Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Giuseppe FIORONIhttps://www.openpolis.it/2010-12-28T00:00:00ZFiat: si all'accordo di Pomigliano2010-12-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it549028L’ ex popolare Beppe Fioroni sostiene che ”un partito riformatore deve avere il coraggio di guardare avanti”.
“Quell’accordo – sostiene Fioroni – è frutto del lavoro di imprese e sindacati e spetta alla politica avere il coraggio di affrontare le nuove sfide, indicare le nuove frontiere dei diritti dei lavoratori”«Subito col terzo polo» - INTERVISTA2010-08-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it504018<br />
L'ombra di un voto ora appare piu concreta e nel Pd non tutto va liscio. Dal terzo Polo arrivano le sirene di Rutelli che invita a lasciare Di Pietro per un progetto moderato e gli ex popolari come Giuseppe Fioroni
sembrano aprire a questa nuova fase.
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<b>Intanto non tutti siete d'accordo per un governo
di transizione</b>
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«Berlusconi e Bossi sono Braccio di Ferro, le elezioni
gli spinaci. Per ritrovare vigore devono piombare in
campagne elettorali permanenti. Bossi preferisce andare alle elezioni con il federalismo che non c'è perchè,
quando ci sarà, gli italiani si renderanno conto che senza
soldi è una presa per i
fondelli».
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<b>Ma il Pdl insiste: non ci sono alternative a questa maggioranza.</b>
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«L'interesse del paese non è questo. Ci dicono: avete
paura del voto, ma la paura ce l'hanno gli italiani, con le
incertezze sul loro futuro. Dalla politica cercano delle risposte ma trovano solo qualcuno che ai problemi del
paese antepone un tornaconto personale. L'economia comincia
a mandare timidi segnali di ripresa, Bossi e Berlusconi credono che dureranno a lungo? E' irresponsabile
parlare di voto anticipato»
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<b>Però anche nel Pd l'area di chi vuole andare a votare sta crescendo.</b>
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«Si vede che la sindrome di Braccio di ferro è contagiosa. Per chi fa politica la battaglia carica sempre di motivazioni ma non dobbiamo farci tirare dentro questo meccanismo»
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<b>Il voto su Caliendo ha segnato una novità. Al Centro, sta succedendo qualcosa?</b>
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«Due cose. Primo un pezzo
della maggioranza di destra
si è avvicinata alle opposizioni di centro. Secondo hanno votato insieme Fini Casini e
Rutelli e questo è politicamente rilevante. Poi se son
rose fioriranno, devono passare dalle prove tecniche a
un progetto».
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<b>Può essere piu esplicito?</b>
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Rutelli chiama il PD e dice: quale terzo polo, noi
puntiamo a diventare il primo polo, scegliete tra noi e Di Pietro ....
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«In questo paese per vincere occorre mettere in piedi
una coalizione che oltre al Pd coinvolga i moderati, eviti il profilo della gioiosa macchina da guerra. E allora occorre
individuare un presidente del consiglio che vada
oltre i soggetti politici»
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Sta pensando anche lei al governatore Mario Draghi?</b>
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«Non partecipo a questi giochi dico che ho in mente
il modello Prodi Andreatta.
Se vogliamo ambire al primo polo dobbiamo saper parlare
all'Italia laboriosa. Ci vuole qualcuno che quel mondo lo
sappia interpretare e rassicurare. Quindi Casini e Fini
debbono fare un passo indietro»
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<b>Berlusconi ai suoi ha detto che si lavora anche ad agosto Voi andate in vacanza?</b>
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«La cosa più importante in politica è stare in mezzo alla
gente a misurare la proposta. Noi abbiamo questa
straordinaria opportunità delle Feste Democratiche e
non dobbiamo perderla. Se il Pd frequenta meno salotti e
talk show e coglie queste occasioni, cresciamo anche nei
consensi».<br />
«Aborto, Berlusconi ha mentito ai cattolici» - INTERVISTA2009-09-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417869<br />
«Il problema non è l’indagine conoscitiva ma Berlusconi e le sue bugie al mondo cattolico. Parliamo di uno strumento che non è fatto per decidere ma documentarsi. Le decisioni spettano ad altri, che le hanno già prese. È l’ennesima strumentalizzazione del nulla»: Giuseppe Fioroni, cattolico del Pd, sostenitore di Franceschini, getta acqua sul fuoco. Ma poi attacca Bersani - «no alla coscienza collettiva» - e Rutelli: «Le maggioranze di governo non si cercano sulla vita e la morte».
<p> <b>Su quel nulla il Pd si sta dividendo.</b>
<p> «Un’indagine conoscitiva è lo strumento con cui il parlamento acquisisce conoscenze su temi complessi, ma nessuna indagine può incidere su competenze che sono, a livello nazionale e internazionale, esclusivamente di altri organismi. Per questo fare una tempesta in un bicchier d’acqua significa solo fare un favore ad una maggioranza e ad un governo che ancora una volta hanno mentito e promesso ciò che non potevano promettere».
<p> <b>A cosa si riferisce?</b>
<p> «Il parlamento non può fare ricette e prescrivere farmaci. Questo, in tutti i paesi civili, spetta agli organismi tecnico-scientifici ed infine al ministero della Sanità. Berlusconi e il governo hanno detto bugie e fatto promesse al mondo cattolico, sul non utilizzo della Ru486, che non potevano fare. Il problema dunque riguarda chi ha detto bugie e pone un interrogativo a tutti coloro che ancora una volta si sono fidati».
<p> <b>Sarà pure colpa del governo. Ma il Pd sul tema ha i nervi scoperti.</b>
<p> «Su temi come la biopolitica si deve realizzare un virtuoso connubio tra senso del limite della politica e responsabilità di chi deve decidere. Sapendo che è meglio avere dubbi e riflettere, che vivere di finte certezze».
<p> <b>Franceschini ha detto che si discute e ci si divide, ma alla fine, si decide: si vota e la libertà di coscienza copre il disagio che chi non si riconosce nella maggioranza...</b>
<p>«Su temi di cui è difficile anche fare l’agenda, alla quale il progresso della scienza e della tecnica aggiunge ogni giorno nuovi temi, un partito deve avere la propria opinione. Ma è anche vero che nessun partito può pretendere che con la tessera si acquisisca un pensiero unico su di essi. Quelli in cui il partito decideva per tutti sono stati tempi bui. E la libertà di coscienza nasce dall’interpretazione della complessità dei nostri cittadini e dei nostri elettori che su questi temi pretendono di decidere con la propria coscienza. Già per ciascuno di noi è difficile fare i conti con la propria, figuriamoci se si può evocare la categoria della coscienza collettiva».
<p> <b>Ce l’ha con Bersani?</b>
<p> «Io discuto con Bersani perché temo, dietro il dibattito sul partito solido, che condivido, la riedizione del partito solito: un partito che vive più di ricordi, ossessionato dalla sua provenienza e quindi di ex, che dalla sfida del dove andare insieme costruendo oggi il senso della nostra storia. Il Pd non abbiamo scelto di farlo per passare la nottata ma perché abbiamo capito che le nostre storie, che amavamo profondamente, avevano perso senso e smalto agli occhi dei cittadini. È impensabile che un partito di due anni veda il proprio futuro tutto definito nel suo passato: ad un figlio di due anni non diremmo mai ”la tua vita e il tuo futuro sono nella storia dei tuoi genitori”. O di uno di loro. E ancora...».
<p> <b>Ancora a Bersani?</b>
<p> «Col congresso dobbiamo vincere la grave malattia che ci affligge da sempre, quella per cui i nostri leader non si sono dimessi spontaneamente ma spintaneamente, mandati a casa non dagli elettori ma dai nostri anticorpi. In una vocale - ”i” e non ”o” - c’è il male da debellare. Non possiamo continuare a cercare le facce giuste per i tempi difficili, per poi, tornato il sereno, veder tornare i soliti noti».
<p> <b>Bersani invoca la coscienza collettiva. Rutelli invece svia dal percorso indicato da Franceschini - discussione e voto - e cerca sui temi etici una maggioranza diversa con Casini e Fini...</b>
<p> «Le maggioranze di governo non si fanno sull’ossessione della sala parto o della rianimazione ma sui novant’anni di vita media che ogni giorno i cittadini aspettano di vivere con dignità per le scelte di chi li deve governare».<br />
Il partito non si guida con la paura del complotto - INTERVISTA2008-11-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382519<br />
«I sì siano sì e i no siano no»: è questo, secondo Giuseppe Fioroni, il solo modo per evitare il congresso e rilanciare il Pd.
<p> <b>Lingotto due: è una sfida o un passo indietro?</b><br />
«Con le elezioni in Trentino e soprattutto la manifestazione del 25 ottobre abbiamo avuto l’ennesima conferma che c’è un popolo del Pd che è più avanti di noi, un popolo in cui molti non hanno ricordi ma tanto orgoglio alimentato da una speranza: costruire il proprio futuro. Se questo è il frutto del lavoro iniziato un anno fa, che ha prodotto 12 milioni di voti, il Lingotto due è un passo in avanti».<br />
<b> L’obiettivo? Una resa dei conti interna?</b><br />
«Mantener fede ai nostro impegni e, soprattutto, non restare indietro di un passo rispetto alla nostra gente. In molti c’è l’arroganza che impedisce di porsi la domanda fondamentale: se non avessimo fatto la scelta coraggiosa del Pd, se ci fossimo proposti divisi, oggi non saremmo con i Pecoraro Scanio o i Diliberto? Non si deve essere arroganti, non si deve pensare che quei 12 milioni di voti siano in banca. Sono una opportunità. Dobbiamo proseguire sulla strada dell’innovazione. È l’unica vera sfida da intraprendere».<br />
<b> Come?</b><br />
«Bisogna fare grande chiarezza. Serve una piattaforma forte che parli al paese e dia risposte all’altezza delle sfide tremende che il Paese deve vincere. Va fatto con trasparenza, chiarezza e franchezza, i sì devono essere sì, i no devono essere no. Solo così si può creare il clima per vincere amministrative ed europee e arrivare alla scadenza naturale del congresso».<br />
<b> Da D’Alema cosa si aspetta? Marini chiede a lui e Veltroni di chiudere questa pagina di polemiche.</b><br />
«Dobbiamo discutere di politica. È riduttivo e banale parlare di vicende personali. Mi auguro che ciascuno dia fino in fondo il proprio contributo, senza retropensieri».<br />
<b> È in discussione il progetto Pd?</b><br />
«Non siamo un partito affetto dalla sindrome dell’ebreo errante, che cambia progetto, leader e dirigenti in continuazione. Siamo al punto di non ritorno e possiamo solo andare avanti. Deve esser chiaro a tutti: se ci si arena, non c’è un altro porto ma solo il naufragio. La critica è il sale della politica, ma le soluzioni ipertoniche uccidono i bambini sotto i tre anni. Noi ne abbiamo uno solo. Quindi è l’ora di elaborare il lutto e ritrovare la gioia della costruzione. Confido nella saggezza di tutti».<br />
<b> Secondo Bersani i problemi non si risolvono con appelli alla solidarietà al segretario.</b><br />
«Io non dico che va tutto bene. Dico che quel che non va, va discusso e risolto, una volta per tutte. Certo, non è possibile far finta di esser sani sperando che il malato muoia».<br />
<b> Allora c’è chi lavora a linea e leadership diverse...</b><br />
«Sono certo che ci sono spazi e disponibilità per condividere una piattaforma e una leadership espresse da milioni di cittadini. Questo va rafforzato. Il resto, mi sembra molta chiacchiera e pochi fatti».<br />
<b> C’è chi sostiene che Veltroni e D’Alema sono personalità troppo forti e dovrebbero farsi da parte per lasciar spazio ad una nuova leadership.</b><br />
«Io so che oggi al Pd servono un leader forte, una dirigenza plurale e autorevole e una proposta politica vincente. Non credo che per evitare la fatica della politica si possa puntare sulle controfigure».<br />
<b> Non è tra chi pensa che solo il congresso possa evitare l’attacco al segretario?</b> <br />
«Non si può vivere di dietrologie nè di paura in attesa di complotti. Ci vuole il coraggio dell’iniziativa e della proposta, con la schiena dritta di un segretario e di un gruppo dirigente che credono in ciò che dicono. Il coraggio vince sempre la paura. È questo il modo per andare avanti in maniera unitaria anche se non unanimistica, come accade nei partiti democratici».<br />
<b> Però c’è chi pensa che il vero atto di coraggio sia anticipare il congresso per risolvere l’eterno, irrisolto dualismo Veltroni-D’Alema.</b><br />
«La dirigenza plurale è una ricchezza per ogni partito. Bisogna saperla vivere come opportunità e potenzialità».
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«No alla deriva presidenzialista» - INTERVISTA2008-10-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it381790<br /><b>«Una battaglia propedeutica al cambio della legge anche in Italia»</b>
<p> Ormai non è più questione di dialogo o tavolo. A quello il Pd, dice Beppe Fioroni, ci ha rinunciato. «È una battaglia di democrazia», spiega il coordinatore del Partito democratico quella per mantenere le preferenze nella legge elettorale per le europee, «propedeutica per ripristinarle nella legge nazionale». È un modo per combattere, insiste, «il presidenzialismo strisciante».<br />
<b> Addirittura un salto così grande?</b> <br />
Questa odiosa norma toglie al cittadino la possibilità di scegliere l’eletto e provoca un’anomalia costituzionale perché noi viviamo in un sistema parlamentare.<br />
<b> Si spieghi meglio.</b> <br />
Noi abbiamo affidato sempre alla riforma elettorale il compito di modificare le istituzioni.
Questa ultima voluta da Berlusconi è indirizzata tutta verso il presidenzialismo e verso gli uomini del presidente.
Levando al cittadino la possibilità di scegliere l’eletto e facendo sì che l’eletto invece di rispondere all’elettore, risponda al capo del partito che lo nomina.<br />
<b> Perciò lei parla di battaglia per la democrazia?</b><br />
Certo, per questo bisogna tenere la preferenza per le europee e una soglia di sbarramento che eviti la frammentazione ma non faccia l’ultima evoluzione di un sistema presidenziale che invece di essere bipolare è bipartitico. Perciò parliamo di un 3 per cento.<br />
<b> Per Calderoli non tutti nel Pd concordano...</b><br />
La Lega è il più grande caso di camaleontismo politico: dopo aver sostenuto il modello tedesco, le preferenze e il partito del territorio, si è convertita al presidenzialismo, alla soglia di sbarramento alta e al bipartitismo.<br />
<b> Cambia qualcosa dopo la manifestazione di sabato?</b><br />
C’è un motivo in più per fare un’opposizione dura nel Paese. <br />
<b> Non pensa che qualcuno nel Pdl sia con voi?</b><br />
Di uomini liberi e forti nella maggioranza non ne vedo, anche se ci spero.
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"Il banco di prova è una nuova identità " - Intervista2008-06-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357167<br />
«Non vorrei che si critichi inseguendo solo la logica del ”levati tu che mi ci metto io”». <br />
L’ex ministro Giuseppe Fioroni, ex Margherita, rimanda al mittente le critiche di Parisi contro Veltroni: «Perché senza il Pd avremmo fatto la fine della Sinistra Arcobaleno». <br />
<b>Onorevole ma non pensa a qualche correzione nella linea politica di Veltroni? Il dialogo con il Cavaliere è fallito e con l’autunno caldo vi ritroverete tra le braccia dell’odiato popolo anti-Berlusconi.</b><br />
«Mi spaventa il fatto che in Italia quando si usa la parola dialogo si pensi all’inciucio e all’assenza di virilità politica.<br />
La guerra, gli urli, la politica gridata è di chi non è capace di reggere la sfida delle proposte di qualità. <br />
E se si scende in piazza non è solo contro qualcuno ma è per rappresentare la costruzione di un paese diverso, per la definizione di un progetto.<br />
Vogliamo una mobilitazione di italiani per difendere qualcosa per sostenere un progetto e non raggruppare tifosi e appassionati».<br />
<b> Il suo partito sembra dilaniato ogni giorno da una nuove tensioni.</b> <br />
«Il Pd è stato costruito in poco tempo: in otto mesi siamo passati dalle primarie alla crisi di governo sino alle elezioni.<br />
Noi non siamo un partito che esiste da anni eppure abbiamo dovuto correre i cento metri contro velocisti di mestiere.<br />
Ci serve il fiato per costruire un passo da maratoneta e definire in maniera compiuta il nostro profilo, la nostra identità.<br />
E poi il radicamento sul territorio da completare. <br />
Tutti percorsi interrotti dalla campagna elettorale. <br />
Comunque in giro vedo solo tanti smemorati che non si pongono mai un problema: senza il Pd oggi Ds e Margherita si sarebbero trovati come la sinistra radicale. Nel burrone».<br />
<b> Le critiche del suo collega Parisi sono molto dure.<br />
Cita anche la mancanza di un’analisi della sconfitta in Sicilia e scarsa affluenza all’assemblea.</b><br />
«Io giro la nostra base e la vedo che ha voglia di mettersi in movimento ma è spaesata da una serie di litigiosità di dirigenti che non riesce a capire.<br />
Sulle elezioni sono realista: nessun sano di mente può pensare che in Sicilia, dove abbiamo perso in maniera drammatica, ci potesse essere una rivincita.<br />
E chi pensa certe cose, forse, ha altri interessi».<br />
<b> E sulle assenze?</b><br />
«Su 2800 delegati sono state sempre fisiologiche e per questo nello statuto non è stato deciso il numero legale altrimenti non ci si sarebbe mai riuniti.<br />
E poi i membri dell’assemblea non sono funzionari di partito ma gente che vive del proprio lavoro e che viene a proprie spese.<br />
E molti non possono assentarsi.<br />
E se il professor Parisi non lo rammenta, mi preoccupa».<br />
<b> Voi cattolici sembrate avere poca visibilità nel Pd. E D’Alema vorrebbe costruire un asse con Casini.</b><br />
«Perché non chiedete mai in che riserva indiana sono stati relegati i cattolici del Pdl?<br />
Detto questo a D’Alema ribadisco, senza peli sulla lingua, che noi non abbiamo problemi sulle alleanze ma a patto che ci sia condivisione su valori e programmi.<br />
Ma se definiamo la politica per schemi e formule non vorrei che ci si allei a sinistra e centro per poi dire che il Pd è una formazione socialdemocratica perché è uno schema datato e superato dalla storia.<br />
E poi sulle alleanze costruite contro qualcuno si corre il rischio di mettere in piedi coalizioni dove ognuno nei tg di pranzo e della sera fa la passerella del tutto contro tutti.<br />
Se gli italiani rivedono queste scene ci prendono a pedate nel sedere». <br />
D'Alema sbaglia, dà giudizi da vecchio Pci. - Intervista2008-05-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it356153<br />
<b>Onorevole Giuseppe Fioroni, ha saputo del seminario di Italianieuropei?</b><br />
«E’ sicuramente lodevole l’iniziativa di Massimo D’Alema di riflettere sul ruolo della religione nella vita democratica dei nostri Paesi».<br />
<b>Lei, che rappresenta la maggioranza dei cattolici democratici del Pd, trova "lodevole" anche la denuncia di un patto tra la destra e la Chiesa?</b> <br />
«Chi dice questo vive in un altro mondo, o vuole buttarla in caciara o non ha capito la mutazione genetica di Berlusconi. Vorrei non sfuggisse a nessuno che il leader del Pdl si è alleato con la Lega, un partito che allontana dai valori fondamentali della tradizione cattolica. Nel Pdl il cristianesimo sembra sempre più essere considerato come una ideologia da cui prendere qualche aspetto da affidare ad atei devoti».<br />
<b>Lei non vede alleanze tra la destra e la Chiesa, quindi.</b><br />
«Ripeto, trovo singolare parlare di un simile patto proprio nel momento in cui la destra diventa una formazione politica conservatrice connessa ai poteri forti e dove, dalle candidature parlamentari alle scelte di governo, la tradizione dei cattolici impegnati in politica è fortemente penalizzata».<br />
<b>Ne è sicuro?</b><br />
«Formigoni e Pisanu sono rimasti fuori dal governo, giusto? Più che un patto di potere tra Chiesa italiana e destra c’è stata l’adozione del cosiddetto metodo dell’allodolismo, Berlusconi ha ridotto la presenza dei cattolici ma ha scelto qua e là qualche elemento valoriale da offrire al cittadino come specchietti per allodole».<br />
<b>Teme anche lei che il riferimento alla tentazione "demoniaca" del potere possa suonare come un attacco a Papa Ratzinger?</b> <br />
«Spero di no, sono certo di no. Dirlo alla Chiesa di oggi sarebbe veramente una balla spaziale. Sono passati molti decenni dalle contrapposizioni, dagli scontri e dalle paure che hanno ossessionato un’epoca della storia politica italiana. Affermare questo oggi non si può, è anacronistico e non corrispondente al vero. Si può anche avere una grande attitudine a salire sul pulpito e a fare le prediche, ma l’idea di una Chiesa come struttura di potere, che organizza e indirizza il consenso e partecipa a patti politici, è una visione datata che sa tanto di contrapposizione tra il Pci e i Comitati di Gedda». <br />
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E l’affermazione che la tentazione del potere sia stata causa di misfatti?</b><br />
«Se il potere è fine a se stesso e agli interessi particolari fa male chi lo interpreta così, se l’esercizio dei potere ha invece come finalità la realizzazione del bene comune è uno strumento indispensabile. Non a caso il santo padre Benedetto XVI non fa che ricordarci l’importanza dell’educare le nuove generazioni al rispetto dell’altro. Tutto questo è perfettamente condivisibile e non ha nulla a che vedere con tentazioni di potere».<br />
<b>La questione laici cattolici tornerà ad agitare il Pd?</b> <br />
«Su una cosa dobbiamo intenderci, con D’Alema. La sfida del Pd è una sintesi avanzata tra cattolici e laici, che possa portare a un sentire comune ed essere rispettosa anche dei valori e principi cristiani. Tutto serve all’Italia e al Pd meno che una riproposizione di steccati, il che è l’esatto contrario della nostra scommessa riformatrice. L’unico modo per intercettare il voto cattolico è evitare di ricreare per l’ennesima volta una questione cattolica o vaticana».<br />
<b>L’analisi dalemiana del voto, insomma, non la convince.</b><br />
«I dati dimostrano che l’elettorato cattolico si è espresso con pluralità di scelte, la percentuale di cattolici praticanti che ha votato per noi è la stessa delle precedenti consultazioni e invece si è ridotto il voto al Pd dei cattolici non praticanti e dei non credenti. Non c’è un voto cattolico organizzato, sarebbe grave e ridicolo pensare che l’essere portatori di valori e principi in una democrazia matura sia una limitazione della laicità».
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«Eleggiamo cento cattolici I radicali non hanno peso» - Intervista2008-04-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it331663<br />
E’ cattolico, ma non ci pensa proprio a porgere l'altra guancia. Soprattutto a Berlusconi e Dell'Utri, paladini entusiasti del revisionismo storico dei libri adottati nelle scuole italiane, con particolare riguardo ai capitoli che si occupano di Resistenza e di comunismo: «E' grazie all'impegno di migliaia di uomini e donne protagonisti della Resistenza che abbiamo scritto la prima parte della Costituzione, la qualche consente pure al Cavaliere e a Dell'Utri di dire certe sciocchezze senza vergognarsi».<br />
Come ministro dell'istruzione, Beppe Fioroni non fa una piega davanti agli attacchi del Pdl sulla matrice marxista della cultura italiana: «Hanno bisogno di un nemico per esistere, ma questo è uno schema della politica che il Paese non può più permettersi.<br />
Bisogna puntare al bene comune». Come candidato del Pd non ha dubbi: solo il partito di Veltroni può garantire agli elettori cattolici una tutela seria dei valori cristiani.<br />
<b>Come la mettiamo con Casini? L'appoggio che Avvenire, il quotidiano dei vescovi, ha espresso per l'Udc non sottintende una certa freddezza delle gerarchie ecclesiastiche verso Pd e Pdl?</b><br />
«Noi porteremo 100 cattolici in Parlamento, fra Camera e Senato: la capacità di incidere, in politica, è data anche dalla forza dei numeri che non può essere affidata alla semplice testimonianza dell'Udc. Né al metodo dell'allodolismo praticato da Berlusconi».<br />
<b>Vale a dire?</b><br />
«Il Cavaliere trasforma il Cristianesimo in ideologia, prende quello che gli fa comodo e ne affida la divulgazione ad atei devoti, che lo utilizzano come specchietto per le allodole. <br />
Noi siamo distanti da questa strategia, ma siamo distanti pure da quella di Pezzotta e Casini: cattolici che si sentono accerchiati, e giocano solo in difesa dei propri valori. <br />
Io credo che lo sforzo di un cattolico in politica sia quello di diventare 'sale e lievito' della società, ispirando le politiche generali del Paese».<br />
<b>Non temete di essere minoranza nel Pd sui temi etici?</b><br />
«No. Nessun partito pensa che le opinioni sui temi che attengono alla vita o alla morte possono essere frutto della tessera di un partito. <br />
A me preoccuperebbe un partito che, insieme all'iscrizione, stabilisce quale vita è degna di essere vissuta e quale no».<br />
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Ogni riferimento a Giuliano Ferrara è casuale...</b><br />
«Ferrara ha sollevato un problema, quello della moratoria sull'aborto, che può meritare un approfondimento nei paesi in cui l'interruzione della gravidanza è concepita come metodo per limitare le nascite. <br />
Ma che il tema dell'aborto diventi l'unico tema da presentare in campagna elettorale lo ritengo riduttivo rispetto a quello che deve essere l'impegno dei cattolici in politica».<br />
<b>Non pensa che un cattolico possa essere spaventato dalla convivenza con i radicali?</b><br />
«E perché mai? Non vedo come un minuscolo manipolo di quattro-cinque radicali, quanti sono quelli che potrebbero essere eletti, possano condizionare 100 parlamentari cattolici. <br />
Un rischio inesistente, soprattutto dopo che i radicali — accettando il nostro programma — hanno rinunciato a presentare un loro disegno di legge sull'8 per mille, sull'insegnamento della religione cattolica o sulla revisione del concordato. <br />
Peraltro, nel centrodestra ci sono noti anticlericali, laicisti e radicali ma nessuno ha mai sollevato questo problema».<br />
DAL PDL PER I CATTOLICI SOLO SPECCHIETTI PER ALLODOLE2008-03-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it331079<br />
''La questione cattolica che ha aperto Berlusconi, dando vita a un partito di destra che ha tentato di trasformare il cristianesimo in una ideologia da cui prendere qualche valore da far coltivare ad atei devoti, espellendo i cattolici e prendendo la Lega (quanto di piu' distante ai principi di solidarieta' della dottrina sociale della Chiesa), non puo' certo essere recuperata da maldestri tentativi di strattonare le gerarchie ecclesiastiche sulle proprie posizioni''. <br />
Lo afferma il ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni, capolista in Sicilia del Partito democratico. <br />
''Non ha capito, Berlusconi, che la fede e l'ispirazione cristiana -aggiunge l'esponente del centrosinistra- non sono oggetti di compravendita. <br />
Le sue dichiarazioni dimostrano la consapevolezza che l'elettorato cattolico, ogni giorno di piu', si allontana da un partito che considera i credenti come le allodole che hanno bisogno di specchietti per essere coinvolte, purche' non disturbino il manovratore.<br />
Berlusconi e' tanto distante dal rispetto che un vero cattolico ha per la Chiesa da pensare di poterla utilizzare e strumentalizzare come un mercante fa con le proprie merci''. <br />
Intervista a Fioroni: «Non mi arrendo, tutelo i minori».-2008-01-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it328267<b>Ministro, piovono critiche in Rete da quando lei ha auspicato con urgenza «un giro di vite su Internet»: può spiegarsi?</b>
«Intendo tutelare i minori dall’accesso a tutto ciò che possa danneggiare la loro formazione e il loro sviluppo. È assurdo e ipocrita avere una censura sui film vietati ai 14 e ai 18 anni quando poi in Rete c’è di tutto e di più. Una regolamentazione è un prerequisito di civiltà e spero che l’Italia per una volta possa diventare di esempio».
<b>Lo sa che nemmeno gli Usa hanno una norma simile? Che il governo Bush ha provato a chiedere a Google l’elenco dei suoi utenti per individuare i consumatori di pornografia online e Google ha detto «no, grazie»?</b>
«Mi risulta che ci siano altri Paesi invece che sono riusciti a ottenere fior di filtri».
<b>Intende la dittatura di Pechino?</b>
«Sì, anche se i nostri obiettivi sono diversi dai loro: non la libertà d’espressione, ma il rispetto del nostro principio costituzionale di libertà senza danneggiare la libertà altrui. Nella fattispecie, la libertà dei minori di non essere esposti a contenuti violenti o criminali».
<b>Ma a quanto pare nemmeno in Cina i filtri funzionano davvero: gli esperti dicono che, ammesso che sia giusto filtrare, per la natura senza confini di Internet è impossibile applicare tali controlli. Meglio educarli, i ragazzi.</b>
«Dire che è complicato suona come una scusa. Non mi chieda come si fa: io penso a porre il problema, saranno i tecnici a trovare la soluzione».
<b>Entro quando prevede il suo provvedimento per responsabilizzare i gestori sui contenuti pubblicati nei loro siti?</b>
«Stiamo studiando la materia e entro Natale presenterò una relazione, stilata assieme al ministero delle Comunicazioni e a quello della Giustizia, che propone una tale modifica alle norme vigenti».
<b>È al corrente dell’iniziativa, presentata il mese scorso ad Atene al vertice internazionale sulla Governance di Internet promosso dall’Onu, per una Magna Carta dei doveri e dei diritti in Rete? È stata messa a punto da un gruppo di esperti italiani presieduto da Stefano Rodotà.</b>
«Una Costituzione per Internet è positiva, ma troppo complessa: io mi limito a proteggere i minori. Che in Rete, mi perdoni il bisticcio, sono senza rete».
Milano fuorilegge, niente fondi per gli asili2008-01-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it328080«Sull'accesso dei bimbi irregolari alle materne la normativa non è per niente confusa. Anzi è chiarissima». E visto che nella circolare del Comune di Milano «resta irrisolto il contrasto con i principi internazionali, comunitari e con la stessa Costituzione», il ministero della Pubblica Istruzione ha deciso: «Si procede alla revoca della parità per le scuole dell'Infanzia del Comune di Milano». Schiaffo alla Moratti. Dopo l'«avanti tutta» del Comune, che sabato aveva deciso di non modificare le regole di accesso alla materna (i piccoli clandestini possono entrare purché i genitori presentino il permesso di soggiorno entro il 29 febbraio) spiegando che «le leggi in merito sono troppo confuse», arriva la contromossa del ministero di viale Trastevere. Niente più parità, a meno che Milano non faccia dietro frontLettera del Ministro Fioroni alla scuole parificate per un bilancio 2007: 150 milioni di euro in più e altre misure a vostro favore2007-09-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it330865Colgo l’occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico per aggiungere agli auguri di un anno sereno e proficuo un primo consuntivo degli interventi realizzati nel 2007 per le scuole paritarie. Questi risultati, che confermano l’importanza del ruolo svolto dalle scuole non statali paritarie all’interno del servizio nazionale di istruzione, sono stati raggiunti anche grazie al dialogo continuativo e costruttivo che ho intrattenuto con molti di voi e con i responsabili
delle principali associazioni che vi rappresentano.
Come sapete, nel giugno dello scorso anno assumendo le funzioni di governo di questo Ministero, ho dovuto prendere atto di alcune misure restrittive assunte nella finanziaria del 2006 (art. 1 commi 15 e 16 della legge 23/12/2005 n.
266), nei confronti delle scuole non statali e cercare di porvi rimedio per assicurare il regolare proseguimento del servizio pubblico da loro svolto. Intendo riferirmi innanzitutto alla riduzione degli stanziamenti iscritti in bilancio, di circa 154.000.000 di euro a valere dall’e.f. 2007.
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Queste sono state le linee del mio intervento:
• la legge finanziaria 2007 (art. 1 comma 635 legge n. 296 /2006) ha recuperato una prima tranche di 100 milioni di euro iscritti direttamente nei bilanci degli Uffici scolastici regionali; nel Consiglio dei Ministri del 28 giugno u.s. fra gli altri interventi si è deciso il disaccantonamento di 9
milioni di euro ed il recupero di 51,306 milioni in sede di assestamento di bilancio;<br />
• il comma 636 della stessa legge, dopo aver disposto che l’assegnazione dei contributi alle scuole paritarie debba riguardare in via prioritaria quelle che svolgono il servizio scolastico senza fini di lucro e nel seguente ordine di
priorità:scuole dell’infanzia,primarie, secondarie di 1° e 2° grado, ha previsto che i contributi medesimi fossero annualmente ripartiti con decreto del Ministro, superando così la procedura introdotta dalla finanziaria 2006 che prevedeva l’acquisizione preventiva del parere delle
Commissioni parlamentari competenti, al pari dei “trasferimenti di fondi alle imprese”. Tale complicazione procedurale, infatti, avrebbe comportato gravi ritardi nella erogazione delle risorse;
(...)Fioroni apre alla scuola privata2007-09-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it330809Il Ministro dell'Istruzione Fioroni, ospite del meeting di Rimini, ha aperto alla richiesta avanzata dal popolo di Comunione e Liberazione di attuare la parità scolastica tra istituti pubblici e privati.
“Abbiamo avviato un percorso che prevede la libertà nella e della scuola” - “È stato rafforzato dalla legge sulla parità scolastica e dal nuovo metodo di ripartizione delle risorse approvato dal Parlamento” ha detto Fioroni.
Non solo vengono messe a disposizione consistenti risorse per le scuole private, ma il finanziamento si estende per la prima volta anche alla scuola superiore. Invece, per le scuole statali non vengono recuperati i pesanti tagli economici effettuati dal precedente governo. Via libera, dunque, alle scuole private, mentre la scuola pubblica sembra destinata a vivere in una situazione drammatica.
No ai carabinieri nelle scuole contro la droga2007-05-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it327642Fioroni declina la <a href="http://www.openpolis.it/dichiarazione/327640">proposta Turco</a> di inviare i Nas nelle scuole e sottolinea l'esigenza di campgne di informazione e prevenzione