi per la cooperazione e lo sviluppo economico, che raggruppa i Paesi più industrializzati del mondo , nel suo rapporto annuale sul mercato del lavoro. Previsioni nere che riguardano anche l’Italia, e che vedrà penalizzati in questo senso i giovani, le donne e i lavoratori stranieri.<br />
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Dopo un 2007 in cui la disoccupazione era calata ai minimi da oltre 25 anni, ora l'Ocse prevede che sulla media degli stati membri si assista a un peggioramento sia sul 2008 che nel prossimo anno. La creazione di nuovi posti di lavoro accuserà un notevole rallentamento in tutta Europa con particolare ripercussioni anche in Italia. <br />
<b>Nei paesi dell’area Ocse nel 2008 il numero dei disoccupati salirà a un totale di 33 milioni mentre nel 2009 diventeranno 35 milioni e il tasso di disoccupazione tornerà a superare il 6 per cento..</b>
"La tendenza al ribasso della disoccupazione a cui si è assistito in questi ultimi anni dovrebbe invertirsi nel 2008 - si legge nel rapporto - il numero di disoccupati dell'intera area Ocse aumenterà di un milione di unità nel 2008, e di quasi due milioni nel 2009". Per quest'anno l'Ocse prevede un tasso di disoccupazione medio nell'area del 5,7%, dal 5,6% del 2007, e nel 2009 salirà al 6%.<br />.
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<b>In Italia la disoccupazione è calata ai minimi dal 1981, al 6,1% a fine 2007, ma anche così il tasso di partecipazione al mercato del lavoro è di appena il 59%, "tra i più bassi dell'Ocse", e mentre la disoccupazione giovanile "resta un problema", stanno contemporaneamente "crescendo i casi di disturbi mentali legati al lavoro"; così come resta un problema la bassa partecipazione delle donne, solo al 46%.
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L'organizzazione parigina pur rilevando "considerevoli miglioramenti" per l'Italia sui livelli di disoccupazione dal 1998 ad oggi, fa sapere che il rallentamento della crescita previsto per il futuro minaccia i risultati raggiunti: oggi la disoccupazione in Italia è di un intero punto inferiore alla media di Eurolandia, e di solo mezzo punto superiore alla media dell'Ocse. "Ma ora ci sono rischi di frenata della crescita economica - avverte l'Ocse - con potenziali effetti negativi sul mercato del lavoro".<br />
L'Ocse segnala l'alto tasso di disoccupazione, e in particolare la forte disoccupazione femminile, e un difficile accesso al lavoro per i giovani. La disoccupazione italiana, dopo essere diminuita dal 6,8% del 2006 al 6,1% dello scorso anno, è stimata in aumento al 6,2% quest'anno e al 6,5% nel 2009, contro una media per gli altri Paesi industrializzati del 5,7% quest'anno e del 6% il prossimo. Ma solo il 46,6% delle donne risulta al lavoro, lontano dal 57,4% che costituisce la media dei Paesi Ocse e dal 59,1% dalla Ue-15: solo Turchia, Messico, Grecia e Sud Corea fanno peggio.<br />
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Inoltre il rapporto sottolinea come le donne in Italia hanno una minore probabilità di trovare un impiego buono e ben pagato rispetto agli uomini: nella fascia tra i 25 e i 54 anni le italiane con un impiego a tempo pieno guadagnano in media il 18% meno degli uomini per ora lavorata (il 22% in meno nel caso delle donne con un diploma universitario).<br />
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"I dati diffusi oggi dall'Ocse confermano quello che purtroppo già in parte sapevamo - <b>sottolinea Vittoria Franco, ministro delle Pari Opportunità del Governo ombra del PD</b> - E cioè che in Italia le retribuzioni delle donne sono inferiori a quelle degli uomini, che una
donna su 5 è costretta a lasciare il lavoro dopo il primo figlio, che la maternità è ancora un ostacolo". La Franco osserva che "l'alto tasso di disoccupazione femminile è uno degli elementi che determina l'arretratezza sociale e culturale del nostro Paese". Una situazione che rischia di peggiorare considerando anche "che il governo Berlusconi non sta facendo niente per le donne". Nessuno dei provvedimenti della manovra finanziaria - fa notare il ministro ombra - contiene una sola misura per l'occupazione femminile".<br />
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<b>Quadro nero anche per i salari, che in Italia sono inferiori di quasi il 20% alla media Ocse, ma se si guarda il potere d'acquisto il divario sale al 22%.</b><br />
L’allarme dell’Ocse si associa dunque a quello lanciato proprio in questi giorni dal governatore di Bankitalia, Mario Draghi, che denunciava la perdita del potere d’acquisto degli italiani.<br />
Il rapporto poi smentisce un altro luogo comune, cioè che gli italiani lavorano poco. Al contrario nel 2007 in Italia si è lavorato in media 1.824 ore, dieci in più dell'anno prima e trenta in più della media Ocse. Il salario medio lordo annuo in Italia nel 2006 è stato pari a 31.995 dollari, inferiore del 19,5% rispetto ai 39.743 dollari che costituiscono la media Ocse, ma sotto anche la media dell'Europa (37.516 dollari), della Ue-15 (38.759) e anche della Ue-19 (36.706). Se poi si considera il livello dei salari in termini di potere di acquisto, il dato italiano scende a 29.844 dollari, -22% rispetto ai 38.252 dollari della media Ocse e 34.322 della medie europea. <br />
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[Pd] "Diritti civili e donne: subito leggi, non chiacchere" - Intervista2008-05-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it355835<br />
Il rischio è che sicurezza, salari e riforme istituzionali mandino in soffitta diritti civili e pari opportunità, tanto per citarne due. Vittoria Franco, ministro-ombra per le Pari Opportunità sa che questa sarà una legislatura più «difficile» dal quel punto di vista, «ma la funzione del governo ombra è proprio questa: incalzare il governo». <br /><br />
<b>Con la titolare del dicastero, Mara Carfagna, presto avrà un incontro. Anche in questo caso il primo contatto è stato «di apertura». Durerà? Finora si è parlato di molte cose, tranne che di misure per favorire l’occupazione femminile. Ce la farete ad imporre questo tema nel dibattito politico?</b><br />
«Per quanto riguarda la prospettiva delle politiche a sostegno dell’occupazione femminile non mi sembra sia stato un buon inizio. Finora non è emerso nulla. Sono convinta che il nostro paese potrà davvero continuare a crescere se si punta sull’occupazione femminile. Non è soltanto una questione di giustizia di genere, ma una vera necessità per l’Italia. Le donne sono più istruite degli uomini, si laureano più degli uomini, a scuola hanno i voti più alti: come è possibile che un Paese che vuole crescere e modernizzarsi continui a fare a meno di questo talenti?».<br />
<b>Durante il governo Prodi il parlamento aveva avviato il dibattito sulle norme contro l’omofobia e la violenza sulle donne. Si riparte da lì?</b><br />
«C’è un lavoro importante che abbiamo svolto nelle commissioni, non si può disperdere. Quando incontrerò la ministra le chiederò se ha intenzione di procedere nell’iter della legge sullo stalking, che è già passata in commissione alla Camera, dove si era registrata un’ampia convergenza. Quel testo di legge è importante perché introduce un reato contro le ripetute molestie che spesso sfociano in tragedie. Poi, occorrono misure per prevenire la violenza contro le donne e per creare misure di sostengo nel caso in cui siano vittime di violenza. È proprio tra le mura domestiche che avvengono i fatti più gravi, le donne devono poter esser messe in condizione di andare via, non possono essere lasciate sole».<br />
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La Lega al Senato è stata chiara: non voterà mai una legge sulle coppie di fatto. Sarà possibile vincere ora questa battaglia che neanche il centrosinistra è riuscito ad aggiudicarsi?</b><br />
«Il centro sinistra non ha vinto quella battaglia perché è durato venti mesi, non c’è stato il tempo. In Commissione giustizia al Senato si era raggiunto un accordo buono, anche con il consenso di una parte del centrodestra sui cosiddetti Contratti di unione solidale. Se riparte l’iniziativa parlamentare e non del governo- quello è stato un errore del centrosinistra - si può arrivare ad una buona legge».
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<b>Il Pd nel suo governo ombra ha nominato il 49% di donne. Però nel coordinamento ce n’è soltanto una. C’è qualcosa che non va, non le sembra?</b><br />
«C’è una incoerenza, è ovvio. Noi abbiamo vinto una grande battaglia di cultura politica nel prevedere nello Statuto del Pd che tutti gli organismi esecutivi direttivi siano composti al 50% da donne. Mi rendo conto che ancora c’è molta strada da fare. Nell’organismo decisionale massimo c’è la presenza di una sola donna».<br />
<b>Perché?</b><br />
«Perché siamo in un momento di emergenza politica e quell’organismo è stato fatto per funzioni, ma sarebbe sato opportuno nominare più donne, anche nel rispetto delle previsioni statutarie. Mi auguro che quando si svolgerà l’assemblea nazionale in giugno questa proporzione venga rivista. Il Pd deve iniziare a pensare a se stesso non più come ad un partito nato da due partiti che ogni volta deve garantire la rappresentanza di tutte le anime e le sensibilità». <br />