Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Francesco BOCCIAhttps://www.openpolis.it/2013-09-28T00:00:00Zlegge di stabilità e cancellazione il porcellum, poi il voto2013-09-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it709995Chi si illude di andare al voto con questa scorciatoia si sbaglia. Prima c'è la legge di stabilità e la cancellazione del Porcellum. E siamo sicuri che in Parlamento ci saranno i voti per rispettare il volere della stragrande maggioranza degli italiani'.'"Chiedere il rispetto delle regole non è minacciare"2013-04-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it689019<br />
“Chi non vota la fiducia al Governo non può restare, per coerenza, nel Pd, è evidente”.
<p>“Se la maggioranza decide di appoggiare un governo, come si fa a restare nel partito dicendo ‘non ci sto’? Le critiche servono a definire le posizioni del Pd al congresso. Non prendetela come una minaccia, qui nessuno fa minacce. Ci sono delle regole in un partito, quando sarà presentato un programma ognuno si assumerà le sue responsabilità”.
<p>“Non mi pare che risolviamo i problemi degli italiani con l’ineleggibilità degli italiani, è un modo per continuare a fare propaganda”.<p>
"La richiesta del rispetto delle regole, almeno di quelle che ci siamo dati tutti insieme, avanzata da me e da molti altri esponenti del nostro Partito, non può e non deve essere mai considerata come una minaccia".
<p> "Le regole per una grande forza politica sono il naturale ambito in cui si vive e si lavora, soprattutto dopo un momento di grande difficoltà. Il sì o il no al governo è una scelta fondamentale su cui questo basilare principio democratico non può essere derogato. Lo sforzo che, invece, ci dovrebbe tenere uniti è quello di contribuire a sostenere le indicazioni arrivate prima da Napolitano e poi da Enrico Letta".<br />
L’agenda Camusso, con aperture a Vendola e Casini, è un poco grottesca2012-08-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648132<br />
Al direttore. Sarà per il caldo di queste ore, sará forse per i miei modesti strumenti di comprensione dei fenomeni complessi descritti dal mio compagno di partito <a href="http://www.ilfoglio.it/print/soloqui/14520">Fassina sulle sue colonne</a>, ma leggendolo mi sono venute spontanee due domande. Riuscirà un giorno la politica almeno a sinistra (la destra sul tema ha fallito miseramente in tutto l’occidente) a capire che questa crisi globale va affrontata separando rigorosamente finanza ed economia? Sulla finanza attuale sento poche parole, molte omissioni, moltissime timidezze fiscali e tante tante connivenze.
<p> Secondo, sento che le ricette per intervenire sulla cosiddetta economia reale (peccato che non venga mai epurata dalla finanza non più ancella dell’impresa) debbano essere tutte improntate su una nuova stagione keynesiana fatta da altri debiti. Bene, premesso che si può essere “keynesiani con i soldi degli altri” solo nei seminari e nelle interviste, forse, ma proprio forse, dovremmo chiederci: come si fa a ipotizzare altri debiti sapendo che il futuro dei giovani è stato già pesantemente e gravemente compromesso da chi ha fatto tanti debiti e pochi sacrifici negli ultimi trent’anni? Quale futuro s’intende ipotecare ora con i nuovi keynesiani? Per caso quello dei nostri nipoti? Concentriamoci sulla costruzione dell’Europa politica che proprio Monti, sì caro direttore, proprio Monti (nonostante i presunti limiti richiamati dal mio compagno di partito ha rimesso al centro del dibattito europeo, con l’Italia snodo fondamentale.
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Una postilla finale. Mi aiuta almeno lei a spiegare che si può credere in un paese moderno in politiche liberal e di sinistra? Dove per liberal s’intende proprio quel liberalismo progressista molto attento alle questioni sociali e nello stesso tempo rigoroso custode del rispetto dei diritti individuali?
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Non so perché, ma nei momenti che contano (nelle campagne elettorali dal 1994 ad oggi), ci ritroviamo divisi in: azzurri e rossi, berlusconiani e comunisti, e ora l’ultima è liberisti e tecnocrati da un lato e socialisti dall’altro. Mah, che dirle, ricordo solo a me stesso, nei momenti di difficile comprensione come quello che ha coinciso con il caldo di ieri e la lettura del Foglio, che il Pd l’abbiamo fatto per riformare profondamente il paese, costruendo l’Europa politica e per superare questa insopportabile descrizione della società italiana da secolo scorso dove Keynes e debito andavano a braccetto.
<p><b>Francesco Boccia, deputato Pd</b>
<p><i>Berlusconi ce l’ha con i comunisti, gli altri, lei caro Boccia con i socialisti, nel suo partito. Ma sia sereno. Non so chi e quale cultura abbia miseramente fallito, come dice lei, né se debba fallire l’Europa come è stata costruita monetariamente. So che la situazione, per come la si evince dalle interviste parallele di Fassina a Cerasa e di Bersani a Forquet del Sole 24 Ore, è parecchio confusa. Stefano Fassina non è un “nipotino di padre Bersani”, per parodiare i Quaderni di Gramsci, non è un intellettuale reazionario “asino brutto anche da piccoletto”: è un socialdemocratico serio, vecchio stampo, che vuole tosare di brutto la pecora del capitale. Invece a sentire “padre Bersani”, che si rivendica protoriformista per un paio di buone lenzuolate di qualche anno fa, non senza una certa inclinazione vanitosa, non tutto si deve fare, ma di tutto. Fassina è chiaro: no agenda Monti, ricominciamo a mangiare partiti, politica e idee non subalterne alle tecnocrazie europee. Il suo boss sprimaccia i cuscini di Palazzo Chigi con un’attitudine eclettica, da Ciampi a Vendola, un pizzico di laburismo e di ambiente e di politica industriale ma in un contesto di rispetto deferente di certe forme del capitalismo globalizzato. Ma la rivoluzione di Fassina e il riformismo bon à tout faire del suo capo mancano entrambi di realismo politico: con chi, contro chi, con quali alleanze nella società reale (il comizio contro le rendite è afasico), tra gli stati partner, nelle culture di riferimento che fanno camminare il mondo, non si sa. Agenda Monti, come agenda Giavazzi, può suonare fastidioso, lo capisco. Ma agenda Camusso, più aperture equanimi a Vendola e Casini, suona grottesco</i>.<p>
<i>Claudio Cerasa</i> | <i>Il Foglio</i><br />«Da Berlino non accettiamo lezioni di democrazia»2012-08-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648088<br />
«Surreali e grottesche le critiche che arrivano dalla Germania al Presidente del Consiglio. Monti non ha parlato di Parlamenti telecomandati dai governi, ma di governi che devono avere il coraggio di disegnare una rotta, un orizzonte. E in questo momento l'orizzonte è l'Europa».
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«Premesso che da Berlino non accettiamo lezioni di democrazia quello che dev'essere chiaro alla politica e all'opinione pubblica tedesca è che l'Italia ha fondato la Comunità europea prima e l'Unione dopo per costruire un grande progetto politico collettivo. Chi pensa che per noi l'Ue sia solo un modo per indebitarsi nel miglior modo possibile a scapito di altri Paesi, deve rivedere i suoi orizzonti. Noi non abbiamo mai chiesto deroghe ai trattati e mai ne chiederemo. Non abbiamo fatto come la Germania nel 2003. Oggi chiediamo coraggio per la costruzione degli Stati Uniti d'Europa. Se i tedeschi sono contrari lo dicano e abbiano il coraggio di assumersi la responsabilità dello stop al processo d'integrazione politica».
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«Se dopo una crisi globale come questa salta l'integrazione politica e si torna alla peggior difesa nazionalistica, in Germania devono sapere che il prezzo alto lo paghiamo tutti, a partire proprio dall'economia tedesca. Quando la Bce con le prime due ltro (long term refinincing operations) ha consentito il finanziamento all'1% delle banche e hanno partecipato alcune ex divisioni finanziarie di aziende automobilistiche che hanno riversato la liquidità alle stesse aziende (come Bmw e Wolkswagen), nonostante fossero violati i principi più elementari della concorrenza, da Berlino nessuno si è scandalizzato. La reazione spropositata di una parte della politica tedesca alle dichiarazioni di Monti impone una seria riflessione: intanto sarebbe opportuno evitare senza alcuna valutazione di politica industriale la vendita di aziende italiane. A partire dall'incomprensibile cessione di Ansaldo Energia alla Siemens. Sul tema chiediamo al governo di bloccare le trattative e di informare il Parlamento».
<br>«Monti non convince su spread e quadro politico»2012-07-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647511<br />
«Non è convincente Mario Monti quando prova a spiegare il drammatico picco dello spread con l'incertezza del quadro politico. Il suo governo ha pieno mandato, come dimostra l'esperienza di questi mesi».
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«Piuttosto, chiediamo al presidente perchè i governi europei, compreso quello italiano, sono così deboli di fronte all'urgenza di dare regole ferree ai mercati».
<p>Lo dice Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni Economiche del Gruppo del Pd alla Camera, che aggiunge:
<p>«Quante volte abbiamo chiesto in parlamento che il governo si facesse carico di una proposta per vietare immediatamente l'utilizzo di derivati non regolamentati? Quante volte abbiamo fatto presente che l'aumento progressivo degli scambi di Cds (credit default swap) sul nostro debito si sarebbe rivelato letale? Ogni volta, prima Tremonti poi Grilli hanno risposto che sarebbe successo qualcosa in Europa ma poi non è successo niente. Perchè Monti non dice chiaramente agli altri paesi dell'Unione che pretendiamo lo scudo anti-spread, visto che abbiamo fatto tutte le riforme che ci venivano sollecitate? Il Partito democratico ha svolto lealmente il proprio compito, abbiamo approvato manovre anche dolorose. Ma ci chiediamo: perchè non si fa niente per fermare gli speculatori che ancora in queste ore continuano liberamente a giocare con il nostro debito?».<br />«Si tassi il contante per far emergere il nero» - INTERVISTA 2012-04-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626821<br />
<b>Prof. Francesco Boccia (Pd), crede veramente che la proposta di tassare il denaro contante abbia una logica?</b>
<p> «La mia proposta non punta tanto sulla tassazione, quanto a creare un sistema deterrente per far emergere il nero. Non si può dire che ci sono 150 miliardi di euro in nero e poi non fare nulla. In tutte le case degli italiani, quando arriva un idraulico, un elettricista, un geometra, chiaramente senza generalizzare, ci si trova dinanzi al dilemma con fattura o senza fattura. Non può più essere così. Senza parlare del nero che entra in banca frutto di attività criminali. I controlli ci sono tramite la Finanza e l'Agenzia delle entrate ma finora non ci sono stati grandi effetti, anche perchè non superano l'1,5%. Per ottenere la deducibilitá totale occorre avere la copertura finanziaria. Diverso è se il controllo è fatto dai cittadini, occorre creare un contrasto di interessi. Abbiamo proposto una tassazione alta sia sui prelievi che sui contanti, secondo noi con un tetto di 1000 euro».
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<b>Se lo scopo è quello di combattere l'evasione, va rilevato che i livelli di tracciabilità nel corso del tempo si sono abbassati, ma l'evasione non è calata. È così?</b>
<p> «La tracciabilità vera è in vigore da un anno. Nel 2007 la mise Padoa Schioppa ma Tremonti prima la tolse per poi reintrodurla, e poi Monti l'ha ribadita. In realtà è in vigore da alcuni mesi. La rintracciabilità offre risultati nel medio termine. Servono i controlli».
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<b>E gli oneri bancari per carte di credito e simili?</b>
<p>«Il sistema deve essere gratuito, senza questo aspetto la proposta non regge».
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<b>Ma se le banche hanno fatto muro contro l'eliminazione delle commissioni bancarie, come può sperare che accettino l'idea di fornire servizi gratuitamente?</b>
<p> «Occorre fare una battaglia culturale. Ricordo che con questo sistema entrerebbero nelle casse dello Stato 100 miliardi dal nero e illegalità. Ci sarà molta gente che pagherà le tasse e oggi non lo fa».
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<b>Il malaffare, in tutte le sue manifestazioni, non usa il bancomat. Questa misura non finirebbe per creare in circuito parallelo del contante?</b>
<p> «Ma non avrebbero più valore i soldi in contanti. Chi li ha cosa se ne fa? Se li dà ad altri, questi cosa se ne fa, se valgono di meno? È chiaro che tutto questo ha senso se si accompagna con sanzioni penali a chi non rispetta la legge. È un sistema estremo, ma l'Italia è in una condizione estrema. Ma le persone normali mica portano in tasca 5 o 6.000 euro».
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<b>Non sarebbero danneggiati solo gli onesti?</b>
<p> «Le persone oneste, cioè la stragrande maggioranza dei cittadini, userebbe la carta di credito senza problemi, a maggiore ragione se è senza commissioni. E a tutti coloro che pensano che la pressione fiscale sia altissima, ricordo che se non si fa una lotta assidua all'evasione fiscale, le tasse non calano».
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<b>Il Paese dell'uso esclusivo delle carte di credito è lontano dalla realtá. Che diciamo agli anziani che per comprare un chilo di pane devono usare la carta di credito?</b>
<p>«Il problema non è il chilo di pane, e poi si può discutere sul tetto. Non è che scompare la moneta. Certo se l'anziano va dall'avvocato o dal medico è suo interesse pagare con la carta di credito».
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<b>Si può pensare alla riduzione del contante in un solo Paese?</b>
<p> «Negli Usa l'uso della carte di credito è triplo rispetto all'Italia, in Francia e Inghilterra è il doppio. Ci sarà un motivo? Con chi vogliamo confrontarci, con la Tunisia? L'utilizzo del contante in Italia è un'anomalia italiana. Certo questo meccanismo e l'abolizione dei costi in banca devono andare insieme».
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<b>Questa proposta sembra poco riformista e molto massimalista. Che dice?</b>
<p> «Ci sono momenti della storia in cui servono iniziative massimalistiche e radicali per essere riformisti. Il caso del sommerso e del nero è la prova più evidente che questo approccio in alcuni casì è necessario».<br />
«Può essere una svolta ma temiamo brutte sorprese sul gas» - INTERVISTA2012-01-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it623399<br />
«Questo è il primo vero tentativo di big bang sugli oligopoli e sui mercati chiusi. La media europea dei profitti, nei servizi che in Italia sono controllati da pochi, è del 30 per cento. Da noi, invece, è oltre il 60 e quella differenza la pagano i consumatori. Dobbiamo recuperare quel 30».
<p><i> Alla vigilia del decreto liberalizzazioni, parla il democrat Francesco Boccia.</i>
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<b>Punti critici?</b>
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«Il diavolo sta sempre nei dettagli. Temo brutte sorprese sul gas, in termini di tempi dilatati per lo scorporo di Snam da Eni. Temo poi l'incredibile capacità delle compagnie d'assicurazione di tenersi per mano, difendendo un cartello indifendibile».
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Francesco Boccia in quale ambito si aspetta invece grandi cose?</b>
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«In quello della semplificazione degli atti. In molti Paesi europei, per esempio, vendere casa non è un rito borbonico che costa anche denaro. Si può fare via fax. Aprire i mercati è anche questo».
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<b>Che linea avrete in Parlamento?</b>
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«L'obiettivo è quello di abbassare i costi dei servizi e di rendere più competitivo il mercato in tutti i settori. Anche per quanto riguarda il costo dei servizi bancari».
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Le piace l'authority dei trasporti?</b>
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«Va bene. Deve coincidere con la fine della stagione dell'Anas, che è il simbolo della Salerno-Reggio Calabria e di tutto quello che non ha funzionato nelle infrastrutture».
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Catricalà avrebbe incontrato Pdl e Terzo Polo per gli ultimi aggiustamenti. Perché no il Pd?</b>
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«Se fosse vero sarebbe grave, dal momento che l'unico abilitato a fare trattative con i partiti è il presidente del Consiglio».
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«Confrontiamoci tutti insieme»2011-10-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617815<br />
«Quest'appello al segretario è un atto di amore verso il partito. Nessuno può ritenersi indispensabile da solo, nessuno può avere l'arroganza di possedere il verbo della modernità o dell'ortodossia di valori, principi o addirittura di ideologie archiviate dalla storia. Ed allora, mettiamo in un'assemblea "tutti dentro". Confrontiamoci tutti insieme».
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Costi della politica. Depositata proposta di legge Pd: Azzerare cda pubblici2011-10-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617603<br />
<i>Continua la campagna</i> <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=15ZK66"><b></b>É tempo di esempi<b></b></a>. <i>Dopo aver sostenuto le proposte di legge sull'abolizione dei vitalizi, sul limite dei 3 mandati parlamentari, dalla rete arriva un impulso ulteriore dal gruppo di Facebook: i deputati del Pd Francesco Boccia, Dario Ginefra e Fausto Recchia del Pd hanno depositato la proposta di legge che prevede l'azzeramento di tutti i cda di società detenute al 100% da enti locali, Regioni e Stato.</i>
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«Non ha alcun senso - dicono i primi firmatari della proposta di legge - mantenere pseudo equilibri in consiglio e sottoporre l'azienda a estenuanti mediazioni e inutili costi, se alla fine il socio è unico e soprattutto un ente. Le mediazioni le fa direttamente il sindaco, il presidente della Regione e il ministro dell'Economia, con la maggioranza che lo sostiene, ma la gestione dell'azienda va affidata a un amministratore unico che risponde all'azionista».
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«Solo così - spiegano i tre deputati del Pd - sarà possibile tagliare in un colpo solo migliaia di inutili poltrone presenti in ogni città italiana e nelle centinaia aziende di Stato che ruotano intorno ai ministeri».
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«Dalla rete, attraverso il gruppo 'È tempo di esempi' che intercetta ogni giorno sempre più persone, continueremo a raccogliere le proposte costruttive, utili e di buon senso, e a trasformarle in proposte di legge coerenti con la forte volontà di cambiamento del Pd che mai come in questo momento ha bisogno semplicemente di esempi».
<p>Francesco Boccia, Dario Ginefra e Fausto Recchia<br />
<i>deputati del Pd</i><br />
Governo crea condizioni per voragini finanziarie2011-10-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617509<br />
''Alla vigilia delle aste dei titoli degli ultimi 70 giorni del 2011 avere costantemente lo spread a quota 400 significa piazzare titoli abbondantemente oltre il 6,5 per cento. Chi pagherà gli ulteriori costi del debito? Si stanno rendendo conto che si tocca così un punto di non ritorno e si creano le condizioni per ulteriori voragini finanziarie? Dove prendiamo i soldi per coprire l'aumento del costo degli interessi?''.
<p><i>Lo chiede il coordinatore delle commissioni economiche del gruppo Pd della Camera, Francesco Boccia.</i>
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''Ci siamo infilati in un vortice senza fine e la maggioranza sempre più nel caos: dl sviluppo, nomina Bankitalia sono solo gli ultimi drammatici sintomi di una incapacità conclamata di affrontare la crisi anche a causa delle profonde differenze di politica economica di Lega e Pdl''.<br />
Gravissimi i tagli alle energie rinnovabili2010-06-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it501455<br />
''E' una manovra iniqua, anticrescita che colpisce addirittura lo sviluppo delle fonti rinnovabili.
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E' evidente che Tremonti sta approfittando del prolungato interim di Berlusconi allo sviluppo economico per espandere il proprio raggio d'azione''. Cosi' il coordinatore del Pd delle commissioni economiche della Camera, Francesco Boccia.
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''Prima di ricevere la manovra definitiva - prosegue - eravamo convinti che non ci fossero misure per le crescita e che tutto fosse concentrato su misure inique e depressive come i tagli al pubblico impiego e alle regioni che inevitabilmente saranno costrette ad aumentare la pressione fiscale. Non potevamo pero' prevedere misure cosi' palesemente anti crescita e contro l'ambiente. Infatti, da un lato, il Governo decide unilateralmente il taglio totale sulle fonti rinnovabili attraverso il ritiro di offerta d'acquisto dei certificati verdi, dall'altro, non modifica il sovraprezzo che gli italiani pagano in bolletta per lo sviluppo delle stesse fonti rinnovabili''.
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''Ma che manovra e' questa? - si chiede Boccia - e' inammissibile rendere retroattivo un provvedimento che colpisce aziende e lavoratori che giorno dopo giorno migliorano il mix energetico nel nostro Paese. Non riteniamo sotto nessun punto di vista, penalizzare fino al rischio chiusura, centinaia di imprese che hanno fatto investimenti in produzione di energia diversa dai combustibili di origine fossile come carbone e petrolio. Combustibili, questi ultimi, sui quali il Governo non si e' preoccupato nel rivedere i vincoli su costi, tassazione e inquinamento. Piu' si entra nel dettaglio di questa manovra piu' le preoccupazioni aumentano. Questa mannaia sulle fonti rinnovabili e' il segnale che la politica industriale non e' mai entrata nella discussione del consiglio dei ministri. Evidentemente le motivazioni che hanno spinto Tremonti a fare scelte cosi' anti- impresa e anti ambiente vanno ricercate altrove''.<br />
«La class action in Italia è una parente povera delle richieste collettive di risarcimento»2010-01-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it475124<br />
"Come sempre, il governo vende slogan e titoli. La <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Azione_collettiva"><b>class action</b></a> in Italia è una parente povera delle richieste collettive di risarcimento che caratterizzano le economie dei principali Paesi occidentali. Scajola ci spieghi perché il governo Berlusconi non ha introdotto la class action sui prodotti finanziari e sulle vicende riguardanti l'inquinamento ambientale dei grandi siti industriali»". <br />
È quanto dice il parlamentare del Pd Francesco Boccia. <br />
<p> "Il governo ha mutilato lo strumento della class action rispetto alla legge voluta dal ministro Bersani", afferma Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro della segretaria del Pd. «Ha, infatti, reso enormemente più complicato e costoso per i cittadini-consumatori difendersi dagli abusi e dai disservizi e, inoltre, ha indebolito le possibilità d'intervento delle associazioni dei consumatori. <br />
Nei prossimi mesi vedremo quanto sarà inefficace la legge propagandata dal ministro Scajola, in merito alla quale anche il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, ha riconosciuto la sostanziale distanza rispetto alla normativa vigente in Europa, a cominciare dalle iniziative contro le banche per le condizioni sul massimo scoperto».
<p>"La prima azione collettiva in Italia sulla base del Codice del consumo - commenta il presidente <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=P38BZ"><b>Codacons, Carlo Rienzi</b></a> - speriamo serva per disincentivare i colossi economici a fare scorrettezze gravi contro i consumatori che per pochi euro non farebbero mai causa individualmente, anche se la mancanza di forti sanzioni come avviene negli Usa rende questo strumento poco incisivo ed efficace".
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"Sarà il Codacons a presentare la prima class action italiana, vale a dire l'azione collettiva a tutela dei propri diritti per danni o inadempienze, che riguarderà il settore bancario. Proprio oggi, data di entrata in vigore dell'azione collettiva nel nostro Paese, il Codacons ha notificato due citazioni in Tribunale contro due colossi bancari: Unicredit e Intesa Sanpaolo". Firmatario dell'iniziativa è il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. "L'azione - si legge nella nota - poggia sulle rilevazioni dell'Antitrust secondo le quali le banche avrebbero compensato l'eliminazione della 'commissione di massimo scoperto' introducendo nuove e più costose commissioni a carico degli utenti, anche 15 volte più care rispetto al massimo scoperto". Questo è, per il Codacons, un "comportamento illegittimo che produce un danno economico ingente ai consumatori, come dimostrato anche dall'Autorità della concorrenza e del mercato. <br />
Di qui la class action notificata al Tribunale di Torino (per Intesa SanPaolo) e a quello di Roma (per Unicredit) contro le due maggiori banche italiane". "Se i giudici dovessero accogliere le istanze dell'associazione - prosegue il dispaccio- migliaia di correntisti dei due istituti potranno aderire alla class action chiedendo di essere risarciti per le maggiori spese sostenute e senza necessità di rivolgersi al Giudice. La somma richiesta in giudizio dai correntisti si calcola che sarà pari a 1 miliardo di euro per ciascuna banca".
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<a href="http://www.ilmessaggero.it/stampa_articolo.php?idapp=25221"><b>Class action in Italia</b></a>: <b>come funziona, chi è interessato</b>. <br />
(Da Il Messaggero.it)<br />
«L’Agensud? Sarà un altro carrozzone» - INTERVISTA2009-08-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it402012<br />
<b>Onorevole Francesco Boccia (Pd), cosa pensa dell’Agenzia per il Sud?</b>
<p> «Non si capisce cosa voglia dire. Se è un altro carrozzone, la storia d’Italia ne è piena. È un’altra cosa inutile».
<p><b> Cosa serve allora al sud?</b>
<p>«Al sud serve più credito. Basterebbe che le piccole imprese e gli artigiani riuscissero a trasformare i debiti dal breve al lungo termine, con le garanzie pubbliche.<br />
Per fare questo basterebbe coinvolgere la cassa depositi e prestiti, non serve una nuova banca. Ma al governo ogni giorno serve un annuncio».
<p><b> Il premier vuole un luogo dove si faccia la regia degli interventi strategici.</b>
<p> «Ma la regia già è a Palazzo Chigi: non a caso il Cipe è presieduto dal premier. Quello che oggi dovrebbe fare Berlusconi è mettere insieme la sintesi che fanno le Regioni con il Cipe».
<p> <b>Forse vuole far questo: coinvolgere anche le Regioni (e i loro fondi).</b>
<p>«Allora la cosa più semplice è dare il Cipe al ministero degli affari regionali. Gli strumenti ci sono già tutti. Gli annunci non servono. A sud servono certezze. La certezza è: sono in grado di stabilire che il 40% degli investimenti infrastrutturali del Paese vanno a Sud? Sì o no. Le altre certezze: che non si tocchino più le risorse già programmate fino al 2013, e rifinanziare le risorse sottratte».
<p> <b>Il premier sostiene che quei soldi sono stati utilizzati perché le Regioni non hanno fatto i programmi.</b>
<p> «È falso. Le risorse “derubate” non sono di competenza delle Regioni, che sono ancora lì e su cui si può utilizzare la scusa del ritardo (ma quelli non si possono toccare perché ci vuole il parere di Bruxelles). Quello che hanno utilizzato sono quelle di competenza statale che finivano a Sud».
<p><b> Le gabbie salariali?</b>
<p> «Sono una sciocchezza. Si commentano da sole».<br />