Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Maria Anna MADIAhttps://www.openpolis.it/2009-06-05T00:00:00ZEuropee. Il governo butta 600 posti di ricercatore pagati dalla Ue2009-06-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391541<br />
''Proprio nel giorno che precede il voto per il Parlamento europeo fanno riflettere le notizie che giungono dalla Puglia, denunciate dalla Associazione Italiana Dottorandi. La giunta regionale pugliese e' riuscita negli ultimi due anni, utilizzando le risorse del fondo sociale europeo, a finanziare circa 600 borse di studio per dottorandi e giovani ricercatori che operano nelle universita' del territorio. Inutile dire quanto questa misura sia utile per la crescita della regione.'' Lo dichiara Marianna Madia, componente Pd in commissione Lavoro della Camera, che aggiunge: ''L'Europa e' pienamente soddisfatta di quanto fatto in Puglia e ha concesso, per la terza volta, i finanziamenti. Ma il governo Berlusconi si e' messo di mezzo.
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Da oltre un anno Bruxelles attende invano un parere di approvazione dell'iniziativa da parte del ministero guidato da Sacconi. Parere che, nonostante i tanti solleciti, non arriva. E il governo non fornisce alcuna spiegazione in merito. La Ue e' disponibile, in via straordinaria, ad aspettare fino a luglio. Se Sacconi continuasse a tacere i finanziamenti verrebbero revocati e salterebbero le centinaia di borse di studio per i giovani ricercatori degli atenei pugliesi. I casi sono due: o Sacconi e' sommamente incompetente, oppure e' una vendetta politica contro una giunta di centrosinistra proprio in periodo di campagna elettorale. In ogni caso questo governo - conclude Marianna Madia - continua a mostrarsi inadeguato al suo ruolo, sprecando importanti risorse provenienti dall'Europa. Ho presentato insieme alla capogruppo Pd in commissione cultura Manuela Ghizzoni un'interrogazione parlamentare sulla questione''.<br />
RICERCA: MADIA (PD), BENE BLOCCO TURN-OVER. ADESSO NORME ANTI-PRECARI2008-11-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it381947(ASCA) - Roma, 7 nov - ''In attesa di esaminare il decreto Gelmini sull'universita' sembra che un importante passo in avanti sia stato fatto sulle assunzioni negli enti pubblici di ricerca. Ci auguriamo che veramente i ricercatori pubblici non rientreranno nel blocco del turn over che riguarda il resto delle pubbliche amministrazioni''. Lo ha detto l'on.
Marianna Madia, deputata del Pd in commissione Lavoro della Camera.
''Si tratta indubbiamente, se confermata, di una scelta positiva ed assennata - prosegue Madia - Questo governo, pero', come al solito agisce in maniera contraddittoria. Come si concilia lo sblocco delle assunzioni con i tagli voluti da Brunetta che colpiranno circa 4000 ricercatori precari che attualmente lavorano nella Pa e che dal 1 luglio 2009 potrebbero perdere il posto? Se nel governo ha vinto il buon senso si portino queste scelte a compimento. Si stanzino le risorse e si tengano i concorsi disinnescando le norme anti-precari volute dal ministro Brunetta, attualmente in discussione al Senato''.Ricercatori: Madia, "solidarietà a ricercatori Irbm di Pomezia"2008-10-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it381755"Esprimo tutta la mia solidarietà ai ricercatori dell'Irbm di Pomezia ed auspico una positiva soluzione di questa vicenda che avrebbe ricadute sociali molto preoccupanti per il territorio della Provincia di Roma". Lo ha dichiarato la deputata del Pd, componente della commissione Lavoro della Camera, Marianna Madia, in merito alla decisione dell'azienda farmaceutica Merck & Co. di chiudere il suo centro di ricerca in Italia, l'Istituto di Ricerca di Biologia Molecolare P. Angeletti (Irbm) di Pomezia.
"La chiusura del sito scientifico della Merck - sottolinea Madia - mette a repentaglio il lavoro di un gruppo di scienziati che ha dato prova di alte qualità professionali e scientifiche e che ora rischia di dover lasciare l'Italia per dare all'estero il proprio contributo alla ricerca scientifica e farmaceutica".
"Si tratta di un problema molto serio che rischia di generare una grave perdita occupazionale per la provincia di Roma e un danno incalcolabile per il territorio e che pertanto - conclude - merita un'alta attenzione da parte di tutti i livelli istituzionali".UNIVERSITA': MADIA, TAGLI IMPEDISCONO AUMENTI BORSE DOTTORATO2008-10-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it381689"Mentre monta la protesta dell'università nei confronti dei feroci tagli imposti agli atenei, anche le poche cose buone rivendicate dal governo si dimostrano una vera e propria pubblicità ingannevole". Lo ha detto Marianna Madia, deputata Pd in commissione Lavoro della Camera, che ha presentato un'interrogazione sul mancato adeguamento delle borse per i dottorandi. "I tanto strombazzati aumenti a 1000 euro delle borse di dottorato, già decisi dal governo Prodi e che il ministro Gelmini ha rivendicato come operativi sin dai primi giorni del suo incarico, faticano a concretizzarsi", ha sottolineato. "Sembra che siano moltissimi gli atenei che non riescono ad adeguare gli importi delle borse", ha spiegato, "questo a causa dei tagli imposti dalla stessa Gelmini con la legge 133, che impediscono agli atenei di aumentare le borse direttamente a carico dei bilanci delle università. Il ministro ha disposto infatti solo un maggior finanziamento per le borse del Miur. In gran parte dei casi, pertanto, i 1000 euro per i dottorandi rimangono un'utopia".
Secondo Madia, "la Gelmini ha agito con leggerezza mettendo in difficoltà le università e i dottorandi. Si e' mostrata inadeguata al ruolo che ricopre".Madia (Pd) a PolisBlog: “Walter non mollare … impara da Silvio”2008-10-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375705Onorevole Marianna Madia, Walter Veltroni a Firenze ha parlato di una nuova stagione per il Pd. Che cosa non ha funzionato finora?
“Sicuramente, e per prima cosa, non ha funzionato l’Unione di centrosinistra che ha vinto le elezioni del 2006. La sua crisi politica ha portato progressivamente alla paralisi politica. E questa, a sua volta, ha appannato e danneggiato l’attività di governo. Ciò che voglio dire è che il deterioramento dell’immagine dell’Unione ha pesato in maniera determinante sugli esiti del voto e sui risultati del PD. Credo che i risultati del governo Prodi, in gran parte positivi, abbiano pagato un prezzo in termini di popolarità eccessivo rispetto al loro reale effetto. E questo a causa dell’immagine negativa offerta dall’Unione. Naturalmente ci sono stati i pasticci, le cose fatte male: mi riferisco al decreto sicurezza e alla gestione della crisi rifiuti in Campania”.
Ma il Pd?
“In questo il PD si è trovato in una situazione di emergenza, con un segretario appena eletto, candidandosi a governare – giustamente – ma allo stesso tempo essendo la forza più grande di un governo in caduta libera di gradimento. Chiunque avrebbe perso. Provate a immaginare cosa sarebbe stato di Berlusconi se avesse portato al voto il paese nel novembre del 2002 appena 18 mesi dopo il suo insediamento del maggio 2001. Sarebbe stato travolto. Ebbene il PD si è trovato a gestire una situazione di crisi in cui gli elettori – anche di sinistra – hanno per prima cosa imputato al centrosinistra di non avercela fatta. E’ come se ci avessero detto: “se non ce l’avete fatta dopo che avete formato un governo 18 mesi fa, perché mai dovremmo darvi fiducia proprio ora?” So che è un ragionamento sbagliato ma non si può condannare l’elettore che lo compie. Credo che il PD abbia fatto una campagna elettorale straordinaria e innovativa, con uno sforzo personale di Veltroni di enorme generosità. Va solo ringraziato per questo. In queste condizioni il PD, col suo 33%, ha fatto il massimo ed è ora una grande forza di opposizione”.
Nemmeno una debolezza?
“Certo non tutto il post-elezioni ha funzionato alla perfezione. Se dovessi soffermarmi su una debolezza del PD non potrei non puntare sulla eccessiva “correntizzazione” del partito. Troppe correnti, associazioni, fondazioni, centri di iniziativa e così via. Non evoco naturalmente un partito monolitico e totalitariamente schierato col capo. Ma il PD sta attuando un pluralismo distorto, non fecondo. I suoi “cento fiori” crescono per soffocare gli altri, per farsi vedere, per conquistare terreno e non per collaborare a costruire un giardino comune. Non ho niente contro le correnti: esse sono connaturate alla vita di qualsiasi forza politica democratica. Ma l’appartenenza di corrente non deve sopravanzare quella di partito. La corrente deve supportare l’attività di partito e non il contrario. Quindi, dopo la sconfitta e a causa di essa, vi è troppo correntismo creato ad arte per godere di rendite di posizione. Mi auguro che questa tendenza si sia fermata”.
Il nuovo corso sembra che debba partire dal territorio. In che modo?
“Partendo dai circoli, dalle sezioni, dall’ascolto. Girando per Roma e per l’Italia in questi mesi di difficoltà per il PD ho visto una grande voglia della nostra gente di farsi ascoltare. Nelle iniziativa prevaleva il desiderio di intervenire in prima persona e non di ascoltare il politico di turno. Quindi partire da lì, dall’ascolto delle ragioni e delle interpretazioni della nostra gente. E i nostri iscritti chiedono cose semplici, forti e molto vere”.
Ad esempio?
“Un partito che non litighi, un partito che abbia posizioni chiare e riconoscibili, un partito che non si logori in maniera eccessiva sulle lotte interne. Ripeto è normale che in una forza politica vi siano lotte interne. E’ sempre stato così sin dai tempi di Pericle e Tucidide. Ma quando queste lotte diventano la sostanza principale che giustifica l’esistenza di queste forze, allora non ci siamo. Per quanto riguarda il territorio occorre radicamento, partecipazione e democrazia interna. E basta interminabili lotte interne tra capi locali di provenienza popolare, diessina, margheritina e chi ne ha più ne metta. Abbiamo bisogno di un partito tradizionale, organizzato, persino “pesante” dove occorra. I partiti “leggeri” – e non mai stata intenzione del gruppo dirigente e del suo segretario crearne uno – hanno idee “leggere” e intervengono superficialmente sulla realtà che li circonda”.
Insomma, dove va il Partito Democratico?
“A preparare la rivincita del 2013. Speriamo che venga prima, naturalmente. A combattere una grande battaglia autunnale sulla conduzione economica del paese che avrà nel 25 ottobre un appuntamento di massa. A confrontarsi alle Europee con una idea di Europa forte e solidale. A combattere, come stiamo facendo in questi giorni, nelle aule parlamentari contro i provvedimenti iniqui del governo. Insomma spero che vada verso un partito grande, ramificato, complesso al suo interno, ricco nell’elaborazione ma semplice nelle soluzioni e nella prospettiva che offre. Speriamo di ricostruire il centrosinistra restituendo ai cittadini quella fiducia che la crisi del governo Prodi ha portato via”.
Quale può essere - nell’ambito di questa svolta - il contributo di una nuova classe dirigente giovane di cui lei è un’autorevole esponente?
“Non sono autorevole e non amo i discorsi sui giovani. Ho 28 anni e c’è sempre qualcuno più giovane di te. Non voglio essere apprezzata o ascoltata perché sono un giovane politico, ma perché porto contributi, idee e progetti con un punto di vista che forse non era ancora stato sinora accolto nella linea del partito. Fare la politica “dei giovani” è un disastro. Mette tutti contro tutti, crea ghetti e auto-celebrazioni. I quarantenni contro i trentenni, i ventenni contro i trentenni. E tutti che si auto-celebrano o si compiangono per non avere abbastanza spazio. Tutta roba che non porta un singolo voto, che anzi logora il PD. Poi cosa vuol dire giovane? Quando finisce la giovinezza dal punto di vista dei bisogni e della rappresentanza ? Nella crisi Alitalia e nella mobilitazione dei precari della pubblica amministrazione ho conosciuto precari di 45 anni: Non sono forse simili ai giovani precari di 25 anni, neolaureati, che vivono con contratti a termine? Credo che le distinzioni sociali e d economiche siano più complicate di quelle tra giovani e meno giovani.
Io penso che il contributo che la mia generazione può dare sia in quella sensibilità “precaria” che segna le nostre vite. Idee e progetti che rappresentano la precarietà e la mancanza di certezze degli under 40 e offrano soluzioni innovative e intelligenti: sono questi i compiti a cui può aspirare la generazione più giovane del PD”.
Come si spiega i sondaggi delle ultime settimane? I consensi del governo schizzano ai massimi storici (67%) mentre il Pd cade a picco andando sotto il 30% (ben 4 punti in meno rispetto alle politiche) …
“Credo che abbiamo imparato una cosa in questi mesi. Che il decisionismo, la velocità e la chiarezza nel decidere, paghino e paghino bene dal punto del consenso. Gli italiani apprezzano chi decide e lo fa in fretta, portando a compimento le proprie deliberazioni. I tentennamenti dell’Unione, l’instabilità politica legata agli umori di gente come Mastella, Turigliatto, Manzione, Bordon hanno provocato una sorta di shock nazionale. Una maggioranza e un governo che si comportino così non sono più accettabili. Vince chi decide. Il giudizio non è dato tanto dal merito dei provvedimenti ma dalla velocità, dalla chiarezza e dalla semplicità con il quale l’esecutivo realizza le sue decisioni. In questo sinora il PDL, anche nel 2001-2006, ci ha superato”.
Che giudizio si è fatta dell’operato del Governo Berlusconi in questi primi mesi di lavoro?
“La risoluzione della questione rifiuti è un successo che va riconosciuto. Ma per il resto un disastro. E’ un governo di destra con una forza localistica ed egoista come la Lega. Vittime predilette del governo sono i deboli: i precari cui ha incostituzionalmente cambiato le leggi a processi aperti – d’altronde lo ha già fatto, ma a favore di Silvio Berlusconi, con il lodo Alfano – i ricercatori, i docenti e gli studenti delle scuole e università pubbliche che si vedono tagliati enormemente fondi e turn-over, i precari della PA che rischiano il licenziamento, le regioni del Sud che verranno massacrate da questo federalismo fiscale. E’ un governo di destra e se la prende con i deboli. Cerca l’appoggio dei forti, delle imprese, delle regioni del nord. Ma così facendo crea il disastro sociale”.
Arturo Parisi, prima sulla Stampa e poi dalla Festa Democratica, ha suggerito a Veltroni di imparare da Berlusconi. Davvero il segretario del Pd non ha nulla da apprendere dal premier?
“Forse si. Berlusconi il 14 novembre 2007 era politicamente sconfitto. Il discorso del predellino sembrava un’inutile esercizio di retorica. Fini lo massacrava. Bossi non se lo filava. In due mesi era a capo del PDL e di tutto il centrodestra. In quatto mesi o poco più di nuovo capo del Governo. Quindi, Walter, non mollare. La tua elezione è stata giusta, la tua campagna elettorale azzeccata e – pure con fatica – stai portando con responsabilità il PD a fare l’opposizione in una delle fasi più difficili della vita del paese, con una crisi economica globale spaventosa. Quindi non mollare. Se c’è una cosa da imparare da Silvio Berlusconi è che quando si crede in quello che si fa non bisogna mollare. Mai”.Da luglio '09 tutti a casa i precari del settore pubblico2008-10-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375662Dura la replica di Marianna Madia, deputata del Pd, contro il ministo promotore Renato Brunetta: "Si lamenta spesso delle infornate. Le infornate non piacciono neanche al Pd, ma le cacciate di massa, e qui parliamo di 60 mila licenziamenti, sono altrettanto gravi" dice. Per Madia l'eventuale non rinnovo avrebbe delle ricadute "sulla qualità dei servizi" e avrebbe anche "un grave effetto sociale". Per la deputata democratica "il balletto sui numeri dimostra tutta l'irrazionalità della norma" e la politica del ministro Brunetta denota "una visione dello Stato totalmente fuori dai parametri europei. Il governo- conclude Madia- abbia l'onesta' intellettuale di ripristinare norme approvate dal governo Prodi" in materia.Si smetta di impiegare personale precario2008-09-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it366453"Il principio per il quale nella pubblica amministrazione si entra per concorso è sacrosanto - spiega - Deve rispettare però alcune condizioni. La prima è che non si torni indietro sulle stabilizzazioni di precari che sono state già realizzate, peraltro anche queste attraverso dei pubblici concorsi. La seconda è che i concorsi si facciano".
"Lo Stato deve stanziare le necessarie risorse e finirla di impiegare personale precario. Va anche risolto lo scandaloso problema dei vincitori di concorso non assunti. In ogni caso -conclude Madia - va posto fine al precariato consolidato nelle amministrazioni pubbliche, premiando il merito e le competenze dei tanti lavoratori con contratti a termine che hanno operato nella Pa negli ultimi anni". Madia: Gelmini lo dimostra, governo ostile verso i precari2008-09-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359409questo si conferma sempre piu' un governo ostile al precariato che vuole eliminarlo semplicemente espellendolo dal mercato del lavoro. Altri governi in Europa, perfino quello di centrodestra in Francia, hanno una diversa concezione del precariato. Sarkozy ha appena dato vita a una misura di welfare attivo che vuole sostenere soprattutto lavoratori precari e part-time, incrementando fortemente il loro reddito e non pesando sul costo del lavoro. Sarebbe importante, a partire dal dialogo sul libro verde- conclude Madia- che il governo concepisse riforme di ampio respiro sul precariato e il sostegno ai redditi. I primi quattro mesi, da questo punto di vista, sono stati disastrosiIl Pd: «Oltre agli esuberi 3mila posti di lavoro a rischio a Roma»2008-09-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359408Gli esuberi che accompagneranno il piano di ristrutturazione della nuova Alitalia non riguarderanno soltanto i dipendenti della compagnia di bandiera. Nel territorio di Roma e Fiumicino ci sono circa 3000 posti di lavoro stagionale, tra operatori di terra e di volo, che potrebbero essere messi a rischio dal ridimensionamento della compagnia. Si tratterebbe di una seria conseguenza economica e sociale per tutto il territorio