Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Tommaso SODANOhttps://www.openpolis.it/2011-08-14T00:00:00ZNapoli. «Città libera dai rifiuti, abbiamo mantenuto la promessa»2011-08-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it590931 <br />
«La città è finalmente pulita, tanto che i rifiuti in giacenza per le strade sono prossimi allo zero. Da stasera si inizierà a rimuovere la parte dei rifiuti combusti, portando così via i cumuli residui. Come promesso, dunque, Napoli a Ferragosto è una città liberata dalla spazzatura, dopo un intenso impegno da parte dei lavoratori della Asìa e di tutte le altre ditte incaricate della rimozione dei rifiuti cittadini, che questa amministrazione infatti vuole ringraziare».
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Lo dichiara il vicesindaco di Napoli con delega all'Ambiente, Tommaso Sodano.<br />
«Ulteriore ringraziamento lo rivolgiamo alla Sapna, per la leale collaborazione dimostrataci: è stata proprio tale collaborazione che ha consentito, in una condizione di precarietà impiantistica, questo straordinario risultato», aggiunge Sodano.
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«Adesso i cittadini devono aiutarci a mantenere la città pulita rispettando gli orari di conferimento e denunciando quanti, in modo incivile e illegale, abbandonano i rifiuti per la strada, compresi quelli ingombranti, non rispettando orari e spazi di raccolta. Si tratta di comportamenti inaccettabili che questa amministrazione perseguirà disponendo un incremento dei controlli e delle sanzioni», conclude il vicesindaco di Napoli.<br />
«Pecorella, ipocrisie sull’inceneritore di Napoli est» - INTERVISTA2011-07-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589856<br />
Rispondo al presidente dell’Ecomafia: «Il termovalorizzatore di Napoli est? E' una truffa».
<p>L’ex avvocato di Berlusconi contro l’ex magistrato. Le parti però sono invertite.<br />
Stavolta infatti l’inquirente non è De Magistris ma Gaetano Pecorella, che, in veste di presidente della Commissione Ecomafia, è stato in visita in Campania a ispezionare gli impianti e a presidere audizioni. Un tour di tre giorni che ha portato l’ex legale del Cavaliere a una conclusione: per risolvere il dramma dei rifiuti basta costruire un secondo inceneritore a Napoli. E se l’ex toga si oppone, «manca di buon senso», ha spiegato Pecorella in un’intervista uscita ieri sul Mattino: «Non si può chiedere la solidarietà delle regioni dicendo no a tutto». <br />
Il parlamentare si è lamentato anche del numero eccessivo di interdittive antimafia emesse dalla Prefettura (in tutto 42) nell’ambito dell’emergenza rifiuti: «Spesso questi provvedimenti vengono emessi senza elementi sufficienti e si provoca un danno alle aziende».
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La pensa in tutt’altro modo Tommaso Sodano, vice sindaco di De Magistris, che con il libro “La Peste” ha denunciato tutte le connivenze, passate e in corso, tra clan e politica nei rifiuti. A suo avviso, non solo l’inceneritore non è una soluzione ma rappresenta un rischio: «Se si costruisce l’impianto di Napoli est - è l’allarme che lancia Sodano - la camorra continuerà a condizionare il ciclo dei rifiuti in Campania»
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<b>Facciamo un passo indietro. Che cosa risponde a Pecorella?</b>
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Io credo che sia ipocrita parlare di impianti, che per essere completati hanno bisogno di quattro o cinque anni, quando il problema riguarda le prossime 72 ore. Le dichiarazioni dell’onorevole Pecorella rientrano in quello schema che in questi anni ha alimentato l’emergenza in Campania, trasformandola in un modello esportato anche altrove. Per cui respingiamo al mittente la provocazione. E ribadiamo che in questo momento non accettiamo ricatti.
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<b>Pecorella vi accusa di avere una posizione ideologica sulla questione inceneritore.</b>
<p>Il nostro no dipende da ragioni pratiche. Sono piuttosto gli altri ad assumere posizioni ideologiche. Il termovalorizzatore di Brescia ad esempio ha da diverso tempo la quarta linea ferma perché non ha abbastanza spazzatura da bruciare. Eppure rifiuta di prendere la nostra immondizia, preferisce adoperare il cippato di legno che è molto più costoso.
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<b>Perché siete contrari alla costruzione del termovalorizzatore a Napoli est?</b>
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L’ho detto anche ieri (giovedì, ndr) in commissione ecomafia. È necessario indagare sulla gara di appalto dell’inceneritore di Napoli Est. Così come dissi all’epoca che il termovalorizzatore di Acerra era una truffa, oggi si rischia di fare un regalo enorme all’imprenditore che vincerà l’appalto. Quella di Napoli Est è una gara che grida vendetta perché favorisce unilateralmente l’impresa.
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<b>Cosa c’è che non va?</b>
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Il costo dell’opera graverà per la maggior parte sulle spalle dei cittadini, grazie al project financing, previsto dal bando che è di oltre 400 milioni di tonnellate. Inoltre, l’impianto prevede una capacità di circa 450mila tonnellate all’anno. Ma la città di Napoli ne produce poco meno di 500mila. Questo vuol dire due cose. O che la raccolta differenziata si dovrà bloccare o che per far funzionare l’impianto sarà necessario importare rifiuti da fuori. È una vera e propria truffa. L’Europa ci impone di raggiungere entro il 2012 il 65 per cento di raccolta differenziata. Ma noi costruiamo comunque un inceneritore da 450mila e diamo una concessione per 20 anni. A ciò si aggiunga che il costo di conferimento a Napoli Est sarà il doppio rispetto a quello di Acerra. Il rischio è che il ciclo dei rifiuti in Campania possa essere condizionato dalla criminalità per ancora molto tempo.
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E nell’immediato che si fa?</b>
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Eravamo riusciti a scendere sotto le mille tonnellate per strada, ma nel giro di qualche giorno torneremo sopra le 2000.
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<b>Di chi è la colpa?</b>
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Da martedì cominceranno i trasferimenti fuori regione, per cui l’emergenza da affrontare riguarda questo fine settimana. Basterebbe che il presidente Caldoro facesse un ordinanza e imponesse il conferimento dei rifiuti fuori provincia. Nelle discariche di Caserta e Avellino ci sono infatti ancora volumi disponibili.
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<b>Perché l’ordinanza non viene fatta?</b>
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Inizialmente Caldoro aveva promesso di farlo ma alla fine ha ceduto al ricatto dei potentati politici di Avellino e di Caserta. Non vuole scontentare i suoi referenti di partito, compiendo un atto irresponsabile, che indebolisce la solidarietà che ci hanno espresso le altre regioni. Mi auguro che almeno domani e domenica si tenga aperto lo Stir di Santa Maria Caputa Vetere, solitamente chiuso nel weekend non per problemi di spazio ma per non dover pagare gli straordinari agli operai.<br />
«Ecco chi boicotta Napoli» - INTERVISTA2011-06-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it586138<br />
«In alcune zone della città è come se stesse scoppiando una guerra. Registriamo fenomeni delinquenziali che ci inquietano molto».<br />
«Siamo preoccupati. L’amministrazione comunale sta facendo di tutto per affrontare questa crisi. Ma ci sono in atto fenomeni delinquenziali che ci inquietano molto».
<p>Tommaso Sodano da anni lotta contro sprechi, clientele e follie di un ciclo rifiuti che da 17 anni in Campania è dannatamente incompleto e inefficiente. Da dieci giorni è vicesindaco e assessore all’Ambiente. Ed è alle prese, da amministratore, con una crisi che non accenna a migliorare.
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<b>Quale è la situazione attuale?</b>
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Per le strade della città ci sono 2400 tonnellate di rifiuti, ma se non si riesce a diminuire la giacenza un miglioramento è difficile. Il Comune deve fare bene la raccolta e potenziare la differenziata. E lo stiamo facendo. Abbiamo aperto un sito di trasferenza, c’è una nuova area di undicimila metri quadrati, e ieri c’è stato un accordo istituzionale che permette il flusso verso le altre province. Di accordi come questo, però, ne ho visti tanti: ora bisogna vedere se sarà rispettato.
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<b>Il nodo è sempre lo stesso: la mancanza di impianti.</b>
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Berlusconi e Bertolaso hanno gestito la struttura commissariale per anni, con poteri in deroga a qualsiasi norma e anche alla democrazia dei sindaci. Perchè non è stato realizzato il compostaggio? Noi, intanto, siamo pronti ad estendere la raccolta porta a porta a 325mila abitanti da settembre, ma servono risorse e la garanzia dei trasferimenti del residuo indifferenziato, che oggi va agli Stir. Ma stiamo registrando fenomeni inquietanti che hanno trasformato alcune parti della città in zone di guerra: incendi, caos. In alcuni casi non si tratta della protesta degli abitanti, ma di veri fenomeni delinquenziali dietro ai quali si cela una regia. Ad alcuni lavoratori del servizio d’igiene urbana sono arrivate minacce.
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<b>Una regia di chi, Sodano?</b>
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Di qualcuno che non vuole che le cose cambino.
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Napoli, le condizioni di un "nuovo inizio"2011-03-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558894<br />
Due fatti delle ultime ore che aiutano a capire quello che sta succedendo a Napoli.<br />
Venerdì pomeriggio, passata la paura dell'arrivo del Commissario prefettizio, Rosa Russo Jervolino, sindaco di Napoli da 10 anni, è tornata a Palazzo San Giacomo ed ha tenuto una riunione di Giunta che ha approvato importanti delibere. Ordinaria amministrazione? No, purtroppo. Ma una variante al Piano urbanistico attuativo di Bagnoli su cui si misura il fallimento, dopo 18 anni, del governo della città di Napoli.
<p> Una variante grave perché sostanzialmente consente la costruzione di 600 case in più in sostituzione di attività del terziario avanzato. Bagnoli, luogo simbolo del presidio operaio della Italsider, che aspettava bonifiche, recupero della linea di costa attraverso la rimozione della colmata a mare e rilancio produttivo con attività a basso impatto ambientale, si trova oggi a veder stravolto quello che era stato il Piano regolatore voluto da Vezio de Lucia a fine anni 90.
<p>Su Bagnoli si tradisce lo spirito della scelta iniziale di una grande opera di trasformazione urbana e industriale, sull'esempio delle migliori esperienze europee. Con il cambio di destinazione urbanistica si stravolge quello spirito e si cede alla lobby dei costruttori.
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Sabato mattina, nel centro storico di Napoli, in un teatro stracolmo con centinaia di persone rimaste fuori, è partita la campagna elettorale di Luigi De Magistris, candidato a Sindaco di Napoli. C'erano le associazioni, i comitati di cittadini contro le discariche e gli inceneritori, c'erano gli operatori del terzo settore che denunciano la pessima gestione delle politiche sociali del Comune e del mancato finanziamento da parte della Regione, c'erano gli operai della Fiom, il mondo dei saperi dall'Università alle professioni, c'erano gli artisti, ma c'era soprattutto il popolo della sinistra che è stanco delle modalità di governo di questi anni.
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C'era la Napoli che non si rassegna all'idea che per liberarsi dalle gestioni clientelari del centrosinistra e del bassolinismo debba consegnare anche la città di Napoli alla destra collusa con la camorra dei Cosentino e dei Cesaro.
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C'era il Prc e la FdS, ma le assenze che si notavano di più erano soprattutto quelle del Pd e di Sel.<br />
Non si capisce perché Sel continui a nicchiare e a mantenere una sorta di subalternità al Pd campano che, dopo il disastro delle primarie, piuttosto che fare autocritica e lasciare la mano a chi meglio potrebbe incarnare la voglia di riscatto di una città e del suo popolo, vuole imporre un suo nome come quello del prefetto Morcone, sconosciuto nella città.
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Sembra quasi che il Pd preferisca perdere le elezioni a Napoli piuttosto che cambiare radicalmente il modo di concepire il governo, come è già avvenuto alle Provinciali del 2009 e alle regionali del 2010. Se non si fanno i conti con quello che è avvenuto in questi 18 anni di governo delle Istituzioni locali, non si uscirà dal tunnel. Se non si fa un'autocritica profonda e vera rispetto alle aspettative deluse dei cittadini, difficilmente si può riprendere un cammino comune.
<p>Bisogna tornare indietro nel tempo, al 1993, quando Bassolino fu eletto per la prima volta Sindaco di Napoli con l'appoggio del Pds, del Prc e della Rete, con il Partito popolare all'opposizione. Un'alleanza frontista, come si diceva un tempo.
<p> Una Giunta di altissimo valore che creò, nei primi anni, uno straordinario entusiasmo e una partecipazione della città con tutte le sue voci. Si parlò forse con troppa enfasi di un nuovo Rinascimento napoletano, ma sicuramente c'era una città viva, con grandi opere come la metropolitana che prendevano avvio e, soprattutto, con un grande fermento culturale.<br />
Ma con il passare degli anni qualcosa comincia a cambiare.
<p>Nel 1998 Bassolino diventa Ministro del Lavoro nel Governo D'Alema. Un'esperienza che dura poco e con risultati che offuscano un pò l'immagine che aveva costruito come Sindaco. Da lì inizia un lento declino del personaggio. Nel 2000 si candida alle Regionali, e diventa Presidente. Ma non c'è più la società civile protagonista e partecipe come nel 93. C'è il sistema delle consulenze e delle prebende che assume la centralità nell'azione di Governo.
<p>La crisi dei rifiuti, il buco nella sanità, la gestione fallimentare della formazione professionale e dei finanziamenti comunitari alle imprese sono il tratto distintivo degli ultimi anni. E c'è soprattutto l'abbraccio mortale con De Mita, Mastella e i poteri forti a caratterizzare quegli anni.<br />
Si crea "il sistema ".
<p> Il consenso elettorale non lo si forma più con la condivisione di un progetto e la partecipazione, ma con il metodo clientelare. Bassolino, che aveva combattuto il sistema di corruzione nella ricostruzione post terremoto in Irpinia, si trova a utilizzare pratiche e metodi tipici di quel periodo.
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Le vicende di queste ultime ore, con le dimissioni farlocche di 31 consiglieri comunali, rappresentano plasticamente il segno del decadimento delle Istituzioni a Napoli e in Campania. La fine di un'epoca. Sarebbe auspicabile un sussulto di dignità della Jervolino con le dimissioni volontarie e la parola fine a una storia che si chiude mestamente.
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Con Luigi De Magistris oggi ci sono le condizioni per un nuovo inizio a Napoli, nel meridione e con uno sguardo attento a quanto ci arriva dall'altra sponda del mediterraneo.
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