Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Bernardino De Rubeishttps://www.openpolis.it/2011-03-20T00:00:00ZSindaco di Lampedusa: "Noi la tendopoli non la vogliamo"2011-03-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559179<br />
Non usa mezzi termini il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, che oggi prende parte alla manifestazione indetta in segno di protesta per l'annunciato allestimento di un accampamento di tende per ospitare le migliaia di immigrati giunti in questi giorni sulle coste dell'isola dal Nord Africa. ''Siamo scesi in piazza -dice De Rubeis all'Adnkronos - perché ci opponiamo all'idea di montare una tendopoli. Siamo determinati a non far sbarcare dalla nave le attrezzature necessarie, le tende se ne torneranno da dove sono venute''.
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''Vista la situazione, consentiremo invece l'arrivo dei tir che trasportano i bagni chimici. La popolazione - spiega De Rubeis - intende far sentire la propria voce e ribadire la propria contrarietà al progetto di piantare le tende sull'isola''.<br />
Lampedusa. «Dal governo solo proclami» - INTERVISTA2009-01-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388431<br />
Bernardino (Dino) De Rubeis, sindaco di Lampedusa, è in questo momento nell'occhio del ciclone. Ha scelto di stare dalla parte dei lampedusani, e di opporsi alla costruzione di un centro di identificazione ed espulsione (Cie) nell'isola. Ha partecipato alla costituzione di un comitato, si è speso nelle manifestazioni e sarà oggi in prima fila nel corteo che attraverserà l'isola per ribadire la propria opposizione alle scelte del governo. «Sono state dette tante falsità sul mio conto. C'è stato chi mi ha attribuito affermazioni razziste che non appartengono alla mia cultura e chi invece minaccia di denunciarmi per aver sobillato la popolazione e gli immigrati. Assurdo».<br />
<b>Qual è invece la verità?</b><br />
Già nel 2006, l'allora sindaco e la neosenatrice della Lega Nord, Angela Maraventano, insieme a 3.500 abitanti dell'isola, tentarono di bloccare i lavori per la costruzione del centro ora in funzione, quello in Contrada Imbriacola, c'era il timore che in uno spazio per 400 persone ne potessero arrivare 2.000. Avevamo ragione ma accettammo. Poi durante il governo Prodi, il centro è stato ben gestito. Dava una buona accoglienza alla povera gente che arrivava ma poi entro 48, al massimo 72, le persone venivano smistate in luoghi di accoglienza nel resto d'Italia. Potevano esserci dei problemi ma così c'era un flusso scorrevole. Con il governo Berlusconi è cambiato tutto: prima il pacchetto sicurezza, poi l'accordo con Gheddafi che ogni tanto rispunta, ma di cui non si vedono effetti. Solo proclami. In un anno il numero degli arrivi è triplicato. Abbiamo continuato ad accogliere ma il governo ha risposto con questa idea assurda del Cie alla ex base Loran, a Capo Ponente, facendo diventare Lampedusa una sorta di ultima spiaggia. Ma Lampedusa è Italia, non è Libia e non è una zona franca. Con questo progetto si vuole applicare da noi la direttiva europea sui rimpatri e gli immigrati saranno costretti a restare qui anche per 18 mesi. Diventeremo come l'Asinara.<br />
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Quante persone potrebbe ospitare il nuovo centro?</b><br />
Anche 30 mila, basta costruire prefabbricati nell'area che è di circa 500 mila metri quadrati, già recintati con filo spinato in abbondanza. Sarebbe inumano per chi ci finisce e ucciderebbe tutta la nostra economia basata sul turismo.<br />
<b>Quindi oggi un altro sciopero generale?</b><br />
Sì, c'è il corteo, che sarà pacifico, e una manifestazione di piazza e poi un comizio e un'assemblea. E' giusto che i lampedusani decidano insieme sul da farsi. Gli esponenti del governo invece di prendersela con me e con i miei concittadini dovrebbero venire e discutere pubblicamente, come ai tempi della Antica Roma. E' questa la mia idea di democrazia.<br />
<b>Che risposta da Roma?</b><br />
C'è stata una "secretazione", poca informazione e molta confusione. Basti pensare che i ministri Maroni e Calderoli mi accusano di incitare le folle e di aver favorito la fuga degli immigrati, chiedendo che io venga denunciato, rimosso, magari anche arrestato, chissà. Contemporaneamente il premier dice che gli immigrati non sono fuggiti ma sono usciti come ogni giorno per prendersi un caffè o una birra. Che si mettessero d'accordo almeno. La verità è che nessuno è mai potuto uscire dal centro. Del resto ci sono almeno 700 agenti di polizia. Ora la loro presenza è necessaria ma il nemico non sono i due popoli, quello dei lampedusani e quello degli immigrati. Sono due popoli sofferenti, basti pensare a quello da cui fuggono tanti immigrati e a quelli che muoiono in mare. Per questo dico che il governo doveva parlare con noi prima di decidere. Insieme avremmo trovato una soluzione.<br />
<b>Gli immigrati fuggiti sono stati accolti dai manifestanti.</b><br />
Certo, hanno anche trovato riparo perché pioveva e abbiamo dato loro da bere. Poi sono rientrati, nella speranza di una soluzione positiva. Volevano parlare con noi. Nel frattempo il governo sta stringendo un accodo con la Tunisia per i rimpatri. Saranno tempi lunghi e c'è il rischio che non vengano rispettati i loro diritti. Ma ci sono anche altri problemi da sempre irrisolti. Intanto quello degli spostamenti. Da 7 giorni la nave che arriva da Porto Empedocle non può partire per il maltempo. Ci hanno ridotto i voli, non abbiamo più i grandi 737 di Airone ma solo gli Atr 42 di Meridiana, con meno posti disponibili. Un paesano malato terminale è riuscito a malapena a trovare il posto per poter morire in pace con i suoi mentre una nostra anziana che ha avuto una emorragia interna è arrivata tardi a Trapani ed è morta in ambulanza. Da giorni cerchiamo il modo per far rientrare la salma.<br />
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C'è chi sta restituendo i certificati elettorali per protesta.</b><br />
Da noi votano 4.300 persone, nel '63 Lampedusa non andò a votare perché chiedeva servizi. Scese Taviani e fece realizzare scuole nuove e l'aeroporto. Ma quelli erano politici di altro spessore. Oggi sia la Sicilia che Lampedusa sono abbandonate a se stesse.<br />
<b>Inevitabile chiederle un parere sulla Maraventano.</b><br />
Ho apprezzato il coraggio con cui è venuta a difendere Maroni ma ha sbagliato e la gente le ha dato della traditrice e della venduta. Da sindaco e da ex amico mi sono recato ieri sera all'arma dei carabinieri per denunciarla. Mi ha accusato di portare all'esasperazione la gente e l'isola al disastro. Ci vedremo in tribunale. Lampedusa e io chiediamo aiuto alla sinistra perché si sta compiendo un disegno diabolico della Lega. A loro non importa nulla di noi, ci vogliono usare per avere consenso nel resto d'Italia. Vogliono concentrare da noi tutta questa gente che merita migliore accoglienza e non il carcere a cielo aperto. Ma Lampedusa non è disposta a subire e si opporrà alla Lega che sembra diventata egemone nel governo.
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«Lampedusa corre il rischio di diventare una Alcatraz nel Mediterraneo» [Link interno: "ONU"]2009-01-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388355<br />
Morta una nigeriana. Ue: all'Italia 71 milioni di euro per rimpatrio dei migranti.<br />
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Agrigento - Ancora morte a Lampedusa. Un giovane nigeriana sbarcata ieri insieme ad altri 50 migranti è morta per ipotermia dopo una settimana trascorsa in mare. Sul barcone arrivato ieri c'era anche un cadavere: i superstiti hanno raccontato che durante la traversata sarebbero morte «altre 8-10 persone».
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Migranti fuggiti dal centro di accoglienza. Alcuni immigrati fuggiti la notte scorsa dal Centro di prima accoglienza sarebbero stati tutti rintracciati dalla polizia e dai carabinieri che hanno setacciato l'isola. All'interno del Centro di prima accoglienza, tuttavia, sono ancora in corso alcune verifiche. Nella struttura, che ha 850 posti letto, si trovano in questo momento 1840 immigrati e cresce sempre di più la tensione anche fra i profughi di diverse etnie.
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Sull'isola sale la tensione. Ieri manifestazione di circa 200 persone davanti il centro di prima accoglienza al collasso.<br />
<b>Il sindaco Bernardino De Rubeis</b> ieri aveva annunciato la revoca alla sua vice, la senatrice della Lega, Angela Maraventano, favorevole alla decisione del ministro dell'Interno Roberto Maroni di trattenere sull'isola gli immigrati giunti in queste ultime settimane, in attesa della loro identificazione e del rimpatrio coatto. Spaccatura all'interno dell'amministrazione dell'isola anche per la decisione del Governo Berlusconi di costruire sulla più grande delle Pelagie un nuovo centro immigrati Oggi un nuovo grido d'aiuo:<br />
«Lampedusa corre il rischio di diventare una Alcatraz nel Mediterraneo». <br />
Il sindaco la scorsa notte ha convocato un consiglio comunale straordinario sull'emergenza immigrazione. In un ordine del giorno, votato all'unanimità da tutti i consiglieri comunali, viene proclamato lo stato di agitazione contro la decisione del Governo Berlusconi di costruire sulla più grande delle Pelagie un nuovo centro immigrati.
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L'<a href="http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=43124&sez=HOME_INITALIA">ONU</a> ieri aveva definito la situazione nel centro di primo accoglienza insostenibile che potrebbe degenerare creando «seri rischi per la sicurezza dei migranti e del personale che vi lavora».
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Ue: a Italia 71 milioni di euro per rimpatrio. La Commissione Ue ha stanziato circa 71 milioni di euro per il periodo 2008-2013 per l'Italia, nell'ambito del fondo europeo per i rimpatri. La commissione, rende noto un comunicato, ha anche adattato il primo programma annuale per il 2008, per il finanziamento di progetti quali la mappatura delle principali comunità di immigrati in Italia, i programmi di rimpatrio volontario assistito e l'organizzazione di voli charter di rimpatrio in cooperazione con altri stati Ue e l'agenzia europea Frontex. «Con l'approvazione di questo programma pluriennale - ha detto ha commentato il commissario Ue alla Giustizia, sicurezza e libertà Jacques Barrot - l'Italia ha dato prova di impegno per una gestione equilibrata dei rimpatri, che renda più efficaci le operazioni e al tempo stesso incentivi e promuova i rimpatri volontari assistiti».<br />
Lampedusa. «Quel lager non lo voglio Gli taglio l’acqua e le fogne» - Colloquio2009-01-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388142<br />
Le parole del ministro Maroni sono sberle inattese per il sindaco di Lampedusa Dino De Rubeis che contesta e contrattacca: «Da temporaneo Centro accoglienza ci vuole trasformare in Centro espulsioni. Lasciando poi gli immigrati qui perché non saprà dove espellerli. E la buffonata di Maroni che a Varese cerca gli applausi dei nordisti annunciando "nuove strutture" a Lampedusa. Quindi, un nuovo centro per i clandestini nell’isola. Non glielo consentiremo».
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E’ un ciclone inarrestabile la rabbia di questo sindaco quarantenne che stava per farsi prete nel ‘92, poi innamoratosi della politica e degli autonomisti di Lombardo, infine alleato alla Lega Nord contro cui adesso si scaglia nonostante qui il vicesindaco sia proprio la «pasionaria» di Bossi, la senatrice Maraventano: «Ho capito dove va a parare Maroni con la sua politica fallimentare. Vuole un secondo centro a Lampedusa. E ce l’ha già pronto. E il vecchio lager che confina con la pista dell’aeroporto. Ceduto due anni fa dal Viminale all’Esercito. Ristrutturato incredibilmente per le vacanze di generali e colonnelli. Ora si prepara un nuovo scambio su duemila metri quadrati di copertura appena ultimati, più di 40 grandi alloggi. Ma abbiamo capito il loro gioco. Diffidiamo. E non gli diamo né acqua né allacci fognari».
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Scruta i caseggiati freschi di intonaco con vista sulla pista, oltre la rete metallica, e De Rubeis tuona contro la «buffonata»: «Siamo offesi. Dalla visita del ministro ci aspettavamo risposte serie, un rilancio dell’immagine, una vicinanza del governo. Niente. Parlano di cose che non conoscono. Chi dovrebbe espellere Maroni? Può farlo con gli egiziani perché esiste un trattato. Ma non con gli altri disperati, non con somali, eritrei, sventurati fuggiti da guerre e torture del Corno d’Africa. Quindi, se blocca i trasferimenti a Crotone o Caltanissetta, a Bari o Agrigento, resteranno tutti confinati qui per mesi e mesi».
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E’ la prospettiva che fa scattare un’immagine pesante: «Questo governo ripete la storia del fascismo, quando a Lampedusa Mussolini spedì tremila confinati. E per queste pippe mentali di Maroni noi rischiamo di avere di nuovo tremila clandestini in un’isola con seimila abitanti». Poi denuncia il peggio che ha visto. E svela l’esistenza di rozzi centri ustioni dall’altra parte del Mediterraneo: «Sa qualcosa Maroni delle tante mani bruciate che vediamo qui a Lampedusa? Tanti arrivano con i polpastrelli ustionati per evitare il rilevamento delle impronte digitali. Come sanno i funzionari di polizia, in difficoltà. Ecco altre sevizie imposte alla fine dell’esodo lungo i calvari del deserto, prima della partenza dai porti libici...» .
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Forse anche per questo evoca la sua esperienza in seminario e, forte della radice cattolica, si appella al Papa: «Sua Santità esca dal suo palazzo, bacchetti, imponga aiuto. E le associazioni umanitarie non stiano silenziose. Laura Boldrini come portavoce Onu per i rifugiati lanci un forte messaggio». Appelli molteplici di un sindaco allarmato dal «rischio rivolta» dopo il ponte aereo scattato ieri solo per 99 bambini trasferiti a Bari: «Sono rimasti 1.378 immigrati nel centro della ex caserma Adorno. Con 381 posti che al massimo possono ampliarsi fino a 772. E con un piano sicurezza che prevede un limite invalicabile di 1.200 ospiti. In passato ci sono state fughe a caccia di una birra. Ma adesso, se s’affaccia lo spettro del rimpatrio forzato, del ritorno nel deserto, dell’inutilità delle violenze subite da donne e bambini per arrivare fin qui, c’è il rischio del finimondo».
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Allarme contestato dal Viminale con la stoccata del prefetto Mario Morcone, responsabile del Dipartimento immigrazione: «I sindaci dovrebbero fare i sindaci...». Ma l’ex seminarista non porge l’altra guancia: «Non diventerò loro complice».
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