Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI GUIDO TRENTOhttps://www.openpolis.it/2009-01-20T00:00:00ZScontro Regione-Provincia di Belluno sugli arretrati dei canoni idrici. "Atteggiamento indecente ed arrogante della Giunta".2009-01-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388324<br />
Ed ora, pur sapendo di essere dalla parte del torto, vuole appellarsi al ricorso del presidente Reolon, che legittimamente chiede gli arretrati su introiti che la Provincia non ha potuto incassare per colpa dell’inottemperanza di chi governa la Regione. Tutto questo è indecente”.
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La dura presa di posizione è del consigliere regionale del Partito Democratico, Guido Trento.
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“Qui non si tratta semplicemente di uno scontro istituzionale, cosa già di per sé grave.
Cosa ancor più grave è vedere come un rappresentante della terra bellunese, qual è l’assessore De Bona, che ha il dovere di preoccuparsi e di difendere le ragioni del proprio territorio, divenga in realtà il principale ispiratore di un’iniziativa aberrante che va contro i bellunesi. Questo atteggiamento - conclude Trento - , è il frutto di una stagione di malgoverno che deve terminare. Per il bene dei veneti e dei bellunesi”.
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"Solo 3 milioni di euro alla provincia di belluno"2008-11-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382419<br />
“In barba alle promesse di Zaia, il Progetto di Sviluppo Rurale ha assegnato alla provincia di Belluno, la vera montagna veneta, soltanto tre milioni di euro su uno stanziamento totale di 11 milioni” – dichiara il consigliere regionale bellunese Guido Trento – e tutto questo è successo ancora una volta perché a gestire questo problema importantissimo per la montagna è viceversa un uomo di pianura”.
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Ecco le proposte avanzate dal consigliere Trento per uscire da quella che definisce una “disastrosa situazione” e già a suo tempo presentate in Commissione Agricoltura:<br />
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<b>1.</b>Inserire un congruo punteggio per i prodotti tradizionali della montagna ( quelli iscritti nel registro nazionale, quali i formaggi di malga e delle piccole latterie e i prodotti ortofrutticoli);<br />
<b>2.</b>Assegnare un congruo punteggio per le aree di montagna svantaggiate (a bassa produzione foraggera);<br />
<b>3.</b>Assegnare un congruo punteggio per il settore zootecnico, considerato che questo è fondamentale per la cura dell’ambiente in area alpina;<br />
<b>4.</b>All’interno della Misura 311, relativa all’agriturismo, dare un maggior punteggio alle aziende ubicate in aree di montagna;<br />
<b>5.</b>All’interno della misura 323 (recupero delle malghe), assegnare in maniera chiara gli aiuti per il recupero degli stabili e dei pascoli, legando questi interventi al miglioramento della qualità della malga;<br />
<b>6.</b>Considerare anche l’Iva e gli oneri per la sicurezza ai fini del contributo dato ai Comuni per le opere eseguite, in quanto non possono recuperarli;<br />
<b>7.</b>Per l’area montana usare il prezzario della Camera di Commercio di Belluno e, tra le voci, scegliere quelle più congrue ai costi reali;<br />
<b>8.</b>Semplificare le procedure e chiarire in maniera inequivocabile le interpretazioni delle diverse misure affinché l’Avepa non abbia alcuno spazio di interpretazione;<br />
<b>9.</b>Costruire un nucleo tecnico con il Dipartimento Agricoltura che sia sovraordinato all’Avepa e con capacità decisionali;<br />
<b>10.</b>Assegnare i controlli funzionali alla Forestale.
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"Caro Dr. Galan, Lei non è Presidente di tutta la Regione Veneto"2008-09-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359946<br />
Egregio Dottor Galan,<br /><br />
la chiamo così perché ritengo che lei non sia il Presidente anche dei bellunesi quando parla come ha fatto domenica a Cortina. Vorrei che lei immaginasse la sua famiglia con una figlia, con il nome ipotetico di Ludovica, che abita nel paese di Arina, comune di Lamon, piuttosto che a Tiser, comune di Gosaldo, o a Danta di Cadore per rendersi conto di quali sono i problemi che incontrerebbe la sua famiglia. Ad esempio, la bambina Ludovica, siccome il papà e la mamma devono lavorare, avrebbe bisogno del nido, ma per avere il nido dovrebbe fare 50 chilometri al giorno e quindi quella famiglia non potrà avere questa opportunità.<br /><br />
Poi Ludovica, più grande, dovrebbe andare alla scuola media, ma per frequentarla dovrebbe fare la stessa strada e sono sempre 50 chilometri: deve alzarsi presto la mattina, prendere la sua corriera, stare via tantissime ore al giorno e tornare a casa dopo un percorso infinito. Poi verrà l’ora della scuola superiore e allora la distanza aumenta ancora di più perché se non si accontenta di alcuni corsi di studio e vuole una scelta più ampia, dai 50 si passa ai 100 chilometri. E così la povera Ludovica sta in giro tutto il santo giorno. <br /><br />
Se poi la piccola Ludovica avesse anche solo un mal di pancia, magari di notte, con l’inverno e la neve sulla strada, per raggiungere il primo ospedale minimo dovrebbe fare tre quarti d’ora o un’ora e mezza di strada e, in quel caso, al papà e alla mamma non resta che confidare nel Signore. Poi pian piano i genitori diventeranno vecchi, avranno bisogno di farsi la spesa in paese, ma il negozio non c’è più da tanto tempo, avranno bisogno dell’ambulatorio medico, ma l’ambulatorio non c’è più da tanto tempo, avranno bisogno di usare la corriera, ma le strade sono troppo strette e la corriera non passa. E allora guarderanno anche loro al cielo e confideranno nel Signore di stare sempre bene e spereranno che Ludovica ogni tanto magari si ricordi di portar loro un po’ di pane fresco.<br /><br />
Se la sua famiglia abitasse in quelle zone e avesse la consapevolezza di queste situazioni, dovendo fare una scelta, abbandonerebbe il paese e se ne andrebbe, ma forse neanche in fondovalle, ma direttamente in pianura dove ci sono servizi di ogni ordine e grado: la scuola materna, l’asilo nido, la scuola elementare, la media, dove si può andare a piedi, l’università è a portata di mano e, quando si diventa anziani, si può usufruire di strutture, servizi, ambulatori medici, ipermercati. E così i paesi perderanno anche quella famiglia, come tante altre che l’hanno preceduta.
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Vede Dottor Galan perché non la chiamo Presidente della Regione Veneto, cioè di tutta la Regione Veneto, perché ai nostri bambini, alle nostre famiglie, ai nostri anziani lei non dà quello che dà a chi vive in pianura. Lei commette ogni giorno un atto di profonda ingiustizia e questo perché lei non conosce la montagna, quella vera, e le necessità di noi bellunesi. Le sue dichiarazioni sono un’offesa ai nostri sentimenti, al nostro vivere. <br /><br />
Il desiderio di autogoverno, e quindi di autonomia amministrativa, è esemplificato nella vita di questa famiglia. Noi sappiamo che se le decisioni le prendiamo noi bellunesi, allora siamo in grado di rendere giustizia a Ludovica, al papà e alla mamma che vivono in questi paesini di montagna.
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