Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Umberto VERONESIhttps://www.openpolis.it/2011-03-08T00:00:00ZHo fatto il testamento biologico2011-03-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558954<br />
Io ho fatto il testamento biologico qualche anno fa, e per tre motivi.
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Per riaffermare le mie convinzioni sulla libertà di disporre della propria vita. <br />
Per l’amore profondo verso i miei familiari, che non voglio siano mai straziati dal dubbio sul che fare della mia esistenza. <br />
Per il rispetto verso i medici che si prenderanno cura di me. Ho voluto anche renderlo pubblico: «Io sottoscritto Umberto Veronesi, ..., nel pieno delle mie facoltà mentali e in totale libertà di scelta, dispongo quanto segue: in caso di malattia o lesione traumatica cerebrale irreversibile e invalidante chiedo di non essere sottoposto ad alcun trattamento terapeutico o di sostegno (nutrizione e idratazione)... Queste mie volontà dovranno essere assolutamente rispettate dai medici che si prenderanno cura di me...».
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Considero il testamento biologico l’atteggiamento più corretto soprattutto verso i medici curanti, cioè verso chi si troverà, concretamente, ad avere la responsabilità terapeutica di un individuo non più consapevole. Nel febbraio 2009 il giurista Stefano Rodotà, argomentando intorno al caso di Eluana Englaro, ha scritto: «Proprio nell’art. 32 il tema della costituzionalità della persona si manifesta con particolare intensità.
<p> Dopo aver considerato la salute come diritto fondamentale dell’individuo, si prevede che i trattamenti obbligatori possono essere previsti solo dalla legge, e tuttavia “in nessun caso” possono violare il limite imposto dal “rispetto della persona umana”. <br />
E’, questa, una delle dichiarazioni più forti della nostra Costituzione, poiché pone al legislatore un limite invalicabile, più incisivo ancora di quello previsto dall’articolo 13 per la libertà personale, che ammette limitazioni sulla base della legge e con provvedimento motivato del giudice. Nell’articolo 32 si va oltre. Quando si giunge al nucleo duro dell’esistenza, della necessità di rispettare la persona umana in quanto tale, siamo di fronte all’indicibile. Nessuna volontà esterna, fosse pure coralmente espressa da tutti i cittadini o da un parlamento unanime, può prendere il posto di quella dell’interessato. Siamo di fronte a una sorta di nuova dichiarazione di Habeas corpus, a un’autolimitazione del potere».
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Il testamento biologico, che certifica la volontà dell’interessato, è quindi lo strumento più adatto a far sì che nessuna volontà esterna possa prevalere. <br />
A questo principio si ispirò nel 1997 la Convenzione di Oviedo sui diritti dell’uomo e la biomedicina, il cui articolo 9 prevede che vengano tenuti in considerazione «i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell’intervento, non è in grado di esprimere la sua volontà».
<p>Per quanto riguarda il nostro Paese, il 18 dicembre 2003 il Comitato nazionale per la bioetica approvò un documento in cui si auspicava un intervento del legislatore volto a obbligare il medico a prendere in esame le dichiarazioni anticipate di volontà e a motivare ogni diversa decisione in cartella clinica. <br />
Purtroppo tutto si è fermato per il timore, da parte di chi è contrario all’eutanasia, che proprio il testamento biologico le aprisse un varco.
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Così nella primavera del 2010, mentre una perfetta operazione mediatica presentava con grande risalto l’entrata in vigore della legge che organizza e finanzia le cure palliative, alla Camera, dov’è in gestazione la legge sul testamento biologico, passava tra le proteste di pochi un emendamento che inficia gravemente il diritto all’autodeterminazione del paziente: alimentazione e idratazione artificiali non possono costituire oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento. Se dovessero risultare inutili o dannose, saranno i medici a decidere.
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Ma i cittadini italiani vogliono veramente affidare ai medici la decisione su come desiderano morire? Tramite la Fondazione Veronesi, all’inizio del 2007 volli affidare la risposta a un sondaggio, che è stato effettuato su un campione significativo di 4300 maggiorenni, e realizzato dall’Ispo, l’Istituto per gli studi sulla pubblica opinione. Prima di parlare degli altri aspetti emersi dalla ricerca, mi sembra fondamentale rispondere alla domanda più importante, che il legislatore non può far finta di ignorare: a chi spetta la decisione? Agli intervistati è stato sottoposto un quesito molto dettagliato: «Se una persona è affetta da una malattia o lesione cerebrale irreversibile che le impedisce di esprimere la sua volontà e la costringe alla dipendenza da macchine, a chi dovrebbe aspettare la decisione di non somministrare o eventualmente sospendere i trattamenti che la tengono artificialmente in vita?».
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Ecco le risposte: solo il 5% degli intervistati ha detto che la decisione spetta al medico che ha in cura il paziente (in ospedale, in reparto di rianimazione, a casa), mentre il 50% ha risposto che la decisione spetta al paziente che ha espresso la proprio volontà in merito quando ancora era in piena lucidità mentale. Questa risposta è stata data dalla metà di coloro che si erano posti il problema e dal 40% di coloro che non se l’erano mai posto. Questa risposta mi sembra assolutamente illuminante e nettamente prevalente rispetto alle altre, che comunque riporto: il 20% ha risposto che la decisione spetta a un familiare (coniuge/genitore/figli o altri parenti), il 20% che la decisione non spetta a nessuno perché «la vita è un dono e bisogna fare di tutto per tutelarla», un altro 5% affida la decisione «a una commissione etica di esperti», e un residuo 1% «a un giudice/magistrato».
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<i><b>Il brano pubblicato è tratto dal libro di Veronesi «Il diritto di non soffrire»</b></i> <br />
«Scorie nucleari? Nessun rischio. Le terrei a casa»2010-12-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548514<br />
«Potrei tranquillamente dormire in casa con le scorie radioattive».
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Umberto Veronesi, futuro presidente dell'Agenzia per
la sicurezza sul nucleare (il voto finale delle
Commissioni riunite Ambiente e Attività-produttive è stato
rimandato a oggi, ndr) nega risolutamente che le scorie radioattive possano rappresentare un pericolo per la salute.
<p> A margine del forum <i>On Food & Nutrition</i>, organizzato dalla Barilla, il celebre oncologo e andato giù
piatto.
<p> «Le scorie non sono un problema per la salute, si tratta di una piccola quantità di materiale radioattivo che viene
chiuso tra quattro blocchi di piombo, che viene
vetrificato». Quindi «non si prendono radiazioni, io potrei dormire in camera con le scorie nucleari e non uscirebbe neanche una minima quantità di radiazioni»
<p> Frasi destinate a creare polemiche. Veronesi riconosce che lo stoccaggio delle scorie può
diventare problematico ma solo «con il tempo» e in ogni caso «in Italia ce ne sono pochissime». E chiede di guardare a quello che succede negli altri Paesi europei, in particolare Spagna, Svezia e Francia.
<p> «In Spagna hanno fatto un bando per chiedere quali comuni
desiderano avere le scorie e c'è una gara per averle perchè le varie città hanno capito che chi fa questo sacrificio, chi si prende questo impegno avrà una quantità di benefici tali
che quel comune avrà una spinta fortissima».
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<b>Altro capitolo fondamentale. Le centrali nucleari. Quante?</b>
<p> «Il nucleare non è una scelta - attacca Veronesi - è una necessità quindi sono sicuro che potremmo mettere in atto i nostri progetti per quattro o addirittura per otto centrali nucleari».
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<p>E soprattutto dove?<br />
Veronesi fa correre un brivido sulla schiena dei governatori
italiani: «Tutte le Regioni possono essere candidate a
ospitare una centrale». E visto che siamo a Milano ricorda che a pochi chilometri dalla Lombardia, in Svizzera, ci
sono già cinque centrali e «ieri è uscita la notizia che
ne stanno facendo altre tre, quindi un totale di
otto centrali vicino alle nostre porte per una
popolazione più piccola della Lombardia».
<p> Come dire, la Lombardia è una candidata naturale. Per la
gioia del presidente Roberto Formigoni.<br />
Monicelli. «Con l’eutanasia avrebbe fatto una fine più dignitosa» - INTERVISTA2010-12-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548515<br />
“Ero molto amico di Mario. Mi sono chiesto perché abbia lucidamente scelto una morte così violenta. Non conosco esattamente quali fossero le sue condizioni cliniche e come oncologo non posso fare una valutazione. Purtroppo non sempre un medico riesce a lenire la sofferenza di un paziente e in questo caso la condizione terminale doveva risultare insopportabile”.
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Umberto Veronesi, oltre che oncologo di fama mondiale ed ex ministro della Sanità, è un cinefilo appassionato, sconvolto per la scomparsa del regista, che ha scelto un’eutanasia travestita da suicidio.
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<b>Prof. Veronesi, che cosa ha amato in particolare del cinema di Monicelli?</b>
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“Ho amato soprattutto la lucida e tagliente ironia con cui sapeva mettere a nudo l’amarezza della verità, e la sua capacità di svelarci, anche nella commedia, i lati più tragici o assurdi della realtà”.
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<b>Che riflessioni ha suscitato in lei la scelta finale di Monicelli?</b>
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“Come pensatore laico e difensore dei diritti del malato, la mia riflessione è: se è ormai da tutti accettato che ognuno di noi, in ogni circostanza, ha il diritto di non soffrire, perché questo diritto non deve valere nella fase terminale della malattia, proprio quando la sofferenza può essere più intensa?”.
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<b>Il regista, parlando del caso Welby disse che “l’eutanasia è un tema che si potrebbe trattare benissimo con la commedia”. Che cosa ne pensa?</b>
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“Penso che Mario poteva, con la sua intelligenza, ironizzare su tutto per farci riflettere, e quindi anche sull’eutanasia.<br />
Certo nella realtà per i familiari e peri medici accettare di mettere fine alla vita, per quanto dolorosa o indignitosa, di una persona che si ama è comunque tutt'altro che ridicolo: è una decisione tragica. Ciò che sostiene il medico dal punto di vista deontologico e i familiari dal punto di vista affettivo è la volontà della persona e il rispetto per il suo pensiero. Per questo è importante che questa volontà sia sempre chiara e lucidamente espressa”.
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<b>A questo proposito il presidente dei Radicali italiani, Silvio Viale, ha commentato il gesto del regista, dicendo che se in Italia fosse stata legale l’eutanasia, Monicelli non sarebbe morto così, ma in modo più dignitoso.</b>
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“Certo, è un dubbio condivisibile. L’eutanasia viene considerata come un atto di non-rispetto per la vita, ma a ben pensarci è, al contrario, un atto di rispetto per la vita fino al suo ultimo istante. Nei Paesi in cui è legale, l’eutanasia è la riposta alla domanda cosciente e ripetuta nel tempo da parte di un malato di porre fine ad un’esistenza che egli giudica non più degna e sopportabile, a causa della malattia.
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Altra questione è il testamento biologico, che è quasi all’opposto: si tratta delle volontà espresse anticipatamente, rispetto alla vita artificiale, da utilizzare nel caso in cui, per sopravvenuta incapacità, non ci si potesse più esprimere di persona”.<br />
Nucleare, Lombardia non esclusa da scelta siti2010-11-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548497Nel nostro Paese potrebbero essere messe in atto "dalle 4 alle 8 centrali nucleari e nessuna regione, nemmeno la Lombardia, e' esclusa dalla scelta dei siti".
Lo ha detto Umberto Veronesi, parlando ai cronisti a margine di un convegno sull'alimentazione all'Universita' Bocconi.
"Sono stato solo designato a capo dell'autorita' per la sicurezza nucleare, ma la conferma della nomina deve arrivare dal Parlamento, poi ci saranno le basi per procedere speditamente".
"Il problema delle scorie legate alla salute non esiste", ha spiegato ancora Veronesi, aggiungendo che "potrei dormire molto sicuro anche se avessi le scorie nella mia camera da letto. Il primo obiettivo dell'Agenzia e' la sicurezza e le scorie non rappresentano un problema". Veronesi ha infine aggiunto che parte delle scorie potrebbe anche essere inviata in SpagnaDispiaciuto per polemiche Pd su mia nomina a Asn 2010-11-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548259“Non me l’aspettavo, sono dispiaciuto per le polemiche sul mio nome per la presidenza dell’Agenzia nucleare. Il nodo della sicurezza nucleare in mano alla sinistra è una garanzia per la protezione della popolazione”. Così l’oncologo e senatore del Pd Umberto Veronesi a margine della sua audizione alla Camera a proposito delle polemiche nate nel Pd a proposito della sua designazione al vertice dell’Agenzia di sicurezza nucleare. Dopo il via libera già registrato al Senato, le commissione Ambiente e Attività produttive stanno esaminando il provvedimento di nomina che presumibilmente verrà licenziato a Montecitorio martedì prossimo e che dovrà tornare a Palazzo Chigi per poi passare al Quirinale per l’emanazione del dpr."Oggi cavalcare l'antinuclearismo crea voti, ma anche se cambia il governo il nucleare bisognerà farlo comunque". A proposito del dibattito a Montecitorio, Veronesi sottolinea: "E' stato vivace ma non violento: ho dato conto del perchè un medico che 'taglia e cuce' debba occuparsi di nucleare e ho spiegato non solo il mio amore per la fisica e di aver inventato parecchie diavolerie nel settore della protezione che mi è valso una laurea ad honorem".
Science for peace, Veronesi: "No alle spese militari, soldi alla ricerca. E il nucleare può essere fonte di pace" 2010-11-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548219Come spiega Veronesi in un'intervista "le fonti di energia sono fonti di ricatto economico e quindi di conflitto" e oggi "il nucleare è l'unica fonte di energia che può assicurare indipendenza economica e politica". E le risorse impiegate nei conflitti, aggiunge, "vengono inevitabilmente sottratte alla ricerca in ambiti diversi da quello militare, come quello biomedico, in costante sofferenza per carenza di fondi nonostante sia essenziale per il benessere della popolazione".Nucleare, italiani bombardati da idee disfattiste2010-11-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548220Almeno due italiani su tre, secondo i piu' recenti sondaggi, sarebbero contrari al nucleare. Ma e' un dato ''non molto affidabile, e irrilevante'', che si invertirebbe di colpo se le centrali fossero gia' in Italia. A dirlo e' l'oncologo Umberto Veronesi, neo presidente dell' Agenzia per la sicurezza sul nucleare, a Milano, al lancio della seconda Conferenza mondiale di Science for Peace.
Che sempre piu' italiani rifiutino il nucleare ''puo' anche essere - ha detto Veronesi - ma i sondaggi non sono molto affidabili: bisogna farli nei Paesi in cui il nucleare gia' c'e'. Se si facesse un sondaggio in Svizzera, dove ci sono 5 centrali nucleari, si troverebbe il 99% della popolazione favorevole. La Lituania e' indipendente perche' ha due centrali, nonostante siano solo 3-4 milioni di abitanti. I sondaggi allora vanno fatti li', non in Italia, dove siamo ancora sotto l' influenza e il bombardamento di idee disfattiste''.
In Svizzera, insiste Veronesi, le 5 centrali sono per circa 8 milioni di abitanti: ''Fate un sondaggio li' e vedrete che ne sono felicissimi, tanto che ne stanno programmando altre tre''.
Infine, per quanto riguarda la possibilita' ventilata nelle scorse settimane di installare delle centrali nucleari in Lombardia, l'oncologo e' stato cauto: ''E' ancora presto per poter dire qualcosa sul tema''. Ha pero' sottolineato che ''l' indipendenza energetica di un Paese e' un grande deterrente contro la guerra, perche' oggi l'energia e' una necessita' cosi' come lo e' il pane. E il timore di vedersi tagliata l'energia vede Paesi come il nostro, che non hanno risorse energetiche proprie, in una condizione di subordinazione, e si diventa esposti a qualsiasi ricatto. Parlando dell'Italia - ha concluso - compriamo energia nucleare da Francia e Svizzera ma la paghiamo il doppio: ovviamente allora ci conviene farla in casa''.Intervista a Veronesi sul nucleare2010-11-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547932Negli ultimi tempi è stato al centro dell’attenzione più per il suo appoggio al nucleare che per le sue indiscusse competenze in campo medico: stiamo parlando di Umberto Veronesi, neopresidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare.
Che le si condivida o no, da anni l’oncologo esprime con decisione le sue idee sull’energia atomica, cercando di spiegarne i vantaggi anche a chi non è, come lui, “uomo di scienza”. Come in questa intervista, che ho trovato qualche giorno fa: Veronesi si sofferma su alcuni aspetti “cruciali” del nucleare, tra cui le tanto temute scorie. Il presidente dell'Agenzia spiega che i rifiuti radioattivi, se opportunamente riprocessati, si riducono notevolmente. E, c’è da aggiungere, con le nuove centrali è minore anche il numero di residui ad alta attività, cioè quelli più potenzialmente pericolosi. È fondamentale, poi, collocare i rifiuti radioattivi in zone sicure e refrigerate (scelta che l’Unione Europea ha proprio adottato di recente).
L’intervista tocca anche un tema caro a Veronesi: le applicazioni del nucleare in campo medico. Innanzitutto, spiega, gli isotopi radioattivi sono già comunemente utilizzati per l’identificazione dei tumori e il nucleare in genere può avere diversi utilizzi a scopo terapeutico.
Di sicuro, per l’oncologo, l’Italia sarà ampiamente in grado di portare avanti le ricerche sull’atomo: dalla nostra parte c’è una scuola di prim’ordine, che ci ha fatto conoscere e apprezzare in tutto il mondo.Ho già detto che non posso restare in due ruoli2010-11-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547705“Ho già detto che non posso restare in tutti e due i ruoli, quindi mi dimetterò da senatore del Pd”. Per quanto riguarda i tempi delle sue dimissioni, il professore spiega: “Ho appena avuto la notizia, datemi il tempo”.Le scorie nucleari non sono nocive2010-10-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547472“A differenza di quanto si crede le scorie nucleari non sono nocive e non hanno mai causato morti, sono contenute in contenitori vetrificati assolutamente sicuri e non causerebbero danni”.
“L’idea che il nucleare possa aumentare il rischio-cancro è infondata: non c’è combustione, non ci sono emissioni, non c’è diffusione di cancerogeni. L’unico rischio per la salute puo’ derivare dal rischio di incidente agli impianti, un evento oggi assolutamente improbabile”.
“L’energia nucleare ridurrà il rischio di tumore perché riduce i cancerogeni prodotti dalla combustione del petrolio”.
“Ho dato la mia disponibilità all’incarico perché questa agenzia si occupa della sicurezza dunque della tutela della salute della popolazione, un obiettivo cui ho dedicato tutta una vita di ricerca”.All'estero fanno a gara per avere la centrale2010-10-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547402<br />
“L’Italia e’ anomala, in Francia i paesi fanno a gara per avere la centrale”. Questa è l’opinione dell’oncologo Umberto Veronesi sui possibili malumori nelle popolazioni locali che potrebbe causare l’individuazione di siti delle nuove centrali nucleari sul territorio italiano.
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Veronesi elenca i vantaggi di avere una centrale vicina: “vuol dire avere energia elettrica gratis, avere piu’ soldi e piu’ occupazione. E una promozione per tutta l’area”.
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L’oncologo si mostra favorevole al ritorno alle centrali: “tutti hanno centrali nucleari, noi siamo gli unici a non averla. Siamo piu’ intelligenti degli altri? Compriamo energia nucleare dalla Francia e dalla Svizzera pagandola di piu’, mi sembra una cosa bizzarra”. Anche perche’ “abbiamo centrali in Svizzera, in Francia, in Spagna e in Slovenia, quindi qualsiasi incidente accadesse in queste centrali e’ come se fosse in Italia”.
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Sulla sua candidatura alla Agenzia per la sicurezza del nucleare, Veronesi conclude: “sono uno dei candidati alla direzione, la priorita’ e’ la sicurezza degli impianti e del territorio. Ci sono mille problemi da affrontare, ma tutto il mondo li ha affrontati”.<br />
Sì al nucleare2010-10-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547214“Mi è stata richiesta la disponibilità ed ho accettato volentieri”, queste le parole di Umberto Veronesi, ex ministro della Salute, che dirigerà l’Agenzia per la Sicurezza Nucleare in Italia. Il professore ha proseguito rassicurando sull’energia nucleare: “Chi ha studiato sa benissimo che il disastro di Chernobyl è stato provocato dalla follia di un direttore che ha voluto fare un esperimento. E per farlo ha tolto almeno 12 livelli di sicurezza. E’ stata una follia umana che non si ripeterà. Sono sicuro che non c’è alcun rischio”. Per avere in Italia “il nucleare come soggetto di energia – ha concluso – ci vorranno 4 anni per la primissima attività. I nuovi reattori sono i più potenti e i più sicuri, non c’è più dubbio sulla loro sicurezza”. L’investitura ha ottenuto il beneplacito dei ministri dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e dello Sviluppo Economico, Paolo Romani. Ora manca solo l’ufficialità, si attende soltanto il rientro del premier Silvio Berlusconi per le altre nomine dell’agenzia e il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri per l’ufficializzazione della nomina di Veronesi. Per quanto riguarda la questione dello smaltimento, secondo l’oncologo, le scorie prodotte dalle centrali nucleari non sono di per sé un pericolo in quanto queste non emettono radiazioni pericolose ed ha tranquillizzato che per la loro sistemazione definitiva “ci sono tante soluzioni”. “Se non è stimolato da bombardamento – ha osservato Veronesi –, l’uranio non produce radionuclidi, ossia nuclei instabili che producono radiazioni, ma solo raggi alfa che hanno una forza di penetrazione molto bassa. Le scorie – ha proseguito – vengono vetrificate e poste in zone protette, dove possono restare per sempre. Naturalmente – ha concluso – bisogna pensare ad una sistemazione definitiva. A questo fine esistono tante soluzioni e tutte fattibili”. E' assolutamente sicuro. Pronti fra 4 anni2010-10-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547085“Il nucleare è assolutamente sicuro e fra quattro anni saremo pronti”. E’ quanto ha affermato il professor Umberto Veronesi, medico, scienziato nonché senatore del Pd, alla puntata di oggi di Mattino Cinque. Nucleare, ricerche scientifiche e novità nel settore sono stati i temi della telefonata. “Il governo l’ha proposta come responsabile della nuova agenzia che si dovrebbe occupare della sicurezza nucleare in Italia. A che punto è?” chiede Maurizio Belpietro. “Io potrei fare il mio lavoro come esperto in protezione ambientale. La situazione è ancora un po’ fluida, nel senso che non è ancora partita questa agenzia, ne devono essere nominati i vertici e - continua Veronesi - bisogna ancora organizzare tutto il lavoro”. “Ma quanto ci vorrà per applicare il nucleare in Italia, ammesso che lo si voglia fare?” chiede il direttore di Libero. “Per il nucleare come sorgente di energia ci vorranno almeno quattro anni per la prima attività. I nuovi reattori nucleari sono molto potenti (1600 megawatt) e sono i più sicuri – sottolinea il professore”. “La grande preoccupazione - incalza Belpietro - è ovviamente sulla sicurezza. Tutti ricordano Chernobyl e in Italia si fece proprio un referendum per bandire le centrali nucleari. Oggi sono sicure?”. “Quel referendum si svolese a ridosso dell’episodio di Chernobyl ma chi ha studiato quel tragico evento - risponde Veronesi - sa che è stata una follia causata dal direttore che, per fare un esperimento, ha tolto 12 livelli di sicurezza quindi è stato un errore umano che non capiterà mai più. Inoltre - continua lo scienziato - sono passati quasi 25 anni e sono assolutamente sicuro che non ci sia più nessun rischio”. “Lei è impegnato sul fronte della ricerca scientifica, in particolare in quella per la cura del cancro. Si riuscirà a battere questa malattia e soprattutto quando?” domanda di Belpietro. “E’ un circolo vizioso. Se la gente ha paura - risponde Veronesi - continueranno ad andare così le cose. Se le persone avessero fiducia nelle terapie che oggi sono molto buone, tutto cambierebbe. Nel senso che i tumori guariscono se scoperti precocemente mentre non guariscono se sono già diffusi”. Il grande messaggio che deve arrivare alla gente è “controllatevi” ha esortato il professore: “Oggi le donne colpite da tumore al seno guariscono nel 90 per cento dei casi. Entro un decennio arriveremo al 95-98 per cento. E’ importante che le persone si facciano controllare” . Belpietro osserva come in Italia ci sia poca ricerca scientifica, ci si lamenta che nel nostro Paese ce ne sia troppo poca... Veronesi concorda: “Contiamo poco globalmente nel mercato scientifico. Tuttavia la produzione scientifica pro-capite cioè a ricercatore è la più elevata”. Belpietro ha poi chiesto al prof. Veronesi del libro “Una vita per la scienza” (in distribuzione col quotidiano Libero) scritto insieme ad Alessandro Cecchi Paone. “Un libro i cui proventi saranno destinati alla ricerca che c i ha richiesto un immenso lavoro e ha avuto molto successo - ha risposto Veronesi - perché la gente ha iniziato a capire il nostro grande sforzo di ricerca". Sei ore di conversazione nei due dvd allegati al libro, conversazioni che trattano diversi temi: dalla ricerca contro il cancro alle prospettive che può aprire la ricerca scientifica sul dna per poter guarire altre malattie. “Abbiamo cercato di far capire al lettore che dobbiamo fare uno sforzo per dare peso alla forza della nostra ragione. La ricerca scientifica ci porterà avanti se tralasciamo i pregiudizi ed eliminiamo la tendenza al fatalismo” .NUCLEARE: VERONESI, DICO SI' AD AGENZIA PER SICUREZZA2010-10-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547086Umberto Veronesi ha detto si' all'incarico di responsabile dell'Agenzia per la sicurezza nucleare. A rivelarlo e' stato lo stesso ex ministro della Salute nel corso di un intervento a Mattina 5. "Sono stato richiesto della mia disponibilita'. Ho accettato volentieri", ha detto il senatore del Pd. Veronesi ha anche rassicurato sulla sicurezza del nucleare escludendo che possa verificarsi una nuova Chernobyl. "Chi ha studiato", ha osservato, "sa benissimo che il disastro di Chernobyl e' stato provocato dalla follia di un direttore che ha voluto fare un esperimento. E per farlo ha tolto almeno 12 livelli di sicurezza. E' stata una follia umana che non si ripetera'. Sono sicuro che non c'e' alcun rischio". Inoltre, ha concluso, "i nuovi reattori sono bellissimi, potenti e non c'e' alcun dubbio sulla loro sicurezza".Difficile partenza con governo instabile2010-09-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it507332Tarda ad arrivare la nomina dei vertici dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare. Neanche il candidato alla presidenza dell'ente, l'oncologo Umberto Veronesi, ha avuto più notizie o contatti su questo fronte. "Non si sa niente - spiega oggi a Milano, a margine della presentazione dell'agenda del movimento 'rosa' anticancro da lui fondato, Europa Donna - Il programma non è ancora partito perché, comprensibilmente, finché non c'è un Governo stabile è difficile iniziare un progetto simile".L'ex ministro della Sanità aggiunge di non conoscere i tempi per l'avvio dell'Agenzia, ma conferma: "Io sono sempre disponibile ad assumere l'incarico che mi è stato proposto. Ma sono un candidato, niente di più. Non so nulla" sulla tabella di marcia, "né ho avuto più notizie in materia".Per adesso tutto come da programma, non continuare sarebbe antistorico2010-09-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it507199”Non ho piu’ saputo niente, ma penso che il governo abbia altri problemi in questo periodo – ha affermato Veronesi – comunque il ritorno al nucleare e’ in programma, e non puo’ non partire, sarebbe antistorico. Tutto il mondo va verso l’energia nucleare, e anche noi dobbiamo capire che e’ sicura e non da’ problemi”.Veronesi, centrale in Sardegna ottima scelta2010-09-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it507195Umberto Veronesi ha detto che "i sardi dovrebbero essere contenti se dovesse essere costruita una centrale qui. Non ci sono pericoli e la contrarietà al nucleare è solo ideologica, non supportata da argomentazioni scientifiche"Nucleare è un bene per il paese2010-09-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it546564So di essere impopolare - continua l'oncologo - ma penso che il nucleare sia un bene per questo Paese che amo e che vorrei vedere svilupparsi scientificamente, economicamente e civilmente, in linea con gli standard internazionali del progresso". Veronesi si è dichiarato disponibile a guidare l'Agenzia per il nucleare, entrando in conflitto con il centrosinistra, schieramento a cui appartiene. "Mi sono sempre occupato di radioprotezione e l’Agenzia deve occuparsi proprio di sicurezza del nucleare nei riguardi della salute e dell’ambiente" ha sottolineato.La mia disponibilita' rimane ma tutto tace2010-09-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it505666<br />
"Tutto tace, tutto si e' fermato, ma la mia disponibilita' rimane".
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Lo ha affermato Umberto Veronesi, senatore del PD, a margine del convegno del workshop Ambrosetti a Cernobbio, in merito alla sua disponibilita' a presiedere l'Agenzia Nucleare, aggiungendo pero' che "non credo che si possa fondare un'agenzia cosi' importante in un momento in cui non si sa se il Governo rimane o se si va alle elezioni tra 3 mesi".<br />
Ecco le cinque ragioni per cui potrei dire sì all'Agenzia sul nucleare 2010-07-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it503633Caro direttore,
Il dibattito che si è sviluppato intorno all'ipotesi di una mia nomina a Presidente dell'Agenzia per la Sicurezza del nucleare appare confuso su 5 punti fondamentali, che tengo molto a chiarire. Primo, la scelta non è ancora fatta: non ho accettato la proposta di nomina a Presidente, ma la sto attentamente valutando. La decisione che ho preso è che, nel caso in cui accettassi, sicuramente mi dimetterei dal Senato. Lo farei non per motivi partitici, ma perché non potrei conciliare attività scientifica, agenzia e lavori in Senato. Dunque al momento continuo la mia attività senatoriale, all'interno della Commissione Istruzione, Ricerca e Cultura, dove si lavora bene intellettualmente e umanamente. Secondo, ho posto precise condizioni al mio sì: il piano deve essere tecnologicamente avanzato, economicamente sostenibile e professionalmente gestito da figure di alto profilo scientifico e non selezionate in base a logiche di partito. Inoltre il mio ruolo deve garantire ampi margini di libertà di decisione e di azione, e deve essere compatibile con la mia attività clinica, medica e scientifica, che non ho alcuna intenzione di abbandonare. Terzo, le mie competenze in qualità di Presidente sarebbero di coordinamento degli esperti in materia di nucleare (prevalentemente fisici), con una responsabilità diretta circa la sicurezza per la salute della popolazione.
Chi teme la mia mancanza di sapere ed esperienza tecnica sul nucleare va rassicurato: mi occuperò di rischio per la salute e prevenzione, come faccio da sempre, con impegno. Va detto comunque che ho sempre coltivato l'interesse per la fisica (anzi direi che sono un appassionato); non a caso ho ricevuto la Laurea Honoris Causa in Fisica dall'Università di Milano. Quarto, la motivazione del mio profondo interesse per la proposta è che ritengo che la scelta del nucleare sia un Bene per il Paese, che amo e che vorrei vedere sviluppare in linea con gli standard mondiali più avanzati. La mia posizione ha origini scientifiche «storiche» e non è cambiata nel tempo. Gli Stati Uniti e, proprio ai nostri confini, la Francia e la Svizzera (modello di qualità di vita per noi italiani) hanno da anni investito nel nucleare e continuano a sviluppare strategicamente la loro scelta. Come fonte di energia, il nucleare è al momento la meno tossica per l'uomo: il rischio collegato al suo utilizzo è quello di incidente alle centrali di produzione, ed oggi nel mondo è calcolato vicino allo zero.
E' dunque l'alternativa più valida al petrolio, che è altamente inquinante ed è causa di conflitti sanguinosi, oltre che di episodi disastrosi per l'ambiente e la salute, come abbiamo vissuto di recente con la vicenda americana della Bp. Quinto ed ultimo punto, la mia eventuale decisione a favore della nomina non cambia il mio pensiero, la mia filosofia e il mio impegno sociale. Sono legato (in alcuni casi anche iniziatore) ai movimenti che sostengono i diritti dei più deboli e dei più poveri, che lottano contro l'ingiustizia sociale, che si impegnano contro gli squilibri economici, l'indigenza e la fame nel mondo, che promuovono la pace e il rispetto dei diritti umani, che agiscono a favore della questione femminile. Questi sono i temi che applicano i valori della Sinistra, a cui ho aderito per tutta la vita, dalla lontana Resistenza, all'incarico come Ministro in un Governo di sinistra, fino al mio recente impegno in Parlamento.
Valori che non rinnego e continuerò a trasformare in atti concreti. Per questo, su caloroso invito di Walter Veltroni, nel 2008 ho accettato di candidarmi al Senato e per questo, sono convinto, sono stato eletto a Milano: portare in Parlamento i miei 50 anni di battaglie per la salute, la scienza e la libertà di pensiero e di ricerca. Come ho dichiarato apertamente, non sono mai stato iscritto ad un partito e non mi sono iscritto al Pd. Il mio contributo alla vita dei cittadini e al Paese sono convinto sia, in questo momento, accettare un ruolo di tutela della salute nell'ambito di una scelta nucleare (che strategicamente condivido) comunque già presa dall'attuale Governo. Per questo, se tutte le condizioni che ho indicato saranno rispettate, accetterò la nomina di Presidente dell'agenzia per la sicurezza del nucleare.