Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Elisabetta ZAMPARUTTIhttps://www.openpolis.it/2012-08-20T00:00:00ZIn Veneto più di trenta aziende a fuoco in sette mesi. Interrogazione.2012-08-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648223<br />L'interrogazione elenca le numerose aziende venete che hanno preso fuoco negli ultimi mesi, ditte del legno e dei trasporti, di costruzioni e di profumi e perfino della frutta, soprattutto aziende che operano nel settore dei rifiuti e nel 35% dei casi le fiamme si sono sprigionate durante il fine settimana.
<p>«Abbiamo chiesto al governo quali iniziative si stanno adottando per monitorare la situazione ed accertare le responsabilità - afferma Zamparutti - di quali dati disponga il Ministero in termini di andamento di reati di tipo ambientale nel Veneto negli ultimi 5 anni».
<p>I casi elencati sono stati in gran parte già oggetto di interrogazioni parlamentari che a tutt'oggi non hanno avuto risposta. <br />
«Questo è un fenomeno senza precedenti - ha aggiunto la deputata Radicale - per questo chiediamo se vi siano segnali o indicatori che fanno presumere un aumento della presenza di organizzazioni criminali in Veneto e se sono previsti a tal fine rinforzi delle forze dell'ordine in questa regione».
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<b>I fatti</b>
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Ennesimo incendio ieri sera all'impianto di riciclaggio dei rifiuti dell'azienda AcegasAps di Padova, la multiutility del nordest in procinto di fondersi con l'emiliana Hera. E come al solito, le fiamme si sono sprigionate durante il weekend per la seconda volta nel giro di due mesi nello stesso stabilimento. A marzo di quest'anno, il fuoco ha interessato la stessa azienda, quando nella fossa dei rifiuti dell'inceneritore di Padova una bombola del gas ha dato fuoco ad un materasso. Questo ennesimo episodio è l'ultimo di una serie di incendi che stanno interessando il Veneto da inizio dell'anno. Più di trenta in sette mesi. Un dato anomalo che deve essere monitorato con attenzione per Maria Grazia Lucchiari, del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, che ha sollecitato l'interrogazione della deputata Radicale Elisabetta Zamparutti ai ministri dell'Interno, della Giustizia e dell'Ambiente.<p>
<i>di Maria Grazia Lucchiari</i><br />
<i>Comitato Nazionale di Radicali Italiani</i><p>
<a href="http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/86931"><b>Interrogazione a risposta scritta 4-17328 presentata da Elisabetta ZAMPARUTTI</b></a> <br />
Interrogazione. Un emblematico caso di lottizzazione formigoniana2012-02-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625072<br />
Prima firmataria di un’interrogazione al presidente del Consiglio nella quale si denuncia un episodio significativo del sistema di potere economico lombardo. Nel caso specifico, riguarda la nomina di Luigi Roth, formigoniano di ferro, a capo del padiglione Italia dell’Expo di Milano; una nomina che reca la firma del Governo. Episodio, ripetiamo, emblematico di un sistema consolidato e che si perpetua; chi dovrebbe opporsi a questo sistema, similmente ai ladri di Pisa, di giorno finge di litigare, di notte si accorda per meglio dividersi le spoglie.
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<b>Al Presidente del Consiglio dei ministri. Per sapere - premesso che:</b>
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il 14 febbraio 2012, il Presidente del Consiglio dei ministri ha firmato il decreto con cui nomina il dottor Luigi Roth commissario incaricato della realizzazione del padiglione italiano dell'Expo 2015 di Milano;
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tale nomina è intervenuta dopo le perplessità che a più livelli aveva sollevato il decreto con il quale il Presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, Silvio Berlusconi, aveva affidato a Roberto Formigoni, in qualità di commissario generale dell'evento, la scelta del responsabile del padiglione italiano, da lui già individuato nella persona di Luigi Roth;
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lo stesso Vicente Loscertales, segretario generale del Bureau International des Expositions (BIE), l'ente che assegna l'Expo e che segue e vigila sulla regolarità anche dell'edizione milanese, ha avuto modo di esprimere abbastanza chiaramente il suo disagio di fronte a una prassi irrituale nella tradizione delle esposizioni, rafforzando la perplessità di Palazzo Chigi;
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infatti, l'articolo 13 della convenzione relativa alle esposizioni internazionali, stabilisce che il Governo di ogni paese partecipante in una Esposizione nomina un Commissario Generale di Sezione nel caso di una Esposizione registrata o di un Commissario di Sezione nel caso di una Esposizione riconosciuta che lo rappresenti di fronte al Governo invitante. Il Commissario Generale di Sezione o il Commissario di Sezione ha la responsabilità esclusiva per l'organizzazione della Esposizione del suo paese. Egli informa il Commissario Generale della Esposizione o il Commissario del Padiglione del contenuto di questa Esposizione e assicura che i diritti e gli obblighi degli espositori siano rispettati;
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in base al principio base che regola l'esposizione universale, che si fonda cioè su sezioni nazionali, i commissari di sezione di tutti i Paesi partecipanti sono «responsabili esclusivi» dell'organizzazione dell'esposizione del proprio Paese e, quindi, liberi delle proprie decisioni nei confronti dello stesso commissario generale e del comitato organizzatore; il commissario di sezione «è, in fondo, padrone nella sua sezione. Così che, in base alle competenze ricevute dal suo Governo, può liberamente o in consultazione con altre autorità nazionali sviluppare il programma della partecipazione, regolare la destinazione o la distribuzione delle sedi, procedere con l'ammissione degli espositori e usare il suo potere di polizia per disciplinare il tutto. Egli rimane libero nelle sue decisioni rispetto al Commissario Generale del Governo...»;
<p>(MEIZOZ, Roger: La Réglementation des expositions sur le plan international. Genève 1965: Librairie Droz.. pag. 54);
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superata da parte dell'attuale Governo l'irrituale scelta compiuta da quello precedente di, delegare al commissario generale Roberto Formigoni la nomina del commissario di sezione italiano, è cambiata la forma, ma non è cambiata la sostanza: il commissario designato è, appunto, il dottor Luigi Roth, nome indicato a suo tempo da Formigoni, da lui riproposto e concordato il 24 gennaio 2012 con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà e il 14 febbraio, a nomina avvenuta, prontamente annunciato alla stampa dallo stesso Formigoni;
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«La persona prescelta è il dr. Luigi Roth, secondo la mia indicazione condivisa dal presidente Monti», ha dichiarato Formigoni. «La nomina spetta a me - aveva spiegato - ma ho preferito lavorare per coinvolgere anche il Governo e quindi ho parlato col Presidente del Consiglio, per condividere la scelta della persona»;
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mentre la nomina del dottor Luigi Roth quale commissario per l'Italia a Expo Milano 2015 è stata accolta «con soddisfazione» da Giuliano Pisapia, sindaco di Milano e commissario straordinario del Governo per Expo 2015, polemico, invece, è stato il commento alla nomina da parte del presidente del consiglio comunale di Milano, Basilio Rizzo, che ha rilevato la preminenza del legame di Roth con la regione Lombardia: «Quella di Roth mi sembra una scelta troppo legata alla Regione, non capisco dove sia l'accordo con il Comune»;
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la stessa credibilità di Roberto Formigoni, in quanto governatore della Lombardia, è fortemente intaccata dalla vicenda delle firme false denunciata dai Radicali e dalle inchieste della magistratura di questi mesi su ipotesi di reato molto gravi che coinvolgono a diverso titolo figure di primo piano di regione Lombardia;
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il commissario generale Roberto Formigoni, che controlla il cosiddetto tavolo delle infrastrutture e cioè la gestione degli ingenti lavori pubblici necessari all'Expo, è nello stesso tempo presidente del consiglio di sorveglianza di Infrastrutture Lombarde, società stazione appaltante voluta dal presidente della regione Formigoni e da lui costituita nel 2003, controllata da regione Lombardia e convenzionata sia con Expo 2015 spa per la predisposizione di tutte le procedure di evidenza pubblica sia con Arexpo spa per l'acquisizione e gestione delle aree del sito Expo; mentre Roth avrà il compito di rappresentare e tenere i rapporti con i Governo, ma soprattutto di affidare a un archistar il progetto per la realizzazione del padiglione più importante di Expo 2015, quello della nazione ospitante, e di tenere i rapporti con le aziende italiane che accetteranno di partecipare;
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al di là del tentativo, fallito, di arrivare a una nomina diretta del responsabile del Padiglione Italia, occorre evidenziare altresì lo stretto legame politico-professionale tra il commissario generale Roberto Formigoni e il neo commissario di sezione Luigi Roth che risale:
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alla nomina e alla riconferma dello stesso Roth a presidente della Fondazione Fiera Milano nel 2001 e nel 2006, con decreti di nomina spettanti alla giunta regionale lombarda presieduta dal governatore Formigoni dal 1995;
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alla nomina di Luigi Roth, risalente al 1996, a presidente della società Ferrovie Nord Milano, nomina anche in questo caso spettante alla giunta regionale lombarda presieduta anche allora da Roberto Formigoni; Roth assumerà contemporaneamente il ruolo di amministratore delegato della stessa società e di presidente e amministratore delegato di Ferrovie Nord Milano Esercizio spa;
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alla nomina di Luigi Roth nel 2009 per volontà di Roberto Formigoni alla guida del consorzio destinato a realizzare a Milano l'immenso polo ospedaliero città della salute voluto e finanziato da regione Lombardia;
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alla nomina nel 2005 di Luigi Roth nel consiglio di amministrazione della Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico Mangiagalli e Regina Elena di Milano, nomina derivata dalla partecipazione di Fondazione Fiera Milano nella Fondazione Ospedale Maggiore, operazione voluta da Luigi Roth e da Roberto Formigoni (l'operazione è stata possibile attraverso una modifica all'articolo 4 dello statuto dell'8 ottobre 2004 approvata con decreto del presidente della regione del 26 novembre 2004 che ha permesso a Fondazione Fiera Milano di ampliare la propria mission).
<p> La Fondazione Fiera Milano è «entrata» portando in dote circa 13 milioni di euro in sette anni. Roth ha dichiarato che l'idea di questa collaborazione è nata «da un incontro in Regione con il Presidente Roberto Formigoni»;
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alla comune appartenenza e/o vicinanza al movimento confessionale Comunione e Liberazione, Movimento dall'interno del quale è nata l'associazione imprenditoriale Compagnia delle Opere alla quale si stima che siano iscritte oltre 70 mila società. La vicinanza di Luigi Roth a Comunione e Liberazione e a Roberto Formigoni è regolarmente evidenziata da un quindicennio dai media italiani nonché rafforzata dalle numerose presenze in qualità di conferenziere del dottor Roth al Meeting di Rimini, evento annuale promosso da Comunione e Liberazione (quattro partecipazioni nel corso degli anni). Roth è inoltre Gentiluomo di Sua Santità, membro laico, dunque, della Famiglia Pontificia;
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anche alla luce della recente stretta sui doppi incarichi e su potenziali conflitti d'interesse, la scelta del dottor Luigi Roth, che attualmente ricopre contemporaneamente incarichi di vertice in istituti bancari (presidente di Banca Popolare di Roma, Gruppo CARIFE e consigliere di amministrazione di Mediorbanca, Gruppo BPER) e in imprese a controllo pubblico e privato (presidente di Terna spa, presidente di TELAT Srl, consigliere di amministrazione in Pirelli & C. spa, consigliere di amministrazione di Autostrada Torino Milano spa), non appare agli interroganti la più indicata quale commissario per l'Italia a Expo Milano 2015:
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come intenda operare per assicurare che l'incarico del dottor Luigi Roth quale commissario del padiglione Italia sia esercitato con la massima trasparenza e indipendenza rispetto sia al suo principale e dichiarato sponsor sia rispetto al sistema di potere economico lombardo di cui il presidente della regione Lombardia e commissario generale dell'Expo è espressione e di cui lo stesso commissario di sezione nella sua brillante carriera ha fatto e fa tuttora parte.
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Nord Adriatico. Approfondire le analisi sulle schiume nelle vicinanze del rigassificatore di Porto Viro. Interrogazione 2012-02-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625655<br />
Il fenomeno delle schiume, legato con molta probabilità all'attività del rigassificatore di Porto Viro, si ripete. Gli ultimi due episodi si sono verificati tra gennaio e febbraio di quest'anno in cui una coltre vischiosa ghiacciata ha raggiunto la spiaggia delle acque polesane e veneziane di Bocassette e dell'Isola Verde. Nella primavera del 2010 venne segnalata una imponente presenza di schiuma giallognola in mare attorno al terminal gasiero che arrivava anche a lambire la costa. Maria Grazia Lucchiari, della direzione di Veneto Radicale e del Comitato nazionale Radicali Italiani ha sollecitato l'intervento della deputata Radicale e membro della commissione Ambiente, Elisabetta Zamparutti che ha presentato un'interrogazione con la quale chiede al Ministro dello Sviluppo economico, dell'Ambiente e dell'Agricoltura e della pesca "quali azioni urgenti si intendano assumere per chiarire la natura della schiuma per approfondire e documentare con maggior precisione il tipo di danni ambientali prodotti, in particolare per quanto riguarda i cloroderivati organici e gli alo-derivati in genere". Il rigassificatore di Porto Viro si configura "a ciclo aperto", si preleva acqua di mare per sottrarle il calore che serve a riportare allo stato gassoso il Gnl, gas naturale arrivato via nave sotto forma liquida a 162°C. L'acqua viene restituita al mare più fredda e clorata. Questo comporta una sterilizzazione quasi totale della massa d'acqua adoperata a causa degli shock meccanico e termico e l'impiego di cloro implica il rilascio di sostanze tossiche.
<p> "Il rischio è che venga seriamente danneggiato l'ecosistema marino con relativi danni all'economia costiera". L'esponente Radicale ricorda che dal 2000, con decreto del Ministero dell'Ambiente, la Regione Veneto ha ottenuto il divieto dell'utilizzo del cloro come "agente antifouling" nei circuiti industriali che scaricano in laguna di Venezia, in considerazione dei problemi che questa sostanza causa alle biocenosi di un habitat tanto delicato. "L'Adriatico è un mare semi-chiuso, considerato sotto più aspetti quale zona ecologicamente sensibile – afferma ancora Zamparutti – ed è opportuno valutare di estendere la limitazione in vigore in laguna di Venezia a tutti gli impianti di questa voracità lungo l'Adriatico, attivandosi anche per creare una governance comune con gli altri Paesi che si affacciano su questo mare. Gli impianti proposti, che in questi tempi procedono nel loro iter autorizzativi – aggiunge la deputata - consumano notevoli quantità d'acqua di mare, "senza che siano adeguatamente valutate le alternative tecnologiche percorribili, il cosiddetto "ciclo chiuso". Il vecchio rigassificatore di Panigaglia, che è in funzione dal 1971, lavora unicamente in modalità a ciclo chiuso. Ecco quindi la richiesta di Zamparutti ai Ministri "rafforzare nelle procedure autorizzative la presa in considerazione delle alternative tecnologiche percorribili a quanto proposto dal gestore, nel caso in questione il cosiddetto "ciclo chiuso", anche se si dimostrano economicamente meno convenienti per il gestore dell'impianto, ed in particolare considerare la possibilità di riconvertire il rigassificatore di Porto Viro da ciclo aperto a "ciclo chiuso".
<p><b>Il testo dell'interrogazione</b>
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Al Ministro dello Sviluppo economico<br />
Al Ministro dell'Ambiente<br />
Al Ministro dell'Agricoltura e della pesca
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Premesso che:</b>
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il rigassificazione offshore di Porto Viro, entrato in regime di esercizio provvisorio da settembre 2009, ha registrato le prime due ricadute ambientali: nella primavera del 2010 quando venne segnalata una imponente presenza di schiuma giallognola in mare attorno al terminal gasiero che arrivava anche a lambire la costa, e la seconda, segnalata nel gennaio 2012, in cui sulla spiaggia di Boccassette di Porto Tolle (RO) si poteva osservare uno spesso strato di piccoli cristalli di ghiaccio per una profondità verso mare di 10, 20 metri che accompagnava tutta la lunghezza della battigia;
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tra la notte di venerdì 17 e sabato 18 febbraio, dopo la spiaggia di Boccasette, la schiuma è arrivata anche a Isola Verde, completamente ghiacciata dalle rigide temperature della notte;
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a seguito del primo episodio la Procura della Repubblica di Rovigo ha indagato per danneggiamento aggravato due dirigenti di Adriatic Lng, la società che gestisce il rigassificatore. Una perizia della Procura dimostra che a produrre queste schiume sono le lavorazioni sul rigassificatore per trasformare il metano da liquido a gas, che poi viene immesso nelle condotte e convogliato nella rete nazionale di distributore. Le conseguenze sull'ecosistema sono di alterazione della clorofilla e del fitoplancton marino;
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il fenomeno della "schiuma" è stato analizzato dall'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) il quale ha concluso che: "E' una matrice di origine naturale (…) in quanto miscela polifasica principalmente caratterizzata da un elevato contenuto organico (…). La formazione di schiume pertanto non sembra dovuta ad immissione nell'impianto di sostanze esogene all'ambiente marino quanto piuttosto all'azione meccanica dello stesso". "..la presenza di composti cloro organici è, con molta probabilità, dovuta all'impiego di cloro attivo, utilizzato come biocida nelle acque di scambio termico dell'impianto (…)". "…La particolare composizione di tutti i componenti costituenti la miscela (fino ad ora individuati) è tale da indurre effetti biologici avversi riscontrabili anche ad elevate diluizioni riproducibili in laboratorio";
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il rigassificatore di Porto Viro si configura "a ciclo aperto": si preleva acqua di mare per sottrarle il calore che serve a riportare allo stato gassoso il Gnl (arrivato via nave sotto forma liquida, a -162°C) restituendola poi al mare più fredda e clorata. Questo comporta una sterilizzazione quasi totale della massa d'acqua adoperata a causa degli shock meccanico e termico (a questi sono da imputare il fenomeno delle schiume); a causa dell'impiego di cloro che implica il rilascio di sostanze tossiche (i cloro-derivati organici), ed infine per la perdita dei servizi ecosistemici forniti dall'habitat marino (autodepurazione, assorbimento di CO2, habitat di specie ittiche);
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secondo quanto riferito da Carlo Franzosini, biologo dell'Area Marina Protetta di Miramare,a seguito della reazione della Sostanza Organica Disciolta in acqua di mare ("DOM") ed il cloro attivo immesso nel circuito si formano dei composti: i cloro-derivati organici che sono tossici, persistenti e mutageni (trialometani, clorammine, ecc.). Una prima quantificazione di questi prodotti parte dal tenore di DOM in acque costiere non eutrofiche, che in Adriatico è indicativamente di 2 mg/litro. Il funzionamento di un rigassificatore comporterebbe l'immissione di quantità dell'ordine di 32,8 chili per ora di cloro-derivati, qualcosa più di 280 tonnellate all'anno. Gli effetti del cloro e dei cloro-derivati (ad esempio: a seguito di disinfezione) sono studiati da oltre 40 anni, tanto che già nel 1972 in USA (US Federal Water Pollution Control Act) era obbligatorio l'abbattimento del tenore di cloro nelle acque di scarico e la riduzione chimica dei sottoprodotti alogenati. Questi composti, stabili e non facilmente degradabili, si accumulano nelle acque, da qui entrano nella catena alimentare, si depositano nei tessuti grassi degli organismi marini e possono finire sulle nostre tavole. Nell'uomo, alcuni effetti tossici noti sono la possibile azione mutagenica e /o cancerogenica. L'esposizione cronica comporta una possibile relazione con cancro del retto e del colon e della prostata (IARC International Agency for Research on Cancer);
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nei documenti di VIA questo aspetto non è considerato perché ci si limita a valutare i soli effetti del cloro attivo in uscita dall'impianto: questo viene limitato a non più di 0,2 mg/litro, paragonabile a quello dell'acqua di acquedotto conforme a norma di legge. Quindi questo procedimento è apparentemente innocuo "come bere un bicchier d'acqua". Ma il cloro, utilizzato in quantità massiccia (all'interno dell'impianto si hanno tenori di 2 mg/litro), viene abbattuto prima di restituire l'acqua al mare, neutralizzandolo con bisolfito (reazione: si forma solfato), al fine di rientrare nei parametri di legge (max 0,2 mg/litro);
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inoltre, poiché è il proponente dell'opera a redigere gli studi di impatto ambientale, non sempre vi è l'interesse ad illustrare alternative di progetto in fase di VIA migliori dal punto di vista ambientale anche se meno convenienti economicamente e non sempre i funzionari che devono valutare questi studi sono adeguatamente attrezzati e tecnicamente supportati dagli enti preposti
l'acqua di mare è ricca di sostanza organica da neutralizzare, contrariamente all'acqua di acquedotto che possiamo bere a volontà ed in cui il cloro è aggiunto solo per un'azione preventiva antibatterica. La differenza tra le 2 acque – pur con lo stesso tenore di cloro attivo – è che l'acqua in uscita dall'impianto è carica di sostanza organica degradata combinata chimicamente al cloro;
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questo vale in particolare per quanto riguarda l'acqua di mare di Porto Viro in considerazione della produttività primaria dell'Adriatico (parametro collegato alla concentrazione di cellule fitoplanctoniche per unita' di volume dell'acqua di mare) e della posizione collocata di fronte alla foce di uno dei maggiori fiumi del Mediterraneo;
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Adriatic Lng prima che iniziassero i lavori di realizzazione del terminal aveva valutato il tenore del disturbo ambientale che l'impianto andava a causare al territorio circostante, arrivando nel febbraio 2008 ad un accordo con gli Enti locali "per la compensazione territoriale destinata al Polesine e legata all'insediamento del terminal". Si tratta in tutto di 12,1 milioni di euro di cui 2,45 per il comparto della pesca professionale, che si è visto imporre una nuova zona di interdizione dell'attività;
già alcuni mesi dopo l'avvio dell'attività del rigassificatore di Porto Viro le associazioni dei pescatori avevano osservato con preoccupazione la presenza di schiume attorno all'impianto e la morìa di fasolari e vongole di mare nelle acque veneziane e polesane. Fenomeni insoliti e inspiegabili alla luce della loro esperienza;
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l'area dell'alto Adriatico è attualmente interessata da 3 progetti di rigassificatori: uno in Slovenia, uno on-shore (Zaule), uno off-shore (al largo di Grado). Per il rigassificatore proposto da "Gas Natural", l'intero volume d'acqua della Baia di Muggia (circa 100 milioni di m3) verrebbe fatto fluire attraverso l'impianto per oltre due volte all'anno. In un anno circa il 4-5% dell'acqua dell'intero bacino del golfo di Trieste (8.800 milioni di m3) verrebbe a circolare attraverso l'impianto, una quantità di gran lunga superiore a quella utilizzata da tutti gli stabilimenti industriali attualmente in esercizio sulle sponde del golfo.
E stiamo parlando di 1 dei 3 rigassificatori proposti;
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il rigassificatore di Capodistria è l'unico, della decina di progetti che interessano tutto l'Adriatico, che funzionerebbe "a ciclo chiuso": i progettisti, consci dei problemi ambientali di questo litorale, non ricorrerebbero all'impiego di acqua di mare ma ricaverebbero il calore utile alla rigassificazione da altre fonti. Ad esempio la combustione di un'aliquota marginale del gas conferito in impianto (ne basta l' 1,3%) è sufficiente per riportare il metano dalla fase liquida a quella gassosa. L'aliquota che andrebbe bruciata corrisponde a quanto viene spontaneamente perso durante il trasporto (per via del cosiddetto "boil-off") ed immesso in atmosfera (il metano è tra i più potenti gas-serra, 25 volte più della CO2). Gli impianti sono inoltre dotati di "torce" che, per questioni di sicurezza, bruciano o immettono direttamente in atmosfera il gas in sovrapressione che si sviluppa nel processo di rigassificazione;
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dal 2000, con decreto del Ministero dell'Ambiente, la Regione Veneto ha ottenuto il divieto dell'utilizzo del cloro come "agente antifouling" nei circuiti industriali che scaricano in laguna di Venezia, in considerazione dei problemi che questa sostanza causa alle biocenosi di un habitat tanto delicato;
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l'Adriatico è un mare semi-chiuso, considerato sotto più aspetti quale "zona ecologicamente sensibile" e gli impianti proposti, che in questi tempi procedono nel loro iter autorizzativo, consumano notevoli quantità d'acqua di mare, senza che, a giudizio degli interroganti, siano adeguatamente valutate le alternative tecnologiche percorribili (il cosiddetto "ciclo chiuso"), anche se si dimostrano economicamente meno convenienti per il gestore dell'impianto;
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al Veneto e al Polesine non sono state riconosciute quelle royalties sui ricavi previste dalla legge nel caso della presenza di impianti come il rigassificatore, circostanza per cui è pendente un ricorso della Regione verso il governo";
se per eccesso di offerta i rigassificatori rimanessero fermi, ai gestori è comunque sempre assicurato l'introito del 71% delle royalties calcolate sulla capacità nominale di rigassificazione, per tutta la durata di vita dell'impianto. Sono gli effetti delle delibere dell'Autorità per Energia Elettrica e Gas n. 178 del 2005 e n. 92 del 2008, che andranno a prelevare gli importi da girare ai gestori dalle nostre bollette del gas;
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<b>si chiede di sapere:</b>
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quali azioni urgenti si intendano assumere per chiarire la natura della schiuma;
quali analisi abbia fatto finora Ispra e se non si ritenga debbano essere approfondite per documentare con maggior precisione eventuali danni ambientali prodotti, in particolare per quanto riguarda i cloroderivati organici e gli alo-derivati in genere;
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se non si ritenga di valutare l'estensione della limitazione in vigore in laguna di Venezia a tutti i gli impianti di questa voracità lungo l'Adriatico, attivandosi anche per creare una governace comune con gli altri Paesi che si affacciano su questo mare anche attraverso una ratifica più stringente dei protocolli "Dumping" o "Land-Based Sources of pollution",
se e come si intenda rafforzare nelle procedure autorizzative la presa in considerazione delle alternative tecnologiche percorribili a quanto proposto dal gestore, (nel caso in questione il cosiddetto "ciclo chiuso"), anche se si dimostrano economicamente meno convenienti per il gestore dell'impianto, ed in particolare se non si ritenga di considerare la possibilità di riconvertire il rigassificatore di Porto Viro da ciclo aperto a "ciclo chiuso";
in alternativa, se in vista della predisposizione di un piano energetico nazionale, si intenda rivedere la soglia del 71% comunque garantita ai gestori dei rigassificatori in modo che la remuneratività sia legata all'adozione da parte dei gestori di tecnologie che tutelino maggiormente l'ambientale.<br />
Veneto. Interrogazione su trivellazioni2011-08-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it590645<br />
In Commissione Ambiente, ho presentato un’interrogazione rivolta al Ministro dello Sviluppo economico e al Ministro dell’Ambiente in merito ai progetti di ricerca di idrocarburi nel Veneto per chiedere che non vengano rilasciati i permessi alla texana AleAnna Resources a fronte dei rischi di subsidenza legati all’attività estrattiva.
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“E’ sbagliato aumentare la ricerca di idrocarburi sul nostro territorio senza definire una strategia energetica nazionale che tenga conto degli obiettivi del 20/20/20 e delle possibilità offerta dalle nuove tecnologie. Tanto più se questa ricerca interessa territori, come il Veneto, interessati a fenomeni di subsidenza dove la tutela e la protezione del suolo deve, a giudizio di tutti, essere una priorità.”
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“Chiunque è coinvolto nei processi autorizzativi, Governo e Regione, valuti attentamente gli introiti che avrebbero dall’avvio di attività di ricerca rispetto agli inevitabili e costosi interventi di riassetto idrogeologico, di difesa idraulica e di ripascimento delle coste”:
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Al Ministro dello Sviluppo economico<br />
Al Ministro dell’Ambiente
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Premesso che:
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la Regione Veneto è stata interessata nel recente passato da fenomeni di subsidenza dovuti alla sovrapposizione di diverse cause, non ultima l'attività di estrazione di fluidi dal sottosuolo, con ricadute sull'assetto idraulico, geomorfologico e territoriale tali da richiedere iniziative volte al controllo ed al contrasto attivo di tali fenomeni;
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il fenomeno della subsidenza è conosciuto dalle popolazioni dei territori colpiti che ne hanno subito gli effetti nel passato e le preoccupazioni sono state evidenziate da tutte le amministrazioni interessate (Regione, Comuni e Province) oltre che dagli altri enti territoriali (Consorzi di Bonifica ecc.) ed interessa in particolare la parte meridionale e la costa del Veneto al punto da aver indotto la stessa Regione a svolgere un monitoraggio continuo;
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nell'area polesana l'estrazione di metano venne interrotta nel 1963 a causa, appunto, del fenomeno di subsidenza;
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nonostante questa grave situazione, in provincia di Treviso la società inglese «Celtique Energie Petroleum» ha avuto il permesso dal Ministero dello Sviluppo economico per i prossimi sei anni di scavare alla ricerca di gas e petrolio (4 chilometri di profondità) su un'area di oltre 500 chilometri quadrati mentre la “AleAnna Resources” società con sede legale a S. Antonio in Texas e con sede secondaria a Matera, risulta aver avanzato oltre che alla Regione Veneto, anche al Ministero dello Sviluppo economico, la richiesta per due progetti di ricerca di idrocarburi nei territori di Saline - tra Padova e Rovigo per 579 chilometri quadrati - e di Tre ponti nell'area bassopolesana per 640 km2;
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da notizie stampa risulta che AleAnna Resources “ha un eccellente posizionamento nella valle del Po, uno dei più prolifici bacini di gas d’Europa ed è il secondo possessore di permessi nell’area dietro a Eni/Agip” e che AleAnna Resources “possiede undici permessi di esplorazione nella valle del Po e nel bacino del Bradano, per un totale di 3.100 chilometri quadrati”, sottolineando come quello denominato “BUGIA” sia stato autorizzato il 28 settembre 2010, mentre per gli altri quattro “permessi addizionali” che riguardano la valle del Po si attenda l’autorizzazione entro la fine del 2011 o inizio 2012;
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nonostante i progetti riguardano gli studi sismici preliminari, per verificare se nelle aree vi siano presenze di quantità di gas metano tali da giustificare l’apertura di un pozzo esplorativo, notizie stampa (la Gazzetta del Mezzogiorno 5 settembre 2010) riferiscono che la “AleAnna Resources”, che ha interessi, oltre che nel Veneto anche in Basilicata e in Puglia, oltre ai rilievi sismici non esclude affatto pozzi esplorativi fino a 3500 metri di profondità;
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nel decreto ministeriale 28 settembre 2010, n. 170, Conferimento del permesso di ricerca “BUGIA” alla Società AleAnna Resources LLC (pubblicato sul BUIG - Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse - Anno LIV n. 10 - 31 Ottobre 2010) si sottolinea che il titolare del permesso è tenuto a corrispondere allo Stato il canone annuo anticipato di euro 5,16 per kmq di superficie, che è pari a 197,80 chilometri quadrati;
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nonostante gli impegni assunti in tal senso dal Governo, non si è ancora proceduto alla definizione di una strategia energetica nazionale, in assenza della quale risulta improvvido procedere in attività estrattive di combustibili fossili;
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l’attività di indagine proposta contrasta inoltre, a giudizio degli interroganti, con gli indirizzi per il sistema della difesa del suolo;
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si chiede di sapere:
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se quanto riferito in premessa corrisponda al vero;
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se il Ministro dello Sviluppo economico intenda negare i tentativi di sfruttamento degli idrocarburi presenti nel sottosuolo veneto;
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quando il Governo intende definire il proprio modello di sviluppo sulla base della definizione della strategia energetica nazionale;
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se i Ministri interrogati considerano necessario ribadire il valore del principio di precauzione, a fronte dell’esempio offerto da quanto accaduto in occasione delle estrazioni di metano avvenute in Polesine dal 1938 al 1964 che provocarono abbassamenti del suolo fino a 30 centimetri l’anno;
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se i Ministri interrogati ritengano vantaggioso ricevere qualche misera compensazione a fronte di inevitabili e costosi interventi di riassetto idrogeologico, di difesa idraulica e di ripascimento delle coste.<br />
Rifiuti: Decreto deludente, emergenza fa comodo anche alla politica2011-07-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589623<br />
Deputata Radicale in Commissione Ambiente, sull’ultimo decreto rifiuti Campania, ha dichiarato: “Il decreto rifiuti è deludente perché non affronta il problema di fondo dell’emergenza rifiuti a Napoli che è l’organizzazione di un efficiente ciclo dei rifiuti che superi il binomio discariche – inceneritori attraverso un aumento della raccolta differenziata. Non si capisce perché la differenziata raggiunga percentuali importanti a Salerno, Benevento ed Avellino e a Napoli questo non sia possibile.”
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La parlamentare radicale ha poi continuato: “Ha ragione il procuratore Lepore quando dice che questa emergenza fa comodo, non solo alla camorra, ma soprattutto alla politica che può così gestire soldi senza controlli o con controlli più blandi. Tant’è che – ha continuato la Zamparutti – nel decreto si propone (art 2) l’ampliamento dei poteri dei commissari nominati dal governatore campano per i siti di conferimento locali.”
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Elisabetta Zamparutti ha concluso dicendo: “Come Radicali, con Aldo Loris Rossi, abbiamo proposto e le riproporremo soluzioni puntuali e semplici, quali la separazione dei rifiuti secchi da quelli umidi, stoccando nei siti Asi gli imballaggi inerti, che costituiscono il 60 per cento del volume totale della massa dell’immondizia napoletana. Basterebbe ascoltarci per interrompere un capolavoro di ingegneria criminale che dura ormai da decenni e dal quale non si intravede la fine.”<br />
Sul pozzo di reiniezione Eni "Monte Alpi 9or Deep"2011-06-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it584343C’è da augurarsi che questa volta i Ministri Prestigiacomo e Romani decidano di rispondere all’ennesima interrogazione che abbiamo inteso rivolgergli sugli effetti collaterali delle estrazioni petrolifere in Basilicata. In quella che un tempo è stata la città di Grumentum, nella Valle dell’Agri, ormai sempre più Valle dell’Agip, il pozzo di reiniezione “Monte Alpi 9Or DEEP”, che per l’Eni è strategico per poter incrementare la produzione di greggio, è una bomba ad orologeria, una spada di Damocle sospesa sulla testa dei cittadini di una delle più belle valli lucane. Nella letteratura scientifica si può apprendere che iniettare liquidi, come ad esempio acque di strato ricavate dall’estrazione di petrolio, può stimolare e riattivare una significativa attività sismica. Non a caso, il professor Vito Mazzilli, Presidente regionale del WWF, il 15 gennaio 2010 sottolineava che tale attività può essere stimolata dalla re-immissione di acque di strato nel pozzo Monte Alpi 9 Or Deep. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera l’8 giugno 2011, Leonardo Seeber, geologo, sismologo di fama mondiale e professore al Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University, nel rispondere alla domanda in che modo l’uomo può peggiorare o prevenire il rischio di una catastrofe, affermava: “E’ noto che i terremoti si possono “stimolare”. Uno dei casi più tipici è quando si pompano liquidi ad alta pressione giù nella crosta per estrarre il petrolio. Il petrolio è importante, anch'io ho la macchina in garage. Ma bisogna stare attenti a stuzzicare così la faglia, è necessario calcolare i rischi mentre chi fa estrazione ha la tendenza a ignorare, o a nascondere, il problema. Ed è pericoloso”. Noi riteniamo che la Ola(Organizzazione lucana ambientalista) abbia ragione quando parla di superficialità riferendosi allo studio di impatto ambientale prodotto dall’Eni sul pozzo Monte Alpi 9 Or Deep. Quello studio non prende in considerazione la possibilità di incidenti, malfunzionamenti e rischio sismico. Come se non bastasse, il pozzo Monte Alpi 9 or Deep è ubicato in prossimità di uno dei più importanti invasi lucani: la diga del Pertusillo. Insomma, la vicenda petrolifera lucana ancora una volta richiama uno dei capitoli del dossier Radicale “La Peste italiana”, quello dedicato al dissesto idrogeologico prodotto dal dissesto ideologico. Il buon senso e il principio di precauzione imporrebbero una sospensione dell’iter di autorizzazione del pozzo Monte Alpi 9 Or Deep. Prima di immettere oltre un miliardo di litri l’anno di acque di sottoprodotto, derivanti dalle attività estrattive, in un’area a rischio sismico, ubicata a pochi metri da un importate bacino idrico, è bene rifletterci con la dovuta attenzione. Ci auguriamo che i ministeri competenti vogliano e sappiano rispondere. La memoria, che qualcuno vorrebbe farci perdere, ci spinge a ricordare l’incidente verificatosi nel 1999 a Montemurro con il cedimento dell’incamiciatura del pozzo di reiniezione “Costa Molina 2”.Missione Radicale in Mali: primi incontri per la moratoria ONU sulla pena di morte2010-11-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547927Sulla possibilità dell'abolizione della pena di morte in Mali, l'On. Zamparutti ha dichiarato: "Si tratta di far valere sul piano interno quanto sostenuto dal Mali su quello internazionale, dalla co-sponsorizzazione della Risoluzione ONU pro moratoria confermata anche quest’anno alla adesione allo statuto della corte penale internazionale che non prevede la pena di morte"LO SCANDALO E' LA SCELTA NUCLEARE 2010-11-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547698“Non mi colpisce la nomina di Veronesi ai vertici dell’Agenzia per la sicurezza del nucleare visto il suo sostegno all’atomo pubblicamente espresso da tempo. Il problema non è infatti Veronesi ma la scelta del nucleare compiuta dal Governo in assenza di una strategia energetica di prospettiva per il nostro Paese.” Per la parlamentare radicale: “Il nucleare è stato imposto due anni fa senza un serio confronto sui costi e i benefici in rapporto ad altre opzioni possibili con un’Agenzia infeudata nel Governo priva della necessaria autonomia ed indipendenza. E già Saglia annuncia ritardi nella posa della prima pietra: non più il 2013 ma il 2014.” “Veronesi - ha continuato Zamparutti – ha semmai commesso l’errore di accettare un incarico nel quadro di un’operazione di mera propaganda nuclearista. “ Elisabetta Zamparutti ha concluso dicendo: “E’ chiaro che, al di là dell’annuncio, come per tante altre “Grandi Opere” anche il nucleare è destinato a rimanere sulla carta salvo alimentare una fabbrica onerosa, di contratti, consulenze, studi di fattibilità, che è l’unica cosa certa che gli italiani pagheranno.”Il prezzo del nucleare non è più competitivo2010-09-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it507356<br />
L’ Onorevole Elisabetta Zamparutti (Pd), nella sua interrogazione rivolta al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, denuncia il rincaro dell' energia nucleare rispetto agli anni precedenti e divenuta quindi meno conveniente.
<p>Si tratta di una cifra - prosegue la deputata del Pd - che dimostra la non economicità del nucleare, a differenza di quanto sostiene il Governo. <br />
Il prezzo dell' energia fotovoltaica, invece, si aggirerebbe intorno ai 7 centesimi di euro al cholowattora. L'Ain non ha voluto però fornire dettagli sulla stima prodotta, ma anzi, ha però provveduto rapidamente, a togliere dal sito la nota i cui dati facevano riflettere sull'economicità del nucleare.
<p>La deputata infine chiede al Presidente Berlusconi se il Governo sia in possesso della nota pubblicata dall'Ain e poi tolta dal sito, e sulla base di quali elementi il Governo considera più conveniente l'elettricità prodotta da nucleare.<br />
Lo strano assedio a Siracusa2010-09-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it507292<br />
Pillirina, Plemmirio, Siracusa, qui si celano storie di battaglie, assedi, vittorie. Passano oggi, come ieri, le rotte degli uccelli migratori e la macchia mediterranea vi cresce rigogliosa da tempo immemorabile. La Penisola del Plemmirio, pochi chilometri a sud di Siracusa, è una delle zone più suggestive della città di Archimede, sulla costa che si affaccia sull’Area Marina Protetta. Enzo Maiorca che in queste acque si è immerso per guadagnare record mondiali non ce lo vede proprio il villaggio turistico da 80 mila metri cubi di cemento previsto dal piano regolatore del 2004. Il Wwf locale, con il presidente Giuseppe Patti, propone di creare una Riserva Terrestre che, integrata con l’Area Marina Protetta, tuteli ed accresca quell’ecosistema unico al mondo. Con un’interrogazione parlamentare ho chiesto al Ministro dell’Ambiente, illustre cittadina siracusana, se intende accogliere questa proposta, ma non ho ricevuto risposta.
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Siracusa è una città che l’Unesco, dal 2005, considera patrimonio dell’umanità: i suoi siti e monumenti sono «il più grande esempio dell'eccezionale creazione architettonica che raggruppa diversi aspetti culturali (Greco, Romano, Barocco), una straordinaria testimonianza dello sviluppo della civilizzazione di oltre 3 millenni». Dopo greci, romani, bizantini, arabi, normanni, svevi, angioini, aragonesi, spagnoli e borboni, cosa lascerà l’attuale dominazione partitocratica? Per ora un Piano regolatore che, secondo una perizia del Cresme, si fonda su dati “palesemente falsati”, tali da far “presupporre la volontarietà degli autori ad incrementare il reale fabbisogno abitativo e le rispettive superfici necessarie, e quindi a sovradimensionare il piano”. Un assedio: delle coste con i villaggi turistici; delle rovine archeologiche delle mura dionigiane nel parco archeologico della Neapolis, con l’insediamento di 700 villette a schiera; del porto Grande con la costruzione di un secondo porto turistico per il quale è previsto un riempimento a mare per 100.000 metri cubi di cemento. Un assedio solo rinviato dal Comune di Siracusa che giorni fa ha stracciato le proposte di modifica del piano regolatore preparate dalla Commissione urbanistica con le associazioni e varie personalità per istituire invece un Tavolo Tecnico che riparta da zero e senza poteri.
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Non rassicura la decisione di convocare un consiglio comunale aperto con il Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo che zitta resta. Nell’inerzia generale, il 17 settembre l’Assessore ai Beni Culturali della Regione ha almeno fissato al marzo 2011 il termine entro cui approvare il Piano Paesaggistico, uno strumento che può rimettere in discussione lo strumento urbanistico vigente. È però tutto da vedere cosa accadrà da qui a marzo rispetto ad uno sviluppo che resta ancora legato all’aggressione di ciò che di pregiato la natura e l’intelligenza umana hanno lasciato.<br />
Dopo le linee guida necessaria la riforma degli incentivi 2010-09-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it507251<br />
“Sono dovuti passare 7 anni (dunque ben 2 Governi Berlusconi, intervallati da 1 Governo Prodi) per arrivare all’adozione delle linee guida sulle rinnovabili e poi ulteriori 2 mesi e mezzo dalla loro approvazione in conferenza Stato-Regione per vederne la pubblicazione. Una pubblicazione sollecitata anche con un’interrogazione parlamentare della delegazione Radicale i primi di settembre”.
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La parlamentare Radicale ha poi continuato affermando che: “I tempi di reazione della partitocrazia italiana sono tali da dimostrare la volontà di lasciare le mani libere alla componente industriale interessata al business delle rinnovabili e il totale disinteresse per uno sviluppo dinamico e sostenibile del Paese”.
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Per Elisabetta Zamparutti: “Solo ora le Regioni sono nelle condizioni di poter legittimamente adottare i provvedimenti in materia di autorizzazioni di impianti da fonti rinnovabili, in una situazione però che ignora quanto già realizzato e pareri o autorizzazioni ambientali già rilasciate in questi 7 anni (per il solo eolico ammontano a oltre 11.000 MW).”
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“Insomma” ha concluso la parlamentare Radicale “servirebbe un atto di responsabilità da parte delle Regioni per una tempestiva adozione dei provvedimenti attuativi (le Regioni hanno infatti altri 90 giorni di tempo!) ma serve soprattutto la revisione del sistema degli incentivi che resta tra i più alti d’Europa e spiega la proliferazione di impianti per energia rinnovabile a danno del territorio e di un sano sviluppo del Paese.”<br />
L’Aquila: presentata interrogazione su nomina vicecommissario Antonio Cicchetti2010-09-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it507261L’Abruzzo chiede una legge organica per la ricostruzione come avvenuto per Friuli, dell'Umbria e della Marche. E’ sconcertante vedere invece che permane la logica dell’emergenza anche per la fase della ricostruzione con il continuo ricorso a Commissari. Particolarmente grave è poi leggere il profilo di Antonio Cicchetti che per la Corte dei Conti non è un buon amministratore, né risulta privo di interessi sul territorio. Deve finire questo modo di gestione fiduciaria, centralista e verticista di una tragedia quale quella abruzzese. Perché mi pare evidente che più che il terremoto, sia l’assenza di democrazia e trasparenza a causare i danni peggiori.Nucleare: Radicali, reattori francesi costosi e non sicuri, Notizie economia, Ultime Notizie2010-09-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it546559”Le notizie che giungono d’oltralpe documentano che il reattore Epr, cuore della strategia di esportazione del nucleare francese e che sara’ alla base del rientro italiano nel nucleare, ha costi crescenti (gia’ raggiunti i 5 miliardi, con aumenti del 50% dei costi inizialmente preventivati), tempi lunghi di realizzazione (ritardi accumulati tra i quattro anni, per quello che Areva sta costruendo ad Okiluoto, in Finlandia e i due anni, per quello di Edf a Flamanville, in Francia) e continua a presentare problemi di sicurezza”. Ad affermarlo in una nota e’ Elisabetta Zamparutti, deputata radicale in Commissione Ambiente, ha presentato un’interrogazione parlamentare sui costi crescenti, l’allungamento dei tempi di realizzazione e il perdurare dei problemi di sicurezza che presentano i reattori nucleari di terza generazione Epr alla base degli accordi italo-francesi. Non e’ vero, dunque, rileva l’esponente dei Radicali, ”come afferma Anne Lauvergeon che guida Areva, che i costi elevati sono legati agli standard di sicurezza del reattore, tant’e’ che l’Autorita’ francese per la sicurezza nucleare ha dovuto di recente muovere ulteriori critiche, dopo quelle del 2008 e 2009, a questo tipo di reattore”. Quello che non sono riusciti a vendere agli arabi, conclude Zamparutti, ”perdendo la gara negli Emirati Arabi, i francesi ce lo rifilano a noi. Berlusconi riveda questa scelta sconsiderata e salvi il paese da una sciagura”.Siracusa tuteli la penisola della Maddalena2010-09-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it505670<br />
Elisabetta Zamparutti, deputata radicale in Commissione Ambiente, prima firmataria di una interrogazione al Ministro dell’Ambiente sulla necessità di riconoscere il territorio che si affaccia sull’area marina protetta del Plemmirio, in merito alla discussione che si avrà in serata sul piano regolatore nel Comune di Siracusa ha dichiarato:<br />
“Attendo una risposta tempestiva dal Ministro sulla richiesta di intervento che ho avanzato perché penso che aiuterebbe molto a tutelare il territorio siracusano.<br />
Mi auguro comunque, anche alla luce degli interventi di esponenti politici locali che ho sentito nel corso della conferenza stampa promossa oggi dal WWF a Siracusa in risposta all’appello di Enzo Maiorca, che il Consiglio comunale avvii un processo di revisione di tutta una serie di progetti che rischiano di deturpare la città. Intanto iniziando col fare propria la richiesta del WWF Siracusa dell’istituire la riserva terreste al Plemmirio, complementare alla già esistente area marina protetta e preservando quest’area dall’aggressione che si manifesta sotto le forme di un villaggio turistico.”<br />
Proposte radicali per i Siti inquinati: si destini lo sconto benzina alla bonifica dei SIN2010-09-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it505643<br />
Il "Bonus" benzina per salvare l'ambiente
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"Sparti ricchezza e diventa povertà": l'antico adagio potrebbe applicarsi allo sconto benzina destinato agli automobilisti lucani. Pochi centesimi se divisi tra le migliaia di guidatori della Regione, una piccola ricchezza che potrebbe essere destinata a salvaguardare l'ambiente, se restasse indivisa. Questa l'idea di Mario Staderini, segretario radicali Italiani, Elisabetta Zamparutti, Deputata radicale eletta nella lista PD e Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani.<br />
Nucleare, via libera della Consulta, respinto ricorso delle Regioni 2010-06-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it502194“Ha ragione il ministro Prestigiacomo a chiedere un confronto con l'opposizione sul nucleare. Una simile scelta, per funzionare, deve essere espressione di un sistema paese e non può essere imposta dall'alto come è stato fatto fino'ora”, ha sottolineato Elisabetta Zamparutti, deputata radicale in commissione Ambiente che spiega come un confronto sul nucleare possa offrire un'opportunità per valutare costi e benefici delle alternative possibili che è quello che come Radicali chiediamo da sempre in vista della definizione di una strategia energetica nazionale”. Metro Parma: I responsabili del fallimento del progetto si assumano le loro responsabilità2010-05-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it499827<br />
Elisabetta Zamparutti, deputata radicale in Commissione Ambiente e prima firmataria dell’interrogazione sulla Metropolitana di Parma (4-06941), dopo le polemiche suscitate in sede locale, ha dichiarato:
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“La responsabilità politica, come quella penale, è sempre personale, altrimenti viene meno un principio fondamentale dello stato di diritto. Quindi, ribadisco e rivendico la responsabilità dell’iniziativa parlamentare che è stata intrapresa solo da me e dai miei colleghi Radicali Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Matteo Mecacci, Maria Antonietta Farina Coscioni e Maurizio Turco. <br />
Un atto di sindacato ispettivo espressione della nostra assoluta autonomia politica e di giudizio in quanto delegazione radicale all’interno del gruppo parlamentare del PD, che non ha in questo coinvolto né il PD né tanto meno Carmen Motta, come altre numerose analoghe iniziative sull’uso di risorse pubbliche testimoniano in questi due anni di legislatura.
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Nel merito dei quesiti posti nell’interrogazione, oltre che quelle che attendo dal Governo nazionale, risposte precise mi attendo anche dalle forze politiche che governano Parma, invece di polemiche inutili o strumentalizzazioni politiche come quelle comparse sui giornali della città. <br />
L’amministrazione di Parma deve rispondere, innanzitutto, almeno per la parte che gli compete, del fallimento del progetto Metro Parma, fallimento che ora non possono pagare né i parmensi né gli italiani tutti. Ora, perché nuovi errori o ulteriori fallimenti non si ripetano, credo sia necessaria la massima trasparenza e, soprattutto, la conoscenza da parte dei cittadini italiani, compresi quelli di Parma, sulla destinazione d’uso di quanto del progetto originario residui. Se, ad esempio, il denaro di cui parla il Sindaco Vignali provenisse da fondi Cipe ex decreto 25 marzo 2010 n. 40 a valere sulla quota parte del finanziamento non ancora erogato, credo sia un diritto mio in quanto parlamentare – e ancor di più un diritto dei cittadini di Parma - sapere e un preciso dovere del Sindaco far sapere per quali “priorità nazionali” (essendo fondi nazionali, seppure allocati a Parma) quel denaro verrà utilizzato e secondo quali meccanismi decisionali conformi alla legge che prevede un coinvolgimento della Conferenza Stato-Regioni.”<br />
OGM, Zamparutti: L'azione di disobbedienza civile su OGM aiuta ricerca e agricoltura2010-04-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it499814
Elisabetta Zamparutti, deputata radicale in Commissione Ambiente, sull’azione di disobbedienza civile intrapresa oggi da Giorgio Fidenato, di Agricoltori Federati,e Leonardo Facco, del Movimento Libertario che hanno i seminato del mais ogm in provincia di Pordenone, ha dichiarato:
“Sostengo l’azione di disobbedienza civile promossa dagli Agricoltori Federati e dal Movimento Libertario, che ha il merito di aver aperto un dibattito sul diritto degli agricoltori, recentemente riconosciuto dalla sentenza del Consiglio di Stato, a seminare certe varietà di mais ogm, in linea con la normativa comunitaria. Si tratta di dare la possibilità all’Italia di aprirsi all’innovazione biotecnologica e le parole del Ministro Galan possono segnare un cambio di rotta rispetto alle posizioni ideologiche e protezioniste del Ministro Zaia. Anche l’agricoltura necessita di scelte strategiche di mercato per le quali urge un confronto sulle opportunità offerte dalle biotecnologie e non l’imposizione di divieti.”
Nucleare e informazione2010-04-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it498942Berlusconi annuncia campagne di sensibilizzazione lunghe un anno, ma con quali garanzie di pluralità ed imparzialità? Se consideriamo che nell’ultima settimana di campagna elettorale per le regionali ha occupato, contando solo i suoi interventi in voce, oltre il 20% dei TG Rai e oltre il 50% di quelli Mediaset , senza contare i blitz da 12 minuti a Uno Mattina, la campagna di informazione sul nucleare si profila di stampo putiniano. E’ invece necessario che i cittadini conoscano i costi esorbitanti di questa scelta energetica, le alternative legate all’efficienza energetica e alle rinnovabili che rischiamo di perdere inseguendo il nucleare e i gravi problemi di sicurezza del reattore francese EPR che Berlusconi e i suoi ministri vorrebbero nei loro giardini nonostante sia all’indice delle Autorità di sicurezza nucleare francese, finlandese e inglese.Ambiente: trivellazioni Tremiti; Zamparutti, non firmare via2010-04-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it499815Non firmare il decreto di 'Valutazione impatto ambientale' relativo alle attività di ricerca di petrolio tra il Gargano e le isole Tremiti: e' l' ''opportunità'' che la deputata radicale Elisabetta Zamparutti chiede di considerare in un'interrogazione al ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Le perforazioni petrolifere che intende svolgere la Petroceltic Elsa, spiega Zamparutti, metterebbero infatti ''in serio rischio un tratto di mare e di natura ancora quasi del tutto incontaminate, con gravi danni per la flora e la fauna marina, oltre che per il turismo e l'economia della zona''. ''Il ministro - aggiunge la deputata - può ancora evitare di dare il via libera alla trivellazione petrolifera al largo della costa del Gargano, che e' Parco Nazionale. La Commissione regionale pugliese, per ben due volte, ha espresso parere negativo alla trivellazione in prossimità delle Tremiti, dove si trova una riserva marina a tutela di un ecosistema di particolare pregio. Non si comprende perché un simile scempio dovrebbe essere avvallato invece dal ministero dell'Ambiente''. Zamparutti osserva che ''l'attività di trivellazione ha poche possibilità di produrre risultati positivi mentre sono certe le conseguenze negative sullo stato dei luoghi. Per questo chiedo al ministro di riconsiderare la vicenda''.