Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Giorgia MELONIhttps://www.openpolis.it/2012-07-17T00:00:00Z«Silvio lo preferisco come allenatore e poi sotto quel nome io non ci vado» - INTERVISTA2012-07-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647417<br />
Se non ci dicono cosa faranno del centrodestra, siamo pronti a combattere sulla legge elettorale.
<p>«Sarà pure una semplice proposta. Ma per noi resta irricevibile».
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<b>Giorgia Meloni, il ritorno a Forza Italia annunciato da Berlusconi è stato già degradato a "idea, proposta da discutere". Non siete disposti nemmeno a discuterne?</b>
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«Io in Forza Italia non entro. Ripeto, la proposta è irricevibile in quanto tale, qui non si propone solo di cambiare nome al Pdl. Ma di fare un salto indietro, tradire lo spirito di una missione che è stata premiata col 38 per cento dei consensi. Questo non mi sta bene. I partiti non si fanno e disfano sui quotidiani, tantomeno stranieri. Mi rifiuto di pensare che la proposta verrà realmente formulata».
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<b>E se invece avvenisse? La vostra componente direbbe addio?</b>
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«Non voglio credere alle operazioni nostalgia. Non è l'area ex An a essere contraria. In queste ore migliaia dì elettori ci stanno chiedendo se ci facciamo o ci siamo. E' evidente che in questa ipotesi remota, ognuno allora farebbe la propria scelte, trarrebbe le conseguenze».
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<b>Sul cambio del nome invece concorda?</b>
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«Posso anche essere disposta a discuterne. Ma non accetto che possa ridursi la politica a un problema di marketing, rimuovendo il vero nodo, quello dei contenuti».
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<b>Il vostro leader fa della politica una questione di marketing. Non lo starà scoprendo adesso?</b>
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«Preoccuparsi dei consensi è giusto. Ma stavolta un errore di valutazione sul marchio rischia di essere fatale all'Italia che dopo 70 anni ha un grande partito di centrodestra come la Gran Bretagna, la Francia, gli Usa, la Germania. Chiediamoci piuttosto cosa non ha funzionato».
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<b>Vi siete chiesti per esempio che fine hanno fatto le primarie già fissate per l'autunno?</b>
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«Premessa: io preferirei Berlusconi nella veste di allenatore, piuttosto che di giocatore, alle prossime elezioni. Sarebbe più efficace e darebbe una prospettiva al Pdl».
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<b>Premessa già cancellata.</b>
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«Ecco, allora penso che anche Berlusconi si debba misurare con le primarie. L'ufficio di presidenza all'unanimità ha votato per le primarie. Conviene a tutti, farle. Anche a lui. Una campagna popolare porterebbe a una salutare ri-legittimazione dal basso, una conferma che non guasterebbe. E poi c'è il Pd che le celebra. Rischieremmmo di fare la figura di chi non accetta il confronto con la gente».
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<b>Sulla legge elettorale la componente ex An si batte per le preferenze, ma il successo non è scontato.</b>
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«Le preferenze sono uno degli strumenti attraverso il quale rispondere alla crisi della politica. Una cosa però deve essere chiara fin d'ora: vogliamo prima sapere cosa s'intende fare del centrodestra. Nessuna legge elettorale che non riguardi esclusivamente l'introduzione delle preferenze potrà essere approvata prima. Non abbandoneremo l'Italia alle incertezze della Prima Repubblica».
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<b>Niente proporzionale per agevolare larghe intese anche nel 2013, dunque?</b>
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«Sarebbero la morte di tutto quello che abbiamo costruito finora. Crediamo in un sistema bipolare. E la conferma di Monti sostenuto dalla sinistra e dalla destra ci fa inorridire».
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«Oggi i giovani sono pària Vogliamo continuare così?» - INTERVISTA2012-03-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625953<br />
«L’articolo 18 riguarda solo i lavoratori che hanno un posto certo e per tutta la vita, il 30 per cento del totale».
<p>«Il punto è che in questo Paese esistono dei pària e questi pària sono la nostra generazione. Sull’articolo 18 io sono una laica, non penso che sia la soluzione a tutti i problemi del mondo del lavoro né penso che la sua modifica ne rappresenti la distruzione. Penso, però, che sia un elemento del lavoro ineguale e che il lavoro ineguale vada superato». Giorgia Meloni, quindi, si dice favorevole alla riforma proposta dall’esecutivo. «Poi, certo, dobbiamo vedere i testi, ma è necessaria, prioritaria e dalle anticipazioni mi sembra che il governo abbia trovato una sintesi abbastanza credibile», aggiunge l’ex ministro della Gioventù.
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<b>Non teme che le garanzie dei lavoratori siano smantellate?</b>
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Ecco, cominciamo col chiarire questo: si parla sempre di garanzie dei lavoratori, quando in realtà quelle garanzie valgono solo per alcuni lavoratori. L’articolo 18 ne è un esempio perfetto: riguarda solo i lavoratori che hanno un posto certo e per tutta la vita, il 30 per cento del totale. Il centrodestra l’allarme sull’ineguaglianza l’ha lanciato vent’anni fa, quando si è iniziato a capire che un numero sempre maggiore di persone sarebbe stato escluso dalle garanzie. Per i nuovi lavoratori sono valse sempre meno.
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<b>Ma comunque le riforme necessarie non sono arrivate…</b>
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C’è stato un patto scellerato che ha coinvolto tutti – sindacati, parti sociali, politica – e tutto il peso della flessibilità, della quale non si poteva fare a meno, è stato scaricato solo sui nuovi lavoratori e, quindi, sui giovani. Così è stata costruita un’Italia a due velocità, in cui qualcuno aveva tutte le garanzie e qualcun altro no.
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<b>E quindi, per rimediare, quelle garanzie si levano a tutti?</b>
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No, quindi si inizia uniformando i diritti per tutti e poi si lavora per alzarne l’asticella. Noi ci troviamo in una condizione in cui, ancora oggi, chi va in pensione a 58-59 anni con il sistema retributivo prende l’80 per cento dell’ultimo stipendio, mentre la nostra generazione andrà in pensione a 70 anni e con il contributivo, quindi con una media del 40 per cento di quanto guadagnava, senza neanche avere indietro tutto quello che ha versato. Se ci trasferiamo dalle pensioni al lavoro il principio è lo stesso: c’è chi ha tutto e chi ha nulla o poco più. Davvero possiamo pensare di continuare così? Io non avrei condiviso una riforma che avesse modificato le norme solo per i nuovi lavoratori. Quello che si fa, va fatto per tutti. E per tutti bisognerà cercare di costruire il più alto grado di diritti possibili, compatibilmente con le risorse disponibili e in base a un principio di equità da cui nessuno sia escluso. Noi ci batteremo per questo.
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<b>Vuol dire che siete pronti a dare battaglia parlamentare?</b>
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Voglio dire che siamo pronti a fare il nostro lavoro. Voglio ricordare che, in questi mesi, quando la politica è stata chiamata in causa ha migliorato i provvedimenti. Prendiamo il “Salva Italia”: loro lo hanno presentato come di “rigore ed equità”, ma l’equità ce l’abbiamo messa noi. Nel testo originale si bloccavano le indicizzazioni delle pensioni, ma non si toccavano quelle d’oro; si alzavano del 60 per cento gli estimi catastali delle case della gente e solo del 20 per cento quelli delle banche. Noi abbiamo corretto molti aspetti di quel decreto. Sulla riforma del lavoro non è diverso. Il governo dice che vuole alzare il costo del lavoro precario. Giusto, sono d’accordo. Ma la riforma deve prevedere anche una riduzione del costo del lavoro a tempo indeterminato, altrimenti l’unico risultato che rischiamo di avere è l’aumento del lavoro nero e della disoccupazione. Io mi auguro che il governo accetti il più ampio confronto possibile, la politica può fare molto.
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<b>Secondo lei, rimandando la riforma al Parlamento, Monti ne ha riconosciuto la centralità o ha fatto un po’ di scaricabarile?</b>
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Questo lo scopriremo durante i lavori, dobbiamo vedere come il governo affronterà l’iter. Certo è che il governo Monti non ha la legittimazione del popolo, la sua unica legittimazione è parlamentare e con il Parlamento si deve confrontare. Invece, ad oggi, nonostante una maggioranza inedita e straordinaria, ha messo la fiducia praticamente su tutti i suoi provvedimenti, e questo rappresenta un problema.
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<b>Non potevate farla voi questa riforma?</b>
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Noi non avevamo lo stesso sostegno di questo governo: la maggioranza non era altrettanto ampia e non c’era la solidarietà a 360 gradi di stampa e parti sociali. La politica viene messa in mora più facilmente dei tecnici, anche se vede i problemi prima di loro. Il centrodestra dell’articolo 18 ha provato a parlarne già dieci anni fa ed è stato linciato. Comunque, non è nemmeno del tutto vero che il governo Berlusconi non sia intervenuto. Voglio segnalare che, come al solito, molti provvedimenti di questa riforma erano già stati immaginati dal precedente governo. Sul lavoro la continuità è assoluta. Il contratto di apprendistato, uno dei pilastri di uguaglianza del provvedimento, è stato rilanciato e riformato da noi. Noi lo abbiamo trasformato in quello strumento straordinario di cui oggi può fregiarsi la Fornero.
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<b>Cosa pensa del cambio di passo nel confronto con le parti sociali? La fine della concertazione è un bene o un male?</b>
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Penso che una cosa sia la concertazione, altra cosa sia l’immobilismo. Il rapporto tra governo e parti sociali va rivisto. Il governo, i governi devono dialogare il più possibile, la politica non deve mai avere la presunzione di essere sufficiente a se stessa, ma in molti casi il tentativo di portare a casa l’accordo di tutti è diventato un mito incapacitante. Bisogna trovare un giusto equilibrio tra la necessità del confronto e quella della decisione, nella consapevolezza che sarà una formula utile anche per il futuro perché quello che vale oggi varrà anche domani.<br />
«Si tocchino le pensioni di anzianità» - INTERVISTA2011-09-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it609266<br />
<i>La manovra non ha ancora esaurito il suo travagliato cammino, ma il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, si porta avanti e per il futuro chiede che venga introdotto in Costituzione il principio in base al quale ogni provvedimento venga preventivamente verificato nel suo impatto sulle generazioni a venire.</i>
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<b>Ministro, di che si tratta?</b>
<p> «Propongo un meccanismo che, d`ora in avanti, eviti che si prosegua nell`esercizio in cui si sono distinte le ultime generazioni: scaricare il peso di ogni provvedimento su quelle successive».
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<b>E come funzionerebbe?</b>
<p> «Oggi (<i>ieri per chi legge, ndr</i>) abbiamo licenziato in Consiglio dei ministri il provvedimento sull`introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Costituzione. A mio parere bisognerebbe introdurre in Costituzione un altro principio di equità: quello della verifica dell`impatto dei provvedimenti a lungo termine».
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<b>In Costituzione?</b>
<p>«In Costituzione o tra gli strumenti fondamentali di verifica della manovra».
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<b>Come è stata presa la proposta in Consiglio dei ministri?</b>
<p> «I colleghi mi sono parsi interessati».
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<b>Ministro dell`Economia compreso?</b>
<p> «Tremonti mi ha detto di considerare il principio giusto e che bisognerà studiare la formula adeguata perché non si leghino troppo le mani».
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<b>Molto brutalmente: chi dovrebbe pagarne il conto?</b>
<p>«Il sistema finora ha scaricato i costi sulle nuove generazioni. Ci sono stati genitori che in qualche modo hanno tradito i figli e ipotecato il loro futuro. Eppure ci sono spese improduttive che andrebbero tagliate».
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<b>Quali? Questa manovra dovrebbe aver raschiato il barile, o no?</b>
<p> «Il nostro Paese ha bisogno di misure che favoriscano le famiglie, la natalità, la casa, gli strumenti per l`impiego. Ci sono diritti e privilegi che non possono considerarsi definitivamente acquisiti: vanno colpiti».
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<b>Un esempio?</b>
<p> «Si parta dalle "pensioni d`oro" e si dica che, sopra un certo tetto, la pensione si calcola con il sistema contributivo».
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<b>Non sono poi tantissime le «pensioni d`oro»...</b>
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«Si prendano le pensioni d`anzianità, che i giovani con l`innalzamento dell`età pensionabile si possono sognare, direi che si potrebbe anche qui applicare il contributivo».
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<b>Mi scusi, ma se c`è qualcosa che invocano in molti è la riduzione dei privilegi della politica che sono rimasti quasi intonsi. Si veda l`ultimo blitz sulle indennità.</b>
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«È una cosa di cui non abbiamo parlato collegialmente. Lo abbiamo scoperto a cose fatte. Certo che bisogna dare l`esempio:
anche i parlamentari rientrano tra le categorie che oggi non stanno nel contributivo.
E comunque voglio ricordare che la legge che tagliava il numero dei parlamentari non l`ha voluta l`opposizione».
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<b>Da ministro della Gioventù, come giudica la flessibilità introdotta dall`articolo 8 della manovra?</b>
<p> «È una norma che va incontro alla maggiore autonomia richiesta dalle parti sociali. E' stata contestata solo dalla Cgil che evidentemente non si fida di se stessa».
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<b>Veramente ci sono anche i dubbi del Quirinale...</b>
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«Tutti quelli che ne sono coinvolti non hanno protestato. Tutti tranne la Cgil che continua a garantire solo i propri iscritti mentre la gente muore di fame...».<br />
La Cassazione legalizza la cannabis in terrazzo2011-06-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589560La Cassazione legalizza la cannabis in terrazzo
Un principio questo che turba il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, secondo la quale «<b>il via libera della Cassazione alla coltivazione di marijuana sul terrazzo di casa è scandaloso. Lo stato si regge su leggi uguali per tutti, anche per chi è chiamato a farle rispettare». «La motivazione della sentenza - aggiunge il ministro - ha poi qualcosa di agghiacciante, quando prevede che il fatto è non punibile anche in presenza di specifiche norme di senso contrario, perché inoffensivo. Questo rischia di stabilire un precedente gravissimo: ovvero che un reato non sia più tale, nonostante la legge, quando considerato inoffensivo». «Se i magistrati vogliono farsi legislatori - conclude Meloni - smettano la toga e si facciano eleggere in Parlamento». Di altro avviso Marco Staderini, segretario dei Radicali italiani, secondo il quale la sentenza della Cassazione «introduce un elemento di buon senso e un principio liberale: non c’è reato se non c’è vittima».
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http://www.ilgiornale.it/interni/la_cassazione_legalizza_cannabis_terrazzo/29-06-2011/articolo-id=532074-page=0-comments=1astensione è diritto2011-06-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it583893Giorgia Meloni «L'astensione è un diritto, esattamente come lo è il voto
http://rassegnastampa.mef.gov.it/mefnazionale/View.aspx?ID=2011061018907860-1Governo. Pdl è un partito grande, normale dibattito franco2011-04-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560046<br />
"Il Pdl e' un partito estremamente grande, e' normale che ci siano anche dei dibattiti anche franchi fra gente che e' abituata a fare politica". Cosi' il ministro per le Politiche giovanili, Giorgia Meloni, a Torino per sostenere la candidatura a sindaco del centrodestra di Michele Coppola, interpellata sulle fibrillazioni all'interno del Pdl.
"In campagna elettorale e' bene ridurre al minimo le possibilita' di divergenza ed e' importante in questo momento che ci si dimostri piu' che mai compatti -aggiunge- ma quello che accade dimostra che siamo un partito vero, di gente vera, abituata a fare politica".
Deputati a 18 anni. "Chi vota può essere eletto"2011-04-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560047
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A Torino per sostenere la campagna elettorale di Michele Coppola, candidato a sindaco dal centrodestra, il ministro della Gioventu' Giorgia Meloni ha rilanciato la proposta di abbassare a 18 anni l'eta' per essere eletti alla Camera, a 25 per il Senato, oggetto di un ddl costituzionale da lei stessa presentato nei giorni scorsi.
<p> ''Se si ha la responsabilita' di votare – ha osservato – e' giusto che, chi ne ha la qualita', possa candidarsi. Siamo rimasti l'unico paese con Cipro con il limite a 25 anni per diventare deputati, l'unico con la Repubblica Ceca a chiedere i 40 anni per il Senato''.
<p>Il ministro Meloni ha poi ricordato le risorse destinate ai giovani, ''pur essendo un ministero senza portafoglio', come ''i 300 milioni in quattro mesi nell'ambito di 'Diritto al futuro', i 50 milioni di sostegno alle aziende che trasformano in contratto a tempo indeterminato gli under 35 con almeno un figlio, i 50 del fondo di garanzia per la prima casa. Vogliamo lasciare il segno – ha aggiunto il ministro della Gioventu' – non limitandoci a guardare all'oggi ma pensando al futuro''.
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La vicenda giapponese ci insegna la pericolosità del nucleare2011-04-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560048
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“A volte anche produrre risorse energetiche può essere dannoso e pericolosissimo, come l’esperienza giapponese di questi giorni ci insegna. L’educazione al risparmio è importantissima perché è indice di affermazione della coscienza ambientale. Eliminare gli sprechi è un grande aiuto per la salute nostra e del Pianeta.
<p> L’ecologia si è imposta come priorità assoluta nell’agenda di ogni società già da tempo, ma l’attualità ancora una volta la rende un’emergenza. Le esigenze dell’epoca che viviamo sono avide di risorse la cui disponibilità è limitata e il cui utilizzo spesso rappresenta una ferita inferta all’ambiente”. <br />
Positivo il riscontro per la visita in Molise del ministro Meloni2011-04-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560050Il Governatore Iorio ha voluto condivedere con noi lo straordinario risultato ottenuto sul difficile campo della Sanità. Un traguardo raggiunto grazie alla competenza e all'impegno dell'esecutivo regionale e del governo nazionale. Questa splendida notizia apre, dopo tante strumentalizzazioni politiche e dopo troppi sciacalaggi, nuovi importanti prospettive per la nostra terra e per l'avvenire dei giovani molisani. «La vera emergenza sull'età pensionabile nel privato riguarda i più giovani» - INTERVISTA2010-06-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it501399<br />
Il ministro della Gioventù Giorgia Meloni è contraria all`accelerazione chiesta dalla Commissione europea e anche a parificare l`età delle pensioni di vecchiaia per le donne nel settore privato. Ma è anche convinta che il problema, in prospettiva, sia un altro, molto più grave. Quello delle nuove generazioni, che avranno pensioni basse. Per loro «un anno in più o in meno significa poco».<br />
La parità tra uomini e donne la raggiungeranno perché «saranno tutti poverissimi».
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<b>In linea di principio lei è d`accordo a parificare i requisiti della pensione tra uomini e donne nel pubblico impiego?</b>
<p> «In linea di principio nessuno è contrario, ma la posizione presa da Bruxelles pone problemi che riguardano l`applicazione in tempi brevi».
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<b>Guardi che le opposizioni sostengono che il governo non sta trattando con la Commissione.
Sbagliano?</b>
<p> «La trattativa è vera. Conosco bene Maurizio Sacconi e so come la pensa. E anche, come lui, credo che l`Europa dovrebbe calare le sue decisioni alle caratteristiche di ogni Paese».
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Veramente in Italia c`è chi vorrebbe semmai spingere sull`acceleratore anche sul privato.</b>
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«Se in Italia abbiamo età di pensionamento diverse non è perché siamo pazzi, ma perché le donne hanno da sempre una serie di difficoltà.
Viviamo in una società che fa pagare alle donne il grosso della cura della famiglia. La prova è che gli uomini riescono a ritirarsi dal lavoro con la pensione di anzianità in media intorno ai 61 anni. Per questo non si può obbligare le donne ad andare da subito a 64. E un problema che riguarda meno il pubblico impiego, ma non si può non tenerne conto.
Certe decisioni prese con l`accetta rischiano di creare iniquità».
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<b>La trattativa deve continuare?</b>
<p> «Io penso di si. Ma non possiamo permetterci di incappare nelle sanzioni europee. Sono più di 700mila euro per ogni giorno di ritardo».
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I risparmi di un eventuale anticipo dove li impiegherebbe?</b>
<p>«In strumenti che siano utili alle donne. In politiche che permettano alle madri di conciliare la vita familiare e il lavoro. In Italia non ci sono e non a caso abbiamo un tasso di fertilità basso e un altrettanto basso livello di occupazione femminile».
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<b>Pensa che quando la sua generazione andrà in pensione ci saranno ancora disparità di trattamento tra uomini e donne?</b>
<p>«Io penso che non ci saranno differenze, perché le nuove generazioni rischiano di essere poverissime. Per i giovani questo dibattito, un anno di anticipo o qualche anno in più al lavoro significa poco, visto che la prospettiva è quella di pensioni che arriveranno a malapena al 40 per cento dell`ultimo stipendio. È questo è un problema che riguarda in particolare i lavoratori atipici».
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<b>Bisognerà aspettare un`altra sentenza di Bruxelles per garantire un minimo di equità tra generazioni?</b>
<p>«Questa è una grande questione e io intendo porla a breve ai miei colleghi del governo. Prima che diventi un'emergenza, bisognerà porsi il problema di come garantire alle nuove generazioni pensioni che, perlomeno, siano adeguate ai contributi che hanno pagato».<br />
MINORI: MELONI, NELLE SCUOLE DVD CON STORIE RAGAZZI DETENUTI 2010-01-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it475460(ASCA) - Roma, 26 gen - ''Per i ragazzi che sono nelle carceri penali a pagare il loro debito, il reintegro nella societa' una volta usciti non e' un privilegio ma un diritto''. Lo ha detto il ministro della Gioventu', Giorgia Meloni, presentando a Palazzo Chigi l'iniziativa ''Liberi per sempre'', racconto di un viaggio per immagini, parole e musica negli istituti penali per minorenni realizzato dal cantautore Alberto Mennini per l'Associazione Liberi Onlus, sfociato in un DVD che il ministro ha definito ''documentario- romanzo'' che sara' portato nelle scuole superiori di tutta Italia e mostrato ai ragazzi per dare loro un segno tangibile di quello cui puo' portare la devianza.
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Sono circa 30mila, in Italia, i ragazzi nel Penale Minorile, ''quei ragazzi che, durante il proprio giovane cammino, hanno smarrito la strada, sono caduti, ma hanno poi trovato il coraggio di rialzarsi e riprendere la marcia.
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Avere una seconda possibilita' e' un diritto, non un privilegio, in particolare per chi e' giovane e con tutta la vita davanti a se'. Di piu', - ha detto Meloni - e' un'opportunita' per l'Italia. Chi ha commesso un errore e, messo di fronte alle proprie responsabilita', ha riconosciuto gli sbagli e ha ripianato il suo debito con la societa', ha pieno titolo, al pari di chiunque altro, per riprendere il cammino interrotto e contribuire alla crescita economica, culturale, sportiva o sociale della nazione''.<br />
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Due gli obiettivi dell'iniziativa, dunque, come sottolineato dal ministro: da una parte il recupero , ''perche' abbiamo il dovere di non farli sentire soli e soprattutto di far capire loro che non e' tutto compromesso, perche' questa sarebbe la via per la recidiva''; dall'altra la prevenzione, ''perche' ho constatato troppo spesso che per tutti i fenomeni di devianza o disagio, la strada migliore non e' l'insegnamento delle istituzioni ma il racconto, l'esperienza di chi ci e' passato. Questo e' l'elemento che puo' fare la differenza. Ed e' per questo che portiamo nelle scuole superiori queste testimonianze: per far toccare con mano a chi, grazie Dio e' fuori da questi luoghi, qual e' la realta. Ma anche perche' domani questi ragazzi possano sentirsi ponsabilizzati nei confronti dei loro coetanei che rientrano nella societa'''.
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Il tour nelle scuole prende il via il 4 febbraio dal liceo Aristotele di Roma, come ha spiegato Mennini che ha curato i concerti e l'intera iniziativa, sono poi previste tappe a Napoli, in Sicilia e in Calabria. Diecimila copie del Dvd verranno distribuite nelle scuole.<br />
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mpd/cam/lv
Giorgia Meloni vuole un Parlamento più giovane: Senatori venticinquenni e deputati diciottenni.2010-01-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it475285Giorgio e Giorgia. Il presidente Napolitano e la ministra Meloni uniti nel nome dei giovani. Nel discorso di fine anno il capo dello Stato insiste sull’importanza delle nuove generazioni. Altro che Celli e il suo consiglio di mandarli tutti all’Estero. «Finalmente», dice la ministra dei giovani che in un paese che ha il vizio di puntare sempre su quelli che il futuro lo hanno alle spalle, ha un duro lavoro davanti a sè. «Per fortuna c’è Napolitano». E a sentirlo da lei, cresciuta nella cultura della destra nostalgica, fa un certo effetto.<br />
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Insomma ministro lei sembra avere affinità soprattutto con icone della sinistra, da Bertinotti a Napolitano.<br />
«Io non ho paraocchi. Giudico le persone. E ringrazio Napolitano di aver dedicato una parte importante del discorso di fine anno ai giovani, d’altra parte è un interesse che il presidente ha dimostrato sempre ponendo spessissimo l’accento su quanto meritevoli siano i ragazzi italiani. In particolare negli ultimi mesi è intervenuto per dire di non abbandonare l’Italia perché solo con loro può migliorare il futuro del paese. L’energia dei giovani è necessaria».<br />
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E come facciamo a tenercela?<br />
«Iniziamo dal ringiovanire Camera e Senato. Così che le esigenze delle generazioni siano rappresentate in maniera equa. Oggi non è così».<br />
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Impresa ardua…<br />
«Visto che quest’anno è finito parlando delle riforme che verranno, da condividere, io il prossimo anno voglio riuscire a riformare le norme che regolano elettorato attivo e passivo, voglio abbattere gli steccati anagrafici che comportano che oggi ci sia fino ai 40 anni una cittadinanza imperfetta. Visto che al Senato prima dei 40 anni non si può essere eletti e quindi le generazioni che precedono tale compleanno dono rappresentate imperfettamente. E’ una riforma su cui c’è larga intesa. Deve esserci corrispondenza tra l’età necessaria per eleggere ed essere eletti».<br />
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Quindi deputati diciottenni e senatori di 25?<br />
«Perché no?».<br />
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Napolitano ha sottolineato l’importanza di creare lavoro per i giovani. Il problema vero è il precariato. Cosa farete per loro?<br />
«E’ necessario contrapporre alla flessibilità del lavoro strumenti che bilancino questa situazione. Dal primo gennaio saremo in grado di pubblicare le norme attuative del fondo di garanzia sull’accesso al credito per l’acquisto della prima casa. 24 milioni di euro con cui lo stato garantisce chi non ha un posto fisso. E poi ci stiamo dando da fare per creare la cultura di impresa nei giovani attraverso l’Università. Sia con un bando per finanziare progetti proposti da associazioni giovanili, facilitando lo start up di nuove imprese. E anche con il Global Village Campus, ossia un ponte tra Università e lavoro. A settembre per cinque settimane abbiamo fatto incontrare i migliori giovani neolaureati e il mercato del lavoro. Il prossimo anno l’obiettivo è moltiplicare questo strumento».<br />
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In Italia non esiste meritocrazia. Uno dei motivi che spiega per esempio la fuga dei cervelli.
«Certo noi ereditiamo un sistema bloccato da privilegi consolidati e da una visone sessantottina per cui l’uguaglianza è considerata nemica del merito, mentre il nostro scopo è di costruire l’uguaglianza attraverso il merito. Partendo tutti dallo stesso blocco di partenza. E mi faccia dire un’altra cosa. Si racconta solo il lato buio dei nostri ragazzi, l’alcool, la droga, non il talento, il sacrificio. E’ gente che fa salti mortali per ritagliarsi un posticino dignitoso grazie a chi li ha preceduti e non ha pensato a chi sarebbe venuto dopo. Nel 2008 in 190 hanno vinto riconoscimenti internazionali. Significa che abbiamo un humus su cui investire. Ho in progetto un Expo per raccontare il loro talento».<br />
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E la scuola?<br />
«Prestito d’onore: consentire ai ragazzi di pagarsi l’Università, magari anche la formazione all’Estero, prestandogli i soldi che poi restituirà quando sarà in grado di farlo. Penso non solo all’Università ma anche a un’educazione non formale come i corsi di teatro o di lingua. Io credo che una delle grandi sfide che dobbiamo vincere sia quella di dare a tutti i giovani la possibilità di andare all’estero».<br />
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Che fa contraddice Napolitano?<br />
«Assolutamente no. Il mio fine farli studiare fuori e poi riportare in Italia quello che si è imparato. Completamente in sintonia con il Presidente».
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2.01.2010 da http://www.lastampa.it/ di Maria Corbi
«Giovani deboli, che agiscono così come sono rappresentati» - INTERVISTA2009-02-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388541<br />
Essendo anche giovane, oltreché ministro della Gioventù, Giorgia Meloni riesce a parlare dei tre ragazzi di Nettuno che hanno bruciato un indiano per provare «un’emozione forte», proprio partendo dalle emozioni. Le sue. «Mi ha fatto rabbia. Per i contorni raccapriccianti, per le motivazioni, il gesto in sé. La semplicità, come se il punto fosse “che si fa stasera?”. L’assenza di consapevolezza rispetto all’enormità del gesto. E quello che dicono sulle emozioni, è incredibile: tutti viviamo per le emozioni, il problema è dove le cerchi. Ma c’è anche altro».<br />
<b>Cioè?</b><br />
«Rabbia, di nuovo. Perché so che cose come questa segneranno un’intera generazione».<br />
<b>Non dovrebbero?</b><br />
«Questo episodio, enorme ma singolo, ha più peso di quanto l’abbiano le migliaia di ragazzi che anche in questo fine settimana hanno fatto volontariato. Sono tanti».<br />
<b>Però non contano?</b><br />
«Non vengono raccontati. E invece, anche l’indiano bruciato a Nettuno diventa il metro di una generazione, ma lo è fino a un certo punto».<br />
<b>Vogliamo dire che è un caso a parte?</b><br />
«Dobbiamo combattere perché non si ripeta mai, ma senza dimenticare che se giudichiamo una generazione da questo non la capiremo mai».<br />
<b>E invece?</b><br />
«Questi casi sono anche frutto dell’effetto specchio, di come una generazione viene descritta e vede se stessa. Sa che loro si considerano peggiori delle generazioni precedenti? Una cosa incredibile».<br />
<b>Perché?</b><br />
«Nessuno, di suo si considera peggiore di sua madre, o suo nonno».<br />
<b>E allora?</b><br />
«Bisognerebbe raccontare anche la meglio gioventù, quello che non fa notizia, ma che si impegna. È uno dei miei obiettivi come ministro».<br />
<b>Auguri.</b><br />
«Sì lo so. Queste storie le raccontiamo nella trasmissione radio che abbiamo sul sito del ministero, e sa una cosa? I ragazzi restano scioccati: un’istituzione si interessa a loro».<br />
<b>
Pensa che questa generazione sia peggiore delle precedenti?</b><br />
«No. Se non altro perché si confronta con una realtà dieci volte peggiore».<br />
<b>Pensa che sia migliore, allora?</b><br />
«Di certo è migliore di come viene raccontata. Anche perché viene continuamente bombardata da valori, ed esempi sbagliati su cosa sia la ribellione, o l’emozione».<br />
<b>I ragazzi di Nettuno proprio questo cercavano, un’emozione.</b><br />
«Appunto. Ciascuno di noi vive per le emozioni, sono tutto quello che ricordiamo. Il problema è dove le cerchi».<br />
<b>Serve «un’alternativa al deserto di valori», dice lei. Per esempio?</b><br />
«Il ddl per istituire le comunità giovanili, oasi dove i ragazzi possano gestire le attività più svariate. È un modo per fisicizzare l’alternativa, dare la consapevolezza di una società che investe sui ragazzi, oltreché sfruttarli. Perché poi, tanti messaggi sono proprio sbagliati».<br />
<b>
Per esempio?</b><br />
«Guardavo l’altroieri una di quelle fiction per famiglie, in cui a un certo punto un ragazzo si fumava una canna. Beh, quando si fa passare il messaggio che la droga è libertà, se poi qualcuno interpreta lo sballo come divertimento...».<br />
<b>Meloni si spende per abolire gli spinelli dalle fiction?</b><br />
«Il problema non è evitarlo, ma che sia considerato politicamente corretto. O anticonformista».<br />
<b>Torniamo a Nettuno. Come si spiega che il ragazzo annoiato sia la premessa dell’immigrato in fiamme?</b><br />
«Il tema non è l’immigrato, l’hanno già spiegato i responsabili, ma la vittima facile da colpire, l’assenza di rispetto verso la persona».<br />
<b>E come si colma questa vertigine?</b><br />
«Restituendo capacità educativa a famiglia, scuola, sistema dell’informazione e via dicendo».<br />
<b>Utopico?</b><br />
«Se lo considerassi utopico smetterei di far politica. Si possono offrire alternative valide. Qualche oasi nel deserto, dico io».<br />
<b>Quando andava a scuola lei, i ragazzi erano molto diversi da oggi?</b><br />
«Quando ero una studentessa il bullismo c’era, ma non c’erano youtube e i videofonini. Non saprei dire se, con gli stessi mezzi di oggi, le cose sarebbero apparse diverse».<br />
«Sono pronta a dialogare con loro» - INTERVISTA2008-10-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375942<br />
<b>Meloni invita gli studenti al confronto: «Vorrei vedere le loro proposte, se ne hanno»</b><br />
<br />
L'Unione degli studenti alza il tiro e annuncia il blocco delle attività didattiche nelle scuole quando il decreto Gelmini sarà discusso al Senato. La manovra della sinistra dinanzi al subbuglio che le scuole stanno vivendo è chiara: monopolizzare la protesta e saldarla con la mobilitazione antigovernativa del Pd e della Cgil. Per fortuna a mettersi di traverso ci sono anche gli altri studenti, quelli che non ci stanno a farsi irreggimentare sotto i vessilli di una politica vecchia e conservatrice. A loro si rivolge Azione studentesca con un manifesto che lancia uno slogan ambizioso: "Potere agli studenti", accompagnato dall`immagine poco rassicurante di una studentessa che mette un piede su una cattedra.
Foto sovrastata da un`altra scritta:<br />
"basta coi prof incompetenti"
Una scelta grafica che ha il merito di rimettere gli studenti al centro delle rivendicazioni sulla scuola. Perché quello che non convince nel fermento degli ultimi giorni è il fatto che gli studenti scendono in piazza per garantire la classe docente e non per i loro interessi che, secondo Azione studentesca, coincidono con l`auspicio di una scuola di qualità.<br />
«Io non ho mai visto - commenta Giorgia Meloni, ministro della Gioventù - un movimento studentesco che si schiera con i professori...».<br />
<b>
Come ministro dei giovani manda a dire a questi studenti di essere meno conservatori?</b><br />
Ci tengo a dire che io non ho voglia di fare la talebana contro gli studenti ma che non me la sento neanche di difendere la parte ideologizzata di questa protesta.
Mi piacerebbe che al centro di questo movimento ci fossero gli studenti. Ma quali sono i loro veri interessi? Difendere lo status quo o pretendere che le risorse vengano reinvestite per una scuola di qualità? <br />
<b>Mi citi una parte del decreto Gelmini che favorisce gli studenti.</b><br />
Il blocco dei manuali per cinque anni. Io facevo i cortei per abolirli i libri di testo. Qui si è avuto il coraggio di non tutelare più i privilegi delle grandi case editrici.
Gli studenti dovrebbero rifletterci sopra. E poi se un ministero vuole la razionalizzazione delle spese perché dire che quei soldi sono tolti alla scuola? Perché non provare a immaginare come reinvestire le risorse? Magari nei laboratori, nelle palestre, nell`aggiornamento dei docenti. Tutto questo fa male o fa bene alla scuola? Io non ho ancora visto un vero dibattito su questi punti e mi piacerebbe che gli studenti ne fossero protagonisti, che fossero artefici di un confronto che li interessa da vicino.
Non mi piace vederli in piazza in difesa dei "baroni".<br />
<b>Lei ha fatto tanti cortei contro vari ministri della Pubblica istruzione. Si può oggi stare in piazza scegliendo una via alternativa tra l`arroccamento conservatore della Cgil e la difesa acritica del governo?</b><br />
Certo che si può. Io sono cresciuta nel movimento studentesco e abbiamo organizzato tante manifestazioni, anche quando al governo c`era il centrodestra.
Perché non eravamo come l`Unione degli studenti che, quando c`era Fioroni, il ministro "amico" dava ordine nelle scuole di evitare agitazioni e cortei. Guai a fare così. Ma la qualità della protesta si valuta dalla piattaforma programmatica.
Un movimento studentesco vince se è credibile. Io studentesco scendete pure in piazza ma fateci sapere quali sono le vostre proposte.<br />
<b>I cortei dovrebbero ricominciare da capo su tutt`altre basi, allora...</b><br />
Intendiamoci: difendere i tre maestri, difendere i professori, difendere le cattedre universitarie anche se sono troppe, tutti questi sono interessi legittimi ma gli studenti con queste rivendicazioni che c`entrano? Se io fossi al loro posto mi domanderei come ottenere una scuola migliore di quella esistente, perché quella attuale non è certo il meglio. E allora non è questione di un singolo ministro ma di un progetto, di una vera e propria ri-costruzione.
Gli studenti devono essere protagonisti di questo processo.<br />
<b>
Lei sarebbe disposta ad ascoltarli?</b><br />
Certo che li ascolterei, non vedo come potrei chiudere loro le porte proprio io che ho sempre sostenuto che è necessario il dialogo tra gli studenti e il ministro dell`Istruzione. Mi sembra però che in questo caso non ci sia voglia di venirsi a confrontare. In ogni caso nessun rappresentante mi ha chiesto un incontro, forse hanno tentato con la Gelmini.<br />
<b>In ogni caso lei pensa che la linea del dialogo sia da tenere in considerazione?</b><br />
Io penso che un dialogo alla fine ci sarà, è interesse dell`intero governo e non solo mio. Ripeto:
sono queste proteste che ho visto fino ad oggi che sembrano più puntare su vecchie contrapposizioni ideologiche piuttosto che mirare concretamente a una scuola più partecipata. Non a caso, la Gelmini ha avuto anche la solidarietà di ex ministri dell`Istruzione come Luigi Berlinguer.
Le riforme le auspichiamo tutti. Ma gli studenti tornino ad essere soggetti liberi, non condizionati, soggetti disinteressati.
Allora io sarò come sempre sono stata dalla loro parte.
<br />
Venezia: «Cacciari non è invincibile» - INTERVISTA2008-09-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359543<br />
La mattina in "divisa" ministeriale, giacca e pantaloni scuri, per il forum dei Giovani imprenditori di Confcommercio a Ca' Corner. Il pomeriggio in tenuta da turista, scarpe basse e maglioncino sulle spalle. Senza scorta, senza bodyguard, senza il codazzo di addetti e di portaborse che solitamente accompagna i ministri della Repubblica italiana. «La scorta io? Ma se non uso neanche l'auto blu». Giorgia Meloni, ministro alla Gioventù, 31 anni, in politica con Alleanza nazionale da quando ne aveva 15, lascia Ca' Corner e si trasferisce all'hotel Monaco: mezza giornata di passeggio e shopping, stamattina già se ne andrà. «Era da un po' di tempo che non venivo a Venezia, avevo voglia di rivedere la città». Non è sola. A portarla a spasso per le calli sono il capogruppo di An a Ca' Farsetti Raffaele Speranzon («Raffaele è bravissimo, mi raccomando lo scriva che lo stimo») e i consiglieri di Municipalità Pietro Bortoluzzi e Andrea De Simone.<br />
<br />
<b>Ministro Meloni, in giro per Venezia senza scorta?</b><br />
«Io sono sempre senza scorta, non uso nemmeno l'auto blu».<br />
<b>Il programma di questo sabato pomeriggio in laguna?</b><br />
«Un giretto, dove si va si va. Shopping? E perché no? Se vedo una cosa che mi piace, un bell'oggetto artigianale...».<br />
<b>A 31 anni ministro: come cambia la vita?</b><br />
«Sì, sono un ministro giovane, ma faccio politica da quando avevo 15 anni, già ero stata vicepresidente della Camera. Diciamo che da ministro devi stare un po' attento a quello che dici, perché puoi trovarti su un titolo di giornale. E per me, che sono schietta, irruenta, immediata, non è facile».<br />
<b>Lei è single, si sposerebbe a Venezia?</b><br />
«Da romana, orgogliosamente romana, mi sposerei ovviamente a Roma. Ma Venezia probabilmente sarebbe una buona scelta».<br />
<b>Cosa sa dell'amministrazione di questa città?</b><br />
«Mi raccontano di una amministrazione un po' contraddittoria, di qualche spreco di troppo, come quel ponte».<br />
<b>Il ponte progettato da Calatrava. L'ha visto?</b><br />
«Stamattina».<br />
<b>E?</b><br />
«Mi è sembrato catapultato qui, come spesso accade per certe opere».<br />
<b>Le piace?</b><br />
«Bah, niente di che. Ma, al di là del giudizio estetico, l'ho guardato bene perché con quello che è costato, insomma, un po' troppo per quello che ho visto».<br />
<b>Le hanno parlato del villaggio per i Sinti?</b><br />
«Del referendum soprattutto. Lasciamo stare il merito della questione, anche se i campi nomadi non sono una grande forma di integrazione, non capisco perché non si voglia fare il referendum. An ha raccolto le firme, si vuole chiedere ai cittadini se reputano una priorità fare questo campo che costa 3 milioni e mezzo. Non capisco le perplessità del Comune, io se fossi il sindaco di Venezia la consultazione dei cittadini la farei. Anzi, in generale penso che sia utile sentire i cittadini specie quando ci sono in ballo opere costose».<br />
<b>L'anno prossimo ci saranno le elezioni provinciali, nel 2010 quelle comunali. Previsioni?</b><br />
«Cacciari non è invincibile, come non lo erano Rutelli e Veltroni. L'esperienza di Roma dimostra che con persone in grado di rappresentare un disegno diverso, si può fare la differenza».<br />
<b>Pesa la scelta del candidato sindaco?</b><br />
«Bisogna trovare il candidato migliore. E secondo me il candidato migliore lo si trova tra le persone radicate in città, conosciute e riconosciute dalla gente. Oggi c'è la tendenza a cercare i grandi nomi, i personaggi, io preferisco le persone radicate sul territorio. E per Venezia penso proprio che noi si possa giocare bene questa partita».<br />
<b>Con che alleanza?</b><br />
«Andando tutti uniti, ovvio. E, come dice Speranzon, possiamo anche vincere al primo turno».<br />
«Ho “piegato” Tremonti: darò soldi a tutti i giovani» - INTERVISTA2008-08-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it358585<br />
La trovi al termine di una giornata di mare, e lei ci ride su: «Oh, almeno la domenica! Con Fini siamo passati dal parlamento che faceva le settimane corte, al fatto che siamo gli ultimi italiani ad andare in vacanza. Con Berlusconi credo che il governo lavori il triplo... Altro che Casta, a Palazzo Chigi si corre per il premio Stakhanov!». Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, non è ancora andata in ferie, ma è al settimo cielo perché in Consiglio dei ministri - venerdì, senza troppi clamori mediatici - ha strappato cinque milioni di euro per il progetto che più le sta a cuore, «le comunità giovanili», il primo finanziamento per costruire luoghi di aggregazione autogestiti, e combattere l’alienazione dei ragazzi.<br />
<b>Scusi se mi impiccio, ma Novella 2000 due settimane fa l’ha intercettata a Ponza, a bordo di un gozzo.</b><br />
(Ride) «Visto che lusso? Io se salgo su una scialuppa sono già al mio top».<br />
<b>Il più giovane ministro d’Italia è una bella preda per i rotocalchi...</b><br />
«Vorrei dire una cosa seria, si può?».<br />
<b>Prego.</b><br />
«Se tu vai a fare una giornata al mare con i tuoi amici di sempre, persone normalissime, e scopri che tutti sono finiti sotto il teleobiettivo...».<br />
<b>Si incazza?</b><br />
«No, non mi faccia dire quella parola. Però mi rendo conto che anche una come me, che non vorrebbe cambiare nulla della sua vita e odia la Casta...».<br />
<b>Ogni tanto vorrebbe sparare ai fotografi...</b><br />
«Nooo, ci mancherebbe! Però avverte la tentazione di preservare i suoi amici, e magari di andare a nascondersi da qualche parte. Quanto ai fotografi...».<br />
<b>Gli forerebbe le gomme?</b><br />
«Figurarsi. Però magari rompere l’obiettivo, come nei tempi eroici della Dolce vita, ecco... Oh, scherzo!».<br />
<b>Questa domenica, insomma, l’ha passata in una spiaggia esclusiva?</b><br />
«Macché! Solito salto a Ostia e lettino da sette euro. È dove vado da una vita. Per fortuna lì nessuno pensa di trovarmi».<br />
<b>Vengono tagliati tutti i bilanci dei ministeri, come ha fatto a strappare cinque milioni?</b><br />
«Forse mi sono battuta bene, chissà... In ogni caso, come si dice a Oxford, miracolosamente, Tremonti ha scucito».<br />
<b>Cos’è, lo ha ipnotizzato?</b><br />
«Forse, dopo una legislatura insieme nell’ufficio di presidenza di Montecitorio, ha capito che se non ottenevo questi soldi lo aspettavo sotto casa... È una battuta, ovviamente».<br />
<b>Lo avevo intuito. Ma cosa sono le comunità giovanili?</b><br />
«Una esperienza tutta da inventare. Abbiamo varato il progetto in modo che siano il luogo dove siano gli stessi giovani a diventare protagonisti».<br />
<b>Si dice sempre così.</b><br />
«Stavolta sarà diverso. Ci sarà un bando, dei criteri trasparenti, la possibilità di accedere per chiunque».<br />
<b>Le faccio un esempio per lei urticante. Se a organizzarsi sono i giovani del Pdci?</b><br />
«Non è urticante per nulla. Se stanno nelle regole, non ci interessa cosa pensino. Però cercheremo di evitare i ghetti - di sinistra o di destra - e di favorire le esperienze plurali. L’unica cosa che non vogliamo sono le sezioni di partito camuffate».<br />
<b>In che modo?</b><br />
«Il primo e inderogabile criterio: negli spazi finanziati non ci potranno essere discriminazioni di nessun tipo».<br />
<b>Chi controlla?</b><br />
«Oltre al dipartimento avremo anche un osservatorio, pensato per questo scopo, con le associazioni e alcuni soggetti di garanzia».<br />
<b>Ecco i vecchi babbioni.</b><br />
«Macché. Ci saranno dei giovani anche lì: senza targhe di partito».<br />
<b>Come se la immagina la comunità ideale?</b><br />
«Entri e c’è un palco, dove fare teatro, convegni, corsi di poesia. A fianco la sala prove, per chi vuol far musica senza pagare il pizzo di chi ci guadagna e magari impone vincoli di mercato».<br />
<b>Temo che una cosa così in Italia non possa esistere.</b><br />
«C’è anche una piccola biblioteca, perché i ragazzi devono poter leggere anche se non hanno soldi. C’è, ovviamente, internet. E poi i campi per fare tutti gli sport. Le basta?».<br />
<b>Qualcuno troverà il modo per guadagnarci sopra e l’incanto finisce.</b><br />
«Scherza? La prima regola, inderogabile, è: non ci deve essere fine di lucro».<br />
<b>E chi gestirà, il tutto?</b><br />
«Gli stessi ragazzi».<br />
<b>Il più forte si impone.</b> <br />
«È previsto che ci sia un sano principio di elettività».<br />
<b>Lei pensa che possa funzionare?</b><br />
«Senta, il mondo dei giovani un po’ lo conosco. Ho visto miracoli, in giro, nati senza soldi e con tanta passione. Ora chi vuol fare ha un aiuto in più».<br />
<b>Mi faccia un esempio.</b><br />
«Le racconto una storia per tutte. Pino Maddaloni, medaglia d’oro di judo, azzurro: ha aperto una palestra a Scampia, dove è nato. Fa corsi - gratuiti - di judo per i ragazzi del quartiere».<br />
<b>Praticamente un eroe.</b><br />
«Per me di più. Solo che voleva gettare la spugna, perché non lo aiutava nessuno. Ho letto queste sue parole e mi sono infuriata: “Tutto quello che ho, me l'hanno dato gli sponsor del Nord. A Scampia, dalle istituzioni, ho avuto una palestra in condizioni pietose. Purtroppo Napoli è inquinata dalla camorra e dalla cattiva politica”».<br />
<b>E ora?</b><br />
«Abbiamo parlato. È uno che non molla, se qualcuno lo aiuta, continua. Ecco, questi soldi servono per tanti progetti così, le alternative al muretto, gli avamposti della legalità i laboratori di creatività».<br />
<b>Quando arriveranno?</b><br />
«Entro fine anno spero nel bando. Sarà una... rivoluzione. Lo scriva».
<br />
Questo Silvio non mi piace2008-06-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357356Ministro Giorgia Meloni, c'è questa brutta storia delle intercettazioni. «Storia mortificante». Ha letto i discorsi che facevano al telefono? Quelle ragazze, quelle donne che chiedevano, imploravano, e quegli altri che promettevano, alludevano... «Senta: siccome io lo so che tanto poi lei vuol farmi finire a parlare di Berlusconi, e cioè del mio premier...». Tra l'altro, come saprà, c'è Di Pietro che definisce il Cavaliere un magnaccia e... «No no, appunto: visto che il giochino è scoperto, mi faccia almeno esprimere prima un paio di concetti».
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D'accordo. Il primo? «La lettura di quei verbali descrive, perfettamente, il tragico sistema italico della raccomandazione». Può essere più esplicita? «Tutti, ma davvero tutti, esattamente come spiega l'ultimo rapporto Istat, tutti sono un po' convinti che in questo Paese il modo migliore per trovare lavoro sia ancora quello di farsi raccomandare ». Di solito, ministro, ci si fa raccomandare da voi politici. «E sa perché accade questo?». Un'idea diffusa, tra gli italiani, c'è: ma lo spieghi lei. «Perché non ci sono più criteri selettivi, luoghi dove la selezione sia oggettiva, fondata sul merito. Ora, però, premesso questo...». Prosegua. «Devo ammettere che di fronte a certe situazioni il mio grado di compassione è come dire? commisurato al grado di...».
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Complicato trovare i termini, eh? «Okay, va bene, esempio concreto: tra un laureato che finisce a lavorare in un call-center e un'aspirante attricetta che...». Mettiamo la Antonella Troise, che mette in ansia Berlusconi, tanto da fargli dire: «Quella pazza si è messa in testa che io la odio, che le ho bloccato la carriera...». «Mettiamo una così, io mi chiedo: questa signorina, poi, sa recitare? E quell'altra che invece chiedeva di poter presentare un programma: sa presentare? La verità è che, spesso, si tratta di ragazze senza arte né parte, che non fanno altro che affidarsi al meccanismo consolidato della telefonata... Ci fosse una "Scuola popolare degli artisti", ci fosse una roba come il "Saranno famosi" di Canale 5, un posto dove ti insegnano tutto, credo che sarebbe diverso». Purtroppo, sembra che la politica approfitti della situazione, piuttosto che pensare a risolverla. «Lei sta pensando a...».
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Per esempio a Salvo Sottile, l'ex portavoce di Gianfranco Fini. Sottile convocava la soubrette Elisabetta Gregoraci alla Farnesina... «Sì, la storia di Sottile e della Gregoraci può essere, in qualche modo, eloquente. Può capitare che la politica approfitti, di certe situazioni di disagio. Ma io glielo dico subito, e con chiarezza: io provo disgusto, per certi meccanismi». Allora, parliamo di Berlusconi. «Ecco, appunto...». Di Pietro dice che, al telefono, parla come un magnaccia. Raccomanda veline e... «Di Pietro usa un termine che non solo offende il suo passato di magistrato e di ministro della Repubblica, ma che mi sembra anche del tutto sproporzionato alla reale gravità dei fatti». Ministro, senta, andiamo oltre: il Berlusconi che dice quelle frasi, quelle certe frasi, che si interessa a certe ragazze, a lei piace o no? «No. A me, donna di destra, ovviamente non piace. Anche se, come appare evidente dalla telefonata di Rutelli che a Saccà sollecitava una fiction sulla famiglia Loren, il problema è piuttosto diffuso».
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Che poi, avrà letto: Gianni Letta, il potentissimo Letta non riesce a raccomandare né il figlio di Antonello Venditti né la Giuditta Saltarini, moglie di Renato Rascel. «Pensano che a noi politici basti alzare un telefono, e poi... uno come Letta...». Ultima domanda. «La più brutta, scommetto...». Ministro, la prego. «Forza, proceda». Gira voce, e lo insinua pure il «Riformista», che presto verrà resa nota anche una piccante intercettazione tra il Cavaliere e una giovane con il fisico giusto per fare la soubrette che poi, adesso, sarebbe addirittura diventata ministro. Per caso lei... «Io? Io proprio no. Le sembro una con il fisico da showgirl?»."Aiuterò i veri eroi: i precari che fanno figli" - Intervista2008-05-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it355268<br />
Roma - È il ministro più giovane della storia d’Italia.<br />
Ma lei non vuole enfatizzare, e sospira: «Così dicono gli uffici delle statistiche».<br />
Ha battuto per un anno il primato di Enrico Letta nel primo governo Prodi.<br />
Il primo abbraccio «a Fabio Rampelli, il dirigente che mi ha buttato in pista a 21 anni, candidata alla Garbatella.<br />
Quella sì che era una follia».<br />
Arriva alla cerimonia del Quirinale a piedi («sono 300 metri, che dovevo prendere? Il cavallo» ), dopo essersi avvicinata al centro con la sua ormai leggendaria Mini verde.<br />
Al ministero qualcuno era un po’ stupito.<br />
Lei si tiene ancorata al principio stabilito quando è diventata vicepresidente della Camera: «Se c’è un’esigenza di rappresentanza uso l’auto blu, se no guido da me».<br />
Facciamo l’intervista mentre corre da Palazzo Chigi a Saxa Rubra, per il primo programma televisivo del suo mandato.<br />
Chiedo speranzoso: «Qui c’è un’esigenza di servizio?».<br />
Giorgia Meloni sorride: «No, non mi pare». E così finiamo in quattro nella Mini (guida lei): il neo ministro, la sua portavoce Giovanna, e il suo caposegreteria Giovanbattista.
<br /><br />
<b>Un minuto prima del giuramento al Quirinale dov’era?</b><br />
(Sorride) «A brindare nel bar di Alfonso un nostro militante, che ha il locale in via IV novembre».<br />
<b>Sua madre Anna, si è emozionata più questa volta o per l’elezione a Montecitorio?</b><br />
«Questa volta non se lo aspettava. Se le racconto cos’è successo oggi...».<br />
<b>Cos’è successo?</b><br />
(Altro sorriso) «Stava facendo la spesa al solito banco del mercato della Garbatella, è arrivato uno della radio e si è messo a chiedere a quelli dei banchi: “Qualcuno conosce la Meloni?”».<br />
<b>E sua madre?</b><br />
«Il pizzicarolo che in italiano sarebbe quello del banco degli alimentari, le ha lanciato un’occhiata e le ha detto: “Signò me sa che deve parlà lei”».<br />
<b>Sarebbe interessante sapere cosa ha detto la signora Anna.</b><br />
«Non lo so neanch’io, anche a me farebbe piacere».<br />
<b>Parliamo di cose serie, adesso cambia il numero di telefono?</b><br />
«Ma che scherza? Non lo cambio da dieci anni...» <br />
<b>Così la chiamano tutti...</b><br />
«Ecco, approfittiamo dell’intervista, oggi sono riuscita a rispondere a 100 sms. Poi sono andata in tilt.<br />
Per i restanti 712 mi impegno a farlo prima della fine della legislatura».<br />
<b>Tutti che le chiedono il primo provvedimento...</b><br />
«E io li deludo rispondendo: il primo non c’è. Come il secondo e il terzo».<br />
<b>Qui mi aspetto un colpo di scena.</b><br />
(Sospira) «Vede, i provvedimenti arrivano, li devi varare.<br />
Quello che vorrei portare di nuovo è un’idea complessiva.<br />
L’idea che si devono cambiare le regole del gioco per la generazione precaria, ovvero quel popolo di persone dai 14 ai 40 anni che oggi devono vivere senza stipendio fisso, senza casa, senza la possibilità di costruirsi una famiglia»<br />
<b>E da dove si comincia?</b><br />
«In un Paese come questo, che è in mano alle caste e ai privilegi, dalla rivoluzione del merito».<br />
<b>Ovvero?</b><br />
«Sostituendo l’egualitarismo della sinistra un’idea un po’ chic e un po’ brutale per cui dovremmo essere tutti uguali, con l’uguaglianza».<br />
<b>Qual è la differenza?</b><br />
«Aspirare all’uguaglianza del punto di partenza ovvero le pari opportunità per tutti piuttosto che l’uguaglianza del punto di arrivo, ovvero il livellamento di tutti».<br />
<b>Ha in mente degli strumenti per farlo?</b><br />
«I primi due sono il prestito d’onore e la detassazione per le giovani imprese.<br />
Il che vuol dire sostenere i giovani, e i loro progetti, indipendentemente dal censo e dal loro patrimonio familiare.<br />
Ovvero rompere i privilegi delle rendite che hanno bloccato quelli che in questo Paese avevano delle idee».<br />
<b>Eppure oggi in Italia i giovani fanno notizia solo per delitti e violenze.</b><br />
«Ed è un altro dei pallini che ho in testa.<br />
Passare dal racconto della degenerazione a quello di una generazione.<br />
Spostare i riflettori dalle storie di degrado, e provare a raccontare e a far emergere le piccole storie di coraggio quotidiano».<br />
<b>Lei usa la parola coraggio?</b><br />
«Sì, che cos’altro serve per raccontare ragazzi e ragazze che devono lavorare il triplo per ottenere la metà dei loro padri».<br />
<b>Chi è secondo lei uno di questi eroi quotidiani?</b><br />
«I precari che fanno figli anche se non sanno come riusciranno a pagargli la scuola.<br />
Noi, - intendo i media, la politica, le istituzioni - in questi anni abbiamo guardato solo ai bulli, ai teppisti, ai mostri da stadio.<br />
Adesso bisogna provare a voltare pagina». <br />
<b>Lei per anni ha fatto battaglia contro la Melandri, ora prende il suo posto.</b><br />
«Non condividevo le sue idee, ma ovviamente riconosco che le ha sostenute con serietà e con grande impegno».<br />
<b>Teme la sua opposizione, adesso?</b><br />
(Grande risata) «So che si era lamentata perché l’avevamo combattuta con un sito ironico politico, melandrina.it.<br />
Se riesce a fare meloncina.it mi tolgo il cappello».<br />
Sì alle case chiuse2008-05-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it333345'Sarei favorevole all'ipotesi di creare case chiuse controllate che liberino tante prostitute dalla schiavitu'', afferma Giorgia Meloni. 'Da donna - aggiunge - il tema mi colpisce molto, la prostituzione andrebbe debellata e combattuta. Ma credo sia ipocrita far finta di niente e tollerare quello che accade oggi nelle stradeProdi non ha più scuse: per rispetto di se stesso, della propria coalizione e dell'Italia tutta, rassegni immediatamente le sue dimissioni2008-01-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it328066«dopo <a href="http://www.openpolis.it/dichiarazione/328062">l'annuncio di Mastella</a> Prodi non ha più scuse: per rispetto di se stesso, della propria coalizione e dell'Italia tutta, rassegni immediatamente le sue dimissioni».