Openpolis - Argomento: riforma giustiziahttps://www.openpolis.it/2012-08-06T00:00:00ZPaola Severino: «Contro il partito degli sfascisti» - INTERVISTA 2012-08-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it648033Alla data della dichiarazione: Ministro Giustizia<br/><br/><br />«Ingroia? Condivisi la sua idea».
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«II Quirinale? Non è intercettabile. I giornalisti? Non tutto il pattume è di interesse pubblico. Le intercettazioni? La legge è pronta. L'agenda Monti? Serve anche nel 2013».
<p>«I magistrati non dovrebbero allegare ai fascicoli tutte le intercettazioni che evidentemente non hanno alcuna rilevanza. E i giornalisti dovrebbero sapere che non tutto il pattume è una notizia di pubblico interesse. Il magistrato migliore lavora nel silenzio e nella riservatezza operosa».
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Paola Severino aggrotta la fronte, si fa ripetere la domanda un paio di volte, poi ci riflette, prende un altro sorso di tè, e, mentre il cronista osserva il ritratto di Giorgio Napolitano che domina alle spalle della scrivania che forse fu di Palmiro Togliatti, il ministro risponde: «Io non ho avuto la percezione che le polemiche, anche molto aspre, intorno al Quirinale e alle intercettazioni della procura di Palermo fossero un attacco rivolto contro il governo tecnico».
<p>«E anche se fosse, mi sembra che altri siano i parametri sui quali normalmente il paese giudica questo governo. Su di noi influisce il contesto della crisi economica, l'altalena dello spread che è storia di questi giorni, noi siamo valutati in base alla nostra capacità di portare a compimento le riforme e di mettere in sicurezza il paese».
<p>Ed è come se il ministro volesse dire che la politica si muove e si agita con i suoi schemi e il suo linguaggio ("spesso un linguaggio aspro, di forte contrapposizione verbale", dice Severino quando le si citano un paio di dichiarazioni di Antonio Di Pietro), ma i meccanismi di un tempo, in quest'era di eccezione e di crisi, non funzionano più: il destino si compie altrove, quello dell'Italia come quello di Monti. Eppure tutte le forze intellettuali, giornalistiche e dunque politiche che in Italia hanno interesse a impedire anche la sola ipotesi che nel 2013 il governo Monti possa continuare sotto qualsiasi forma sono le stesse che hanno aggredito Loris D'Ambrosio e Napolitano utilizzando la storia dell'intercettazione con l'ex ministro Nicola Mancino.
<p>«Quello del dopo è il grande nodo da sciogliere. All'estero si chiedono, e ci chiedono, se ci siamo posti il problema di cosa succederà nel 2013. Mi sono state rivolte molte domande preoccupate nelle occasioni in cui ho frequentato le istituzioni internazionali, sia al Fondo monetario sia alla Banca mondiale. Diciamo che, dopo aver espresso apprezzamento per le riforme e gli interventi del governo, tutti volevano sapere una sola cosa: che accadrà in Italia quando Monti lascerà Palazzo Chigi? Sarete capaci di continuare su questa strada? Ecco, a mio avviso, è questo il grande tema, sotto il profilo economico, della tenuta delle riforme, della capacità del paese di proseguire su una strada di maggiore efficienza. L'Italia ha recuperato credibilità internazionale, ed è su questa strada che dovrà proseguire anche dopo e senza di noi. E infatti credo nell'importanza della riforma elettorale, un nuovo sistema che possa far emergere una maggioranza forte, legittimata e credibile».
<p>«Il lavoro che abbiamo iniziato va continuato, ma per riuscirci la politica dovrà essere capace di uscire rinnovata da questa parentesi tecnocratica: la legge elettorale è un passaggio cruciale, irrinunciabile».
<p><b>Lei ha intenzione di restare in politica?</b>
<p> «Tornerò a fare l'avvocato e il professore. Le due cose che mi piacciono di più».
<p> <b>Dunque non vede un nesso tra l'attacco al Quirinale, di cui ha scritto molto tra gli altri anche Eugenio Scalfari, e la capacità di tenuta del governo; malgrado il Guardasigilli sembra intuire, o forse temere, delle "resistenze" intorno alla riproposizione dell'agenda Monti, con o senza Monti a Palazzo Chigi, anche nel 2013. Le si chiede allora se in effetti c'è stato un attacco al Quirinale, le si chiede se è lecito intercettare il capo dello stato, come è stato fatto, seppure indirettamente, dai pm di Palermo. La risposta è chiara:</b>
<p> «Le garanzie del capo dello stato sono coperte dalla Costituzione. Il presidente della Repubblica non è penalmente responsabile nell'esercizio delle sue funzioni fatto salvo che per alto tradimento e attentato alla Costituzione, e questo comporta il corollario della sua non intercettabilità. Le ragioni sono ovvie: attraverso i telefoni del Quirinale passano informazioni e segreti che fanno capo esclusivamente ai vertici dello stato, questioni della massima delicatezza come la diplomazia internazionale o le informazioni di intelligence. Per questo il livello di tutela delle garanzie del capo dello stato è doverosa e motivata dalle sue funzioni, ogni polemica al riguardo è certamente inopportuna. Vorrei in ogni caso chiarire che qui si è trattato, per espressa affermazione della procura di Palermo, di intercettazione indiretta. E vorrei anche aggiungere che, anche se si andasse all'udienza filtro, si dovrebbero adottare tutte le cautele idonee ad assicurare il mantenimento del segreto sui contenuti».
<p><b>Il pm palermitano Di Matteo ha rivelato che nei faldoni della procura sono state trascritte, ma non allegate agli atti pubblici, delle telefonate in cui è stata registrata la viva voce del presidente. Il magistrato ha dichiarato, testualmente:
"Non sono state giudicate rilevanti. Ma potrebbero essere utilizzate in altri procedimenti". Non è un linguaggio quantomeno allusivo e forse intimidatorio nei confronti del Quirinale intercettato?</b>
<p>«Non ho alcun elemento per ritenerlo. E' bene chiarire, perché non sorgano equivoci, che la legge consente l'utilizzo delle intercettazioni acquisite in uno specifico procedimento anche in un altro procedimento».
<p><b> E' una norma che andrebbe riformata? C'è chi lo pensa. C'è chi pensa che vada interpretata in termini restrittivi. Il ministro inforca gli occhiali, apre un fascicolo e tira fuori un articolo di giornale</b>.
<p> «Leggo che Nello Nappi del Csm - magistrato eletto nelle liste di Area (la corrente di sinistra delle toghe) - colloca l'utilizzabilità delle intercettazioni solo nell'ambito del procedimento in cui questi ascolti sono stati disposti. Si tratta di un problema interpretativo, o di normativa futura».
<p><b>E lei pensa di intervenire, di modificare le regole?</b>
<p>«Sulla legge che riguarda le garanzie del capo dello stato deciderà la Corte costituzionale. Potrebbe fornire una interpretazione della legge, così come ha chiesto l'Avvocatura dello stato, chiarendo che quelle intercettazioni vadano immediatamente distrutte, oppure ritenere che la normativa debba essere integrata. <br />
Se dovesse farlo, procederemmo subito nel senso indicato dalla Corte. Altra cosa è la normativa ordinaria in tema di intercettazioni, che prescinde dalla speciale condizione del capo dello stato e che è contenuta nel codice di procedura penale, cui hanno ritenuto di doversi riferire i magistrati di Palermo. Altra cosa ancora è un disegno di legge pendente e approvato solo in parte dal Parlamento durante il precedente governo. E' fermo da un po' di tempo ed è stato nuovamente calendarizzato.<br />
Ecco, su questo disegno di legge si potrebbe intervenire con una riforma generale dell'istituto, tenendo presente che vi è anche da sciogliere il nodo di una doppia votazione conforme da parte dei due rami del Parlamento su alcuni punti del provvedimento, cosa che potrebbe configurare una sorta di giudicato non modificabile».
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<b>La deontologia dei pm e dei cronisti. La riforma, dunque, si può fare</b>.
<p>«Io penso anche che nel frattempo potrebbe essere importante l'applicazione attenta delle norme e delle garanzie che esistono. Occorre incentivare una forma di autodisciplina del magistrato e del giornalista. Ci sono dei contenuti di intercettazioni pubblicate che vanno forse poco al di là del pettegolezzo».
<p><b> La deontologia non è, di per sé, vincolante, ministro.</b>
<p>«La deontologia è una dote che prescinde dalla legge. Pensi agli avvocati. Sono legati al vincolo di riservatezza, ma a volte - a volte - l'avvocato diventa la fonte del giornalista. Una autoregolamentazione forte vorrebbe che questo non accadesse».
<p><b>Veramente sono i magistrati che per lo più passano le notizie ai giornalisti.</b>
<p>«Veramente non sapremo mai chi sia stato, perché mi risulta che quasi mai si accerti l'identità dell'autore della rivelazione e io infatti ho detto, non a caso, che 'a volte' possono essere gli avvocati. Ecco, tutto questo non costituisce sempre un illecito penale, ma è deontologicamente riprovevole. Un avvocato, come un magistrato, deve coltivare la riservatezza anche dove la legge non gliela impone. Il magistrato si dovrebbe anche porre il problema di non allegare ai fascicoli tutte le intercettazioni che evidentemente non hanno alcuna rilevanza. Il filtro dunque deve essere normativo, ma un filtro a maglie più strette può essere quello deontologico. Il modello di magistrato migliore è quello che lavora nel riserbo, in silenzio e operosamente. L'ho detto a proposito di Falcone e Borsellino e l'ho ripetuto di recente a proposito di Loris D'Ambrosio. Tutto ciò riguarda ovviamente anche i giornalisti. Devono selezionare ciò che è di pubblico interesse da ciò che non lo è. Non tutto il pattume è di interesse pubblico».
<p> <b>Cosa garantisce che le intercettazioni di Napolitano non vengano, in un futuro prossimo, rivelate al pubblico malgrado non siano state ritenute rilevanti in questa ultima specifica indagine? Adesso sono chiuse in un cassetto della procura.</b>
<p> «Non si deve permettere che il contenuto di quelle telefonate esca fuori dall'udienza, se ci sarà un'udienza, o dall'indagine. Mi pare che il valore della norma costituzionale che assicura le garanzie del capo dello stato sia così forte da imporre che comunque si attivino dei meccanismi di tutela particolare tali che il contenuto di quelle telefonate non sia in alcun modo conoscibile da altri soggetti che non siano tenuti al mantenimento del segreto. La presidenza della Repubblica ha correttamente sollevato un conflitto di attribuzioni presso la Corte costituzionale. Il problema ruota intorno alle garanzie del capo dello stato: è stato indirettamente intercettato ma le sue garanzie sono tali da rendere inapplicabili per lui le norme comuni? Io ho la mia opinione, ma adesso dobbiamo tutti attendere la Corte costituzionale che chiarirà, anche per il futuro, la più corretta interpretazione delle norme».
<p><b>Il procuratore della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi, in una recente intervista, ha offerto un'interpretazione delle norme intorno alla distruzione immediata delle intercettazioni telefoniche ritenute non rilevanti.</b>
<p> «Il sistema del procuratore Salvi, applicato a Catania attraverso una circolare, si discosta molto da quella applicata a Palermo. Loro distruggono subito le intercettazioni inutilizzabili o irrilevanti, mentre a Palermo il procuratore ha ribadito che anche le intercettazioni considerate non rilevanti debbano essere sottoposte all'articolo 271 del codice penale e dunque distrutte solo dopo un'udienza alla quale partecipano i difensori. Se lei mi chiede quale interpretazione preferisco, nella mia qualità di ministro della Giustizia non posso rispondere per il doveroso rispetto al ruolo della Corte. Mi sento solo di poter dire questo: qualunque sia l'interpretazione, ovvero sia che si prediliga la distruzione immediata e automatica delle intercettazioni, sia che la distruzione venga disposta solo dopo un'udienza, a mio avviso quella che deve essere tutelata è la figura istituzionale del capo dello stato. Quelle intercettazioni non possono in nessun caso diventare pubbliche».
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<b>"I giudici non indaghino su se stessi". Spesso vengono pubblicate sui quotidiani intercettazioni ancora coperte da segreto in chiara violazione della legge, ma non esistono molti casi in Italia in cui un'indagine per fuga di notizie abbia individuato i responsabili. Lo ha detto anche lei prima. Il paradosso è che a indagare sulle fughe di notizie sia lo stesso ufficio da cui sono fuoriscite le informazioni riservate. Luciano Violante ha proposto che sia un'altra circoscrizione giudiziaria a indagare sui colleghi.</b>
<p> «Gli avvocati non presentano più nemmeno le denunce per la violazione del segreto. C'è una sfiducia radicata negli esiti sempre negativi di queste indagini. Dunque deve essere fatto tutto quello che può rendere efficaci, penetranti ed effettive le indagini. Compresa anche la misura di fissare in una diversa sede giudiziaria la competenza territoriale per la valutazione dei fatti. Quella di Violante mi sembra una proposta sensata».
<p><b>Allora farete una legge?</b>
<p> «Non lo escludo, ma ne parlo oggi per la prima volta. Ci rifletterò».
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<b>Come giudica il fatto che un magistrato il quale ha aperto un'indagine tanto mastodontica e tanto delicata come quella sulla trattativa stato-mafia decida, dopo aver chiesto un clamoroso rinvio a giudizio anche a carico di ex ministri, di lasciare la sua procura per un incarico internazionale in Guatemala? E come giudica il fatto che, dopo aver deciso di lasciare quest'indagine forse destinata al fallimento, il pm si congedi dall'Italia rilasciando un'ultima intervista in cui getta nel mucchio la cortina fumogena della "ragione di stato", come se l'azione penale dipendesse da lui, come se fosse una cosa sua?</b>
<p> «A maggio di quest'anno, cioè prima dell'inizio delle polemiche sulle intercettazioni, il dottor Antonio Ingroia è venuto a parlarmi della ipotesi di accettare un incarico dell'Onu. Io condivisi questa sua idea, gli consigliai di andare in Guatemala. Io credo molto nella lotta transnazionale alla criminalità organizzata, e in quell'occasione ero appena tornata da una conferenza dell'Onu proprio su questo argomento. Quanto alla ragione di stato evocata dal dottor Ingroia, vorrei dire due cose. In Italia c'è l'obbligatorietà dell'azione penale. Quindi, in nessun caso, dal punto di vista processuale, un'indagine può terminare senza che sia arrivata a un accertamento. Ma posso anche aggiungere che, come ha detto il presidente Monti, la ragione di stato può essere solo la ragione della verità. Lo stato ha un solo interesse: che la verità sia accertata comunque. Mi permetto di aggiungere che anche il cittadino, come l'imputato, ha lo stesso interesse. C'è infatti una differenza tra l'ipotesi accusatoria e la sentenza».
<p> <b>Nell'ambiente giudiziario le viene riconosciuto il merito di aver creato un clima più sereno rispetto al passato tra il suo ministero e la magistratura.</b>
<p> «Preferisco il confronto allo scontro. E poi credo, da avvocato, di avere un modo di ragionare che mi aiuta a comprendere meglio quello dei magistrati. Malgrado i buoni rapporti, tuttavia alcune cose andrebbero fatte con piglio decisionista. C'è in Italia, a nostro avviso, un problema di regole che tuttavia forse non riguardano solo le intercettazioni ma anche il ruolo del Csm e la sua capacità di far valere l'azione disciplinare. Il procuratore generale di Caltanissetta, il 19 luglio scorso, giorno della commemorazione della strage di Via d'Amelio, si è così rivolto in una lettera pubblica al defunto Paolo Borsellino:<br />
"Stringe il cuore a vedere talora tra le prime file, nei posti riservati alle autorità, anche personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione stessa di quei valori di giustizia e di legalità per i quali tu ti sei fatto uccidere; personaggi dal passato e dal presente equivoco le cui vite — per usare le tue parole — emanano quel puzzo del compromesso morale che tu tanto aborrivi".
<p><b>Sembra di capire insomma che il procuratore generale "profuma", mentre le altre istituzioni "puzzano". Quel giorno a Palermo erano presenti le più alte cariche dello stato, compreso il presidente della Repubblica; ed è a loro che il procuratore generale di Caltanissetta, massimo rappresentante istituzionale della circoscrizione giudiziaria, si è rivolto. Al ministro Severino si chiede se, fatta salva la libertà di espressione, lei non crede si ponga, nello specifico caso, una questione di opportunità legata anche al rilevantissimo ruolo istituzionale ricoperto da quel magistrato nella sua circoscrizione giudiziaria. A tale proposito il Csm ha aperto un fascicolo.</b>
<p> «In qualità di titolare, insieme al procuratore generale della Cassazione, dell'azione disciplinare sui magistrati non mi sembra corretto, in alcun caso, rispondere a questo tipo di domande».
<p><b>Ma una sua idea, il ministro, pare di capire, ce l'ha già. Tra amnistia e barbarie preventive, Marco Pannella e i Radicali chiedono l'amnistia, le carceri scoppiano e i suicidi sono all'ordine del giorno, lei stessa lunedì scorso ha visitato a sorpresa Regina Coeli dopo il suicidio di un giovane detenuto. I suoi interventi hanno posto le basi per una parziale riduzione della popolazione carceria, composta per lo più da detenuti in attesa di giudizio. Pannella chiede un'amnistia che ragioni di diritto (la certezza della pena) e ragioni di opportunità politica in assoluto ritengono invece impraticabile. Lei si è rimessa, su questo argomento, alla volontà del Parlamento.</b>
<p>«Io ho evidenziato semplicemente che questo provvedimento non spetta al governo e richiede un'ampia maggioranza parlamentare; ho anche aggiunto che mi sarei impegnata a fare tutto ciò che è nelle mie possibilità per affrontare il sovraffollamento carcerario. Il mio primo pensiero è stato di emanare un decreto di emergenza, denominato 'salva carceri'. E i primi risultati cominciano a vedersi, i numeri mi danno conforto: a dicembre dello scorso anno, quando è stato varato il decreto, i detenuti erano più di 68 mila, mentre adesso oscillano tra i 66 mila e i 65 mila e cinquecento. Sono calati nell'arco di sei mesi».
<p><b>La sua norma ha eliminato quel sistematico abuso della carcerazione preventiva che ha fatto sì, per anni, che il carcere fosse utilizzato come una specie di tornello. Il suo intervento ha stabilito che per principio generale gli arrestati siano messi subito ai domiciliari, in subordine in camera di sicurezza (per non più di quarantotto ore), e comunque mai in carcere. Si tratta di norme di garanzia elementari che, negli ultimi anni, malgrado tante riforme siano state spesso annunciate negli ultimi decenni, nessuno aveva messo in atto. Perché fino a oggi non era mai stato possibile?</b>
<p> «Un ministro tecnico avverte di meno il tema del consenso e deve privilegiare le soluzioni di efficienza, per questo ho ritenuto di dover resistere alle critiche di chi paventava pericoli che poi non si sono rivelati fondati. Ma questo è un progetto sul quale il governo deve continuare. C'è un altro progetto di legge purtroppo fermo alla Camera ma che spero potrà essere discusso a settembre, riguarda le misure alternative al carcere. Credo che il carcere debba essere l'extrema ratio, l'ultima spiaggia, alla quale si deve ricorrere quando ogni altro mezzo alternativo non è sufficiente per affrontare il problema della prevenzione e della repressione. Il mio progetto prevede pene alternative come la 'messa in prova', un istituto molto applicato in altri paesi, ma prevede anche l'arresto domiciliare come pena principale accanto alla detenzione. Come pena cioè da applicare direttamente con la sentenza. Credo che questi due istituti possano completare il quadro della deflazione carceraria attraverso misure strutturali».
<p><b>Per l'edilizia carceraria non ci sono soldi?</b>
<p> «Si tratta di spenderli bene. Le do dei numeri di grande soddisfazione. Abbiamo un piano straordinario ereditato dal precedente governo che abbiamo un po' rivisto. Prevede la realizzazione di 11.573 nuovi posti detentivi con una spesa di 486 milioni di euro rispetto ai 9.150 posti del piano orginario che comportavano una spesa di 675 milioni. Creiamo più posti, con un risparmio di circa 200 milioni di euro tra nuove carceri e nuovi padiglioni in vecchie carceri. Con le risorse ordinarie abbiamo già realizzato 3.150 nuovi posti detentivi regolamentari. Abbiamo la previsione di consegna di altri 1.677 posti entro la fine dell'anno. E' dal mix di tutte queste varie misure che può arrivare la soluzione del problema, non da una sola misura: allungamento del periodo entro cui ci si può avvalere dei domiciliari, misure alternative e nuovi posti in carcere. Da questo insieme può derivare un fenomeno deflattivo consistente».
<br /><br/>fonte: <a href="http://www.corteconti.it/opencms/opencms/handle404?exporturi=/export/sites/portalecdc/_documenti/rassegna_stampa/pdf/2012080422327847.pdf&%5d">Il Foglio - Salvatore Merlo </a>Marco PANNELLA: «Un golpe dei Pm contro Berlusconi? Purtroppo è vero» - INTERVISTA2012-04-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626918<br />
"Svuotare le carceri è una priorità. Sì alla separazione delle carriere e alla riforma del Csm".
<p><i>Per descrivere Marco Pannella bastano alcune righe scritte di suo pugno nel lontano 1973. Tagliare anche solo una parola sarebbe un delitto.
</i><p>«Amo speranze antiche, come la donna e l’uomo; ideali politici vecchi quanto il secolo dei lumi, la rivoluzione borghese, i canti anarchici e il pensiero della Destra storica. Sono contro ogni bomba, ogni esercito, ogni fucile, ogni ragione di rafforzamento, anche solo contingente, dello Stato di qualsiasi tipo, contro ogni sacrificio, morte o assassinio, soprattutto se rivoluzionario».
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Oggi il leader radicale ha il codino bianco, e qualche anno in più. Insieme ai Radicali è sceso in piazza per la «Seconda marcia per la giustizia, l’amnistia e la libertà». Una vita, la sua, consacrata alla battaglia per la vita del diritto.
67mila detenuti vivono stipati in celle che potrebbero ospitarne tutt’al più 45mila. Dall’inizio dell’anno si sono suicidati 18 detenuti. Contro questo bollettino di guerra e contro la bancarotta giudiziaria (9 milioni di procedimenti pendenti e 180mila prescrizioni l’anno), per Pannella la parola d’ordine è una sola: amnistia.
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<b>Sono trascorsi sette anni dalla prima edizione di questa marcia. Non è cambiato nulla?</b>
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«La prima marcia contemplava sia l’indulto che l’amnistia. Alla fine si fece solo l’indulto nel 2006, e in base a sondaggi non smentiti oggi sappiamo che il tasso di recidiva per chi beneficiò di quella misura è stato pari al 33,6%, che è meno della metà della recidiva ordinaria che supera il 68%. Rispetto ad allora è cambiato semplicemente il fatto che oggi chiediamo l’amnistia».
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<b>Chi è contro l’amnistia sostiene che senza riforme strutturali si tornerebbe al punto di partenza nel giro di poco tempo. Che cosa risponde?</b>
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«Rispondo: non dite stronzate. L’amnistia è già una riforma di struttura. Se sul penale avessero 500mila procedimenti pendenti anziché 5 milioni, saremmo già un altro Paese, sarebbe tutta un’altra storia. Con l’amnistia si libererebbero enormi energie finanziarie, logistiche, organizzative, che consentirebbero all’Italia di stare meglio di ogni altro Paese in Europa quanto a potenziale rapidità dei processi».
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<b>Veniamo alla riforma della giustizia. Quali sono le priorità radicali?</b>
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«Le nostre priorità sono quelle obbedienti alla storia radicale, ai nostri referendum: separazione delle carriere, abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale, riforma del Csm. Noi vogliamo riformare la giustizia attraverso la riattivazione del diritto. Guardi, nell’Italia fascista la legalità era abbastanza infame ma era rispettata. Qui non è rispettata nessuna legalità, né quella antifascista né quella fascista. Senza l’amnistia questo Paese finirà con le cose che aborro, i piazzale Loreto e la caccia alle streghe».
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<b>Il Dipartimento amministrazione penitenziaria ha reso noto che tra la fine di febbraio e la fine di marzo la popolazione carceraria è aumentata di 63 unità. Il decreto Severino non doveva «svuotare» le carceri?</b>
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«Sa tutto come avvocato ma non capisce nulla di giustizia. La Severino è questo».
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<b>C’è poi la questione spinosa degli abusi da parte della magistratura. Il simbolo negli anni Ottanta è stato Enzo Tortora che con voi Radicali ha condotto una campagna per la «giustizia giusta». Oggi rischiate anche voi di abbassare la guardia su questo?</b>
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«Non credo. Per noi non ha mai smesso di essere la priorità assoluta della nostra vita da trenta, quarant’anni».
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<b>Faccio un esempio. Il deputato del Pdl Alfonso Papa è finito in carcere preventivo, anche col voto favorevole dei radicali, salvo poi scoprire dal Tribunale del riesame che non c’erano gli estremi per l’arresto. Per non parlare poi delle intercettazioni illegali dichiarate inutilizzabili nel processo. I Radicali hanno mollato questo fronte «garantista»?</b>
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«Certo che no. Quello che accade è il frutto di trent’anni di antidemocrazia dei “democratici” di destra e di sinistra».
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<b>I parlamentari radicali sono stati eletti nelle liste del Pd. Bersani, vostro «alleato», è a favore dell’amnistia?</b>
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«Se lo chiede a lui, ancora non lo sa».
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<b>A proposito di Berlusconi e del sexygate che lo ha travolto Piero Sansonetti, uomo di sinistra, ha parlato di un «golpe» dei magistrati per annientarlo.</b>
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«Io dico che è perfino vero. Ho accusato pubblicamente una parte della magistratura lombarda con base a Milano di un disegno ignobilmente piccolo per accelerare i tempi del passaggio al potere da Berlusconi non tanto ad Alfano - che nessuno sapeva che c’era - quanto al vergine Formigoni. Per cui la magistratura ha dispiegato tutte le sue forze contro il puttaniere, passando magari giorno e notte con le puttane, mentre dinanzi al vergine Formigoni, dinanzi allo spergiuro e traditore della propria parola, si è limitata ad assegnare un solo magistrato. Così l’emersione della truffa elettorale da noi documentata è stata ostacolata in tutti i modi».
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<b>Pannella, lei si avvia a diventare il «padre nobile» dei radicali?</b>
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«Io per ora continuo a essere il figlio discolo e di “una mignotta” della baracca, da quello non possono dimettermi. Non ho mai avuto poteri formali né statutari».
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<b>È quello il segreto, o sbaglio?</b>
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«Se è così però mi chiedo: perché non lo fanno anche gli altri? Perché non lo fa anche Bersani? E invece lui non lo fa, poveretto...»
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<b>Pannella, voliamo con la fantasia. Se lei fosse eletto democraticamente “Presidente”, quale sarebbe il primo provvedimento che adotterebbe?</b>
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«Come ho scritto, la prima cosa che farei sarebbe dimettermi perché, se il Paese mi eleggesse democraticamente, vorrebbe dire che non ha più bisogno di me».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1E511E">Il Giornale - Annalisa Chirico</a>Angelino ALFANO: Sono orgoglioso e commosso per l'entrata in vigore del codice antimafia. 2011-10-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617284Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/><br />
"Entra in vigore, oggi, il codice antimafia, completando così un percorso, tracciato durante il mio impegno di ministro della Giustizia, che ha portato a una raccolta di leggi mirata a rendere più fruibile l'accesso alle norme di contrasto alla criminalità organizzata''.
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''Sono orgoglioso e commosso per questo risultato per il quale ho lavorato alacremente, coadiuvato con attenzione e grande professionalità dall'allora miei uffici di competenza, e dedico questo obiettivo raggiunto a quanti sono caduti nella lotta al crimine e a quanti, giorno dopo giorno, nei diversi ruoli di appartenenza, portano avanti questa battaglia con dedizione e a rischio della vita.
Ritengo che questo sia uno dei modi possibili per celebrare i caduti di mafia poichè esalta la vittoria dei principi assoluti di legalità e di giustizia e da', al tempo stesso, un aiuto concreto a chi è impegnato in prima linea su questo fronte".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.angelinoalfano.it/">www.angelinoalfano.it</a>Nitto Francesco PALMA: SUBITO RIFORMA RESPONSABILITA' CIVILE GIUDICI 2011-10-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617282Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) - Ministro Giustizia (Partito: PdL) <br/><br/><b>''Faro' pagare ai magistrati i loro errori''.</b> Lo afferma il ministro della Giustizia, Nitto Palma in una intervista a Libero in cui annuncia l'intenzione di riformare le regole che disciplinano la responsabilita' civile di giudici e Pm.
Una riforma che puo' percorrere la strada della legge ordinaria e quindi piu' rapida. <b>''C'e' piu' di qualcosa da cambiare - spiega Palma - la legge ora non ammette un'azione diretta nei confronti dei magistrati, ma verso lo Stato, che poi puo' rivalersi sulle toghe. Ma di fatto il diritto di rivalsa non e' mai stato azionato''. Ancora, oggi in caso di rivalsa ''il magistrato non puo' essere condannato a pagare una somma superiore a un terzo dello stipendio annuale netto che guadagnava all'epoca del fatto''.</b>
<b>Palma propone quindi di ''rendere obbligatoria la rivalsa.</b>
<b>E per l'intero: lo Stato paga 100mila euro'? Il magistrato paga a sua volta la stessa somma''.</b>
<i><b>Il Guardasigilli non commenta le ispezioni alle procure di Napoli e Bari, ma ricorda come l'ispezione alla procura di Bari e' stata chiesta dal Pd.
</i><b></b></b>
Sulla prescrizione breve Palma afferma di <b>''non temere''</b> per la tenuta della coalizione mentre sulle interecttazioni osserva che <b>''il testo sta diventando un terreno di scontro propagandistico''</b> fatto che <b>''non giova alla bonta' di una legge che regolamenta un fenomeno le cui anomalie sono sotto gli occhi di tutti''.</b>
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/news-GIUSTIZIA__PALMA__SUBITO_RIFORMA_RESPONSABILITA__CIVILE_GIUDICI_(LIBERO)-1056666-pol-1.html">www.asca.it</a>Silvio BERLUSCONI: Abbiamo i numeri per finire la legislatura2011-06-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it586791Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/>Berlusconi apre all'opposizione
<b>"Abbiamo i numeri per finire la legislatura, la Sinistra si rassegni e collabori".</b>
Parlando ai Promotori della Libertà, il premier sottolinea di avere in Parlamento i numeri per andare avanti con tranquillità (quei 317 deputati che sono una <b>«inedità maggioranza assoluta»</b> per il governo) e completare la legislatura. E proprio la certezza di completare la legislatura dovrebbe indurre l'opposizione a collaborare sulle riforme. <b>«Ho detto ai nostri oppositori: cerchiamo di impiegare bene insieme i 18 mesi che mancano, cerchiamo di realizzare insieme le riforme che servono al Paese, e soprattutto pensate se non vale la pena di accettare questa nostra offerta dopo che ormai avete ben chiaro che il nostro governo continuerà fino alla fine della legislatura. Tanto vale, quindi, cercare di andare d'accordo..».</b> Insomma, il centrosinistra si «rassegni» e dia una mano per il varo delle tre riforme cardine che restano da fare: fisco, architettura istituzionale e giustizia.
http://www.iltempo.it/politica/2011/06/27/1268055-berlusconi_apre_opposizione.shtml
27/06/2011, 05:30<br/>fonte: <a href="http://www.iltempo.it/politica/2011/06/27/1268055-berlusconi_apre_opposizione.shtml">www.iltempo.it</a>Giulia BONGIORNO: «Energie sprecate per le leggi pro-premier» - INTERVISTA2011-06-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it584753Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) - Pres. commissione Camera Giustizia <br/><br/>
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<b>Presidente, secondo lei le due ultime sconfitte elettorali della maggioranza sanciscono anche la sconfitta della politica della giustizia fin qui seguita?</b>
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«Tre. Non bisogna dimenticare il 13 febbraio, quando per la prima volta si è manifestata in modo chiaro l`insofferenza verso il premier.
Le donne hanno riempito le piazze spontaneamente, mosse dal desiderio, direi quasi dalla necessità, di prendere le distanze dal modello femminile proposto da Silvio Berlusconi. Quindi rivendico il primato delle donne: il primo colpo è stato il loro».
<p>
<b>Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera e alter ego di Gianfranco Fini sulla giustizia, non ha dubbi sul peso politico di quella manifestazione.</b>
<p>
«Dietro non c`erano disegni o strategie, solo l`impulso e la responsabilità di dire basta. Molte scendevano in piazza per la prima volta, ma l`insofferenza era tale che non hanno potuto fare a meno di partecipare».
<p>
<b>Poi ci sono state le urne. Quanto hanno contato le vicende processuali di Berlusconi?</b>
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Non credo abbiano avuto un peso le vicende processuali in sé, piuttosto il modo in cui lui ha scelto di comportarsi.
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<b>L`attacco alle toghe non doveva essere la carta vincente?</b>
<p>
Questa strategia ha avuto un appeal subito dopo Mani pulite.
Quando emerse la consapevolezza degli eccessi nella carcerazione preventiva, mentre alcuni continuavano a solidarizzare con i pm, altri ne misero in discussione i metodi e Berlusconi intercettò questi umori, tanto che all`inizio la sua sembrò una battaglia garantista, quasi nell`interesse generale.<br />
Oggi, invece, è chiaro a tutti che quando inveisce contro la magistratura lo fa unicamente nel proprio interesse.
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<b>L`azione di questo governo sulla giustizia muove da una premessa politica: c`è una persecuzione giudiziaria nei confronti del premier, paradigmatica di una magistratura faziosa e irresponsabile.
Da qui le leggine per fermare i processi, e la riforma "epocale". Condivide questo ragionamento politico?</b>
<p>
Per esperienza personale, posso dire che un po`tutti gli imputati si sentono vittime di complotti. Il punto è che se tutti si sentissero legittimati ad attaccare i giudici, a eludere i processi, a "vendicarsi", sarebbe il caos. Berlusconi non è molto diverso da ogni altro imputato se non fosse che ha il potere di legiferare, e così tenta di farsi giustizia da sé.
<p>
<b>In tre anni, per la giustizia è stato fatto poco o niente. Come presidente della commissione Giustizia non si sente frustrata per questo magro bilancio?</b>
<p> Di certo, una notevole parte di energie, di risorse e di tempo è stata impiegata per leggi pro - Berlusconi. E questo è molto grave: il Parlamento non dovrebbe mai essere utilizzato per fini personali. Inoltre, poiché energie, risorse e tempo non sono illimitati, è evidente che quelli utilizzati per fare le leggi ad personam sono stati giocoforza sottratti ad altre leggi utili alla comunità. L`anomalia quindi è doppia per quel che si è fatto e per quel che si è trascurato dì fare.
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<b>Un po’ di autocritica?</b>
<p>
A dire il vero io ho contrastato una serie di leggi che voleva Berlusconi prima ancora della rottura tra il premier e Fini. La mia posizione aspramente critica risale alla legge sulle intercettazioni, il primo provvedimento fortemente voluto da Berlusconi. Non credo si possa dire che ho cambiato idea solo quando Fli è passata all`opposizione.
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<b>Lei è anche avvocato e di pm e giudici ne ha incontrati molti. Quante volte si è imbattuta in una giustizia "ingiusta" perché il pm non è separato dal giudice?</b>
<p>
Ho visto un po` di tutto: giudici succubi dei pm, ma anche giudici e pro del tutto autonomi e indipendenti. La separazione delle carriere è un principio di civiltà. Il giurista britannico Herbert Hart sosteneva che nella legge c`è una parte di facile interpretazione e una zona di penombra in cui il giudice di volta involta esercita la sua discrezionalità. Ecco, il fatto che il giudice sia "terzo" garantisce che la discrezionalità sia esercitata in assoluta indipendenza.
<p>
<b>La guerra presuppone che vi siano due litiganti: anche lei ritiene che la magistratura abbia le sue responsabilità?</b>
<p>Che alcuni magistrati non siano stati all`altezza del loro compito è un dato certo, e un magistrato non all`altezza può creare danni gravissimi e irreparabili. Ma trovo sbagliato il concetto di guerra, e inaccettabili i toni usati. Credo inoltre che il premier attacchi la magistratura con un duplice scopo: difendere se stesso e guadagnare consensi.
Mi ha colpito vedere in tv persone, evidentemente non in grado di valutare l`operato della magistratura, che insultavano giudici e pm proprio come fa Berlusconi. Finora il premier è stato abile nel fornire un bersaglio all`aggressività di quella parte di opinione pubblica che sente sempre e comunque il bisogno di avere un nemico. Un bersaglio che, guarda caso, è anche il suo. Ma ora anche questa strategia ha stancato tutti.
<p>
<b>Mancano due anni alla fine della legislatura, se ci si arriverà: la riforma "epocale" è davvero la priorità?</b>
<p>
Innanzitutto, una riforma costituzionale che viene definita "epocale" sarebbe dovuta partire all`inizio e non poche settimane fa. Ma a parte questo, il problema è lo scollamento tra le priorità del governo e quelle dei cittadini. Come ha ricordato anche il governatore della Banca d`Italia Mario Draghi, ai cittadini e al paese serve una giustizia credibile ed efficiente. Dunque è in questa direzione che bisognava e bisogna muoversi.
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<i>Avvocato. Ha fatto parte, dal 1993, del collegio di difesa di Giulio Andreotti dalle accuse di associazione mafiosa, e dal 1996 dapprima come sostituto processuale poi come componente del collegio difensivo insieme al professor Franco Coppi, che la chiama a Roma, di entrambi i processi contro il senatore. Nel 2008 ha assunto la difesa di Raffaele Sollecito, uno degli indagati per l`omicidio di Meredith Kercher dove l`imputato è stato condannato a 25 annidi reclusione in primo grado. In Parlamento È stata eletta deputato alle elezioni politiche del 21 aprile 2006 nelle file di Alleanza Nazionale. È stata rieletta nel 2008 nelle liste del Popolo della libertà. È presidente della commissione Giustizia della Camera Nel luglio 2010 ha</i> <i>lasciato il gruppo parlamentare del PdL alla Camera, per aderire a Futuro e Libertà, guidato da Gianfranco Fini</i>.<br />
<br/>fonte: <a href="http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=119I7Z">Il Sole 24 Ore - Donatella Stasio </a>Silvio BERLUSCONI: «Si deve giudicare sul merito non perché uno è amico o nemico»2011-05-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it586223Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/>Berlusconi: Non lascerò fino alla riforma della Giustizia
«Si deve giudicare sul merito non perché uno è amico o nemico»
DEAUVILLE - La giustizia in Italia è una <b>«patologia, ma finalmente c'è una maggioranza che porterà alla riforma».</b> Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa al termine del G8.
<b>«Sono convinto di quello che dico e non abbandonerò la politica - ha aggiunto - finché non ci sarà una giustizia giusta con dei giudici che giudicano secondo merito e non perché un imputato è amico o nemico».</b>
http://www.lapoliticaitaliana.it/Articolo/?d=20110527&id=36247
<br/>fonte: <a href="http://www.lapoliticaitaliana.it/Articolo/?d=20110527&id=36247">www.lapoliticaitaliana.it</a>Angelino ALFANO: Dal governo l'antimafia dei fatti2011-05-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it572845Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Giustizia (Partito: PdL) <br/><br/>Dal governo l'antimafia dei fatti
Ecco il codice contro Cosa nostra
Il ministro Alfano nel prossimo cdm porterà il codice antimafia, che raccoglie e rafforza tutte le norme. "L'obiettivo ora è la cattura di Messina Denaro"
Il ministro della Giustizia parla nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, dove si commemora il giucide Falcone:<b> "Al prossimo cdm porterò il nuovo codice antimafia. Una sistematica raccolta normativa delle leggi antimafia finora disperse in diversi testi. Il codice sarà incentrato su tre cardini: il 41 bis per i mafiosi, la cattura dei latitanti e l’aggressione ai patrimoni dei clan".</b> Maroni: "E' una riforma epocale". Il Guardasigilli ha poi reso noto che finora alle mafie sono stati sequestrati beni per circa 20 miliardi di euro
http://www.ilgiornale.it/
<br/>fonte: <a href="http://www.ilgiornale.it/">www.ilgiornale.it</a>Silvio BERLUSCONI: lLA POMODORO APRE2011-05-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560405Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/>http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/104H/104HEH.pdf
LA POMODORO APRE AL GOVERNO...BERLUSCONI AVEVA VOLUTO RICORDARE " I VALOROSI MAGISTRATI VITTIME INNOCENTI DEL TERRORISMO...<br/>fonte: <a href="http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/104H/104HEH.pdf">www.rassegna.governo.it</a>Silvio BERLUSCONI: TOGHE EVERSIVE ECCO PERCHE' SERVE COMMISSIIONE D'INCHIESTA2011-05-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560400Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/>http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/104H/104HGR.pdf
...NELLO STATUTO DI MAGISTRATURA DEMOCRATICA LA CONFERMA DELLA LORO MILITANZA POLITICA...<br/>fonte: <a href="http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/104H/104HGR.pdf">www.rassegna.governo.it</a>Silvio BERLUSCONI: IL PREMIER: MI INCHINO ALLE SUE PAROLE2011-05-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560399Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/>http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/104L/104LQI.pdf
BERLUSCONI AL PROCESSO MILLS RILANCIA LA COMMISSIONE D'INCHIESTA SUI PM...<br/>fonte: <a href="http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/104L/104LQI.pdf">www.rassegna.governo.it</a>Silvio BERLUSCONI: APRIRE TUTTI GLI ARMADI DELLA VERGOGNA...2011-05-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560395Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/>http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/104H/104H9B.pdf
....PERCHE' NESSUNA STRAGE RIMANGA PIU' AVVOLTA NEL MISTERO...<br/>fonte: <a href="http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/104H/104H9B.pdf">www.rassegna.governo.it</a>Silvio BERLUSCONI: NUOVO AFFONDO SUI PM DI MILANO2011-05-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560392Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/>http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/104I/104IY3.pdf
IL PREMIER INSISTE:"IL NOSTRO PARTITO CHIEDERA' UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA PER ACCERTARE SE CI SIA UN'ASSOCIAZIONE CON FINI A DELINQUERE"<br/>fonte: <a href="http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/104I/104IY3.pdf">www.rassegna.governo.it</a>Silvio BERLUSCONI: GUERRA CIVILE CONTRO DI ME2011-05-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560372Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/>GUERRA CIVILE CONTRO DI ME
Berlusconi attacca e corregge:"Pm cancro? No, solo quelli di Milano<br/>fonte: <a href="http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/103D/103DGZ.pdf">www.rassegna.governo.it</a>Silvio BERLUSCONI: Consulta diventata organo politico2011-05-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560340Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/>
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La riforma dell'architettura istituzionale dello Stato ''e' indispensabile, perche' i padri costituenti preoccupati che si creassero le condizioni per un nuovo regime decisero di non dare alcun potere al presidente del Consiglio e tutto al capo dello Stato e al Parlamento''. In collegaemnto telefonico con un'iniziativa elettorale del Pdl a Latina, organizzata dal ministro per la Gioventu', Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi ribadisce la necessita' di cambiare la Carta e lancia un nuovo affondo contro la Consulta: ''E' diventata un organo politico e non di garanzia, come dovrebbe''.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Governo-Berlusconi-Consulta-diventata-organo-politico_311987817034.html">www.adnkronos.com</a>Silvio BERLUSCONI: Giustizia: in Csm magistrati saranno estratti a sorte2011-05-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560332Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
"Il Csm dovra' essere formato da componenti laici e da magistrati che dovranno essere estratti a sorte tra i 9 mila magistrati italiani".<br />
A chiederlo e' il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, illustrando durante un comizio elettorale al Palasharp, le linee guida della riforma della giustizia.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Giustizia-Berlusconi-in-Csm-magistrati-saranno-estratti-a-sorte_311989150301.html">www.adkronos.com</a>Silvio BERLUSCONI: Giustizia: riforma prioritaria2011-05-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560347Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/>
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'Il sistema della giustizia, la cui riforma e' prioritaria insieme con quella tributaria, non garantisce affatto i cittadini sulla imparzialita' dei giudici e su una giustizia vera'. E' un passaggio dell'intervista del presidente del Consiglio Berlusconi a '7 Gold'.Per il premier le priorita' per il governo sono le 3 riforme: della giustizia, quella tributaria e della architettura istituzionale dello Stato. Su quest'ultima, osserva Berlusconi, 'bisogna cambiare tanto'.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/05/06/visualizza_new.html_873688909.html">www.ansa.it</a>Angelino ALFANO: Giustizia: mediazione su riforma2011-05-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560331Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Giustizia (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Cosi' a penalisti in sciopero a sostegno riforma. L'approveremo.
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'Ce la faremo serenamente, abbiamo i tempi per portare a casa la riforma costituzionale della giustizia'. <br />
Così il ministro della Giustizia Alfano rassicura gli avvocati dell'Unione delle Camere Penali in sciopero proprio per sostenere la riforma che prevede che introduce la separazione delle carriere tra giudici e pm e prevede la creazione di due Csm. L'adesione degli avvocati allo sciopero e stata 'totale'. Alfano poi si dice pronto a riaprire il confronto per trovare soluzioni più equilibrate.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/05/06/visualizza_new.html_872978577.html">www.ansa.it</a>Giulia BONGIORNO: «Intese tra Fli e Pd? Niente panico. Destra e sinistra categorie superate» - INTERVISTA2011-04-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559854Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) - Pres. commissione Camera Giustizia <br/><br/><br />
«Dalla maggioranza provvedimenti da far west. Di giustizia mi intendo più di Berlusconi, ma non mi ha mai ascoltato. Parlava dei suoi processi».
<p>C'è un neonato, Ian, che dorme con gli emendamenti al processo breve sotto il materasso. Dice la madre che «il pediatra mi ha detto di farlo riposare in posizione inclinata, e così...».
<br />
La madre è Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia della Camera, molto vicina a Fini. In silenzio da mesi, e non solo per la maternità. «Ora è stato il turno del processo breve, ma in precedenza la commissione Giustizia è stata occupata quasi a tempo pieno da provvedimenti analoghi. Cambia il nome, la sostanza è la stessa: si tratta sempre di provvedimenti Far West, una definizione che mi sembra rispecchi il modo in cui Berlusconi, sentendosi perseguitato dalla magistratura, si fa confezionare delle norme per farsi giustizia da sé».
<p><b>
Lei non lo considera perseguitato?</b>
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«Da avvocato, posso dire che la quasi totalità degli imputati è convinta di essere vittima di complotti giudiziari e quindi l'istinto di molti è scagliarsi contro la magistratura o eludere i processi. Faticosamente, si cerca di spiegargli che esistono procedure attraverso cui si accerta una responsabilità penale e che queste procedure devono essere rispettate; altrimenti si crea un sistema di giustizia fai-da-te inaccettabile e pericoloso. In questo senso, il premier non costituisce un'eccezione. L'unica, rischiosa differenza sta nel fatto che lui possiede gli strumenti per tentare davvero di farsi giustizia da sé. Ed è chiaro che se un leader, che dovrebbe essere anche un modello, organizza manifestazioni contro i giudici davanti ai tribunali o cerca di eludere i processi con le norme che fa produrre in Parlamento, gli imputati si sentono legittimati, o persino incoraggiati, a emularlo. Stiamo attenti al Far West».
<p>
<b>Qual è il rischio?</b>
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«Che si produca una vera e propria degenerazione etica e sociale. Ricordiamoci di Andreotti, che quando fu condannato per omicidio a 24 anni dichiarò: "Credo ancora nella giustizia". Senza dubbio esistono magistrati politicizzati, e persino magistrati corrotti. Esistono anche errori giudiziari commessi in buona fede. Ma queste storture devono essere corrette con le riforme: è inconcepibile inveire contro la magistratura in blocco o costringere il Parlamento a occuparsi di norme mostruose, con uno spaventoso dispendio di tempo, energia e risorse».
<p>
<b>Com'è trattare sulla giustizia con Berlusconi?</b>
<p>
«Quando ne ho avuto occasione, ho notato che Berlusconi parla, non ascolta. Me ne sono stupita: è evidente che di giustizia mi intendo più di lui; credevo gli interessasse conoscere la mia opinione. Sbagliavo. Io parlavo di sistema giustizia e lui portava il discorso sui suoi processi. Ritiene che il suo status di imputato lo abbia trasformato in un esperto di giustizia. Sarebbe come rompersi più volte una gamba facendo alpinismo estremo e sentirsi poi non solo legittimati a riformare la sanità, ma anche in possesso delle credenziali per farlo; oltre che perseguitati dai medici. E non va dimenticato che il tempo destinato a queste leggi è stato sottratto ad altre mai fatte e che invece avrebbero dovuto avere priorità assoluta: quelle per rendere più efficace il sistema».
<p>
<b>Berlusconi ha annunciato una «riforma epocale» della giustizia.</b>
<p>
«Non ci sarà mai: perché non credo che il premier abbia a cuore il buon funzionamento della giustizia. Non vedrà la luce nemmeno la riforma sulla separazione delle carriere e del Csm: dopo mille proclami siamo ancora a semplici enunciazioni di princìpi. Al contrario, si continuerà a produrre leggine Far West».
<p>
<b>Il processo breve passerà al vaglio della Consulta? O è incostituzionale?</b>
<p>
«Non mi azzardo a fare previsioni, ma il testo è sicuramente caratterizzato da irragionevolezza. Essere incensurati significa non avere sentenze definitive. Quindi, teoricamente, beneficia della prescrizione breve anche chi ha decine di processi a carico, ma è finora riuscito a sfuggire a una condanna; grazie alla fortuna o ai suoi avvocati. Vedo qualche problema anche con la Convenzione Onu sulla corruzione, perché questo tipo di reati saranno certamente toccati dalla prescrizione breve. La Convenzione Onu invita i Paesi aderenti a fissare "un lungo termine di prescrizione": l'opposto di quello che accadrà in Italia».
<p>
<b>Futuro e Libertà ha davvero un futuro? O si sta sgretolando?</b>
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«Senza dubbio ci sono stati momenti difficili, ma se mi guardo attorno non vedo gruppi senza problemi...».
<p>
<b>Dicevate di voler cambiare la politica, siete nel mezzo di una lite interna.</b>
<p>
«Resto convinta che l'unico modo per riconciliare i cittadini con la politica sia cambiare. Cambiare radicalmente. E in quest'ottica di rinnovamento credo che le donne saprebbero riconquistare la fiducia delle gente comune. Purtroppo rimangono confinate ai margini delle istituzioni. Da sempre sono costrette a lottare più degli uomini per affermarsi: tutto questo è ingiusto, faticoso, sbagliato, ma ha avuto il pregio di affinare le loro capacità. Dare più spazio alle donne sarebbe anche una possibilità di riscatto dall'umiliazione che il premier ha inflitto a tutte noi - e a tutti gli uomini che credono nella parità e nel rispetto - con parole e comportamenti dai quali traspare un maschilismo radicato e insultante».
<p>
<b>Lei crede ancora nella leadership di Fini? E al Terzo polo? Sarà mai possibile un accordo con il Pd?</b>
<p>
«Certo mi trovo più a mio agio con alcuni del Terzo polo che con altri in cui mi sono imbattuta quando sono entrata in An. So che l'ipotesi di un accordo con il Pd getta nel panico parecchi. Personalmente, reputo superate le categorie destra e sinistra e quindi per me i no pregiudiziali sono incomprensibili. Sulla legalità, io dovrei essere etichettata come di destra; ma se parliamo di procreazione assistita, in confronto a me Enrico Letta è un chierichetto».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=Z26WF">Corriere della Sera - Aldo Cazzullo</a>Rosy BINDI: «Governo pericoloso. É nostro dovere scendere in piazza» - INTERVISTA2011-04-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559637Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) - Vicepres. Camera <br/><br/> <br />
«Se necessario, abbandonare l'aula è un'idea da tenere in considerazione. Ormai siamo arrivati alla dittatura della maggioranza»
<p> «La situazione è di una gravità senza precedenti nella storia repubblicana di questo paese. Già soltanto la consapevolezza di questo giustifica una mobilitazione permanente».
<p> Rosy Bindi denuncia la «dittatura della maggioranza» in atto e definisce «doveroso» per il Pd e per tutti gli altri partiti e sindacati e associazioni che oggi animeranno il "Democrazia day" «offrire le occasioni per far esprimere ai cittadini il disagio, il dissenso, e anche le proposte di fronte a un governo inconcludente e pericoloso».
<p><b> Presidente Bindi, il Pd è sceso in piazza l'8 marzo, ha organizzato un sit-in per la scuola, un altro contro le leggi ad personam e ora un altro ancora per dignità del Parlamento: sicuri che sia la strategia giusta?</b>
<p> «Giusta? Doverosa. Il limite è stato ampiamente superato. Sono a repentaglio la democrazia e i diritti costituzionali».
<p> <b>Non è la prima volta che lanciate un simile allarme.</b>
<p>
<p>«Ormai non solo si vogliono piegare le leggi alle esigenze di una persona, ma la maggioranza ora voterà in Parlamento che Ruby è la nipote di Mubarak. Cioè attraverso un voto si arriva a stravolgere la realtà, pur di sottrarre Berlusconi a un processo. Se non è dittatura della maggioranza questa...»
<p> <b>Per questo ha proposto di abbandonare l'Aula, suscitando reazioni infastidite anche all'interno del suo partito?</b>
<p> «Chiariamo subito: io non ho mai proposto l'Aventino. E non è neanche rispettoso nei confronti di chi in quel periodo fece una scelta così drammatica usare con tanta leggerezza un simile termine.Io dico che dobbiamo stare in Parlamento, e starci in maniera sempre più forte, organizzata, determinata. Ma siccome non bastano le trasmissioni televisive e neanche l'organizzazione del partito per costruire un collegamento con tutto ciò che si è messo in moto nel paese, noi dobbiamo anche stare fuori dal Parlamento. E dobbiamo anche, se necessario per denunciare la dittatura della maggioranza, prendere in considerazione di abbandonare l'Aula. Del resto, lo abbiamo fatto più volte alla Camera e al Senato anche quando erano segretari Veltroni e poi Franceschini. Sinceramente, non capisco il perché di alcune reazioni».
<p> <b>Non teme che questa vostra "mobilitazione permanente" influisca negativamente nel rapporto con l'Udc?</b>
<p> «Ognuno ha il suo modo di fare opposizione e dobbiamo rispettarci nella nostra diversità. Nelle sedi parlamentari il lavoro è sempre più unitario e sta dando risultati. Dopodiché, lo stesso Parlamento può essere il luogo adatto per scrivere insieme un codice di comportamento comune. Ricordandoci anche che c'è una forza non presente in Parlamento, Sinistra e libertà, con la quale non possiamo però pensare di non avere rapporti».
<p> <b>Per arrivare a quella coalizione ampia, costituente, tra progressisti e moderati, a cui punta Bersani?</b>
<p> «È la scelta giusta per ricostruire dopo questo governo inconcludente e pericoloso. Pensiamo all'immigrazione: hanno creato ad arte tensione e poi la situazione è degenerata. Alfano ha parlato di una riforma epocale della giustizia e poi hanno violentato il Parlamento con le leggi ad personam, tra l'altro in maniera impotente, senza approvarle».
<p> <b>L'Udc su quella riforma si è detto disponibile al confronto.</b>
<p> «Se è per questo anche qualcuno all'interno del nostro partito. I fatti purtroppo hanno dato ragione a chi diceva che non ci sono le condizioni per sedersi al tavolo e discutere nel merito».
<p> <b>Pensa che questa vostra mobilitazione permanente sia compatibile col richiamo di Napolitano a mettere fine a questo dieta di tensioni?</b>
<p>
«Le tensioni le provocano i ministri che offendono il Parlamento. Non le creiamo noi, né le manifestazioni e i cittadini che vogliono difendere la Costituzione»<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=YRNMJ">l'Unità - Simone Collini</a>