Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Anna Margherita MIOTTOhttps://www.openpolis.it/2012-07-04T00:00:00Z«Non si fa cassa con la Sanità» - INTERVISTA2012-07-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646577<br />
Ben venga un'operazione di revisione della spesa nel settore Sanità ma solo per rendere più efficace il Ssn, non certo per fare cassa con la salute».
<p>È preoccupata, come tutto il suo partito, l'onorevole Pd Margherita Miotto, della commissione Affari sociali della Camera. Soprattutto perché, mentre è impegnata in Aula nelle votazioni sulla spending review generale, con la quale di fatto si autorizza il commissario straordinario Enrico Bondi a procedere col decretone che sarà varato in Cdm venerdì prossimo, ancora non sa con esattezza se davvero il go- vemo userà il bisturi oppure l'accetta. «Non abbiamo avuto la possibilità di interloquire col governo. Come ha detto Bersani, aspettiamo di vedere ma noi ci riserviamo di fare le nostre proposte».
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<b>Almeno un'idea della portata della manovra?</b>
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«Non conosciamo ancora i dettagli ma Monti ha promesso dí limitare al momento gli impegni ad un taglio di spesa pari a 4,2 miliardi, quello che ci occorre per evitare l'aumento automatico dell'Iva a ottobre che vale circa 4 miliardi. Per le altre necessità emerse nel frattempo, come l'emergenza terremoto, si dovrebbe agire in un secondo momento. Magari dopo aver rifatto i conti dei ricavi dell'Imu, stimati sui 9 miliardi. Se così stanno le cose, se non si deve arrivare subito al recupero di 10 miliardi, allora a carico della Sanità dovrebbe andare un taglio di circa un miliardo. Altrimenti c'è, sì, da preoccuparsi».
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<b>Si parla di ridurre la spesa di farmaci e servizi. È d'accordo?</b>
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«Devo dire che mentre mi convince l'idea di riguardare con attenzione la spesa su beni e servizi, differenziando da regione a regione, sono più perplessa sulla riduzione della spesa farmaceutica. È assolutamente giusto e doveroso chiedersi perché a parità di servizi ci sia una così elevata forbice dei costi degli appalti. Vanno uniformati collocando i contratti sulle condizioni più vantaggiose per il Ssn».
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<b>Eppure sindacati e consumatori parlano già di «una caporetto sociale». E se fosse in ballo l'aumento dei ticket?</b>
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«Ci mancherebbe, non è certo la spending review la sede appropriata. Ma nel caso di tagli lineari, cioè se si andasse a toccare il Fondo del Ssn, anziché fare come noi chiediamo una giusta ricognizione selettiva della spesa per eliminare gli sprechi, si corre il rischio di penalizzare le regioni virtuose che amministrano bene e chiudono in pareggio. Le quali sarebbero allora costrette a ridurre i servizi o aumentare i ticket. «Col governo ancora nessuna interlocuzione. Ci aspettiamo una razionalizzazione» <p>
<b>Anche Federfarma e le associazioni di farmacisti protestano...</b>
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«In Italia la spesa farmaceutica è attorno al 14% del totale (circa 15 miliardi). Se, dopo aver imposto lo sconto obbligatorio, vogliamo far scendere la spesa al 12,5% (14 miliardi), quel miliardo recuperato lo pagano tutto i produttori e i distributori di medicine. Se si indebolisce un settore così importan- te come l'industria farmaceutica, si mette a rischio la ricerca, col pericolo di bloccare i progetti in atto. E quindi meno ricercatori e meno occupazione».
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<b>E se riducessimo la spesa verso la sanità privata?</b>
<p>«Non sono d'accordo alla riduzione dei contratti con la sanità in convenzione del 2%, così come è stato annunciato. Perché se diminuisco il valore dei contratti, pago meno le prestazioni e quindi abbasso la qualità che invece deve essere pari a quella pubblica. Credo invece che le regioni debbano procedere con un'operazione di compartecipazione dei privati alla riduzione dell'offerta ospedaliera. Se chiudo gli ospedali e riduco i posti letto, questa riconversione non può essere supportata solo dal pubblico. Anche nel privato esistono aree di ínappropriatezza e dunque nei piani diriordino si deve procedere parallelamente, pubblico e privato».<br />
Immigrazione e sanità. «Sandri ha più a cuore i cani randagi della salute degli esseri umani»2009-01-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388325<br />
«Adesso la Lega deve piantarla: da 15 anni è al Governo della Regione e da 4 anni ricopre l'incarico dell'assessorato alla Sanità: scopre ora che ci sono norme che non conoscono, ma che hanno già fatto applicare?» Margherita Miotto, responsabile Sanità e Politiche sociali del PD veneto, striglia gli amministratori del Carroccio.
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Margherita Miotto, responsabile Sanità e Politiche sociali del PD veneto, striglia gli amministratori del Carroccio che hanno inscenato l’ennesima farsa tragica contro gli immigrati, andando a colpire, questa volta, il diritto alla salute tutelato dalla Costituzione.
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«L’assessore Sandri a dicembre ha stanziato 437 mila euro per la realizzazione di un ricovero per cani randagi a Verona – protesta Miotto - Operazione meritoria, certo, ma prima, nell’attenzione di un politico che ha responsabilità di governo, devono venire gli esseri umani, a cominciare dalla persone più vulnerabili. A meno che la gerarchia dei valori a cui va ispirata l’azione politica non venga stravolta, come purtroppo certe forze politiche sempre più spesso fanno».
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«Nel nostro ordinamento la salute è un diritto che va garantito a tutti gli uomini – continua la dirigente democratica – Tanto più che è un bene della comunità, non solo individuale. È un bene della comunità, ad esempio, se una badante (molte purtroppo sono clandestine) ha la possibilità di curarsi, visto che assiste i nostri cari. La Lega quando inscena battaglie di cattivo gusto dovrebbe tenere in conto questi aspetti. Ma la fobia verso gli immigrati fa annebbiare perfino la logica e il Carroccio oramai dimostra di non essere nelle condizioni di dare soluzioni al problema dell’immigrazione. Per chi governa, a Roma come a Venezia, è grave dover ammettere che il grande consenso raccolto anche in Veneto agitando le paure, si traduce sempre più spesso in una politica propagandistica e inconcludente».
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Un Dpef che fa arretrare il Paese2008-11-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it381917<br />
Ricordate la Robin Tax? State attendendo di vedere la Social Card?<br /><br />
«Il film è molto diverso: si riparte con i tagli. Ma andiamo con ordine: come si esprime l'azione di governo in questi primi mesi? Sul piano della politica 'annunciata' c'è una saldatura con la legislatura 2001-2006, mentre l'azione di Governo va in tutt'altra direzione – spiega Margherita Miotto - Ad esempio, è costante il richiamo alla famiglia, ma poi le prime scelte del Governo prevedono l'aumento degli alunni per classe, vengono ridotti gli insegnanti, si azzera la stabilizzazione dei precari, si taglia il fondo sociale creando le premesse per la riduzione dei servizi di assistenza, non si investe sugli asili nido; non c'è traccia negli impegni del Governo, sulla creazione del Fondo per la non Autosufficienza»
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«Altro elemento 'simbolico' della campagna elettorale del centro-destra è stata la sicurezza, ma nel triennio vengono tagliati oltre 500 milioni di euro con grave pregiudizio per la garanzia del turn-over delle forze di polizia – spiega la deputata del Pd - e per il mantenimento delle caratteristiche minime di funzionalità dei servizi. Perfino il tradizionale cavallo di battaglia della destra politica italiana, costituito dalla riduzione delle tasse viene contraddetto dal DpeF che non ne prevede la diminuzione; peraltro si allenta la lotta all'evasione modificando le norme anti-elusione, come quelle riguardanti la tracciabilità dei pagamenti».
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«Corre l'obbligo di confrontare queste scelte con i fatti dei primi mesi del Governo Prodi , allorchè invece si ridusse il cuneo fiscale, si incrementò il fondo sociale, vennero aumentati gli assegni familiari a partire dei redditi inferiori a 40.000 euro e vennero finanziati i piani di investimento di opere pubbliche strategiche per la competitività del 'sistema paese'; di tutt'altro segno la manovra 2008 che si rivela sbagliata ed inadeguata ad affrontare le vere urgenze.
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«Non va inoltre trascurato il profilo istituzionale della fase politica, attraversata dalla contestazione per il continuo ricorso alla decretazione d'urgenza, dalla inesistente interlocuzione con la maggioranza in sede di commissione, ma anche per l'alterazione del rapporto con le parti sociali per nulla coinvolte nella concertazione, per non citare il clima di indifferenza nei confronti dei Comuni e delle Regioni, espropriate di competenze e funzioni».
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La discussione sulla manovra economica è stata caratterizzata, secondo Miotto, in particolare da due battaglie che hanno occupato, per giorni, il dibattito politico ed hanno costretto la maggioranza ed il Governo ad una 'seconda lettura' del provvedimento. «Come si ricorderà, il Governo propose di intervenire per azzerare un contenzioso aperto, di fronte alla magistratura, da un gruppo di precari della Amministrazione delle Poste che rischiavano di chiudere la loro controversia con un pugno di euro, in cambio del diritto alla stabilizzazione».
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«Una seconda questione ha interessato il dibattito – prosegue - la vicenda riguardante l'assegno sociale, che ha impegnato particolarmente i componenti del PD della dodicesima commissione per ottenerne la modifica, ottenuta solo per la parte più odiosa. Vale la pena descrivere brevemente la questione: la maggioranza era preoccupata di rimediare ad alcuni abusi accertati per opera di cittadini extracomunitari che avevano chiesto il ricongiungimento familiare per il genitore anziano e privo di reddito, allo scopo di potergli far erogare l'assegno sociale (che in Italia finora era erogato a persone ultrasessantacinquenni, prive di reddito e residenti in Italia), salvo poi riportare il genitore Per limitare l'accesso al beneficio assistenziale degli stranieri, venne previsto il requisito della permanenza in Italia per 10 anni in condizione lavorativa per tutti gli aventi diritto: questa formulazione avrebbe comportato la decadenza dal diritto all'assegno sociale delle donne italiane casalinghe. La decisa opposizione condotta in aula dal PD, ha favorito la modifica del testo anche se è rimasto il requisito della permanenza in Italia per 10 anni, per i cittadini stranieri ricongiunti».
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«Ma la valutazione più severa alla manovra è legata ai tagli – incalza Miotto - compresi i tagli lineari che coinvolgono i capitoli di spesa della sanità e del sociale. Il dibattito sulla manovra economica è avvenuto a poche ore di distanza dalla discussione ed approvazione delle mozioni parlamentari sulle politiche a sostegno della famiglia: la distanza rispetto alle scelte concrete operate con la manovra economica è abissale infatti ammontano a oltre 800 milioni di euro i tagli a fondo sociale e famiglia, nel triennio».
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«Anche nella Sanità le preoccupazioni sono fortissime a partire dalla riduzione dei finanziamenti per gli investimenti, peraltro già attribuiti alle regioni mediante intese ed accordi di programma. Se mancano fondi pubblici, come potranno le Regioni ammodernare strutture ed attrezzature per mantenere in esercizio un sistema sanitario di qualità? – domanda Miotto - Ma è il Patto per la Salute, siglato dal Governo Prodi fra Stato e Regioni che è andato in frantumi, come hanno sottolineato con dichiarazioni di fuoco anche alcuni Assessori regionali appartenenti alla maggioranza politica del Governo in carica. Il sistema sanitario è sottofinanziato per circa 7 miliardi di euro nel triennio e per la prima volta dopo 10 anni, non si lega più il finanziamento ai livelli essenziali, bensì si condiziona il finanziamento del sistema sanitario ai vincoli economici determinati dalle compatibilità di finanza pubblica. La conseguenza di questa impostazione è la revisione dei l.e.a., che saranno una variabile dipendente dal finanziamento. In tale quadro il pareggio della gestione, esclusa ogni autonomia impositiva locale, viene prevista con la introduzione dei ticket regionali che assumono la funzione di finanziatore del sistema sanitario e non più misura di contenimento del consumismo sanitario»
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«Ciò appare inaccettabile anche perchè fin d'ora se ne prevede la estensione alle fasce di popolazione finora esente, intaccando un principio sancito dall'art. 32 della Costituzione, mai fino ad ora messo in discussione. Del resto un approccio da Stato compassionevole è già presente nel libro verde del Ministro Sacconi e ben si collega con la novità di questa manovra economica, costituita dalla social card ovvero la carta dei poveri: una tessera per acquistare generi alimentari, ma anche prestazioni sanitarie, per un importo pari ad 1 euro virgola 1 centesimo al giorno. Lo stanziamento a disposizione è ancora incerto e pertanto sarà incerta la platea degli aventi diritto e peraltro l'intera iniziativa appare totalmente in contrasto con la vigente costituzione perchè l'assistenza compete ai Comuni mentre questo intervento viene assunto interamente dallo Stato, secondo le migliori tradizioni dello Stato centralista»
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«Abbiamo proposto, inascoltati, di attribuire alle Regioni ai fini della successiva attribuzione ai Comuni, il fondo per la Social Card ed abbiamo, in alternativa alla compilazione del primo elenco dei poveri del nuovo millennio – conclude Miotto - proposto una misura universale da erogare con una mensilità aggiuntiva alla pensione: a parità di trasferimenti si salvaguarda la dignità delle persone! Ma non è questa, evidentemente, la prospettiva del Governo».
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Rapina in villa, i deputati del PD "interrogano" Maroni.2008-09-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359195<br />
Un’interrogazione al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, per chiedere come intenda affrontare la questione della sicurezza, con i fatti e non con le parole: è quanto ha in animo di proporre nei prossimi giorni l’onorevole Margherita Miotto del Partito Democratico.<br /><br />
«Insieme al collega Alessandro Naccarato - annuncia Miotto all’indomani della rapina messa segno ai danni dei coniugi Rodolfo Bardelle e Favorita Converso nella loro villa di Pontelongo - presenterò l’interrogazione a ministro Maroni sottolineando che la rapina dell’altra sera rappresenta un episodio grave, anche se appare del tutto isolato.»<br />
«Certo che dopo tanto parlare di sicurezza e legalità, un fatto simile arriva dritto come uno schiaffo a chi tanto ha predicato negli ultimi mesi su questi temi. Un’amara sorpresa - prosegue la deputata del Pd - per chi credeva che bastasse alzare la voce e proporre qualche espediente mediatico come l’invio dei soldati in alcune città, per arginare un problema che esiste e che è ora venga affrontato con i fatti. Di parole ne sono state dette e scritte a fiumi, è tempo di passare al piano della concretezza.»<br />
«Al ministero dell’Interno - continua Margherita Miotto - ci rivolgeremo perché vogliamo sapere se e come abbia intenzione di rafforzare l’organico delle forze dell’ordine, perché è innanzitutto di questo che c’è bisogno».<br />
Il PD, dunque, è schierato per la sicurezza. Anche il sindaco Federico Ossari ha annunciato di voler scrivere al prefetto. <br />