Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Niccolo' GHEDINIhttps://www.openpolis.it/2013-01-26T00:00:00Z«Silvio sarà condannato, speriamo nella Cassazione» | INTERVISTA2013-01-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it685365<br />
Niccolò Ghedini ha i muscoli facciali sempre tirati. Non sorride
mai. Non impreca mai. Il moto di ribellione si esaurisce con il tipico
“ma-va-là”. Perché l'uomo è avversativo: va contro i simpatici di
professione, fiero di apparire antipatico. O di non apparire: «Sono
dieci minuti che parliamo e non mi ha chiesto nulla di economia o di
crescita: solo, ancora, unicamente i processi di Berlusconi. Io ne
sono consapevole, non mi offendo: mi guardate curiosi e vi viene in
mente il tribunale, non faccio buona propaganda. Per questo a volte mi
eclisso. Mi allontano. Farmi vedere non è utile al partito, a
recuperare i voti».
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<b>Però, non resiste al doppio ruolo: si divide tra due entità, il
parlamentare e l'avvocato, e si è preso una comoda seconda piazza in
Veneto per il Senato.</b>
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«Mavalà: Non è la mia aspirazione, non ci ho pensato mica io? Me l'ha
suggerito Berlusconi. Lui mi vuole vicino».
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<b> Vuole lo scudo giudiziario. Anni di fallimenti, come rimediare?</b>
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«Mavalà: Non c'è nulla da fare, non ci sono margini, mi spiace».
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<b>Ha un tono rassegnato.</b>
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«Mavalà: Faccio il mio lavoro, ma sono consapevole che a Milano
non abbiamo speranze».
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<b> Qui ballano tre sentenze per il Cavaliere: i festini con Ruby, i
diritti tv Mediaset, il nastro di Unipol.</b>
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«Mavalà: Condanne, non c'è scampo, primo grado e anche in appello».
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<b> Scusi, Ghedini, così perderà un cliente.</b>
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«Mavalà: Non è questione di merito: qual è il campo?»
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<b> Milano.</b>
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«Mavalà: Per noi è impraticabile, la Procura è nostra avversaria.
Come si dice in questi casi: confidiamo in Roma, risolveremo in
Cassazione. Speriamo».
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<i>(Ghedini incrocia lo sguardo con il pavimento, s'impone una signora
in giacca glicine: “Le presento questa ragazza, candidata in Campania
circoscrizione numero due”. L'avvocato non si muove di un centimetro e
sussurra: “Piacere”).</i>
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<b> Contento per le liste parzialmente pulite?</b>
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«Mavalà: Non avrei utilizzato questi criteri di selezione».
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<b>Che fa, salva Marcello Dell'Utri e Nicola Cosentino?</b>
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«Mavalà: Certo, ci mancherebbe, li avrei fatti eleggere. Il Pdl è
un partito, non giudica, non punisce».
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<b> Avete smarrito lo spirito garantista.</b>
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«Mavalà: No, mi creda... È che i cittadini sono diventati
sensibili a questi argomenti».
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<b> L'avete fatto per convenienza.</b>
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«Mavalà: Sì, diciamo per opportunità politica».
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<i> All'ingresso distribuiscono il manuale per i prossimi parlamentari,
una ragazza un po' distratta si rivolge stupita a Ghedini: “Lei è
candidato?”.</i> <br />
<i>I muscoli facciali sono più tirati del solito, vorrebbe urlare “no”
o “ma-va-là”. Però gli tocca, ancora: “Non ho aspirazioni di governo,
senatore semplice è perfetto. Grazie”</i>. <br />Caso Unipol, il gip non molla: Silvio a processo per Consorte2011-09-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it609429Il gip di Milano Stefania Donadeo ha disposto l’imputazione coatta per il Cav nella vicenda sul passaggio di mano dell’intercettazione tra Fassino e Consorte nell’inchiesta Bnl-Unipol (scarica il pdf). Il giudice ha rigettato la richiesta di archiviazione che aveva invece formulato il pm Maurizio Romanelli e ordinato che le carte tornino in procura per la richiesta di rinvio a giudizio, che sarà poi valutata da un gup
Il gip di Milano Stefania Donadeo ha disposto l’imputazione coatta per Silvio Berlusconi nell’ambito della vicenda sul passaggio di mano dell’intercettazione tra Fassino e Consorte nell’inchiesta Bnl-Unipol. Il giudice ha rigettato la richiesta di archiviazione che aveva invece formulato il pm Maurizio Romanelli e ordinato che le carte tornino in procura per la richiesta di rinvio a giudizio, che dovrà poi essere in seguito valutata da un gup. "<b>Dobbiamo leggere ancora il provvedimento, ma a Milano nulla mi stupisce - ha commentato il legale del premier, Niccolò Ghedini - è una decisione infondata, tra l’altro c’è una conclamata incompetenza territoriale"</b>
La decisione del gip Il pm aveva chiesto l’archiviazione per il premier, ma il gip non aveva accolto la richiesta e aveva fissato lo scorso luglio un’udienza per far discutere le parti. Oggi è arrivato il provvedimento del giudice che ha disposto l’imputazione coatta per Berlusconi, ossia il pm dovrà formulare la richiesta di processo per il presidente del Consiglio e la richiesta arriverà poi davanti a un altro giudice, un gup, che dovrà esaminarla. Berlusconi rischia, dunque, qualora il gup accogliesse la richiesta, di dover affrontare un altro processo a Milano, dopo quelli già in corso sui casi Ruby, Mediaset, Mediatrade e Mills. Per la vicenda del passaggio di mano della famosa intercettazione "abbiamo una banca" tra Fassino e Consorte ai tempi della scalata di Unipol alla Bnl, è già a processo il fratello del premier, Paolo Berlusconi, editore del Giornale, e la prima udienza è fissata per ottobre. L’intercettazione venne pubblicata sul quotidiano della famiglia Berlusconi il 31 dicembre del 2005 e, secondo l’accusa, venne ’trafugatà dai computer della Procura di Milano quando ancora erano in corso le indagini e doveva restare segreta. Per la stessa vicenda è già stato condannato con rito abbreviato l’imprenditore Fabrizio Favata e ha patteggiato Roberto Raffaelli, all’epoca titolare dell’azienda che si occupava delle intercettazioni per conto dei pm milanesi. Stando alle indagini, il premier la vigilia di Natale del 2005 ricevette ad Arcore Favata e Raffaelli, alla presenza anche di Paolo Berlusconi, i quali sarebbero andati nella villa del presidente del Consiglio per fargli ascoltare il "nastro" con l’intercettazione. Da qui l’accusa di concorso nella rivelazione del segreto d’ufficio.
Le motivazioni del gip "Il nastro dell’intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte ai tempi della scalata alla Bnl fu un «regalo ricevuto" da Silvio Berlusconi "stante l'approssimarsi delle elezioni politiche". Nell’ordinanza con cui ha ordinato l’imputazione coatta per il premier, la Donadeo spiega che la pubblicazione dell’intercettazione sul Giornale "avrebbe leso, così come è stato, l’immagine di Piero Fassino".
Belpietro: "Ho solo pubblicato una intercettazione" "Sono sopreso, anche perché fino a questo istante non ne sapevo proprio nulla, lo sto apprendendo ora", ha commentato il direttore di Libero ed ex direttore del Giornale Maurizio Belpietro, che è stato iscritto nel registro degli indagati. L’imputazione mossa a Belpietro è di concorso in rivelazione del segreto d’ufficio: "Io ho soltanto pubblicato sul Giornale l’intercettazione della telefonata tra Giovanni Consorte e Piero Fassino. Per il resto, di quella vicenda non so proprio nulla". Ha ricostruito il direttore: "Mi è stata portata l’intercettazione e, come moltissimi altri direttori di giornale in casi simili, ho deciso di pubblicarla. tutto qui. Ora - ha poi concluso Belpietro - vedrò le carte e cercherò di capire la decisione del gip di Milano, che al momento non posso che reputare sorprendente".
Ruby: Ghedini, prosciogliere premier o a Tribunale Ministri2011-05-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it582030Ruby: Ghedini, prosciogliere premier o a Tribunale Ministri
martedì 31 maggio 2011
(ANSA) - MILANO, 31 MAG - Nicolo' Ghedini ha chiesto ai giudici di Milano, nel corso del processo sul caso Ruby, qualora <b>'si ritenesse che Berlusconi non fosse pubblico ufficiale di pronunciare una sentenza di proscioglimento'</b>, ma se si sostenesse che ha agito come pubblico ufficiale, di inviare gli atti al Tribunale dei ministri. E' l'incompetenza funzionale legata al reato di concussione. Ghedini ha parlato del 'convincimento' da parte di Berlusconi che la giovane fosse la nipote dell'ex presidente egiziano Mubarak.
http://www.ilsussidiario.net/News/Politica/2011/5/31/Ruby-Ghedini-prosciogliere-premier-o-a-Tribunale-Ministri/182464/«Se Report va in onda, querelo»2010-10-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547037<br />
Immobili off shore di Berlusconi. Ghedini minaccia Report.
<p>Niccolò Ghedini contro Report. Il parlamentare Pdl, nonché avvocato del premier Silvio Berlusconi, annuncia querele e chiede che il programma non vada in onda.
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“Gli articoli apparsi quest’oggi su alcuni quotidiani e che trarrebbero origine dal programma Report, che dovrebbe andare in onda questa sera su Rai Tre, sono totalmente fuorvianti e palesemente diffamatori poiché‚ si basano su assunti già dimostratisi insussistenti”, ha affermato Ghedini.
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Secondo l’avvocato del premier, “la vicenda è già stata ampiamente trattata dai giornali alcuni mesi or sono e tutte le delucidazioni e i documenti pertinenti erano stati ampiamente offerti ma negli articoli non se ne tiene minimamente conto”. “Come risulta dagli atti, il Presidente Berlusconi ha regolarmente acquistato un terreno in Antigua pagandolo con regolare bonifico e indicandolo nella denuncia dei redditi.
<p>Negli anni successivi, con regolari fatture, assistite da stati di avanzamento lavori, bolle di accompagnamento e consegne nonché‚ perizie, sono stati pagati i lavori di costruzioni e arredo con altrettanto regolari bonifici da banca italiana a banca italiana. Tale denaro è stato quindi versato in Italia alla società costruttrice dell’immobile. Come già detto in un precedente comunicato, tutta la documentazione è a disposizione per qualsiasi controllo in assoluta trasparenza.
<p>L’immobile è attualmente e regolarmente intestato al Presidente Berlusconi e non già a fantomatiche società offshore e non vi è nessuna indagine né in merito ai trasferimenti di denaro e né in merito all’immobile”.
<p>Eppure l’avvocato del premier sente il bisogno di minacciare querela, nel tentativo di evitare la messa in onda: ”E’ evidente quindi la strumentalità delle ricostruzioni offerte che saranno perseguite nelle sedi opportune – conclude Ghedini -. Sarebbe davvero grave se la Rai mandasse in onda un programma con notizie così insussistenti e diffamatorie e senza alcun contraddittorio”.
<p>”Ma l’avvocato Ghedini come fa a parlare se non l’ha ancora vista la puntata di stasera? Non capisco gli interventi prima di vedere i contenuti di un servizio” replica Milena Gabanelli. ”Non mi risulta che ci siano problemi, quindi io stasera andrò regolarmente in onda e darò puntualmente conto della posizione di Ghedini leggendo in trasmissione la sua nota. Ma quello che lui dice non risponde alla domanda fondamentale che viene posta nel pezzo che andrà in onda stasera. Io valuto il nostro pezzo che è corretto e ben scritto e anche lui dovrebbe prima vederlo”.
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«Per muovere certi rilievi Napolitano dovrebbe farsi eleggere» - INTERVISTA2010-07-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it502588<br />
«I commenti del Quirinale sono assai pregevoli, ma c’è un Parlamento, eletto da una quarantina di milioni di elettori: spetta a quest’ultimo decidere. Visto che non siamo una repubblica presidenziale». Non si colpevolizza Niccolò Ghedini, deputato e mente giuridica del Pdl, mentre da Malta giunge la reprimenda del presidente della Repubblica.<br />
Casualmente proprio mentre l’alter ego giuridico del premier sta spiegando, riguardo al ddl sulle intercettazioni, l’ovvietà del fatto che «se arriveranno segnali dal Colle (che non arriveranno) se ne terrà conto».
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<b>Invece i segnali sono arrivati. Il capo dello Stato lamenta di non essere stato ascoltato.</b>
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«Ne prendiamo atto. Ma il Quirinale aveva raccomandato che si discutesse prima la manovra che scade il 30 luglio. Il ddl intercettazioni è stato calendarizzato il 29 luglio e verrà discusso nella prima settimana di agosto. Quindi mi sembra evidente che dell’intervento del Colle si è tenuto conto».
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<b>Il presidente Napolitano dice che ci sono alcuni chiari punti critici nel testo.</b>
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«Questa è una novità dal punto di vista istituzionale».
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<b>I rilievi?</b>
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«La valutazione del capo dello Stato non è su problemi di natura tecnica. Altrimenti dovrebbe farsi eleggere. La valutazione è sulla costituzionalità. Le "criticità tecniche" esulano dalla sua competenza».
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<b>Nelle audizioni però, compresa quella del procuratore antimafia Piero Grasso, criticità del testo sono state sollevate.</b>
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«Nelle audizioni sono sempre state sollevate criticità che nel tempo si dimostrano giuste o infondate. È successo anche nel caso della riforma del codice. Poi c’è il Parlamento che decide e vota. Il Quirinale che ne valuta la costituzionalità e lo può rinviare alle Camere. Le quali, magari, glielo rinviano. Eventualmente poi se ne occupa la Corte Costituzionale. È tutto fisiologico».
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<b>Ma se il Quirinale ravvisa difetti nella norma?</b>
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«Massimo ascolto per il parere del capo dello Stato. Ma se i suoi tecnici, che vista l’area di riferimento sono gli stessi che scrissero la legge Mastella, pensano di tornare a quel vecchio testo, beh, questo non è possibile».
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<b>Alcune modifiche sono state auspicate anche dalla presidente della commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno.</b>
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«La presidente Bongiorno dovrebbe saperlo: una volta che c’è stata la doppia lettura, di Camera e Senato, la parte approvata è immodificabile. C’è il divieto assoluto. Si può modificare solo la parte ritoccata al Senato. Oppure devi buttar via la legge».
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<b>C’è questa eventualità?</b>
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«Impensabile perché le intercettazioni erano già nel programma elettorale del Pdl».
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<b>Ma anche il leader leghista Bossi dice che una mediazione sarà trovata. Non è così?</b>
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«Bossi fa, a ragione, un discorso di tipo politico. Se il provvedimento ha causato grandi tensioni e ci sono modifiche migliorative ben vengano. Noi abbiamo sempre detto che il testo non è blindato».
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<b>Veramente lo stesso presidente della commissione giustizia al Senato, Filippo Berselli, lamenta di aver subito una blindatura.</b>
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«Lì fu una decisione politica. Si pensò che le modifiche fossero sufficienti».
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<b>Per il presidente della Camera Fini la calendarizzazione è stata irragionevole.</b>
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«Non lo è affatto. Questa legge è da 2 anni in Parlamento. È stata approvata la prima volta dopo un anno. Sono quasi 800 giorni che è in discussione. Ci starà altri due mesi. Vedremo gli emendamenti. Se poi si va a settembre pazienza».
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<b>Ora, a questo fronte caldo, il Pdl aggiunge quello dell’ampliamento del Lodo Alfano. Perché?</b>
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«Non è un ampliamento. La sospensione dei processi alle alte cariche per fatti antecedenti all’incarico già c’era nel testo originario. Ma gli uffici del Senato, in fase di stampa, hanno mangiato il pezzettino che lo prevede anche per il presidente del Consiglio e dei ministri. Nella relazione e nella norma transitoria, però, si capisce che è un errore. Quindi la volontà politica non è di oggi, ma del 12 maggio scorso quando il ddl venne presentato».
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<b>Il caso Brancher non c’entra?</b>
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«Per nulla». <br />
Toghe interferiscono con la politica.Cosentino ha sempre svolto la sua attività politica con passione e onestà2009-11-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418816<br />
''Nicola Cosentino ha sempre svolto con passione ed onestà l'attività politica - dice l'avvocato del premier e presidente della Consulta del Pdl sulla giustizia - e le accuse mosse appaiono tanto più incredibili ed inconsistenti solo ad osservare che da moltissimo tempo sono annunciati, a mezzo stampa, indagini e provvedimenti nei suoi confronti, al solo evidente fine di screditarlo ed impedire una fisiologica ed ottima candidatura alla guida della regione Campania''.
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Ghedini aggiunge che ''la richiesta di custodia cautelare nei suoi confronti appare davvero incredibile, poiché non è dato comprendere come possano sussistere nei suoi confronti le esigenze previste dal cpp, visti anche i numerosissimi e reiterati annunci in tal senso che si prospettano da mesi. Sicuramente sarà dimostrata l'estraneità e l'inconsistenza delle accuse mosse all'onorevole Cosentino ma, ancora una volta, le oggettive interferenze tra indagini e politica si appalesano in modo conclamato''.<br />
«Gli show nella giustizia fanno danni incalcolabili» - Intervista2008-07-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it358179<br />
«Le parole del presidente Napolitano sono davvero pregevoli, come tutti i suoi interventi. Quello degli eccessi mediatici è un rischio forte per l'intera magistratura. A questo punto, spero che l'invito del presidente della Repubblica venga davvero seguito».<br />
Niccolò Ghedini, parlamentare del Pdl e avvocato di Silvio Berlusconi, è uno dei principali sostenitori della lotta alla «spettacolarizzazione dei processi».<br />
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Lei parla di tendenza sempre più diffusa nel nostro Paese.</b><br />
«È proprio così. E questo succede un po' per la forte mania di protagonismo. Un po' perché, spesso, tutti gli elementi di un processo vengono dati ai giornali, magari, ancor prima di consegnarli alle persone interessate.
Questo è inaccettabile e soprattutto crea numerosi danni all'interessato».<br />
<b>Si riferisce ai danni di immagine?</b><br />
«Non solo, sono danni incalcolabili. Qui, tra intercettazioni, spettacolarizzazione di indagini e processi con tutte le indebite intromissioni nella vita privata... Tutto questo, spesso, rischia di distruggere persone e percorsi professionali. E poi c'è anche un altro aspetto da considerare: quando si tratta di accusare una persona, i giornali lo fanno con pagine intere. Ma, in caso di assoluzione, la maggior parte delle volte vediamo solo un trafiletto. Chi ripaga la persona coinvolta? Ne abbiamo visti così tanti di casi del genere negli ultimi anni...».<br />
<b>Qualche esempio?</b><br />
«Beh, basti ricordare la vicenda Sme con le accuse a Silvio Berlusconi. Un processo durato 13 anni, e che alla fine si è concluso con la totale assoluzione del premier, ritenuto completamente estraneo a ogni accusa. Un processo che sicuramente ha inciso sulla vita politica italiana, perché c'era una grande pervicacia da parte dell'accusa nel portarlo avanti. In una situazione normale, questo processo non sarebbe arrivato neanche all'udienza preliminare. Vuole un altro esempio?».<br />
<b>Prego.</b><br />
«L'arresto di Ottaviano Del Turco, con la spettacolarizzazione dell'intera vicenda e l'applicazione di misure usate per lo più quando si ha a che fare con i mafiosi. A cominciare dalla carcerazione preventiva».<br />
<b>La spettacolarizzazione danneggia solo i processi politici?</b><br />
«No, tutti i processi. Maggiore è la spettacolarizazzione, maggiore deve essere il lavoro svolto dalla difesa. Ricordiamo tutti il processo a Giulio Andreotti, un uomo che è stato sette volte presidente del Consiglio. Quella vicenda è stata un danno per l'intero Paese».
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