Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI ENRICO MELASECCHE GERMINIhttps://www.openpolis.it/2010-11-16T00:00:00Z(TERNI) ENRICO MELASECCHE, UDC: LA PAURA DI SFORARE IL PATTO DI STABILITA' FA NOVANTA2010-11-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548099DAL "TURBOINDEBITAMENTO DA BOC" ALLE "TURBOSVENDITE" CON L'ACCETTA. LA PAURA DI SFORARE IL "PATTO DI STABILITA'" FA NOVANTA
Abbiamo passato lustri in cui la follia spendacciona delle vecchie giunte ha caratterizzato gli anni della dissipazione allegra. La parola d’ordine era meravigliare. Il sindaco si vantava ad ogni piè sospinto di essere “la maggior stazione appaltante dell’Umbria” una sorta di psicosi di onnipotenza a suon di BOC e mutui. Sul fronte della spesa corrente poi, sono stati gli anni caratterizzati dalla follia autarchica di Terni in Jazz, del supporto finanziario all’ARCI degli amici, di un S. Valentino diventato, senza un progetto di medio respiro, passerella costosissima di carriere fulminanti, con spese a gogo, peraltro gestito in modo allegro e dissipatorio. La spesa c.d. sociale, ma che di sociale aveva, in parte elevata, solo i profitti di pochissimi soggetti, senza un minimo di freno inibitorio di necessaria responsabilità è stata gonfiata di anno in anno senza che ci si ponesse il problema della fossa che si andava scavando al futuro di Terni. Progetti spesso campati in aria senza alcun beneficio per chi aveva veramente bisogno. Milioni di euro gettati al vento di cui non si ha più traccia su iniziative che nulla hanno lasciato se non il vuoto pneumatico del nulla. Spiegavamo che BOC e mutui andavano poi pagati e che la rata annua stava salendo in modo esponenziale. Si bitumava tutto, a più riprese nel corso di poco tempo, con bitumi preziosi, drenanti e antirumore, anche dove non ce n’era il minimo bisogno. Incompetenza unita alla prepotenza hanno costituito una miscela esplosiva. Oggi, anche a causa del governo che impone una responsabilizzazione pesante a causa della esposizione finanziaria dell’Italia con un debito pubblico che continua a crescere, ci si sveglia all’improvviso con la sindrome delle “Turbosvendite” e gli stessi consiglieri che ieri votavano allegramente dietro al pifferaio magico tutto ciò che a lui passava per la testa, oggi, per pagare le rate di quei debiti, si votano in allegria i tagli con l’accetta e si svende tutto, proprio tutto, persino dove l’affare lo fanno solo le banche o gli acquirenti. Una sorta di straordinaria Fiera del Cassero. Mai la nostra città ha visto nella propria storia repubblicana ma, sono certo, secolare altrettanta smania di incassare. La paura fa novanta, la paura di sforare il patto di stabilità fissato dal Governo per i comuni prossimi al dissesto, ed allora per dimostrare la propria virtù, non si bada a spese, costi quel che costi: a) si vendono i diritti di proprietà delle aree PAIP e su questo abbiamo votato a favore perché, coincidenza, le imprese hanno necessità di patrimonializzare per avere credito dalle banche; b) si aumentano le cubature per incassare la c.d. Bucalossi, inflazionando il mercato degli immobili ormai giunto al blocco quasi totale dell’edilizia; c) si vendono le aree dei distributori di carburanti che rendono ogni anno cifre ragguardevoli, tirando il collo a galline dalle uova d’oro, fregandosi altamente degli equilibri di bilancio futuri; d) si rinegoziano mutui quasi estinti, pagando interessi ben più alti di quelli che praticano le banche ad un cliente qualsiasi, ipotecando per altri quindici anni la città e la ricchezza che dovrà ancora essere prodotta dai nostri giovani.
La seduta di ieri di consiglio comunale passerà alla storia. Si è persino tentato di coprire i tetti di tutti gli immobili pubblici di pannelli fotovoltaici, e su questo eravamo d’accordo, ma senza un minimo di garanzia seria che, al termine dei venti anni, non accadesse il disastro ambientale di dover poi il Comune provvedere alla loro rimozione con danni enormi sui tetti forati come colabrodi da quelle strutture. Il tutto per fare cassa di corsa.
Grazie al menefreghismo della maggioranza ed alla protesta dell’opposizione è mancato per fortuna il numero legale e ci auguriamo che lunedì prossimo il provvedimento possa essere votato con l’emendamento, accettato dall’assessore Ricci, di acquisire fideiussioni di prima fascia tutelando così il Comune che, reso debolissimo dalla insipienza di chi lo governa, soccombe sempre di fronte ai furbi penalizzando quelli seri.
Possiamo andare avanti così?
Terni, 16 novembre 2010.
ENRICO MELASECCHE(TERNI) ENRICO MELASECCHE, UDC: SCIPPATO IL POLO UNIVERSITARIO TERNANO2010-11-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548100SCIPPATO IL POLO UNIVERSITARIO TERNANO: FINANZIAMENTI DEDICATI AL NOSTRO POLO FINITI A PERUGIA E NARNI. TRABALLANO ECONOMIA E SCIENZE POLITICHE PER ERRORI, DEBOLEZZE E SUBORDINAZIONI DELLA POLITICA
Che la situazione dell’Università in Italia sia tumultuosa è evidente. Che la riforma Gelmini, con l’intervento di Tremonti stia provocando una rivoluzione è sotto gli occhi di tutti. Accanto ad alcuni aspetti positivi, nello scuotere un sistema che ormai si era adagiato su se stesso, altri negativi rendono le prospettive terribilmente difficili soprattutto per quelle realtà meno consolidate come il Polo Universitario di Terni che vive di una precarietà drammatica. Non si parla più da tempo di sviluppo ma solo del tentativo di mantenere almeno i corsi di laurea più significativi come Medicina, Ingegneria, Economia. Noi ci auguriamo anche Scienze Politiche. Nel frattempo nel Regno Unito Cameron triplica le tasse universitarie ma speriamo di non giungere a tanto. Occorrerebbe scrivere un libro sulle iniziative intraprese per far crescere il Polo Universitario come la sequela di errori, tanti, che hanno caratterizzato il periodo delle vacche grasse. Alcuni punti:
ad oggi si è chiuso definitivamente il Corso di Laurea in Mediazione Linguistica gestito dalla Facoltà di Lettere di Perugia. Chiediamo di nuovo al Sindaco, alla Presidente della Giunta Regionale, al Rettore Magnifico, come mai quelle risorse sono state dirottate verso Palazzo Manzoni, in Piazza Morlacchi a Perugia?
Come mai non sono viceversa state utilizzate per consolidare ad esempio Economia a Collescipoli il cui corso di laurea specialistica, ma non solo, rischia di chiudere nonostante un ruolo essenziale per lo sviluppo del nostro territorio ed un flusso di studenti ragguardevole? Quei circa 400.000 euro annui erano destinati dal patto di territorio a finanziare il Polo Universitario di Terni e sono pari alla retribuzione di quattro professori ordinari (oppure otto ricercatori) oggi indispensabili a Collescipoli per continuare le lezioni in base alla normativa Mussi/Gelmini. Nonostante il rifinanziamento in extremis di Tremonti, tornano a circolare dubbi sulla possibilità che Economia e Scienze Politiche possano continuare ad esistere;
il Corso di Laurea di Scienze Televisive e Cinematografiche di Maratta, nell’ambito della Facoltà di Scienza della Formazione, è ormai chiuso, per incapacità manifesta del Comune di salvare Papigno, dove non un solo laureato è mai stato assunto. Milioni di risorse gettate al vento sia per le strutture che per la didattica. E’ vero che i finanziamenti per le docenze sono finiti a Narni per Corso di Scienza della Sicurezza, senza nemmeno garantire per gli amici narnesi, la laurea specialistica, nel frattempo aperta anche quella a Perugia?
Sprechi e confusione delle sedi. Il palazzone di Medicina, rispetto alla progettazione iniziale, è diventato una sorta di mausoleo faraonico e costosissimo. Non apre perché, obiettivamente, 400.000 euro per la sola gestione sono assurdi, oggi soprattutto. Il Comune assegna medaglie a destra e a manca ma nessuno è però responsabile di quelle scelte. In compenso il Consiglio Comunale esprime concetti precisi in un atto di indirizzo che la burocrazia comunale si adopera allegramente di non tenere in alcuna considerazione, per cui si lavora per chiudere le attuali sedi per assecondare interessi reconditi di non si sa bene di chi.
L’irresponsabilità nel settore pubblico, sia a livello politico che dirigenziale, con buona pace della riforma Bassanini, qui da noi è ormai, da incultura civica diventata prassi quotidiana: le Farmacie Pubbliche sommano 4 milioni di euro di perdite in nove anni consecutivi? Nessuno risponde. Il SII costa follie e cumula debiti stratosferici ma non esiste un responsabile nel gioco delle omertà politiche. L’ASM gestisce l’inceneritore come una sorta di enorme barbecue di rifiuti ma, dopo anni ed anni di indagini, sembra che neanche la magistratura riesca a rinviare a giudizio i responsabili.
Viviamo in un Paese e in una Città normali oppure nel paese di Pulcinella?
Enrico Melasecche(TERNI) ENRICO MELASECCHE, UDC: "DOVE STA ANDANDO TERNI?", LA PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO2010-11-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548101A DISTANZA DI OLTRE DUE ANNI DAL CONVEGNO DIOCESANO SUL FUTURO DELLA CITTA' VOGLIAMO TRACCIARE INSIEME UN BILANCIO DELL'ACCADUTO? COSA E' DI QUELLE PROPOSTE?
PREOCCUPANTE IL SONDAGGIO FRA GIOVANI E MENO GIOVANI SULLE PROSPETTIVE FUTURE
Il 14 e 15 giugno del 2008 il nostro vescovo organizzò un convegno (Responsabili per il Futuro) per dare un aiuto alla città e fornire un contributo rispetto ad una situazione che, già allora, appariva preoccupante. Tutti coloro che avevano qualcosa da dire ebbero la possibilità di parlare. Ne emerse un quadro di enormi difficoltà. Alcuni si chiusero a riccio, accusarono persino la Diocesi di entrare a gamba tesa su temi che non dovevano interessarla, rifiutarono persino l’evidenza continuando a sostenere che tutto andava bene. Moltissimi però accettarono di aprirsi ed emerse un’analisi complessa e, a titolo esemplificativo, furono indicati alcuni settori di intervento.
Con l’iniziativa del 19 prossimo, alle ore 17 all’Hotel Valentino, vogliamo ricreare uno spazio neutro in cui alcun attori della scena politica ed economica, ma non solo, potranno riprendere quel filo, fare, da quella data, una sorta di bilancio di metà quinquennio per non veder morire le speranze e dare un contributo di idee aperto e coraggioso affinchè Terni ed il suo territorio riprendano il ruolo d’un tempo.
La città nel frattempo è cresciuta oppure i problemi, anche in relazione alla crisi più generale, si sono acuiti?
Sui cinque filoni di intervento proposti, ci sono stati passi avanti oppure si è fermi la palo?
Soprattutto quale progetto può rompere la conservazione e rilanciare un riformismo vero, quali risorse mettere in campo quando le risorse pubbliche latitano?
Un pomeriggio in cui, messa da parte la contrapposizione politica, si cercherà di volare alto, dando ognun o un contributo serio per non perdere definitivamente ogni speranza di futuro come emerge da un sondaggio condotto fra giovani e meno giovani.
TUTTI SONO INVITATI A PARTECIPARE.
Enrico Melasecche
Unione di Centro, TerniMonelli ammette la propria incompetenza professionale. Farmacie comunali governate per anni come se fossero "cosa propria". Di Girolamo provveda subito.2009-10-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418031<br />
Non sembra vero: Monelli - almeno lui - ammette la propria non competenza professionale rispetto all’incarico di Presidente delle Farmacie Comunali, ricevuto solo per ragioni politiche. L’onestà intellettuale è da apprezzare ma non restituisce ai ternani le decine di milioni di euro che oggi avrebbero fatto la differenza rispetto ad una voragine di bilancio che porterà necessariamente a tagli nei servizi e a pesanti difficoltà per molti anni ancora.<br />
Monelli peraltro ha ereditato una situazione già assurda dal punto di vista organizzativo, finanziario e gestionale ma avrebbe dovuto seguire appena insediato con l’attuale consiglio di amministrazione i suggerimenti che insistentemente gli avevamo dato. E’ prevalsa solo l’ideologia che ha portato il secondo gioiello di famiglia a sprecare occasioni d’oro per il suo rilancio, la sua patrimonializzazione, raggiungendo la elevata redditività delle farmacie private.
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Dire oggi che le farmacie private fanno concorrenza sleale è per un politico di lunghissimo corso come lui quasi ridicolo. Due sono le soluzioni:<br />
<b>a)-</b> se si tratta di comportamenti illeciti faccia il proprio dovere di amministratore e di cittadino e non continui, come fa da anni, a menare il can per l’aia, lanciando anatemi fumosi e ritraendosi poi il giorno dopo come se i giornalisti non avessero capito bene o la Procura della Repubblica, chiamata in causa ripetutamente, non avesse fin qui fatto il proprio dovere;<br />
<b>b)</b> se invece i farmacisti privati si sono organizzati legalmente avrebbe lui dovuto, peraltro in condizioni di particolare favore, visti i rapporti politici con il Comune, valorizzare le sedi, ottimizzandone la collocazione, investire opportunamente per renderle sempre più attrattive.
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Il problema è capire chi oggi rimborserà i ternani per i danni causati da anni di follie, di errori e tante prepotenze. La politica, quella vera, presuppone una correlata responsabilità, morale innanzitutto, politica ed amministrativa.
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Si chiuda alla svelta questa vergognosa situazione con provvedimenti chiari ed una discontinuità vera con questo andazzo. E’ grave che Monelli continui a parlare di pareggio come se fosse una meta agognata. Se Fiat, Enel ed Eni non producessero utili adeguati al capitale investito, cioè nuova ricchezza per fare sviluppo ed occupazione, sarebbero state emarginate ed avrebbero chiuso da tempo.
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Le Farmacie Comunali, hanno la stessa funzione sociale di quelle private. Ripetere fino alla noia che sono speciali vuol dire solo voler ingannare i cittadini. A meno che non si intenda funzione sociale il pagamento dell’indennità ad amministratori che non si sono peritati di ridursela in presenza di risultati impresentabili.
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Rispetto umano quindi per Monelli ma Di Girolamo deve, da subito, invertire la rotta se è convinto, come crediamo, che le ribalderie di questo decennio danneggiano solo la nostra comunità.
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Quel macigno sul futuro della Regione Umbria.2009-10-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418032<br />
Alcune constatazioni: in III commissione regionale è iniziata la discussione della proposta di legge di Rifondazione Comunista sul salario sociale, di per sé anche condivisibile per vari aspetti se non fosse che per finanziare la spesa proponga di tagliare gli incentivi alle imprese. La cosa è tutt’altro che casuale e viene giustificata con livore ideologico nei confronti di chi “finanzia gli alti stipendi dei manager”. Come dire: in tempi di crisi come questi, nel dubbio amletico fra l’avere l’uovo oggi o la gallina domani, la Regione dovrebbe mettere arrosto direttamente l’unica gallina che cova pulcini, spennandola e mangiandosela arrosto, con buona pace di chi verrà dopo di noi. Si vorrebbero azzerare le condizioni per incentivare investimenti e sviluppo anzichè creare posti di lavoro sani e nel privato.
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Secondo episodio: qualche anno fa mi sono battuto come un leone - ero Vice Presidente della Commissione Industria - per fare in modo che il Piano Energetico Regionale consentisse la realizzazione di una centrale, fuori dalla Conca Ternana, aperta ai venti, che fosse in grado di fornire energia a prezzi competitivi non solo all’AST - che si era fatta carico di pagare un progetto da realizzare a S Liberato, in zona industriale già vocata a tale destinazione - ma a tutta la chimica ed all’intero bacino industriale ternano-narnese, quale potente fattore di attrazione di nuovi investimenti. Il ‘niet’ di Rifondazione, obbligò la Giunta ad ipotizzare solo e soltanto una soluzione ridicola e di compromesso - sapendo tutti che mai e poi mai si sarebbe realizzata - cioè l’incremento di potenza delle due centraline da 50 e 100 MW esistenti. <br />
Un’ipotesi antieconomica che, già in partenza la Edison, proprietaria dei due impianti dichiarava irrealizzabile.
In questi anni è spesso è accaduto che per furore ideologico i Piani della Regione si siano dimostrati vere e proprie montagne di carta destinati al fallimento. Si pensi al Piano Rifiuti di Monelli - all’epoca Rifondazione Comunista - che dal camino unico alla raccolta differenziata, non ha azzeccato una sola previsione. Nel frattempo, l’AST ha azzerato 350 posti di lavoro sul magnetico, oggi per abbattere i costi ne taglia altri 120, mentre le multinazionali della chimica hanno chiuso altri stabilimenti ed altre centinaia di lavoratori sono stati prepensionati o hanno dovuto riciclarsi alla ricerca spesso di occupazioni inesistenti, senza contare che la nuova centrale interna all’AST, appena autorizzata, aumenterà di certo gli effluvi di anidride carbonica, salvo altro, bruciando in un anno quantità enormi di metano in un sito già fortemente antropizzato ed industrializzato. Non parliamo poi dei danni causati in alcuni Comuni come Terni dal furore ideologico che ha impedito qualsiasi pur lieve forma di privatizzazione per cui Farmacie comunali ed ASM, hanno accumulato perdite milionarie che costringono oggi alla svendita degli ultimi pezzi del patrimonio disponibile.
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Terzo episodio: è di queste ore la polemica stantia di tipo giacobino che vede Rifondazione Comunista attaccare la Chiesa per giungere a bocciare la legge di iniziativa popolare sulla famiglia.<br />
Credo che gli episodi citati farebbero inorridire sia Bersani che Franceschini per la loro antistoricità e somiglino tanto alle polemiche assurde che, tutte interne all’estrema sinistra, hanno fatto cadere anzitempo il governo Prodi.
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Chiedo allora a chi fa politica, ma anche e soprattutto a chi ancora guarda alla politica con la speranza che affronti i problemi enormi della società umbra, sia quelli sociali che quelli economici, possiamo continuare in questo modo ancora per quanto tempo? Possiamo ancora baloccarci a fare gli extraparlamentari, inneggiare alle nazionalizzazioni forzate di Castro e di Chavez, ipotizzare per l’Umbria un futuro che la isoli dal resto del Paese e del mondo facendole perdere terreno e tempo prezioso?
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Tutti sanno che la crisi lascerà morti e feriti sul campo e che ancora, nonostante le iniezioni imposte di ottimismo, soprattutto dal punto di vista occupazionale, la situazione non sarà più come prima. Vogliamo allora rinnovare la nostra Regione, prima che sia troppo tardi, con idee nuove, con riforme istituzionali coraggiose, con un sano pragmatismo manageriale che tagli i tanti sprechi ed indirizzi le poche risorse disponibili verso la ripresa, oppure qualcuno pensa di consentire una sorda guerriglia che imbriglia tutto, spesso per mantenere privilegi e sacche di potere vero, non rendendosi conto che il novecento si è concluso e che il nuovo secolo necessita di un nuovo umanesimo e di un metodo diverso di governo? <br />
Monelli si assuma tutte le sue responsabilità di cittadino e di massimo responsabile da anni dell’ASFM.2009-10-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417971<br />
Troppo comodo! I dieci anni di gestione delle Farmacie comunali hanno prodotto risultati pessimi, non tutti addebitabili a Monelli ma di certo non è minimamente accettabile sollevare un polverone all’ultimo momento per mettersi a posto la coscienza. Errori su errori, incapacità gestionale ma anche cinismo politico e clientelismo spinto hanno portato ad un giudizio unanime della città di assoluta negatività. Poiché siamo abituati a parlare sempre chiaro facciamo una sintesi veloce dei problemi aziendali:<br />
1)- perdite ingenti al posto di utili elevati. Prendendo a base gli utili medie di farmacie private si tratta di una voragine che manca alle casse comunali che va dai 30 ai 40 milioni;<br />
2)- mancata patrimonializzazione con l’acquisto delle sedi delle farmacie quando con i tassi bassissimi di questi anni ciò era assolutamente consigliabile;<br />
3)- errori gestionali clamorosi come il Centro salute di Piazza Enrico Fermi, fatto per favorire amici degli amici, triplicare servizi che già la ASL e l’Azienda Ospedaliera forniscono sul territorio, una vera e propria “bufala” gestionale;<br />
4)- una politica della dirigenza altalenante, con direttori messi all’improvviso e altrettanto all’improvviso defenestrati, con cause in corso dagli esiti quanto mai incerti;<br />
5)- un magazzino che ha prodotto perdite ingenti per medicinali scaduti, un immobilizzo finanziario elevato e costi del personale alti che non ha prodotto un risultato scadente;<br />
6)- una gestione non trasparente con i consiglieri comunali tenuti all’oscuro di relazioni e diagnosi pessime, pagate<br />
7)- un consiglio di amministrazione farcito di nomine politiche, costituito da insegnanti di lettere, e professionalità tra le più varie, messi lì dai partiti per percepire una indennità a carico dei ternani, di certo tutto meno che un consesso di manager adatti a riportare in salute un’Azienda come quella.
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Conclusioni: se Monelli ha da dire qualcosa parli, faccia nomi e cognomi, firmi una denuncia, si assuma tutte le sue responsabilità di cittadino e di massimo responsabile da anni dell’ASFM. Terni si trova in Italia, uno stato di diritto e non in un paese africano, con tutto il rispetto per chi ha molti più problemi di noi.
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Proposta di legge di iniziativa popolare sulla famiglia: votare entro i primi di dicembre il Testo in consiglio.2009-10-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417959<br />
A pochi mesi dalle elezioni regionali la proposta di legge di iniziativa popolare sulla famiglia sollecita interventi numerosi e di varia natura. Per sgomberare il campo da strumentalizzazioni ed informazioni non precise è bene fissare alcuni punti. Da settimane l’UDC ha in modo non equivoco sollecitato la Commissione di cui sono Vice Presidente ad affrontare con determinazione quel tema in modo da impedire che un certo fatalismo legislativo potesse tirare per le lunghe l’esame del provvedimento con la certezza del suo rinvio alla prossima legislatura, risultato che si dice vari attori auspichino.
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Questa mattina c’è stata la consegna ai commissari del lavoro ponderoso svolto dagli uffici legislativi in merito sia all’analisi normativa che alla istruttoria documentale. Emerge dalla lettura una conferma: la complessità del tema e delle proposte interessa varie materie, in particolare quattro assessorati: sociale, sanità, scuola, bilancio. Le competenze sono in parte regionali ma, in alcuni casi, anche di stretta competenza statale per cui gli articoli di quel testo vanno esaminati attentamente espungendo quelle proposte su cui la Regione non può legiferare. <br />
Non solo, normativa superiore di riferimento è indiscutibilmente la Costituzione e lo Statuto regionale che, sulla famiglia, hanno una visione chiara quanto imprescindibile.
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Come UDC, onde evitare polemiche inutili quanto strumentali, abbiamo proposto un calendario preciso dei lavori, serratissimo, in modo da giungere in aula entro i primi di dicembre per la discussione ed il voto.
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In due mesi occorre svolgere l’audizione degli Assessori Stufara, Prodi, Rosi e Riommi, oltre che di tutte le espressioni istituzionali, del volontariato, del sindacato interessati al tema.
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Non v’è dubbio che la legislazione regionale esistente e quella in corso di elaborazione, come il Piano Sociale, già tratta molti dei temi che la proposta popolare ricomprende per cui sarà necessario uno sforzo di analisi e di raccordo, ammesso che ci sia la volontà, per contemperare, come appare ovvio, questo testo con il resto del corpus juris regionale.
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L’UDC ritiene che un’occasione del genere non vada immiserita in polemiche antistoriche che già montano, alimentate da un laicismo un po’ grottesco, come non possa essere l’occasione per spaccare la comunità regionale da parte di chi volesse al contrario sperare di creare guerre pre elettorali artificiose.
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La sensibilità e l’accortezza dei più, può viceversa lavorare congiuntamente per fare in modo che questa legislatura possa concludersi con un contributo importante alla nostra società, partendo da valori condivisi, come quello della famiglia, che, oggi più che mai, ha bisogno di una rinnovata attenzione.
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Piano casa. Con la crisi gravissima dell'edilizia occorre che Provincia e Comune snelliscano l'iter burocratico con uno sportello analogo al Suap2009-09-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417875<br />
Il “Piano Casa” fu annunciato come il motore per una ripresa dell’economia soprattutto nel settore edilizio che manifestava già di per sé una crisi nella crisi. A distanza di mesi il Comune di Terni deve ancora deliberare per chiarire la portata degli ulteriori vincoli da porre rispetto a quelli che ha già fissato la Regione dell’Umbria: a detta degli operatori una sorta di blocco pesante alla operatività di quel piano. Le Associazioni di categoria e gli Ordini professionali hanno sottolineato come, di fatto, la norma governativa abbia già perduto gran parte delle sue potenzialità. Occorre agire in fretta in varie direzioni;
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1)- esercitare pressioni sulla Regione perché riveda in parte la legge fortemente restrittiva che ha emanato;<br />
2)- fare in modo che la Giunta Comunale recepisca almeno alcune proposte degli Ordini professionali in modo da consentire ad esempio, fra gli altri, piccoli ampliamenti nelle zone industriali;<br />
3)- facilitare la comprensione a tutti i cittadini rendendoli edotti dei propri diritti, perché altrimenti, con la confusione che regna nel settore, anche quelle centinaia di soggetti che potrebbero utilizzare i benefici della legge, di fatto non sono oggi in grado di averne cognizione;<br />
4)- infine, recependo la preoccupazione del Presidente dell’Ordine degli Ingegneri, concertare fra Comune e Provincia le autorizzazioni di competenza (ad esempio sulle strutture in cemento armato) onde evitare mesi e mesi di rimpallo di pratiche, producendo ritardi ben superiori alla durata degli stessi cantieri, che, nel caso in esame saranno comunque di dimensioni non rilevanti. A questo proposito invitiamo la Giunta ad attivare con la Provincia una sorta di Sportello Unico, come il SUAP, per dare una risposta sollecita e non equivoca a chi ha intenzione di realizzare gli ampliamenti previsti. Operatori del settore ed aventi diritto ringrazieranno.
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Se una manovra specificamente anticiclica non viene realizzata con efficacia nel periodo di crisi ma un anno dopo, perde completamente di efficacia e questo la nostra città, in questo momento non può permetterselo.
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Umbria Jazz e Terni in Jazz : ci sarà un cambio di rotta?2009-09-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417862<br />
Dopo un decennio di gestione ‘autarchica’ delle politiche culturali, che ha portato la nostra città a sprofondare in un anacronistico isolazionismo guerreggiante, dopo le nostre numerose interrogazioni – l’ultima delle quali è stata presentata ad agosto – non posso che plaudire all’iniziativa di Di Girolamo e Guerra che dichiarano di non voler più disperdere le poche energie esistenti e cercano di recuperare un rapporto sinergico con le altre forze in campo.
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Uno dei temi cardine di questo cambio di rotta è quello relativo al ruolo del festival Terni in jazz - strenuamente difeso dalla vecchia amministrazione e che, nonostante i notevoli finanziamenti assegnati da vari enti pubblici e sponsor privati, non è riuscito a decollare in termini di notorietà, attrazione di pubblico e turisti - e alla necessità di recuperare un rapporto con Umbria Jazz che rappresenta una delle manifestazioni musicali più conosciute a livello internazionale ed uno dei festival jazz più importanti al mondo che attrae numerosi turisti come accade anche ad Orvieto con la sessione winter.
Ma lo stesso Guerra, pur arrivando a dichiarare che “è parso un po’ folle andare a fare concorrenza ad una corazzata come Umbria jazz, nel suo stesso campo di battaglia, non ne vedo il senso”, blocca la virata quando lancia la proposta di lasciare ai Vanni la gestione della stagione invernale e di affidare al patron di Umbria Jazz Carlo Pagnotta quella estiva, come se volesse salvare insieme alla capra anche i cavoli, di chi non si sa.
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In un recente ed interessantissimo studio “Eventi culturali e sviluppo economico locale - Dalla valutazione d’impatto alle implicazioni di policy in alcune esperienze umbre” di cui consiglio la lettura, scritto dal Bruno Bracalente e Luca Ferrucci, viene confermato a livello scientifico quanto da anni andiamo sostenendo e, cioè, che se gli eventi culturali sono di altissimo livello, consentono un ritorno in termini di ricchezza e sviluppo per il territorio che giustifica l’investimento, mentre la distribuzione a pioggia di danaro per manifestazioni che si confondono nella pletora di centinaia o migliaia di altre consimili, servono soltanto a chi le organizza, ai pochi che ne traggono beneficio economico personale e a coloro che fruiscono in quel momento dello spettacolo.
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Non solo, le grandi manifestazioni devono necessariamente essere circoscritte temporalmente per cui spendere il poco danaro che c’è per diluire il jazz tutto l’anno è un errore. Non siamo a New Orleans. Quindi si riprenda un rapporto di pari dignità con Umbria Jazz e si investano le altre risorse a disposizione per creare un nuovo evento per S. Valentino. Alzare bandiera bianca sul santo patrono, patrimonio degli innamorati di tutto il mondo è pura ignavia.
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Sono peraltro favorevole alla proposta dell’assessore Rometti per la creazione di un logo unico in cui accomunare le varie manifestazioni umbre legate alla black music, limitatamente però a quelle di assoluto livello ed a patto che si riequilibri lo sforzo economico della Regione verso tutto il territorio umbro.
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Enrico MelaseccheAnche l'assessore Bucari ammette la verità2009-09-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417848<br />
Se la situazione non fosse così preoccupante non potremmo fare altro che gioire del fatto che, finalmente, gli Assessori della nuova Giunta vadano ammettendo, quasi confessando, quello che l’UDC ha denunciato da tempo. Anche l’Assessore Bucari – come nei giorni scorsi hanno fatto gli Assessori Paci e Guerra per le rispettive competenze - ha delineato un quadro abbastanza realistico quanto drammatico della situazione dei Servizi sociali del Comune tentando di abbozzare qualche soluzione.
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Come è stato più volte denunciato, le politiche sociali del decennio passato - quello della gestione Raffaelli-Pacifici – sono state improntate al puro assistenzialismo, un welfare passivo, senza una idea di recupero umano, sociale ed economico delle migliaia di situazioni di marginalità.
Per anni si è detto che a Terni tutto andava bene perché in fondo un livello di assistenza lo si forniva comunque, anzi, l’aumento esponenziale del numero delle famiglie che scendeva al di sotto della soglia di povertà come l’incremento esponenziale della spesa era motivo di vanto. Addirittura al Vescovo Paglia che faceva appello alla necessità di arginare il declino della città, rispondeva Pacifici in tono quasi di sfida, sostenendo in modo un po’ bizzarro, che tutto andava bene a Terni perché la spesa del sociale era triplicata.
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Oggi, l’Assessore Bucari, pone almeno il problema di come far uscire le migliaia di famiglie con problemi di sussistenza dallo stato fatalistico di “assistite” a quello dinamico di reintegro nella società, come noi, più volte, abbiamo sollecitato.
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A fronte di una spesa sociale fuori da ogni controllo, siamo ormai ai 9 milioni di euro, ci si pone il problema da un lato di come “tamponare le ultime emergenze”, ma anche di reagire a questa sorta di incultura dell’assistenza per l’assistenza. Si torna a parlare di pianificazione e controllo.
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Per quanto riguarda i servizi socio-sanitari e domiciliari che il Comune delega all’Asl si pone il problema da parte del primo di riprendersi il servizio, visto che fino ad ora si è pagato di fatto a piè di lista servizi costosissimi anche a chi non aveva alcun bisogno di sostegno pubblico. Torneremo quanto prima sull’argomento con dovizia di particolari.
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Basterebbe avere il coraggio di intervenire, anche nel rapporto con l’Asl, tentando di spezzare la fitta rete di interessi consolidati facendo recuperare al Comune quel ruolo di controllo e di pianificazione che, per incapacità da un lato e demagogia dall’altro, era stato abbandonato.
Chi non ricorda l’utilizzo vergognoso di diseredati fatti affluire a Palazzo Spada per fare da claque alla candidatura a sindaco di Pacifici?<br />
Chi non ricorda poi la pretesa da parte del neo commendatore di fare l’Assessore, disdicendo il lavoro forse più umile ma certamente molto più utile alla città di vigile urbano?
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Speriamo che Bucari, oltre alle denunce faccia seguire serietà e concretezza di cui a Terni c’è una incredibile necessità di recupero.<br />
Di Girolamo prende a schiaffi la politica di Raffaelli. E coglie le nostre vecchie proposte.2009-09-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417832<br />
Anche Saulo, sulla via di Damasco, cadde folgorato e cominciò a redimersi. Di Girolamo ammette che la situazione ereditata da Raffaelli fa acqua dappertutto, il comunista Paci sulla finanza derivata e sulla situazione economica comunale - obbligato dai numeri - annuisce sugli enormi buchi di bilancio e fa affermazioni che, fino a pochi mesi fa, sarebbero suonate bestemmie per un ex Segretario del PCI: “le società partecipate devono tornare all’utile”. Simone Guerra, molto più sommessamente, dopo aver, dai banchi del consiglio quale fervente rifondarolo, appoggiato in tutto e per tutto le follie degli ultimi dieci anni, oggi, da vendoliano di nuovo corso, fa una capriola e sostiene che “non si possono disperdere energie” per cui, abbasso l’autarchia raffaelliana, si torna ad Umbria Jazz, avendo Terni in Jazz succhiato una valanga di danaro, non si sa bene a vantaggio di chi.
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Una rivoluzione culturale? Una tattica di breve momento per rinsaldare le fila dopo un risultato elettorale che solo grazie a Baldassarre è finito come è finito? La necessità di cominciare ad ammettere brandelli di verità? Sta di fatto che chi, come il sottoscritto, ha fatto battaglie epocali chiedendo elementari regole di buona amministrazione, ricordando che la cosa pubblica si amministra con rigore, che il clientelismo alla lunga, quando diventa pratica quotidiana, rovina il futuro di una comunità, non può non sorridere: Assistere infatti in poche settimane a tanti e tali ripensamenti e sentir pronunciare da parte di coloro, irriducibili fino a pochi giorni fa, frasi e soluzioni intelligenti, non può che far piacere.
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Si apre una stagione nuova? Una primavera di Terni? E’ difficile immaginarlo. Purtuttavia per chi come me crede nella positività della natura umana sospende il giudizio di assoluta negatività che altri hanno dato ed attende la Giunta a quell’appuntamento del 30 novembre in cui Di Girolamo ha accettato di discutere di cosa è stato fatto o non fatto in questi mesi.
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Non mi illudo, la squadra è eterogenea per cultura, storia personale ed esperienza. Da cittadini responsabili non tifiamo per il tanto peggio tanto meglio ma valuteremo quanto di buono sarà stato fatto e senza sconti di sorta sottolineeremo lacune e i ritardi. <br />
L'assessore Paci rompe la linea di omertà sulla finanza comunale2009-09-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417833<br />
Su iniziativa del gruppo consiliare dell’Unione di Centro, la discussione dell’atto di indirizzo “Verifica urgente della situazione economico-finanziaria e contabile del Comune di Terni” - da noi presentato - sta portando alla luce le verità finora nascoste dalla vecchia amministrazione.
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Una serie di spese ben al di sopra delle reali possibilità dell’Ente che hanno portato alla moltiplicazione esponenziale del debito con l’impossibilità di farne fronte con le entrate correnti. La disgregazione della capacità di reddito delle Aziende partecipate (ASFM, ASM, SII, CMM) ha accelerato tale degenerazione. Oggi la città si trova di fronte alla necessità di ridurre drasticamente le spese su molti fronti.
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Dall’analisi della situazione prospettata dall’Assessore Paci che ha finalmente rotto la linea di omertà che ha caratterizzato il decennio appena trascorso confermando, purtroppo, numerose delle nostre preoccupazioni, risulta evidente che oltre alla riduzione della spesa interverrà necessariamente un blocco degli investimenti per un periodo lunghissimo. Attualmente la situazione è tesa a tal punto da non garantire più nemmeno il pagamento delle rate annuali dei mutui in scadenza.
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Per questo motivo l’Assessore è stato sollecitato a passare dalle parole ai fatti ed effettuare una valutazione anche del Piano Triennale delle Opere Pubbliche relazionando il Consiglio circa le opere pubbliche che si ritiene verranno realmente realizzate.<br />
Da qui al 31 dicembre ne vedremo sicuramente delle belle.<br />
Sulla Trasversale Terni - Orte - Viterbo - Civitavecchia 2009-09-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417858<br />
Al Presidente del Consiglio Regionale
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(Question Time)
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Oggetto: trasversale Terni-Orte-Viterbo-Civitavecchia
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Il sottoscritto consigliere regionale
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PREMESSO
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che la in autostrada dell’attuale E45 nel tratto da Mestre a Civitavecchia costituisce priorità su cui il Governo e la Regione dell’Umbria hanno preso impegni formali in modo da costituire un’alternativa valida all’attuale A1 che, di frequente, presenta problemi enormi, incidenti, file chilometriche e disservizi;<br />
che, in particolare, il completamento del completamento del tratto della superstrada Viterbo-Civitavecchia costituisce oggi una priorità strategica per l’Umbria a causa dei problemi gravi che oggi si creano e che impediscono un fluire regolare del traffico si pesante che turistico che dall’interno si sposta verso il Tirreno e viceversa;<br />
che tale opera è di rilevante importanza non solo per la provincia di Terni ma per l’intera Umbria, la provincia di Viterbo e tutto l’alto Lazio – in quanto rappresenterebbe il canale di collegamento tra l’interporto di Orte, i cui lavori di realizzazione sono in corso, le nostre aree industriali – compreso il polo siderurgico ternano – con il porto di Civitavecchia, già dal 2008 diventato il porto croceristico del Mediterraneo;<br />
che il completamento di tale opera, inserita come prioritaria nel Patto di Territorio sottoscritto, vari anni or sono dal Governo nazionale con gli Enti Locali, costituisce impegno solenne oggi ancor più solenne essenziale per lo sviluppo del nostro territorio;
Alla luce di quanto finora esposto<br /><br />
CHIEDE ALLA GIUNTA
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di conoscere la situazione realead oggi di quell’opera, in particolare i tratti già realizzati, quelli progetti eventualmente finanziati ed in corso di appalto ed eventualmente quelli ancora da definire, precisando la data entro la quale l’impegno di Governo e Regione verrà onorato;
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Terni, 17 settembre 2009.
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Interrogazione. Nubi acri notturne nella conca ternana. 2009-09-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417834<br />
Perugia - Gli esperti del Politecnico di Milano che per conto della Giunta regionale stanno ultimando l'indagine scientifica sull'origine e sulle cause del noto fenomeno 'nubi acri notturne nella Conca ternana', presenteranno le risultanze cui sono pervenuti entro il 2009 e noi le renderemo pubbliche alle popolazioni interessate.
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Lo ha detto ieri in Consiglio l'assessore regionale all'ambiente Lamberto Bottini, in risposta ad una interrogazione (question time) del consigliere Enrico Melasecche, capogruppo Udc, che chiedeva quali misure la Giunta intende adottare nei confronti di un fenomeno, "che si presenta con maggior intensità soprattutto nella stagione estiva, dopo le 23,30, con l'arrivo di una nube baincastra, visibile anche ad occhio nudo e che provoca forti mal di testa e conati di vomito; ma che non ha avuto fin qui alcuna risposta dall'Arpa, ripetutamente interessata ad individuarne l'origine".
<p>Proprio perchè dalla Azienda regionale per l'Ambiente non sono venute risposte conclusive, nonostante il fenomeno sia sotto osservazione dal 2007 - ha spiegato Bottini - "abbiamo deciso di affiancare all'Arpa il Politecnico di Milano che ha esteso le sue indagini a tutte le aziende della Conca ternana. Attualmente è nella fase conclusiva dei rilevamenti, e questo ci obbliga a rinviare ogni eventuale intervento proprio per attendere l'esito finale della indagine scientifica".
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Replicando all'assessore, Melasecche si è dichiarato "non soddisfatto delle parole pur cortesi dell'assessore" ed ha chiesto che la Regione attivi subito un summit sul problema sia con l'Arpa che con il Politecnico. "Temo - ha concluso Melasecche - che un eccesso di burocrazia dovuto ai troppi enti coinvolti (Procura, Arpa, Regione e Provincia), allontani la soluzione del Problema".<br />
A Terni il nuovo anno scolastico apre all'insegna delle preoccupazioni2009-09-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417835<br />
A un anno delle nostre denunce sull'accorpamento scolastico Umbro a due velocità, il nuovo anno scolastico apre all'insegna delle preoccupazioni.
Chiediamo l'intervento del sindaco Di Girolamo, del presidente Polli e di tutte le forze politiche.
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Se in tutto il Paese l’anno scolastico si è aperto all’insegna dell’incertezza, la situazione a Terni sembra essere ancora più preoccupante. Avevamo messo tutti in guardia sulle conseguenze che avrebbe portato una politica che anziché puntare al merito ha prediletto i tagli ma, con maggiore enfasi, avevamo evidenziato la disparità di trattamento riservato al dimensionamento scolastico nella nostra provincia rispetto a quello nella provincia di Perugia.
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Mentre l’ex assessore provinciale Massarelli procedette a Terni alla formulazione delle richieste di accorpamento – peraltro prima ancora di confrontarsi con gli Istituti scolastici interessati e ignorando volutamente i principi regolamentari che avrebbero previsto gradualità e programmazione nel dimensionamento degli istituti professionali e tecnici – a Perugia tutto venne rimandato.
Oggi, quello che per lunghi mesi abbiamo denunciato è sotto gli occhi di tutti. L’ex Itis Allievi il pomeriggio non potrà funzionare. La situazione è talmente paradossale che per organizzare un consiglio dei docenti si è dovuta approntare addirittura una circolare per lo straordinario di un bidello, altrimenti la scuola sarebbe rimasta chiusa. Al Casagrande, due studenti con handicap molto grave, a causa del taglio delle cattedre, non hanno l’insegnante di sostegno.
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Sarebbe bene che la politica locale iniziasse a difendere Terni con un’azione corale recuperando l’orgoglio di una comunità unita. Chiediamo a tutti di intervenire per tentare di dare una giusta risposta ad un problema di così delicata importanza che mette a rischio il diritto allo studio e, quindi, il futuro nostro e dei nostri figli. Ma, per il ruolo che rivestono, chiediamo una risposta immediata al Sindaco Di Girolamo, al Presidente Polli e alle nuove Giunte affinchè pongano in essere, nell’ambito delle rispettive competenze, tutti gli atti necessari alla soluzione del problema.
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Nell’esprimere la più sincera solidarietà a tutto il corpo docente, al personale amministrativo, agli studenti e alle famiglie vogliamo rassicurare che noi saremo, come sempre, in prima fila per difendere Terni e i ternani.<br />
Interrogazione sulla balneabilità del lago di Piediluco. Completamento urbanizazzione primaria zone periferiche.2009-09-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417860<br />
Al Presidente del Consiglio Comunale di Terni <br />
Interrogazione.
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Oggetto: balneabilità del lago di Piediluco – completamento urbanizzazione primaria delle zone periferiche di Piediluco con particolare riferimento agli allacci fognari di strada Monte La Rocca
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I sottoscritto consiglieri comunali,
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PREMESSO
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che nel corso di questi ultimi anni a Piediluco sono state costruite moltissime abitazioni; <br />
CONSIDERATO
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che nella maggior parte dei casi tali nuove costruzioni mancano ancora del completamento delle cosiddette opere di urbanizzazione primaria;
che numerosi cittadini che vivono a Piediluco, in particolare i residenti nella strada di Monte La Rocca, lamentano la mancanza di un allaccio alla rete fognaria;
Alla luce di quanto finora esposto<br />
CHIEDONO AL SINDACO E ALLA GIUNTA
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Che venga predisposto al più presto un serio progetto di riqualificazione delle suddette aree anche in considerazione della pericolosità che la mancanza di allaccio alla rete fognaria di numerose abitazioni potrebbe comportare alla qualità delle acque del Lago che, in numerosi punti, vede già compromessa la sua balneabilità.
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Terni, 14 settembre 2009.
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Gruppo consiliare “Udc – Unione di Centro”
Enrico Melasecche
Cristiano Crisostomi<br />
Progetto orti urbani2009-09-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417859<br />
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Al Presidente del Consiglio Comunale di Terni
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Interrogazione
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Oggetto: Progetto “Orti urbani”
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I sottoscritto consiglieri comunali,
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PREMESSO
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che l’esperienza degli orti urbani nasce in Italia negli anni ottanta, promossa e sostenuta dal Comune di Bologna – che oggi può vantare circa 20 aree ortive per un totale di 3000 orti - e da associazioni di volontariato come l’Ancescao (Associazione Nazionale Centri Sociali Comitati Anziani e Orti) che è una presenza importante anche sul nostro territorio;
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che gli orti urbani hanno ormai conquistato un ruolo di notevole importanza all’interno delle metropoli occidentali, poiché possono: a) costituire polmoni verdi all’interno di città industrializzate; b) educare a pratiche ambientali sostenibili; c) rispondere all’esigenza di “fare comunità”; d) offrire una valida alternativa per il sostegno anche economico dei soggetti a rischio di esclusione sociale;
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CONSIDERATO
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che gli orti urbani possono contribuire al recupero di molte aree degradate. A New York dal 1978 esiste Green Thumb, un’associazione patrocinata dal Dipartimento dei Parchi che, forte di 600 membri e un mercato di 20.000 persone, ha l’obiettivo di risanare zone degradate riconvertendole in orti urbani, i quali forniscono prodotti ortofuttricoli per mercatini biologici comunitari. Oltre a questo, l’esperienza di Green Thumb fornisce spazi sociali per gli anziani, organizza feste per le comunità di quartiere ed elabora progetti di studio a contatto con la natura per bambini e ragazzi;
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che un ulteriore valore degli orti urbani è quello di costituire un punto di incontro per la comunità, un impegno fruttuoso per gli anziani che, piuttosto che rinchiudersi in casa escono nei giardini, consumano i propri prodotti o li regalano, mettono la loro frutta a disposizione dei ragazzi del quartiere per educarli a preferire prodotti naturali. La comunità che coltiva gli orti riesce in parte a riequilibrare i ritmi frenetici imposti dalla società moderna;
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TENUTO CONTO
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che nel 1998 quale assessore feci predisporre un progetto di massima per realizzare tale iniziativa ma che le vicende politiche successive non ne consentirono la concretizzazione;
che nel corso del decennio amministrativo precedente ho ripetutamente sollecitato sindaco ed assessori a fare proprio tale progetto di grande valore sociale ma mai mi è stata data una minima risposta facendo emergere il più assoluto disinteresse per tali iniziative a favore dei più deboli;
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Alla luce di quanto finora esposto
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CHIEDONO AL SINDACO E ALLA GIUNTA
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Che venga predisposto al più presto un progetto “Orti Urbani” anche a Terni, considerato che il Comune è proprietario di molte aree abbandonate adatte a tale scopo e che l’urbanizzazione delle stesse a tal fine presupporrebbe investimenti limitatissimi rispetto agli indubbi vantaggi prima esposti.
Terni, 1 settembre 2009.
Gruppo consiliare “Udc – Unione di Centro”
Enrico Melasecche
Cristiano Crisostomi <br />
SOLO 100 GIORNI E TERNI RINASCE CON MELASECCHE SINDACO2009-02-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388847Sabato 28 febbraio, dalle ore 17.00, Vi invitiamo a Largo Villa Glori per festeggiare insieme i 100 giorni dalle elezioni che permetteranno la rinascita della città. Con il candidato Sindaco Enrico Melasecche stapperemo 100 bottiglie di spumante e brinderemo tutti insieme.I concorsi clientelari di fine mandato vanno assolutamente bloccati.2009-02-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388622<br />
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Hanno già un nome ed un cognome dei vincitori è questo è immorale ed illegale. <br /><br />
Questo pomeriggio, in Consiglio Comunale, presenteremo, unitamente a due apposite interrogazioni, due buste sigillate che consegneremo al Notaio……perché vengano aperte alla conclusione dei due concorsi natalizi, organizzati dal Comune di Terni per due posizioni molto ambite: la prima è quella di dirigente ai servizi informatici, la seconda quella di avvocato per l’ufficio legale del Comune. Le apriremo davanti ai giornalisti alla conclusione dei concorsi e prenderemo poi tutte le iniziative del caso. A Terni deve tornare un minimo di rispetto della legge e dell’etica pubblica. <br /><br />
Siamo contrari in generale ai concorsi di fine mandato, lo dicemmo in tempi non sospetti, quando si ventilava la possibilità di assumere il Capo Ufficio Gabinetto di Ciaurro, e lo ripetiamo oggi in assoluta libertà di giudizio.
Questa sinistra che fa tanto la obamiana dovrebbe apprendere un po’ di stile proprio dagli USA in cui lo spoil sistem consente al Presidente che subentra di formarsi la propria squadra e fa tornare i collaboratori di quello uscente alle proprie attività. Se Raffaelli pretende di assumere i propri collaboratori di fiducia con concorsi già targati mentre se ne sta andando di corsa, il Comune dovrebbe sottoscrivere altri mutui o mettere altre tasse e questo non lo consentiremo.<br /><br />
Siamo assolutamente contrari al clientelismo imperante, soprattutto se condito, come al solito da una Parentopoli ormai stucchevole, senza limiti né moralità.<br />
Non solo, il concorso da dirigente costituisce oltre tutto un assurdo amministrativo: prima si pagano centinaia di migliaia di euro per rottamare i dirigenti e ridurne il numero, poi ne si assume un altro alla chetichella? Che politica del personale è questa? Quella per gli amici degli amici? <br />
Piuttosto si utilizzino quei fondi per effettuare le sostituzioni delle maestre negli asili nido e nelle scuole materne comunali perché, soprattutto in questa stagione in cui l’influenza fa stare a letto varie insegnanti non è possibile non immettere in servizio le supplenti, con un sovraccarico dilavoro per coloro che sono in servizio e problemi per i bambini che non possono ricevere le dovute attenzioni di quando l’organico è al completo.
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Occorre un nuovo protagonismo delle associazioni di categoria e degli ordini professionali2009-01-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388430<br />
A chi giova che le associazioni di categoria e professionali rimangano dietro le quinte a tendere la mano al Presidente o al Sindaco di turno per ottenere talvolta un finanziamento specifico, una variante particolare, un’area PAIP in deroga, un incarico professionale o una consulenza ad personam? Non di certo alle migliaia di operatori economici che combattono e soffrono quotidianamente per stare sul mercato, per difendersi da una concorrenza spietata e spesso sleale, per fare in modo che la progettualità degli Enti Pubblici sia di qualità? Purtroppo questo è accaduto con una certa frequenza ma fa parte di un costume levantino cui un certo tipo di politica ha abituato, talvolta obbligato chi fa impresa o libera professione. A Terni abbiamo esempi a profusione. A livello nazionale le Associazioni più rappresentative hanno da tempo, seppure a fasi alterne, abbandonato la scelta di fare da applausometro ai vertici di turno della politica, per seguire la strada molto più complessa ed impegnativa del confronto, rispettoso ma senza subalternità culturali o timori reverenziali. La consapevolezza della forza di associazioni di categoria ed associazioni professionali con iscritti numerosi genera anche l’orgoglio dell’appartenenza per il ruolo sociale dell’impresa e della libera professione e consente di svolgere un ruolo che non è solo di difesa degli interessi rappresentati ma, quando invoca trasparenza, efficienza, abbattimenti dei costi, servizi moderni, fa crescere la società nel suo insieme. Ovviamente quando tale ruolo viene esercitato da vertici in grado di reggere il confronto ed aperti al nuovo. A livello regionale tale funzione è svolta con una certa capacità e fa pesare interessi ed indirizzi di politica economica ma a livello dei singoli Comuni si è preferito spesso interloquire in modo timido, talvolta subalterno. <br />
Da qualche tempo però anche a Terni, con il rinnovo graduale dei vertici, si percepisce una maggiore consapevolezza, una migliore difesa dei propri interessi a fronte di un rapporto da parte di sindaci ed assessori di chiusura e conservatorismo e, da quello della forma, spesso ben al di là della normale educazione. Settori in grave crisi penalizzano anche le imprese, basti pensare alla situazione penosa in cui versano CMM, ASFM, ASM e SII per comprendere quanta ricchezza è stata gettata al vento in questi anni cui le imprese devono supplire in termini di tariffe, tasse, disfunzioni e mancato sviluppo. Ebbene qualcosa si muove. E’ significativo il fatto che un noto imprenditore di Terni, proprietario di una delle pasticcerie storiche, abbia trovato il coraggio di redarguire con puntualità atteggiamenti e decisioni di Sindaco ed Assessore che hanno penalizzato da troppi anni l’intero centro storico di Terni ormai in mano a rivenditori cinesi, con negozi sfitti da anni, con una capacità attrattiva sempre più bassa. Un trend inequivocabile di decadenza. Mai la volontà da parte dell’Amministrazione Comunale di ascoltare almeno alcune delle proposte sulla politica dei parcheggi, sull’enormità dei permessi per disabili rilasciati, sulla opportunità di ridurre l’estensione dell’area pedonale facendo però rispettare seriamente lo shopping dei cittadini-consumatori costretti spesso a fare lo slalom fra le auto.
Altro caso è quello della Tassa-Nera che penalizza studi professionali, opifici, botteghe e laboratori artigianali oltre alle abitazioni degli stessi. Esiste una ragione al mondo che legittima la vessazione di una parte soltanto del territorio umbro rispetto ad un’altra esente? Non credo. Ebbene pochi sono stati quegli imprenditori che hanno detto basta. Alcuni rappresentanti di categoria hanno preferito voltare il capo e non vedere, trattare con il Comune problemi specifici, salvo poi lanciare le solite banali frasi di circostanza sui soliti politici affastellati tutti insieme in un unico giudizio liquidatorio. Chi fa politica ha spesso gravi o gravissime responsabilità sul declino di un territorio ma non di meno sono quelle di chi, ai vertici delle Associazioni di categoria, non rivendica dalla politica trasparenza, incisività e risultati. Se non si esercita questo diritto-dovere non ci si può lamentare se le cose vanno male perché la forza d’urto di una categoria compatta è molto forte, a condizione che si sia in grado di farla valere nel gioco complesso della locale democrazia.
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