Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Fabio EVANGELISTIhttps://www.openpolis.it/2011-05-24T00:00:00ZReferendum. Il Governo incassa la fiducia ma la partita non è chiusa2011-05-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it572835<br />
Il Governo, questo pomeriggio, ha incassato la fiducia da parte dell’Aula di Montecitorio sul maxiemendamento al Decreto Legge Omnibus. Hanno votato a favore 313 deputati, contrari 291, due gli astenuti. Il via libera definitivo dovrebbe arrivare domani. Durante l’esame in Senato, il Governo aveva cancellato l’impianto normativo sulle nuove centrali nucleari con l’esplicita intenzione, non di fermare lo scellerato progetto della reintroduzione del nucleare in Italia, ma per evitare che gli italiani vadano a votare il referendum del 12 e 13 giugno e, dunque, salvare il Premier e il suo “legittimo” impedimento.
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L’emendamento approvato oggi, infatti, non prevede alcuno stop al progetto nuclearista, bensì una moratoria che rinvia di due anni ogni decisione in merito alla questione. Nessun passo indietro, dunque, da parte del Governo, che ha soltanto un obiettivo specifico.
<p>Per spiegarlo non vi sono parole più chiare di quelle usate dallo stesso Berlusconi durante l’incontro bilaterale con il Presidente francese Nicolas Sarkozy dello scorso 26 aprile: “Siamo assolutamente convinti che l’energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo. La gente era contraria, fare il referendum adesso avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare”.
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Ipse dixit, ma per portare a compimento questo piano eversivo al Caimano non sarà sufficiente un manipolo di deputati ciecamente assoggettati alla sua volontà. Le opposizioni, infatti, stanno facendo alacremente il loro lavoro e faranno la loro parte sino all’ultimo momento utile. Domani, in Aula, ci attende un’altra giornata campale: dovremo presentare e illustrare tutti gli Ordini del Giorno attinenti il Decreto Omnibus, poi vi saranno le votazioni sugli odg sui quali il Governo avrà espresso parere contrario e, solo in serata, saranno pronunciate le intenzioni di voto e si procederà al voto finale sul Decreto. Contiamo di poter prolungare la seduta fino a sera, facendo perdere un’altra giornata ai progetti anti-referendum del Governo.
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Superato lo scoglio dell’Aula – l’esito, infatti, è purtroppo scontato – il Decreto sarà depositato sulla scrivania del Presidente della Repubblica. Noi di Italia dei Valori abbiamo chiesto a Napolitano di non firmare ma, prima o dopo, giovedì il Presidente firmerà e il testo potrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale già venerdì.
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Una volta convertito in legge il Decreto e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, sarà la Corte di Cassazione a decidere se il provvedimento sia sufficiente a far revocare il referendum. La Corte ha già istruito la pratica e quindi nel giro di poche ore sapremo tutti se il 12 e 13 giugno potremo votare anche il quesito contro il ritorno del nucleare in Italia oppure no. Al di là del merito della sentenza della Cassazione, noi di Italia dei Valori porteremo avanti in ogni modo avanti le nostre battaglie, a livello nazionale e regionale.
<p>Continueremo l’ostruzionismo parlamentare, aumenteremo le occasioni di confronto e informazione, non smetteremo – come stiamo facendo in Toscana con il “Referendum on the road” – di calarci tra la gente e spiegare ai cittadini che, nonostante le distorsioni mediatiche e le storpiature legislative, i referendum non saranno tout court cancellati.
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In questa sfida, noi di Italia dei Valori faremo fino in fondo la nostra parte. Ma non basta: ogni cittadino che crede ancora nei valori della nostra democrazia e vuol dare una diversa prospettiva di sviluppo al nostro Paese, è chiamato a mettersi in gioco in prima persona, a rompere il muro del silenzio imposto dai media filogovernativi, a coinvolgere quante più persone possibile per l’appuntamento referendario.<br />
Siena. La scelta della nuova Giunta è ben poco collegiale 2011-05-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it572836<br />
A nome mio e dell’ Italia dei Valori voglio rivolgere i più vivi complimenti ed i migliori auguri al nuovo sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, e alla pattuglia di assessori ufficializzata questa mattina per accompagnarlo nella difficile e delicata amministrazione della città del Palio.
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Noi di Italia dei ci auguriamo che la nuova squadra rappresenti un forte elemento di discontinuità con il passato e sia capace di aggredire i nodi fondamentali della sviluppo di Siena: una nuova gestione fondata sul merito della Fondazione Monte dei Paschi, una maggiore oculatezza nello sviluppo urbanistico, un forte impegno per il risveglio culturale della città.
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Non posso tuttavia non dispiacermi del fatto che il nuovo Sindaco abbia perso un’occasione per dare un taglio alle logiche del passato: Italia dei Valori, che ha contribuito all’ottimo risultato della Coalizione e che ha lavorato con serietà e determinazione fin dall’ inizio alla stesura del programma di governo, non pretende e non pretendeva assolutamente nulla in termini di visibilità né di posti, ma avrebbe gradito portare un contributo d’idee anche intorno alla formazione della Giunta.
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Purtroppo, invece , sapere solo dalle agenzie di stampa quelle che sono state le decisioni prese ci amareggia, perché non depone certo a favore della collegialità delle scelte e fa tramontare l’idea di continuare a far vivere una coalizione che si è presentata davanti agli elettori in maniera chiara, trasparente e coesa, ma che, al primo banco di prova, si è sciolta come neve al sole.<br />
Firenze. L’opportunismo di Renzi nella peggiore tradizione democristiana 2011-05-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it572837<br />
Se c’è qualcuno che tradisce il mandato degli elettori, come si vede bene nella torbida vicenda del Multiplex, questi è proprio Matteo Renzi, che ormai parla in terza persona come Berlusconi e, dall’alto del suo ego smisurato, si comporta in verità come i peggiori democristiani di una volta. Prima delle elezioni sorrisi e pacche sulle spalle, il giorno dopo, chi ha dato ha dato, e chi ha avuto ha avuto, come nella migliore tradizione dei suoi antenati democristiani, che però avevano tutt’altro stile, molta più capacità e meno supponenza. Le dichiarazioni rilasciate questa mattina dal Sindaco di Firenze davanti ai giornalisti, a proposito della richiesta di Italia dei Valori di tornare a far parte della Giunta dopo il passaggio di Cristina Scaletti in Regione Toscana dimostrano ancora una volta chi sia il sindaco Renzi.
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Noi di Italia dei Valori continueremo a lavorare seriamente nell’interesse dei cittadini, come abbiamo sempre fatto, sia fuori sia dentro le Giunte. Il caro Sindaco, invece, continuerà a blaterare e a balzare da un poltrona ad un’altra, siano quelle dei salotti televisivi, i divani di Arcore o Presidenze varie, con un unico motto: bene o male, purché si parli di lui. Piccole primedonne crescono…<br />
Restiamo umani. 2011-04-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559911Avevo già avuto modo di parlare di lui. Era il 2008, ed in aula, presentai un’ interrogazione per avere notizie circa il suo arresto, effettuato dalle autorità israeliane il 18 novembre. Con lui arrestati 14 pescatori palestinesi. Secondo i guardacoste della marina israeliana, Arrigoni con gli attivisti e i pescatori si trovavano al di fuori della zona di pesca autorizzata dalle autorità israeliane.
Era una persona speciale Vittorio Arrigoni. Trentasei anni di volontariato e battaglie in difesa delle cause che lui riteneva giuste, un uomo valoroso e coraggioso, che davvero credeva nel mondo inteso come villaggio globale e che per questo si spendeva per una causa che non poteva interessare solo i protagonisti, ma che, come cittadini del mondo, doveva riguardare e coinvolgere tutti.
Lavorava a Gaza per l’ internetional Solidarity Movement, una ong che si batte per la causa palestinese. A Gaza lui viveva e trascorreva le sue giornate, in mezzo alla guerra, tra fame e disperazione, coprifuochi e amici che la sera, a volte, non tornano a casa.
Attraverso i social network comunicava col mondo, mostrandoci tutti gli aspetti di questa lunga, sanginosissima guerra.
Per una assurda, inspiegabile ironia della sorte, a privarlo della vita è stata la popolazione, (anzi, per la precisione una sua piccola parte,) che lui amava e difendeva.
Un gruppo estremista salafita di Gaza, infatti, attraverso un cruento video ne ha rivendicato la paternità, davanti agli occhi attoniti e sconvolti dell’intero globo. In quel video, spietato ed irrevocabile processo sommario senza possibilità di arringa difensiva, Vittorio veniva accusato di propagare i vizi dell’ occidente fra i palestinesi e l’Italia di combattere contro i paesi musulmani.
Non si è potuto difendere, Vittorio, a noi non è stata dato il tempo di replicare, allora, come lui, attraverso questa finestra sul mondo, una cosa a questa gente vogliamo dirla, anche se troppo tardi: “E’ vero, la vostra accusa aveva un fondamento. Vittorio propagava davvero alcuni vizi dell’Occidente a casa vostra: il vizio della libertà, della democrazia e della pace”. Ma, soprattutto, ricordava sempre a tutto il mondo:”…RESTIAMO UMANI” e si firmava VichyImmigrazione. Sospesi tra inutile propaganda (a Roma) e risposte efficaci (in Toscana) 2011-04-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559910Questo è un Governo che crea emergenze per poi far finta di risolverle. Ai primi fuochi di rivolta in Nord Africa, ad esempio, il Ministro Maroni fu tra i primi a paventare un ampio flusso migratorio sulle nostre coste. Poi, però, nè lui nè altri han fatto nulla, nè a livello politico nè a livello logistico, per gestire e organizzare la fase emergenziale. Il tutto a scapito sia dei migranti che della stessa popolazione di Lampedusa. Insomma, hanno aspettato inermi che la misura fosse colma. La Lega, dal canto suo, in questi anni ha saputo soltanto crearsi un certo consenso popolare, grazie anche ai media berlusconiani, sulla paura dell’immigrato e dell’altro. Sia con azioni politiche scellerate (reato di immigrazione clandestina), sia a livello comunicativo: dalle boutade sui vagoni differenziati per italiani e per extracomunitari, fino al bossiano foera di ball. Adesso, alla vigilia delle amministrative, come giustificare agli occhi dei propri elettori l’ingresso di nuovi immigrati? Cercando di scaricare ogni colpa e responsabilità sull’Europa.
Tutto per non voler o sapere gestire l’arrivo di circa 20.000 migranti. In Toscana, nella civile Toscana, abbiamo invece saputo dare un grande esempio di accoglienza, organizzazione e, non ultimo, proprio di quel problem solving che nei palazzi del Governo sembra esaurirsi allo spot propagandistico. Ci siamo opposti fieramente – il Governatore Rossi e il Presidente dell’Anci Cosimi in Testa – contro la tendopoli di Coltano, lager moderno alle porte di Pisa e ci siamo proposti affinché passasse la linea dell’accoglienza diffusa. I piccoli centri sparpagliati nel territorio toscano rappresentano, agli occhi di tutti, una soluzione efficace, efficiente e umana. Una transizione morbida che evita a profughi e mingranti di passare dalla brace della guerra alla padella della deportazione; un sistema diffuso che responsabilizza tutti, gravando il meno possibile su ciascuno.
Un buon esempio, insomma, di cui far tesoro. Anche se a Roma si dimostrano sordi agli esempi di oggi quanto di ieri.
Ricordo che, tra il ’98 e il ’99, sbarcarono in Puglia circa 50.000 kosovari che fuggivano alla pulizia etnica di Milosevic. All’epoca, furono presi in affitto campeggi gestiti da volontari di associazioni e di parrocchie. Ai kosovari, pure, si offrì un permesso di soggiorno temporaneo. Molti di quegli ‘immigrati’ proseguirono così il loro viaggio verso la Svizzera o la Germania. Finita la crisi la maggior parte di essi tornò in Kosovo. L’attuale Esecutivo, invece, non governa ma è soltanto impegnato in una lunghissima e continua campagna elettorale. Il cui prezzo è pagato dagli italiani e Libia. Accoglienza profughi nel segno della solidarietà 2011-04-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559908Il 21 luglio 1970, il Colonnello Gheddafi, sulla scia della sua rivoluzione verde e di una decolonizzazione forzata, cacciò dalla Libia tutti gli italiani che per anni erano stati motore e impulso di quel Paese, ne confiscò i beni e li costrinse a un precipitoso rimpatrio. Allora, Marina di Carrara ospitò centinaia e centinaia di nostri connazionali rientrati dall’Africa, in uno dei più grandi centri di raccolta e di smistamento – come si chiamavano allora – del nostro Paese. Molti di questi, si sono poi integrati alla grande nel nostro tessuto sociale, entrando a lavorare alla Dalmine, alle Poste, al Catasto o aprendo tanti piccole attività commerciali: bar, rivendita tabacchi, sale giochi. Altri si sono re-inventati amministratori di condominio o liberi professionisti.
Oggi, a quarant’anni di distanza da quell’esodo forzato, per un vero e proprio contrappasso della storia, dobbiamo prepararci a ospitare altri profughi in fuga dalla Libia, dal regime, dalla miseria, dalla guerra.
Profughi, si badi bene, non immigrati clandestini. Perché, sebbene sia innegabile che la portata dell’ondata migratoria metterà alla prova la nostra capacità di accoglienza – non solo in termini di spazi e organizzazione – quella che ci apprestiamo ad affrontare è una vera e propria emergenza umanitaria.
Non una ‘minaccia’, come continuano a strombazzare le sirene delle propaganda leghista e governativa, ma un dovere che ci aiuti a rinverdire la tradizione di accoglienza, inclusione e solidarietà che da sempre caratterizzano la terra apuana e l’intera Toscana.
In questo senso, dobbiamo saper raccogliere con senso di piena responsabilità le dichiarazioni d’intenti di Enrico Rossi: la Toscana sarà in prima fila nel rispondere a questa emergenza umanitaria, pronta da subito ad accogliere circa quattromila profughi in fuga dalla Libia sconquassata dalle cannonate di Gheddafi e dalle bombe dell’Onu.
Anche la provincia di Massa Carrara dovrà fare la propria parte. L’accoglienza non sarà una passeggiata e presenterà senza dubbio dei problemi logistici – le ex Colonie sembrano essere l’area preposta , insieme ad alcune aree dismesse della Lunigiana – ma ciò non deve oscurare la valenza sociale e civile di una simile iniziativa, che è in linea con lo spirito democratico e di accoglienza dei nostri territori.
La popolazione tutta, nonostante il difficile e delicato momento economico ed emotivo, saprà dare una lezione di maturità e consapevolezza del problema. E anche di generosità nei confronti dei nostri fratelli libici.Siena. Il Palio è patrimonio dell’umanità e come tale dovrebbe essere promosso . 2011-04-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559909È urgente applicare in tempi molto rapidi la normativa che regola le gare tradizionali come il Palio, perché questa corsa storica è davvero la bandiera di Siena e deve essere difesa ad ogni costo. È di poche ore fa infatti la notizia dell’ esclusione del Palio di Siena dalla lista presentata dall’Italia alla commissione Unesco a Parigi per il titolo di Patrimonio immateriale dell’Umanità.
Sentir dire al Ministro Brambilla che il Palio non ha la dignità per assurgere a bene immateriale, simbolo dell’intero Paese e Patrimonio dell’Unesco è ridicolo e irrispettosoUna posizione pregiudiziale e faziosa, proferita da quella stessa Brambilla che solo alcuni mesi fa, nell’agosto 2010, auspicava la cancellazione di questa gara plurisecolare che è orgoglio non soltanto di Siena, ma dell’intera Toscana e di tutto il nostro Paese.
Volendo replicare alle accuse di maltrattamento edgli animali accampate dal Ministro del Turismo vorrei poter farle sapere che il palio in questi ultimi anni ha fatto enormi passi avanti per quanto riguarda anche il rispetto e la tutela degli animali, nel pieno rispetto delle ordinanze di tutela del Governo.
Certamente, anche noi di Idv auspichiamo una rapida stesura del disegno di legge che regolamenti le gare storiche, e siamo certi anche a Siena, come ha sostenuto la stessa amministrazione, sarà accolto con soddisfazione e offrirà ancora maggiori garanzie in difesa degli animali. Creare però disinformazione e gravi storpiature sulla più importante gara del nostro Paese è, questo sì, detrimento alla dignità del nostro Paese.
“E doppiamente grave se certe scempiaggini sono proferite dal Ministro del Turismo che, al giusto rispetto delle regole, delle persone e degli animali, dovrebbe saper affiancare anche una capillare ed efficace opera di promozione, in Italia e all’estero, di una delle città più belle d’Italia e della sua più importante manifestazione. Ma del resto che correttezza si può pretendere da un Ministro che per promuovere le bellezze del suo Paese fa girare uno spot di trenta secondi il cui unico protagonista è il Papi-Premier Berlusconi e la colonna sonora ‘un amore così grande?’.Polizia, sindacato e società. 2011-04-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559907Ho partecipato, qualche giorno fa, ad un confronto organizzato dalla Cgil per riflettere sui trent’anni dalla riforma e dalla nascita del Sindacato Unitario di Polizia. Con la storica riforma del 1º aprile 1981, infatti, la Polizia è divenuta a tutti gli effetti un corpo civile, aperto a uomini e donne e con la possibilità di costituire sindacati interni, avvicinando il Corpo della Polizia di Stato ai cittadini ed alla società civile e gettando le basi per la costruzione di una Polizia democratica e soprattutto più efficiente ed efficace. Un grande passo in avanti dunque, ottenuto con grande sacrificio e dopo lunghi processi ma che oggi rischia di risultar vano. Di questo, insomma, si è parlato al convegno del 1° aprile a Firenze dal titolo “Polizia, sindacato e società”.
L’ultimo provvedimento adottato dal Governo per tentare di sanare lo scontro con le forze della sicurezza, già pronte ad ulteriori manifestazioni di proteste dopo quelle di Arcore e di Montecitorio, prevede infatti un’ una tantum annuale per “sedare” il comparto.
Una goccia in un mare rispetto alle tristi condizioni in cui si trovano ad operare gli agenti, e lo dimostrano i dati di previsione del Ministero dell’interno per il 2011, che registrano, rispetto al bilancio assestato 2010, una riduzione delle spese pari a 292 milioni di euro.
Analizzando le voci del bilancio 2011 e confrontando le cosiddette “missioni” con le medesime relative al bilancio 2010, si evidenzia una cospicua riduzione di stanziamenti per quella riguardante Ordine pubblico e sicurezza, quantificabile in 144 milioni di euro. Un decremento che conferma la tendenza dei precedenti esercizi.
Nell’ambito della missione relativa all’Ordine pubblico e sicurezza, nel programma Pianificazione e coordinamento delle Forze di polizia, erano già stati soppressi notevoli stanziamenti tra cui quelli relativi alle misure urgenti per il contrasto della criminalità sul territorio e al trattamento accessorio delle forze armate di polizia.
Il Governo si vanta dall’inizio della Legislatura, a seguito del varo di cosiddetti pacchetti sicurezza – ad avviso del Gruppo IDV assolutamente inefficaci – di aver portato la legalità sul territorio nazionale.
La realtà è che le dotazioni di personale e di mezzi assegnati non sono sufficienti a contrastare i fenomeni criminali e le dichiarazioni di senso contrario risultano essere meramente propagandistiche e del tutto difformi dalla realtà.
Per bocca del sottosegretario Mantovano sappiamo che gli operatori delle Forze dell’ordine sono in decremento del 12 per cento, in media, in tutto il territorio nazionale. Ma, come tutti sappiamo,l’attività di prevenzione e controllo del territorio può eImmigrazione. Mettiamo in atto il patto di solidarietà dalla Toscana 2011-03-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559906La vicenda dell’accoglienza dei profughi dalle coste africane sta assumendo contorni grotteschi ed evidenzia l’incapacità di affrontare l’emergenza con raziocinio e una malcelata inazione propagandistica da parte del Governo.
La vicenda dell’ex base di Coltano, a Pisa, è esempio eclatante di questa inadeguatezza culturale, organizzativa e politica. Per questo ho presentato, ieri a Montecitorio, un’interpellanza urgente al Ministro degli Interni Roberto Maroni per fare chiarezza su questa delicata vicenda.
Sono più di dieci giorni che il Governatore toscano, Enrico Rossi, e il Presidente dell’Anci Toscana, Alessandro Cosimi, hanno dato la disponibilità dei nostri territori a ospitare non cinquecento, come quelli che si vorrebbero ammassare a Coltano, ma ben oltre tremila profughi, sulla base di un’equa ripartizione tra le dieci province toscane che non avrebbe creato nuove Lampedusa, nuovi lager moderni quali sono i Cie, nuove pericolose concentrazioni di disperati, ma avrebbe posto le basi per un graduale processo di integrazione e sostegno.
Un vero patto di solidarietà, dunque, e un forte segnale di collaborazione inter istituzionale che, come al solito, è rimasto inascoltato.
Invece, nel teatrino della propaganda politica, abbiamo dovuto assistere ai veti di quelle stesse amministrazioni di centrodestra, come a Prato, che hanno rispedito al mittente le richieste di solidarietà del loro stesso Governo. L’unica soluzione rimasta in cantiere è quella di Coltano: un nuovo campo di concentramento che non solo è inumano e aberrante, ma ridimensiona notevolmente la disponibilità di accoglienza della nostra regione.
Dinanzi a questa incapacità e mancanza di volontà a trovare una soluzione, siamo costretti anche ad ascoltare i deliri farseschi di Berlusconi, che promette una Lampedusa libera in due giorni dagli immigrati e zona franca dalle tasse, frottola riciclata dal terremo de L’Aquila.
Dopo l’operaio, il vigile e il capo stazione, abbiamo anche il Presidente Immigrato…
Si farà prestare la kefiah dall’amico Gheddafi?Firenze. Idv rivendica pari dignità fra le forze politiche della maggioranza 2011-03-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559903Sorprendentemente, la visita di Antonio Di Pietro in Toscana ha finito per essere oscurata dai fumogeni renziani in merito alla presenza o meno dell’Idv in Giunta a Firenze. Ribadisco: come Idv siamo cresciuti e continueremo a crescere a prescindere dal numero degli assessorati. Quello che poniamo è, però, una questione di pari dignità fra le forze politiche che – agli occhi dei cittadini e per mandato esplicito degli elettori – fanno parte della maggioranza di Palazzo Vecchio. E non saranno certo i toni alti e l’arroganza dei numeri a farci deflettere da questa rivendicazione.
Ma torniamo a Di Pietro, che è la cosa che più ci interessa. Con il Presidente Idv abbiamo fatto un impegnativo giro della Toscana, abbiamo portato la nostra solidarietà ai lavoratori Isi di Scandicci, inaugurato la nuova Sede regionale a Firenze, incontrato il management e dipendenti della UnoAErre di Arezzo, affrontato i problemi dell’università di Siena e salutato, infine, i cittadini di Grosseto. Insomma, abbiamo lavorato sodo per misurarci con i problemi veri che interessano le donne e gli uomini della Toscana, parlando anche di Amministrative e dei tre Sì ai referendum contro il nucleare, contro la privatizzazione dell’acqua e contro il legittimo impedimento. Questioni serie e di forte impatto locale e nazionale. Politica vera insomma. Poco di tutto ciò, però, è assurto all’onore della cronaca. Ha trovato, invece, più spazio la sterile e inesatta polemica con il sindaco Renzi. Al quale, legittimamente, ribadiamo la volontà dell’Italia dei Valori di contribuire al governo della città con le nostre idee, le nostre competenze e le nostre peculiarità.
Addirittura, ci è toccato leggere di qualcuno che (s)ragiona di ‘consolidare nel merito le politiche di maggioranza’… Ma quale merito? Quello di chi incontra i territori, li ascolta per individuare soluzioni concrete oppure quello di una politica fatta solo di parole e di offese? Anzi, addirittura, verrebbe da chiedersi, ma quali politiche?
Noi di Italia dei Valori ribadiamo che la nostra non è una disputa di poltrone, delle quali ci importa ben poco, ma un problema reale che attiene il rispetto di tutte le forze politiche che hanno sostenuto il Sindaco in campagna elettorale. Renzi, invece, ha evidentemente dimenticato questo sostegno oppure, ce lo dicesse, non lo ritiene più utile e gradito. Ne prenderemmo atto, stia tranquillo, senza alcuna pulsione suicida.
Noi di Idv proseguiremo per la nostra strada, come ieri, cercando di incontrare e dare risposta ai problemi veri dei cittadini e dei lavoratori, che sono molti, complessi e non sempre trovano adeguata attenzione nella politAttenti a quei due2011-03-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559902<br />
Le chiamano “le carrette del mare”. Su queste imbarcazioni, spesso di pochi, pochissimi metri, decine (più spesso centinaia) di disperati partono dalle coste del nord Africa per inseguire un sogno chiamato libertà. In queste ore, mentre io scrivo, un barcone con a bordo 330 eritrei partito dalla Libia nei giorni scorsi è stato individuato ad una trentina di miglia a nord di Tripoli.
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La destinazione è sempre la stessa: Lampedusa. Sono 830 le persone giunte sull’isola nelle ultime 24 ore: 15 gli sbarchi, di cui l’ultimo è in corso. Da ieri si stanno svolgendo le operazioni di trasferimento dei profughi da Lampedusa, alla volta di Augusta, presso il centro d’accoglienza Mineo.
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Intanto, come tutti avrete avuto modo di apprendere dai media, sull’isola è emergenza acqua. Secondo quanto affermato dal Comune di Lampedusa la richiesta di fornitura straordinaria di ventimila metri cubi d’acqua, fatta un mese fa , non ha avuto ad oggi copertura economica da parte del Ministero della Difesa.
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Una situazione disperata dunque, per i profughi, per le forze dell’ordine e soprattutto per i cittadini dell’isola. Maroni, ministro dell’Interno,nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, quasi a volerci fare il carico da novanta, ha affemato che esiste il rischio di terroristi o criminali «infiltrati» tra i libici in fuga: “Abbiamo avuto segnalazioni da servizi europei su rischi di questo tipo e quindi l’attenzione è molto alta» perchè esiste «la possibilità che dalla Tunisia arrivi qualcuno legato al mondo della criminalità o, peggio, del terrorismo”.
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Benzina sul fuoco insomma, con finalità peraltro meramente propagandistiche. Così, invece di fare, insieme a tutto il suo governo, un mea culpa rispetto all’assenza di vere politiche migratorie, invece di illustrare ai suoi elettori leghisti che boiata si sia dimostrato il loro trattato di collaborazione con la Libia, invece di far fronte alle emergenze che Lampedusa sta affrontando in completa solitudine, ci vuole dare a credere che un terrorista non avendo metodi migliori di approdo in Italia, si imbarchi su una bagnarola di quart’ordine in compagnia di centinaia di disperati, affronti le impervie dei mari per giorni, rischi di perdersi tra i flutti, si faccia prelevare dalla guardia di finanza e confinare in un cie: è il nuovo prototipo di terrorista, il terrorista idiota.
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Le Nazioni Unite si aspettano “nuove ondate di migranti e rifugiati” per la crisi libica, che potrebbero essere dai 200 ai 250 mila. Non sono i dati dell’Italia dei Valori questi, è quanto riferito dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza. <br />
Dalla Toscana un aiuto concreto per i rifugiati libici. 2011-03-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559901Lampedusa è un’ isola di20,2 km² al sud della Sicilia, in provincia di Agrigento. Insieme a Linosa conta una popolazione di 6.304 abitanti.
In questo momento, a Lampedusa sono presenti 5600 profughi: un numero superiore ai suoi abitanti. Solo ieri notte infatti altri 290 immigrati sono approdati sulle sue coste siciliane rendendo una situazione che di fatto era già tragica, catastrofica.
Le immagini dei disperati del mare hanno fatto il giro del mondo facendoci veramente interrogare sulla dignità umana, sul senso della pietas, sui diritti fondamentali dell’essere umano.
Cio che sta accadendo in queste ore a Lampedusa altro non è che un altro aspetto dei danni che questo scellerato governo ha causato, a se stesso, ai suoi cittadini ed a tutti quelli del bacino del mediterraneo.
Abbiamo già scritto del vergognoso cambio di casacca del nostro premier, abbiamo gia spiegato che idea abbiamo noi dell’ Italia dei Valori di questa guerra, cosa chiediamo noi all’ ONU. Ma ora, prima di sedersi attorno ad un tavolo e presentare il conto di questi anni di governo, prima di calare le carte dei giocatori sul tavolo e far vedere che chi stava vincendo in realtà bluffava ed in mano non aveva un bel nulla, prima di tutto questo, abbiamo un’ emergenza umanitaria da gestire.
A Lampedusa oggi e’ previsto l’arrivo della nave militare San Marco che dovrebbe evacuare un migliaio di immigrati, ciononostante la situazione resta tesa. Il sindaco Bernardino De Rubeis e la popolazione sollecitano l’immediato trasferimento dei profughi; una posizione condivisa anche da numerose organizzazioni umanitarie come l’Alto commissariato Onu per i rifugiati.
Questa gente che da giorni dorme all’ aperto, sotto la pioggia, senza coperte, senza bagni, senza nulla, ha bisogno di trovare la pace e la serenità e la prospettiva di una vita migliore, ha bisogno di ritrovare dignità.
In questo senso la Toscana rende merito alla sua tradizione di accoglienza e solidarietà aderendo, con i suoi massimi esponenti istituzionali, all’appello del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per far fronte alla gravissima emergenza umanitaria che si profila sulle nostre coste. La notizia della lettera del Governatore Rossi e del Presidente dell’Anci Toscana al Capo dello Stato si muovono in questo senso e rispondono al più alto spirito di collaborazione tra i popoli e le nazioni. Adesso, è urgente una convergenza di tutte le forze politiche, dell’associazionismo e della società civile, affinché queste buone intenzioni si tramutino rapidamente in atti concreti. Come Italia dei Valori, ci schieriamo con convinzione al fianco di questa iniziativa e ci adopreremo subito e con tutte le nostre forze per supportare la regione nella gestione dell’ emergenza .
E’ questo d altro canto cio che afferma la risoluzione 1973 dell’Onu, che parla esplicitamente di azioni umanitarie. Non significa cioè soltanto bombardare Gheddafi, ma anzi tutto accogliere i profughi e i disperati provenienti dalla Libia
A fianco dell’ONU, per difendere la popolazione civile in Libia2011-03-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559900E all’improvviso l’Italia si ritrova in guerra. A poche ore dal vertice europeo di Parigi, mentre noi dell’Italia dei Valori eravamo a Piazza Navona a Roma (e in tante altre città) a manifestare in difesa dell’acqua, contro il legittimo impedimento e contro il nucleare, la notizia è arrivata in tutta la sua violenza: l’operazione “Odissea all’Alba” è partita. Gheddafi è un dittatore e come tutti i dittatori deve essere cacciato! Questo per noi è sempre stato evidente e manifesto, meno per altri, sia al governo che all’opposizione. Ma a me, per molti aspetti, par di sognare. Vado allora a ritroso nel tempo, al più recente passato. Rammento la visita di pochi mesi fa del leader libico in Italia, in occasione dell’anniversario dello scellerato Trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione tra Italia e Libia. Ricordo le centinaia di hostess a dargli il benvenuto. L’accondiscendenza al suo sogno di un’Europa tutta musulmana, i trenta cavalli berberi purosangue sbarcati a Fiumicino, gli incontri con i big dell’economia italiana, il boom di affari tra Roma e Tripoli, favorito appunto da quel Trattato. In più, come primo azionista di Unicredit, Gheddafi si era guadagnato una comoda poltrona nel salotto buono della finanza italiana. Poi, ancora, l’Eni, la Finmeccanica, le armi, le stesse che stanno uccidendo i cittadini libici che noi, per un amara ironia della sorte stiamo andando a salvare. L’epilogo di questa farsa è il ‘Ministro della Guerra’ La Russa che, gongolante, annuncia (ospite di Lucia Annunziata) l’utilizzo di otto aerei italiani già messi a disposizione della “Coalizione dei Volontari” (nome che incautamente rievoca quella attiva in Iraq). L’Italia dei Valori ha sostenuto e sosterrà, in Parlamento, la Risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu perché siamo dalla parte del popolo libico e non del dittatore che lo sta massacrando, ma come Partito non possiamo non denunciare questo assurdo modus operandi, non possiamo non denunciare le contraddizioni intrinseche al Governo, evidenziate dallo stesso atteggiamento assunto dalla Lega. I documenti votati alla Camera e al Senato erano parziali ed ipocriti, mentre quelli presentati dal nostro Gruppo sottolineavo la necessità della revoca dello scellerato Trattato di amicizia e l’egida di Onu e Nato (a protezione del territorio nazionale) prima di assumere un ‘ruolo attivo’. Le argomentazioni per cui il trattato sarebbe superato de jure sono risibili, al di là del diritto serve una presa di posizione politico-istituzionale ed è quella che, appunto, avevamo proposto. Ricordiamoci che il Trattato, all’articolo 4, afferma che “l’Italia non userà, né permetterà l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia e la Libia non userà, né permetterà l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro l’Italia”. Mentre all’articolo 5 si precisa che “le parti definiscono in modo pacifico le controversie che potrebbero insorgere tra di loro, favorendo l’adozione di soluzioni giuste ed eque, in modo da non pregiudicare la pace e la sicurezza regionale ed internazionale”. L’Italia dei Valori è disponibile – ripetiamolo – a sostenere qualsiasi iniziativa che, sotto l’egida dell’Onu, sia volta a tutelare le popolazioni civili dalle rappresaglie di Gheddafi, ma è davvero questo il compito affidato all’impegno diretto dei nostri militari in azioni di guerra? Si tratta di una questione delicata, che va gestita collegialmente e responsabilmente. La priorità è, adesso, quella di convocare subito le Camere per revocare l’indecente patto stretto da Berlusconi e Gheddafi, tenendo sempre ben impresso che l’art. 11 della Costituzione prevede le operazioni di polizia internazionale, ma ci ricorda anche che “l’Italia ripudia la guerra”. Personalmente non scommeterei un euro sugli intenti umanitari dell’amico Nicolas Sarkozy e di David Cameron…
gente che campa solo di apparenza2011-02-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558591Vorrei ringraziare pubblicamente il Sindaco Renzi che – con suo il belato stridulo dagli studi radiofonici di “Un giorno da pecora” – ha rilanciato l’immagine dell’Italia dei Valori. Per il primo cittadino, infatti, Italia dei Valori sarebbe soltanto “gente che non campa senza Berlusconi”. A parte il fatto che, in campagna elettorale, non la pensasse proprio così, oggi il Sindaco dovrebbe ricordarsi – almeno ogni tanto – che il suo mestiere è (dovrebbe essere) un altro. Ovvero occuparsi di Firenze, raccontarci dei problemi e delle soluzioni messe in campo per la città. Invece, quando il rumore delle sue dichiarazioni qualunquiste non copre il vuoto pneumatico di sottofondo, ci ritroviamo sempre ad ascoltare degli ops. ‘Ops’ la neve, ‘ops’ la Tav, ‘ops’ la città più inquinata d’Italia, ‘ops’ non ci sono fondi per la cultura, ‘ops’ serve la tassa di scopo, ‘ops’ il Multiplex, ‘ops’ l’aeroporto e così via, di dimenticanza in correzione, senza che ancora Firenze abbia capito dove viene portata, dove sia il cambiamento del grande rottamatore, dove finisce il marketing e dove, invece, inizia la politica, quella vera, di iniziative e progetti, non di interviste e kermesse.
Non tutte le soluzioni si trovano sull’uscio di Arcore, anzi! Mi sia dunque permesso un consiglio: la smetta, Matteo Renzi, di auspicare l’assoluzione del Presidente del Consiglio e guardi un po’ più nei pressi di casa sua. Nel suo partito come nella famiglia del centrosinistra. Troverà senz’altro terreno fertile d’idee e iniziative che vanno al di là del mero apparire.
E, se proprio deve dar fiato alle trombe, abbandoni la vuota demagogia anti-Idv. Noi di Italia dei Valori, e’ vero, siamo stati i primi e più fieri antiberlusconiani, e lo rivendichiamo con fierezza! E possiamo anche spiegare anche il perché al caro Sindaco. Perché da più di un anno abbiamo stilato un programma chiaro e preciso su come intendiamo superarlo, il berlusconismo, a livello nazionale, e perché a livello locale stiamo promuovendo politiche serie, coerenti e, soprattutto, vicine ai bisogni dei cittadini (la querelle cinema, l’urbanistica, la riforma elettorale regionale, l’abolizione dei vitalizi, il testamento biologico, solo per citare i casi di più stretta attualità), senza bisogno di aspettare la riscossione di un obolo o di una poltrona da chicchessia né tantomeno di ricorrere a quell’equilibrismo dialettico e politico con il quale il fan di Arcore cerca di rendersi protagonista.
Peccato! Non si accorge nemmeno che, a percorrere un cammino già tracciato da altri, non sarà mai un numero uno.
considerate se questo è un uomo...2011-02-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558239Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici
Considerate se questo è un uomo…
Così Primo Levi, parlando della sua terribile esperienza nel campo di sterminio di Auschwiz, così noi oggi, attoniti e sgomenti dinanzi all’ennesima tragedia che ha investito la comunità Rom della capitale.
Qualcun altro (Tiziana Moiolo, Fli, ex deputato, ex Assessore al Sociale del Comune di Milano), invece, ha preferito, all’indomani di una tragedia che non dovrebbe avere colore politico, abbandonarsi ai luoghi comuni, o alle offese, sentenziando che “è più facile educare un cane che un bambino rom” perché, per lo meno, i cani “se li educhi dopo non fanno pipì sui muri”.
Attoniti e sgomenti, appunto.
Domenica sera, quattro bambini di quattro, cinque, otto e undici anni, sono morti in un rogo nella loro “casa” di miseria e lamiere nel campo abusivo di Via Appia Nuova. Volevano scaldarsi, mentre la madre era fuori a cercar cena.Alle 21 di sera, mentre migliaia di altri loro coetanei italiani sedevano attorno a un tavolo con i loro papà e le loro mamme, quattro creature sono morte bruciate vive, probabilmente a causa di un tizzone partito dall’unica fonte di riscaldamento della baracca: un braciere. L’alternativa, ironia della sorte, sarebbe potuta essere morire di freddo.Ci sono padri e madri che dopo la cena portano i figli a letto, sotto calde lenzuola, e dandogli il bacio della buona notte sentono il dolce profumo della candida pelle dei bimbi. Ci sono padri e madri che sono costretti a lasciare quattro piccolissimi bambini da soli, per andare ad acquistare la cena a un fast food, e al ritorno si riempiono le narici con l’odore dei loro corpi carbonizzati.Ieri era il momento della tristezza e del dolore. Oggi però è arrivato il momento di attivarsi affinché queste atrocità non succedano più. Ieri mattina ho partecipato a una conferenza stampa convocata dalla Federazione Romanì, a Roma, dove è emerso un dato che deve servire alla nostra riflessione, insieme all’assunzione di responsabilità. In quella sede è stato detto e dichiarato autorevolmente che, mentre da anni si discute del piano nomadi – espressione tra l’altro sbagliata, perché ormai molti di questi nomadi non sono più tali, ma sono residenti e stanziali e molti bambini frequentano le stesse nostre scuole – sono stati spesi negli ultimi anni 20 milioni di euro, che anziché andare a risanare questi campi e a creare strutture abitative e ricettive, sono stati spesi soltanto per le telecamere e la vigilanza. Inoltre, mentre il Sindaco capitolino Gianni Alemanno reclama 30 milioni di euro per mettere in sicurezza tutti i campi abusivi di Roma, il Ministro degli Interni, con una nota, ha reso noto che il Viminale ha già stanziato 60 milioni di euro per l’emergenza Rom in Italia, un terzo dei quali destinati alla Capitale. Insomma, un continuo tirar di giacchette, di reciproche accuse, di rimbalzi para-istituzionali, mentre dei bambini, degli innocenti (com’era già successo a Roma qualche mese fa, ed anche a Livorno) continuano a morire sotto i nostri occhi.Ecco perché, in Aula a Montecitorio, ho parlato e parlo “di vittime delle nostre paure e della nostra indifferenza”. Ecco perché, come Italia dei Valori, continuiamo a ripetere senza stancarci che quella delle destre e della Lega, in particolare, in materia di sicurezza e immigrazione, è un politica vuota fatta di slogan, di propaganda, di mezze verità. Come se sparare ai disperati sui barconi potesse sanare il problema immigrati, come se lasciar bruciare i Rom nelle loro baracche, sotto gli occhi vigili delle telecamere di sorveglianza, rendesse più sicuri, e sereni, gli abitanti delle nostre città. Gli ‘altri’ abitanti, quelli che la sera hanno la fortuna di poter mettere a letto i bimbi tra lenzuola calde, dopo il Carosello, si sarebbe detto una volta.Non serve la repressione, non serve la propaganda. Serve la volontà politica, e umana, di investire queste risorse – che paiono ingenti – in programmi d’inclusione sociale, di inserimento scolastico e lavorativo. Occorre garantire a tutti, anche ai Rom, ormai stanziali da tempo nella penisola e non più raminghi, quei diritti universali dei quali siamo soliti fregiarci nei confronti del mondo: istruzione, educazione civile, casa e lavoro. Per il bene delle comunità Romanì, dei cittadini italiani… e della sicurezza di entrambi. Per evitare, soprattutto, che qualcuno, nel XXI secolo, possa continuare a paragonare le persone alle bestie. Altrimenti, davvero, parafrasando Levi, considerate se questi sono uomini…
A proposito di Multisale. La valenza culturale e la ragion d’essere del cinema2011-02-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558238Nei giorni scorsi, anche nelle cronache locali massesi, è emerso, non senza qualche contraddizione, il tema della realizzazione di una Multisala nell’area ex Dalmine. A tal proposito, a chi mi ha chiesto un parere o un’opinione, ho ribadito le posizioni e l’azione che, come Partito – grazie anche all’impegno del nostro Assessore regionale, Cristina Scaletti – stiamo portando avanti in tutta la Toscana su “l’affaire cinéma”.
Il punto di partenza del nostro agire, come Italia dei Valori, è la volontà di valorizzare – e difendere il più possibile – la valenza culturale che è genesi e ragion d’essere del cinema, e che non può essere piegata soltanto a interessi economici e commerciali particolari.
Per questo, ci stiamo battendo, a tutti i livelli, anche scontrandoci con agguerriti poteri forti (di destra come di sinistra), affinché sia reintrodotto nella legislazione il parametro della distanza e vengano tutelate tutte quelle piccole e grandi sale che proiettano in Toscana. Il cinema, infatti, rappresenta un pezzo della memoria storica e artistica di una comunità e, dunque, siamo convinti che ne debbano essere preservate le forme espressive peculiari, quali i cinema di quartiere e le produzioni d’essai. Le multisala rientrano, invece, in una logica di differenziazione dell’offerta e di appeal per il grande pubblico, che non deve essere demonizzata, certo, ma neppure rivenduta come modello unico in nome della mera logica del profitto.
È una questione, questa, scottante per l’interland fiorentino, già saturo di cinema (modello Usa) che minacciano la sopravvivenza di numerose sale storiche della città, ma che può rappresentare un valido spunto di riflessione anche per tutte quelle realtà in cui è in cantiere la realizzazione di un Multisala.
Nel caso specifico della nostra città, appunto, due cinema – per un totale di tre sale, quattro se si considera anche Marina di Massa – non rappresentano certo la saturazione dell’offerta. La vicenda del Multisala previsto in area industriale, nelle ex palazzine degli uffici Dalmine adiacenti alle costruzioni Olidor, sta però accendendo il dibattito intorno alla città, al suo futuro, alla parte storica e alla sua valorizzazione. Per due ordini di motivi. Innanzi tutto, per il contrasto in seno alla stessa Amministrazione comunale suilla portata di questo investimento. Basti pensare che, soltanto poche settimane fa, l’Assessore all’Urbanistica, Martina Nardi, parlava senza mezzi di termini di una “speculazione urbanistica”, mentre il suo collega, Assessore al Commercio, Luigi Della Pina, si prodigava nel difendere a spada tratta il progetto. Contraddizioni gravi, che la Giunta Pucci non può pensare di scaricare o sottacere, ma delle quali deve affrettarsi a dare una risposta chiara ai cittadini.
La seconda questione, indirettamente correlata alla prima, riguarda invece la collocazione stessa del Multisala, che andrà a “occupare” un’area industriale che doveva essere destinata alla produzione e non alla redistribuzione del reddito. Problema non secondario, dunque, in un’area che da sempre vive una vera e propria piaga occupazionale (come insegnano le odierne vicende Eaton e Nca e, ieri, quelle della Dalmine e della Olivetti) e che è più che mai assetata di risposte, progetti e strategie per ricollocare, da un lato, le centinaia di lavoratori sospesi tra la Cig e il licenziamento e, dall’altro, per offrire un’opportunità d’inserimento alle giovani generazioni sempre più in fuga dalle terre apuane. E che, certamente, non torneranno solo per gustarsi l’ultimo cinepanettone.
Egitto: Frattini traccheggia ancora una volta, come per la Tunisia2011-02-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558240Partendo dal fondo, dico subito: Mubarak se ne deve andare. Lo ho sentito ripetere in Aula, ma non mi pare di averlo sentito nelle parole del Ministro degli affari esteri, il quale ancora una volta traccheggia.
È la stessa situazione che si è determinata in Tunisia: c’è voluta prima la fuga di Ben Ali e poi vi è stato il timido sostegno all’inevitabile processo di transizione democratica, dopo aver sostanzialmente auspicato che la situazione tenesse, invece che precipitare.
Stiamo facendo più o meno la stessa cosa: il Ministro è venuto qui a raccontarci dei suoi incontri, delle sue telefonate, ma sostanzialmente ci ha detto che lui risponde positivamente a quella che è la domanda che gli è venuta dal vice di Mubarak, Suleiman, che gli ha chiesto un sostegno alla road map. Questo significa «no» al vuoto di potere, «no» alla guerra civile e «sì» ad un accordo politico per le riforme, il che vuol dire tutto e il contrario di tutto.
Ho già avuto modo di dirlo una settimana fa, quando una prima informativa al Parlamento è venuta dal sottosegretario Craxi – allora però c’era un elemento che poteva giustificare, perché le questioni erano in movimento, era soltanto questione di ore – e risultava soltanto una vera e propria informativa, senza un’analisi, una proposta o una presa di posizione. Stamattina, invece, il Ministro ancora una volta rifugge dall’analisi, dalle cause, dagli sviluppi, dai rischi, dalle ricadute.
Capisco perfettamente quanto sia difficile rispondere alla domanda sul cosa fare. A questa domanda al momento non sa rispondere nessuno. Non sa rispondere Obama, non sa rispondere Netanyahu, non sa rispondere la Merkel, non sa rispondere Sarkozy. Non pretendo che risponda il Ministro degli affari esteri italiano, ma pretendo almeno uno sforzo per capire e per far capire al Parlamento e all’Italia che cosa è successo in quel Paese, che cosa sta succedendo, come e perché.
Basta aprire il Corriere della Sera oggi e vedere due pagine dedicate all’intero mondo arabo in ebollizione, a tutto quello che sta avvenendo nella sponda sud del Mediterraneo, mentre questo Ministero non vi ha fatto il minimo riferimento. Siamo in presenza di una polveriera che sta per esplodere e Frattini, oggi in Aula, non ha fatto un minimo riferimento a quelle che possono essere le ricadute, non un accenno alle difficoltà, al balbettio, alle contraddizioni della diplomazia americana, non un riferimento ai timori di Israele, non un riferimento alle prese di posizione dell’Iran, e non ha fatto un riferimento a quella che può essere la deriva fondamentalista, se non esprimere una preoccupazione: bisogna scongiurare una deriva fondamentalista. Bella forza!
Un riferimento al ruolo dell’Unione europea serve per dire che cosa? Che bisogna provare a proporre un progetto Erasmus per i giovani egiziani? Ma di cosa stiamo parlando? Gli «effetti annuncio» possono ancora risultare utili in questo nostro Paese, ma non certamente in Egitto. Siamo seri! Il Ministro ha voluto riconoscere che sono stati compiuti degli errori, bontà sua. Ma qui gli errori sono due, o meglio uno: o il suo ruolo è deficitario per quanto riguarda gli analisti alla Farnesina, oppure è deficitario per quanto riguarda le prese di posizione politiche.
Allora, pur condividendo la necessità che si porti avanti una transizione democratica, voglio sperare che vi sia un qualche segnale di più netto nelle prese di posizione italiane. Il riferimento non può essere alla Commissione di Venezia del Consiglio di Europa, di cui appunto l’Egitto non fa parte.
Vanno bene, è chiaro, la democrazia, i diritti umani e i primati del diritto, ma per quanto riguarda il Patto europeo per la sponda sud del Mediterraneo e una riunione che si farà ad aprile, si rende conto dell’inadeguatezza?
Il fatto è che lì i morsi della crisi internazionale hanno fatto sollevare le popolazioni, che hanno sopportato le dittature e la corruzione, ma non sopportano più la fame. È lo stesso motivo per cui sarete travolti voi: potete imporre il regime mediatico, potete continuare in un mondo di corruzione, ma il 29 per cento dei cittadini, i giovani disoccupati italiani, vi presenteranno presto il conto, così come le famiglie che hanno visto ritornare il potere d’acquisto in Italia indietro di 15 anni decreto flussi. uno su mille ce la fa....2011-02-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558241Il Decreto Flussi ha oggi mostrato, per chi non lo avesse ancora capito, di essere una boiata pazzesca. Oltre 303mila domande di assunzione di lavoratori stranieri sono arrivate al “cervellone” (probabilmente l’unico) del Viminale dalle 8 alle 18 nel primo click day, quello dedicato ai Paesi con cui l’Italia ha accordi di collaborazione in materia migratoria.
Soltanto in Toscana sono state più di 17mila le domande arrivate: la maggior parte dalla provincia di Firenze, seguita da Prato. Nella nostra regione, molti si sono rivolti agli sportelli dei sindacati confederati (Cgil, Cisl e Uil), la maggior parte si sono arrangiati, in una vera e propria corsa contro il tempo.I posti messi a disposizione dal Decreto Flussi erano, però, soltanto 52.080. Questo significa che oltre 250mila richieste cadranno nel vuoto. Le prime 100mila domande sono arrivate nei primissimi secondi di avvio delle procedure poiché il sistema prevede che la graduatoria si formi in base alla priorità di arrivo. La maggior parte delle richieste (circa 215mila) ha riguardato colf e badanti, il resto ha interessato lavoro subordinato.
Il calvario di datori di lavoro e aspiranti lavoratori però è solo all’inizio: il lungo iter di distribuzione territoriale e valutazione delle richieste durerà diversi mesi. Il fortunato lavoratore che rientra nella lista dei 52mila dovrà andare nella rappresentanza diplomatica italiana del suo Paese a ritirare il visto per entrare in Italia e avere il permesso di soggiorno. E intanto la polemica impazza sul web e sui siti degli addetti ai lavori, nel più totale disinteresse dei media, sicuramente più interessati alle compagnie notturne del povero Marrazzo, che per un battito d’ali è riuscito a rubar la scena al suo dirimpettaio di scorribande, Mister B.
Il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, in una dichiarazione rilasciata all’Ansa, afferma che il Decreto Flussi è un sistema desueto, non più consono alla realtà, sottolineando l’ovvio bisogno di avere la possibilità di ingresso legale nel nostro Paese aperta tutto l’anno con modalità non da “lotteria”, permettendo l’incontro tra domanda e offerta. Le Acli avevano infatti proposto il permesso di soggiorno per ricerca di lavoro, ma sono svariate le soluzioni che permetterebbero un notevole abbassamento della irregolarità e della clandestinità. Se solo si avesse la voglia e l’interesse di ascoltare, di instaurare un tavolo di concertazione con la società civile, le associazioni, i patronati, che in questi giorni hanno accompagnato migliaia di persone, italiane e straniere, nell’affrontare il Decreto Flussi. Questi protagonisti, quelli che meglio sanno di cosa stiamo parlando, sono ormai esclusi da luoghi di confronto e di proposta.
Molto ci sarebbe da dire anche sulla procedura elettronica, indicata come esclusiva per la presentazione delle domande, che a dire degli addetti ai lavori ha causato molti problemi: molti si sono rivolti alle Camere del Lavoro, o ai Sindacati, appunto, nei vari dipartimenti immigrazione che hanno attivato il servizio di assistenza.
Va considerato inoltre che pochi sono coloro che hanno a disposizione a casa un computer e una linea internet veloce, così i più sono stati costretti a rivolgersi agli internet point, che hanno speculato e chiesto cifre esorbitanti per la connessione durante queste giornate.
Insomma, alla roulette russa – con in mano, al posto della pistola, un mouse – o, per restare in Italia e al prossimo Festival di Sanremo: “Uno su mille ce la fa…”
CIAO MAMMA, STASERA ESCORT2011-01-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558242Il 13 febbraio tutti a Milano a manifestare il nostro sdegno e il nostro dissenso.
Il Presidente del Consiglio, come noto, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Milano con l’accusa di avere avuto rapporti sessuali a pagamento con la ballerina marocchina (all’epoca minorenne) Ruby (e non solo) e di aver abusato della sua posizione per ottenere dalla Questura meneghina il rilascio della ragazza, fermata per furto, e l’affido a Nicole Minetti. Pochi minuti fa l’Agenzia Reuters ha reso noto che la Procura presenterà questa settimana la richiesta di giudizio immediato per il Premier, indagato per concussione e prostituzione minorile.
Per Berlusconi, la richiesta di giudizio immediato – un rito ai cui i Pm ricorrono quando ritengono di avere l’evidenza della prova – era infatti attesa entro tre settimane dall’invito a comparire, che il Premier ha ricevuto lo scorso 14 gennaio.
Che B. fosse un frequentatore di minorenni – o, più in generale, di signorine disponibili – era oramai dato assodato: ricordiamo tutti bene le tristi dichiarazioni di Veronica Lario all’indomani della sua visita alla festa del diciottesimo compleanno di Noemi Letizia. In quei giorni, con un Paese concentrato sull’emergenza rifiuti a Napoli, il Presidente del Consiglio, con volo di Stato, si era recato sul territorio, non per affrontare con il fido Bertolaso la questione napoletana, bensì per incontrarsi in quel di Casoria con l’avvenente neo-maggiorenne alla quale aveva portato come cadeau un collier firmato Damiani. Un diamante è per sempre, del resto.
Dalla vicenda mister B. ne era uscito alquanto a pezzi, con tanto di lettera di separazione firmata dalla consorte che a La Repubblica confessava di non poter stare con uno che frequenta le minorenni. Oscuro presagio…
Da questo momento in poi il nostro arzillo bontempone di un Presidente ci ha davvero mostrato il peggio: da Patrizia D’Addario ai festini nelle sue ville, alle escort a Palazzo Grazioli, passando per le accompagnatrici del G8 e il total body di Topolanek. Quisquilie.
Con il Ruby-gate si è davvero passato il segno: rappresenta infatti, in tutta la sua drammaticità, l’evidenza manifesta del disagio psichico in cui versa quest’uomo. Le intercettazioni telefoniche fanno di lui una macchietta carnascialesca, indegna di rappresentare questo Paese, alla mercé del ricatto interessato della sua corte di lacché e cortigiane. La stampa estera s’interroga perplessa su come si sia potuto giungere a tanto, mentre quella nostrana – salvo rare eccezioni – troppo spesso si dimostra più simile a una stampa di regime, con il trio Masi-Minzolini-Signorini, nelle vesti del Winston Smith di orwelliana memoria, intenti rispettivamente a prevenire, censurare e riscrivere la realtà dei fatti affinché l’opinione pubblica non venga informata di quello che sta accadendo, dei testi delle intercettazioni in cui la Consigliera Regionale Minetti da del “culo flaccido” al Premier e minaccia di “farlo cagare sotto”.
Uno spettacolo davvero di quart’ordine per il Re della comunicazione, delle vicende fin troppo torbide per un Presidente del Consiglio. E’ arrivata l’ora che sua Emittenza si dimetta, per il bene e la credibilità del Paese.
Per questo, per continuare a combattere l’oscurantismo autoritario di questo regime e continuare a credere in un futuro diverso per il nostro Paese, il 13 febbraio IDV Toscana sarà a Milano, davanti alla Procura, insieme a Marco Travaglio e Michele Santoro, Costituzione alla mano, per continuare a gridare: “Berlusconi dimettitiIntervento alla Camera sulla questione Egiziana2011-01-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558245Signor Presidente, mi rendo conto della difficoltà a dare informazioni. L’espressione stessa «informativa al Parlamento» risente di una tradizione, permettetemi di dire, di una cultura o, ancora meglio, di un’epoca in cui il Parlamento doveva attendere magari per giorni prima di poter essere messo in condizione di conoscere i fatti.
Oggi che viviamo nell’era dell’informatizzazione di massa e delle comunicazioni in tempo reale devo dire che, pur comprendendo tutte le difficoltà, quanto ci è stato relazionato è poco più di quello che ciascuno di noi ha potuto leggere questa mattina sui giornali. Avrei quindi preferito uno sforzo maggiore, oltre che in termini informativi, anche per fornire qualche elemento e qualche valutazione di analisi che sicuramente gli uffici del Ministero sono in grado di fornire.
Infatti, venire qui stamattina e parlare esclusivamente di quelle che sono state le manifestazioni di ieri in Egitto è certamente importante. Si tratta di uno dei più grandi Paesi, se non il più grande, del Medio Oriente, con 80 milioni di abitanti.
I giornali questa mattina sottolineano come il 50 per cento di questi 80 milioni di egiziani siano poveri e analfabeti. Mi permetto di ricordare che sono soprattutto giovani. L’età media degli egiziani è bassissima; sono giovani, forti, hanno energia e voglia di crescere, vogliono farlo in libertà e quindi è una realtà vitale e pulsante, ma l’Egitto non è soltanto questo.
L’Egitto è stato in tutti questi anni in una situazione di difficoltà, di regime, di autoritarismo e anche di povertà. È stato però un interlocutore importante per tutto l’Occidente, soprattutto per quanto riguarda la stabilità dell’area mediorientale, per il ruolo che ha svolto come interlocutore arabo nella vicenda che vede contrapposti israeliani e palestinesi. Allora come non fare un panorama più generale sull’area del Mediterraneo? Infatti, ciò che è avvenuto ieri in Egitto è successo in Algeria, in Tunisia, sta succedendo in Albania, ci sono manifestazioni in Libano dove si è appena…
Una situazione difficile, in ebollizione in tutto l’arco del Mediterraneo, che deve richiamare la nostra attenzione. Parlo della centralità dell’Egitto perché – lo ripeto – è stato un nostro interlocutore, perché è una grande realtà laica all’interno del mondo arabo e quindi noi dobbiamo davvero essere capaci di leggere e non si può dare una risposta soltanto con un riferimento all’eventuale simpatia – lo dico tra virgolette – con quello che è successo in Tunisia.
Vi è qualcosa di più profondo che sta muovendo questi giovani che protestano – lo ripeto – per la povertà e la corruzione. Anche quei Paesi magari riescono a sopportare la corruzione, come si sopporta anche nel nostro Paese, ma non si sopporta più la povertà. Quindi, come non fare un’analisi alla crisi internazionale. Noi, come Paese industrializzato e avanzato, come uno dei Paesi ricchi dell’Occidente abbiamo risentito della crisi economica. Tutti i Paesi industrializzati hanno risentito della crisi economica di questi anni, ma oggi questa crisi sta mordendo le carni di intere popolazioni e da qui la rivolta, la ribellione, la richiesta di pane ma soprattutto di democrazia, perché la democrazia si accompagna sempre alle possibilità di sviluppo. In più nella situazione egiziana vi è un passaggio che non mi sembra sia stato colto…
Si tratta del fatto che tutto nasce dalla strage di Natale dei cristiani copti ad Alessandria. Ne abbiamo parlato qui, in quest’Aula, quando ci siamo preoccupati della strage dei cristiani nel mondo, ma in maniera particolare di quello che era successo ad Alessandria. Credo che davvero non si possa riflettere di quello che sta accadendo, non di quello che è accaduto ieri, senza tenere ciò in considerazione. Anche in queste ore in Tunisia ci sono nuove manifestazioni, è stato chiuso Twitter in Egitto, è del tutto evidente che vi è una situazione in ebollizione – come ho detto – e questo deve meritare tutta la nostra attenzione, come Paese, ma anche chiamando alla stessa attenzione e vigilanza gli organismi europei.