Openpolis - Argomento: Ministro degli esterihttps://www.openpolis.it/2015-10-23T00:00:00ZRita BERNARDINI: Appello per il Diritto Universale alla Conoscenza2015-10-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it767750<br />
Grazie all’impegno di alcuni (ancora troppo pochi) radicali, stanno arrivando le prime adesioni all’Appello per il diritto universale alla conoscenza e la diffusione della proposta di delibera da sottoporre all’approvazione di consigli comunali, metropolitani e regionali per “<i>sollecitare il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Affari Esteri a fare proprio il progetto per la transizione verso lo Stato di Diritto e il Diritto alla Conoscenza contro la Ragion di Stato e su queste basi candidare sin da subito e pubblicamente l’Italia al posto di membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite</i>”.
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<a href="http://www.radicalparty.org/sites/default/files/delibera-stato-diritto-conoscenza-radicalparty.pdf">La proposta di delibera in pdf</a>
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Per questa “opera” militante appena avviata voglio ringraziare pubblicamente Deborah Cianfanelli, Maurizio Bolognetti, Domenico Letizia, Giuseppe Candido, Marco Maria Freddi e Marco Cappato il quale ci ha comunicato di aver raccolto sull’appello le firme di tutti i consiglieri comunali di Milano, a partire da quella del Sindaco Giuliano Pisapia.
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Riusciremo da oggi al Congresso -che inizierà il 29 ottobre a Chianciano- a far esplodere la campagna in tutta Italia? E’ ciò che chiediamo fin dalle prossime ore perché, come ci ricorda Marco Pannella, quel che non ci impegniamo a fare in un fazzoletto ristretto di tempo, difficilmente riusciremo a portarlo a compimento in giorni o mesi.
<p><b>Cosa è possibile fare</b>
<p><b>-</b>sottoscrivere l’appello (<a href="http://www.radicalparty.org/it/content/firma-dichiarazione-roma-stato-diritto-conoscenza">link</a>)
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<b>-</b>inviare l’appello e la <a href="http://www.radicalparty.org/sites/default/files/delibera-stato-diritto-conoscenza-radicalparty.pdf">proposta di delibera</a> ai consiglieri comunali della tua città e al sindaco, oltre che ai consiglieri delle aree metropolitane, ai consiglieri regionali e al Presidente della tua Regione.
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<b>-</b>far firmare l’appello ad altri utilizzando le email e i social network (<a href="http://www.radicalparty.org/it/content/firma-dichiarazione-roma-stato-diritto-conoscenza">link</a>)
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<b>-</b>segnalare firme qualificate di personalità che riesci a convincere a (info@partitoradicale.org)
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<b>-</b>iscriverti al Partito Radicale (<a href="http://www.radicalparty.org/it/donation">link</a>)
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<a href=""http://www.radicali.it/comunicati/20151015/xiv-congresso-radicali-italiani-chianciano-29-ottobre-al-1-novembre-2015"">La lettera che ho inviato</a> ad iscritti e simpatizzanti per convocare il XIV Congresso di Radicali Italiani. Chianciano, 29 ottobre - 1 novembre 2015
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<br/>fonte: <a href="http://www.radicalparty.org/it/content/firma-dichiarazione-roma-stato-diritto-conoscenza">www.radicalparty.org</a>Giulio Terzi di Sant'Agata: Sui marò. "La nave italiana non doveva entrare in acque indiane"2012-03-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626644Alla data della dichiarazione: Ministro Esteri<br/><br/><br />
via twitter: "la nave italiana non doveva entrare in acque indiane".
<p>"Le polemiche sulle responsabilità le lascio ad altri, io lavoro per riportarli a casa".<br />
<br/>fonte: <a href="http://roma.virgilio.it/notizielocali/Ministro-Terzi-indiano-sui-maro-Non-dovevano-navigare-in-India-33999455.html">Min. Esteri </a>Antonio DI PIETRO: «C'è stata anche corruzione di pubblici ufficiali» - INTERVISTA2011-10-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617602Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) <br/><br/><br />
«Se qualche parlamentare, per il cambio della sua casacca, ha chiesto che diventasse direttore o primario di una clinica qualche suo amico, ci sarà pur stato un direttore
generale, cioè un pubblico ufficiale che lo ha nominato, o no?".
<p> <i>Di Pietro torna pm per un paio d'ore e in <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=15ZOFB"><b></b>un'intervista al Fatto Quotidiano<b></b></a> spiega il perchè dei numerosi esposti alle procure sui 'cambi di casacca' di alcuni parlamentari negli ultimi mesi.</i>
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<b>Se ci sono i corrotti ci sono i corruttori</b>
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«A questo punto esiste una corruzione del pubblico ufficiale che ha venduto l'atto contrario ai propri doveri d'ufficio e il concorso nella stessa corruzione come collaboranti esterni sia del parlamentare che ha venduto il proprio voto sia
di chi gliel`ha chiesto».
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<b>Fuori i nomi</b>
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<b>Di Pietro fa anche nomi eccellenti, rispondendo a una domanda diretta del giornale.</b>
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"Potrebbe essere il caso - chiede il Fatto - dell`On. Razzi al quale, come raccontato dal suo ex portavoce Pillera a Il Fatto il 12 dicembre, il ministro degli Esteri Frattini avrebbe permesso di segnalare un nome come prossimo console onorario di Lucerna. E Alfano, allora ministro della Giustizia gli avrebbe garantito la rielezione?".
<p> «Sì - risponde Di Pietro - Il ministro della Giustizia Alfano e il ministro degli Esteri Frattini sono entrambi pubblici ufficiali. Per giunta, il ministro Frattini, allorché deve procedere alla nomina delle rappresentanze consolari, è anche nell'esercizio delle sue specifiche funzioni. Costoro, quindi, se fosse riscontrata la segnalazione di Pillera, potrebbero essersi macchiati del reato di corruzione in atti parlamentari, nella loro inedita veste di corruttori, visto che sono entrambi pubblici ufficiali».
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<b>Dov'è l'illecito</b>
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«I fatti nella loro materialità sono pacifici e documentati nel senso che il mercato del voto c'è stato davvero. Il problema è l'interpretazione giuridica che il magistrato ne dà. Il principio di mandato è libero, uno può cambiare idea quante volte vuole e ne risponde solo alla sua coscienza, ma se il salto viene compiuto in maniera illecita è soggetto alla legge. Chi decide se tutto rientra nel diritto costituzionale di ogni parlamentare a cambiare idea e quindi voto, ovvero se, nel caso di specie, vi sia stato un abuso illecito dell'esercizio di questo diritto? Il magistrato. È una valutazione, ripeto, che spetta solo alla magistratura».
<p> <b>Ma quanto riferito al Fatto Quotidiano dai parlamentari di Futuro e Libertà con tanto di nomi e cognomi non costituisce un reato?</b>
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<p> «Dal mio punto di vista sì, ma questo debbono stabilirlo i magistrati. Io ho espressamente chiesto che venissero sentiti i diretti interessati. Il punto sta nell'accertare se la compravendita del parlamentare ha riguardato anche pubblici ufficiali». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=15ZOFB">il Fatto Quotidiano </a>Furio COLOMBO: Morti clandestine2011-06-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it582734Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Frasi belle e nobili sono state scambiate fra lo scrittore Claudio Magris e il presidente della Repubblica. Bella e memorabile la frase di Magris (“Democrazia è mettersi nella pelle degli altri, anche di quei naufraghi in fondo al mare”), bello il fatto che Giorgio Napolitano abbia fatta sua quella frase. Perché il tema, è la strage di migranti nel Mediterraneo.
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L’Italia però è un’altra, ambigua e confusa da una politica folle. Lo dimostra una breve intervista con il ministro Frattini, nella stessa pagina, (Il Corriere della Sera, 6 giugno). Dice il ministro degli Esteri: “Stiamo raccogliendo le prove che questi profughi sono spinti sulle barche anche a forza dal regime libico”. Nel suo candore di esecutore di ordini, Frattini dimentica che la frase, identica, è già stata detta da Bossi e da Maroni, ed è diventata un titolo a piena pagina su La Padania fin dall’inizio della rivolta libica. Era accompagnata dalla precisazione che i profughi erano in realtà ergastolani liberati di proposito dalle carceri libiche.
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Perché questa stramba invenzione leghista? Per impedire che si creasse un senso di accoglienza e di solidarietà verso chi fugge dalla guerra. In tanti, poi, non solo Frattini e non solo la Lega, ma anche grandi giornali super partes, hanno finto di dimenticare che i sopravvissuti al mare che riuscivano ad aggrapparsi agli scogli italiani, se non erano criminali mandati apposta da Gheddafi, erano “clandestini” da rimandare indietro subito, “senza se e senza ma” (cito da Roberto Maroni ).
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Qualcuno ricorda la nobile frase “foera di ball” di un ministro della Repubblica? Qualcuno, in questo Paese, ha cancellato il reato assurdo e giuridicamente impossibile di “clandestinità” prima che lo facesse la Corte europea? Qualcuno ha annullato il trattato di fraterna alleanza Italia-Libia (votato con slancio e fervore da quasi tutto il Parlamento appena due anni fa), o vuole ricordare le feste italiane al criminale a cui la Nato, Italia inclusa, sta dando ora la caccia?
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L’unica cosa da chiedere a Frattini è di non inquinare gli interventi di Magris e Napolitano contro l’indifferenza, è di non ripetere invenzioni e bugie copiate dalle ossessioni della Lega, e dal magistero di Bossi e Borghezio. È ciò che ha reso indifferente l’Italia come forma di distacco da un governo assurdo.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=10YAYB">il Fatto Quotidiano</a>Franco Frattini: Nessun allarme terrorismo per l'Italia2011-05-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560886Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Affari Esteri (Partito: PdL) <br/><br/><br />
"Non ci sono allarmismi da fare sull'Italia, non ci sono indicazioni specifiche su possibili obiettivi italiani. Pero' sicuramente l'idea che il terrorismo sia finito con la morte di Bin Laden e' un'idea che non si era fatto nessuno". Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, parlando con i giornalisti al convegno "Crescere tra le righe" in corso al Borgo La Bagnaia (Siena) rispondendo ad una domanda sul rischio attentati dopo l'uccisione del leader di Al Qaeda. Facendo riferimento all'attentato che si e' verificato questa mattina nel nord del Pakistan, il ministro Frattini ha osservato: "una reazione non era inattesa, tanto che in tutti i Paesi occidentali le misure di sicurezza sono particolarmente alte". <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilriformista.it/stories/adnkronos/395778/">ilriformista.it | Adnkronos</a>Franco Frattini: Libia: Possibile fine tra 1 mese2011-05-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560346Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Affari Esteri (Partito: PdL) <br/><br/>
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Intensificare azione politica su regime. Bin Laden:no allarmismi.
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Sulla fine della missione militare in Libia 'ci sono ipotesi realistiche che parlano di 3/4 settimane'.Cosi' il ministro degli Esteri Frattini sottolineando che l'esito della missione del gruppo di contatto e' stato quello di sforzarsi per 'intensificare la pressione' sul regime di Gheddafi 'per far partire l'iniziativa politica'. Sui possibili attentati dopo la morte di Bin Laden il ministro dice che 'non bisogna fare allarmismi' ma 'questo non vuol dire essere imprudenti'.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/05/06/visualizza_new.html_873687829.html">www.ansa.it</a>Dario FRANCESCHINI: Conflitto di attribuzione. «Mi pare che questa sia un'altra pagina davvero vergognosa»2011-04-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559633Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Dario Franceschini ha criticato il voto con cui la Camera ha chiesto di sollevare il conflitto di attribuzione sul caso Ruby. "Mi pare che questa sia un'altra pagina davvero vergognosa", ha spiegato il capogruppo del Pd.
"E' straordinario vedere i banchi del governo cosi' pieni - ha aggiunto - e un ministro degli Esteri che, in piena crisi internazionale, passa le sue giornate a votare in Aula processi verbali e oggi il conflitto di attribuzione".
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RUBY: QUOTA 330 UN MIRAGGIO PER BERLUSCONI
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"I 330 voti Berlusconi se li e' sognati". Cosi' Dario Franceschini ha commentato l'esito del voto alla Camera sulla richiesta di sollevare il conflitto di attribuzione sul caso Ruby. "Non c'era la registrazione del voto, ma visto che noi dell'opposizione eravamo 312 e ci sono stati 12 voti di scarto, loro erano 314", ha spiegato. Dunque, ha insistito il capogruppo Pd alla Camera, "quello di 330 deputati e' un miraggio che il premier pensa di raggiungere ma, come tutti i miraggi, si allontana". Con la maggioranza, e' stato fatto notare a Franceschini, hanno votato anche i liberal democratici. "Ho visto", si e' limitato a rispondere Franceschini ai cronisti.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.agi.it/news/notizie/201104051624-cro-rt10148-ruby_franceschini_un_altra_pagina_vergognosa">Agi</a>Italo BOCCHINO: Frattini protagonista di "uno sgarbo istituzionale gravissimo".2011-02-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it557640Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) <br/><br/><br />
"Frattini si è detto reo confesso come <a href="http://www.repubblica.it/politica/2011/01/27/news/frattini_santalucia-11715562/index.html"><b>complice di dossieraggio</b></a>"
<p> Il titolare della Farnesina, ha incalzato l'esponente di Futuro e Libertà, "si è reso protagonista di una vicenda torbida per cui oggi è indagato".<br />
Con la risposta data alla Camera oggi il ministro degli Esteri quindi "si è detto reo confesso, come complice di un'azione di dossieraggio", ha aggiunto Bocchino.
<p>"Ha violato il galateo istituzionale, ha messo la Farnesina a disposizione di una strategia contro al terza carica dello Stato, piegando a questa logica i mezzi della diplomazia italiana", ha detto il capogruppo di Fli.
<p> "Frattini è intervenuto per la casa di Montecarlo. E invece quando la povera nipote di Mubarak è stata arrestata per furto, non ha chiamato al Cairo per dire 'state tranquilli ci pensiamo noi'? In quell'occasione si è dimenticato di fare il ministro degli Esteri".
<p>La verità, ha concluso Bocchino rivolgendosi a Frattini, è che "lei si è prestato ad una operazione di dossieraggio dissennata, con un obiettivo anti istituzionale teso a colpire il presidente della Camera. Nel momento in cui il presidente del Consiglio era sotto scacco, avete aperto la cassaforte e tirato fuori questi documenti: non è così che si servono le istituzioni".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/politica/2011/02/03/news/frattini_montecarlo-12002735/?ref=HREC1-5">Repubblica.it</a>Italo BOCCHINO: Frattini indagato per abuso d'ufficio2011-02-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it557569Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) <br/><br/><br />"Frattini indagato nell'esercizio delle sue funzioni è la pessima immagine che l'Italia dà all'estero". Per Bocchino "sarebbe opportuno capire meglio perché Frattini ha ricevuto quei documenti da Santa Lucia, quando li ha avuti e se per caso ha avuto qualche incarico segreto in merito, magari verso la fine del settembre scorso a New York".
<p><b>I Fatti</b>
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Il ministro degli Esteri Franco Frattini è ufficialmente indagato per il reato di abuso d'ufficio a seguito della denuncia presentata alla procura di Roma da un privato cittadino che, almeno ufficialmente, non apparterrebbe a Fli.<br />
Il fascicolo sarà trasmesso per competenza al Tribunale dei Ministri nei prossimi giorni. L'iscrizione, si sottolinea in ambienti giudiziari, è un atto dovuto in seguito alla ricezione di una denuncia di un privato cittadino.
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L'iniziativa fa riferimento all'acquisizione, da parte di Frattini, dei documenti provenienti da Santa Lucia che attribuirebbero la proprietà della casa di Montecarlo, ereditata da An, a Giancarlo Tulliani. Questi giorni saranno necessari al procuratore capo Giovanni Ferrara e all'aggiunto Alberto Caperna per esaminare la denuncia e valutare se chiedere al tribunale in questione o di procedere all'archiviazione o di poter svolgere ulteriori accertamenti.
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Al centro della vicenda c'è anche la scelta di Frattini di presentarsi in aula al Senato la scorsa settimana per rispondere a un'interrogazione parlamentare del Pdl sulla documentazione in possesso dello stato caraibico relative alla compravendita dell'appartamento monegasco. La titolarità dei procedimenti per l'acquisizione di documenti d'indagine all'estero attraverso rogatoria internazionale spetta infatti non al ministero degli Esteri ma a quello della Giustizia su sollecitazione della magistratura inquirente.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.romagnaoggi.it/politica/2011/2/1/184370/stampa/">Romagnaoggi.it</a>Dario RIVOLTA: Quelle valutazioni personali (sui documenti di WikiLeaks) - INTERVISTA2010-12-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548565<br />
Nei documenti di WikiLeaks non c’è nulla di sconvolgente. Lo ha detto Dario Rivolta, ex parlamentare e responsabile della Politica Estera di Forza Italia. Rivolta è stato uno stretto collaboratore di Silvio Berlusconi negli anni della Fininvest.
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<b>Onorevole Rivolta, quale importanza dobbiamo attribuire ai documenti resi pubblici da WikiLeaks?</b>
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“Sono documenti interni all’amministrazione americana dove, al di la dei fatti, ci sono delle valutazioni personali da parte di chi ha esteso queste dichiarazioni. Se lei allude in modo particolare alle vicende italiane, dobbiamo dire che finora non c’è nulla di sconvolgente. Il giudizio di qualche diplomatico italiano nei confronti del nostro governo è del tutto legittimo. Ma resta il giudizio di qualche diplomatico, ma non il giudizio ufficiale di un governo alleato”.
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<b>L’incontro tra Hillary Clinton e Silvio Berlusconi ha chiarito ogni dubbio sui rapporti bilaterali tra Italia e Stati Uniti?</b>
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“Il Segretario di Stato Clinton ha parlato di Silvio Berlusconi come di un amico degli Usa. Era quasi obbligatorio che gli Stati Uniti facessero questo tipo di dichiarazione di amicizia verso l’Italia. E’ stato un atto prevedibile la dichiarazione degli Stati Uniti. Questo significa che gli Stati Uniti sono vicini al nostro paese”.
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<b>Come possiamo dare alle valutazioni dell’amministrazione americana sull’Eni e sui rapporti bilaterali tra Italia e Russia?</b>
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“Non so se esistano interessi personali da parte del Presidente del Consiglio. Devo solo constatare che l’interscambio tra l’Italia e la Russia, dall’annuncio dell’amicizia tra Berlusconi e Putin, è aumentato notevolmente. Gli scambi sono aumentati di due o tre volte nel corso degli ultimi anni. Mi pare che tutte le aziende italiane ne abbiano approfittato. Direi che è secondario se Berlusconi abbia guadagnato direttamente da questa amicizia politica. I dati ci dicono che l’Italia ci ha guadagnato”.
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<b>Sono stati giusti i toni apocalittici utilizzati dal nostro ministro degli Esteri Franco Frattini sulle rivelazioni di WikiLeaks?</b>
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“Frattini ha fatto queste dichiarazioni prima che i documenti fossero resi noti. Per alcuni aspetti della politica internazionale, mi riferisco al Medio Oriente, quei documenti sono preoccupanti. Per il resto non vedo nulla di strano nelle osservazioni dei diplomatici, che sono normali. Ma rendere note queste affermazioni è un’operazione anarchica. Questi rapporti devono restare privati. E possono essere resi noti solo per ragioni serie. Le intenzioni di WikiLeaks sono oscure. Credo che Assange abbia diffuso questi dispacci per fare un’operazione anarchica”.
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<b>Assange uscirà morto da questa vicenda?</b>
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“Mi auguro di no. Mi chiedo se quella di Assange sia una sua scelta personale oppure se dietro questa manovra ci sia qualche governo”. <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=VUIZ3">Voce Repubblicana - Lanfranco Palazzolo</a>Furio COLOMBO: La vita breve, ovvero tre ministri in due giorni2010-11-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547893Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Nel giro di poche ore, tra martedì 9 e mercoledì 10 novembre, ho incontrato tre ministri della Repubblica. <br />
Erano davanti a me, nel banco del governo. Il primo, il ministro degli Esteri <b>Frattini</b>, ha tradotto dall’inglese un documento firmato da due emissari libici e da due commissari dell’Unione europea, falsificandolo. <br />
Ha tradotto tutti i verbi del testo come se fossero al presente, dunque fatto compiuto, invece di leggerli, come nel vero testo, al futuro, perché sono richieste e raccomandazioni pressanti da realizzarsi al più presto per la protezione degli immigrati. Il ministro ci ha detto che “improvvisava” la traduzione. Cambiando i verbi ha prodotto un falso. In modo contraffatto e improvvisato, rispondeva all’emendamento del deputato radicale Mecacci (firmato anche da me) che chiedeva un minimo di attenzione umanitaria per gli immigrati che, a causa del Trattato Italia-Libia (e con somme enormi pagate dall’Italia) diventano prigionieri libici e scompaiono per sempre. <br />
Ha concluso come un comizio: “Se poi volete aprire le porte e far entrare tutti…” intendeva avvertire gli elettori.
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Il secondo ministro è <b>Maroni</b>. Viene dalla Padania, governa a Roma (ministero degli Interni) e legge quasi solo le testuali parole dei verbali di polizia sul fermo e il rilascio di una minorenne marocchina. Trascura la parentela con il presidente egiziano Mubarak e mostra di non sapere – come un impiegato – il prima e il dopo della sua pratica, soprattutto il temporaneo domicilio della minorenne ad Arcore. Nel giro di poche ore è stato smentito in modo piuttosto vigoroso dalla giudice dei minori di turno quella notte (27 maggio) Anna Maria Fiorillo: “Ricorrerò al Csm. <br />
È stata calpestata la verità”.
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Appena due ore dopo è comparso in aula, a Montecitorio, il ministro<b> Bondi</b>, pallido e lunare. Dice: “<i>Il crollo di Pompei è così grave che, se fossi responsabile, mi dimetterei adesso. Ma Pompei è un problema antico, non è colpa mia”</i>. Lui voleva forse accusare Prodi. Ma il contesto ha suggerito una comicità che soltanto Benigni potrà estrarre dal profondo del ministro in fuga. Infatti lo stato d’animo “dell’ultima ora” , un po’ menzogna, un po’ comizio, un po’ fingere di non sapere per scansare il fardello da parte di Frattini, Maroni, Bondi, è sembrato un voltarsi indietro in fretta, prima della fuga.<br />
<br/>fonte: <a href="http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=V9XY4">Il Fatto Quotidiano</a>Emma BONINO: «Berlusconi: lo sdoganatore di dittatori» - INTERVISTA2009-12-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it452509Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
Dopo Putin e Gheddafi, la politica estera italiana approda anche in Bielorussia. Fatta salva la ragion di Stato, pare che il premier Silvio Berlusconi abbia una certa facilità all`amicizia con i tiranni. Per l`ex ministro al Commercio internazionale, la senatrice radicale Emma Bonino, questo governo è impegnato nello "sdoganamento dei dittatori" con "misteriosi viaggi all`estero". Tanto che il sottosegretario Paolo Bonaiuti attacca: "La Bonino si consoli, non c`entra nulla Agatha Christie. Si parla dei principali temi dell`agenda mondiale".
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<b>Appunto. Senatrice Bonino, che messaggio arriva alle segreterie di Stato delle altre nazioni del Patto atlantico?</b>
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Magari fossimo ancora allo stadio dei "messaggi", perché lo sdoganamento di dittatori da parte di Berlusconi è ormai universalmente noto. Tant`è che Lukashenko stesso ha detto di non credere che "Silvio mi chiederà garanzie democratiche": lo conosce bene evidentemente. E il governo italiano è stato particolarmente attivo a Bruxelles nel chiedere di eliminare le sanzioni contro la Bielorussia. La nostra politica estera, se così vogliamo chiamarla, è soprattutto totalmente opaca e non rende conto a nessuno qui in Italia. Peccato che il nostro più grande partito d`opposizione non sembra preoccuparsene più di tanto".
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<b>Se lei fosse il ministro degli Esteri, in visita in Bielorussia cosa chiederebbe a Lukashenko?</b>
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No guardi, una visita bilaterale non sarebbe neppure ipotizzabile. Semmai si potrebbe immaginare qualche iniziativa solo in un contesto concordato e condiviso a livello multilaterale o europeo.
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<b>Da un dittatore all`altro. Gheddafi viene spesso e volentieri a Roma. L`Italia, compresa la sinistra dei D`Alema, stringe con lui patti sulla sorte dei migranti. La Libia è un partner credibile e serio per governare insieme una questione così delicata?</b>
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I Radicali sono stati tra i pochi in Parlamento a opporsi a questo accordo grottesco. Non mi pare che Gheddafi abbia alcuna intenzione di occuparsi del fenomeno dell`immigrazione, se non nel peggior modo possibile, modo di cui ci giungono solo gli echi perché l`Onu non può operare in Libia. L`unico risultato concreto di questa politica è che Gheddafi ormai a Roma è di casa, con tanto di sceneggiate con le hostess a pagamento. <br />
Grazie anche a D`Alema, non c`è dubbio.
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<b>Come giudica l`attuale inquilino della Farnesina, Franco Frattini?</b>
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Non è una questione di persone: esprimo giudizi politici su aspetti importanti della politica estera. Su altri aspetti, per esempio nella campagna internazionale contro le mutilazioni genitali femminili, il livello di cooperazione è intenso e positivo. E, con buona pace di Paolo Bonaiuti, conoscere e discutere i capisaldi di una politica non dovrebbe esser ritenuto reato di lesa maestà.
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<b>La Svizzera ha deciso: niente minareti. E la Lega lancia la proposta di mettere la croce nel tricolore. Mandiamo i leghisti in Svizzera o costruiamo qualche moschea in più?</b>
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Se non ricordo male Bossi del tricolore voleva fare ben altri usi. Purtroppo la Lega non riesce mai a dare risposte equilibrate, neppure se si tratta di una decisione che riguarda gli svizzeri. Anche stavolta cavalca le paure per ottenere facili consensi. I minareti sono parte integrante delle moschee, sarebbe come costruire una chiesa senza campanile. Se la proliferazione delle moschee è per loro fonte di preoccupazione allora dovrebbero preferire di gran lunga che ciò avvenga alla luce del sole. Ma consentire la libertà religiosa per poi vietarne i segni esteriori è perlomeno ipocrita.
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=OIPTS">Il Fatto Quotidiano - Giampiero Calapà</a>Nicola LATORRE: PSE. «Nel gruppo hanno prevalso scelte nazionaliste, non europeiste» - INTERVISTA2009-11-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it419186Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
<b>Massimo D’Alema l’inglese lo conosce poco o come dice il Financial Times lo parla male ed è questa una delle ragioni per cui la sua candidatura è stata bocciata?</b>
<p> «Lo conosce, lo conosce»: a rispondere è Nicola Latorre, vicecapogruppo del Pd al Senato, nonché dalemiano doc, che punta l’indice contro il Pse: è colpa dei socialisti europei se l’ex ministro degli Esteri non è riuscito a diventare Mister Pesc.
<p> <b>D’Alema ci sperava e ora...</b>
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«D’Alema ci sperava, è innegabile, e c’è una certa amarezza personale da parte sua, anche perché, vista la sua esperienza di ministro degli Esteri quel posto faceva per lui, ma la profonda amarezza che ho percepito in lui riguarda la partita politica».
<p> <b>E perché mai?</b>
<p> «Intanto devo dire che condivido l’opinione che oggi con grande forza emerge da tutti i commenti dei giornali, italiani e stranieri: il dato è che per l’Europa questa è stata certamente un’occasione perduta».
<p> <b>Esagerato.</b>
<p> «Dopo l’approvazione del trattato di Lisbona, doveva esserci un atto che sancisse la costruzione dell’unità politica dell’Europa. Quel che è successo, invece, fa segnare un arretramento preoccupante: si riconferma che contano i governi nazionali e non l’Europa e tra l’altro questo avviene sotto il segno di una chiara egemonia conservatrice che parla tedesco».
<p><b> E il ruolo del Pse?</b>
<p> «La debolezza di un Pse, in cui ha prevalso la componente più nazionalista e meno europeista, gioca indubbiamente un ruolo in questa partita. Non è un caso che le candidature più prestigiose come quelle di Blair, D’Alema e Miliband siano cassate proprio per privilegiare le candidature, del tutto rispettabili, ma di basso profilo, delle persone che sono state poi nominate in una logica di tutela degli interessi nazionali».
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<b>L’Europa è debole e il Pse non la sostiene solo perché D’Alema è stato bocciato?
</b>
<p>
«Parliamoci chiaro, il fatto che il gruppo socialista avesse indicato all’unanimità D’Alema sulla base di un ragionamento politico di chiara impronta europeista, e che poi il vertice dei capi di governo socialisti abbia trascurato questa indicazione non è un caso. E infatti l’insistenza inglese era argomentata come un’esigenza interna in vista dell’approssimarsi della campagna elettorale».
<p>
<b>
Forse avete sbagliato ad aderire al Pse.</b>
<p>
«Non è questo il discorso, quel che è successo impone alla più forte componente del gruppo socialista a Strasburgo di fare una battaglia interna, perché l’obiettivo strategico è quello di cogliere la grande opportunità dell’integrazione europea, di andare oltre i nazionalismi, di sfidare le forze conservatrici che, in quest’occasione, hanno ottenuto un loro successo. Il traguardo del Pse deve esser la costruzione dell’Europa politica, se invece il Pse resta fermo ai riformismi nazionali allora sorge un problema e noi del Pd dobbiamo affrontarlo».
<p>
<b>
Se l’Europa ha D’Alema tutto è ok, sennò no?</b>
<p>
«Guardi che tutti i commentatori, interni ed esterni, hanno detto che le figure più forti in campo erano Blair e D’Alema, entrambi bocciati».
<p>
<b>
Forse non era il Pse che non vi voleva, ma Berlusconi.</b>
<p>
«Attorno a D’Alema c’è stato il consenso di tutte le forze politiche italiane e delle rappresentanze istituzionali di questo Paese. Non sono in grado di addebitare alcun tipo di responsabilità al governo italiano, anche se è innegabile che questa vicenda testimonia anche di una debolezza del nostro paese in Europa, dove riprende quota l’asse franco-tedesco, che costruisce un nuovo rapporto con gli inglesi mentre noi rischiamo di non giocare alcun ruolo».
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=OBZ10">Corriere della Sera - Maria Teresa Meli</a>Marina SERENI: «Per Frattini è tutto ok, Ma che accade nei campi?» - INTERVISTA2009-08-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it402750Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />«Invece delle
”frecce“ Berlusconi
porti una delegazione
che controlli il
rispetto dei diritti»
<p>
E’ una delle poche dirigenti dei democratici ad avere denunciato la gravità
del viaggio di Berlusconi a Tripoli. Neanche una settimana dopo la tragedia
dei 70 morti nelle acque fra la Sicilia e
Malta. Lei è Marina Sereni, vice presidente del gruppo del piddì alla Camera. Ex responsabile esteri dei diesse, oggi - per i curiosi della geografia interna
dei democratici - sostenitrice di Franceschini. Comunque sia, è stata una delle poche a prendere la parola con una
denuncia puntuale. «Sbagli a dire così,
però - interviene subito - Perché non è
vero che siamo stati silenti su questi
problemi. Per dirtene una, già a luglio
abbiamo presentato un’interrogazione
al ministro perché avevamo avuto notizie che i ”respingimenti” in mare, ordinati dai libici ed eseguiti con navi italiane, avvenivano senza alcun rispetto
dei diritti previsti dalla nostra Costituzione. Che garantisce, come inviolabile, il diritto all’asilo. Interrogazione che
però aspetta ancora una risposta».
<p>
<b>Ma perché Sereni la tua denuncia
non si spinge fino a chiedere la ”non
presenza” italiana alle celebrazioni
per il quarantennale del regime di
Gheddafi?</b>
<p>
Se mi concedi un po’ di spazio ti rispondo in maniera più articolata...
<p>
<b>Naturalmente.</b>
<p>
E allora ti dico che se fossi il governo
anch’io rifletterei sull’opportunità di
partecipare a quelle manifestazioni. Rifletterei sull’opportunità di inviare le
”frecce tricolori“. Valuterei l’opportunità politica, visto che tanti governi hanno deciso di disertare le manifestazioni, dopo le scene di giubilo con cui il
governo di Tripoli ha accolto uno dei
responsabili dell’attentato di Lockerbie.
E rifletterei ancor di più sull’opportunità di partecipare a quelle cerimonie
dopo la tragedia dei 70 morti...
<p>
<b>”Rifletteresti sull’opportunità” di
partecipare ma non chiedi il ritiro
della delegazione italiana. Forse
perché Berlusconi va a festeggiare la
firma di un trattato che anche voi
democratici avete approvato? E’
così?</b>
<p>
No, non c’entra nulla. E guarda che
quel trattato, ricordiamolo: preparato
dai governi precedenti, è un’intesa importante. Che riconosce i torti e i drammi prodotti dal regime coloniale fascista. Quell’accordo è un fatto importante, ripeto. Il problema è che a quel testo
hanno voluto aggiungere la parte che
riguarda i respingimenti. In più, proprio in quel periodo, è stato approvata
la normativa xenofoba che istituisce il
reato di clandestinità. Il combinato disposto di questi due fattori ha prodotto una situazione difficile. Drammatica.
<p>
<b>Eppure ancora poche ora fa, il
ministro Frattini ha detto che va
tutto bene, che l’intesa con Gheddafi
fila liscia come l’olio.</b>
<p>
Ed è proprio questo il punto. Vorremmo sapere come fa il ministro a dire
che va tutto bene. Vorremmo sapere se
c’è qualcosa di non scritto. Se magari,
pur di poter propagandare un successo
sulla limitazione degli sbarchi a Lampedusa, l’Italia non finisca per chiudere
un occhio sui rispetto dei diritti umani. E purtroppo, la drammaticità della
cronaca, si incarica di smentire il ministro: no, non va tutto bene.
<p>
<b>E allora, a costo di sembrare noioso,
vale la pena insistere: perché non
proporre il boicottaggio della
partecipazione italiana alla ”festa”
di Tripoli?</b>
<p>
Perché forse più che prendere le distanze dalle celebrazioni sarebbe importante capire che cosa va a fare la delegazione italiana. Su questo ha ragione Margherita Boniver: perché non si approfitta di quest’occasione per andare a mettere il naso nei campi allestiti in Libia?
E io dico di più: perché invece di mandare le ”frecce tricolori”, il premier non
si fa accompagnare da una delegazione
di deputati che va a controllare che in
quei campi siano rispettati i diritti umani? Perché, insomma, il governo non
coglie anche questa opportunità per incalzare il governo libico? E attenzione:
quella che faccio non è una richiesta
peregrina. L’accordo assegna un ruolo
al nostro paese. Vogliamo assolverlo o
no?
<p>
<b>Insomma: andiamoci ma con un
altro spirito?</b>
<p>
Se dobbiamo andarci, andiamoci. Ma
a chiedere il rispetto delle regole internazionali e per quel che ci riguarda per
chiedere il rispetto del nostro dettato
Costituzionale. Che impone all’Italia
l’obbligo di accoglienza per chi richiede l’asilo.
<p>
<b>Un’ultima domanda. La stessa che
abbiamo rivolto in questi giorni ai
nostri interlocutori: non pensi che in
ogni caso la sinistra davanti a queste
drammatiche vicende sia stata un
po’ troppo silente?</b>
<p>
No, non ho questa impressione.
<p>
<b>Ma in realtà tutto s’è limitato a
qualche dichiarazione...</b>
<p>
Sì, ma sono state dichiarazioni molto
dure. Si può sempre fare di più, certo,
ma per quanto riguarda il mio partito
penso che davvero su questi temi, la difesa dei diritti, il rispetto della dignità e
della vita, non abbiamo nulla da rimproverarci. E dico di più: penso che in
diverse occasioni abbiamo avuto il coraggio di prendere posizioni che pure,
lo sapevamo e lo sappiamo, sono impopolari. Ma sui principi non siamo disposti a transigere. Anche se magari nell’immediato ci rimetti politicamente.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=N7VK8">Liberazione - Virginia Lori</a>Franco Frattini: «Italia fuori dal G8? Buffonata. Via il Guardian dai giornali mondiali» [Link: Guardian - Financial Time - Le Monde]2009-07-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391827Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Affari Esteri (Partito: PdL) <br/><br/><br />
All'interno del G8 aumentano le richieste di escludere l'Italia dal gruppo degli 8 grandi, visto il caos intorno ai preparativi del summit a L'Aquila.<br />
Kofi Annan a Berlusconi: l'Italia rispetti gli impegni sugli aiuti all'Africa.
<p>«Spero che il <a href="http://www.ilmessaggero.it/stampa_articolo.php?idapp=19683"><b>Guardian</b></a> esca dai grandi giornali del mondo». E' il commento del ministro degli Esteri Franco Frattini sull'articolo del quotidiano britannico secondo il quale, citando fonti degli staff diplomatici, all'interno del G8 aumentano le richieste di escludere l'Italia dal gruppo degli 8 grandi, visto il caos intorno ai preparativi del summit a L'Aquila.
<p>
Il ministro ha definito una «buffonata» la notizia, riportata sempre dal Guardian, che gli Usa abbiano dovuto prendere in mano l'organizzazione del summit dell'Aquila con una videoconferenza tra gli sherpa. «È una sciocchezza», ha commentato Frattini da Bucarest dove si trova per colloqui istituzionali. Secondo Il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari c'è «un evidente fraintendimento» perché in effetti una videoconferenza tra gli sherpa c'è stata, ma è stata organizzata da Washington in vista del G20 di Pittsburgh, che si terrà a settembre in Usa, non certo per preparare l'agenda G8! Il Vertice G20 - ha aggiunto - si terrà negli Usa nonostante siano gli inglesi ad avere la Presidenza G20».
<p>
In secondo luogo, sempre commentando l'articolo del Guardian, il portavoce della Farnesina ha rilevato che «l'iniziativa 'food' è un'iniziativa del nostro Paese, non degli Usa, come dimostra il policy paper che l'Italia aveva fatto circolare nel 2008 fra i partner G8». «Semmai gli Usa - ha aggiunto Massari - l'hanno così apprezzata da impegnarsi attivamente, destinandovi cospicue somme di denaro. D'altra parte, a riprova della centralità che la questione 'food' riveste nell'ambito dell'agenda della Presidenza G8 dell'Italia, basti ricordare che per la prima volta nella storia del G8 su iniziativa italiana è stata organizzata una ministeriale dedicata proprio ai Ministri dell'Agricoltura».
<p>
<b>Annan al premier:</b><br />
Italia rispetti impegni su aiuti. Kofi Annan, ex segretario generale dell'Onu, ha scritto una lettera a Berlusconi, sottolineando il ritardo dell'Italia rispetto a tutti gli altri Paesi del gruppo dgli otto nei piani di aiuti per l'Africa. <br />
Lo rivela oggi il <a href="http://www.ft.com/cms/s/fc562fe6-6a8d-11de-ad04-00144feabdc0,dwp_uuid=ebe33f66-57aa-11dc-8c65-0000779fd2ac,print=yes.html"><b>Financial Time</b></a>. «Non onorare gli impegni e ridurre l'assistenza per lo sviluppo non renderebbe giustizia ai valori del tuo Paese - scrive Annan a Berlusconi, stando a quanto riporta FT -. Un vertice del G8 che non dà vita a risultati consistenti per un supporto finanziario verso i Paesi più poveri, non solo non rispetta gli impegni presi, ma danneggia la credibilità e la leadership del gruppo (degli otto grandi)».
<p>
Frattini: diritti umani assoluta priorità. La presidenza italiana del G8 invierà un «messaggio che non potrà non confermare la scelta politica di considerare i diritti umani un'assoluta priorità». Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in un'intervista a La Stampa, interviene sulla questione dei diritti umani venuta alla ribalta con il massacro della minoranza uighura nello Xinjiang e con il concomitante viaggio a Roma del presidente cinese Hu Jintao. «Il governo sta lavorando - sottolinea Frattini - affinchè l'Ue adotti una dichiarazione comune, al cui contenuto ci rimetteremo».
<p>
Appello a Obama sul diritto all'acqua. Viene da lettera aperta scritta da un folto gruppo di Premi Nobel e premi Oscar italiani, tra questi Rita Levi Montalcini, Dario Fo, Bernardo Bertolucci, Nicola Piovani, Umberto Veronesi e Dacia Maraini. L'accesso all'acqua, si legge, è un diritto umano oggi negato nel mondo a 1,2 miliardi di persone. A Obama si chiede di intervenire perché «l'acqua è un diritto umano, non è una merca ma un bene comune che deve essere governato da istituzioni legittime come l'Onu, a cui va restituita autorità».
<p>
Lula preferisce il G20. Il G8 «non ha più ragione d'essere», e deve essere sostituito dal G20, che è «più importante, più rappresentativo, più vicino dunque alle realtà delle crisi che attraversiamo». È quanto sostiene il presidente brasiliano Luiz Inacio <b>Lula da Silva in un'intervista al quotidiano</b> <a href="http://www.lemonde.fr/web/imprimer_element/0,40-0@2-3220,50-1216200,0.html"><b>Le Monde</b></a>.
<p>
Canada chiederà una posizione comune sull' Iran. Al summit il Canada spera «che i leader del G8 abbiano un dialogo sulla questione Iran e pervengano a una posizione coerente di fronte a questo regime pericoloso, che vanta tra l'altra un programma di proliferazione nucleare».
<p>
Il regalo del premier ai Grandi del summit. <br />
C'è anche un dvd in alta definizione con le immagini più belle d'Italia tra i regali che Silvio Berlusconi donerà ai Grandi della Terra per il G8. Parliamo di 'Magnifica Italià, quindici minuti di immagini del Belpaese, ideate dal Cavaliere e prodotte dal Governo per rilanciare il turismo in Italia. Il video è stato presentato dal premier il 24 giugno scorso durante una conferenza stampa a palazzo Chigi insieme al ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.gazzettino.it/stampa_articolo.php?id=64852">Il Gazzettino.it /Il Messaggero.it</a>Franco Frattini: Iran, Frattini: dialogo condizionato e intesa con Russia e Cina2009-07-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391794Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Affari Esteri (Partito: PdL) <br/><br/><br />
L’offerta per il dialogo, condizionato, con l’Iran resta valida. Occorre poi lavorare d’intesa non solo con l’Ue ma anche con Cina e Russia, senza dimenticare di sostenere la società civile iraniana. Mentre la possibilità di nuove sanzioni è “prematura”. È questa la posizione del governo italiano sulla situazione in Iran illustrata dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, nel corso di un’audizione davanti alle commissioni Esteri di Camera e Senato in seduta congiunta. “Con qualche speranza in meno di ieri, dobbiamo continuare a lavorare" per il dialogo con Teheran, ha affermato il capo della Farnesina, secondo il quale la situazione nella Repubblica islamica fa sì che ci siano "minori possibilità che l'Iran accolga la mano tesa di Obama. Ma se anche le chance sono ridotte - ha proseguito il ministro - vediamo come risponderanno alla nostra offerta di dialogo”. Anche perché, ha aggiunto, "non vogliamo offrire ai radicali iraniani pretesti per opporsi al dialogo".
<p>
I CAVEAT – Il dialogo, ha ricordato Frattini,"non è a tempo indeterminato", ma si conclude con la fine dell'anno in corso, come indicato dal presidente americano Barack Obama. “Ho convocato una riunione dei ministri degli Esteri del G8 a New York il 24 settembre per fare il punto sulla situazione in Iran. E la scadenza si pone esattamente all'interno dell'arco temporale indicato dal presidente Usa". Accanto al fattore tempo gli altri due “caveat” per il dialogo sono la dinamica dell'offerta negoziale e il binomio diritto/responsabilità. La dinamica ha finora implicato che "siamo stati noi a offrire il dialogo sull'Afghanistan e sul dossier nucleare. Ma oggi la palla è nel campo iraniano”. Frattini ha poi accennato al binomio diritto/responsabilità, che indica da un lato "il diritto al nucleare pacifico" ma dall'altro "la responsabilità nella trasparenza sulla non proliferazione. C'e' il diritto della non interferenza e della sovranità - ha spiegato Frattini allargando il tema dal nucleare ai diritti umani - ma ci sono anche i diritti universali e assoluti che travalicano la sovranità dello Stato, primo fra tutti quello della vita umana".
<p>
LA SOCIETÀ CIVILE - Il dialogo con la società civile iraniana "deve accompagnare" il confronto politico e sui diritti civili. Rispondendo alle sollecitazioni dei parlamentari che suggerivano, per esempio, di finanziare servizi di informazioni occidentali in lingua farsi da diffondere sul territorio iraniano, il capo della diplomazia ha ricordato che le aperture alla società civile "devono essere 'fatte' anziché 'dette'". Questo per evitare che l'Iran prepari delle contromosse nel caso, per esempio, che si vogliano elaborare e diffondere virus anticensura, ma anche, ha osservato Frattini, "per non rischiare di mettere in pericolo le persone alle quali ci rivolgiamo" e che vogliamo aiutare. Di conseguenza, "il sostegno all'opposizione deve essere una voce che non ci metta nella condizione di ferire l'orgoglio del popolo iraniano - ha continuato -. Perciò non dobbiamo dare il segnale che abbiamo scelto uno dei leader come amico dell'Occidente", Scelta che metterebbe direttamente fuorigioco quella la persona. "Se io qui dicessi che sono pronto ad aumentare le quote di studenti iraniani che possono studiare in Italia – ha proseguito Frattini - metterei immediatamente nel mirino del regime quegli studenti che domani andrebbero a chiedere un visto per studiare da noi. Bisogna dunque - ha proseguito il ministro - trovare il modo di operare senza annunci pubblici, perché le dinamiche sono molto complesse. Gli iraniani - ha concluso - sono un popolo molto amico dell'Occidente e delle sue tradizioni di libertà: di conseguenza la politica della mano tesa resta".
<p>
UE, RUSSIA E CINA - Il dialogo con l'Iran "sarà ben difficile se Russia e Cina non si atterranno ai principi da noi elencati". Il capo della Farnesina ha ricordato che al recente G8 dei ministri degli Esteri a Trieste, "quando abbiamo iniziato a discutere il paragrafo della dichiarazione finale sull'Iran, la Russia non era certo sulla posizione, per esempio, di sollecitare a Teheran il rispetto della volontà popolare nel processo elettorale". Il ministro ha sottolineato la capacità dei rappresentanti del G8 di trovare una sintesi sulla situazione iraniana laddove "il 5+1 non è stato in condizione di coinvolgere adeguatamente Cina e Russia. È un dato di fatto", ha affermato. Frattini ha dunque sollecitato "un impegno maggiore dell'Unione europea in quanto tale", perché se il gruppo 5+1 non ha raggiunto i risultati sperati, "Cina e Russia possono essere coinvolti in un dialogo strutturato come noi abbiamo fatto a Trieste con Mosca E dobbiamo farlo anche con la Cina", ha aggiunto Frattini, che ha ricordato gli sforzi della diplomazia italiana per coinvolgere Pechino sul capitolo della non proliferazione, a cominciare dalle riunioni del summit del G8 dell'Aquila, che saranno allargate alla Repubblica popolare cinese.
<p>
VISTI - Quanto all’approccio in seno all’Ue, il ministro ha ricordato di aver sollevato per primo con i colleghi europei la questione dell’apertura delle ambasciate a Teheran e della concessione dei visti. ''Non e' pensabile - ha sottolineato ancora Frattini ricordando la concessione di 70 visti per l’Italia fatta i questi giorni dalla nostra missione - che davanti all'ambasciata italiana si radunino centinaia di persone e davanti alle ambasciate degli altri 26 Paesi europei le porte restino chiuse''.
<p>
LE SANZIONI – “La politica della mano tesa con l'Iran resta valida mentre è prematura l'adozioni di sanzioni, che pure è stata evocata in alcuni tavoli europei più riservati". Frattini ne ha parlato rispondendo alla domanda di un parlamentare sulla possibilità di nuove sanzioni contro l'Iran evocata da Napoli dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Preferisco non prefigurare un momento negativo - ha spiegato il ministro - ma oggi certamente la stessa amministrazione Usa non sarebbe pronta, credo, a dare il via libera a un nuovo programma di sanzioni".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilvelino.it/articolo_stampa.php?isEnglish=&Id=890123">ilVelino.it</a>Franco Frattini: «Sull'Iran serve una linea comune dell'Ue»2009-06-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391737Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Affari Esteri (Partito: PdL) <br/><br/><br />
L'Italia è pronta ad assistere «le persone in difficoltà» a seguito delle manifestazioni a Teheran, ma finora è «l'unico Paese ad averlo fatto».
<p> Parlando da Trieste - dove si è chiuso il G8 su Afghanistan e Pakistan - ai microfoni di Radio Farda, emittente americana in lingua farsi, il ministro degli Esteri Franco Frattini rivendica il ruolo del nostro Paese, che «ha sempre avuto un'attenzione assoluta ai diritti umani», e sollecita una posizione comune europea sulla richiesta di visti e assistenza da parte degli oppositori al regime.
<p>«Quando sappiamo che vi sono persone in difficoltà, l'Italia è sempre pronta a fare la sua parte. Finora purtroppo siamo stati l'unico Paese europeo ad averlo fatto», sottolinea il titolare della Farnesina, annunciando l'intenzione di «porre il problema agli altri Paesi europei» a margine della ministeriale dell'Osce di domani a Corfù.
<p> «Io credo che tutti debbano fare la stessa cosa - esorta Frattini - Non ci si può affidare solo all'Italia o a un altro Paese, questa è un'azione che deve essere europea».
<p>
Le parole del ministro sono arrivate prima di un incontro che il suo capo di gabinetto, Alain Economides, ha avuto a Trieste con una delegazione di esuli iraniani, appartenenti al «Comitato di sostegno alle lotte democratiche del popolo iraniano», cui ha promesso che l'ambasciata italiana a Teheran continuerá ad assistere le persone in difficoltà.
<p>
«Ci hanno dimostrato grande sensibilità rispetto al problema, assicurandoci che continueranno a fare quello che hanno fatto finora», ha detto Jalal Saraji, che, a nome del Comitato, ha chiesto «la
condanna ufficiale dell'Iran per aver sistematicamente calpestato i diritti umani, l'istituzione di una commissione indipendente internazionale per la verifica delle atrocità commesse durante le manifestazioni e che tutti i Paesi che hanno aderito alla convenzione dei diritti umani di lasciare aperte le porte delle loro sedi, perché possano servire da rifugio per i feriti».
<p>
Per quanto riguarda il vertice, Frattini lo ha definito «importante, che ha raggiunto conclusioni concrete sui grandi temi di politica estera». Rispondendo a una domanda sull'assenza dell'Iran il ministro, parlando della sessione di oggi dedicata alla stabilizzazione dell'Afghanistan, ha spiegato che «l'Iran è solo uno dei molti paesi vicini, tutti gli altri hanno collaborato costruttivamente». Ed ha aggiunto: «Ci sono temi come il traffico di droga sul quale credo che l'Iran abbia grande interesse a cooperare e spero che in futuro coopererà».
<p>
Gli Stati Uniti hanno annunciato una nuova politica antidroga che taglierà i fondi ai programmi di sradicamento dei campi di papaveri da oppio a favore della lotta al narcotraffico e della promozione di coltivazioni alternative.
<p>Secondo l'inviato speciale Usa per l'Afghanistan, Richard Holbrooke, i programmi di sradicamento, finanziati finora dai governi occidentali, non funzionano e spingono di fatto i coltivatori afgani nelle mani dei talebani.
In base alle cifre Onu, i talebani e le varie formazioni qaediste ne hanno ricavato dai 50 ai 70 milioni di dollari soltanto l'anno scorso.
<p>In un rapporto pubblicato proprio questa settimana, l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (Unodc) ha riferito che la coltivazione di papavero da oppio l'anno scorso è effettivamente calata del 19 percento rispetto all'anno precedente, ma è ancora concentrata nelle tre province meridionali controllate dalla guerriglia del mullah Omar.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/06/frattini-g8-trieste-iran_PRN.shtml">Il Sole24ore.com</a>Franco Frattini: Il ruolo dell'Italia nel G8 per la coesione internazionale 2009-06-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391670Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Affari Esteri (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Abbiamo invitato a Trieste un ampio numero di paesi ed organizzazioni internazionali per affrontare il problema dell'Afghanistan in chiave di cooperazione regionale.
E' infatti ormai evidente che non é possibile affrontare la sfida afgana senza la collaborazione del Pakistan e la stabilizzazione interna di quest'ultimo. Ma è altrettanto necessario, oltre al Pakistan, coinvolgere attivamente gli altri attori regionali, tra cui l'India e le repubbliche centro-asiatiche.
<p>Il G8 di Trieste intende strutturare e dare contenuto operativo alle iniziative regionali per la stabilizzazione dell'Afghanistan, attraverso la cooperazione e l'integrazione degli sforzi dei paesi vicini e delle varie organizzazioni internazionali in cinque settori specifici: la gestione delle frontiere, la lotta ai traffici illeciti, lo sviluppo delle infrastrutture, l'assistenza ai rifugiati e la gestione dei flussi migratori, lo sviluppo dell'agricoltura (dove é impiegata la maggior parte della popolazione afgana) e la sicurezza alimentare. Intendiamo insomma a Trieste, porre le basi per dar vita ad un «processo» che renda anche in futuro più coerenti le azioni e gli impegni verso l'Afghanistan dei diversi protagonisti della regione e della comunità internazionale. Sul fronte della disarmo e della non proliferazione : vogliamo consolidare l'impegno comune dei paesi del G8 a contribuire alla riuscita della Conferenza di riesame del Trattato di Non Proliferazione (TNP), prevista per l'anno prossimo, e che dovrà rafforzare norme e principi multilaterali per limitare il rischio di una corsa all'arma nucleare in un mondo in cui proliferare é diventato più facile e più pericoloso, come indica anche il caso nord-coreano. Ciò implica l'impegno di tutti a progredire contemporaneamente nei tre pilastri del TNP: la non proliferazione, il disarmo da parte delle potenze già nucleari e l'uso pacifico dell'energia nucleare.
<p> La visione espressa dal Presidente Obama di un mondo senza armi nucleari ha aperto nuovi orizzonti e speranze per l'umanità che l'Europa, la Russia e gli altri paesi, attraverso il G8, hanno il dovere di cogliere per dare impulso al processo. In terzo luogo, ci proponiamo di rafforzare la coesione internazionale nella lotta contro il terrorismo, che resta una delle principali minacce alla nostra sicurezza individuale e collettiva. Contiamo, attraverso il G8 di Trieste, di consolidare l'impegno della comunità internazionale a coordinare politiche sistemiche per il contrasto al terrorismo e ai diversi fattori destabilizzanti che lo alimentano (dal crimine organizzato al narco-traffico) e per inaridirne le fonti di finanziamento.
<p> A Trieste affronteremo inoltre il problema, sempre più preoccupante, della pirateria al largo delle coste somale consolidando l'impegno dei Paesi del G8 nell'efficace attuazione delle misure internazionali di prevenzione e repressione della pirateria già promosse dalle Nazioni Unite e dall'IMO, irrobustendo la capacità dei Paesi della regione di controllare le proprie coste ed acque territoriali e rafforzando il quadro giuridico internazionale. Infine, intendiamo confermare a Trieste la compattezza della comunità internazionale circa l'obiettivo della ricerca di una composizione definitiva del conflitto israelo-palestinese, sulla base del principio «due popoli-due Stati». Si tratta ormai, per quanto riguarda la pace in Medio Oriente, di fare un salto di qualità con il passaggio dal «processo» alla «soluzione», attraverso la ripresa immediata dei negoziati. La riunione ministeriale del Quartet che si svolgerà a Trieste a margine del G8, sarà un segnale importante della ritrovata volontà di impegno politico internazionale alla quale il Presidente Obama ha dato un contributo decisivo. Sullo sfondo del G8 di Trieste figurerà ovviamente anche l'Iran che sta vivendo ore di drammatica instabilità. Il G8 dovrà esprimere con compattezza l'aspettativa che le autorità iraniane riescano ad inviduare un'uscita dalla crisi che rispecchi la volontà del popolo e che consenti al paese di ritrovare una stabilità sostenibile, che è anche la precondizione perché l'Iran possa offrire il proprio valore aggiunto alla stabilità regionale nell'arco di crisi dal Medio Oriente all'Afghanistan. <br />
Il G8 dei Ministri degli Esteri di Trieste si é insomma posto obiettivi molto precisi che contiamo di realizzare con il contributo di tutti i paesi che parteciperanno e nell'interesse di tutti: «una responsabilità comune per azioni concrete».
<br />
<br/>fonte: <a href="http://iltempo.ilsole24ore.com/politica/2009/06/22/1039346-ruolo_dell_italia_coesione_internazionale.shtml">Il Tempo</a>Silvio BERLUSCONI: «Non faremo come la sinistra che vuole un'Italia multietnica». 2009-05-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391191Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Sì ai rimpatri,
non apriremo le porte a tutti»<br /><br />
«Nessuno scandalo» per il caso degli immigrati respinti e ricondotti in Libia. Silvio Berlusconi appoggia la linea dura di Roberto Maroni. E rilancia: «Si deve fare chiarezza sulle due visioni - afferma il presidente del Consiglio. - La sinistra con i suoi precedenti governi aveva aperto le porte ai clandestini provenienti da tutti i Paesi.<br />
Quindi l'idea della sinistra era ed è quella di un'Italia multietnica. La nostra idea non è così». Per questo, dice Berlusconi, «non apriremo le porte a tutti come la sinistra».<br />
La linea del governo in maniera d'immigrazione è quella dell'«accoglimento solo per chi» ha diritto «all'asilo politico», e cioè «coloro che mettono piede sul nostro suolo, intendendo anche le acque territoriali». Per il resto, prosegue il premier, «vale il nostro diritto di respingere», non si violano «gli accordi internazionali», fermo restando che in mare verranno forniti «tutti i tipi di assistenza».
<p>
MARONI - In precedenza, era stato lo stesso Maroni a confermare che la linea dei respingimenti degli immigrati clandestini «continuerà finché gli sbarchi non cesseranno». Le polemiche scoppiate sulla vicenda (con le dure critiche dell'opposizione e anche della Chiesa),«sono infondate». Secondo il ministro dell'Interno, quella dei respingimenti è una linea che «si è rivelata molto efficace e che è largamente condivisa dai cittadini italiani che vedono finalmente una reazione forte e decisa del Governo». Non solo: la linea è «assolutamente conforme a tutte le normative europee e ai Trattati internazionali».
<p>
FRATTINI - Franco Frattini è della stessa opinione. Il respingimento dei clandestini, afferma il ministro degli Esteri, risponde alla «doverosa applicazione del patto che i leader europei hanno siglato nel dicembre scorso, a conclusione della presidenza francese» dell'Ue. «Si è chiamato patto europeo - ha spiegato il titolare della Farnesina - perché si è detto per la prima volta che il problema dell'immigrazione non è dell'Italia o di Malta. Se respingiamo lo facciamo anche in nome della Germania, della Francia o dell'Olanda».
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REAZIONI - Le parole di Berlusconi provocano però la dura reazione dei partiti di opposizione. Critiche arrivano dal Pd. «Sì, noi abbiamo un'idea diversa del'Italia, signor presidente del consiglio: multietnica, pluralista, libera, un paese fondato sul lavoro e sul rispetto - afferma Giovanna Melandri. - Un Paese di persone oneste e sincere che si impegnano in quello che fanno con passione e fatica. Un Paese in cui non conta il colore della pelle, la razza o la religione, ma piuttosto l'onestà e la sincerità del cuore». Federica Morgherini, sempre del Pd, cita qualche esempio: «È il mondo che è diventato multietnico. New York, Londra, Parigi, sono città multietniche. Anche Roma e Milano lo sono. È multietnico il presidente degli Stati Uniti, che avrà senz'altro apprezzato la battuta con cui la sua elezione è stata accolta dal capo del governo italiano, ma guarda caso non ha ancora trovato il tempo per incontrarlo. Ed è multietnica la squadra del Milan, che negli ultimi vent'anni ha schierato giocatori di colore provenienti dall'Olanda, dalla Francia, dal Brasile, dall'Africa». Duro Leoluca Orlando, dell'Italia dei Valori: «Ronde e deportazione ricacciano l'Italia al tempo del nazifascismo. Le ronde sono state nella storia delle dittature il grimaldello per scardinare lo Stato di diritto e per mortificare le forze dell'ordine. Confondere, inoltre, la doverosa difesa dei confini nazionali e l'espulsione dal territorio nel rigoroso rispetto di regole prestabilite con la deportazione è inaccettabile». Secondo Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione, le parole di Berlusconi sono «manifestamente xenofobe e discriminatorie».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.corriere.it/politica/09_maggio_09/maroni_immigrati_respinti_da84e542-3ca2-11de-a760-00144f02aabc_print.html">Corriere.it</a>Franco Frattini: «L' UE non sa parlare con una sola voce» - INTERVISTA2009-04-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390996Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Affari Esteri (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Presentarsi alla conferenza Onu di Ginevra sulla lotta alle discriminazioni senza un testo comune è un errore gravissimo. Come pure sono inaccettabili le frasi che equiparano Israele a un Paese razzista»<br />
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«Una delle più grandi delusioni delle mie esperienze internazionali...».<br />
Non usa troppi giri di parole Franco Frattini nel commentare il fallimento della ricerca di una posizione comune della Ue sulla conferenza dell`Onu sul razzismo. «Un errore gravissimo continua il ministro degli Esteri perché denota l`incapacità, nonostante le tante parole spese a riguardo, dì trovare almeno un minimo comun denominatore su un problema di base: quello della lotta alle discriminazioni di cui ci facciamo spesso portavoce a Bruxelles. E il bello è che, in sede dì consiglio, tra tutti e 27, eravamo riusciti a trovare una posizione comune su un testo elaborato dagli olandesi. Si era detto: o i documenti preparatori cambiano, o la Ue presenterà il suo testo».<br />
<b>E invece...</b><br />
«E invece alla fine in qualcuno è prevalsa la linea dei compromesso, del lasciar lavorare il mediatore russo, dell`indifferenza su un tema che dorrebbe pur sempre restare un pilastro della Ue, quello cioè dei diritti della persona».<br />
<b>Lezione amara, quella che si ricava dal dietrofront di`altri Paesi europei, rispetto alla coerenza italiana e olandese, no?</b> <br />
«Di fatto si dimostra una volta di più che l`Europa, nonostante le intenzioni dichiarate, non è capace di parlare a una sola voce. Il che lascia liberi i Paesi membri di decidere singolarmente in base a quelli che ritiene i propri principi fondamentali».<br />
<b>Ministro Frattini, ma perché secondo lei alcuni Paesi come la Gran Bretagna hanno deciso che a Ginevra ci saranno, nonostante avessero detto, con l`Italia e il resto della compagnia, che equiparare Israele a un Paese razzista non era assolutamente condivisibile? Affari a che altro?</b><br />
«Non lo so. Immagino si sia preferito un compromesso a tutti i costi. E ciò nonostante il fatto che nei testi predisposti per l`appuntamento di Ginevra, a parte qualche piccolo miglioramento, si mantenga un`impostazione di base che equipara Israele a un Paese razzista anziché a una democrazia.
Ci sono tuttora frasi inaccettabili che un pizzico di coerenza con quanto affermato nella riunione dei ministri degli Esteri Ue, avrebbe dovuto indurre a rinunciare a prender parte alla conferenza.
Come abbiamo deciso noi e come hanno scelto di fare anche Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Olanda. Senza contare che sono curioso di vedere poi in quanti saranno a Ginevra...»<br />
<b>Che vuole dire?</b><br />
«Le rivelo una cosa: a tutt`oggi (domenica, ndr) sono solo 50 i Paesi ad aver confermato la loro partecipazione su 160 invitati.
Certo, alla fine risulteranno più dell`esiguo numero delle attuali conferme, ma le pare che quanto emergerà da Ginevra a firma Onu, possa avere quella credibilità che avremmo voluto per un discorso nobile quale la necessaria lotta al razzismo se verranno a mancare tanti e importanti Paesi?».<br />
<b>Beh, diciamo la verità: che se nella Ue si stenta ancora troppo per trovare un`intesa financo sui principi, a livello mondiale non è che le Nazioni Unite siano viste più come una entità credibile, no?</b><br />
«Io credo chel`Onu possa ancora avere una grande importanza se riesce a coagulare consensi su problemi veri e concreti. Quando invece si deve constatare che un Consiglio di sicurezza resta impantanato nei veti reciproci o che interventi in aree di crisi importanti - e penso all`Africa - non si possono mettere in piedi per i contrasti esistenti che, ancora, in conferenze come quella sul razzismo passano non regole valide e condivisibili, ma testi di parte, è chiaro che non ci siamo. Non è del resto un caso che proprio l`Italia, da tempo, va reclamando una profonda riforma dell`organizzazione delle Nazioni Unite».<br />
<b>Predichiamo però in una terra di sordi, non è vero?</b><br />
«Siamo testardi e continuiamo a tendere a una riforma che privilegi principi e valori di fondo: più rappresentatività, più partecipazione.
E poi non siamo soli: a febbraio scorso, su invito della Farnesina per un discorso dì riforma dell`Onu, sono stati 70 i Paesi che hanno inviato i loro rappresentanti a Roma».<br />
<b>Ma anche in questo caso un pezzo d`Europa non fa quadrato con l`altro pezzo...</b><br />
Questo è un punto vero e dolente. Torno a ripetere:
non è possibile che la Ue, che ha preso impegni precisi col trattato di Lisbona, parli tanto di unità ma poi si ostini a non voler creare una politica comune. E mica penso solo a Durban 2! Pensate al problema dell`immigrazione: proprio stamane (ieri per chi legge, ndr) ho parlato con Maroni cui ho assicurato che al prossimo consiglio a 27 solleverò il problema, riaperto dal caso del mercantile Pinar.
Perché non si può pretendere che tutti seguano le stesse regole e poi su un problema di questo tipo si scarichi ogni responsabilità solo su chi se lo trova in casa.
Non abbiamo sempre parlato di diritti civili come vero e proprio pilastro della Ue? O, quando conviene agli altri, divengono ammennicoli o optional?».<br />
<b>E intanto a Ginevra l`Italia non ci sarà.</b><br />
«In linea con quanto sempre detto da noi e dalla Ue. E perché andar là e fare i testimoni silenziosi alla fine non paga: si rischia solo la complicità».<br />
<br/>fonte: <a href="http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=LFOYC">Il Giornale - Alessandro M. Caprettini </a>