Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Andrea ORLANDOhttps://www.openpolis.it/2008-09-09T00:00:00ZVeltroni ha ridato slancio al partito2008-09-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it360347Le parole di Veltroni, applaudite da 15.000 democratiche e democratici, che hanno assistito all'intervista condotta da E. Mentana alla Festa del PD di Firenze, hanno dato indicazioni di obiettivi, progetti comuni, proposte. Hanno dato uno slancio importante per proseguire il processo di radicamento del partito.
Il nostro popolo ha colto questo spirito costruttivo con entusiasmo, l'entusiasmo che ci ha consentito di arrivare fino a qui tra non poche difficoltà. Abbiamo registrato che il clima può cambiare, che c'è una disponibilità d'impegno molto forte nell'iniziativa esterna, un bisogno di superare la fase dell'attenzione tutta rivolta all'interno e di costruire insieme un radicamento che ci consenta di avere dei rapporti forti con la società italiana. Ci sono le condizioni per determinare, nelle prossime settimane, una forte mobilitazione di tutta l'Italia contro le scelte del governo e per fare del 25 ottobre un momento importante per la vita democratica del Paese.Mutui, nessun risparmio per la famiglie.2008-09-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it360348In questi giorni molti cittadini, intestatari di mutui ipotecari a tasso variabile, stanno ricevendo dalle loro banche proposte di rinegoziazione di detti mutui, attraverso la possibilità di passare al tasso fisso.
«Sarà una boccata d’ossigeno per le famiglie», aveva annunciato il ministro Tremonti, commentando il decreto legge 27-05-2008 n.93, approvato rapidamente dal governo Berlusconi e finalizzato «a salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie».
La misura sui mutui è stata ambiguamente presentata come un risparmio per la famiglie. Bisogna chiarire che tale provvedimento offre agli intestatari di mutui a tasso variabile la trasformazione al tasso fisso, utilizzando il livello medio dei tassi del 2006. Tuttavia, la differenza tra il mutuo attuale e quello ricontrattato non sarà risparmio reale, poiché verrà addebitata al mutuatario, con i relativi interessi, su un Conto di Finanziamento Accessorio.
Credo sia doveroso segnalare questo aspetto non chiarito dal Governo, che ha fatto apparire il provvedimento come risparmio per le famiglie.
In tutto ciò c’è un ulteriore elemento di gravità. Infatti già Bersani aveva normato la possibilità dei cittadini di rinegoziare i mutui con le banche o di trasportare il proprio mutuo ad un’altra banca in grado di offrire condizioni migliori.
Si sarebbe dovuto proseguire su quella strada, aumentando un’effettiva concorrenza tra le banche e, davvero, un reale risparmio per la famiglie.
Quello che oggi appare come condizione di favore per le famiglie è in realtà un gigantesco regalo alle banche, che vedono così aumentato per quantità e tempo i loro crediti e facilitate le condizioni per realizzare accordi di cartello, cioè intese tra soggetti che invece dovrebbero essere tra loro concorrenti.G8: una macchia da rimuovere2008-07-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it360350Condivido e apprezzo pienamente il pensiero dell'ex sindaco di Genova, Giuseppe Pericu, sui fatti del G8, che continua a sostenere la necessità di creare una commissione parlamentare d’inchiesta, più volte inutilmente richiesta dalle forze del centrosinistra, per accertare realmente le responsabilità politiche di quanto accadde alla Diaz, a Bolzaneto e per le strade di Genova, nell’ormai lontano luglio del 2001.
Dello stesso Pericu, inoltre, mi convince sempre di più, la proposta di costituire un soggetto terzo in grado di organizzare una tavola rotonda, un convegno, una riflessione, sui fatti del G8, di alto livello, di valenza internazionale, generatrice di un dibattito al di sopra degli interessi politici del momento.
La definizione della verità corrisponde all’interesse di chi in quei giorni, servendo lo Stato, compì il proprio dovere e di tutti coloro che considerano un valore il confronto e la dialettica democratica.
Quanto accaduto a Genova, resta ancora oggi inquietante ed è doveroso che venga chiarito. Politica e istituzioni non possono consentire che persistano ombre sulla vicenda. Abbiamo avuto le sentenze sulle responsabilità dei funzionari di polizia così come dei manifestanti, ma non sappiamo come mai questo possa essere accaduto.
Ero presente a Genova come semplice e pacifico manifestante nei giorni del G8 e da allora ho più volte ripensato a quelle giornate come ad una macchia sulla storia della vita politica e civile del nostro Paese. Una macchia che tutti insieme, a prescindere dalla collocazione politica, dovremo adoperarci per rimuovere, poichè se il dolore causato in quelle giornate non si cancella, è quanto meno un atto di serietà ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e il quadro compiuto di tutte le responsabilità.
C’è una generazione di giovani che ha vissuto come un trauma quelle giornate. Una generazione che non aveva conosciuto gli scontri violenti degli anni Settanta, ha assistito con sgomento alle violenze che caratterizzarono quei giorni ed ha rischiato di allontanarsi dall’impegno della partecipazione a causa del disegno sconsiderato e criminale di frange di violenti presenti nel movimento, ma anche a causa di una reazione che presenta ancor oggi lati oscuri.
Ancora oggi, nonostante le sentenze, non è chiaro quale ruolo esercitarono a Genova gli esponenti politici della destra, che formalmente non ne avevano alcuno, nel presidio dell’ordine pubblico; è da chiarire anche il ruolo di chi invece aveva la responsabilità politica di garantire la sicurezza, a partire dall’allora responsabile del dicastero degli Interni Claudio Scajola.Oggi nessun collega del centrodestra darà conto del lavoro compiuto2008-07-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it360353Da poche ore sono state approvate dalla Camera le disposizioni sulla sospensione dei processi per le alte cariche dello Stato (Lodo Alfano).
Vi propongo, a seguire, le cose che ho detto, intervenendo per la dichiarazione di voto all'emendamento Amici 1.94.
"Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, il dizionario Devoto-Oli definisce il «lodo» la decisione degli arbitri per dirimere una controversia. Qui non c'è nessun lodo, non c'è nessun arbitro al quale le parti hanno chiesto di pronunciarsi; c'è invece un giocatore che ha deciso di chiudere la partita e di stabilire il risultato, naturalmente a suo favore...<br /><br />
Se il termine viene ancora impropriamente utilizzato è perché il primo tentativo, poi fallito, di affrontare il tema in discussione muoveva dall'intento di dirimere il conflitto, ricercando un consenso che andasse oltre una sola delle parti in causa, e questo come presupposto ad un nuovo e più solido assetto delle istituzioni.
Oggi non c'è nulla di ciò, né la ricerca di una soluzione condivisa, né l'ambizione di un disegno. La cattiva coscienza balza agli occhi quando si invoca l'articolo 68 della Costituzione,pag. 176, omettendo di dire che quell'articolo è parte, appunto, di un equilibrio complessivo definito dalla nostra Carta (un equilibrio peraltro sanzionato dal voto di 453 costituenti su 515), e non il frutto di un'imposizione di una maggioranza, che peraltro non corrisponde neppure alla maggioranza assoluta degli elettori italiani.
Proprio esponenti della maggioranza hanno spiegato che lo scopo di questa norma introdotta sarebbe niente meno che superare il contenzioso tra politica e magistratura che da quattordici anni impedisce lo sviluppo del Paese. Si sono persino ricostruite in modo fantasioso vicende storiche, attribuendo ad un avviso di garanzia la caduta di un Governo che, in verità, avvenne per l'uscita dalla maggioranza di una delle forze che lo componeva.
Il problema esiste e non c'è bisogno di reinventarsi la storia; piuttosto c'è l'esigenza di definire un nuovo equilibrio tra i poteri. Se lo scopo fosse davvero questo, allora sarebbe non tanto la legittimità, ma l'opportunità politica a consigliare la via della legge costituzionale. Ma quella via imporrebbe un serio confronto sull'equilibrio dei poteri che nel 2008 significherebbe anche affrontare il tabù del conflitto di interessi.
Quello che poteva essere il tassello di un disegno in grado di chiudere la transizione è diventato un anemico provvedimento che non risolverà strutturalmente nessuno dei problemi richiamati se non uno, l'ennesimo strappo unilaterale che giustificherà ogni arroccamento conservatore. Il riformismo, collega Lupi, esige un respiro, una visione e non l'angoscia di risolvere problemi più che contingenti, più che particolari. Per questo percorso non c'è né la volontà né il tempo; e non c'è il tempo non perché si debba correre a salvare Alitalia, né perché si debba procedere ad adottare nuove misure per fronteggiare la caduta del potere d'acquisto degli italiani (il Ministro Tremonti ha già spiegato, in sede di esame del DPEF, che per quello non c'è niente da fare). Non c'è il tempo perché tanto prima ci si mette al riparo e tanto meglio è, e perché una discussione più approfondita avrebbe fatto emergere di fronte all'opinione pubblica l'anomalia della proposta avanzata rispetto agli altri istituti di garanzia previsti per le alte cariche negli altri Paesi.
Ma soprattutto, non c'è il tempo perché questo avrebbe potuto aprire una riflessione nella stessa maggioranza che si è vista passare sulla testa questo provvedimento non previsto dal programma della coalizione, non annunciato nella campagna elettorale, non illustrato in quest'Aula quando nella discussione degli indirizzi generali di Governo il Presidente del Consiglio si calò, per qualche minuto, negli inconsueti panni dello statista.
Potete raccontare che questo è il segno della vostra coesione. E qualcuno nella maggioranza ha rumoreggiato quando si è richiamato il malessere che pure sappiamo esiste in essa. Io, però, faccio una scommessa: nessuno tra i colleghi del centrodestra, tornando a casa, farà un comunicato per dar conto ai propri concittadini del lavoro compiuto in queste ore. So che nel centrodestra vi è chi sa come andare a cercare i voti e non sarà il provvedimento in esame che citerete nelle prossime iniziative pubbliche e nelle prossime campagne elettorali. Certo, sarà difficile spiegare che questa è la prima priorità del Paese.
Forse questo non sarà il provvedimento che rovinerà la vostra luna di miele. Tuttavia, tra i vostri elettori qualcuno inizierà a guardarvi con diffidenza e non ne gioisco perché tale diffidenza rischia di trasformarsi in diffidenza verso tutte le istituzioni.
Voi proponete tale misura perché sostenete che essa conferisce stabilità al sistema. Credo vi sia un'involontaria ironia in questo motto, se non addirittura una provocazione. Cerchiamo di approvare almeno l'emendamento in esame per limitare i danni".