Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI MASSIMO ZANELLOhttps://www.openpolis.it/2008-05-15T00:00:00ZLa Lombardia è Regione autonoma.2008-05-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it355853<br />
<b>Approvato il nuovo statuto, tappa fondamentale nel cammino verso la riforma federalista.</b><br /><br />
La Lombardia è pronta per accogliere l’agognata riforma federalista. Lo storico traguardo è stato conseguito ieri con l’approvazione definitiva del nuovo Statuto d’autonomia da parte del Consiglio regionale.<br />
Finisce così in soffitta il vecchio statuto del 1971 e al suo posto viene adottato un documento che fin <b>dall’articolo 1 recita: “La Lombardia è Regione autonoma della Repubblica italiana”.</b><br />
Poco oltre, all’art. 4, si legge che la Regione “persegue, sulla base delle sue tradizioni cristiane e civili, il riconoscimento e la valorizzazione delle identità storiche, culturali e linguistiche presenti sul territorio”.<br />
In tutto sono <b>65 gli articoli di questa “Costituzione locale”</b> che passa in rassegna competenze e meccanismi dell’istituzione regionale, a cominciare dall’autonomia impositiva e dalla solidarietà interregionale. Questa viene giustamente riconosciuta ma trova anche il suo limite (art. 7) nelle “finalità primarie e nel rispetto degli interessi essenziali” dei cittadini lombardi. Insomma, va bene aiutare regioni svantaggiate del Paese, ma senza ricadere in quella emorragia di risorse padane degli ultimi 60 anni.<br />
Il Consiglio ha approvato il documento a larga maggioranza. Su 67 consiglieri presenti, i sì sono stati 59. Oltre alla Lega e alle altre compagini di governo, <b>pure il Pd ha votato a favore.</b><br />
L’unanimità è mancata soltanto per i 7 astenuti dell’estrema sinistra e l’unico voto contrario di un consigliere dell’Idv. Si è così concluso l’iter iniziato nel luglio 2006, quando si aprì la “fase costituente” del Consiglio lombardo. Entusiasti gli uomini del Carroccio, spina dorsale delle istanze autonomiste, a cominciare dal presidente del Consiglio regionale, Ettore Albertoni: «Tutto ciò è avvenuto grazie a un lavoro paziente e rispettoso del pluralismo culturale e politico presente in questa Aula, che ci ha consentito di formulare il complesso delle proposte applicative degli articoli 116, 117 e 119 della Costituzione italiana, che hanno dato forza e sostanza giuridica e operativa al nostro nuovo statuto. Analogamente è già all’attenzione del nuovo Governo l’articolata proposta di attuazione dei suddetti articoli sulle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia».
Il significato del nuovo statuto sta nell’adeguamento della struttura giuridica e operativa della Regione alla riforma federalista che non tarderà ad arrivare.<br />
Lo conferma Lorenzo Demartini, vicepresidente della commissione per lo Statuto: «Con questo statuto si parla con forza di comunità, nonché di diritti e doveri, dei cittadini lombardi. È uno strumento con cui siamo in grado di recepire le maggiori autonomie che ci verranno concesse dallo Stato».<br /><br />
<b>Per l’assessore alla Cultura, Massimo Zanello</b>, «finalmente la Regione diventa in grado di far applicare il decentramento già previsto dal Titolo V della Costituzione. È importante anche per la cultura: ad esempio si potrà presto regionalizzare quel Fondo unico per lo spettacolo che finora lo Stato non ha voluto mollare». <br />
Il più giovane consigliere leghista, Fabrizio Cecchetti, plaude anche alle forti valenze simboliche: «Ci viene riconosciuto il diritto a una vera bandiera e presto proporremo lo storico vessillo della Lombardia, la Croce di San Giorgio con il Biscione visconteo». <br />
Solo il capogruppo Stefano Galli non canta vittoria e sottolinea che la lotta sarà ancora lunga. «Si poteva fare molto di più - dice - dalle urne sono uscite precise indicazioni e non sentiamo il bisogno di larghe intese. Così com’è questo statuto non mi piace, anche perché dal progetto originario è stato eliminato un preambolo che faceva esplicito riferimento alle nostre radici etniche e culturali».
Conclusa la “fase costituente” iniziata nel 2006. Lega entusiasta: «Riconosciuta la comunità dei cittadini lombardi»
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