Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI ANGELA BARBANENTEhttps://www.openpolis.it/2010-10-25T00:00:00ZMassimo confronto2010-10-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547403<br />
“Vorrei tranquillizzare i consiglieri che hanno espresso il timore di trovarsi di fronte a un provvedimento sulle aree non idonee di cui alle Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, adottato senza una approfondita analisi e discussione collegiale: stiamo lavorando alacremente da settimane proprio per riuscire, nonostante il limitato termine di novanta giorni previsto dal provvedimento statale, a condividere criteri e contenuti del lavoro oltre che con la giunta e il consiglio, con un vasto partenariato socio-economico e istituzionale”.
<p>Lo ha dichiarato l’assessore regionale Angela Barbanente rilevando che “d’altra parte, si tratta di un lavoro non facile, per la necessita’ di interpretare correttamente le linee guida statali e di rendere coerenti i contributi di ben quattro settori: Sviluppo economico, Agricoltura, Qualita’ dell’ambiente e Qualita’ del territorio”.
<p>“Il nostro metodo di lavoro nella scorsa legislatura si e’ basato sulla partecipazione e concertazione- ha aggiunto l’assessore - siamo infatti profondamente convinti che esso sia utile per migliorare efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa. Sembra che i risultati ci abbiano dato ragione. Anche per questo, non abbiamo alcuna intenzione di cambiare metodo”.<br />
Interpretare correttamente le linee guida statali2010-10-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547406Stiamo lavorando alacremente da settimane proprio per riuscire, nonostante il limitato termine di novanta giorni previsto dal provvedimento statale, a condividere criteri e contenuti del lavoro oltre che con la giunta e il consiglio, con un vasto partenariato socio-economico e istituzionale”.
Lo afferma l’assessore regionale al Territorio, Angela Barbanente. In una nota “tranquillizza i consiglieri che hanno espresso il timore di trovarsi di fronte a un provvedimento sulle aree non idonee di cui alle Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, adottato senza una approfondita analisi e discussione collegiale”.
“D’altra parte – aggiunge – si tratta di un lavoro non facile, per la necessità di interpretare correttamente le linee guida statali e di rendere coerenti i contributi di ben quattro settori: Sviluppo economico, Agricoltura, Qualità dell’ambiente e Qualità del territorio”.
“Il nostro metodo di lavoro nella scorsa legislatura - conclude Barbanente – si è basato sulla partecipazione e concertazione. Siamo infatti profondamente convinti che esso sia utile per migliorare efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa. Sembra che i risultati ci abbiano dato ragione. Anche per questo, non abbiamo alcuna intenzione di cambiare metodo”.Certi impianti non sono compatibili con le aree protette2010-10-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547401Assessore Barbanente, la Corte costituzionale ha bocciato tempo fa alcune parti della legge regionale pugliese che disciplinava il settore delle energie alternative. Con le linee guida nazionali quelle norme rivivono?
«In effetti, la parte del provvedimento che riguarda le aree inidonee ricorda largamente la legge 31 del 2008 con la quale, quasi tre anni fa, avevamo provato a limitare l’inflazione di impianti a terra su suolo agricolo in aree tutelate dal punto di vista paesaggistico».
C’è però chi filosofeggia sul fatto che una differenza c’è: i divieti a priori ora vanno dettagliati.
«E noi infatti argomentiamo in maniera robusta la ragione per cui una certa tipologia di impianto non è compatibile con un’area protetta, laddove ci sia un rilievo storico-artistico, un’area di pregio o anche un angolo visuale. Ormai, gli uffici del mio assessorato che si occupano di paesaggio hanno approntato più di 100 schede. Per ogni ambito perimetrato ci sono specifiche motivazioni di esclusione».Produzione di energia da fonte rinnovabile2010-09-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it507350<br />
“Le aziende – spiega l’assessore Barbanente - che richiederanno autorizzazioni per nuovi impianti di energia rinnovabile, come gli impianti eolici o fotovoltaici, potranno realizzare opere di mitigazione e compensazione per il riequilibrio ambientale. <br />
Ad esempio, potranno rinaturalizzare le aree, demolire manufatti detrattori per il paesaggio, il ripristino e rifunzionalizzazione di ecosistemi o interventi a favore del risparmio energetico”. <br />
“Si tratta – continua - di un’innovazione importante perché codifica su base volontaria i risarcimenti ambientali che le società energetiche si impegneranno a fornire ai territori dove saranno installati nuovi impianti”.<br />
Energia pulita: noi gli sceicchi del futuro?2010-05-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it500196“La Regione Puglia ha subìto una censura della Corte Costituzionale su due aspetti principali della Legge 31 approvata. Avevamo previsto che fossero escluse dalla possibilità di installazione di impianti di energia rinnovabile aree tutelate o protette sia dal punto di vista paesaggistico che ecologico ambientale, consentendo solo la realizzazione di impianti per autoproduzione ed autoconsumo. La Corte Costituzionale ha invece ritenuto che in assenza delle famose linee guida statali previste, noi non potessimo limitare l’installazione. Parallelamente la Corte ha cassato anche la possibilità di autorizzare impianti fotovoltaici al di sotto di 1 mega solo con la presentazione della DIA, sostenendo che il procedimento da seguire sia quello della autorizzazione unica mentre, da norma statale, la DIA va bene solo per impianti al di sotto del 20 kw. Quindi oggi ci troviamo di fronte alla necessità di chiarire che cosa accadrà per le DIA comunali in corso. A tal fine si sta mettendo a punto una circolare di concerto tra gli Uffici Energia, Ambiente e Assetto del territorio”. In quale direzione va questa circolare? “In quella di chiarire quando un iter si può ritenere concluso e quindi dare il via libera. Per quanto attiene al paesaggio, oggi dovremo comunque pronunciarci nell’ambito dell’autorizzazione unica”. Ci sono due aspetti che stridono con il buon senso: la bocciatura della Legge 31 che aveva avuto largo consenso e, soprattutto, la perdurante assenza nel 2010 delle linee guida nazionali su un tema così importante per il nostro futuro. “Lo voglio sottolineare con forza”, si infervora l’Assessore regionale, “non è possibile che lo Stato preveda delle procedure che rinviino alle linee guida senza darsi un termine perentorio. Questo riguarda varie materie, compresa quella energetica. In questo modo si blocca la possibilità, da parte delle Regioni, di regolare correttamente la materia, tenendo conto dei propri problemi organizzativi. Con una massa enorme di istanze per impianti energetici rinnovabili, per gli Uffici intasati la via d’uscita era quella dell’esclusione delle aree tutelate. Decisione che avevamo condiviso col partenariato ed erano d’accordo gli stessi imprenditori del settore nell’escludere un ambito a forte rischio di autorizzazione negata e quindi consentire agli Uffici di concentrare l’attenzione sulle altre pratiche. Mi sembrava un decisione di buon senso”. In questa situazione avrebbe valore un regolamento stilato dal singolo Comune? “Vista la sentenza della Corte Costituzionale, andrebbero incontro ad un serio rischio di ricorso”. Quindi in materia di energia pulita siamo ben lontani dall’avere le idee chiare. “Pare che il Governo stia finalmente provvedendo ad approvare le linee guida. Ci auguriamo sia vero, così potremo avere un po’ di chiarezza in merito”. Nella produzione di energia pulita qual è e quale può essere il ruolo della Puglia? “Importante! Perché è la regione leader nel campo dell’eolico e lo sta diventando anche in quello del fotovoltaico. Dobbiamo rapidamente passare, e non solo la Puglia ma tutto il Paese, da una incentivazione molto cospicua (“quella che ha dato luogo al boom di impianti”) per le rinnovabili elettriche ad una incentivazione altrettanto efficace per le rinnovabili termiche, che possono giocare un ruolo molto importante per tutto il settore dell’edilizia civile. Parallelamente bisognerebbe passare rapidamente ad una nuova fase, ossia dalle incentivazioni indifferenziate verso un’incentivazione graduata in base al beneficio collettivo dell’installazione degli impianti. Dal mio punto di vista, ad esempio, l’incentivazione dovrebbe essere massima in caso di sostituzione in una zona industriale di tettoie in amianto con tetti fotovoltaici, un po’ meno in caso di impianti che si integrino con l’edilizia esistente e ancora più bassa per gli impianti che si realizzano su ruolo agricolo. Sarebbe una decisione di buon senso, peraltro già adottata in altri Paesi europei”. La Puglia potrà un giorno diventare indipendente dal punto di vista energetico? “Potrà diventarlo, l’obiettivo resta quello. Grazie anche agli enormi sforzi che abbiamo fatto in termini di semplificazione, siamo leader a livello nazionale sia nella legislazione che nella regolamentazione per quanto attiene l’edilizia sostenibile. Oggi, però, consumiamo più energia di quanta ne produciamo, abbiamo un’enorme Centrale a carbone ed ancora una volta il nostro sforzo rischia di essere vanificato laddove la produzione di energia rinnovabile non comporti una riduzione parallela dell’energia fossile e una parallela riduzione dei costi per le nostre imprese. Se queste ultime pagano l’energia più di quanto non facciano industrie del nord che utilizzano giusto per dire l’energia idroelettrica, il nostro sistema produttivo perde in competitività. Forse un sano federalismo non guasterebbe…”. Anche per scacciare l’incubo del nucleare che resta, seppur se ne parli sempre meno, uno spettro che aleggia sul nostro futuro.