Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Elio LANNUTTIhttps://www.openpolis.it/2013-01-25T00:00:00ZMonte dei Paschi: Bankitalia e Consob sapevano.2013-01-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it685362<br />
<b>L'ultimo che può parlare sul fenomeno della commistione tra banca e politica e del fenomeno storico banche-politica, è il presidente del Consiglio Mario Monti, strapagato consulente di Goldman Sachs, una delle banche di affari maggiormente responsabile della crisi sistemica e massima esperta in prodotti derivati e nella creazione del denaro dal nulla.</b>
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Uno dei pochi soggetti titolati a parlare di derivati e di commistione banche -affari-autorità di controllo, quali principalmente Bankitalia e Consob sempre a braccetto coi vigilati, è l'Adusbef, che è bene ricordarlo oggi, nel momento in cui tutti fanno finta di aver preso le distanze dai 700.000 mld di derivati tossici che hanno infestato l'economia, creato un buco nero nei bilanci degli enti locali, costretto fior di aziende, ricattate dalle banche ed obbligate a sottoscriverli, come la Divania di Bari da parte di Unicredit al fallimento, con una mina da 218 miliardi di euro, subì un processo ed una sanzione da 100.000 euro dalla Consob per averne denunciato rischi e pericolosità.
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Ed <b>è proprio Unicredit, la banca che fu amministrata da Alessandro Profumo</b>, cacciato a suo tempo dai soci e prontamente ricollocato al Monte dei Paschi di Siena, guida la classifica delle banche maggiormente esposte coi derivati per un valore di 118 miliardi di euro, seguita a distanza dal Monte dei Paschi, con una esposizione di 18,3 miliardi.
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Invece di approntare difese d'ufficio interessate sulla Banca d'Italia, che non ha vigilato secondo le carte ed i documenti ispettivi, che già sono al vaglio delle Procure della Repubblica per lo scandalo dei derivati tossici del Monte dei Paschi di Siena, sia il Presidente Monti che altre altissime istituzioni, farebbero bene a leggere i documenti che provano l'omessa vigilanza di Consob e di Lamberto Cardia, occupato a garantire dorate consulenze al figlio (sui bilanci del MPS palesemente falsi) e di Bankitalia, i cui massimi responsabili sono Mario Draghi, Anna Maria Tarantola, Fabrizio Saccomanni.
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Leggendo infatti gli atti ispettivi sul MPS del maggio-agosto 2010- pubblicati oggi anche da organi di stampa- la cui relazione della Vigilanza di Bankitalia allora diretta dalla signora Anna Maria Tarantola, è firmata da Vincenzo Cantarella, Biagio De Varti, Giordano Di Veglia, Angelo Rivieccio, Federico Pierobon, Omar Qaram, emergono risultanze parzialmente sfavorevoli, sia sulla regolamentazione delle operazioni finanziarie, che sulla mancanza di competenza nella capacità di gestire i rischi assunti, con il Risk managment che non riscontra le valorizzazioni dei fondi hedge e di private equity, né le posizioni detenute da numerose controllate estere.
Erano proprio le controllate estere a fare le famose operazioni Alexandria e Santorini, di cui oggi Bankitalia dice di non sapere nulla, nonostante sulla relazione ispettiva scriveva: "Alcuni investimenti a lungo termine presentano profili di rischio non adeguatamente controllati né riferiti dall'esecutivo all'organo amministrativo. In particolare si sono determinati consistenti assorbimenti di liquidità (oltre 1,8 miliardi) riferiti a due operazioni, del complessivo importo nominale di 5 miliardi di euro, stipulate con Nomura e Deutsche Bank Londra". Bankitalia sapeva di queste operazioni rischiose e di Cdo tossici, Consob sapeva perché erano iscritte a bilancio, tutti sapevano e non hanno mosso un dito per garantire piccoli azionisti e lavoratori dal crack MPS.
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Adusbef, che dopo aver denunciato i derivati tossici alle Procure della Repubblica, subì la rappresaglia di un processo, una sanzione amministrativa poi cancellata in Appello, ed il discredito sui mass media ordita dalla Consob di Cardia, che invece di indagare sui derivati tossici, indagò sui denuncianti, è certa che la verità processuale penale sull'omessa vigilanza e le <b>gravissime responsabilità di Consob e Bankitalia</b>, saranno accertate e doverosamente sanzionate. <br />
«Non mi ricandido a senatore» | INTERVISTA2013-01-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it685372<br />
Parla lentamente, scandendo le parole con tono pacato. Per questo, quando Elio Lannutti si esprime, le sue affermazioni sembrano pietre appuntite. Abruzzese, classe 1948, ricopre la carica di presidente dell’Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari, Finanziari, Assicurativi) dal 1987. Ha due libri pronti ad uscire che, a quanto promette, non risparmieranno niente e nessuno.
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<b>Senatore, ma è vero che non si ricandida?</b>
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Verissimo! D’altronde, la classe politica non si basa sulla meritocrazia, e quindi questa ragione mi ha indotto a non accogliere nessuna proposta di ricandidarmi. Ritengo che sia più dignitoso uscire dalla politica anche perché uno come me, che per trent’anni ha difeso i diritti, non può sopportare di vergognarsi dicendo che fa il senatore. Ormai i politici sono accomunati ai ladri. Non sono neanche riusciti a fare la riforma della legge elettorale – condizione, oltretutto, necessaria per una mia nuova candidatura. Ho in uscita due libri: il primo, “Cleptocrazia – Vite rubate” dove faccio i nomi e i cognomi di tutti coloro che hanno rubato il futuro ai giovani, a partire da Draghi, da Monti e da tutti i cleptocrati che naturalmente hanno prodotto la crisi, creato denaro dal nulla e sono anche riusciti a commissariare l’Italia tramite Monti. Il secondo, “Sedicesima legislatura – Diario di un senatore da strada”, racconta cinque anni di politica. A partire dal 28 febbraio del 2008, quando ricevetti una telefonata da Mario Draghi che voleva incontrarmi perché avevo appena consegnato le bozze del libro “La repubblica delle banche”, dove compariva un capitolo dedicato al “Super Mario de’ noantri”. E ci ricordiamo tutti che giudizio diede Cossiga su Draghi (“un vile affarista”, ndr)…
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<b>Passiamo al suo “vero lavoro”: la tutela del consumatore. In questo momento in Italia abbiamo una situazione che definire drammatica sarebbe quasi un eufemismo…</b>
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In questi due anni che mi separano dal congresso per l’elezione del presidente di Adusbef (dicembre 2014) continuerò a fare studi e le pulci alle banche. Ho appena reso noto uno studio che riguarda gli istituti di credito italiani che taglieggiano le famiglie con i fondi della Bce. Francoforte, d’altronde, ha inondato le banche: non è Monti che ha fatto calare lo spread, ma i prestiti della Bce. Gli istituti di credito si sono aggiudicati 274 miliardi di euro a tassi dell’1% d’interesse, nelle due aste LTRO (Long Term Refinancing Operation) di dicembre 2011 e febbraio 2012. Ma le banche, invece che assecondare la ripresa dell’economia o dare un finanziamento a qualche giovane che ne ha sicuramente bisogno, visto che al momento i veri ammortizzatori sociali sono le famiglie e la loro capacità di risparmio, hanno comperato i titoli di stato che sono passati da 209 miliardi di euro a 340 miliardi di euro (un incremento di oltre il 60%). Questo significa che con un tasso dell’1% di interesse richiesto dalla Bce, si acquistano btp che hanno un rendimento medio del 4,37% e quindi ci ricavano 12 miliardi di euro in tre anni senza fare nulla. Le banche non hanno pensato di aiutare i giovani ad accendere un mutuo: pensi che oggi, per avere un prestito di 100.000 euro trentennale, si deve corrispondere agli istituti di credito un pizzo di 26.000 euro. Hanno strangolato le imprese, togliendo loro l’affidamento con un preavviso di 24 ore. Il debito pubblico durante i 13 mesi di governo Monti è aumentato di 1705 euro a persona: dovevano diminuire l’indebitamento, ma siamo arrivati a 2014 miliardi (+102 miliardi). E hanno deciso che l’Imu sulla prima casa (3,9 miliardi) deve essere impiegato per salvare il Monte dei Paschi di Siena. La politica è sputtanata ed è piena di rubagalline: un Batman, che è accusato di aver rubato 1,3 milioni di euro, che cosa è rispetto al Monte dei Paschi di Siena che ha pagato Antonveneta 3 miliardi di euro più del dovuto? O rispetto a un Ligresti, che ha prodotto un buco di 2,5 miliardi e che aveva tutti a libro paga: dal figlio dell’ex presidente dell’Isvap Giannina al figlio dell’ex capo della Consob Cardia, per non parlare di tutta la classe politica, con Tabacci – il nuovo che avanza da trent’anni – in testa. Una classe politica che ha rubato il futuro alle nuove generazioni.
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<b>A questo punto le chiedo un commento da ormai ex-senatore: al di là di chi vincerà le elezioni, l’Italia come guarda al futuro?</b>
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Con grande amarezza, sarà necessario fare tanti sacrifici per riparare i danni di questa cleptocrazia, che ha prodotto il debito e ha pensato unicamente al suo tornaconto. Ho condotto una personalissima battaglia non solo contro questa classe politica, ma anche contro soggetti terzi che hanno lucrato sulla sofferenza: è il caso delle agenzie di rating, che abbiamo provveduto a denunciare, ma anche contro Agenzia Debiti, i predoni degli indebitati che sono stati arrestati, dopo avermi offerto dei soldi tramite un senatore. Oltretutto al Senato sarà molto difficile avere governabilità, si profila una situazione analoga a quella del governo Prodi.
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<b>Nel frattempo, la finanza continua ad avere il predominio sulla politica.</b>
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Noi ci ricordiamo la crisi del 1929, quando Roosevelt fece approvare il Glass-Steagall Act (una legge per realizzare una maggiore sicurezza e un uso più efficace degli asset delle banche, per aumentare il controllo interbancario, per prevenire operazioni di tipo speculativo, ndr) e una serie di riforme e di regole. Oggi mi viene da ridere: il super Mario de’ noantri presenta la nuova banconota da 5 euro, rafforzando l’egemonia tedesca (visto che i nuovi 5 euro sono chiaramente un omaggio a Berlino), ma si guarda bene dal sopprimere la banconota da 500 euro che è fatta ad uso e consumo dei riciclatori di denaro sporco. Lo sa che dentro un pacchetto di sigarette, arrotolati, ci entrano 50.000 euro? Noi abbiamo incassato 24 miliardi di euro di Imu: 4 li abbiamo dati a Mps, gli altri venti al fondo salva stati, l’Esm che io ho ribattezzato Mostro di Lochness. La politica ha gravissime responsabilità. Perché quando si delegano funzioni che sono nelle democrazie dei governi a nuovi dittatori come Mario Draghi o Barroso, che non sono democraticamente eletti da nessuno, si scende per una brutta china. O si riacquisisce la sovranità della politica, oppure andremo sempre peggio.
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<b>Sì, però il Glass-Steagall Act venne abrogato: un altro segnale della protervia della finanza?</b>
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L’Act fu abrogato da pressioni di quelle banche d’affari che in un primo momento avevano sostenuto Obama e adesso gli hanno tolto l’appoggio. Il presidente, al tempo dell’abrogazione, era un democratico come Clinton. Quando si viene catturati dagli affari, dai derivati, dai meccanismi ad alta frequenza (HFT) che alterano il corretto svolgimento delle borse e dei mercati, non c’è più futuro. Pensi che Lloyd Blankfein, capo di Goldman Sachs, poco prima del baratro fiscale ha anticipato a sé e agli alti dirigenti le stock option e i bonus per evitare di pagare troppe tasse. A una riunione del Fmi, i politici furono accusati (parlando della crisi greca) di pagare pensioni e stato sociale senza poterselo più permettere: era necessario, dicevano, delegare molto più ai privati. Io intervenni, affermando che noi eravamo responsabili di aver delegato loro funzioni e che per uscire dalla crisi si sarebbe dovuto istituire un tribunale analogo a quello dell’Aja per crimini economici contro l’umanità e far fare a loro, quelli che non hanno vigilato, 150 anni di galera.
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<b>Abbiamo un esempio di gestione pubblica con Alitalia: la sua impressione?</b>
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Il mio giudizio è stato molto severo soprattutto sul ministro che ho ribattezzato Passerà. Tra lui e la Fornero non so chi sia stato peggio. Passera si è affidato a faccendieri e uomini della P4. Invece che fare il bando per la tv, ha fatto bandi per togliere televisioni private che avevano 25 anni di storia. Già allora (lo ribattezzai Corradino l’Aviatore per sua moglie, che era capo delle relazioni esterne di Toto) io denunciai che il salvataggio di Alitalia sarebbe costato 3 miliardi di euro alla fiscalità generale. Anche altri ministri hanno deluso: come Grilli, ad esempio, che ultimamente è sparito dopo una serie di interrogazioni che ho fatto contro di lui relative ai debiti della moglie e alla famosa casa. La situazione grave è che è sempre il consumatore che deve pagare le avventure economiche dei capitani coraggiosi. A Fiumicino, per esempio, abbiamo varato una manovra che costa 8,5 euro in più a biglietto per chi atterra o decolla dallo scalo romano. Mentre i ricavi per i privati saranno di 13 miliardi di euro, cui va aggiunta la speculazione dell’agro romano. Questa è l’Italia, ma io non mi arrendo: in questi due anni daremo del filo da torcere a questi poteri. I poteri alla Profumo, che ha costretto un imprenditore come il titolare della Divania di Bari ad acquistare derivati per poter avere rinnovato il fido. Non si illudano: per me stare al Senato è stata una camicia di forza, ora riprenderò la mia battaglia con ulteriore vigore.<br />
Porci senza ali2012-11-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it656937<br />
"Ciao a tutti gli amici del Blog di Beppe Grillo e faccio un grande in bocca al lupo, io ritengo e penso che la forza del cambiamento sarà più forte delle resistenze di palazzo.
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Io sono Elio Lannutti, Presidente dalla Adusbef. Beppe Grillo ha fatto la prefazione a un mio libro: “La Repubblica della Banche”, ho partecipato al primo V Day, quello sul Parlamento pulito nella raccolta delle firme per raccogliere 350.000 mila firme che poi sono rimaste lettera morta. Beppe Grillo è venuto anche in <b>Commissione Affari Costituzionali</b> a presentare un sollecito a quella legge, ma non c’è stato nulla da fare.
<p>Sono senatore indipendente dell’Italia dei Valori e soprattutto ho partecipato, con Beppe Grillo a tantissime assemblee degli azionisti, dalla a Torino alla Telecom, a molte assemblee degli azionisti dove c’era anche l’azione di responsabilità verso il tronchetto dell’infelicità, come lo aveva ribattezzato Beppe Grillo, che era Marco Tronchetti Provera.
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Questi fanno le cose contro Beppe Grillo, tra l’altro anche questo <b>aumento al 42,5%</b> è in funzione anti Grillo, uno non può fare una legge Anti Grillo! Uno fa la legge nell’interesse della governabilità, del Paese, non anti Grillo.
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La paura che io ho colto (poi nei resoconti le cose scomode vengono tolte), ho sentito con le mie orecchie, ero presente. Io non faccio parte della Commissione Affari Costituzionali, però ogni senatore può andare in tutte le commissioni, sono andato a ascoltare, e ci sono senatori che hanno detto una volta: “<i>Noi pensavamo di aumentare dal 4% al 5% la soglia per accedere al Parlamento, quando abbiamo iniziato questa legge per, diciamo, fare uno sbarramento anti Grillo</i>”, questo testualmente. “<i>Attualmente invece poiché l’area di voto di Grillo è intorno al 30% ci dobbiamo attrezzare per evitare quanto più possibile che Grillo possa andare al governo</i>”, perché se dovesse restare questa legge elettorale <b>il MoVimento 5 Stelle diventa il primo partito</b>, con il premio di maggioranza va al governo del Paese! Quindi questa è la situazione.
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Più volte in aula ho affermato che i Movimento 5 Stelle non rappresenta l’antipolitica, ma il bisogno di milioni di cittadini di liberare l’Italia da cricche, da faccendieri, da un ciarpame di lestofanti e affaristi, combriccole che hanno occupato le istituzioni e hanno prodotto uno dei più grandi debiti pubblici del mondo, quasi duemila miliardi di debito pubblico. Questa politica che ha portato il Paese sull’orlo del precipizio e della bancarotta, al punto da avere avuto bisogno di un commissario, di un tecnocrate, che risponde al nome di Monti, un commissario scelto dalle tecnocrazie, da Goldman Sachs, nel gruppo Bildeberg, per commissariare l’Italia e cedere quella residua sovranità.
<p>Voglio ricordare che la sovranità in Italia, lo prevede la Costituzione, appartiene al popolo, invece noi la cediamo ai tecnocrati, agli oligarchi, ai cleptocrati europei e i cittadini restano in balia di se stessi, i giovani non trovano lavoro, abbiamo una disoccupazione che è la più elevata, soprattutto a livello giovanile, abbiamo un Paese allo sbando e come si può fare per rimediare? Solo dal basso, solo dai cittadini che si organizzano, perché la gente non crede più ai ladri, ai mariuoli, ai faccendieri.
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Quello che è accaduto ieri è grave. Questa paura, questo terrore sacro per gente pulita, che vuole sostituire gli indagati, i condannati, i trafficanti da parte di chi viene qui semplicemente non per essere al servizio dei cittadini, ma di qualche cricca e combriccola, amicale. Mi auguro che il popolo saprà valutare anche quello che il Palazzo sta facendo. L’Italia dei Valori si è opposta, e anche il Partito Democratico non era d’accordo su questo sbarramento al 42 e mezzo per cento. C’è una ricostruzione molto interessante che ha fatto Repubblica e che chiama in causa anche il Presidente della Repubblica, fa insinuazioni, io però queste cose non sono in grado di confermarle.
<p>Probabilmente non era d’accordo (il PD) perché aveva fatto degli accordi in precedenza con <b>Casini</b> e con il Popolo della Libertà e questo accordo non è stato mantenuto, perché è rientrata in gioco la Lega e hanno la maggioranza in commissione, con l’UDC , e quindi si sono approvati un “<i>porcellinum</i>”: il 42,5 %, ma chi ci arriva per avere il premio? Oggi nell’attuale “<i>porcellum</i>” se una coalizione prende il trenta per cento, e potrebbe essere anche il MoVimento di Beppe Grillo, con la attuale legge, prende il premio di maggioranza e governa il Paese! Con questa riforma invece bisogna arrivare al 42,5 % per il premio di maggioranza e adesso stanno discutendo se dare un piccolo premio dal 7 al 10% al primo partito. Questa è la situazione.
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Si sono compattati, è rinata la maggioranza del porcellum, ossia UDC di Casini, che qui il capogruppo è D’Alia, Lega Nord rappresentata da <b>Calderoli</b>, autore della prima porcata e allora c’era Forza Italia e adesso è Popolo della Libertà, con l’aggiunta di Api, <b>Rutelli</b>, che ha proprio affermato, anche alla stampa, che bisogna fermare Beppe Grillo.
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C’è un clima di paura, terrore verso liste pulite, verso un Parlamento pulito! Verso la possibilità che come dice Beppe Grillo: "Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere !" non è solo un auspicio, ma sarà la realtà, quando si voterà a aprile. Io lo dico spesso ai miei colleghi, Beppe Grillo esoderà, per utilizzare il linguaggio della Fornero, l’80% dell’attuale Parlamento.
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Non è vero come dice Cesa, abbiamo messo una soglia alta perché la stessa Corte Costituzionale sta lavorando sul premio di maggioranza del Porcellum e non si può prendere un bonus del 25%. “<i>Un tetto va messo, è necessario</i>”, dice Cesa.
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A me non risulta che la Corte Costituzionale abbia messo alcuna soglia. <b>Monti</b> sprona i partiti all’intesa, dice “<i>Non costringetemi a intervenire, perché potrebbe essere tecnicamente possibile una nostra iniziativa, ma politicamente non è auspicabile</i>”.
<p> Qui o si vuole eliminare i nominati in Parlamento, quindi il porcellum, o fare una riforma a uso e consumo dell’attuale potere politico, dell’attuale <b>casta politica</b>.
<p>Io non so se Monti vorrà intervenire, ma in quel caso non dovrebbe farlo per ricostituire quella alleanza che c’era e che ha fatto il porcellum, ma invece per offrire anche alle nuove forze che non sono mai state presenti in Parlamento stesse possibilità e opportunità". <br />
Vito Riggio all'Autorità dei trasporti? - Interrogazione2012-09-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650501<br />
L'Autorità dei trasporti, organismo indipendente previsto dal decreto "Cresci Italia", è bloccato dai veti incrociati dei partiti. Secondo fonti bene informate, ad assumerne la presidenza potrebbe essere il presidente dell'Enac Vito Riggio, il cui nome compare nella lista Anemone.
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Riporto qui di seguito l'interrogazione parlamentare che ho rivolto al Ministro dello Sviluppo economico circa lo "stallo" che blocca l'avvio operativo dell'Autorità dei trasporti, l'organismo indipendente di regolazione settoriale istituito dal "cresci Italia" del gennaio scorso.<br />
Uno stallo che sembra legato ai veti incrociati dei due maggiori partiti sui nomi dei membri e sulla nomina del Presidente.<br />
Carica, quest'ultima, che secondo fonti bene informate potrebbe toccare al presidente dell'Enac Vito Riggio.
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Autorità per i Trasporti-ventilata nomina Vito Riggio
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Mostra rif. normativi
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Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 2-00523
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Atto n. 2-00523<br />
Pubblicato il 19 settembre 2012, nella seduta n. 797
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LANNUTTI - Al Ministro dello sviluppo economico.
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<b>Premesso che:</b>
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si legge su "<i>trasportoeuropa.it</i>": «La nuova Autorità per i Trasporti nata lo scorso gennaio grazie al decreto Cresci Italia, è ancora completamente inattiva, perché manca l'approvazione dei suoi membri da parte del Parlamento. (...) La situazione di stallo dell'Autorità sui Trasporti, che dallo scorso gennaio (...) non ha compiuto ancora alcuna azione concreta» risiederebbe «nei veti incrociati tra i partiti sui tre nomi al vertice dell'Autorità, designati all'inizio di giugno dal Consiglio dei Ministri (il presidente Mario Sebastiani ed i membri Barbara Marinali e Pasquale De Lise). Ma per entrare formalmente in carica, la loro nomina deve essere approvata dal Parlamento, che finora non è avvenuta perché, (...) non ci sarebbe l'accordo tra i principali partiti sul nome del presidente e di uno dei membri»;
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in un articolo pubblicato su la "<i>Voce.info</i>" del 14 settembre 2012, dal titolo "L'Autorità che non decolla", Piero Rubino spiega le ragioni dell'impasse: «La neonata e lungamente attesa Autorità dei trasporti non può iniziare il proprio lavoro perché i membri designati dal Governo non hanno ancora ottenuto il gradimento del Parlamento. La causa sono i veti incrociati espressi dai gruppi maggiori su due dei tre nomi. Si rischia così di pregiudicare una scelta che avrebbe dovuto scuotere dal torpore un settore infrastrutturale cruciale. Forse il presidente del Consiglio dovrebbe adottare anche in questo caso il "metodo Rai", opponendosi alle pressioni dei partiti e facendo prevalere il bene comune. Nell'interesse primario degli utenti.
<p>In recenti seminari a porte chiuse e in convegni pubblici, il Governo ha espresso la ferma intenzione di animare la "ripresa autunnale" con interventi volti a favorire la crescita e il riequilibro strutturale dell'economia italiana. Potrebbe dare un immediato ancorché circoscritto segnale di vitalità: agire per superare lo "stallo" che blocca l'avvio operativo dell'Autorità dei trasporti, l'organismo indipendente di regolazione settoriale istituito dal "cresci Italia" del gennaio scorso. (...)
<p>L'Autorità dei trasporti è il tassello che manca per completare il quadro regolatorio delle public utilities tracciato nello scorcio degli anni Novanta con la nascita dei regolatori indipendenti dell'energia e delle telecomunicazioni e poi proseguito con la recentissima riforma delle competenze sui settori idrico e postale. Stenta ora a decollare a causa di un (...) gioco di veti incrociati sulle candidature proposte dal Governo emerso sotto traccia in Parlamento. Eppure, in molti avevano accolto la pur tardiva nascita dell'Autorità con misurata soddisfazione: ne avevano apprezzato la vastità delle competenze, che abbracciano tutti i modi di trasporto e permettono di tenere conto degli effetti di concorrenza e di complementarietà intermodale fra i diversi servizi; ma ne avevano rilevato pure i limiti di mandato (alcune "riserve indiane" non toccate, come le concessioni autostradali in essere) e di contesto (mancata soppressione di altri organismi, come l'Enac o il Nars).
<p>Lo stallo sull'Autorità dei trasporti è un problema serio, anche se ovviamente circoscritto rispetto ai macigni finanziari e fiscali che gravano sull'Italia, in quanto contraddice la volontà pro-concorrenziale più volte espressa dal Governo. (...)
<p>Ricapitoliamo per sommi capi le vicende recenti. Dopo lunghi tentennamenti e qualche colpo di scena dell'ultima ora, su proposta del ministro dello Sviluppo economico, il Consiglio dei ministri dell'8 giugno 2012 designa la terna dei componenti dell'Autorità dei trasporti, indicando Mario Sebastiani come presidente, Barbara Marinali e Pasquale De Lise come membri: si tratta di uno stimato economista dei trasporti, che unisce rigore analitico a pragmatismo; di una giovane esponente del ministero di settore, presso cui ha funzioni di Direttore generale; e di un giudice di lungo corso della magistratura amministrativa, reduce dal tentativo di assumere la direzione della neonata Agenzia per le infrastrutture stradali, naufragato per raggiunti limiti di età. Come previsto dalle norme, i componenti designati dal Governo devono essere ascoltati dalla Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei Deputati che, ai sensi della legge istitutiva delle autorità indipendenti (legge n. 481 del 1995, art. 2, comma 7), deve esprimere il gradimento sulle designazioni votando inizialmente (in "prima attuazione") a maggioranza qualificata dei due terzi.
<p>Dopo l'audizione emergono i veti incrociati dei due partiti maggiori su uno dei due membri e sul presidente designato. Interviene nel frattempo un' (...) interpretazione letterale della legge n. 481/95 da parte dell'ufficio di presidenza della Camera che ritiene la fase di "prima attuazione" esaurita con le vicende istitutive di Aeeg e di Agcom. Pertanto, la norma che abbassa alla maggioranza assoluta il quorum dei due terzi, decorsi trenta giorni dalla richiesta del parere di gradimento, non sarebbe più applicabile: visti gli equilibri parlamentari, i veti incrociati rischiano così di cristallizzare lo stallo sulla nomina del collegio.
<p>Infine, il 2 agosto viene pubblicato in Gazzetta ufficiale il Dpcm 11 maggio 2012 che situa a Roma la sede dell'Autorità. È una scelta che presenta alcune ombre (prossimità ai centri di influenza dei concessionari, forte dipendenza iniziale da risorse umane di provenienza ministeriale) e qualche (fioca) luce (facilità e rapidità di funzionamento operativo). In ogni caso, ha il merito di fissare un punto fermo nell'iter attuativo della riforma. <br />
I ritardi parlamentari nel varo dell'Autorità dei trasporti rischiano così di pregiudicare una scelta coraggiosa e lungamente attesa, compiuta dal Governo attuale per scuotere il torpore di un cruciale settore infrastrutturale, da più parti indicato come fattore di ritardo competitivo del Paese. (...)
<p> Il tema meriterebbe forse una maggiore attenzione da parte dei vertici del Governo, certamente preoccupati da questioni più urgenti. Finora si registra solo la promessa del sottosegretario Antonio Catricalà di risolvere lo stallo sull'Autorità "a settembre". Il quesito è però in che modo?<br />
In ambienti romani circolano ipotesi molto discutibili: designazione di nuova terna, che vedrebbe una composizione di profilo dichiaratamente "politico", fino a ipotizzare l'inclusione di esponenti delle Commissioni parlamentari incaricate di vigilare sulla qualità delle designazioni, circostanza che configurerebbe un preoccupante cortocircuito istituzionale. Non si intravede in Parlamento una via d'uscita praticabile. Sappiamo che le liberalizzazioni danno frutti a lungo termine, ma non vorremmo che si inverasse il famoso adagio di Keynes.
<p>Il silenzio assordante della stampa economica sulla vicenda suggerisce inoltre il sospetto non troppo malizioso che settori dell'establishment trasportistico (aziende incombenti, lobbisti istituzionali, fornitori dei quasi-monopsonisti, sindacati e altri) vogliano volgere il ritardo di sviluppo dell'Autorità in una morte in culla.
<p> Nel caso della Rai, Mario Monti è stato in grado di resistere alle pressioni dei partiti, tenendo il punto su un "marziano" come Anna Maria Tarantola. Ma in quel caso disponeva dell'arma totale: il commissariamento dell'azienda, che per l'Autorità dei trasporti non può brandire. Ci auguriamo che il presidente del Consiglio esprima comunque eguale determinazione anche in questo caso, opponendosi alle pressioni dei partiti e facendo prevalere il bene comune sulle pretese di parte.
<p>Gli utenti dei servizi di trasporto rappresentano oggi il lato debole del mercato: pochissima voice sulla qualità del servizio (si pensi al caso per molti versi drammatico del trasporto regionale su ferro), possibilità di exit spesso limitate all'opzione di mobilità privata. Proprio nell'interesse primario degli utenti è dunque indispensabile che la nuova Autorità veda rapidamente la luce: meglio se guidata da un collegio di elevata qualità e di sicura indipendenza»;
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<b>considerato che:</b>
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il sito "<i>Dagospia.com</i>", a giudizio dell'interpellante sempre bene informato, pubblica un articolo secondo il quale ci sarebbe un colpo di acceleratore per far decollare l'Autorità dei trasporti, l'organismo istituito nel gennaio scorso per regolare la concorrenza tra gli operatori del settore: «Il Governo -scrive tra l'altro il sito- si era impegnato per bocca di Tonino Catricalà a risolvere in tempi rapidi il nuovo assetto dell'Authority, ma il gioco dei veti incrociati ha bloccato la designazione. La materia è molto delicata e tocca interessi enormi, ma a frenare è stata soprattutto l'ipotesi che fra i tre componenti entrasse anche Pasqualino De Lise, il magistrato che ha attraversato la Prima e la Seconda Repubblica ricoprendo le più alte cariche della magistratura. Adesso l'ostacolo sembra superato perché lo stesso De Lise ha preso atto che a 75 anni è suonata anche per lui la fine della carriera nella Pubblica Amministrazione.
<p>Sgombrato il campo da questo nodo il Parlamento è chiamato ad esprimere il suo parere sui tre nomi che si battono per la presidenza: Maria Rita Lorenzetti, ex-presidente della Regione Umbria, Vito Riggio, al vertice dell'Enac dal 2003, e Mario Valducci, l'ex-manager bocconiano che presiede la Commissione Trasporti. La battaglia si stringerà tra gli ultimi due candidati che hanno un curriculum e un peso politico di gran lunga superiore alla Lorenzetti che dopo l'esperienza in Umbria si è seduta sulla poltrona di Italfer, una società delle Ferrovie dello Stato»;
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in un articolo pubblicato su "l'Unità" del 29 novembre 2010, dal titolo: "Chi è Vito Riggio, Enac, Enav, Lista Anemone- Storia di Riggio e dell'affitto che Enac paga a Propaganda Fide. Dal sistema gelatinoso emergono vicende esemplari. Come quella del presidente dell'ente dell'aviazione civile che versa circa 40 mila euro l'anno di pigione al Vaticano.
<p>E in cambio... - Il caso", si legge: «Funzionava così: io ti do l'appalto, tu o chi per te mi sistemate il figlio a lavorare e qualcun altro mi dà la casa. O mi paga l'affitto.
<p>Piccoli favori tra amici, così li ha definiti l'ex ministro Lunardi. Che non è il solo, tra i protagonisti della cricca, a stupirsi del fatto che i favori possano trasformarsi anche in corruzione. O, senza scomodare il codice penale, in comportamenti politicamente non corretti. Dopo quattro mesi di rivelazioni, e oltre due anni di indagini, sulla cricca è possibile avere alcune certezze: ha allungato i tentacoli sugli appalti di Stato e di Oltretevere, ha reclutato alti dirigenti in ogni settore della politica, della magistratura, persino negli organismi contabili e di garanzia e tra i vertici delle forze di sicurezza e dei servizi di intelligence.
<p>Il sistema gelatinoso è arrivato ovunque. Esistono alcune storie paradigmatiche. Vito Riggio, ad esempio, il potente presidente dell'Enac, l'ente nazionale dell'aviazione civile da cui dipendono vita e morte degli aereoporti ma anche delle tratte aeree delle compagnie e dei privati. I suoi contatti con la cricca sono antichi. (...) Solo contatti. Al momento non penalmente rilevanti. Riggio non è indagato e ha precisato che l'Enac non è stazione appaltante. È interessante però ricomporre i pezzi del puzzle messi a disposizione dalle carte dell'inchiesta.
<p> Vito Riggio, il cui nome è presente nella lista Anemone per alcuni lavori di ristrutturazione che al momento risultano non essere stati pagati, vive in affitto in una della case di Propaganda fide in via della Conciliazione 44. Nei giorni scorsi, dopo varie ed iniziali smentite, ha dovuto ammettere davanti al consiglio di amministrazione che la pigione ammonta a 38 mila e 400 euro pagati dall'Enac sulla base di un vecchio accordo. Anche il figlio Federico sembra aver beneficiato di qualche piccolo favore: ha abitato in via la spezia 127 in un appartamento ristrutturato da Anemone. Proprietario dell'immobile sarebbe il datore di lavoro del figlio, all'epoca Ecosfera che per l'appunto ha vinto l'appalto del global service all'Enac. E via di questo passo. Una lista di favori. Niente di più. Nulla di penalmente rilevante»;
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nell'estate del 2012 il fallimento di Wind Jet ha procurato danni enormi a migliaia di passeggeri costretti a bivaccare negli aeroporti italiani e stranieri ed a riacquistare un biglietto dalle altre compagnie per fare ritorno a casa oppure andare nei luoghi prescelti, per precise responsabilità dell'Enac, il cui presidente aveva affermato di conoscere da tempo la situazione finanziaria, ma non aveva fatto nulle per impedire che venissero venduti 300.000 biglietti ad altrettanti utenti-consumatori e famiglie, anche coi figli piccoli, sottoposti ad inenarrabili disagi;
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il 12 agosto 2012 il giornale "<i>Linkiesta</i>", in un articolo firmato da Marco Giovanniello dal titolo: "Scandalo WindJet: il Presidente di Enac Vito Riggio si deve dimettere", scrive: «L'aviazione italiana ha battuto un record mondiale con la chiusura di WindJet, è la prima volta che si mette a terra una linea aerea nel pieno della stagione più ricca, con tutti gli aerei pieni e tutti i biglietti venduti alle remunerative tariffe di alta stagione. Trecentomila passeggeri avevano regolarmente pagato il loro biglietto e dovranno ricomprarlo, sia pure a tariffe "agevolate", WindJet era da lungo tempo in un mare di debiti ed ENAC, secondo le norme europee, avrebbe dovuto impedirle da mesi di vendere biglietti, truffando in pratica i suoi clienti. ENAC ha mancato gravemente alla sua responsabilità nei confronti di chi vola, è vero che Pulvirenti gestiva la linea aerea peggio che se fosse una salumeria, non è stato in grado di esibire i certificati di manutenzione degli aerei in leasing, è vero che Alitalia ha lasciato intendere ai fornitori e a ENAC stesso che l'accordo fosse cosa fatta e mi sembra inimmaginabile che in tanti mesi non avesse già ispezionato i conti e i certificati di manutenzione, ma garantire i passeggeri contro comportamenti illegali o borderline era preciso compito di ENAC, il cui Presidente Vito Riggio si è occupato solo del miserabile Risiko delle nostre acciaccate compagnie aeree, pur con tutte le nobili intenzioni di salvare posti di lavoro, l'italianità eccetera. A WindJet, già con un piede e mezzo nella fossa, è stato consentito di vendere nuovi biglietti e truffare i passeggeri fino a qualche giorno fa e ora, è incredibile, invece di toglierle la licenza ENAC la fa sospendere per sei mesi, sperando in chissà quale intervento divino che possa resuscitare un cadavere.
<p>Pochi sanno che ENAC fece attendere più di un anno Lufthansa Italia prima di concederle la licenza, ad una delle migliori linee aeree del mondo furono imposte mille e mille vessazioni, dovette dimostrare di saper tecnicamente far volare degli aerei, da zero, facendole perdere un sacco di soldi. Nello stesso modo ENAC non concesse mai a Lufthansa una rotta da Milano a destinazioni extra UE, finché i Tedeschi capirono di essere sgraditi e tornarono a casa con i propri aerei e ora, invece di servire il traffico italiano dall'Italia con dipendenti italiani, lo fanno tenendo ricchezza in Germania.
<p> Così si distrusse, probabilmente per sempre, l'ultima possibilità che Malpensa tornasse hub e generasse decine di migliaia di posti di lavoro. L'allegra gestione delle licenze, per favorire gli amici e distruggere i nemici, è uno scandalo da anni, ma con WindJet si è passato definitivamente il segno e i vertici di ENAC si devono dimettere subito, a partire dal Presidente Vito Riggio. Se non lo fanno tocca al Ministro dei Trasporti Passera cacciarli su due piedi»;
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<b>considerato inoltre che, alla luce di quanto risulta dalle notizie di stampa:</b>
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Vito Riggio, di cui si ventila la nomina all'Autorità dei trasporti, sembrerebbe essere lo stesso Vito Riggio, il cui nome è presente nella lista Anemone per alcuni lavori di ristrutturazione che non risultavano pagati, e che ai tempi dello scandalo viveva in affitto in una della case di Propaganda Fide in via della Conciliazione 44, la cui pigione ammontava a 38.400 euro pagati dall'Enac sulla base di un vecchio accordo;
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Riggio sembrerebbe essere lo stesso il cui figlio, Federico, avrebbe beneficiato di qualche favore, con l'abitazione a Roma, in Via la Spezia 127, un appartamento ristrutturato da Anemone e con il proprietario dell'immobile datore di lavoro del figlio, all'epoca Ecosfera, che aveva vinto l'appalto del global service all'Enac;
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l'Enac sembrerebbe aver praticato una disinvolta gestione delle licenze, per favorire gli amici e distruggere i nemici, scandalo che con WindJet ha toccato il culmine, con 300.000 passeggeri lasciati alla mercè dei disservizi proprio ad agosto, mese molto sensibile per l'efficienza del trasporto aereo,
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s<b>i chiede di sapere:</b>
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se risulti rispondente al vero che Enac fece attendere più di un anno Lufthansa Italia prima di concederle la licenza, e non ha mai concesso alla stessa Lufthansa una rotta da Milano verso destinazioni extra Unione europea, finché la compagnia capì di essere sgradita e tornò a casa con i propri aerei e ora, invece di servire il traffico italiano dall'Italia con dipendenti italiani, lo fa accumulando ricchezza in Germania, probabilmente per sempre; in tal modo l'Enac si giocò l'ultima possibilità che Malpensa tornasse hub e generasse decine di migliaia di posti di lavoro;
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se il Governo ritenga opportuno escludere nelle nomine pubbliche personaggi che hanno accumulato nel loro agire amministrativo una evidente lesione dei diritti dei consumatori ed utenti, e che risultano coinvolti in scandali come quelli del G8 Balducci-Anemone;
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quali misure urgenti il Governo intenda attivare per promuovere una disciplina normativa che favorisca, nell'ambito della pubblica amministrazione, l'individuazione di personalità specchiate nelle società pubbliche, anche al fine di restituire la credibilità ad un'azione politica inficiata da scandali, ruberie, clientele, profitti privati a danno della collettività e dell'interesse generale del Paese;
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quali siano le ragioni che impediscono al Governo di designare i componenti, scelti con criteri di competenza, comprovata onestà e professionalità, per far funzionare l'Autorità dei trasporti. <br />
«Un nuovo ordine europeo?» - INTERVISTA2012-09-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it649195<br />
Il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) è stato approvato dal Parlamento il 19 luglio scorso. Pochi sanno cosa sia e quali ricadute abbia sui cittadini dei Paesi che lo hanno sottoscritto. Il MES è una sorta di mostro europeo con poteri incontrollati e quasi illimitati leggendo il suo statuto...
<p><b>Perché si è sentita l'esigenza di creare ex novo un istituto come il Meccanismo Europeo di Stabilità?</b>
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«Con il cosiddetto Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), si crea una sorta di mostro giuridico, un mostro di LochMES come l'ho ribattezzato, in cui tecnocrati, oligarchi, cleptocrati possono agire senza rispondere ad alcuno del proprio operato. L'Italia, in 5 anni, dovrà versare a questo meccanismo 125,4 miliardi di Euro (25 miliardi l'anno), mediante emissione di nuovo debito pubblico, e poi questi signori, che godono di ampie immunità, non pagheranno le tasse, faranno tutto quello che vogliono, decideranno se e a quali condizioni, e anche a quali tassi di interesse, prestare i soldi. Ciò significa che il popolo, cioè noi, abbiamo perso la sovranità popolare, che adesso appartiene agli oligarchi, ai tecnocrati i quali, nel caso in cui ci dovessero servire i soldi, potranno dire: vi posso dare i prestiti a questi tassi di interesse e però in cambio, voi dovete tagliare ancora di più le pensioni, dovete finire di azzerare i diritti che sono frutto di conquiste, di sudore e sangue dei lavoratori e di dure battaglie sociali. Questo è il mostro di LochMES».
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<b>Nello Statuto del MES, si legge che i membri e i loro atti sono coperti dall'immunità da ogni forma di giurisdizione. Perché conferire loro questi "superpoteri"? Con quale mandato agiscono?</b>
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«E' semplice: vogliono l'immunità perché se si comportano come nell'antichità si comportarono i principi e i despoti, non vogliono avere rivalse, non vogliono finire sotto processo, è questa la ragione! Dunque, è un grave errore aver accettato lo Statuto del MES da parte di queste morenti democrazie europee, perché quando si delegano alla Bce prima, al MES poi, poteri che attengono al popolo, ai cittadini, a quelli che sono stati rapinati in questi anni di diritti e spesso anche di dignità, vuol dire che non c'è più la democrazia in Europa».
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<b>Quali implicazioni avrà il Mes sulla vita dei cittadini europei?</b>
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Premetto che non condivido le politiche allegre fatte in questi anni, e che hanno cagionato, come nel caso dell'Italia, l'accumulo di un enorme debito pubblico. Ciò detto, ci basta guardare quello che sta succedendo in Grecia dopo l'intervento della cosiddetta Troika, Fmi, Bce e Commissione europea: anche i magistrati stanno scioperando, perché si stanno dimezzando le pensioni, stanno venendo meno tutti i diritti, tutte le conquiste del '900 ottenute con le lotte e il sangue dei lavoratori. Ecco quello che succederà: una ristretta cerchia deciderà per tutti i cittadini, un governo delle élite che potrà dire: non mi basta quello che stai facendo, se ti devo dare il prestito e ti devo salvare, devi demolire quel che resta dei diritti e dello Stato sociale.<br />
Io ho speso una vita per denunciare le malefatte delle banche, della finanza, per inchiodare alle loro responsabilità le agenzie di rating (adesso oggetto delle indagini rigorose della procura di Trani) le quali hanno procurato un danno quantificato dalla Corte dei Conti in 120 miliardi. Persino il dipartimento della giustizia americana, che inizialmente non voleva collaborare con Trani, ha chiesto e acquisito gli atti dell'inchiesta, le intercettazioni telefoniche che inchioderanno queste agenzie. <br />
La gente deve capire che c'è una cricca fatta di queste agenzie di rating, di banche d'affari come Goldman Sachs, di fondi comuni come Black Rock che gestiscono 3500 miliardi, che decide le sorti del mondo. E' da loro che dobbiamo imparare a difenderci, contro cui dobbiamo lottare come fanno i ragazzi di Occupy Wall Street, che per fortuna in America si costituiranno in movimento politico e probabilmente andranno alle elezioni, che sono l'unico modo per cambiare le cose.<br />
In Italia, ormai, c'è solo la parvenza della democrazia, di fatto siamo stati commissariati e <a href="http://www.cadoinpiedi.it/2012/07/13/il_mes_un_mostro_che_favorisce_tecnocrati_e_banchieri.html">siamo in mano ai moderni dittatori</a>, quelli che speculano ogni giorno con 700 mila miliardi di dollari di derivati, contro un Pil che misura la fatica degli uomini da 60 mila miliardi e mediante meccanismi ad alta frequenza come <a href="http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2012/04/20/news/macchine_superveloci_contro_esseri_umani_ecco_a_voi_il_mercato_iniquo_e_asimmetrico-33524846/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2F2012%2F04%2F20%2Fnews%2Fhft_le_mani_sulla_borsa-33274887%2F">HFT (HIgh Frequency Trading)</a> e decidono come speculare, dove indirizzare quelle immani masse monetarie, quali Paesi premiare e quali salvare.
Dobbiamo conoscere, lottare per cercare di salvare l'Europa e il futuro dei nostri figli.
<br />«Il governo tutela solo le banche» - INTERVISTA2012-05-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it627109<br />
Il Governo non parla. Il sottosegretario Gianfranco Polillo ammette: «Sull’argomento Equitalia preferiamo tacere». Eppure, Equitalia sta diventando un problema sociale. Elio Lannutti, senatore Idv e presidente dell’Adusbef, scuote la testa sconsolato davanti alle notizie che arrivano da Bergamo: «Il governo non parla perché Equitalia è un nervo scoperto; non vogliono togliere ad Equitalia i poteri speciali che gli ha dato Tremonti e che non hanno neppure i magistrati che sono organi costituzionali. Il dramma è che il governo è complice di questa deriva e nulla fa presagire che possa andare meglio...».
<p><b>Che impressione si è fatto della volontà del governo di venire incontro ai cittadini limitando il raggio d’azione di Equitalia?</b>
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«Pessima. D’altra parte, quando si vede il governo che vuol favorire le banche con il tentativo di depenalizzare la frode fiscale, come si legge all’articolo 9 della delega fiscale, un reato che la Cassazione, nella sentenza «Dolce e Gabbana» ha classificato come odioso da combattere, allora si capisce che esiste una giustizia fiscale a due velocità: da una parte le banche, che il governo tutela, dall’altra i cittadini, che il governo spreme fino al midollo. Noi faremo barricate per i cittadini».
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<b>Avete tentato, in Senato, di costringere il governo a rivedere le norme che danno a Equitalia il potere di mettere ipoteche sulla prima casa?</b>
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«Senza nessun risultato. Così come abbiamo tentato di mandare avanti la proposta di far cancellare, in autotutela, le cartelle pazze, ma a dirci che lo Stato non si voleva prendere carico di annullare gli errori commessi dalle Entrate è stato il sottosegretario Vieri Ceriani, che viene dalla Banca D’Italia. Il meccanismo infernale ormai è complicatissimo da fermare».
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<b>Avevate anche proposto una moratoria per consentire a chi aveva debiti di riprendere fiato...</b>
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«Vista la situazione che sta assumendo i risvolti di un’emergenza nazionale, la questione della moratoria andrebbe rispolverata, così come bisogna poter compensare i crediti verso lo Stato, come ha proposto il Pdl per gli imprenditori. Certo, sui pignoramenti ci batteremo strenuamente; l’anno scorso sono stati pignorati 50mila appartamenti, è sparita una città come Monza, mentre il governo si autocommissaria con uno come Bondi, che per risanare Parmalat ha preso 38 milioni di euro e poi l’ha regalata ai francesi. È un governo che vive scollato dalla realtà».
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Le banche istigano al suicidio 2012-04-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626611<br />
“Una delle procure ha già affidato le deleghe per l’inizio delle indagini alla guardia di finanza”.
<p>Le banche istigano al suicidio. E' questa una delle accuse mosse da Adusbef in un esposto inviato alle maggiori procure italiane. Oltre all’istigazione al suicidio, sono ipotizzati altri reati: truffa, peculato, abuso d’ufficio e appropriazione indebita.
<p>L’accusa parte dalle due operazioni di Ltro. Cioè dai finanziamenti concessi dalla Bce a un tasso agevolato dell'1%. L'iniziativa ha permesso agli istituti italiani di incamerare 251 miliardi di euro. Una iniezione di liquidità che, secondo Adusbef, gli istituti hanno tenuto per sé.
<p> “Quel finanziamento – <b>afferma Lannutti</b> – doveva servire a immettere nuova liquidità sul mercato e aumentare la disponibilità di credito verso le aziende. E invece è stato usato per pagare i bonus dei manager o per ripianare i bilanci delle banche. Mentre la crisi ha portato una catena di fallimenti, licenziamenti e suicidi”. La nostra è una campagna contro le banche e i banchieri, che ormai si credono padroni del mondo e hanno potere di vita o di morte sui governi”.
<p> Il tono dell’esposto presentato da Abusbef è duro quanto le parole del suo presidente: “Siamo dinanzi ad un modus operandi – si legge nel testo della denuncia - che se da un lato integra l’ipotesi di una vera e propria truffa, dall’altra apre le porte ad ipotesi delittuose vicine alla distrazione di denaro pubblico per fini privatistici e riservato ai compari di merende” .<br />
Vergogna lo stop Imu per le Fondazioni bancarie2012-04-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626463<br />
"Per il Governo sono associazioni benefiche".
<p>Le commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno bocciato un emendamento al decreto legge sulle semplificazioni fiscali, presentato dall'Idv, che stabiliva il pagamento dell'Imu per le Fondazioni di origine bancaria. Lo ha riferito il senatore dell'Idv, Elio Lannutti, firmatario dell'emendamento, sottolineando che "il Governo aveva dato parere contrario sostenendo che le banche e le loro Fondazioni sono associazioni benefiche.
<p>E' una vergogna perchè si fa pagare l'Imu sulle macerie, ovvero sulle case inagibili, sui pagliai e allo stesso tempo il Governo dei banchieri dimostra di essere prono agli interessi degli stessi banchieri".<br />
«Lo Stato vuole il nostro sangue. Moratoria per chi è sul lastrico» - INTERVISTA2012-03-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626376<br />
Elio Lannutti, presidente dell`Adusbef e senatore dell`Italia dei Valori, ieri mattina ha sbattuto i pugni sul tavolo, pronunciando anche parole forti, non appena la sua segreteria lo ha avvertito che a Bologna un artigiano si era dato fuoco per non essere riuscito a far fronte a un debito con il fisco. Lannutti da anni è in prima linea nella difesa dei consumatori e ha fatto della battaglia contro Equitalia un punto d`onore del suo mandato parlamentare.
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«Mi metterei a piangere dalla rabbia - ci dice al telefono con la voce ancora incrinata dall`emozione - perché questo Governo che pensa che il Paese non sia all`altezza della sua caratura, non sta facendo nulla e mostra la più spietata insensibilità di fronte ai reiterati tentativi, miei e di altri senatori, di dare il via ad una moratoria per quelli che non riescono a pagare i debiti con il Fisco. C`abbiamo provato più volte, nel decreto semplificazioni, ma il sottosegretario Vieri Ceriani ha bocciato sempre tutto a nome del Governo...»
<p> <b>Intanto la pressione fiscale aumenta..</b>
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«Va sempre peggio. Al Governo, però, non importa assolutamente nulla, sembrano scollati completamente dal Paese reale, a loro non interessa niente se uno arriva, come a Bologna a fare gesti estremi. Casomai perché Equitalia gli ha tolto la possibilità di accesso al credito o gli ha messo sotto fermo amministrativo i mezzi di lavoro. Ma mi spiegate come fa un libero professionista a cui viene tolta la possibilità di lavorare a rifondere un debito? Questo Governo si inginocchia solo al volere delle banche dalle quali, per altro, non riesce neppure ad ottenere l`annullamento delle commissioni dopo avergli regalato 15 milioni di nuovi correntisti, ossia i pensionati italiani. Lo trovo scandaloso».
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<b>Monti, però, qualcosa ha fatto, ha concesso la rateizzazione del debito e tolto la possibilità di inserire ipoteche fino a 20mila euro...</b>
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«Non è sufficiente. Quello che ci vuole è una moratoria di un anno per chi è sul lastrico e non è in grado di pagare; non ci sono altri metodi. Il Fisco vuole il sangue e per ottenerlo usa metodi che non esito a definire delinquenziali, perché metterti un`ipoteca sulla casa senza avvertirti o sequestrarti il trattore se fai l`agricoltore non può essere definito diversamente. Questi sono i modi classici con cui si uccide la ripresa economica, con una miopia enorme rispetto a quello che invece sarebbe necessario per far ripartire il Paese. Ma a Monti interessano solo le banche...».
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<b>Che, per altro, se sei moroso con il fisco ti chiudono il credito.</b>
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«Certo. E dobbiamo pensare che le banche di cui parliamo hanno recentemente ottenuto dalla Bce 251 miliardi ad un tasso dell`1 per cento e non hanno pensato neanche un minuto a rimettere sul mercato questo denaro attraverso agevolazioni del credito a imprese e famiglie per consentirgli di tirare il fiato. Niente. E poi dobbiamo vedere consumarsi tragedie come quella di Bologna perché qualcuno non ce l`ha fatta più. Sono riusciti solo ad aumentare la pressione fiscale, ma non hanno mai dato nulla in cambio. Monti ha commissariato l`Italia e se continua così, assisteremo ad altre tragedie come quella di Bologna. Nella sovrana indifferenza del premier e dei suoi ministri, che pensano che il Paese non sia alla loro altezza...».<br />
Senato | Seduta n. 686 | Agenzie di rating2012-03-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626066<br />
Le valutazioni scorrette, i giudizi inaffidabili, i conflitti di interesse delle agenzie di rating hanno alimentato la speculazione finanziaria, determinando una crisi sistemica che ha finito per mettere a repentaglio la solidità dell'euro. La magistratura italiana ha aperto un'inchiesta su due agenzie di rating accusate di aver manipolato il mercato con giudizi falsi che hanno danneggiato il sistema economico.
<p> Servono norme stringenti per regolamentare il mercato, ora nelle mani di una ristretta oligarchia finanziaria che decide i destini del mondo. Le mozioni impegnano quindi il Governo ad adoperarsi in sede europea per smantellare l'oligopolio di Moody's, Standard & Poor's e Fitch, attraverso la costituzione di un'agenzia pubblica europea analoga a quella istituita in Cina, il sostegno alla riforma del rating cui sta lavorando il Parlamento europeo e la soppressione degli automatismi che vincolano operazioni di mercato al rating delle agenzie, anche quando esso sia ingiustificatamente negativo.<br />
Enel green power. Lannutti: governo vigili su un collocamento con troppe ombre 2010-10-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547264“Il governo vigili sul collocamento di Enel Green Power, un’operazione con poche luci e tante ombre. Si deve assolutamente evitare che i risparmiatori, attratti dalle promesse dei rendimenti fino al 6% su base annua, possano essere indotti ad impiegare i propri risparmi per pagare i debiti di Enel”. E’ quanto chiede il senatore Elio Lannutti, capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Finanze, che sulla vicenda ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Economia. Per l’esponente IdV “è necessario rendere note e più visibili per i risparmiatori le insidie che si nascondono nell’investimento e che sono ben celate nelle oltre 700 pagine del prospetto informativo. Enel chiede i soldi ai piccoli risparmiatori, allettandoli con promesse di rendimento pari ad un tasso del 6% annuo, per ridurre il debito che ha con le banche. Tra l’altro nel prospetto, che nessun piccolo investitore comprenderà per il linguaggio criptico e tecnico in cui è scritto, sono ben mimetizzati i conflitti d’interesse del presidente di Enel, Pietro Gnudi, che siede anche nel Cda di Unicredit, e dell’ad della società, Fulvio Conti, che è pure consigliere di Barclays. Tali condotte rappresentano una artato aggiramento dell’art. 2359-bis del codice civile, che vieta la sottoscrizione di azioni o quote della controllante. L’Italia dei Valori – conclude Lannutti – continuerà a vigilare per prevenire fenomeni di risparmio tradito e di possibili frodi ai danni dei risparmiatori”Senza limiti arroganza ambientalisti pentiti | I comunicati dell'Italia dei Valori2010-05-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it500098"L'arroganza e la violenza, per fortuna solo verbale, degli ambientalisti pentiti è senza limiti". Lo dice il senatore Elio Lannutti che oggi ha presentato un'interrogazione sulle minacce che ieri il presidente dell'Enel, Chicco Testa ha rivolto a Mario Tozzi, noto geologo e giornalista, durante la trasmissione 'Cominciamo bene'.
"Chicco Testa, ex ambientalista convertito sulla via di Damasco dalla grande finanza internazionale, prosegue Lannutti - non si deve solo scusare, ma si dovrebbe cospargere il capo di cenere, anche per la sua presidenza non proprio brillante ad un monopolio come l'Enel che ha vessato gli italiani con bollette altissime a causa proprio dei costi del nucleare".
"Tra l'altro oggi Testa si scusa non con il diretto interessato, ma solo perché da ieri la notizia rimbalza sul web e sui media. Solo chi è a corto di argomenti può abbassarsi a certe intimidazioni. Da questo episodio due cose emergono certamente: la prima è che la campagna pubblicitaria voluta da Berlusconi per convincere gli italiani ad accettare le centrali è iniziata proprio male; la seconda è che Chicco Testa, come il Governo, continua ad evadere la domanda che si fanno tutti gli italiani e cioè dove stoccare le scorie radioattive".Interrogazioni sui fondi destinati all'editoria per ipovedenti e non vedenti2010-01-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it499832<br />
Signora Presidente, ringrazio anch'io il Sottosegretario, onorevole Giro, e mi dispiace di non poter essere soddisfatto della sua risposta. È nota a tutti la grave questione degli ipovedenti e dei non vedenti. Voglio ricordare alcune cifre in quest'Aula e sottolineare che nella XIII legislatura sono stati presentati alcuni disegni di legge per cercare di dare un aiuto a queste persone sfortunate. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, le persone non vedenti sono aumentate in Italia del 30 per cento in 20 anni. Quindi, da 4,3 ogni 1.000 abitanti si è passati al 6,2 per mille attuale (e purtroppo vi sono anche molti bambini).
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Orbene, in presenza di finanziamenti (voglio ricordare i 2.750.000 euro), di progetti e di nuove tecnologie per aiutare le persone più sfortunate ad essere meno sole, la burocrazia ministeriale, come ci ha detto il Sottosegretario, si è riunita dopo due anni ed è stato necessario integrarla perché vi sono state alcune dimissioni. Non ci è stato detto però quanti di questi 13 progetti sono stati finanziati ed a che punto sono. Soprattutto mi sarei aspettato dalla sensibilità del Sottosegretario anche una previsione sul futuro, per porre in essere un aiuto tangibile a queste persone sfortunate.
<p>Tra l'altro, è stato anche ricordato che la legge sul diritto di autore consente ai non vedenti di sottoporre a scansione un libro per ottenerne il file, ma non permette loro di scambiare quel file con altri disabili.
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Non la faccio lunga e, se il Governo mi permette, chiudo con un appello: ognuno di noi deve sforzarsi di più per cercare di lenire le sofferenze di queste persone, che già sono sfortunate; per cercare di aiutarle, insieme alle loro famiglie, a superare situazioni di grave disagio.<br />
Atto Senato n. 1397 sulla legge di contabilità e finanza pubblica2009-06-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it499833<br />
Signor Presidente, intervengo brevemente per illustrare l'emendamento 13.2, il quale afferma: «L'accesso diretto alla banca dati di cui al comma 1 è garantito ai Servizi del bilancio del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, alla Banca d'Italia, all'ISAE, alla Corte dei conti e ai Consigli regionali».
<p>Stiamo discutendo la legge di contabilità e finanza pubblica - ed abbiamo ascoltato in quest'Aula anche alcune lezioni per quanto riguarda la pubblica finanza - e stiamo approvando questa legge anche per ridurre il peso dello Stato ed ampliare le libertà delle aziende e dei cittadini alla libera intrapresa. Questi sarebbero i princìpi delle economie e dei Governi cosiddetti liberali. Peccato, signor Presidente e colleghi, che tali princìpi spesso vengano calpestati. <br />
Come si concilia infatti la libertà d'impresa con il comma 79 dell'articolo 2 della finanziaria che per un periodo di dodici mesi dall'entrata in vigore della legge blocca tutte le azioni esecutive nei confronti delle aziende sanitarie locali da parte dei fornitori? <br />
Mi riferisco a 18.000 aziende, spesso alla canna del gas per la crisi economica, che vantano crediti per 49 miliardi euro. Una norma europea recepita nella legge n. 23 del 2002 prevede i pagamenti entro 30 giorni; la media invece delle fatture commerciali da parte di ASL e aziende ospedaliere è di circa 250 giorni.
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Signor Presidente, signor vice ministro Vegas, lei ha richiamato poco fa Giovanni Senza Terra e - se non ricordo male - anche la Guerra dei trent'anni: non vorrei che questi emendamenti presentati portino ai pagamenti di 30 anni da parte della pubblica amministrazione; me lo consenta, perché voi parlate di liberalismo e poi eseguite norme contro il diritto liberale. <br />