Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI ACHILLE VARIATIhttps://www.openpolis.it/2013-12-03T00:00:00ZIl marciapiedi ad Ospedaletto sarà realizzato nel 20142013-12-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it712772I risparmi dalla costruzione della pista ciclabile Ospedaletto-Anconetta saranno utilizzati per realizzare il marciapiede in quel tratto di strada. È un'esigenza emersa in assemblea coi cittadini e l'avevamo promesso. Finanze permettendo, lo realizzeremo.«Si svende la sicurezza per fare un regalo ai signori dell'azzardo» - INTERVISTA2012-09-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it649822<br />
«Questo governo incassa sulla pelle dei più deboli, svende la salute dei cittadini per accontentare le lobby».
<p>È amareggiato il sindaco di Vicenza che da mesi si batte contro il moltiplicarsi delle sale gioco a suon di delibere comunali.
<p><b>Governo sotto accusa?</b>
<p> «Assolutamente sì, è scandaloso e meschino uno Stato che si piega alle lobby, che legifera favorendo gruppi che muovono col gioco d`azzardo 80 milioni di euro l`anno. Questo è un governo incapace di fare politica, perché politica significa difendere la comunità e non solo incassare. Questo è pensare da ragionieri non da governanti».
<p> <b>Troppe sale da gioco?</b>
<p> «Pensi che Vicenza ha 120mila abitanti e 24 sale da gioco, senza contare i bar col videopoker. Una vera piaga, una malattia sociale che colpisce i più deboli e più poveri, che sperano così di cambiare vita e finiscono invece nelle mani degli usurai. È assurdo e ingiusto uno Stato che non si occupa di proteggere i più deboli».
<p><b> E voi cosa avete fatto?</b>
<p>«Messo il limite di 500 metri di distanza come minimo da scuole, ospedali, parrocchie, luoghi di ritrovo giovanile per allestire una sala gioco. Ora lo stiamo difendendo davanti al tribunale regionale. Vediamo cosa decideranno, ma non ci arrendiamo, ne va della gente, di chi ha meno strutture, soldi, capacità per difendersi. E questo il ministro Cancellieri che è delle nostre parti lo sa bene».<br />
Io sto con Renzi2012-09-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it649700<br />
«Chiedere rinnovamento non è spaccare il Partito. Dalla mia posizione nel territorio percepisco un'enorme bisogno di rinnovamento in politica. Significa rinnovare le idee, le passioni, l'età anagrafica e la classe dirigente. Per farlo serve tanta energia e quel guizzo vitale che anima chi è spinto da forte passione. Queste caratteristiche le ritrovo in Matteo Renzi e per questo scelgo lui come candidato del Centrosinistra».
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«Io ho 59 anni e la mia scelta l'ho già fatta quattro anni fa decidendo di misurarmi sul mio territorio, passando per le primarie e una durissima battaglia elettorale che ho vinto contro tutti i pronostici. Ho detto di no quattro anni fa a chi mi aveva proposto la candidatura in Parlamento e ribadisco anche oggi la stessa scelta: quella di correre di nuovo da candidato sindaco, per la mia città, ovviamente sottoponendomi al vaglio delle primarie, elemento fondamentale di democrazia e di identità politica del mio partito che qualcuno vorrebbe annacquare».
<p>«C'è qualcosa che mi porta ad essere naturalmente vicino a Renzi: il fatto di lavorare per il proprio territorio sta alla base di tutto. Perché non c'è dubbio che i partiti servono ad interpretare la realtà, ma chi fa amministrazione e lavora sul territorio conosce meglio dei politici il dialogo, l'importanza dell'ascolto. Ed è qui che bisogna intervenire, perché le attuali classi dirigenti non dialogano, non ascoltano, ma si limitano a dare soluzioni a pacchetto, che non potranno mai funzionare perché non rispecchiano la storia né tanto meno valorizzano la peculiarità di un territorio».
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«Abbiamo assistito al fallimento della politica nazionale con Berlusconi e oggi assistiamo alle carenze dell'oligarchia del Governo dei Tecnici, senza un voto e un avvallo democratico. C'è un bisogno prepotente di politica che deve essere prima di tutto passione e ardore senza i quali non c'è capacità di prospettiva. Il rigore altro non è che uno strumento, la politica non sono solo contenuti, il Capo del Governo non può essere un ragioniere contabile».
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«La classe dirigente romana ha bisogno di cambiare. Quando sento dirigenti nazionali del Pd dire che se vince Renzi escono dal partito, per me questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Serve un ricambio anagrafico, di teste e di pensiero. Il Centrosinistra può ben sperare di meritarsi una vittoria alle prossime elezioni politiche, ma non possiamo pensare di raggiungere l'obiettivo galleggiando sul consenso. In questo clima crescono rigogliose nuove forme di populismo come Grillo e l'antidoto rimane uno solo: la passione che è spinta propulsiva e che a Renzi non manca».<br />
«C’è un centro di potere che lega Padova, Treviso e Venezia» - INTERVISTA2012-08-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648152<br />
Benvenuto il patto con Verona, ovvero al «Polo ovest» da contrapporre alla «lobby della Pa-Tre-Ve». L’idea è stata lanciata dal vicepresidente della Provincia di Verona, il leghista Fabio Venturi, che aveva ipotizzato un patto fra la città scaligera e il capoluogo berico in grado di far concorrenza agli interessi che uniscono Padova, Treviso e Venezia. Nella guerra scoppiata fra i capoluoghi di provincia, quella proposta è nata in scia alle critiche mosse dal primo cittadino di Verona, Flavio Tosi, sui «troppi privilegi» di Venezia, e che Venturi aveva superato, abbozzando, per unire Vicenza e Verona, un «sistema metropolitano da altissimo livello». E Variati, sindaco Pd, sposa l’idea dei vertici del Carroccio veneto: «Il Polo ovest serve per dare equilibrio a tutta la regione».
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<b>Sindaco Variati, da Verona arriva la proposta di un «Polo ovest» che leghi la città scaligera con Vicenza. Cosa ne pensa?</b>
<p>«Sono assolutamente d’accordo, è una proposta intelligente ed è quello che auspico da qualche tempo ormai. È importante far nascere questo Polo ovest nel Veneto, perché qui siamo tralasciati dalla Regione, ci sentiamo come i parenti dimenticati. E basta pensare al Smfr (Sistema metropolitano ferroviario regionale, ndr) che non decolla. Ma Vicenza e Verona sono due realtà importanti dal punto di vista dello sviluppo economico e finanziario di tutta la regione». Venturi l’ha chiamato «sistema metropolitano ad altissimo livello».
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<b>Per lei, quest’unione, cosa dovrebbe essere?</b>
<p> «Per me si dovrebbe partire dai servizi, da dove siamo già attivi in molti ambiti come l’acqua, il gas e l’energia. È un percorso che abbiamo già intrapreso con la società consortile "Viveracqua" (sorta nel 2011, ndr), e che sono intenzionato ad approfondire. Anche perché le aziende municipalizzate veronesi e vicentine sono molto simili, quindi un’integrazione ha senso».
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<b>Tempi previsti?</b>
<p>«Convocherò un incontro a breve, già il prossimo autunno, fra i rappresentanti dei nostri due Comuni e degli apparati economici pubblici, per discutere di questi temi».
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<b>Quale sarà il contenuto concreto di questo patto? Da Verona si è parlato di unire le partecipazioni in enti e infrastrutture come autostrade, l’aeroporto, ma anche dialogare sul trattamento dei rifiuti e sulle multiutility.</b>
<p> «La priorità, per me, dovrà essere l’energia. Vorrei chiudere al più presto l’accordo annunciato lo scorso anno fra Aim energy e Agsm per la creazione della newco, che potrà rinforzare entrambe le aziende e creare risparmi per i cittadini. Poi, si discuterà del resto».
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<b>Dunque sarà Vicenza e Verona contro la Pa-Tre-Ve?</b>
<p> «C’è un centro di potere che lega Padova, Treviso e Venezia, si sa. Ma proprio per questo, il Polo ovest è utile per dare maggiore equilibrio a tutto il Veneto».
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<b>Venezia, secondo il sindaco di Verona Flavio Tosi, avrebbe «troppi privilegi». È d’accordo?</b>
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«Tosi ha ragione. Venezia ha delle particolarità innegabili ma anche tanti benefici, come ad esempio il servizio di trasporto su acqua, che non è in deficit, viene pagato dai turisti e, ciò nonostante, riceve contributi. E pure sul trasporto pubblico locale ci sono differenze, perché in laguna il viaggio dei mezzi che vanno a Mestre viene considerato tratta urbana, quindi pagato di più dalla Regione, mentre da noi non è così».
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<b>Un sindaco del Pd che accetta proposte leghiste. Nessun imbarazzo?</b>
<p> «No, perché <a href="http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/politica/2012/9-agosto-2012/venturi-alleanza-vicenza-contrastare-privilegi-venezia-2111376904902_print.html">l’intelligenza non ha colore politico</a>».<br />«Non alzerò le tasse. Piuttosto mando in deficit il bilancio del Comune»2012-07-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647545<br />
«E’ una sfida allo Stato nel nome dei servizi ai cittadini. Il Comune di Vicenza dovrebbe tagliare, diciamo da Settembre a Dicembre, un altro milione e tre di spesa corrente, che già facciamo una fatica boia a mantenere la quadratura. Non so come fare. Peggio, peggio, si prospetta per il 2013 un ulteriore taglio di 5 milioni. Allora ho l’impressione che lo Sato voglia da noi Sindaci che aumentiamo le tasse. Questo, almeno io, non lo farò, piuttosto mando in deficit il bilancio del Comune di Vicenza».
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«Che la provincia di Vicenza si salvi può essere positivo però devono chiarire bene quali sono gli amministratori, come verranno eletti, quali sono le funzioni della provincia».<br>«Coppie di fatto atto doveroso»2012-02-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625067<br />
Dopo lo stop imposto dal vescovo Beniamino Pizziol, il sindaco va avanti.
<p>«Il sindaco ha il dovere di applicare le leggi esistenti e di fare quanto possibile per estendere i diritti dei vicentini, offrendo loro più opportunità e più tutele. Ma guai a considerare questa mia apertura come un attacco alla famiglia».
<p> <i>È di sabato scorso la decisione del Comitato Dir. Vi di lanciare una raccolta firma per chiedere al Comune il rilascio da parte dell'anagrafe dell'“attestato di costituzione di famiglia anagrafica su vincoli affettivi”.</i>
<p>«Lo Stato non discrimina tra coppie non sposate eterosessuali e omosessuali, ma tiene distinta l'idea della famiglia anagrafica da quella della famiglia basata sul matrimonio. Non si tratta di equiparare o sovvertire un bel niente: solo di garantire dei diritti elementari a persone che vivono una relazione stabile e che non vogliono o non possono sposarsi. E per la maggior parte sono eterosessuali. La famiglia tradizionale resta il cuore della nostra società. Anzi, dovremmo lavorare di più per trovare formule nuove per sostenerle».
<p> «Estendere i diritti laddove non vengano lesi i diritti di altri o altre forme di diritto, credo sia sempre giusto e doveroso per un'amministrazione pubblica, tanto più in presenza di una legge esistente che chiede solo di essere concretizzata».
<p> «La posizione della Diocesi? Da cattolico non posso che rispettarla. La Chiesa fa bene a sostenere l'idea di una famiglia basata sul matrimonio che per i credenti non è meramente funzionale all'ottenimento di vantaggi economici, ma è sacro e indissolubile. È giusto. Ma da sindaco ho il preciso dovere di applicare le leggi esistenti e di fare quanto è possibile per estendere i diritti dei miei concittadini, offrendo loro più opportunità e più tutele».<br />
Parco al Dal Molin2011-03-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559583<br />
No. La Protezione civile lì vorrebbe dire cemento al posto del verde e i vigili del fuoco imbottigliati su viale Sant'Antonino".Gli spazi adeguati alla Protezione civile sono quelli di Laghetto sulla Marosticana, come da tempo previsto.<br />
Maltempo in Veneto. "Il Bacchiglione scende ma non siamo tranquilli"2011-03-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559108<br />
Le acque del fiume Bacchiglione che attraversa Vicenza stanno scendendo e la citta' tira un sospiro di sollievo. Ma il sindaco Achille Variati protesta.
<p>''Come e' possibile stare tranquilli se bastano poche ore di pioggia per far scattare l'allarme?'': questa la domanda dei cittadini che il sindaco ha fatto propria.
<p>''Quello che e' avvenuto oggi - ha ribadito infatti Variati - dimostra una volta di piu' la grande urgenza della realizzazione di opere strutturali a nord della citta'. La situazione in queste ultime ore si sta normalizzando, ma questa gente e' stanca, addirittura prostrata. E invece ha diritto alla normalita' e alla serenita'.
<p> Chi ha il potere per farlo velocizzi la costruzione dei bacini di laminazione e di tutte le altre opere idrauliche che possono dare la dovuta tranquillita' a Vicenza e al suo territorio''.
<p>Ai vicentini che hanno chiesto conto al sindaco del banco di sabbia accumulato in questi mesi sotto Ponte degli Angeli, Variati ha risposto: ''L'avevamo gia' fatto presente al genio civile, a cui compete l'intervento di rimozione. C'era stato risposto che era necessario un livello d'acqua piu' basso per fare un lavoro adeguato. Certo e' che quel volume ostacola il defluire dell'acqua, pertanto solleciteremo di nuovo chi deve intervenire''.<br />
Bar rumorosi, si cambia subito2011-03-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558921<br />
«Colpa di un errore materiale, c'era un refuso. Lo scopo del provvedimento non era quello di penalizzare in maniera indiscriminata tutti i locali, ma di poter sanzionare soltanto i bar 'fracassoni'».
<p>«C'è stato un refuso - riepiloga il sindaco - per il quale l'ordinanza sembrava dire che dalle 23.30, all'interno dei locali, non ci poteva più esser alcuna traccia di musica, nemmeno di sottofondo. Non è così. Non è mai stata nostra intenzione far calare il coprifuoco in città a partire dalle 23.30, tant'è che ho fatto aggiungere nell'ordinanza un comma all'articolo 9 con il quale mi riservo di premiare, attraverso la concessione di deroghe, i titolari che rispettano le norme e gli orari». <br />
Vicenza. «La maggioranza si allarga: l'Udc in giunta col centrosinistra»2010-09-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it505554<br />
«Sintonia non episodica».Un segnale per la politica nazionale.
<p>«Un governo di Vicenza, per Vicenza». Titolo che il sindaco Achille Variati e i rappresentanti di Udc e lista civica Cicero Impegno a 360 gradi hanno voluto dare al documento che suggella da oggi l'allargamento della maggioranza di centrosinistra in Comune.
<p>«Nei primi due anni di mandato amministrativo - si legge nel testo dell'accordo - due forze consiliari di minoranza, un partito, l'Udc, e una lista civica, Impegno a 360 gradi, hanno, pur con sfumature e percorsi diversi, interpretato il ruolo di opposizione in coerenza con questi principi, scegliendo una prassi consiliare improntata alla valutazione concreta e non ideologica delle proposte e delle scelte dell'amministrazione».
<p>Le due forze politiche, viene rilevato, hanno maturato «una sintonia non episodica» con l'amministrazione municipale guidata da Variati e con le sue linee programmatiche di governo, in particolare sui temi della trasparenza amministrativa, della difesa dei più deboli e dello sviluppo sostenibile del territorio. Un segno che Vicenza intende dare alla politica nazionale, con un progetto civico, si puntualizza, «che includa anziché dividere, che alle logiche di scontro permanente anteponga la concreta vocazione al fare e al dare risposte». La nuova maggioranza, conclude il documento, «nasce nel tempo della crisi economica e alla vigilia di un bilancio, quello 2011, che le scelte attuate dal Governo nazionale renderanno difficilissimo e pesante». <br />
«Io, sindaco anti-Base, difendo la polizia» - INTERVISTA2009-07-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391802<br />«Non ha certo picchiato cittadini inermi. Ma coltivo un’utopia: far cambiare idea a Obama»
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Chi va con lo zoppo, impara a zoppicare. Tradotto in salsa vicentina: chi sta con i no global, non può sorprendersi se accade quel che è accaduto sabato al corteo contro la base Usa. Ma Achille Variati, sindaco berico che cerca di far cambiare idea ai governi italiano e americano, non è d’accordo con i proverbi. «Vuol dire che io sarei un no global? Ma dài, non scherziamo... Ho alle spalle una vita da democristiano, cattolico, basata sui valori della riflessione e del rispetto. Dirò di più: non sono neanche antimilitarista, e neanche pacifista di sinistra. E sono amico degli americani».
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<b> Ma non li vuole tra i piedi.</b>
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«Mai detto questo. Io difendo solo le ragioni della mia comunità, e ho una certezza: Obama non sa quello che il suo Paese sta facendo qui. Chissà cosa penserebbe se qualcuno gli dicesse che in una città europea patrimonio mondiale dell’Unesco gli Usa stanno per costruire la più grande base militare europea a tre chilometri dal centro storico, sopra una delle falde acquifere più importanti della pianura padana che serve milioni di abitanti. E che questa base si costruisce senza prima aver espletato alcun controllo di valutazione di impatto ambientale».
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<b> Davvero pensa che il presidente degli Usa non sappia niente?</b>
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«Penso proprio di no, ha ben altri problemi. Non sa, perché nessuno gliel’ha detto, che di fronte all’attuale base ci sono centinaia e centinaia di metri quadrati di campagna dove potrebbero allargare senza problemi l’attuale base invece di spostare tutto invadendo un parco cittadino».
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<b> Ma il movimento No Dal Molin non propone un’alternativa: dice solo "no alla base Usa".</b>
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«Nel movimento ci sono molte componenti. C’è anche l’ala radicale, ma garantisco che la stragrande maggioranza è consapevole di ciò che ho detto. Ed è a quella che mi riferisco, non agli altri. La domanda è semplice: perché fare violenza a una città quando si potrebbe raggiungere lo stesso obbiettivo in un’ottica di equilibrio?».
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<b> E la violenza dei no base?</b>
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«Indecenti, inqualificabili. Ho però orgoglio: qui a Vicenza nessuno si è mai fatto del male. Ho sempre cercato di incanalare la protesta nel solco della democrazia. C’è stata qualche sbavatura ingiustificabile, ma insomma niente di drammatico».
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<b> È vero o no che la città è ostaggio di una minoranza? C’è stato anche un referendum sul no alla base, ed è fallito.</b>
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«Anche gli ultimi sondaggi, e cito quelli di Ilvo Diamanti non di un ricercatore qualunque, hanno dimostrato che i vicentini sono esattamente spaccati al 50%. Se invece si chiede: la base sarà costruita? Il 70-80% dice sì, c’è un’ampia e comprensibile rassegnazione. E la penso così anch’io».
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<b> Anche alcuni assessori hanno partecipato alla manifestazione e quello alla Pace, Giuliari, ha sostenuto che Vicenza diventerà terra di altre manifestazioni. Condivide?</b>
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«Non è un auspicio, è una preoccupazione legittima. Vicenza rischia di diventare il punto di riferimento, il simbolo dell’antiamericanismo. Cosa che noi non vogliamo».
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<b> La consigliere di maggioranza e leader del movimento No Dal Molin, Cinzia Bottene, si appresta a marciare su L’Aquila con centinaia di manifestanti. Condivide?</b>
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«Se l’obbiettivo è aggregarsi a manifestazioni generiche anti G8, io in quei pullman non ci sono».
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<b>Cosa pensa della richiesta di dimissioni del Questore?</b>
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«Cosa può fare un questore quando uno pretende di entrare in un’area militare? Ha fatto quello che doveva fare. Le forze dell’ordine non hanno certo picchiato cittadini inermi».
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<b> Paolo Costa, commissario straordinario del Governo per l’ampliamento della base, si aspetta che dopo la manifestazione «venga rispettato con eguale convinzione il diritto dell'Italia a realizzare l'insediamento nei modi e nelle forme previste».</b>
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«Parla da uomo di Stato. Lavorerò con lui per controllare che vengano mantenuti tutti gli impegni. C’è chi li chiama "compensazioni"; in realtà sono opere complementari. Spero non ci siano imbrogli».
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<b> Cosa teme?</b>
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«Al momento, nel bilancio dello Stato di queste compensazioni non c’è traccia. Non vorrei sorprese. Costa mi ha sempre detto che l’idea dell’area alternativa è bella, ma tardiva. In effetti io rispetto a Costa coltivo ancora un’utopia. Ma un sindaco deve anche essere pragmatico e realista. Se non si potrà, punto e capo».
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<b> E quando sarà posato il primo mattone?</b>
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«Fino ad allora lotterò per la verità e per il buon senso. In solitudine, purtroppo. Il governatore del Veneto spesso è stato un orgoglioso difensore delle autonomie regionali: davvero non capisco perché invece qui non abbia voluto approfondire la situazione, limitandosi a farsi condizionare da chi ha assunto posizioni ideologiche antiamericane. Così non posso appoggiarmi a nessuna spalla, neanche a Roma dove sia il centrodestra che il centrosinistra sono presi dal teatrino della politica. Ci hanno lasciati soli».
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<b> Ma ormai non c’è più tempo.</b>
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«No, volendo c’è ancora tempo. Vicenza si prepara a consegnare il Piano attuativo territoriale, in tre mesi l’area dietro l’attuale base da agricola potrebbe diventare militare. Basterebbe un po’ di buon senso da parte di tutti. Se solo Obama sapesse che c’è un’alternativa...».<br />
«Vietato l'accattonaggio. Non è un provvedimento contro la povertà, ma contro quelle persone che sfruttano chi è costretto a mendicare».2009-03-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390561<br />
<b>Povertà e sfruttamento</b> - L’iniziativa, annunciata dal Corriere del Veneto, viene ora difesa dal primo cittadino Achille Variati, che precisa: «Non è un provvedimento contro la povertà, ma contro quelle persone, sempre le stesse, che sfruttano chi è costretto a mendicare. I veri poveri sono riservati, non vanno a chiedere soldi a chi esce da messa».
<p> Curiosamente, l’opposizione è scontenta. «Se c’è un posto dove si può tollerare chi chiede l’elemosina, quello è il sagrato delle chiese. Non si capisce proprio l’idea di Variati. Per non parlare del fatto che otto anni fa, quando la stessa cosa sulle strade la propose Enrico Hüllweck (ai tempi Forza Italia) successe il finimondo», chiosa il consigliere comunale Maurizio Franzina. Per gli accattoni sono pronte sanzioni da 25 euro in su. «Ma a noi interessa solo poterli allontanare, non puntiamo certo su quei soldi, che anzi forse non riusciremo mai a riscuotere», va avanti il sindaco. Il quale non teme di fare cose di destra: «<b>Il rispetto delle regole non è appannaggio di un partito.</b><br />
Io, da cattolico, applico sempre la mano della fermezza e della solidarietà». La Caritas approva. Il direttore diocesano don Giovanni Sandonà spiega: «Siamo stati consultati e presto ci confronteremo con gli altri operatori del sociale sul testo della delibera. È chiaro a tutti che dietro l’accattonaggio si nascondano forme di sfruttamento. Chi ha davvero bisogno va distinto da chi sfrutta la povertà».<br />
"No al patto di stabilità per Roma? E' la classica goccia che fa traboccare il vaso".2009-01-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388241<br />
"Nei tribunali sta scritto che la legge e' uguale per tutti, ma in Italia cosi' non sembra - aggiunge - lo Stato non riesce a rompere il sistema dell'assistenzialismo verso il Sud: dopo quasi 150 anni dall'Unita' d'Italia non ha portato a niente e, anzi, la questione meridionale e' ancora tutta da risolvere, nonostante il fiume di quattrini la' destinato in tutti questi anni".
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Per Variati, "una situazione del genere sta diventando indigeribile per i Comuni veneti, che da sempre amministrano correttamente e con attenzione, nella logica del buon padre di famiglia".
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Secondo il sindaco di Vicenza, "basterebbe una parola d'ordine: responsabilita', e invece assistiamo al privilegio riservato alle cicale romane. E' la classica goccia che fa traboccare il vaso".
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"Oggi in Veneto i telefoni di Comuni grandi e piccoli scottano, giunti a questo punto esigiamo un segnale entro il 2009 - dichiara Variati anche a nome delle altre amministrazioni comunali - O il Parlamento affronta concretamente la questione del federalismo fiscale oppure rivede i parametri del patto di stabilita', che impedisce ai Comuni di fare investimenti sul territorio".
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"Chiederemo spiegazioni anche attraverso l'Anci - conclude - e non escludiamo manovre eclatanti, drastiche, che concorderemo compatti".<br />
«A Walter manca il coraggio, non ha cambiato facce» - INTERVISTA2008-12-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382764<br />
«Non siamo di fronte al declino di un partito, ma a qualcosa di più profondo: al declino di un sistema». L'onestà intellettuale del sindaco di Vicenza, Achille Variati, gli consente di guardare oltre la polemica spicciola sulla "questione morale" o sui demeriti di destra e sinistra.<br />
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La crisi delle amministrazioni locali della sinistra è conseguenza di una "guerra tra fazioni" del Pd?</b><br />
«Ho sempre avuto una sostanziale orticaria nei confronti di Roma, intesa come partito e dirigenza nazionale. Conosco molto da lontano quel che sta succedendo. Ma credo che gli amministratori locali siano gli ultimi responsabili, al di là di questioni giudiziarie sulle quali non mi pronuncio. È una crisi del sistema. Basta con le oligarchie nazionali che si autoalimentano».<br />
<b>Ma i sindaci del Pd non dovevano essere la base sulla quale rilanciare il partito?</b>
«La mia vittoria a Vicenza, per certi aspetti inattesa, è dovuta al fatto che mi sono posto di fronte ai cittadini come sindaco, non come capo di un partito o portatore di un'ideologia. In tutta la campagna elettorale non ci sono stati manifesti del Pd, non ho voluto la presenza di dirigenti nazionali, e solo di sfuggita è venuto Veltroni: per tre quarti del discorso ha parlato di politica nazionale, relegando a Vicenza gli ultimi dieci minuti pensando forse che fosse scontata una sconfitta».<br />
<b>Quindi la volontà del Pd di puntare sugli amministratori locali è solo di facciata?</b><br />
«Parla con uno che quando ha vinto non ha nemmeno ricevuto i complimenti dalla classe politica nazionale. Veltroni l'ho sentito per la prima volta un mese e mezzo dopo la mia elezione».<br />
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Ma lei non fa parte del Pd?</b><br />
«Io sono del Pd, non mi chiamo fuori. Ma ritengo che si stia avvicinando il momento del declino dei partiti così come li abbiamo intesi negli ultimi 60 anni: macchine di elaborazione del consenso. Si sta avvicinando il momento del declino di questo modello, il partito nazionale che si dirama nelle strutture regionali e provinciali in un'ottica piramidale e gerarchica. È una crisi profonda, la gente non vuole più dai suoi amministratori messaggi "di parte", destra e sinistra sono termini ormai poco riconosciuti e che non entusiasmano più. Non ha più bisogno di partiti-chiesa».<br />
<b>Il Pd è un partito-chiesa?</b><br />
«Il problema del mio partito oggi consiste nel fatto che la sua classe dirigente è organizzata alla vecchia maniera, è una classe dirigente "romana". È una oligarchia che si autoalimenta, sempre la stessa. I dirigenti del Partito popolare diventati dirigenti della Margherita oggi lo sono del Pd; e lo stesso vale per quelli del Pci-Pds-Ds».<br />
<b>Chi avrebbe dovuto cambiare sistema?</b><br />
«Il più grande limite di Veltroni è la mancanza di coraggio, in virtù dei quasi 5 milioni di sostenitori che lo hanno scelto con le primarie. Si è circondato della stessa classe dirigente che avrebbe avuto se fosse stato eletto da un congresso di partito. Infatti le correnti si sono radicate, le segreterie regionali sono state oggetto di una lottizzazione nazionale».<br />
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Ma la crisi ha investito amministratori che da tempo lavorano sul territorio.</b><br />
«E qui ha un peso il cambio generazionale, di molti sindaci che sono al terzo o quarto mandato come amministratori. Ma è un problema comune a sinistra e destra, fossi nel Pdl non sarei allegro».<br />
<b>Un cambiamento dipende dalla forza o dalla debolezza dei leader?</b><br />
«Sono spaventato dall'idea del leader salvifico. Se portassi un qualsiasi leader nazionale a Vicenza o a Padova e lo mettessi a cercare i voti per eleggerlo in un consiglio di quartiere, non so se ce la farebbe. Invece abbiamo bisogno di gente che sappia interpretare le tensioni e le speranze delle generazioni di oggi. E guardi che nonostante i sondaggi, è percepito come vecchio anche Berlusconi».<br />
<b>Allora dove si deve guardare?
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«Ci sono belle figure che stanno crescendo. Qualche giorno fa a Vicenza si sono riuniti i sette sindaci dei capoluoghi veneti per affrontare temi concreti: di destra, di sinistra e leghisti. A nessuno è passata per la mente la linea del proprio partito. Abbiamo affidato al leghista Gobbo il compito di affrontare una questione che riguarda il trasporto dei Tir sui treni: fino a ieri sarebbe stato impensabile, ma noi ci siamo arrivati. A Roma invece devono andare ancora più in crisi prima di capire certe cose. Se solo ascoltassero cosa pensa la gente, di destra e di sinistra, dei partiti...».<br />
Base Usa. «E adesso voglio anche la "Via"»2008-12-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382757<br />
«A questo punto attendo una risposta dal Governo sulla valutazione di impatto ambientale, per me necessaria»<br />Dopo che la conferenza dei servizi ha chiesto la relazione paesaggistica "fermando" il cantiere, il sindaco intende andare più in là
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Novanta giorni di tempo. La conferenza dei servizi, riunita ieri a Venezia per discutere la relazione paesaggistica che la ditta vincitrice dell'appalto per la base americana di Vicenza ha elaborato, si è data questo termine: tre mesi per approfondire la questione e per dare il proprio parere. La parola finale poi spetterà alla Regione e prima di quel momento dentro l'area destinata ad ospitare la base americana non potranno iniziare i lavori di demolizione, questo almeno quello che fu assicurato a suo tempo dai vertici del Geniodife al sindaco del capoluogo berico Achille Variati. Variati che ieri mattina, insieme al dirigente dell'Urbanistica Antonio Bortoli e all'avvocato del Comune Loretta Checchinato, ha voluto essere presente personalmente alla riunione della conferenza dei servizi che si è tenuta presso la direzione urbanistica della Regione: con lui si sono seduti al tavolo due rappresentanti della Regione, Ignazio Operti e Vicenzo Fabris che della conferenza è il presidente e il soprintendete ai Beni Architettonici e paesaggistici Sabina Ferrari. Presenti anche l'architetto Alberto Izzo, che si è occupato di confezionare la relazione paesaggistica, e il presidente del Magistrato delle acque Patrizio Cuccioletta in rappresentanza del commissario governativo Paolo Costa. Alla vigilia dell'incontro veneziano Variati ha messo le mani avanti, così: «È una questione complessa e delicata, serve tempo per analizzare tutti i documenti e spero che non si chiuda tutto con la riunione del 5 dicembre. Altrimenti la considererei una carnevalata». Non è andata così e sulla necessità di approfondire la questione ieri si sono ritrovati tutti d'accordo: da Regione, Comune e soprintendenza è partita infatti la richiesta di avere a disposizione della documentazione aggiuntiva. Parecchia, tanto che i progettisti hanno detto di aver bisogno di almeno trenta giorni di tempo per produrla. I membri della conferenza dei servizi, che in buona parte hanno raccolto l'invito di Variati di spostarsi a Vicenza forse già prima di Natale per un sopralluogo sul campo, vogliono altre informazioni e allora via con le richieste. Quali? La relazione del progetto esecutivo, la relazione storica di evoluzione del sito degli ultimi 50 anni e quella sull'incidenza della rototraslazione della pista di volo. Ma anche un rilievo da un punto di vista geomorfologico e paesaggistico sullo stato di fatto della fascia di rispetto di 150 metri del Bacchiglione, la previsione di tutto ciò che avverrà nel sottosuolo e il possibile impatto idrogeologico, uno studio adeguato sull'incidenza delle costruzioni sul livello della falda, una puntuale situazione idraulica rispetto al Bacchiglione e una valutazione dell'impatto della centrale di generazione dell'energia. E ancora: maggiori dettagli rispetto all'area di parcheggio prevista, la simulazione delle aree di mitigazione, un rapporto sull'illuminotecnica per edifici e spazi aperti e un'analisi su una possibile zona archeologica vicino al fiume. E quella di ieri per Variati è stata anche l'occasione per ribadire un punto: «Ho posto una questione pregiudiziale: ritengo che la relazione paesaggistica non possa ritenersi sufficiente per le verifiche di tutte le questioni ambientali di quell'area ed ho fatto quindi presente di aver inviato una lettera alla presidenza del Consiglio dei ministri, lo scorso 23 ottobre, con cui ho chiesto una Valutazione di impatto ambientale». Poi aggiunge: «Del resto se una persona in quell'area fa anche solo un gabinetto fuori casa, questo deve essere sottoposto ad una Via. Vi pare dunque che un insediamento da 550 mila metri quadrati su quell'area, con volumetrie che si aggirano sugli 800 mila metri cubi, non vada sottoposto ad una Via? È la risposta che attendo dal governo». Su questo, conclude il sindaco, «ho ricevuto garanzie da Cuccioletta: ha detto che riceverò una risposta da Costa».<br />
“Un risultato eccezionale e senza precedenti. Ora ho il dovere di dargli valenza istituzionale”.2008-10-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375040<br />
<b>"Lo comunicherò al governo e agli americani”</b><br /><br />
“Un risultato eccezionale, che non ha precedenti. Una manifestazione spontanea di cittadini non politicizzati che, forse per la prima volta in vita loro, si sono recati ad esprimere il proprio pensiero ad un gazebo”. Con queste parole il sindaco di Vicenza commenta, il giorno dopo, l’esito della consultazione sul Dal Molin, autonomamente gestita dal coordinamento dei comitati contro la nuova base, dopo lo stop del consiglio di stato alla procedura di voto istituzionale. Questo il risultato: 24.094 votanti (pari al 28,56% degli aventi diritto al voto), di cui il 95,66% contrario alla realizzazione della nuova base.<br /><br />
“Quello che registro, - ha proseguito il sindaco - è che un terzo dell’elettorato attivo e quasi la metà degli elettori che si sono recati alle elezioni per il sindaco, si è espresso in modo chiaro. Gli altri, cioè quelli che non si sono espressi, non vanno strumentalizzati. Il loro non voto non è un si alla base! Sfido chi lo sostiene a dimostrarlo con i fatti, organizzando una consultazione con le medesime caratteristiche di quella di ieri per conteggiare quanti, realmente, vogliono davvero la base a Vicenza. Diversamente, non sono legittimati a parlare a nome di chi non si è espresso”.
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Adesso che ci sono “24 mila scomodi, meravigliosi voti”, consegnati questa mattina al sindaco dai rappresentanti dei comitati assieme ai rigorosi verbali dei 32 centri di raccolta, Variati prefigura due strade possibili: “Comunicherò ufficialmente agli americani e al governo l’esito di questa consultazione. Gli uni e gli altri potranno ignorare questo nuovo importante fatto ed imporre le loro decisioni (con conseguenze imprevedibili), oppure potranno rispondere alla mia richiesta di dialogo. A entrambi chiedo di valutare questo campanello d’allarme che suona nel cuore di una regione inquieta, che merita attenzione ed ascolto. Mi rivolgo, in particolare, agli americani: so benissimo che il loro interlocutore ufficiale è il governo, ma qui essi dovranno vivere e, anche dal punto di vista dell’immagine, non credo sarebbe opportuno avere contro un cittadino su tre. Si creerebbe un clima che non auguro alla mia città, una grande città d’arte che non merita di essere ridotta a capitale della protesta…”<br /><br />
Quanto al fronte amministrativo (nel quesito della consultazione l’amministrazione chiedeva ai cittadini il mandato di avviare l’iter per la richiesta di acquisizione dell’area), il sindaco ha annunciato che incontrerà tutti i gruppi consiliari, prima di decidere in che modo procedere. “Questo perché - ha concluso il sindaco - pur essendo cambiate le regole del gioco perché il consiglio di stato ha impedito al Comune di svolgere una consultazione ufficiale, ho il dovere di considerare questa grande manifestazione della volontà dei cittadini, alla quale dare la corretta valenza istituzionale”.
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Al voto, contro lo stop del referendum.2008-10-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it374989<br />
È arrivato in treno da Roma direttamente in piazza, nella piazza della protesta, a spron battuto, il sindaco di Vicenza Achille Variati. Proprio «da Roma» da dove è arrivato in mattinata lo stop al referendum sui destini delle aree che il progetto Dal Molin impegna per la costruzione della base militare Usa. E in piazza il sindaco contesta, anzi ribalta questo verdetto che viene «da Roma», cioè dal Consiglio di Stato. <br /><br />
Dice, arrivando: <b>«Voglio parlare ai miei concittadini direttamente, in piazza, esercitando una volta di più quel diritto democratico e pacifico ad esprimere un punto di vista su materie decisive per il nostro futuro. Un diritto che le decisioni di Roma hanno cercato oggi, una volta di più, di negare».</b> <br />
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In piazza Variati sfida l'ordinanza del Consiglio di stato e invita, domenica prossima, ad andare al voto lo stesso. Il referendum ci sarà, dice. Prendendo la parola nella centrale piazza dei Signori davanti a circa seimila manifestanti scesi in strada per protestare contro la decisione del massimo organo giudicante amministrativo, Variati, dopo aver indossato la fascia tricolore ha assicurato i presenti della sua partecipazione al voto referendario. «Questa fascia me l'avete data voi - ha urlato - e davanti a voi la indosso perché Vicenza non può essere imbavagliata». In ogni caso secondo il sindaco «chi ha bloccato la consultazione non è amico degli americani». <br /><br />
Stavolta però i dirigenti della Lega Nord non hanno gradito il richiamo del sindaco pd che paragona l'annullamento amministrativo della consultazione popolare a una «violenta sopraffazione di uno stato sordo e lontano». No no, stavolta Variati viene ammonito dalla Lega al governo, impegnata nel federalismo e nelle compatibilità di Palazzo Chigi. <br /><br />
«È ora che il sindaco di Vicenza Variati ritorni sui suoi passi e ammetta gli errori commessi: il suo atteggiamento ostinato ha solo danneggiato la città - è la sgridata che arriva da il vicepresidente dei deputati della Lega Nord, la vicentina Manuela Dal Lago -. Ormai - continua -non ci sono più scusanti per nessuno. Come ha sancito il Consiglio di Stato, la consultazione è inutile avendo per oggetto un "auspicio irrealizzabile", ossia fa parte del libro dei sogni di Variati, mentre un amministratore dovrebbe essere molto concreto e oculato». «Doveva ascoltare Berlusconi, ha sbagliato», fanno eco altri del Pdl.
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Ma Variati tira a dritto. Dopo aver attaccato il presidente del Veneto Giancarlo Galan («non rappresenta né il cuore né gli interessi dei veneti») e la Lega Nord («chi ha professato da sempre sentimenti d'autonomia giura a Pontida e tradisce a Vicenza») il sindaco ha ricordato che «53 erano i seggi previsti, 53 saranno i punti di raccolta davanti alle scuole dove si potrà votare dalle 8 alle 21». Sottolineando che in ogni gazebo sarà presente almeno un consigliere comunale Variati ha indicato che il voto «è riservato solo ai cittadini di Vicenza perchè per codardia - ha detto - altri comuni non hanno accettato questa sfida». Nonostante la decisione del Consiglio di Stato nelle tv private vicentine questa sera hanno proseguito la programmazione le pubblicità del Comune sul referendum. Inserzioni che invitano ad andare a votare «dove si vota abitualmente» e «a visitare il sito del Comune».
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L'agenda del movimento No Dal Molin propone per giovedì la visione del film-documentario "Storia di pasticci e risvegli". Sottotitolo: "La città dei No Dal Molin", presso una sala delle Opere Parrocchiali San Carlo. <br /><br />
Proprio mercoledì il sindaco Variati era ad una manifestazione insieme ad altri sindaci e dirigenti del Pd come Calearo dal titolo «il nostro federalismo» in Emilia. E Massimo Calearo lo difende: «Proprio mentre sono scesi a Roma centinaia di sindaci per chiedere più autonomia - dice Calearo - ai cittadini di Vicenza, della mia città, viene impedito di esprimere la loro opinione su un tema che li riguarda da vicino. Non è una questione di essere a favore o contro la base. È semplicemente, e drammaticamente - conclude 'esponente del Pd - una questione di democrazia».
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Con Napolitano «venti minuti interessanti».2008-09-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359545<br />
<b>Dal Molin al centro del colloquio? «Il contenuto è top-secret, ma la durata fuori protocollo è significativa»</b><br />
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<i>All’indomani della partenza del Capo dello Stato il sindaco fa il bilancio della visita presidenziale e non risparmia critiche al comitato del Sì e alla Dal Lago.<br />
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Vicenza -
«Le ragioni dei cittadini si devono combinare con quelle della collettività nazionale». Semplice e disarmante, soprattutto per chi si aspettava dal Capo dello Stato una presa di posizione sulla questione Dal Molin. Le parole di Giorgio Napolitano, proferite l'altro ieri durante la visita in città, hanno però messo in moto analisti in bilico tra ragion di stato e ragion di Variati. Ma al di là degli opinioni conta forse di più la cronaca politica della giornata vicentina del presidente della Repubblica. A partire, quindi, da quei venti minuti di colloquio in camera caritatis con il primo cittadino. «Sono stati venti minuti interessanti racconta Variati - il cui contenuto rimarrà per adesso privato. Posso solo dire che è stato un colloquio intenso e lungo, tanto che Napolitano mi ha stupito quando, interrotto da un uomo del Quirinale che spingeva sulla tabella di marcia, ha risposto: non vede che sto parlando con il sindaco di Vicenza?».<br />
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La sostanza di quel faccia a faccia è quindi per adesso affare privato e ipotizzare che l'oggetto principe del colloquio fosse il Dal Molin potrebbe apparire una speculazione gratuita. Piuttosto, analizzando i fatti politici, conta la presa di posizione dell'onorevole Manuela Dal Lago, che in quella frase di Napolitano ha letto un esplicito riferimento alla ragion di stato: il Dal Molin si deve fare perché lo dicono gli accordi tra Usa e Italia e quindi per il bene del popolo italiano. Achille Variati, però non la pensa esattamente così. All'indirizzo della pasionaria leghista manda una risposta in quasi dialetto: «A Manuela dico: se siete i paroni in casa vostra, non è che per caso avete lasciato perdere di esserlo per quattro sedie?». E poi spiega la sua interpretazione delle parole di Napolitano: «Il presidente ha usato il termine combinare. Non significa che la ragion di Stato deve prevalere sui cittadini. Significa che si deve conciliare».<br />
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All'orizzonte di vede la consultazione popolare di ottobre, per la quale il comitato del Si ha già presentato ricorso al Consiglio di Stato. «È facoltà di chi ha non ha ottenuto soddisfazione appellarsi conclude Variati - il Comune prende atto e si costituirà in giudizio».<br />
Qualcuno non vuole che la consultazione popolare [sulla base dal molin] si svolga in quel clima tranquillo e civile2008-09-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359087Per il sindaco di Vicenza Achille Variati gli incidenti di sabato segnano «una brutta pagina nella storia della nostra città». «L'episodio di oggi - ha aggiunto – mi conferma un'impressione che ho purtroppo da tempo: qualcuno non vuole che la consultazione popolare si svolga in quel clima tranquillo e civile che ho sempre indicato come un obiettivo e un requisito fondamentale». «Come tanti cittadini di Vicenza - ha detto -, ritengo che il progetto di costruzione della nuova base militare in quell'area, così delicata sotto il profilo ambientale, sia un errore, un errore imperdonabile. E proprio perché la città possa esprimersi, dopo che, dal governo ai consigli comunali, tutti hanno parlato tranne i cittadini, abbiamo organizzato una consultazione popolare, che consenta finalmente a Vicenza di pronunciarsi sul destino di quell'area: e che nel far questo ci restituisca la speranza di una condivisione civile, senza divisioni laceranti, che sani le ferite del passato. Un momento di democrazia che possa pacificare la nostra comunità». «Purtroppo, lo ripeto - ha concluso, annunciando di voler recarsi un Questura per avere aggiornamenti -, c'è più di qualcuno, a tutti i livelli, che non vuole che questo accada». Caso Quero: «Mi sono sentito tradito»2008-09-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359050<br />
<b>«Se avessi saputo come stavano le cose mi sarei comportato diversamente». Il nuovo assessore? Forse prima dei 20 giorni</b><br /><br />
<b>«Ho la coscienza a posto: sono un uomo all'antica ed ho creduto alle parole del mio assessore. Se avessi conosciuto subito il contesto più ampio della vicenda, avrei agito diversamente».</b> <br />
Il giorno dopo l'addio politico di Matteo Quero, assessore dimissionario alla cultura, al turismo e ai giovani, il sindaco Achille Variati si ritrova a dover fare i conti con gli attacchi delle minoranze, con una'immagine amministrativa almeno in parte da ricostruire e con un posto da assessore da assegnare. A poco più di tre mesi dal suo insediamento il democratico Variati è costretto ad affrontare una bufera politica che, per il momento, non accenna a placarsi. Se il centrosinistra fa quadrato attorno al sindaco, il centrodestra si prepara al dibattito in aula e attacca il comportamento tenuto da Variati nel caso Quero: l'assessore prima "sfuggito" all'etilometro e poi finito al centro di insinuazioni ancora più pesanti che lo hanno portato a dare le dimissioni. Il nocciolo delle accuse delle opposizioni è questo: il sindaco ha "perdonato" Quero perché non era a conoscenza dei fatti o ha tentato di coprire la reale portata della vicenda? Variati ieri è ritornato sulla vicenda e nelle sue parole c'è anche una riposta indiretta a quanti gli hanno puntato il dito contro. Lo fa spiegando perché inizialmente, subito dopo la notizia del no di Quero a soffiare nel palloncino, ha deciso di perdonare il suo assessore. Così: «L'automobile rappresenta un simbolo di libertà, ma l'idea che oltre a questo possa essere anche un'arma micidiale contro la propria vita e quella altrui solleva un problema di educazione che non si risolve solo con la repressione. Stiamo parlando di un problema formativo ed è per questo che avevo chiesto al mio assessore: è chiaro il tuo errore? Bene, allora fai il testimonial e trasforma questa esperienza negativa in una testimonianza che possa essere di insegnamento ai giovani, nell'ambito di una campagna sulla sicurezza stradale».<br /><br />
Perché, allora, il passaggio da Quero testimonial a Quero dimissionario? Notizie di stampa hanno nel frattempo rivelato che, secondo il rapporto dei carabinieri, Quero si sarebbe fermato brevemente a poca distanza da una lucciola. «Non avevo più la certezza di prima e questo l'ho letto come un tradimento. Ho creduto - ribadisce Variati - alle parole di Quero. Quando lo scenario è cambiato, è cambiato il mio rapporto di fiducia con l'assessore. Non avevo una informativa chiara della vicenda, l'avessi avuta mi sarei comportata in modo diverso. Il rapporto dei carabinieri non l'ho letto, il fatto però è che il quadro non era più chiaro e un uomo pubblico deve essere un uomo probo». E sulla stabilità del suo esecutivo Variati dice che «le scelte che ho fatto le ho fatte in libertà, eventuali errori sono miei. Vicenza ha bisogno di un sindaco forte, il giorno che dovessi accorgermi di non esserlo più sarà il mio capolinea da sindaco».
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Ieri Variati ha relazionato la giunta ed ha assunto ufficialmente le deleghe sino a ieri in capo a Quero. «Adesso - conclude Variati - dobbiamo verificare se debbono passare oppure no venti giorni prima della nomina del nuovo assessore».
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