Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI MARA RUMIZhttps://www.openpolis.it/2009-12-16T00:00:00ZPolitiche abitative. «Saranno assegnati 8 punti (il massimo consentito dalla Legge regionale) ai casi familiari già certificati dalle politiche sociali».2009-12-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it474478<br />
Con il prossimo anno il bando Erp (edilizia residenziale pubblica) diventerà annuale. È una delle modifiche che l’amministrazione comunale intende adottare per l’anno prossimo con una delibera ieri posta all’attenzione della commissione. Si tratta di un grande passo in avanti, soprattutto perché le assegnazioni emergenziali (soprattutto sfratti) avevano costituito nell’ultimo periodo la stragrande maggioranza delle assegnazioni, bypassando di fatto la graduatoria.
<p> L’ultima era stata stilata nel 2005, ma ora sarà stilata ogni anno e, con il punteggio aggiuntivo che sarà attribuito ai casi particolari, sarà possibile riportare tutto all’ordinarietà.
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«Ad esempio - commenta l’assessore alle Politiche abitative Mara Rumiz - saranno assegnati 8 punti (il massimo consentito dalla Legge regionale) ai casi familiari già certificati dalle <a href="http://www.openpolis.it/politico/171879"><b>politiche sociali</b></a>. Genitori soli con figli a carico non riconosciuti dall’altro coniuge avranno 5 punti e così via. Occorre ricordare che il Comune ha sempre dato una risposta agli sfratti. Ben 700 famiglie rimaste in città grazie agli alloggi comunali».
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L’annualità del bando supera anche un altro problema, quello sollevato dal consigliere di Municipalità Franco Vianello.
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«Il Comune aveva assegnato 4 punti agli extracomunitari che si ricongiungevano alle famiglie - ha detto Vianello - ma ora alcuni Paesi, come la Romania, non sono più fuori dalla Ue e quindi la graduatoria andrebbe aggiornata per evitare sperequazioni».<br />
Con questa delibera queste cose non accadranno più.<br />
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C’è chi, tra i consiglieri, ha chiesto punti aggiuntivi anche alle coppie omosessuali e conviventi. <br />
Ma gli sviluppi saranno analizzati nelle prossime settimane.<br />
«E' un po' strano il fatto che soltanto a Venezia si fotografi la popolazione di una sola parte della città» 2009-11-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418890<br />
"Alla data di venerdì 13 novembre, l'Ufficio Statistica del Comune registra 60.025 residenti nella città storica (27.688 maschi, 32.337 femmine). Con la motivazione della discesa della popolazione sotto la soglia dei 60 mila residenti, c'è chi ha organizzato un funerale della città. Ma questa soglia non è ancora stata sfondata, sia pure per 25abitanti, e quindi sarà come fare «un funerale a babbo vivo, che in genere porta un pò di sfortuna".
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Lo sottolinea una nota del Comune di Venezia riportando un commento dell'assessore comunale alle Politiche della residenza, Mara Rumiz, che oggi ha illustrato nuovi dati sulla residenza e sugli immobili residenziali a Venezia.
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L'assessore ha definito «un po' strano» il fatto che soltanto a Venezia si fotografi la popolazione di una sola parte della città, e, pur ammettendo la differenza con la terraferma, ha rilevato che molto più corretto è tener presente tutta la realtà insulare, i cui abitanti sono 90 mila (60 mila in città, 30 mila nelle isole).
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Mara Rumiz ha precisato che parlare di «esodo» è oggi improprio: il massiccio saldo negativo per lo spostamento di abitanti verso la terraferma, durato più di trent'anni, si è esaurito, e oggi c'è un forte interscambio tra flussi in entrata e in uscita, tanto che nel 2008 il saldo è stato positivo, sia pur di sole 34 unità, ed eguale tendenza si sta verificando quest'anno.
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Si dovrà quindi parlare di modifica della struttura della base sociale, con l'uscita di anziani efamiglie numerose e l'arrivo di giovani con più alta scolarizzazione e maggior qualificazione lavorativa.<br />
Ciò che determina il continuo calo della popolazione è il saldo negativo tra morti e nascite. In realtà, se non si guarda soltanto al certificato di residenza, ma alla continuità abitativa, molto più alto è il numero di quanti vivono a Venezia, ed è su questo numero che la città organizza i suoi servizi. È comunque assolutamente necessario cercare non soltanto di salvaguardare il numero dei residenti, ma anche di attrarne nuove quote, agendo su due leve, il lavoro e la residenza.
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Un ultimo dato demografico ha portato l'assessore Rumiz sul terreno delle Politiche della residenza, ed è il numero delle famiglie: a Venezia città è rimasto praticamente invariato nell'ultimo decennio (da 32.534 a 31.460), con una dinamica quindi molto più rallentata rispetto al calo della popolazione, ma quasi metà delle famiglie è composta da una persona sola, con una notevolericaduta negativa sul mercato della casa.
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Un dato eclatante, che Mara Rumiz ha definito, sorridendo, «quasi sovietico», riguarda le case in affitto: quasi metà (il 45%) sono di proprietà pubblica (Comune, Ater, Ire, ex Ipab ecc), contro una media nazionale del 4%. E anche se questo non esime il Comune dal portare avanti politiche per l'incremento dell'offerta di alloggi a canone sostenibile, impone una riflessione per il settore privato e la sua responsabilizzazione, a fronte del crescente pesante disagio abitativo soprattutto dei giovani, non potendosi pensare che la risposta alla domanda di casa possa essere tutta soltanto a carico del pubblico.
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«Negli ultimi dieci anni il Comune ha dato un alloggio a Venezia a settecento famiglie di sfrattati - ha concluso l'assessore - ma il protocollo firmato con le associazioni dei proprietari, che doveva mettere a disposizione 120 appartamenti su ampie garanzie del Comune, è rimasto totalmente inevaso: non un solo alloggio è stato trovato».<br />
66/a Mostra del Cinema e no global a Venezia. «Non c’è stata adeguata mediazione nel gestire il dissenso al Lido».2009-09-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417453<br />
Il procuratore capo Vittorio Borraccetti: «Niente di grave»
<p>Tra le righe, ma nemmeno tanto, è sembrata una stoccata alla Questura. Partita da Ca’ Farsetti. Ma non dal sindaco, nè dal vicesindaco, quanto da Mara Rumiz, assessore ai lavori pubblici. <br />
Dopo le dichiarazioni di un altro assessore, Luana Zanella (alla cultura) che aveva preso le parti dei no global dopo gli scontri di mercoledì al Lido, altre dichiarazioni che, pur con toni soft, tendono a delimitare i confini delle responsabilità.
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«Quanto accaduto mercoledì al Lido, all’apertura della Mostra del cinema - afferma Mara Rumiz - rappresenta un vulnus nella tradizione ed esperienza di questa città. In tutti questi anni si sono sempre sapute gestire situazioni anche di aspro conflitto assicurando che non si travalicassero i limiti, nella tutela delle Istituzioni e dei cittadini».
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«Attraverso azioni di mediazione, svolte spesso dall’amministrazione comunale in costante collegamento con la Prefettura e la Questura - aggiunge - si sono affrontate e risolte situazioni difficili: dalle proteste no global alle manifestazioni di Forza Nuova e della Lega. Temo che questa volta non si sia saputo mettere in campo quella capacità di mediazione che avrebbe consentito l’espressione del dissenso evitando, ovviamente, qualsiasi rischio per la Mostra del cinema».<br />
Come dire: non tutti i tentativi per scongiurare gli scontri sono stati messi in atto.
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Dalla Questura nessuna replica diretta alle dichiarazioni dell’assessore Rumiz. Già giovedì mattina, infatti, il questore Fulvio Della Rocca aveva chiaramente fatto capire che su questa storia non avrebbe rilasciato alcuna dichiarazione e che la vicenda, dal suo punto di vista, era chiusa. <br />
In Questura, comunque, tornano a ribadire che gli interventi messi in campo al Lido hanno sempre evitato qualsiasi pericolo per lo svolgimento delle attività della Mostra del cinema. <br />
Sul fronte delle indagini va detto che in queste ore sta proseguendo il lavoro degli investigatori della Digos che sono intenzionati a denunciare, a seconda delle varie responsabilità, i giovani che hanno partecipato allo scontro, in particolare sono previste le accuse di resistenza e violenza a pubblico ufficiale in seguito al ferimento di un agente in servizio. <br />
Posizione sostanzialmente analoga anche dalla Prefettura, citata dalla stessa Rumiz. A Ca’Corner, infatti, ribadiscono che tutte le varie misure di sicurezza e di ordine pubblico che riguardano la Mostra del cinema di Venezia erano stata preventivamente analizzate nel corso di un’apposita riunione che si era svolta in Prefettura. Esattamente come avviene ogni anno quando vengono decisi nel dettaglio i servizi che poi vengono concretamente realizzati dagli agenti.
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Il procuratore capo Vittorio Borraccetti tende a smorzare i toni: «Non mi sembra che siano avvenute cose particolarmente gravi - ha dichiarato ieri - Sono in attesa della relazione della Digos».
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Il senatore Felice Casson (Pd) ha infine presentato un'interrogazione con la quale chiede al Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, se sia a conoscenza degli incidenti avvenuti due giorni fa in occasione dell'inaugurazione della 66/a Mostra del Cinema di Venezia.<br />
Il parlamentare, condannando ogni forma di violenza e rilevando che sono stati coinvolti un gruppo di giovani precari dello spettacolo, di studenti dell'Onda Anomala, di attivisti e organizzatori del 'Global Beach' da una parte e le forze dell'ordine dall'altra, vuol sapere «se quanto avvenuto corrisponda ad un cambiamento delle disposizioni e direttive delle forze dell'ordine». <br />
Questo «dal momento che per la prima volta dall'edizione del 1968 si assiste a cariche della polizia in occasione di un evento culturale di grande spessore qual è la Mostra del Cinema di Venezia, che negli ultimi anni è stato invece uno spazio di libero confronto pubblico, aperto anche all'espressione del dissenso». <br />
Casson infine vuol sapere «come il Ministro intenda garantire una gestione dell'ordine pubblico, nei prossimi giorni al Lido e, per il futuro, nella Città di Venezia in occasione di grandi eventi culturali (e non solo), tale da salvaguardare il diritto alla libera espressione del proprio pensiero, sancito dalla Costituzione».
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Venezia. «Sempre più difficile trovare casa a Venezia a costi sostenibili» [Link interno: il mercato immobiliare]2009-03-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390563<br />
«Adesso il nostro interesse è rivolto prevalentemente a chi appartiene al cosiddetto ceto medio, che forse tale oggi non lo è piu: vogliamo evitare che a Venezia risiedano, paradossalmente, solo poveri e ricchissimi. Dal punto di vista del <a href="http://www.ilgazzettino.it/stampa_articolo.php?id=49243">mercato immobiliare</a> diventa sempre piu difficile trovare, a Venezia, un casa ad un costo sostenibile».
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Cosi l'assessore alla casa, Mara Rumiz, commenta i dati diffusi da parte di Confedilizia sul costo a metroquadro delle abitazioni in laguna. «Anche come amministrazione - spiega all'Adnkrosos l'assessore - non è facile trovare alloggi da offrire a costo sostenibile; comunque tra poco uscirà un bando per la vendita a prezzo convenzionato di 20 alloggi alla Scalera, alla Giudecca: stiamo parlando di appartamenti da 3mila euro a metro quadro».
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Per quanto riguarda gli affitti, anche qui il Comune ha deciso di intervenire: «stiamo puntando a mettere a disposizione delle case in affitto a prezzi calmierati. Si tratta di 37 alloggi per giovani veneziani nella zona di Celestia». È vero, sottolinea l'assessore, che «in alcune zone centrali ci sono appartamenti di lusso in Canal Grande e a San Marco a prezzi molto alti, come anche nella zona della Punta della Dogana, ma ci sono zone dove i valori sono molto più contenuti come succede ad esempio a Castello Est».<br />
Marghera. Il Comune promette: «Giù le Vaschette a gennaio»2008-09-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359419<br />
<b>L’assessore al Patrimonio assicura che quattro edifici possono essere abbattuti, mentre si cerca l’accordo per gli altri sei. In gioco il recupero dell’intera zona.</b><br /><br />
La svolta dovrebbe arrivare nel primo trimestre del prossimo anno. Da gennaio del 2009, infatti, saranno abbattute quattro palazzine su dieci dell'area Vaschette, una delle più degradate e a rischio di tutto il territorio della terraferma. Nei 4 edifici attualmente risiedono 12 nuclei familiari in locazione, per i quali si sta provvedendo a un alloggio alternativo. A darne notizia, ieri in commissione settima (Patrimonio), è stata l'assessore Mara Rumiz. L'obiettivo? "Dare un segnale inequivocabile" afferma l'assessore. Gran parte delle famiglie saranno probabilmente spostate negli alloggi vuoti in Piazza mercato, per i quali Ater aveva inizialmente previsto l'alienazione. Comune e Regione, intanto, la prossima primavera sigleranno un accordo di programma: la Regione si impegnerà a mettere sul piatto delle risorse, in prima istanza un milione di euro, per la bonifica delle aree, che a spanne dovrebbe costare complessivamente 8 milioni di euro. Intanto, gli edifici, ad oggi di proprietà demaniale, passeranno al Comune dopo l'espletamento del bando ad opera della Prefettura per l'assegnazione di alloggi a giuliano-dalmati. Il 29 saranno ufficializzati i risultati del bando, ma si sa che sono pervenute 4 domande per le Vaschette, altri 2 per le Vaschette da giuliano-dalmati residenti fuori Venezia e 4 per San Pietro di Castello. "Le 10 palazzine - ricorda l'assessore - sono state costruite nell'immediato dopoguerra attraverso una legge specifica per profughi giuliano-dalmati. Da tanti anni il Comune esprime l'esigenza di intervenire per riqualificare l'area. Oggi, su un totale di 110 alloggi, 24 sono stati acquisiti, anche se a un prezzo simbolico, 30 sono stati locati in maniera regolare e più di una cinquantina sono sfitti: in questi anni, quest'ultimi sono stati terra di incursione e occupazione da parte di pregiudicati". Da qui, l'esigenza di una riqualificazione che si è resa necessaria. "L'unica strada è demolire e ricostruire" afferma la Rumiz. Il costo del progetto è enorme. "Ma la questione economica mi preoccupa poco - continua - perché le risorse deriveranno non solo dagli alloggi Erp ma anche da alloggi da vendere a libero mercato e attività di carattere commerciale, direzionale, terziario e direzionale, arrivando così ad ottenere un doppio vantaggio, sia sociale che economico". Ma la riqualificazione delle Vaschette sarà solo il primo passo di un progetto complessivo che riguarderà anche Via della Rinascita e via Oroboni. Intanto, anche per via Correnti si pensa a un intervento di abbattimento delle palazzine.Manuela Lamberti<br />
Ponte di Calatrava. «Un'operazione che ci riempie di orgoglio, ma la lievitazione dei costi era inevitabile»2008-09-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359019<br />
Un pizzico di emozione e soprattutto la consapevolezza di essere nel mirino come assessore ai Lavori pubblici per il centro storico. Mara Rumiz non si è tirata indietro. «Abbiamo l'orgoglio di essere riusciti dove in passato si sono arenate opere di straordinari architetti come Le Corbusier, Frank Lloyd Wright, Louis Kahn. Noi abbiamo fatto di più: abbiamo rotto ogni ritrosia». L'assessore ha espresso soddisfazione per la conclusione dell'opera, anche se manca ancora l'ovovia, che è in fase di costruzione e sarà installata entro novembre, giusto in tempo per un "regalo di Natale" alle associazioni dei disabili. «Il fatto - ha detto Rumiz - che il ponte sia costato molto di più di quanto era stato previsto (l'appalto nel 2002 era stato per 4.074.906 euro, che diventavano 6.720.237 con le somme per rilievi, indagini, monitoraggi, attrezzature, martinetti, oneri tecnici, Iva, saliti oggi rispettivamente a 7.273.162 e 11.276.794) e che molto più lunghi sono stati i tempi per la sua realizzazione (nel 2002 erano stati previsti 456 giorni), non ci preoccupa. Guardando quest'opera, davvero qualcuno può pensare che potesse costare quattro milioni?»<br />
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Dal canto suo l'assessore ai Lavori pubblici ha ribadito che, nonostante tutte le polemiche, ha sempre voluto lavorare in silenzio senza prestare il fianco a polemiche e strumentalizzazioni, ma anche di non assumersi colpe che l'amministrazione non ha. «Un pensiero riconoscente invece - ha aggiunto - va a tutte quelle imprese che vi hanno lavorato e alle loro maestranze.<br />
Ponte di Calatrava. Neppure il 18 settembre sarà la volta buona.2008-08-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it358940<br />
Venezia -
Neppure il 18 settembre sarà la volta buona.<br />
Ormai "digerito" dai veneziani che se lo erano visto imporre come un corpo estraneo, il quarto ponte sul canal Grande disegnato da Santiago Calatrava non sarà inaugurato con cerimonie formali e men che meno dal Presidente della Repubblica. Eccessivo il rischio di manifestazioni di dissenso, non tanto da parte delle opposizioni di centrodestra in consiglio comunale, quanto dalle associazioni e dai familiari dei portatori di handicap. <br />
Il ponte così com'è, non risulta pienamente accessibile e il dispositivo a navicella che avrebbe dovuto trasportare una o due persone da una sponda all'altra del canale, è in forte ritardo con i tempi preventivati. Davvero curioso, se si pensa che il cantiere fu consegnato alla ditta costruttrice (la Cignoni di Lendinara) il 3 settembre 2002 con il vincolo di completare l'opera in 456 giorni e, ahinoi, un costo previsto di 3 milioni e 867mila euro. Il dibattito sull'accessibilità, comunque risale a molti anni prima e sembra essere stato se non ignorato, accantonato fino all'ultimo momento forse nella speranza che nessuno avrebbe protestato. Invece, le proteste ci sono state da parte delle principali associazioni dei diversamente abili, che si sono sentite prese in giro a cominciare dalla <b>famosa frase di Calatrava pronunciata in consiglio comunale e ricordata dal consigliere comunale Valerio Lastrucci</b>: "Sarà il primo ponte senza barriere architettoniche di Venezia".<br /><br />
<b>«Non faremo nessuna cerimonia - comunica l'assessore ai Lavori pubblici, Mara Rumiz,</b> dopo una riunione con il sindaco - ma il ponte sarà aperto ugualmente al transito molto presto. Mi dispiace per il 18 settembre - continua - perché la presenza del Capo dello Stato poteva essere l'occasione di affrontare il tema dell'accessibilità ad ampio raggio, ma non potevamo esporre il Presidente Napolitano ai fischi delle manifestazioni annunciate. Abbiamo cercato di lavorare per arrivare al completamento simultaneo di ponte e ovovia, ma le difficoltà di progettazione e omologazione dell'ovovia hanno portato ad uno slittamento dei tempi. Il ponte comunque è ormai ultimato e tra breve sarà aperto senza sfarzo e senza cerimonie».<br /><br />
Per realizzare e mettere in opera il ponte di Calatrava sono stati chiamati alcuni tra i migliori professionisti, i quali hanno messo del proprio nella lievitazione dei costi a 12 milioni e mezzo (senza contare le riserve in via di contestazione per altri 11 milioni), ma nel complesso la gestione dell'intera operazione sembra essere stata portata in modo non certo professionale.
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Senza scendere in dettagli tecnici, dei quali i politici non sono obbligati ad avere contezza, l'amministrazione comunale si è trovata in difficoltà persino ad esprimere in modo univoco il nome da assegnare all'opera. La popolazione veneziana, in un sondaggio del Gazzettino con più di mille cartoline arrivate in redazione, si era espressa per "ponte di Santa Lucia" o in subordine "di Santa Chiara" dai nomi delle chiese che si trovavano sulle due opposte sponde. Il sindaco propose invece "ponte de la Zirada", mentre il Consiglio comunale, con un ordine del giorno propose l'improbabile dizione "ponte delle sante Lucia e Chiara - detto ponte de le do Sante o di piazzale Roma". Una proposta che ha messo in serie difficoltà l'assessore alla toponomastica Augusto Salvadori, che pensa a una semplificazione del tipo "ponte de le do Sante".<br /><br />
Dato che l'inaugurazione non ci sarà se non tra molti mesi, quando la cosiddetta "ovovia" sarà completata e installata, ci sarà tutto il tempo per spremersi le meningi e trovare una denominazione adeguata senza farne un caso politico. Nel frattempo la vox populi un nome lo ha già adottato: "ponte di Calatrava". Che è poi quello che si voleva evitare.
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Il Presidente della Repubblica non inaugurerà il quarto ponte sul canal Grande.2008-08-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it358941<br />
Il Presidente della Repubblica sarà a Venezia il 18 settembre, ma non inaugurerà il quarto ponte sul canal Grande. L'amministrazione comunale, non senza rammarico, fa dunque marcia indietro dopo che aveva annunciato un taglio del nastro in pompa magna con tanto di spettacoli complementari anche senza il completamento e la messa in funzione dell'ovovia per disabili.<br />
La scelta è stata adottata dopo l'annuncio di proteste e fischi non solo da parte degli esponenti della minoranza di centrodestra in consiglio comunale, ma soprattutto da parte delle associazioni dei portatori di handicap e dei loro familiari. Così ieri, dopo una riunione a tre fra il sindaco, l'assessore ai Lavori pubblici Mara Rumiz e il capo di gabinetto Maurizio Calligaro, è arrivata la decisione: il ponte sarà aperto al transito ma senza inaugurazione, tantomeno con il Capo dello Stato. Se ci sarà un'inaugurazione formale, essa avrà luogo solo in concomitanza con la completa accessibilità dell'opera.<br /><br />
<b>«Abbiamo valutato la situazione - commenta Mara Rumiz - e abbiamo concluso che si aprirà il ponte al transito una volta che saranno ultimati gli ultimi ritocchi. Come assessore a me interessa realizzare le opere, non inaugurarle e il fatto di sentirmi accusata di insensibilità nei confronti dei diversamente abili mi ferisce. Ho sempre fatto attenzione al tema dell'accessibilità e gli atti parlano per me. Queste accuse le trovo ingiuste. In ogni caso, se la presenza del presidente Giorgio Napolitano rischia di scatenare polemiche e manifestazioni, pazienza. Rinunciamo alle cerimonie. Si aprirà il ponte al transito quando saranno terminati gli interventi. Tempi? La chiusura dei lavori era stata calibrata per quella data, quindi se non sarà il 18 sarà qualche giorno dopo. E - aggiunge - probabilmente non sarò tra i primi ad attraversare il ponte».</b><br /><br />
I continui ritardi e le continue lievitazioni dei costi sono ormai motivo di forte imbarazzo in seno al Comune, tanto che giunti a questo punto nessuno sa più che pesci prendere. Ad un anno dalla posa, finalmente i gradini e il parapetto ci sino, le spalle sono state rivestite in pietra d'Istria ed è stato aperto un piccolo passaggio dalla parte del palazzo ex Compartimentale per consentire il transito della gente nonostante la presenza del cantiere. Ciò che manca è il dispositivo traslante per disabili, una navicella che dovrebbe consentire l'attraversamento del ponte anche alle persone non in grado di salire i gradini con le proprie gambe. Il costo di questa "ovovia" è stato previsto in un milione e 200mila euro con affidamento all'impresa Cignoni di Lendinara, la stessa che si è aggiudicata nel 2002 l'appalto per la costruzione del ponte. Questa, come è accaduto per l'arcata metallica (costruita dalla Lorenzon Techmec di Noventa di Piave), si è rivolta ad un'impresa esterna.<br />
<b>«L'ovovia - conferma l'assessore</b> - si trova in un'impresa di Padova che ha un contratto di fornitura con la Cignoni. Mi sono vista con l'ingegner Vento (il responsabile del procedimento) e l'ingegner Redi (direttore dei lavori) per fare al più presto un sopralluogo in cantiere per vedere a che punto è questa ovovia e per avere un quadro preciso dei tempi necessari al completamento».<br />
Per quanto riguarda il ponte, il cui certificato di fine lavori risale al 30 giugno scorso, i lavori da ultimare sono ormai a livello di ritocchi: manca solo il raccordo in bronzo tra la spalla e i parapetti, nonché resta da calibrare l'illuminazione dall'alto per consentire la massima visibilità dei gradini. Questi, purtroppo, rimangono difficili da percepire durante le ore notturne anche da parte di chi ha una vista d'aquila.
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La Giunta si spacca sull'ipotesi di una sanatoria degli affittacamere abusivi.2008-05-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it356437<br />
<b>La Giunta si spacca sull'ipotesi di una sanatoria degli affittacamere abusivi, ipotizzata dal vicesindaco Michele Vianello e dall'assessore alle attività produttive Giuseppe Bortolussi.</b><br />
Una sorta di "contropartita" da offrire alla categoria, in cambio di un'alleanza da stringere proprio con gli albergatori contro la nuova legge regionale sul turismo che aumenterebbe ulteriormente la trasformazione della città in un grande albergo diffuso. Così, l'altro giorno, l'aveva descritta Bortolussi.<br />
<b>Ma tanti suoi colleghi di Giunta non ci stanno.</b><br />
<b>E ieri sono insorti l'assessore al turismo Augusto Salvadori, quello all'urbanistica Gianfranco Vecchiato, quello alla casa Mara Rumiz.</b><br />
La giornata comincia con l'irritazione di Vianello per le esternazioni dell'ex assessore Roberto D'Agostino contro la nuova legge regionale. Il vicesindaco si sfoga in Giunta, poi pubblicamente. «Non accetto lezioni dall'architetto D'Agostino, che da assessore ha predisposto gli studenti urbanistici che hanno consentito il sacco di Venezia. O da un altro ex amministratore come l'avvocato Giorgio Orsoni che sta patrocinando gli albergatori fuori Comune nella causa contro la Ztl. Prima di fare i capi della rivolta, bisognerebbe avere la coscienza a posto. Tra due anni io me ne vado e a questo punto non lascio più spazio a nessuno». Ciò detto, Vianello conferma il suo pensiero sulla legge, ma anche sulla sanatoria. «Sono contrario alle dependance, alle dimore ospitali e tutto quello che in questa legge danneggia Venezia. Ne parlerò con la Regione. E sono pronto anche a impugnarla davanti alla Corte costituzionale: la Regione non può togliermi gli strumenti urbanistici. Ci sono, però, alcune trasformazioni ormai irreversibili. E su questo fronte, sono contrario a fare la guerra contro i mulini a vento. Meglio condonare quello che è ormai, irreversibilmente, un albergo». Questo significa sanare tutti gli abusi? «Si vedrà caso per caso».<br /><br />
Roberto D'Agostino, che ieri aveva apertamente parlato di "resa alle lobby più potenti", torna alla carica: «Parlare di sanatorie e di condoni è il segnale che dà il via libera al disfacimento del tessuto della città. Come dire "ognuno faccia quel che vuole", legittimando ogni abusivismo. Quello che sta accadendo oggi fa capire chi sta di qua e chi, invece, sta dall'altra parte».
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<b>Ma torniamo in giunta</b>, nella quale insorge l'assessore al turismo e decoro Augusto Salvadori: «Da sempre sostengo che la battaglia per la difesa della residenza va fatta in modo prioritario e con grande forza. Dico fin d'ora che, se sarà necessario, proporrò un referendum tra tutti i nostri concittadini che vivono nella città storica contro quanto prevede questa riforma per Venezia. Il condono? Rispetto le opinioni di tutti, ma mi domando perché ci dovrebbe essere una sanatoria di abusi edilizi che hanno compresso il numero degli alloggi destinati alla residenza».
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Facile, a questo punto, che l'argomento venga affrontato nella riunione di Giunta convocata oggi a Murano.<br />
Anche perché <b>l'assessore Mara Rumiz ha già sollevato la questione con una lettera inviata al sindaco e ai colleghi Vianello, Bortolussi, Salvadori e Vecchiato: «Avrei sperato - dice l'assessore alla casa - che la riconosciuta specificità veneziana consentisse di contenere la spinta alla trasformazione di alloggi in residenze ad uso turuistico, mentre qui si va ad ampliare le possibilità.<br />
Mi è stato detto che tale norma serve solo a sanare la situazione: forse è irrilevante il fatto che io sia contraria ad ogni forma di sanatoria o di condono, ma almeno lo espliciti presentando tale norma come transitoria».</b><br /><br />
Durissimo Gianfranco Vecchiato: «Soono anni che prima come professionista e ora come assessore mi occupo di queste cose: non ne posso più di condoni e sanatorie. Non so se la linea della giunta sarà di accogliere una parziale sanatoria, so che io in giunta porterò la mia opinione negativa. Qualsiasi altro assessore all'urbanistica direbbe le mie stesse cose». Ma se non passasse l'idea del vicesindaco sul condono, cosa succederebbe dei vari abusi? «Si valuterà con gli uffici, di sicuro per quanto mi riguarda nessuna sanatoria».
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Calatrava. “Un’opera che la città lascia al futuro” - Intervista2007-08-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it355742<br />
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<b>La soddisfazione dell'assessore Mara Rumiz: «E' bellissimo, grazie a tutte le maestranze». L'inchiesta sui costi: «Troppo caro? No, sottovalutazione iniziale»</b><br /><br />
«Bello, no? Questa notte non ho chiuso occhio, troppa tensione, ma vederlo ora è davvero una grande soddisfazione: è bellissimo. I tecnici, le maestranze: sono stati tutti perfetti». <br />
L'assessora Mara Rumiz, ammira il «suo» ponte dalla terrazza del garage comunale: per festeggiare con i giornalisti è passata alla Coop a comprare due bottiglie di spumante. Si accende una sigaretta sottile -<br />
«Ho ripreso con Calatrava, ma ora smetto definitivamente», sorride - tira una boccata e prende fiato dopo tanta tensione. <b>Ma non si nasconde davanti all'evidenza scomoda delle molte questioni</b> <b>ancora irrisolte</b>, dalle grida di protesta dell'imprenditore Lino Lorenzon ai <b>costi</b> ancora non del tutto definiti dell'opera, ma certamente già <b>passati dai 5,450 milioni inizialmente preventivati ai 10,750 già raggiunti.</b> <br />
<b>Un ultimo dato si è aggiunto</b> nelle ultime ore, quello del <b>mezzo milione di euro</b> che è costata la delicatissima fase del doppio varo e della posa in opera dell'arcata, affidata alla San Marco Shipping-Fagioli Group e filata via liscia e veloce: non pare neppure un granché - la spesa - <b>nel turbinio di milioni che ha segnato la nascita del Quarto Ponte.</b><br />
<b>Il brindisi è d'obbligo dopo una tale «sfacchinata», ma dietro l'angolo c'è sempre l'inchiesta della Corte dei Conti sui costi levitati di anno in anno: a quanto siamo arrivati?</b><br />
«<b>Siamo</b> sempre a poco meno di <b>11 milioni di euro</b>, ma - francamente - sono sempre più convinta che all'inizio di quest'avventura si sia ampiamente sottovalutata la difficoltà e assoluta peculiarità quest'opera, con la conseguenza di sottovalutarne anche tempi, costi e modalità di appalto».
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Ha sentito le grida di protesta dell'imprenditore Lino Lorenzon, nella cui fabbrica è <b>stato fuso il ponte, ma non ancora pagato</b>, in causa con l'impresa Cignoni e «cancellato» dall'ufficialità del varo?</b>
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«L'appalto è stato vinto dalla Cignoni che, per la fornitura dell'arcata in acciaio, si è affidata alla Lorenzon. Riconosco che il ponte è stato realizzato dalla Lorenzon e vorrei ringraziare anche i suoi operai.<br />
Capisco l'amarezza di Lino Lorenzon, che con la Cignoni ha una causa in corso, ma sbaglia gravemente quando insulta le maestranze che sono al lavoro: così passa dalla parte del torto.<br />
Se non è stato con noi, sotto il ponte durante la posa, se non ha avuto il suo nome tra gli "autori" è proprio a causa di queste intemperanze. E' stato mal consigliato».
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La città ha applaudito all'operazione della posa in opera e pare - dopo tante polemiche - iniziare a prendere confidenza con il Quarto Ponte. Ma <b>resta la perplessità di fondo: a cosa serve?</b><br />
«Accetto le proteste che ci sono state come parte della democrazia, capisco anche che qualcuno possa chiedere "Più case, meno ponti". <br />
E' giusto che i bisogni siano la prima preoccupazione di un'amministrazione, ma non la sola: il dovere di un'amministrazione è anche lasciare a chi verrà dopo di noi un segno, il migliore possibile, del nostro mondo e certamente quest'opera - per forme, materiali, tecnologia - è figlia dell'ingegno dell'uomo di questo secolo. Ho un solo rammarico».
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<b>Quale?</b><br />
«Quello che <b>non si sia pensato sin da subito di garantirne l'accessibilità per tutti: ai disabili, alle donne con i passeggini, agli anziani.</b> <br />
Un ponte ha un grande valore simbolico: sarebbe stato un messaggio importantissimo che Venezia si presentasse ai suoi cittadini e ai visitatori offrendo come prima immagine di sé quella di una città fruibile da tutti. E, attenzione, nonostante tanti luoghi comuni, Venezia è una città molto più accessibile e vivibile di tante altre».<br />
Prima di togliersi il piacere della prima «traversata» sopra il ponte, l'assessore Rumiz dà appuntamento ai prossimi giorni, per i lavori di allestimento del ponte, con un ringraziamento: «Voglio ringraziare di cuore tutti quelli che hanno dato l'anima per questo ponte. <br />
Le maestranze, bravissime: ho scoperto professionalità enormi, che operano in città da Fagioli a Boscolo Bielo, da Cignoni a Lorenzato. <br />
Ma anche tutti i dipendenti comunali che sono andati ben oltre il dovere. <br />
Spero di non dimenticare nessuno se dico Lavori pubblici, Traffico acqueo, Polizia municipale, Ufficio Comunicazione, Protezione civile, Centro maree, Actv».<br />