Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Massimo CIALENTEhttps://www.openpolis.it/2014-01-11T00:00:00ZAttacco frontale da mezzi d'informazione2014-01-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it712765Non rimango neppure se me lo dovessero chiedere Renzi e Letta, non si è mai visto un generale che guida il suo esercito con un cavallo zoppo. Non posso andare da Letta a spiegare che cosa succede all'Aquila. Non posso andare da Letta a dovermi giustificare sulle accuse che hanno fatto alla mia famiglia sui lavori di casa mia. Sarei un sindaco senza credibilità.L'Aquila. «Lo Stato ci ignora. Riconsegno il tricolore» 2013-05-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it689345<br /> «Riconsegno oggi nelle Sue mani, Signor Presidente della Repubblica, la fascia tricolore. Le comunico che lo abbiamo deciso come Giunta. Che venga lo Stato a spiegare ai cittadini le sue logiche e le sue scelte».
<p>«Noi qui stiamo letteralmente crepando. Non mi rassegno. Non mi rassegno e non sopporto più l'idea che gli incartamenti relativi ai nostri finanziamenti possano stare per mesi fermi su una scrivania, ricevendo lo stesso trattamento che viene riservato a qualsiasi altra pratica alla quale tocca subire l'inefficiente burocrazia del Paese.
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Scrivo questa lettera per esprimere la mia profonda preoccupazione, il mio rammarico e la mia mortificazione come Sindaco e come Italiano per quanto sta accadendo a L'Aquila. Sono quattro anni che la ricostruzione non parte, quattro anni che la Città, uno dei centri storici più importanti d'Italia, è deserta, distrutta. Muta testimonianza dell'inefficienza del sistema Paese. Dopo la vergognosa parentesi del commissariamento, finalmente, con la legge cosiddetta Barca, gli strumenti per la ricostruzione sono passati ai Comuni; ci siamo dati da fare, abbiamo cercato, nonostante le mille difficoltà, di avviare a definizione migliaia di progetti, perché l'imperativo fosse ridare una casa ad oltre quarantamila sfollati e restituire il centro storico alla sua vita. Alla sua dignità. Dal mese di ottobre sono finiti i soldi.
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Dal mese di ottobre i cantieri che erano aperti hanno dovuto sospendere i lavori ed oltre duemila progetti, pari ad oltre 300 grandi condomini e 60 aggregati aspettano solo il finanziamento per poter riprendere l'attività di ricostruzione. Dietro a questi numeri vi sono migliaia di famiglie che attendono. Ci è sempre stato detto che avremmo potuto contare, come comune dell'Aquila, sui 985 milioni di euro della delibera Cipe n.135 del dicembre 2012. Questi soldi di cui solo una parte di cassa, a oggi 6 maggio 2013, ancora non arrivano.
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Lo Stato, inteso come un sistema che dovrebbe essere capace di farsi carico realmente in scienza e coscienza, delle necessità reali, sta affrontando la vicenda aquilana con un atteggiamento burocratico di esasperata lentezza che nasconde l'assoluta mancanza di solidarietà e di rispetto istituzionale, l'assoluto disinteresse al destino delle Istituzioni locali, ma soprattutto dei cittadini aquilani, riparandosi nella giustificazione di fredde ed insensibili procedure burocratiche.
<p>Come sindaco, mi sento umiliato; umiliato nel dover telefonare a funzionari vari, dovendo ogni volta spiegare l'emergenza aquilana, la necessità di ricevere i finanziamenti. Mi sento umiliato di ricevere la risposta: 'Abbiamo bisogno dei nostri tempi'.
<p>Umiliato nel dover spiegare che affinché L'Aquila non muoia c'è immediatamente bisogno di un decreto che con un meccanismo di cassa depositi e prestiti, finanzi un altro miliardo per rispettare il nostro cronoprogramma. Io, Noi, non ce la facciamo più. Non so più come spiegare che in questi mesi, gli unici nei quali a L'Aquila si può lavorare nell'edilizia prima che torni il gelo del nostro inverno, migliaia di cantieri non possono partire. Stiamo perdendo un altro anno. <p>
La rabbia è tanta. <p>
Nuovamente ieri ho subito un aggressione, dapprima verbale e poi fisica, da parte di un gruppo di giovani disoccupati e senza casa. Fortunatamente sono stato difeso da altri cittadini. Lo Stato ci costringe a riconoscerci solo nella bandiera della Città nero verde, colori che nel 1703 sostituirono il bianco ed il rosso. Dopo il terremoto del 1703 gli aquilani scelsero il nero del lutto ed il verde della speranza. Oggi, se dovesse continuare così, ci si costringerà a togliere anche il verde. Da oggi non indosserò più la fascia tricolore e ammainerò il tricolore da tutti gli edifici pubblici comunali».
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<i>La lettera del sindaco è stata inviata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell'Economia, al Ministro per la Coesione Territoriale, al Ministro dello Sviluppo Economico, al Ministro per Beni Culturali, al Ministro dell'Interno, al Presidente della Corte dei Conti, al Direttore Generale del Mise e al Direttore Generale del Mef</i>.<br />Smentisco categoricamente che andrò a fare il sottosegretario o che il partito possa offrirmi un Cda di prestigio2011-10-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617678Non prenderebbe la strada per Roma, almeno per ora, imboccherebbe probabilmente la porta dell'ospedale San Salvatore per tornare a fare il medico il sindaco Massimo Cialente se, come sembra, dovesse decidere di non ripresentare la propria candidatura a sindaco della città.
«Smentisco categoricamente che andrò a fare il sottosegretario a Roma o che il partito possa offrirmi un Cda di prestigio – ha replicato telefonicamente il primo cittadino - Non ricoprirò mai incarichi che non passino attraverso il confronto elettorale. Poi ho un professione. Torno a fare il medico». Insomma al sindaco non piace che in qualche modo la città pensi che la sua decisione di non ricandidarsi passi attraverso una contropartita offerta dal Pd. D'accordo, ma se così fosse, visto come da sempre vanno le cose in politica, non vi sarebbe nulla di strano. Se è vero che Cialente ha una professione, la maggior parte dei colleghi del suo partito non può dire la stessa cosa.L'Aquila. «Il ritardo è terribile. Serve una svolta per partire» - INTERVISTA2011-04-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559635<br />
È al suo posto, sullo scranno più alto del Consiglio comunale, sereno come non lo si vedeva più da tempo. Cauto, attento a evitare qualsiasi conflitto e a spegnere sul nascere le fiamme della polemica.<br />
Il sindaco dell`Aquila, Massimo Cialente, non vuole rispondere alle punzecchiature del commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi. Non perde l`occasione, invece, per esprimere apprezzamento nei confronti del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta.
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<b>Chiodi ha detto che il piano di ricostruzione dell`Aquila non c`è e spetta al sindaco.</b>
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«Preferisco non rispondere. Mi chiarirò con lui. Le cose non stanno così, ma basta con le polemiche, adesso sono ben altre le cose da fare. Comunque voglio vedere i piani degli altri sindaci».
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<b>Si aspettava una conferenza stampa che riaprisse il conflitto?</b>
<p> «Apprezzo molto il tono di Letta e mi pare che sia stata una conferenza stampa costruttiva, dove sono state dette alcune verità, in maniera serena».
<p> <b>Il 27 marzo lei ha ritirato le dimissioni: cosa si augura e cosa chiede?</b>
<p> «Chiedo una svolta per invertire marcia e modalità di un processo finora fermo.<br />
Auspico che qualcosa sia cambiato. Finalmente si è raggiunto un accordo con progettisti, costruttori e le varie strutture. Spero che l`intesa faccia arrivare progetti per le case e inauguri un nuovo modo di lavorare per affrontare i problemi rimasti in sospeso, in attesa di conoscere cosa farà il Parlamento tra le tre leggi sul terremoto al vaglio delle commissioni».
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<b>Sulla situazione attuale, però, non fa sconti.</b>
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«Nulla è stato fatto per la ricostruzione pesante e per l`edilizia residenziale pubblica; c`è un ritardo terribile per gli edifici pubblici, con pochissimi appalti assegnati, tutti ancora in fase di progettazione, nulla per il rilancio economico e produttivo».
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<b>Il Comune non ha sbagliato nulla?</b><b>È tutta colpa degli altri?</b>
<p> «Ha compiuto il proprio dovere: abbiamo speso 550 milioni, c`è stato un risparmio di oltre 130 milioni.Si va completando la ricostruzione leggera che è stata gestita direttamente dal Comune. I cantieri sono 9.000, migliaia di cittadini sono tornati a casa. Il centro storico e le altre zone sono puntellate per oltre il 55 per cento».
<p> Sorride. Non è ancora tempo di bilanci definitivi, questo è il momento della speranza. E davvero un Cialente diverso rispetto a quello che, soltanto pochi giorni fa, tuonava e attaccava tutti a testa bassa. Forse sono davvero cambiati metodo e modi. Forse sono concrete coesione e unità di intenti, indispensabili per credere nella ricostruzione e dare un futuro a una città distrutta.<br />
Abruzzo. «Ricostruzione mai partita» - INTERVISTA2011-03-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559151<br />
Il sindaco abruzzese non partecipa alle manifestazioni ufficiali, attacca Regione e Governo e occupa il Palazzo comunale della città.
<p>Ci sono molti modi di ricordare il 17 marzo. Quello più rabbioso e, in un certo senso, più triste, è quello che ha scelto il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente. Che ieri mattina ha rotto gli indugi, ha deciso di non partecipare alle celebrazioni ufficiali per i 150 anni dell’Unità d’Italia a Roma e ha occupato le stanze del palazzo comunale, inagibile dal giorno del terremoto abruzzese. Raggiungiamo il primo cittadino al telefono, dopo che le agenzie hanno battuto la notizia della fine della sua protesta. Notizia subito smentita dal diretto interessato: «Io sono ancora dentro a quelle che erano le mie stanze. Morto dal freddo, ma continuo. Sono uscito solo per il discorso ufficiale per le celebrazioni. Ma da qui non mi muovo ». Bloccato dal freddo. Un po’ come la ricostruzione della città, distrutta dal terremoto orma quasi due anni fa.
<p> «Viviamo in una città commissariata. Non posso fare nulla. Non ho un bilancio. Non posso neanche dire la mia sulle macerie».
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<b>Prima le dimissioni da vicecommissario vicario per la ricostruzione post terremoto. Ora quella da sindaco. Che succede?</b>
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Lanciai un segnale ma è stato liquidato dicendo che non mi stava bene la nomina di Cicchetti a neo sub commissario. Lo stesso segnale voglio fare oggi. Sperando di essere capito. Qualcuno vuole interrogarsi su cosa sta succedendo all’Aquila?
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<b>A chi si riferisce?</b>
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Mi lascia attonito che il governo, i ministri dell’Economia, dell’Interno, delle Infrastrutture, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanardi, non cerchino di capire a che punto stiamo con la ricostruzione. La ricostruzione è ferma. Dopo che noi ci siamo occupati di quella leggera e dei puntellamenti, nulla è più stato fatto. Il paradosso è che chiedo a gran voce a tutte le autorità competenti di smentirmi. Ma nessuno si fa vivo. Siamo bloccati e dimenticati.
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<b>Il sottosegretario Giovanardi è stato molto polemico con voi sulla gestione dei fondi stanziati dal Dipartimento per le politiche della famiglia. Come è andata a finire?</b>
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Dopo la denuncia di Giovanardi, tutti hanno puntato il dito contro di noi, dicendo che al Comune non sapevamo cosa fare. In realtà, noi le idee chiare le avevamo. E le abbiamo ancora. Tanto è vero che presentammo due progetti per l’utilizzo di quei fondi. Uno, di 3 milioni, venne approvato (la riqualificazione di una residenza alberghiera socio sanitaria, ndr). Il secondo intervento riguardava un edificio in piazza del Palazzo, che volevamo trasformare nella sede del welfare comunale. Portai lo stesso Giovanardi nei luoghi dove volevamo intervenire. Ma l’idea non gli piacque e bocciò il progetto.
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<b>Quindi?</b>
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Le cose sono molto chiare. Due giorni fa, la Regione ha pubblicato un bando per l’utilizzo di quei nove milioni. Di fatto, il presidente e commissario Chiodi ammette che quei soldi erano a disposizione da più di un anno, ma erano tenuti bloccati.
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<b>Come vive questo momento la città?</b>
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Tempo fa dissi una frase che fece molto scalpore e per la quale venni pesantemente criticato. Dissi che L’Aquila non è Kabul. Bene, ora posso dire senza problemi che l’Aquila è Kabul. Viviamo in una città arrabbiata. Che ha smesso di sperare. E dove il pensiero più ricorrente sta diventando quello di andare via. Temo che il governo stia colpevolmente sottovalutando la questione del post terremoto. Non so con che coraggio verranno qui il 6 aprile per ricordare i due anni dal sisma. La ricostruzione dell’Aquila è una questione nazionale. E rappresenta il fallimento di un Paese intero.
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Sindaco di L'Aquila: «Mi dimetto»2011-03-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558915<br />
«Ce l'ho messa tutta, mi sono fatto carico di fare anche quello che toccava ad altri. Oggi prendo atto che non ci sono più nè una maggioranza nè un Consiglio comunale che abbia voglia di andare avanti»: con queste parole, visibilmente rammaricato ma deciso, Massimo Cialente, sindaco dell'Aquila, ha annunciato all'assemblea la sua intenzione di dimettersi.
<p>L'ennesima mancanza del numero legale ha scatenato la decisione del sindaco il quale spera di scongiurare un anno di commissariamento alla città ancora ferita dal terremoto del 2009 e fare in modo che, alle elezioni del 15 maggio si possa votare anche all'Aquila.
<p>«Appena finita questa riunione - ha detto Cialente - chiamerò il ministro Maroni. Invito tutti voi - ha aggiunto rivolgendosi ai consiglieri - a intervenire sui segretari politici affinchè si faccia un decreto per cui L'Aquila possa rientrare nella campagna elettorale, perchè ritengo che un anno di commissariamento sarebbe gravissimo».
<p>«Siamo senza bilancio. L'anno scorso ho gestito questa città insieme alla Giunta governando in dodicesimi, insultato perchè non potevamo comprare neanche un sacchetto di catrame», ha detto Cialente, parlando poi di una «situazione allucinante riguardo alla ricostruzione pesante. Non c'è stata una norma che mettesse i cittadini in grado di sapere se potevano incaricare progettisti o se dovevano fare una gara».
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«Ho fatto da cuscinetto con tutti, altrimenti le tensioni sarebbero state ben altre - ha proseguito il sindaco -. La mia preoccupazione va ai lavoratori, che stiamo cercando di salvare disperatamente, e ai cittadini che sono in uno stato di confusione enorme, perchè utilizzati in polemiche strumentali per i grandi affari che si dovevano fare su questa città».
<p> Cialente ha 20 giorni per ritirare le dimissioni, in caso contrario efficaci il 28 marzo. L'eventualità che si possa unire L'Aquila ai Comuni che andranno al voto il 15 maggio non sarebbe praticabile, mancando i tempi di legge per la campagna elettorale. A meno di provvedimenti ad hoc, che dovrebbero comunque derogare a una legge. Se Cialente conferma le dimissioni: si scioglie il Consiglio, decade la Giunta e il prefetto nomina un commissario, fino alle prossime elezioni. <br />
Il 22 settembre 2010 Cialente si dimise da vice commissario alla ricostruzione, dopo la nomina di un secondo vice, Antonio Cicchetti, con il quale avrebbe dovuto operare. Un provvedimento nel quale vide «un preoccupante accentuarsi dello stato di confusione e difficoltà nella governance di gestione dell'emergenza e del processo di ricostruzione».
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Poi il colpo di scena. A poche ore dall'annuncio delle dimissioni, il sindaco dell'Aquila sembra avere ritrovato la maggioranza che ora assicura di volere «rafforzare la collaborazione con il primo cittadino, disponibili ad assumerci fino in fondo il carico di responsabilità, tanto più in una situazione come quella che vive il Comune dell'Aquila dopo il sisma del 6 aprile 2009».
<p> A tarda sera, alle parole di Cialente - «Prendo atto che non ci sono più nè una maggioranza nè un Consiglio comunale che abbia voglie di andare avanti» - Pd, Psi, Idv ,Api, Pdci, Impegno per L'Aquila, Udeur , Ppe e due consiglieri del gruppo misto, al termine di una riunione hanno diffuso una nota in cui assicurano il sostegno al primo cittadino. Nella stessa nota, si critica il Governo centrale: <br />
«I mancati trasferimenti dal Governo e dal Ministero delle Finanze per circa 50 milioni e il conseguente buco nel bilancio di 32 milioni costituiscono una voragine che rischia di ingoiare il futuro della città e di far precipitare la sua ricostruzione in un empasse di dimensioni drammatiche e fatali. Rispetto a questa situazione, che impedirà, di fatto, l'approvazione del bilancio entro il termine del 31 marzo, il sindaco e la sua maggioranza non possono e non vogliono diventare il capro espiatorio su cui andranno a pesare le colpevoli responsabilità di chi ha il potere e il dovere di tener fede agli impegni presi in sede di programmazione del bilancio, quando si garantì il trasferimento delle somme».<br />
Sono molto preoccupato poiché , mi sembra di poter rilevare un’incertezza, se non addirittura una confusione, circa le modalità del reperimento dei fondi per affrontare molte delle spese, già maturate e rendicontate, del capitolo emergenza2010-11-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548225Il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente torna a scrivere a governo e struttura commissariale per sollecitare certezze riguardo ai finanziamenti per fronteggiare le spese dell’emergenza.
“Sono molto preoccupato - scrive Cialente nella nota indirizzata al premier Berlusconi, al ministro Tremonti, al commissario alla Ricostruzione Chiodi, al capo della Struttura tecnica di Missione Fontana, al capo della Protezione civile Gabrielli e ai colleghi sindaci del cratere – poiché, da telefonate e incontri intercorsi con alcune delle strutture chiamate a gestire la fase dell’emergenza e della ricostruzione, mi sembra di poter rilevare un’incertezza, se non addirittura una confusione, circa le modalità del reperimento dei fondi per affrontare molte delle spese, già maturate e rendicontate, del capitolo emergenza”.
“Sono inoltre preoccupato – prosegue Cialente – per la mancanza di certezze nell’avvicinarsi, con la fine dell’anno, di tutte le scadenze relative ad una serie di provvedimenti assunti in favore dei Comuni del cratere sismico, a partire dalla dotazione di personale, nonché di compensazioni per mancati introiti tributari. Scrivo chiedendo, se le signorie loro lo riterranno opportuno, la convocazione di una riunione chiarificatrice, alla quale, se lo riterrete, potrò essere invitato anch’io, facendo presente che, per quanto riguarda il Comune dell’Aquila, il pagamento del contributo di autonoma sistemazione, il rimborso delle spese sostenute dai cittadini per i traslochi e quello per i beni mobili distrutti dal sisma, sta diventando un impegno non più procrastinabile, come testimoniato dalle ricorrenti scene di autentica disperazione di numerose famiglie che da mesi non ricevono il contributo di autonoma sistemazione e che continuano a bussare alla porta dell’incolpevole Comune dell’Aquila”. «I soldi per l’emergenza erano già finiti l’anno scorso» - INTERVISTA2010-10-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547021<br />
«Quando arriveranno i soldi?»,
domanda concitato il sindaco de l’Aquila Massimo Cialente. Dall’altro capo del telefono, Gaetano Fontana, che da settembre 2009 guida la cabina di regia per la ricostruzione. Il punto è sempre quello. Ossia: i soldi per l’emergenza, finiti da un pezzo, mentre l’emergenza continua, migliaia di aquilani vivono ancora negli alberghi.
<p><b>Da oggi si ritroveranno senza cambio della biancheria e senza pasti…</b>
<p>«È allucinante, già vivere in albergo non è una vacanza, come dice il premier, ci sono dati medici riscontrati, un netto aumento del diabete: adesso tolgono anche biancheria, tovaglioli da bagno e pasti? Chiodi deve chiamare gli albergatori e garantire che entro pochi giorni sarà in grado di pagarli. Anche loro stanno con la corda al collo».
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<b>Da quando non vengono pagati?</b>
<p>«Finora hanno ricevuto solo piccole cifre, per il resto sono andati avanti grazie alle banche».
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<b>Quando arriveranno i soldi?</b>
<p>«È la questione che ho posto prima di dimettermi da vicecommissario per la ricostruzione. La situazione è questa: i soldi per l’emergenza sono finiti dall’anno scorso. Da allora siamo andati avanti a pezzi e bocconi. <br />
Non avendo soldi per la ricostruzione abbiamo speso quelli dell’emergenza anche per puntellare, demolire e rimuovere le macerie. Ora quei soldi devono essere restituiti all’emergenza. Il decreto del 6 ottobre sulla carta ci ha trasferito circa 80 milioni ma qualcosa si è inceppato a livello burocratico e attendiamo l’autorizzazione della Banca d’Italia».
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<b>Ma una volta erogati basteranno?</b>
<p>«Dipende da come Chiodi deciderà di distribuirli. <br />
Io, come sindaco, devodare a circa 22mila persone i contributi per la sistemazione autonoma, che non sono erogati da maggio. Sono circa 30 milioni. A cui si aggiungono 28 milioni che ho anticipato per i tre mesi precedenti».
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<b>E i soldi per la ricostruzione?</b>
<p>«Ci sono 704mila euro e, grazie ai meccanismi di controllo che abbiamo attivato, le spese di ricostruzione de l’Aquila sono molto più basse delle altre zone terremotate,ma abbiamo perso 9 mesi per far partire anche solo i cantieri facili, quelli per rendere di nuovo agibili le abitazioni laddove le strutture hanno tenuto: se tutto va bene, dovremo aspettare la prossima primavera».<br />
«Rimetto l'incarico da vice commissario per la ricostruzione»2010-09-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it507226<br />
Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ha rassegnato le dimissioni da vice commissario vicario alla ricostruzione, con delega all'assistenza alla popolazione. Le dimissioni sono contenute in una lettera inviata al presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, e al commissario delegato alla Ricostruzione, Gianni Chiodi.
<p> "Rimetto l'incarico - ha scritto Cialente nella nota in cui comunica di voler lasciare l'incarico e ne spiega le ragioni - ringraziando per la fiducia accordatami. <br />
Questa mia decisione, peraltro sofferta, che arriva dopo mesi di durissimo lavoro, condotto con lealta' e spirito di collaborazione con il Governo e il Commissario delegato, e' dettata dal fatto che, in seguito alla nomina del nuovo vice commissario, vedo un preoccupante accentuarsi dello stato di confusione, peraltro ripetutamente da me segnalato, e difficolta' nella governance di gestione dell'emergenza e del processo di ricostruzione". <br />
"Ritengo - ha proseguito il sindaco dell'Aquila - che la nomina di un ulteriore vice commissario, senza porre un problema sulla persona, sia un appesantimento della struttura, di cui si e' rivelata l'indeterminatezza dei ruoli, con le conseguenti difficolta' di gestione. Questa circostanza pone una serie di problemi funzionali che andranno inevitabilmente a rendere ancora piu' difficile il percorso che ci attende.
<p>Pertanto, al fine di favorire un'auspicabile, maggiore chiarezza su compiti e funzioni in una preoccupante commistione di ruoli politico-istituzionali e tecnici, ritengo che il mio gesto possa essere utile nell'interesse della citta' dell'Aquila, dei Comuni del cratere e della stessa struttura commissariale".
<p>Cialente ha aggiunto che "io sono il sindaco eletto dai cittadini e sento il dovere e la responsabilita' di onorare fino in fondo il mandato che mi e' stato assegnato. E' per il loro esclusivo interesse - ha osservato ancora Cialente - che devo lavorare, tanto piu' nel momento piu' drammatico della storia del capoluogo d'Abruzzo. <br />
E' con loro che dovro' affrontare le battaglie e le sfide che ci attendono, guidando un processo difficile e affrontando un percorso che e' ancora tutto in salita". "E' questo il mio compito - ha affermato inoltre il sindaco - ed e' questo il mio ruolo, poiche' io sono espressione della volonta' dei cittadini e non di logiche di palazzo".
<p>"Per queste ragioni, come Sindaco dell'Aquila - ha concluso Cialente - lavorero' alla ricostruzione e, nel contempo, assicurero' tutta la mia collaborazione e tutta l'esperienza da me maturata in questi terribili mesi, con immutata lealta' e amicizia. Ringrazio, nel lasciare questo incarico, tutti coloro che, con grande spirito di servizio, hanno collaborato con me nel difficilissimo compito dell'assistenza alla popolazione, certo che tutti i miei collaboratori e tutti i dipendenti continueranno a lavorare con pari dedizione". <br />
«Qualcuno specula sulla paura? A l'Aquila c'è solo un popolo stremato» - INTERVISTA2010-09-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it505719<br />
«Furono gli esperti a sottovalutare e ora sono sotto inchiesta»
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È tornata a tremare la terra sotto i piedi degli aquilani.
Ed è tornata anche la paura.
Diciassette mesi dopo la tragedia, la tensione è di nuovo alle stelle. Il sindaco, Massimo Cialente gira per la città tra macerie e cantieri.
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<b>Sindaco, com'è la situazione?</b>
<p> «Che devo dire... Che Dio ci aiuti».
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<b>Per il rischio terremoto avete chiuso il centro storico.</b>
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«Sì, anche se oggi (ieri, ndr) abbiamo riaperto almeno due strade.
Il timore è che una scossaforte possa far crollare ciò che è rimasto in piedi. L`esperienza ci insegna che davanti ad uno sciame sismico di questa intensità conviene essere prudenti. Sono in corso delle verifiche, il primo allarme cesserà tra poche ore. Lì dove ci assicureranno che i lavori possono ripartire, daremo di nuovo il via ai cantieri. Non vogliamo bloccare ulteriormente la ricostruzione, che già procede a rilento per colpa dei finanziamenti che non arrivano».
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<b>L`Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia annuncia che è pronto a sospendere la pubblicazione online dei dati sulle scosse, sostiene che sia in atto una speculazione.
</b>
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«E da parte di chi? Dei terremotati? Mi sembra assurdo...
Non credo che non ci sia nessuno che speculi. C`è solo una fondata paura di un popolo stremato».
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<b>Lei non crede che occorrerebbe convocare la commissione Grandi Rischi per valutare lo sciame sismico di Montereale?</b>
<p> «E che cosa crede che ci potrebbero dire gli esperti? Ha visto cosa hanno combinato il 30 marzo del 2009 prima del terremoto dell`Aquila? Poi adesso, con l`inchiesta in corso su quella non corretta valutazione del rischio, hanno ancora più paura. Non potrebbero dirci di più di quello che ormai abbiamo imparato sulla nostra pelle. Siamo noi degli esperti, ormai. La zona è ad altissimo rischio sismico, lì nel 1703, in quel punto esatto, c`è stato un terremoto ben più devastante di quello dell`Aquila».
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<b>Questa volta però Protezione civile ed enti locali si sono attivati per tempo.</b>
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«Ora c`è un`altra consapevolezza, abbiamo imparato a far tutto da soli. Certo, sento una grande responsabilità addosso.
E necessario riaprire le scuole, consegnare un po' di normalità a questo territorio. Ma davanti a questo nuovo pericolo, non dobbiamo abbassare la guardia».
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<b>Lei è in contatto con Giampaolo Giuliani, il ricercatore autodidatta del radon. È suo consulente oggi in questa vicenda?</b>
<p> «Assolutamente no. Certo è venuto in Comune. L`ho ascoltato, ma a titolo personale. Per farmi un`idea. Tutto qui».<br />
Esprimo viva soddisfazione nell’apprendere la notizia che il Governo sarà rappresentato dall’onorevole Gianni Letta e lo ringrazio per aver accolto il nostro invito2010-08-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it504979Sarà l’onorevole Gianni Letta, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, a rappresentare il Governo in occasione del corteo storico della Perdonanza celestiniana, che si terrà sabato 28 agosto per accompagnare la Bolla del Perdono, attraverso il centro storico, fino alla basilica di Collemaggio.
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“Esprimo viva soddisfazione nell’apprendere la notizia che il Governo sarà rappresentato dall’onorevole Gianni Letta e lo ringrazio per aver accolto il nostro invito" ha commentato il sindaco Massimo Cialente. "So che gli aquilani saranno felici di avere un loro conterraneo come massimo rappresentante delle istituzioni in quella che è la giornata centrale della manifestazione più cara alla loro storia e alla loro spiritualità - ha aggiunto Cialente - Tanto più saranno lieti per la partecipazione di chi, più di tutti, si è speso e si spende per aiutare l’area del cratere e le istituzioni locali".
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"Colgo dunque l’occasione – ha proseguito Cialente – per ringraziare l’onorevole Letta per l’impegno che sta profondendo. Ritengo infatti, con ottime prospettive di successo, che si stia profondendo ogni sforzo affinché il Parlamento faccia chiarezza, attraverso una norma interpretativa inserita in un decreto, sulla natura di indennizzi, e non di contributi, dei finanziamenti destinati alla ricostruzione. Tutti sappiamo bene come questo sia un nodo centrale per accelerare i tempi nella riparazione degli edifici più danneggiati, vale a dire quelli classificati in categoria E oppure situati nel centro storico, ivi comprese le sei aree oggetto di riperimetrazione. Una battaglia per la quale mi sto spendendo da mesi attraverso contatti continui proprio con l’onorevole Letta che, da parte sua, sta seguendo l’iter parlamentare della norma e la sua stesura definitiva”. «Bertolaso ritorna? Non vogliamo truppe di occupazione» - INTERVISTA2010-07-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503817<br />
I soldi arrivano con il contagocce. Forse
dopo le proteste si muove qualcosa. La ricostruzione
è compito degli enti locali che lavorano bene.
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Massimo Cialente sta andando in consiglio comunale per il bilancio «E speriamo bene» sospira
il sindaco che si sente sotto assedio.<br />
«Qui i soldi arrivano con il contagocce, ora sembra che qualcosa si sia sbloccato,
dopo le manganellate a Roma. Non vorrei che ora il governo volesse ricominciare con le passerelle
mediatiche».
<p> <b>Sindaco, all’Aquila torna la Protezione civile?</b>
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«Non credo proprio, non può venire qui, è una questione di democrazia.
Sono stati qui per affrontare l’emergenza, l’hanno affrontata bene, bravi
grazie. La ricostruzione la fanno i cittadini in trasparenza e democrazia. Altrimenti la Protezione civile Spa, uscita dalla porta, rientra dalla finestra. E chi viene a fare il commissario, Balducci?»
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<b>Voi amministratori locali non siete capaci di gestire la ricostruzione?</b>
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«Ecco i faldoni, li ho fatti portare su dagli operai del comune, non tutti, perché gli operai hanno altro da fare. Qui ci sono i mandati di pagamento, sono i contributi diretti per i cantieri delle case A e B, 100 milioni».
<p> <b>E poi?</b>
<p> «E poi ci sono gli altri mandati di pagamento, 200 milioni fra ricostruzione traslochi e tutto».
<p> <b>E perché non paga?</b>
<p> «Perché non ci sono i soldi, a lei la danno la busta paga? Ecco, qui ci sono le buste paga ma il padrone non mette il denaro».
<p> <b>Chi ha scelto l’autonoma sistemazione non riceve il contributo per l’affitto da aprile.</b>
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«E qua ci sono i mandati per 32 milioni, sono pronti anche quelli di luglio. Senza contare che i soldi per febbraio e marzo li ha messi il comune de l’Aquila e il governo me li deve restituire, perché io ho costretto il ragioniere del comune a mettere quei soldi, lui non voleva. Io sono arrabbiato nero».
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<b>Arrabbiato nero?</b>
<p> «Basta gettare la croce sugli enti locali, senza personale, costretti a
chiedere in ginocchio un’ordinanza. E’ questione di democrazia, il ritorno della Protezione civile sarebbe un’occupazione. Io ho segnalato la cosa anche al Quirinale. Anche Gianni Chiodi è rimasto malissimo perché questa è una delegittimazione soprattutto nei suoi confronti
perché è lui il commissario. Però, secondo me, anche lui ha sbagliato».
<p> <b>Sbagliato perche?</b>
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«Ha chiesto altri vicecommissari. Invece ci vogliono due alti funzionari, uno della ragioneria e uno dell’economia che, - lo dico in dialetto - si ‘assettano’ con noi e prima di tutto vengono qui e vedono sul campo se sprechiamo e dove e cosa invece c’è da fare»
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Qualcosa avete ottenuto dopo la manifestazione a Roma?</b>
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«E’ possibile che dopo le botte di inizio luglio a Roma, i fondi comincino ad arrivare e adesso, a fronte di mesi di difficoltà economiche il governo sia pronto a una nuova passerella mediatica sulle spalle degli aquilani. Ricomincia per caso lo show?»
<p> <b>Bertolaso dice che non sapete chiedere.</b>
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«E’ una delle cose più gravi: cosa dovrei fare, andare in giro con un piattino e far finta di allattare?»
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TERREMOTO: L AQUILA NON E KABUL BERTOLASO RESTI SUO POSTO 2010-07-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503789''L'Aquila non e' Kabul e non abbiamo bisogno di forze di occupazione. Perche' dovrebbe tornare la Protezione civile? L'emergenza, visto che siamo tornati a pagare le tasse, e' finita. Ma forse una ragione c'e'. Visto che dopo aver manifestato e preso anche le botte siamo riusciti ad ottenere qualche soldo, puo' darsi che la Protezione civile sia interessata a tornare per gestire quelle risorse. In pratica, dopo che gli altri si sono spaccati la schiena, prendendo schiaffi a destra e manca, venire a dire: vedete quanto siamo fregni'? E lo show ricomincia''. Il Sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, e' furente. Le parole del Premier, Silvio Berlusconi, di riprendere in mano la situazione dell'Aquila, attraverso il ritorno della Protezione civile, non gli sono piaciute affatto. Stamattina il vice Commissario per la ricostruzione, ma, ha chiarito, in veste di amministratore locale ''colpito nell'orgoglio da chi lo ha tacciato di incapacita''', ha convocato una conferenza stampa in una stanza insolita. Un lungo tavolo con decine di faldoni strapieni di pratiche (traslochi, Cas, progetti, richiesta ristori). ''Sono domande evase con tanta fatica dal nostro personale - ha spiegato Cialente - Hanno un valore di circa 100 milioni di euro che il Governo non ci mette a disposizione. E' come con i 2 miliardi per la ricostruzione, certo: ci sono ma se non ci vengono fornite le leggi per accedervi saranno sempre li' in bella mostra. E' come un frigorifero pieno di bonta' dinanzi ad un affamato che pero' e' chiuso ermeticamente''.
''Ed ora spunta fuori l'idea di far rientrare la Protezione civile dalla finestra - ha continuato Cialente - E a quale titolo'? E chi sara' il nuovo Commissario'? Forse Balducci'?''.
''E' una proposta, quella di Berlusconi, di una gravita' estrema - ha denunciato il Sindaco - Non voglio credere che Guido Bertolaso fosse a conoscenza delle intenzioni e delle parole del Premier di farlo tornare all'Aquila''.
TERREMOTO: DA BERLUSCONI GRAVE ATTO ISTITUZIONALE 2010-07-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503791''Le parole del Presidente del Consiglio? Uno degli atti piu' gravi dal punto di vista istituzionale. Accusare gli Enti locali di incapacita' amministrativa, quando le colpe sono altrove, e' stata da parte del Premier maleducatezza e scostumatezza istituzionale. Quanto al paventato ritorno della Protezione civile in citta' e' una questione di democrazia, di moralita', di trasparenza''. Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, stamane in conferenza stampa, ha respinto tutti i rimproveri al mittente.
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''Invoco il ritorno alla ragionevolezza sulla tragedia dell'Aquila e del cratere - ha tuonato - Perche' la verita' e' che dal primo febbraio siamo stati abbandonati e senza un soldo. Oggi potremo pagare l'autonoma sistemazione da aprile a luglio, ancora ferma (33 milioni di euro con due mensilita' anticipate dalle casse comunali), il ristoro danni a 500 attivita' produttive. Ci si accusa di avere i lavori bloccati. Qui - ha piu' volte insistito, battendo i pugni su una montagna di faldoni - ci sono 100 milioni di euro tirati fuori dagli imprenditori aquilani che stanno subendo anche pignoramenti perche' non rimborsati''.
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Cialente ha rimbalzato la palla a Roma: ''Le nostre linee guida per la ricostruzione delle case E sono state congelate per oltre tre mesi e mezzo ed ora siamo bloccati sulla questione se le risorse debbano essere erogate come 'contributo' e come 'indennizzo'''.
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''Ci e' stato risposto - ha riferito il Sindaco - che se ne stava occupando l'Avvocatura dello Stato. E intanto i mesi passano ed anche i lavori per le A e le B si stanno bloccando''.
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Poi ha puntato i piedi: ''Voglio subito la norma per chiarire l'empasse contributo/indennizzo, perche' tanti cittadini con casa E hanno gia' trovato progettista e impresa''.
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''Troppo facile pontificare - ha ammonito Cialente - dicendo che la Struttura per l'emergenza non funziona. Vi lavorano persone part time, per il resto del tempo impiegate al Comune o alla Regione Abruzzo. Lo stesso carico era ripartito, ai tempi della Protezione civile, tra 500 unita' full time con lauti indennita' giornaliere''.Spero non si creino piu' situazioni del genere, con le camionette schierate a bloccare cittadini che rivendicano la partecipazione ai processi di ricostruzione della città2010-07-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503731''L'Aquila 2020, e poi'?'' e' il leit motiv del convegno in svolgimento al Ridotto del teatro comunale, promosso dal Commissario delegato per la ricostruzione, Gianni Chiodi. Nei minuti precedenti l'avvio dei lavori c'e' stata tensione, quando la Polizia, schierata in tenuta antisommossa, ha cercato di impedire ad alcuni cittadini, sprovvisti di invito, di entrare in teatro. Tutto si e' risolto pero' in breve tempo. L'episodio e' stato stigmatizzato dal sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, nel corso del suo intervento: ''Spero non si creino piu' situazioni del genere, con le camionette schierate a bloccare cittadini che rivendicano la partecipazione ai processi di ricostruzione della citta'''.
''Abbiamo gia' vissuto analoga esperienza a Roma - ha ricordato Cialente - Non vogliamo riviverla piu' e, pur non avendo alcuna responsabilita', oggi, mi impegno che non si vivano momenti simili che fanno male all'immagine e alla compostezza dell'Aquila''.La ricostruzione dell’Aquila necessita assolutamente di una legge organica, in analogia con quanto avvenuto nel Paese a seguito di altre catastrofi naturali2010-07-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503564“La ricostruzione dell’Aquila – ha dichiarato Cialente – necessita assolutamente di una legge organica, in analogia con quanto avvenuto nel Paese a seguito di altre catastrofi naturali, anche meno gravi della nostra. La mancanza di una legge ad hoc sta provocando infatti rallentamenti insostenibili che è ormai stucchevole ricondurre ad una presunta carenza di idee e di iniziative da parte degli enti locali, ormai stufi di questa tiritera".
"Basti pensare - ha aggiunto il sindaco - al ritardo di oltre tre mesi per ottenere la firma di un’ordinanza da noi proposta per le linee guida relative alle abitazioni crollate o gravemente danneggiate dal sisma, quelle cosiddette in categoria E, o al problema, ormai drammatico e ancora irrisolto, riguardo le modalità di finanziamento per la ricostruzione di edifici che richiederebbero somme superiori al milione di euro. Il fatto che ancora non si faccia chiarezza per capire se trattasi di indennizzi o contributi, che richiederebbero pertanto gare pubbliche, sta impedendo a centinaia e centinaia di aquilani, compresi quelli con unità immobiliari comprese nelle 6 aree del centro storico riperimetrate e già oggetto di un primo avviso pubblico, di presentare progetti, peraltro già predisposti nei mesi scorsi. Cosa questa gravissima".
"A tal proposito – conclude il sindaco Cialente – ricordo e sottolineo che, proprio ieri, ho dovuto rinviare al 15 settembre il termine per la presentazione dei progetti riferiti alle 6 aree succitate, che inizialmente era previsto scadesse al 30 luglio. Sto chiedendo pertanto a tutti i segretari nazionali dei partiti di presentare una legge organica che assicuri e disciplini il processo di ricostruzione e che dia certezza sui finanziamenti”.«Picchiati senza ragione. A Roma c'è qualche mente fragile che picchia i terremotati» - INTERVISTA2010-07-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it502749<br />
«Il percorso era concordato. In testa alla manifestazlone vecchi e famiglie».
<p>E' la fine di una giornata campale: in testa al corteo le botte, i posti di blocco.
Poi l'incontro con il presidente del Senato e quello con i capigruppo di maggioranza e opposizione. Intanto c'è stato l'impegno in piazza del segretario del Pd Bersani «Per noi L 'Aquila è la priorità» Il sindaco de L'Aquila Massimo Cialente sdrammatizza prendendo in giro l'onorevole Giovanni Lolli che si è preso una manganellata mentre il corteo era bloccato sotto palazzo Grazioli, e prende in giro anche se stesso: «Mia moglie al telefono dice che me ne hanno dato poche». Intanto però aspetta notizie. La capogruppo del Pd Anna Finocchiaro, ieri mattina, ha richiesto un incontro sulla vicenda delle tasse che i terremotati dovrebbero ricominciare a pagare in toto dal 1° gennaio. «Berlusconi dovrebbe parlarne con Tremonti ma Tremonti non si trova» Dal vertice Pdl a palazzo Grazioli, mentre da sotto arrivava il rumore della protesta la risposta è stata «valuteremo». A sera, in extremis, palazzo Chigi annuncia che le tasse saranno diluite in dieci anni.
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<b>Sindaco, si è fatto male? Si è trovato di fronte anche ai manganelli.</b>
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«No io sono un po' acciaccato ma niente di grave, mi dispiace per i ragazzi che si sono prese le manganellate. Eravamo in testa al corteo davanti al posto di blocco. Per mediare, per calmare gli animi. Poi c'è stata una carica e le manganellate. Mi dispiace anche per Giovanni Lolli (deputato aquilano del Pd, ndr) che sotto a palazzo Grazioli si è preso una manganellata sulla spalla. Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere»
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<b>Siete arrivati in cinquemila con i pullman.</b>
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«E' il popolo aquilano, gente di tutte le età, c'erano tutti, dagli industriali al sindacato di polizia, professori di scuole e presidi di facoltà, professionisti, istituzioni e sindaci dei paesi colpiti dal sisma, tanti ragazzi, donne e anziani»
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<b>Però c'erano i posti dl blocco e ci sono state le manganellate.</b>
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«Io avevo scritto e ho le carte: il percorso da piazza Venezia a Montecitorio passando da piazza di Pietra. Ho i documenti e avevo specificato che ci sarebbero stati vecchi e famiglie, tanto che avevo chiesto ad Alemanno, che lo ha concesso, di far fermare i pullman il più vicino possibile a piazza Santi Apostoli. Se Maroni le vuole gliele faccio vedere»
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<b>E invece?</b>
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«Invece ci hanno menato. Il presidente del consiglio aveva detto che non avrebbe mandato a L 'Aquila più nessuno della Protezione Civile perchè qualche mente fragile avrebbe potuto usare la violenza. Ora sono io che mi trovo a dire agli aquilani di fare attenzione che a Roma c'è qualche mente fragile che picchia i terremotati»
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<b>Com'è andato l'incontro con il presidente del Senato, Schifani?</b>
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«Mi è sembrato molto colpito quando gli abbiamo spiegato di questa spada di Damocle che ci pende sulla testa: con il pagamento del 100 per cento di tasse, tributi e arretrati. Un operaio con una busta paga di mille euro si trova a pagare 240 euro al mese»
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<b>Cosa avete ottenuto?</b>
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C'è la proposta di Anna Finocchiaro, di diluire in 10 anni, anzichè nei 60 mesi attuali, di pagare il 40 per cento del dovuto»
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<b>I Tg usano il condizionale ma sembra che la proposta sia stata accolta.</b>
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«Ah, bene. Se la proposta passasse non sarebbe la soluzione a tutti i problemi enormi che abbiamo di fronte per la ricostruzione, ma sarebbe una boccata di ossigeno. Una cosa grazie alla quale la notte puoi prendere sonno. Se passa quella proposta, almeno vuol dire che le botte che abbiamo preso sono servite a qualcosa».
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<b>E una soluzione analoga a quella dell'Umbria, con il 60 per cento di sconto sulle tasse?</b>
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L'Umbria ha iniziato a pagare 12 anni dopo. Noi dopo un anno e otto mesi. Ma è meglio di niente. Alessandria, dopo l'alluvione, ha avuto il 90% di sconto e anche Foggia, alcuni mesi fa. Noi non stiamo certo chiedendo dei privilegi. Il mio calcolo è che sia necessario trovare una copertura di 180 milioni di euro»<br />
L'Aquila:"Per la ricostruzione non c'è un soldo"2010-06-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it502104"Per la ricostruzione non c'è un soldo", dice il sindaco Massimo Cialente. "Io non faccio polemiche, ma a Roma forse qualcuno pensa che le new town, le città provvisorie che abbiamo costruito, forse diventeranno la nuova Aquila. Almeno abbiano il coraggio di dircelo".
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L'altro giorno ventimila aquilani hanno sfilato in corteo e 5.000 hanno occupato l'autostrada. Nemmeno un cenno sul Tg1 e Tg2. Non c'erano case colorate da mostrare e bottiglie di spumante stappate da aquilani riconoscenti. Il sindaco ha allora invitato direttori di quotidiani e di tg e li ha portati nel silenzio del centro. Reti Fininvest e Tg1 hanno ritenuto opportuno non inviare nessuna troupe. "Vi ho chiamati perché voi siete gli occhi del Paese. Avete raccontato la grande solidarietà Click here to find out more! dell'Italia, del governo e della Protezione civile. Diciamo grazie ancora una volta. Ma oggi tutto è fermo e noi aquilani che chiediamo di avere un futuro siamo additati come ingrati, incontentabili e addirittura pericolosi. L'ultima visita del premier Berlusconi è datata 29 gennaio 2010, quando si è cominciato a capire che i denari per la ricostruzione non c'erano. Ho visto un governo imbarazzato perché ha capito che, senza una tassa di scopo, un contributo di solidarietà di tutti gli italiani, non era più possibile assicurare alla città un flusso costante di risorse".
L'Aquila, coperta di puntelli, è diventata una città di ferro. Ma i cantieri dove si lavora si contano sulle dita di una mano. "Ci sono ditte che falliscono - dice il sindaco - perché hanno fatto lavori e non sono state pagate e ora tutto è fermo. In compenso, spendiamo dai 15 ai 16 milioni al mese per mantenere negli hotel o in appartamenti affittati migliaia di persone che potrebbero essere già nelle loro case se i lavori per le case B e C, quelle con danni non gravi, fossero partiti in tempo". La chiesa di San Pietro, dove gli aquilano si sposavano. La piazza che la sera riuniva i mille studenti nel "giovedì universitario", le strade dove non si può entrare perché piene di macerie... "Vorremmo fare capire che siamo un pezzo d'Italia e che gli italiani dovrebbero sentire l'orgoglio di salvare questo pezzo d'Italia. Senza tassa di scopo noi non abbiamo speranza. Per salvare il centro servono 9 miliardi di euro e il Comune non ha i soldi nemmeno per tagliare l'erba nei parchi o aggiustare i campi sportivi devastati dalle tendopoli dell'emergenza".
"Non ci sono più soldi per l'emergenza sisma" 2010-06-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it501621"Non abbiamo più i soldi per gestire l'emergenza". È l'appello del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente a 14 mesi dal terremoto del 6 aprile 2009. "Siamo in grado di disporre di 122 milioni di euro", ha detto Cialente nel corso della seduta aperta del consiglio comunale, "a fronte di oltre 400 milioni di euro quantificati tra le spese per l'assistenza, per i puntellamenti necessari e l'autonoma sistemazione".
Una situazione che, secondo il sindaco, "penalizza maggiormente le piccole e medie imprese che attendono ancora il risarcimento per i danni subiti". A questo si aggiunge l'emergenza abitativa. "Ci sono oltre 1000 famiglie che attendono ancora di entrare in alloggi antisismici e Map", ha ricordato il sindaco, "nonostante per tutti loro fosse stato promesso che a settembre dell'anno scorso avrebbero avuto le chiavi. Non abbiamo neanche la disponibilità dei fondi per l'edilizia residenziale pubblica, malgrado l'assegnazione".
In questo, "la cosa grave delle parole di Silvio Berlusconi", ha proseguito il sindaco in riferimento alle affermazioni dei rischi di 'rappresaglie' sulla protezione civile, "è che una
città nelle nostre condizioni appaia oltretutto come ingrata, mentre si trova chiedere l'aiuto dello Stato in un momento così drammatico".La ricostruzione pesante rischia la paralisi2010-05-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it500048“Da mesi abbiamo chiesto una legge specifica per le case inagibili classificate E - ha detto Cialente - ma ci è stato risposto che le ordinanze sarebbero state sufficienti. Finora i criteri per la ricostruzione pesante sono stati insufficienti e da due mesi abbiamo inviato le nostre proposte per dare finalmente alle famiglie, ai professionisti e alle imprese degli strumenti certi per presentare e realizzare i progetti. Invece nell’ordinanza appena firmata non c’é nulla su questa materia”.
Secondo Cialente questa situazione produrrà un fermo della presentazione delle domande di contributo per gli edifici E “o comunque la materiale impossibilità di esaminare le richieste, non avendo, i tecnici del Comune e quelli incaricati, dei criteri completi per effettuare questa operazione”.
Altra emergenza, secondo il sindaco dell’Aquila, è quella legata alla mancata erogazione dei fondi per le aziende, per le imprese che stanno lavorando per la ricostruzione e per i beni distrutti dei privati. “I nostri uffici hanno fatto di conti precisi - ha affermato - e abbiamo chiesto da tempo 250 milioni per far fronte alle sole esigenze principali, cioé per pagare le aziende che stanno effettuando i lavori sulle case, per gli indennizzi delle imprese commerciali e artigiani, per dare i contributi promessi con le ordinanze governative ai privati che hanno perso dei beni di loro proprietà sotto le macerie. Ma ancora non è arrivato nulla. Ora più che mai è indispensabile istituire la tassa di scopo; la si chiami ‘tassa Cialente’ o in altro modo, non ha importanza. Ma si faccia; ho il timore che senza questo atto coraggioso tutto resterà fermo”.