Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Vittorio Sgarbihttps://www.openpolis.it/2012-05-20T00:00:00Z"L'Emilia saprà reagire, non come l'Abruzzo che si piange addosso"2012-05-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it640452<br />
"Se il terremoto avesse colpito nel meridione la tragedia sarebbe stata doppia".
<p>"In Abruzzo stanno fermi a pensare che lo Stato sia inetto, senza reagire. Se il terremoto che ha colpito l'Emilia avesse fatto tremare il Molise, l'Abruzzo o altre Regioni del Sud Italia, allora la tragedia sarebbe doppia".
<p>Lo dice all'Adnkronos Vittorio Sgarbi, critico d'arte ed ex sindaco di Salemi. Sgarbi a Ferrara è nato e la notte scorsa ha mancato il terremoto di un soffio.
<p>"Sono passato a Ferrara verso le 2 ero incerto se fermarmi o proseguire fino a Gorizia. Poi ho deciso di partire. Ma se adesso l'Emilia fa i conti con crolli, morti e feriti, l'aspetto positivo è che, come nel Friuli, la ricostruzione sarà rapida, mentre nel meridione sarebbe stata una catastrofe". E questo perché gli emiliani non staranno certo con le mani in mano, mentre in Abruzzo, all'Aquila - attacca - si vive d'inerzia, tutto è fermo come all'inizio, si aspetta solo che lo Stato faccia qualcosa e intanto ci si piange addosso".
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"Anche sul patrimonio culturale in Emilia il territorio interverrà sicuramente. Sono molto ottimista perché conosco la disponibilità psicologica emiliana, il senso civico, imprenditoriale, amministrativo. Insomma, non staranno fermi e sono convinto che tra un mese saranno già ripartiti. All'Aquila son passati tre anni - rincara la dose Sgarbi - ma è tutto esattamente come all'indomani del sisma. Stanno mani in mano, ad aspettare".<br />
"Se a qualcuno piacciono le pale eoliche vuol dire che gli piace la mafia"2011-07-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589919<br />
Pubblico di "drogati spacciatori". <a href="http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=155596#"><b>L'articolo sul Messaggero.it</b></a><br />
In Alto Adige italiani come gli ebrei ai tempi di Hitler2011-03-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558923<br />
Durnwalder dice no alle celebrazioni del 150° dell'Italia e, intanto, gli italiani dell'Alto Adige sono come gli ebrei ai tempi di Hitler.<br />
Con il suo rifiuto Durnwalder sostanzialmente nega se stesso, perché non è possibile che vi sia una parte d'Italia che è contraria all'Italia.<br />
Se a Bolzano c'è chi si sente tedesco o austriaco, allora aderisca alla Germania o all'Austria, ma poi i soldi li chieda a queste nazioni. Non vorrei che Durnwalder intenda cancellare Mussolini per diventare come Hitler.<br />
L’eolico e la vittoria contro le lobbies2010-11-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548172Dopo numerosi Suoi appelli, il ministro Bondi ha fatto apporre i sigilli ai cantieri del parco eolico sul crinale della Castagna. In Molise si è verificato un problema di incompatibilità dell’eolico sia con le bellezze storiche che paesaggistiche . L’eolico è davvero incompatibile con l’arte in senso lato?
No l’arte, il paesaggio. Il paesaggio è un valore tecnico che appartiene a ognuno di noi. Il paesaggio che noi viviamo è tale perchè è incontaminato. Noi, quando guardiamo un paesaggio,è come quello di Pier della Francesca. Addirittura a Monticchiello, vicino a Pienza, una signora ha sistemato il paesaggio davanti a casa sua affinchè assomigliasse a un dipinto di Sassetto, un pittore del 1400. Se Lei in un paesaggio evocativo della campagna o della dimensione contadina del 1400 ci mette le pale eoliche, rovina il paesaggio.
Il secondo problema che si pone è quello del così detto business dell’eolico. Non vede un rischio di un cortocircuito con la politica?
L’operazione passa da dei mediatori che prendono i soldi, per far fare delle operazioni in cui il comune prende dei milioni di euro all’anno e quelli delle pale eoliche prendono un milione o un milione e mezzo per ogni pala in più degli standard europei. E’ un affare colossale a danno della società e a vantaggio degli speculatori. Bisogna cambiare rotta. Porterò Gheddafi a Venezia2010-10-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547007<br />
"Tornerò a Venezia da soprintendente tra il 20 e il 30 novembre - spiega - contavo si facesse prima, anche in vista della possibile visita di Gheddafi a Venezia, legata all’organizzazione di una mostra a Palazzo Grimani con sculture provenienti dalla Libia"
<p>Sgarbi torna a novembre in laguna e porterà forse con sé anche Gheddafi. E' la nuova puntata della telenovela della sua nomina a soprintendente del polo museale.
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E' lo stesso critico ad anticipare il percorso della sua rinomina - l'incarico è attualmente ricoperto ad interim da Anna Maria Spiazzi - dopo il vertice avuto con il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi e il capo di gabinetto Salvo Nastasi.
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«Si seguirà la procedura, più lunga, indicata dalla Corte dei Conti con i suoi rilievi - spiega - per rispettare nel modo più corretto la normativa e al termine di essa, Bondi indicherà ancora il mio nome rispetto alle altre candidature già presentate e la mia nomina a soprintendente del polo museale veneziano sarà effettiva.
<p>Tornerò quindi a Venezia da soprintendente tra il 20 e il 30 novembre e la cosa mi secca un po' anche perché contavo si facesse prima, anche in vista della possibile visita del colonnello a Gheddafi a Venezia, legata anche all'organizzazione di una mostra a Palazzo Grimani di alcuni dei capolavori della scultura romana privenienti dal sito archeologico di Leptis Magna, in Libia, forse il meglio conservato di epoca romana».
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E qui Sgarbi annuncia una novità assoluta: il possibile ritorno di Gheddafi in Italia all'inizio di dicembre, su invito del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, per assistere all'apertura della nuova stagione lirica della Scala di Milano con la prima di Walchiria di Wagner.
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«La venuta di Gheddafi - spiega Sgarbi - è ancora da confermare, ma se il colonnello libico verrà in Italia alla Scala, lo porterò certamente il giorno successivo a Venezia per una conferenza stampa proprio per presentare la mostra sui capolavori di Leptis Magna, che verrà organizzata un paio di mesi più tardi. I rapporti personali sono ottimi e ho già ricevuto un'onorificenza dal Governo libico. In questa chiave ho pensato alla mostra di alcune straordinarie sculture di età romana di Leptis Magna, che non potrebbero che trovare posto a Palazzo Grimani, per la grande tradizione archeologica di questo museo, legata anche alla scultura classica. La mostra seguirebbe quella dedicata a Bosch, con le opere provenienti da Palazzo Ducale, che organizzerò con la stessa formula seguita per quella del Giorgione provenienti dalle Gallerie dell'Accademia, che è ancora in corso».
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Contemporaneamente Sgarbi pensa anche al suo incarico di commissario del padiglione italiano alla prossima Biennale e replica duramente al filosofo ed ex sindaco Massimo Cacciari, che ha già dichiarato di non essere disponibile a scegliere per lui un artista italiano per la Biennale, come sarà chiesto anche ad altri intellettuali italiani.
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«Cacciari ha fatto benissimo a rifiutare - replica Sgarbi - anche perché l'inserimento in lista del suo nome è stato un errore di un mio collaboratore ripreso da qualche giornale. <br />
Io non mi sarei mai sognato di invitarlo a scegliere un artista per me, perché ho un'opinione troppo bassa di lui».
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Arrestare amministratori che prendono soldi dall'eolico. Il primo sarebbe Vendola2010-10-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it546943<br />
Vittorio Sgarbi commenta l’arresto del sindaco di Raccuja, Cono Salpietro, avvenuto nell’ambito delle indagini concernenti illeciti penali accertati nella esecuzione delle opere per la realizzazione di un parco eolico sui Monti Nebrodi, nella Provincia di Messina.
<p>L'eolico è ormai un settore pervaso di affari illeciti. Qualunque amministratore - dice Sgarbi - che prende o accetta anche indirettamente soldi dalle imprese dell’eolico dovrebbe essere arrestato: primo fra questi Nichi Vendola.<br />
I dati dicono che la Puglia è la prima regione in Italia per potenza generata da impianti eolici istallati su tutto il territorio. L'eolico è una truffa. Gli arresti continui confermano che quello dell’energia pulita è solo un miraggio: ciò che alletta è il modo facile di fare soldi senza alcun beneficio per le popolazioni.<br />
"Eolico e fotovoltaico sono un miraggio"2010-09-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it505981Non sono per il petrolio contro l’eolico come banalmente qualcuno tenta di semplificare. Sono contro le menzogne, contro le finzioni, sono contro quelli che dicono una cosa e tutti gli corrono dietro. La menzogna è nel miraggio dell’eolico e del fotovoltaico. Kutcherov ci dice che la produzione di energia solare oggi è la più costosa, più del doppio del petrolio, e che è insostenibile economicamenteDifendo il paesaggio, no ai pannelli solari. 2010-07-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503281Gli impianti fotovoltaici, proprio come gli impianti eolici, sono orrori contro l’agricoltura, contro la civiltà, contro il paesaggio, contro il territorio. Per complicità della Regione e per complicità dell’Europa. La campagna viene stuprata: si estirpano i vigneti per realizzare le piattaforme di cemento armato. I pannelli solari e le pale eoliche creano un’alterazione del paesaggio, anche se vengono montate con un obiettivo positivo: produrre energia pulita. Gli impianti fotovoltaici e le pale eoliche sono in palese contrasto con l’articolo 9 della Costituzione: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Impianti fotovoltaici e pale eoliche sono dunque illegali. Se ci sono dei soldi dell’Unione Europea, indirizziamoli all’unica energia vera che è l’energia dell’agricoltura. Questi soldi, diamoli all’agricoltura, diffondiamo nel mondo la qualità dei nostri prodotti.Nuova crociata contro il fotovoltaico 2010-07-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it502666Non voglio che si ripeta quel che è accaduto con gli impianti eolici. Qualcuno li ha visti installare, qualcuno ne ha ricavato un immediato beneficio economico. Certamente la politica è rimasta a guardare, non ha fatto nulla per impedirle. Guarda caso le infiltrazioni mafiose nell’eolico, indipendentemente dalla devastazione del paesaggio, inducono oggi tutta la classe politica della Regione e Confindustria a dire che non vanno più bene.contro l'eolico a Pietrabbondante ed Altilia 2010-06-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it502078"Un paesaggio già deturpato da mille pale eoliche che ora minacciano anche luoghi sublimi come quello di Altilia, a Sepino, e la zona archeologica di Pietrabbondante, ad Isernia, nell'assoluta indifferenza che si riserva al Molise''.«Della cultura, a questo Stato, frega pochissimo» - INTERVISTA2009-10-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418613<br />
<b>Per ovviare alla mancanza di fondi nel mondo museale, Roma affida a Zetema la gestione dei 20 musei del circuito comunale.</b><br />
<b>Possibile serva una società esterna per rendere i musei di Roma più invitanti e redditizi?</b>
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In realtà, i musei potrebbero tranquillamente muoversi con le iniziative dei loro direttori, che conoscono meglio di tutti le potenzialità delle strutture che dirigono.<br />
Il vero problema è avere idee e progetti tali da riuscire a realizzarli attirando anche il contributo dei privati.<br />
Affidare a società come Zètema la gestione dei musei è un modo per lavarsene le mani e pensare che qualcun altro possa trovare soluzioni che non si sanno trovare da soli.
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<b>Qual'è il vero problema dei musei italiani rispetto a quelli europei? Perchè sembra che solo l'Italia non riesca a guadagnare con l'arte?</b>
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In Italia, in campo museale, c'è di fatto un'offerta maggiore alla domanda rispetto a qualsiasi altro Paese; è quindi difficile far funzionare tutti i musei attirando visitatori sufficienti per mantenere le strutture.<br />
In un contesto simile solo quei musei che sono in grado di inventare soluzioni più attraenti possono prevalere sugli altri e sopravvivere.<br />
Si ricorre a società esterne sperando che loro facciano quello che dovrebbe essere il compito di direttori capaci: inventare nuove possibilità e trovare fondi. Anche se poi subentrerebbe il problema di come investire questi soldi!
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<b>Il problema quindi non è solo un problema economico, ma anche di programmazione nel lungo periodo. A questo proposito, come vede lei il futuro delle nostre opere d'arte, data la sospensione dei corsi dell'Istituto Superiore del Restauro e dello scarso interesse che questo sembra suscitare tra i responsabili?</b>
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Sono anni ormai che in Italia si fanno restauri inutili e non si fanno i restauri necessari, il comportamento generale di coloro che se ne dovrebbero occupare non ha scuse. Il fatto di chiudere o limitare le attività dei corsi come quello di Restauro a Roma o dell'Opificio delle pietre dure di Firenze è solo uno degli aspetti della miopia dei politici che dimenticano che le capacità professionali che possono essere coltivate e maturate in quegli istituti potranno tornare utili domani.<br />
Lo Stato di fatto rinuncia a risorse che sono fondamentali per il futuro delle nostre opere d'arte.<br />
D'altra parte, avendo ministri come quelli che abbiamo, incapaci di decidere cosa è essenziale e cosa non lo è,
è ovvio che ci troviamo in queste condizioni!<br />
Il bilancio dello Stato è tale che consentirebbe di fare tutto, basterebbe avere solo la capacità di capire quali sono le priorità, ma siccome tale capacità non ce l'hanno nè ministri nè sottosegretari, siamo allo sbando.<br />
Dobbiamo però smettere di pensare che sia uno sbando dovuto alla mancanza di soldi, i soldi ci sono, ma sono spesi male.
Le iniziative essenziali non vengono fatte mentre quelle inutili sono sostenute, patrocinate, finanziate.<br />
Non si può spendere 17 milioni di euro per fare il Festival del Cinema di Roma, è una puttanata!<br />
Con quei soldi si potrebbero sostenere tutti i centri di restauro necessari, ma si preferisce investire quei soldi per un festival che interessa una minima parte della cittadinanza, a scapito del vero patrimonio nazionale italiano: l'arte e la cultura.
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COS'E' ZETEMA</b>
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Zètema, presidente Francesco Marcolini (quota An), è una società partecipata al 100% dal Comune di Roma. Sul sito si legge che l'azienda "opera con modalità <i>in house"</i> (ovvero, al di là del vezzo anglicista, all'interno di appalti aggiudicati dalla Pubblica Amministrazione) e ha come <i>core business</i> (ovvero attività principale) la gestione di attività e servizi culturali e turistici, e l'organizzazione di eventi. Zètema fu istituita dal sindaco Rutelli, foraggiata da Veltroni e ora ereditata da Alemanno.<br />
Dotata di questa doppia anima pubblico/privato (missione pubblica e gestione privata dei contratti), Zètema ha sempre sostenuto per bocca del suo amministratore delegato Albino Ruberti, che l'arte è creatività e marketing.<br />
L'articolo che potete leggere in questa pagina dimostra gli effetti di quella filosofia.<br />
Vi racconto come ho fregato tutti2009-04-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391107<br />
La storia è lunga. E, anche, incredibile. Che ci siano le elezioni europee lo si comincia a sapere il giorno dopo l`esito delle elezioni precedenti. Come per ogni mandato si inizia euforici pensando di restare a lungo e magari rinnovare il mandato. Poi le cose cambiano, e anche gli umori, i desideri, gli stessi partiti. Quelli che si presentano oggi non sono gli stessi delle elezioni precedenti. Non c`è più Forza Italia, non c`è più An. I comunisti sono diversamente divisi e hanno cambiato nome. I Verdi sono altrove, eccetera. <br />
Soltanto Pannella, con la Bonino, resiste e si sforza per una inutile corsa. Dunque, la prima offerta risale a molti mesi fa al ministero per i Beni culturali è andato Sandro Bondi e sottosegretario è stato nominato Francesco Giro. Li incontro, tra qualche imbarazzo, mi fanno mille proposte di incarichi in un campo che loro non conoscono (e, a tutt`oggi, è singolare che in quel ministero non vi sia nessun consulente che ha competenze storico-artistiche) e a un certo punto Giro azzarda: “Il prossimo anno sarai candidato per Forza Italia alle europee: mi sembra giusto”. <br />
Nel frattempo Forza Italia è diventata un altro partito, il Popolo della Libertà, fondendosi con An. Forse è per questo che non ho più sentito Giro; ma, tornato sull`argomento, sono stato rassicurato da Dell`Utri. Negli ultimi mesi ho perso le tracce dei due. In tempi più recenti, il turbine di candidature di cui hanno parlato le cronache. Apre le danze Totò Cuffaro che propone, con qualche coerenza, una candidatura certa nell`Udc. È abbastanza logico, d`altra parte: sono stato eletto sindaco di Salemi proprio con quel partito. Ma Cuffaro mi dice subito che la circoscrizione ideale non è per me la Sicilia ma il Nord Ovest. Non capisco bene, ma mi adeguo. <br />
Si arriva così a tempi molto vicini alla scadenza e, non avendo nuovi segnali, vado a trovare Lorenzo Cesa il quale, davanti ad amici comuni, mi conferma la loro intenzione di candidarmi a Nord Est o a Nord Ovest. Incontro cordiale, stretta di mano. Definitivo assenso, il giorno dopo, di Pier Ferdinando Casini. E qui cominciano i casini che non riguardano la non richiesta coerenza fra etica e politica, fra condivisioni di idee e principi e comportamenti individuali (è sufficiente ricordare lo stato civile del presidente del partito che, pur cattolico praticante, è separato e sposato in seconde nozze); ma la paura dei candidati locali di essere battuti nelle preferenze. <br />
Così, oltre alla Sicilia proibita scopro che non posso candidarmi nel Nord Ovest perché c`è Magdi Allam, nel Nord Est perché non vuole De Poli, nel Centro per non so che. Resta forse il Sud dove si misura De Mita. Così, vedo sfumare la candidatura. <br />
Comincio quindi a riflettere su un`altra proposta che stavolta è venuta da un esponente di An, ora Pdl, Luca Bellotti, deputato di Rovigo. Mi pare concreta e stimolante: fare il presidente della Provincia di Rovigo nei bellissimi luoghi dove ho vissuto da bambino, dove abitano i miei genitori. Una terra dimenticata per la quale si potrebbe fare un`opera di fascinazione come a Salemi. Nord e Sud, aree dimenticate e depresse, e le cariche di sindaco e di presidente non sono incompatibili. <br />
Ma la candidatura trova una forte resistenza negli esponenti locali della Lega. Parlo allora con Bossi, ottengo un sostanziale benestare confermato anche da Calderoli. Ma non abbiamo fatto i conti con la base, che manifesta il suo dissenso.
<p> Ed eccoci alle ultime ore. Ormai nell`angolo dovrei rassegnarmi, sconfitto da irrazionalità, vigliaccherie, paure, rischi di competizioni. Quando Giovanni Teresi coordinatore regionale di un nuovo movimento, Alleanza di Centro, che si è alleato con Raffaele Lombardo, leader dell`Mpa, Movimento per le autonomie, mi racconta dell`accordo con La Destra di Storace per superare lo sbarramento del 4 per cento. Parlo più volte con Francesco Pionati che si è staccato dall`Udc per confluire nel Popolo della Libertà ma è rimasto isolato e manifesto qualche incertezza, qualche legittimo dubbio sui risultati (e speriamo che l`avventura alla quale si sono dichiarati pronti anche i Pensionati gli riesca). Quando non più di tre giorni fa mi chiama lo stesso Lombardo e, confermando l`offerta, riproduce già argomentate perplessità sulla mia candidatura in Sicilia (logica e a cui si aggiunge anche un lungo impegno in Sardegna dove sono stato eletto due volte). <br />
La sua proposta è una candidatura nel Nord Est come capolista. Resisto, insisto su Sicilia e Sardegna. Lunghissime estenuanti trattative. E, finalmente, lunedì 27, dopo aver avuto la cittadinanza onoraria a Sant`Antioco in Sardegna con una bella e festosa manifestazione, Lombardo accetta la mia proposta. Ma dura soltanto quattro ore; e la sera tutto viene rimesso in discussione. Si ipotizza un`alternativa: Nord Est e Nord Ovest. O magari Centro.
<p>Siamo arrivati a oggi. Fatuzzo mi invia un messaggio, Storace mi chiama. Confermano, come io non avrei sperato, la sola candidatura in Sicilia e Sardegna. Poi mi chiama Lombardo, ore 6.30 e mi chiede se ho preparato i moduli. Eccomi dunque candidato con l`Mpa, con qualche travaglio ma potendo confermare che si tratta di un`estrema lotta di sopravvivenza e di resistenza a un insensato bipolarismo cui il Movimento per le autonomie si ribella con tutta la sua, speriamo crescente, forza. Ed è bello che questa battaglia per un vero centro si faccia insieme a una vera destra. Paradosso delle autonomie. E, d`altra parte, chi è più autonomo di me?<br />
Anche la sinistra mi dà ragione: Villari deve restare al suo posto2009-01-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it387821<br />
Nell’opposizione spunta solo ora chi riconosce come il presidente della Vigilanza Rai sia stato eletto in maniera democratica. Altro che "accordi segreti e voti comprati"
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Quando un uomo diventa un caso, tutto si fa più difficile. È accaduto a Riccardo Villari. Finché era un semplice senatore del Pd, il suo destino era nelle mani del partito. In questa condizione ci sono vantaggi e svantaggi. Con l'attuale sistema elettorale, (che tanto piace), per esempio, basta stare fermi: il candidato non deve fare niente, non deve chiedere di essere votato, non deve cercare preferenze, non deve agitarsi. Gli basta avere la benevolenza del segretario del Partito per essere candidato e messo nelle liste in una buona posizione. Una volta eletto, il suo margine di movimento si ridurrà ancora di più, salvo che non gli tocchi di essere chiamato al governo o di presiedere una commissione, meglio se di garanzia. Sia nel primo sia nel secondo caso il suo merito sarà irrilevante. Se incompetente avrà possibilità di andare a un ministero. Se avrà mostrato qualche inclinazione potrà essere indicato per la presidenza di una commissione alla quale non verrà eletto (nonostante la finzione della votazione) ma nominato, magari per compensarlo di non essere stato chiamato al governo.
Spazi per la democrazia ne restano molto pochi ed è per questo che diventa esemplare non l’elezione del presidente, ma il caso Villari. Che va alla Vigilanza Rai per un’iniziativa parlamentare autonoma. E non per decisione del segretario del Partito democratico cui, per convenzione parlamentare, toccherebbe di indicare il presidente di quella Commissione, e neppure, come insinua Orlando, per una manovra di palazzo del presidente del Consiglio dopo «incontri segreti» (sic). <br />
Villari è invece l'espressione pura di un voto democratico, come in molti altri casi, imprevisto ma non imprevedibile. E oggi, grazie alla resistenza di Villari, insultato da Di Pietro, da Orlando, da Veltroni, e da molti compagni di partito, atteggiati a moralisti e scandalizzati, è iniziato il disgelo della sinistra che riconosce che il presidente è stato eletto in modo del tutto legale. È la posizione di Mario Barbi, Gianni Vernetti, Enzo Carra, Pier Luigi Mantini, e, da sempre, di Marco Follini. E anche più forte è la posizione di Linda Lanzillotta, ministro ombra della Funzione Pubblica, che ha dichiarato: «L'idea che si introducesse un principio nell’ordinamento parlamentare che consentisse solo sulla base della appartenenza o meno a un partito la revoca di un presidente legittimamente eletto, è inquietante».<br />
Inquietante, appunto. Anche che sulle mie posizioni a favore di Villari, per primo, arrivino soltanto ora parlamentari di sinistra di lungo corso e di grande esperienza. Inquietante più che, come pedine, si muovano commissari per fare spazio ad altri. Come è avvenuto con le dimissioni di La Torre in favore di Zavoli. Il quale, indicato a-democraticamente da Veltroni col benestare di Berlusconi, non poteva essere eletto presidente, non essendo membro della Commissione. Insomma, un pasticcio, nel totale disprezzo delle istituzioni e della democrazia. D'altra parte se la Commissione di Vigilanza deve essere di garanzia, quale miglior garante di un presidente senza partito e non nominato dalle segreterie? Dovrebbe essere l'ideale per Veltroni, che invece l’ha espulso, con disprezzo, dal partito. La sua posizione è ben rappresentata da Fabrizio Morri, capogruppo del Pd in Vigilanza, rigido come il commendatore nel Don Giovanni. C’è stata una ferita istituzionale seria, che non può essere archiviata presentando le vittime come responsabili: per la prima volta in vent’anni si esprime un veto sul candidato dell’opposizione, Leoluca Orlando, e arriva un presidente «comprato» politicamente parlando, in casa del Pd.
«Ora i rapporti in Vigilanza sono alterati. Speriamo che la giunta ne prenda atto». (E oggi che alcuni deputati del centrosinistra mi danno ragione sarebbe paradossale che il vicecapogruppo del Pdl al Senato Quagliariello, per far decadere Villari, facesse dimettere a suo danno tutti i membri del centrodestra in commissione). La giunta, secondo questo campione di democrazia, ispirato dal presidente del Senato Schifani, dovrebbe far dimettere Villari non da presidente ma da commissario. In quanto, cacciato dal Pd, è stato costretto a confluire nel gruppo misto che ha già un rappresentante in Vigilanza. Bizantinismi che congiurano contro la democrazia e le garanzie millantate. E non mancano i precedenti. Anch’io fui presidente di commissione, benché iscritto al gruppo misto. D’altra parte per contrastare l’espediente pseudo regolamentare di Schifani sarebbe sufficiente che l’Mpa (nel gruppo misto al Parlamento) desse la sua disponibilità alle dimissioni dell'onorevole Sardelli che so, in cuor suo, pronto a dimettersi.<br />
Avete visto che pasticcio quando un uomo diventa un caso e quando con regolette, regolamenti ed espulsioni si cerca di ostacolare la democrazia? Tutto sarebbe così semplice e, d’altra parte, un organo di garanzia non può essere fatto saltare da veti crociati e incrociati dei partiti. Altrimenti dovremmo immaginare che, se Schifani o Fini, per imperscrutabili ragioni (questo già vale per il presidente della Repubblica) si dimettessero dai rispettivi partiti, o ne fossero cacciati, solo perché eletti, come è toccato a Villari, se ne dovrebbe pretendere le dimissioni da presidente della Camera e del Senato, organi di garanzia, né più né meno della Commissione di Vigilanza.<br />
Belle garanzie! Il caso Villari è il banco di prova di una democrazia impaurita e malata.<br />
Letizia Moratti come Ottaviano Del Turco2008-08-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it358546«Lungi da me dire che la Moratti debba essere arrestata tuttavia e' un fatto che lei abbia ricevuto sei milioni e mezzo dal marito per la sua campagna elettorale, denaro che l'ha messa di fatto in posizione superiore rispetto al suo avversario Ferrante. Ancora non e' successo nulla, ma appena dovesse fare anche una minima cosa che possa favorire il marito, si entrerebbe nello stesso reato di Del Turco, che tra l'altro avrebbe ricevuto esattamente la stessa somma».Mi dimetto da assessore di Milano2008-07-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it358415«La soddisfazione di essere riabilitato nella funzione di Assessore alla Cultura del Comune di Milano, con l'annullamento del provvedimento del sindaco da parte del Tar, e la prospettiva delle importanti iniziative che quel ruolo consente di realizzare, in una città ricca di potenzialità e di entusiasmo - spiega Sgarbi - non può prevalere sulla <b>responsabilità di aver assunto il nuovo impegno di sindaco di Salemi</b>, eletto direttamente dai cittadini che non è in alcun modo consentito deludere anche di fronte all'inatteso e gradito colpo di scena che mi riporta alla situazione di 3 mesi fa».Le streghe son tornate2008-02-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it328794di Vittorio Sgarbi -
Se Fanfani riappare, dalle profondità di un passato che sembrava dimenticato per sempre, nelle forme rinnovate e imprevedibili del corpo esuberante di Giuliano Ferrara, non c’è ragione di meravigliarsi se, dopo anni di letargo, senza sensibili sussulti, riemergono dallo stesso passato donne esagitate e prorompenti, in slogan e manifesti, in difesa della loro vita reale contro chi difende il pensiero della vita. Singolare coincidenza: le battaglie libertarie, che Ferrara ben conosce e che ha affiancato e sostenuto in numerose occasioni, in difesa dei diritti degli individui sembrano non volersi estendere ai diritti dei non nati, dei respinti, la cui vita è biologica prima che psicologica e sociale. Così tutti i movimenti per la vita sembrano essere espressi da una visione integralista che contrasta con lo spirito libertario e la difesa dei diritti delle donne ad autodeterminare il loro destino al di là della forza della natura. Così, mentre Ferrara innalza lo spettro di milioni di morti, come conseguenza della pratica di un aborto senza regole e senza codici morali, le donne in piazza a Napoli ripetono gli antichi slogan dei movimenti femministi sessantottini: «Il corpo è mio e lo gestisco io». È la inevitabile reazione all’atteggiamento muscolare che, sul piano etico, e insieme ideologico, la Chiesa esibisce con più determinazione in questi ultimi tempi trovando sostegno, su temi centrali quali la famiglia cristiana e l’aborto, volta a volta in personalità come Pezzotta o Ferrara. Con disagio e dispetto dei loro stessi interlocutori politici tradizionali, come Berlusconi, Pezzotta si distacca dal Partito democratico e Ferrara dal Popolo della Libertà, individuando in temi etici ragioni sufficienti a fondare partiti politici e a chiedere il consenso dei cittadini. Berlusconi invita Ferrara a rinunciare al Partito della vita riportando le questioni etiche nell’ambito dei problemi di coscienza, non diversamente dalla fede religiosa. Come non c’è un partito dei cattolici non ci può essere un partito degli antiabortisti. E su questa considerazione convergono anche importanti esponenti della Chiesa. Ma è inevitabile che a questo richiamo gridato dei valori cristiani rispondano nelle strade le streghe, ecco: le streghe sono tornate, perché sono state evocate, perché si è preteso di estendere a tutti i cittadini e a tutte le donne i valori tipici e propri dei cristiani. Non c’è dunque da stupire se a Napoli manifesti, slogan, travestimenti, proteste, richiami alla liberazione della donna, abbiano animato le manifestazioni in difesa della legge 194 e della libertà della persona nella società come bene prevalente rispetto alla difesa astratta, assoluta della vita. Come nelle manifestazioni per i Dico contro Benedetto XVI, così le donne bruceranno in piazza il fantoccio di Ferrara, prima di essere bruciate come streghe. Tenteranno di difendersi creando un incidente che avrà conseguenze sia nel Partito democratico sia nel partito del Popolo della Libertà. I due leader diversamente moderati, Veltroni e Berlusconi, si troveranno a disagio l’uno con i libertari come Pannella (che già apertamente rifiuta), l’altro con i nuovi teologi alla Ferrara (cui è stato garbatamente chiesto di non insistere). E forse streghe e teologici verranno bruciati insieme, per non disturbare i manovratori, in nome della moderazione. Boldrini, D'Alema lo ha riconosciuto! Avete sterminato milioni di esseri umani!, Avete ucciso ...1998-01-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it328308Attacco di Sgarbi a Boldrini, medaglia d'oro alla resistenza, durante la seduta d'aula n. 299:
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VITTORIO SGARBI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ci sono molte cose che non capisco nella vicenda che ha visto uniti il relatore Bonito e gli amici di alleanza nazionale nel pretendere una resa così incondizionata di fronte ad una richiesta che evidentemente viola il principio elementare della libertà di opinione, la quale può bensì talvolta sconfinare nella minaccia.<br />
Ho condiviso spesso l'insofferenza per gli atteggiamenti minacciosi soprattutto dell'onorevole Bossi e talvolta ho anche sopportato lo scontro fisico con persone di vistosa presenza come il senatore Boso. Non di meno, ho combattuto per molto tempo contro l'atteggiamento, violento nelle parole, espresso dai leghisti. Mi sono però improvvisamente spostato verso la considerazione più piena delle loro posizioni nel momento in cui il Presidente della Camera, onorevole Violante, e il Presidente del Senato, senatore Mancino, hanno consentito, in tal modo impedendo a mio vedere tutte le azioni giudiziarie fin qui poste in essere, da Verona a Varese, contro le pendenze e le pulsioni, sul piano generale ed anche su quello operativo ma
mai sul piano della violenza fisica, secessionistiche da parte della lega, che il gruppo della lega nord si chiamasse gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania. Si è quindi legittimato in quest'aula che il gruppo della lega nord si chiamasse in tal modo. Da quel momento Violante e Mancino sono associati a delinquere con i colleghi leghisti, perché hanno consentito le azioni conseguenti, il gazebo, le elezioni, eccetera. Infatti, se qualcuno si chiama «per l'indipendenza della Padania», non potrà non pretendere e non chiedere quell'indipendenza.<br />
Allora, in relazione ad ogni reato che noi indichiamo rispetto a leggi che vogliono l'unità della nazione, nel momento in cui un gruppo lotta contro quell'unità legittimato dal Presidente della Camera, la sua lotta è soltanto politica. Pensiamo alle battaglie di Pannella per l'aborto. Esse erano contro la legge, ma era diritto di quella parte politica parlare contro la legge per mutarla. Allora, chi voglia mutare l'assetto della nazione ha ragione di farlo in modi non violenti, in ottemperanza alla denominazione di origine controllata che qui è stato consentito loro di darsi.
Chiedo agli amici di alleanza nazionale per quale ragione al mondo essi, che si chiamano alleati nazionali, vogliono identificarsi con i fascisti. Voi siete caduti nella trappola ridicola di chi vuole che voi siate quello che non volete più essere (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania)! Voi non siete fascisti. Quando si parla di fascisti, non si parla di voi. È un equivoco di Bossi identificare gli elettori di alleanza nazionale con i fascisti. Caro Manzoni, quando tu o Berselli vi schierate contro le parole di Bossi, vi autocertificate fascisti. Non lo siete, nessuno di loro lo pensa.<br />
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FILIPPO BERSELLI. Anche Bonito!
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VITTORIO SGARBI. Anche Bonito. Questo crea un singolare meccanismo, quello per cui fu Violante a dire: bravo Fini, sei piccolo, ma crescerai, noi dobbiamo legittimarti (Applausi dei deputati del gruppo della lega nord per l'indipendenza della Padania). Allora, improvvisamente Violante ha dato a Fini quello per cui Berlusconi è diventato il cavaliere nero, cioè una legittimazione da sinistra, per cui Fini non è più fascista.
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PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, dovrà continuare il suo intervento in un altro momento perché il tempo a sua disposizione è esaurito.
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VITTORIO SGARBI. Voglio solo concludere su un punto.
Le frasi che vengono attribuite a Bossi le ho sentite dire per decine di anni nelle piazze italiane dai compagni comunisti, che hanno combattuto contro il fascismo ed hanno celebrato un signore, il senatore Boldrini, detto von Bulow, che è passato dalle parole ai fatti e ha fatto...
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PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Sgarbi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giovanardi...
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VALTER BIELLI. A cui hai chiesto scusa!
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VITTORIO SGARBI. L'unico che ha fatto quello che Bossi ha detto è stato Boldrini!
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PRESIDENTE. La richiamo all'ordine per la prima volta, onorevole Sgarbi!
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VITTORIO SGARBI. E D'Alema lo ha riconosciuto! Avete sterminato milioni di esseri umani!
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PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, la richiamo all'ordine per la seconda volta.
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VITTORIO SGARBI. Avete ucciso...
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PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi la richiamo all'ordine, si allontani dall'aula, per cortesia.
Onorevole Sgarbi, si allontani dall'aula, per cortesia. L'ho richiamata all'ordine...
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VITTORIO SGARBI. Non mi allontano affatto! Si allontani lei, comunista!
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PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, l'ho richiamata all'ordine per tre volte...
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VITTORIO SGARBI. Non mi allontano dall'aula! Ho detto soltanto la verità!
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PRESIDENTE. Invito i deputati questori a far eseguire le disposizioni del Presidente.