Openpolis - Argomento: privilegihttps://www.openpolis.it/2014-10-01T00:00:00ZFabio Altitonante: Vitalizi: Primi risultati in Regione. Abbiamo dimostrato che Forza Italia c’è2014-10-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it723934Alla data della dichiarazione: Assessore Provincia Milano (Partito: PdL) - Consigliere Regione Lombardia (Gruppo: FI) - Consigliere Consiglio Comunale Cesano Boscone (MI) (Gruppo: FI) <br/><br/>I tagli dei costi della politica stanno caratterizzando fortemente questa legislatura e l’azione di Forza Italia in Consiglio Regionale. Appena insediati, abbiamo dimezzato i nostri compensi: eliminati vitalizi, indennità di fine mandato e rimborsi. In 9 mesi abbiamo risparmiato già 10 milioni di euro.
Pochi mesi fa avevo chiesto il vostro sostegno per vincere insieme la battaglia politica contro i vitalizi degli ex Consiglieri Regionali. Insieme abbiamo raccolto centinaia di firme per abolirli. Ricordate?
Oggi vi presento i primi risultati concreti.
In Consiglio Regionale (caso unico in Italia) abbiamo approvato una legge che riduce questo privilegio fuori dal tempo.
Il vitalizio per gli ex Consiglieri regionali, che ancora non lo percepiscono, slitta di sei anni.
Per i prossimi 4 anni, inoltre, abbiamo tagliato all’incirca del 10% l’assegno staccato dalla Regione, trattenendo un contributo di solidarietà sulla base del reddito.
In caso di altro incarico retribuito in un altro ente pubblico, infine, il vitalizio sarà interrotto.
E, finalmente, più trasparenza: sul sito della Regione saranno pubblicati nomi e cognomi dei “privilegiati” e l’importo del loro assegno.
Questo è il primo passo.
Avremmo potuto fare di più, dobbiamo fare di più. Per i cittadini. Per la credibilità della politica.
È per questa ragione, che la mia battaglia continua, perché i vitalizi devono essere aboliti!
Gli ultimi dati evidenziano che gli Ex Consiglieri Regionali, che percepiscono il vitalizio, sono 223; a questi se ne aggiungeranno altri 41 (al raggiungimento dell’età – che come abbiamo visto passa da 60 a 66 anni).
La rendita percepita fino a oggi è quasi tre volte di più rispetto ai contributi versati.
La spesa mensile per la Regione – e quindi per i cittadini – è superiore a 623 mila euro (circa 81 milioni all’anno).
Dopo quanto gli ex Consiglieri hanno maturato il vitalizio? 5 anni. Solo 5 anni.
Quanto può incassare un operaio dopo una vita di lavoro?
A noi non interessa la demagogia. Noi siamo convinti che, con quasi 700 mila euro al mese in più nelle proprie casse, la Regione potrebbe fare nuovi investimenti più importanti per i cittadini. Penso, ad esempio, alle case popolari, alla sanità, al mondo delle imprese e del lavoro.
I vitalizi non sono diritti acquisiti.<br/>fonte: <a href="http://www.altitonante.it/index.php?option=com_content&view=article&id=297:vitalizi-primi-risultati-in-regione-abbiamo-dimostrato-che-forza-italia-c-e&catid=44&Itemid=266">www.altitonante.it</a>Fabio Altitonante: CONTRO I VITALIZI UNA VERA BATTAGLIA POLITICA. VINCIAMOLA INSIEME: FIRMA ANCHE TU!2014-04-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it718174Alla data della dichiarazione: Assessore Provincia Milano (Partito: PdL) - Consigliere Regione Lombardia (Gruppo: FI) <br/><br/>Un furto legalizzato, che noi abbiamo eliminato, ma che ai cittadini costa ancora più di 7 milioni e mezzo all’anno. È la legge regionale sui vitalizi, un atto deciso dalla vecchia politica per assicurarsi un futuro nella bambagia.
Era il 1995, mancava un mese alle elezioni, quando chi sedeva in Consiglio Regionale ha pensato bene di garantirsi vitalizio e indennità di fine mandato.
Il testo emanato – rimasto in vigore per circa 15 anni – prevedeva che dopo un solo mandato (5 anni) l’ex Consigliere Regionale maturasse il vitalizio e lo ricevesse a partire dai 60 anni di età.
L’assegno è addirittura cumulabile al 100% con qualsiasi altro eventuale trattamento.
Sono 223 i vitalizi attuali, 170 erogati direttamente agli ex Consiglieri e 53 ai parenti, come reversibilità. E i numeri sono destinati a crescere: ci sono altri 41 ex Consiglieri che a breve inizieranno a incassare l’assegno, per un totale di altri 75 mila € al mese.
Con un costo mensile totale – per gli ex Consiglieri – superiore a 620 mila euro (quanto incassa un operaio in una vita di sacrifici), i 223 ex Consiglieri hanno già percepito nel complesso una rendita pari a oltre 81 milioni e mezzo di euro, a fronte di soli 36 milioni e mezzo di euro di contributi versati.
A partire da questa legislatura noi Consiglieri ci siamo tolti il vitalizio e chiediamo che sia eliminato subito anche agli ex Consiglieri Regionali. Non è demagogia, ma una scelta di buon senso ed equità.
Non siamo più negli anni ’80, i privilegi non sono diritti acquisiti. Chi pensa il contrario sarà libero di fare ricorso (non so con quale faccia!), ma Forza Italia non farà sconti.
Se qualcuno non ha avuto quanto ha versato, lo riceverà. Per tutti gli altri, “zero tituli”!
La Lombardia può dimostrare, ancora una volta, di essere una guida responsabile per il nostro Paese.
Diamo credibilità alla politica con azioni concrete per i cittadini!<br/>fonte: <a href="http://www.altitonante.it/index.php?option=com_content&view=article&id=285&Itemid=304">www.altitonante.it</a>CHRISTIAN DI FEO: Movimento 5 Stelle: "Il PD chiede i rimborsi al Comune" e denuncia una "cattiva consuetudine che avviene da tempo nel Comune di Crema"2012-12-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684943Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Crema (CR) (Gruppo: M5S) <br/><br/>Ore di assenza
"Siamo rimasti sorpresi dalla lettura della Determinazione del 21 novembre scorso - in allegato - che reca nell'oggetto "Rimborso al Partito Democratici di Sinistra per ore di assenza usufruite dal proprio dipendente Sig. Piloni Matteo - 2 e 3 trimestre 2012, con la quale si autorizza il versamento al Partito Democratico di un importo pari a 3.527 euro, in quanto non ci aspettavamo, da parte di un organismo, il Partito Democratico, che già viene finanziato con denaro pubblico, alcuna richiesta di rimborso nel momento in cui un suo dipendente viene messo a disposizione del Comune proprio per svolgere l'attività di servizio per la quale vengono finanziati i Partiti".
Le 48 ore mensili
La determina riguarda un rimborso forfettario mensile di 48 ore. I membri del Movimento 5 Stelle hanno quindi "cercato di approfondire la prassi con cui viene applicata la legge vigente" scoprendo che "la normativa consente alle Aziende di chiedere un rimborso per le ore in cui il proprio dipendente è assente dal lavoro per attività politiche e istituzionali. Ma com'è possibile, ci siamo chiesti, che un partito così attento alla cosa pubblica, così attento a non gravare sullo Stato chieda un rimborso forfettario al comune che amministra?"
Il funzionario di partito
"In fin dei conti - argomentano dal Movimento 5 Stelle - il PD mettendo a disposizione del Comune un suo funzionario di Partito non ha fatto altro che fargli fare ciò per cui è regolarmente finanziato dallo Stato; perchè chiedere anche un rimborso al Comune? Tra l'altro, la cosa interessante è che, attualmente, sono pochissime le aziende private che hanno avanzato tale richiesta, mentre invece spicca, tra coloro che regolarmente chiedono il rimborso proprio, unico partito, il Partito Democratico, di cui Matteo Piloni, attuale presidente del consiglio comunale di Crema, è dipendente in qualità di coordinatore territoriale".
Luglio e agosto
Il Movimento 5 Stelle ha scopero anche che "il PD non ha richiesto solo un rimborso forfettario di 48 ore mensili - al riguardo, si domandano, "con chi è stato concordato"? - rimborso chiesto anche nei mesi di luglio e agosto, mesi nei quali l'attività è notoriamente ridotta rispetto al resto dell'anno, ma che sono stati chiesti pure i rimborsi per le ore dedicate ai consigli comunali e che il PD quantifica, come ore di assenza da rimborsare, in tutta la durata dei consigli fino alle 20,30: grazie a Dio non ha chiesto la maggiorazione per gli straordinari".
Conferenze dei capigruppo
Chiesti al comune anche i rimborsi "per le ore dedicate alle conferenze dei capigruppo con una quantificazione singolare ed 'elastica', da 1,5 a 3 ore quando mediamente una conferenza non dura più di un'ora. Il Movimento 5 Stelle locale, pur riconoscendo che nessuna legge è stata violata, si trova nuovamente nella situazione di domandare alle autorità che governano il Comune - che fanno capo tra l'altro allo stesso Partito che chiede i rimborsi - chiarimenti in merito sia agli accordi intercorsi tra Comune e il PD in riferimento alla quantificazione delle ore rimborsabili sia ai controlli messi in atto per verificare la rispondenza tra le ore quantificate per i rimborsi e le ore effettivamente dedicate e si chiede se, in un periodo di così forte austerità nazionale e di lotta sempre più viva ai privilegi, sia eticamente tollerabile che un Partito Politico si avvalga della possibilità di tali rimborsi".
La realtà attuale
"Questa scelta, a nostro avviso già discutibile, si dimostra ancora più stridente con la realtà attuale, dal momento che il soggetto per il quale il partito chiede il rimborso è stato messo - di fatto - in quella carica dal partito stesso dopo la vittoria alle elezioni. Il Movimento 5 Stelle è convinto che i diretti interessati di questo caso specifico, avendo a cuore il bene dei cittadini, vogliano risolvere tale fastidiosa situazione al più presto possibile e chiede pertanto al PD di non fare ulteriori richieste di rimborso al Comune e a Piloni di dimettersi dalla carica di coordinatore dando seguito alle promesse che lo stesso aveva fatto a inizio legislatura".<br/>fonte: <a href="http://www.cremaonline.it/articolo.asp?ID=20665">Crem@OnLine</a>ROSA MARIA THALER ZELGER: Trentino Alto Adige. Disegno di legge. Taglio a stipendi e privilegi politici.2012-09-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650158Alla data della dichiarazione: Consigliere Provincia Bolzano - Bozen (Lista di elezione: SVP) - Pres. Consiglio Regione Trentino Alto Adige (Gruppo: SVP) <br/><br/><br />
«Per me non é sempre stato facile, ma é stata una buona lezione. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questo disegno di legge, molti hanno dovuto fare un passo indietro e molti hanno fatto un passo in avanti per arrivare a questo testo. Forse non saremo mai in grado di dare una risposta soddisfacente per tutti. Ció nonostante abbiamo intrapreso una strada che ci permette di svolgere il nostro mandato con dignitá ed al contempo abbiamo messo in essere dei tagli significativi» <p>
<b>Disegno di legge n°51</b>
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16 gli articoli del testo che prevede, tra le altre cose, la cancellazione della diaria, un tetto massimo per i rimborsi fissato a 750 euro mensili e una riduzione del 10% sui costi per le indennità.
<p><b>Art. 1 -</b> definisce il trattamento economico e il regime previdenziale dei Consiglieri membri del Consiglio della Regione autonoma Trentino-Alto Adige che si riconnette al libero esercizio del mandato elettivo cui saranno chiamati.
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Il consigliere Bruno Firmani (misto) ha preso parola per annunciare la sua non partecipazione al voto, motivandola con la <b>mancata entrata in vigore da subito</b>, come da lui richiesto, dei provvedimenti.
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<b>Art. 2 -</b> prevedere la misura dell´indennitá consiliare e la possibilitá di opzione per la conservazione del trattamento economico in godimento presso l´amministrazione pubblica di appartenenza, in luogo dell´indennitá consiliare.
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<b>Art. 3 -</b> stabilisce i rimborsi spese, attribuiti con un nuovo sistema che supererá l´aggancio automatico all´art. 2 della legge 31 ottobre 1965, n.1261, improntato su un meccanismo piú rigoroso e trasparente.
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<b>Art. 4 -</b> stabilisce le percentuali di riferimento al nuovo trattamento economico per l´attribuzione della indennitá di funzione ai componenti dell´Ufficio di Presidenza, con una conseguente riduzione di un ulteriore 25 per cento.
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<b>Art. 5 -</b> prevede la sospensione degli emolumenti per motivi penali.
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<b>Art. 6 -</b> regola la contribuzione obbligatoria relativa all´indennitá di fine mandato e definisce la modalitá riguardante il diritto di ottenere la stessa.
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<b>Art. 7 -</b> disciplina il nuovo sistema previdenziale a carattere contributivo per i Consiglieri eletti per la prima volta nella XV Legislatura e nelle successive Legislature eper i Consiglieri che abbiano esercitato il mandato consiliare precedentemente a tale data e che siano successivamente rieletti.
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<b>Art. 8 -</b> sancisce la definitiva cessazione di ogni effetto giuridico ed economico in ordine alla misure dell´assegno vitalizio che l´ulteriore esercizio del mandato dalla XV legislatura e successive legislature avrebbe potuto avere per i Consiglieri che maturano al termine della XIV legislatura e successivamente rieletti.
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<b>Art. 9 -</b> prevede la restituzione del trattamento indennitario ai Consiglieri eletti per la prima volta nella XIV Legislatura e successivamente rieletti.
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<b>Art. 9bis -</b> misura di riferimento per gli assegni vitalizi, norme transitorie relative al riconoscimento del valore attuale di una quota di assegno vitalizio e disposizioni comuni.
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<b>Art. 10 -</b> determina la decorrenza degli effetti economici del trattamento economico a carattere previdenziale.
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<b>Art. 11 -</b> stabilisce i casi di sospensione e l´art. 12 prevede che é assoggettabile a sequestro o pignoramento.
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<b>Art. 13 -</b> norma il trattamento economico a carattere previdenziale di reversibilitá a favore dei superstiti degli eletti nella XV legislatura e nelle successive legislature e le relative aliquote.
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<b>Art. 14 -</b> si attribuisce all´Ufficio di Presidenza l´incarico di individuare le modalitá operative per effettuare la trattenuta del contributo di solidarietá sugli assegni vitalizi e di riversibilitá in godimento, variabile fino ad un massimo del 12per cento e in relazione a scaglioni di assegno.
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<b>Art. 15 -</b> affida all´Ufficio di Presidenza l´audizione dei regolamenti, dei provvedimenti attuativi, nonché del Testo unificato. Allo stesso é demandata altresí la determinazione dell´indennitá mensile lorda spettante ai prossimi componenti di nomina regionale in seno alla commissione paritetica per le norme di attuazione, stante che oltre che ai titolari di indennitá consiliare o parlamentare il compenso medesimo non deve competere altresí ai titolari di assegno vitalizio o reddito assimilabile derivante da tali incarichi istituzionali, qualsiasi sia l´importo da loro percepito.
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<b>Art. 16 -</b> prevede che le norme della legge regionale vigente disciplina le indennitá e la previdenza dei Consiglieri della Regione Trentino-Alto Adige, incompatibili con quelle previste dalla presente legge, siano abrogate ed esauriscano i loro effetti alla cessazione dei rapporti giuridici precedentemente costituiti. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.lavocedelnordest.it/articoli/2012/09/18/6766/regione-trentino-alto-adige-taglio-a-stipendi-e-privilegi-politici">www.lavocedelnordest.it</a>FRANCO FIORITO: «L’auto blu non mi bastava. Avevo un tremendo bisogno di questo Suv» - INTERVISTA2012-09-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650260Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lazio (Lista di elezione: PdL) <br/><br/><br />
<b>Presidente, lei davvero usufruisce di due auto con autista?</b>
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«Certo, perché è un mio diritto. Uno dei benefit che spettano alla mia carica istituzionale».
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<b>Scusi, ma com’è possibile?</b>
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«Io vivo a Cassino, è lì che ho la famiglia. E quindi ogni giorno faccio avanti indietro Cassino-Roma-Casino».
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<b>Una bella sfacchinata, seppur lautamente retribuita.</b>
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«Centocinquanta chilometri andata, altri centocinquanta al ritorno. Mi creda, una faticaccia».
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<b>Costosa, o no?</b>
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«Guardi che io la nave l’ho trovata già bell’e pronta. Non ho mica dovuto aggiungere una vela, io. L’auto blu mi spetta e me la piglio».
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<b>Una però, non due.</b>
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«E come faccio quando sono a Cassino? Io faccio il pendolare cinque giorni alla settimana, poi durante il week end devo curare il mio collegio elettorale. E come mi sposto lì?»
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<b>Non può usare la sua auto?</b>
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«Ma io sono il presidente del consiglio regionale! Ho un ruolo da mantenere. Come presidente di commissione ho diritto anche all’auto blu, ma l’auto blu non mi bastava. Avevo un tremendo bisogno di questo Suv».
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<b>Con due macchine di servizio, alle spese dei cittadini che pagano le tasse?</b>
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«Se sono originario di Cassino, mica è colpa mia».
<p><b>Gli contestano pure l’acquisto di una Smart superaccessoriata (<i>16 mila euro</i>)</b>.
<p>«Sì, però è troppo piccola per me, non riesco ad entrarci: così l’ho lasciata a disposizione dei colleghi».
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<b>Durante la settimana non dorme mai a Roma?</b>
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«Mai».
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<b>Ha moglie e figli che l’aspettano?</b>
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«Moglie e due figlie».
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<b>Sono piccole?</b>
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«No, una frequenta il liceo e l’altra sta a Milano perché studia alla Bocconi».
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<b>Scusi, ma lei in questi mesi non ha mai sentito parlare di austerity, di sacrifici di migliaia di famiglie, di tagli ai privilegi della casta politica?</b>
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«Eccome se ho sentito! E ho agito di conseguenza. Nonostante i tanti <a href="http://politici.openpolis.it/dichiarazione/2012/09/19/renata-polverini/fondi-al-pdl-lazio-%C2%ABnon-avevo-idea-della-mole-di-denaro-a-disposizione-dei-gruppi%C2%BB/650157">attacchi della presidente della giunta regionale Polverini</a>, posso garantire che ho già avviato una prima spending review che consente una riduzione del bilancio da 104 a 97 milioni di euro».
<p><b>I giudici passano alle vacanze.</b>
<p>«Sì, sono andato in due splendidi resort della Costa Smeralda con i soldi del Pdl. La campagna elettorale delle regionali mi aveva lasciato spossato e depresso. Avevo bisogno di una vacanzona».
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<p>Franco Fiorito detto “er Batman”, di anni 41, da Anagni, un ciociaro furbo e prepotente, carismatico, spregiudicato e impulsivo; uno di quei politici che trasformano i voti degli elettori in potere e ricchezza e che in Procura, da ex capogruppo del Pdl al consiglio regionale del Lazio accusato di ‘peculato’, arriva sfacciatamente a bordo del Suv comprato con i soldi del suo partito (cioè, i nostri). Bmw X 5 = 88 mila euro. Batman e mr. due auto blu due, li abbiamo votati...<br /><br/>fonte: <a href="http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/alessandro-camilli-opinioni/auto-blu-pdl-abbruzzese-fiorito-lazio-regione-1344818/">blitzquotidiano.it | Alessandro Camilli</a>Renata POLVERINI: «Basta sprechi o taglio io» - INTERVISTA2012-09-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it649166Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Lazio (Partito: CEN-DEST(LS.CIVICHE)) - Consigliere Regione Lazio (Lista di elezione: Lista Civica - Cen-Des) <br/><br/><br />«Costi inaccettabili, così il lassismo dei partiti vanifica i risultati»
<p>Il Consiglio regionale del Lazio costa in un anno quanto la nuova stazione Tiburtina: 140 milioni di euro. E in una legislatura quanto basterebbe per dotare l’intero Mezzogiorno della banda larga: 700 milioni. Le cifre monstre sono sul frontespizio di un rapporto che contiene altri numeri indicativi.
<p> <b>Ventunomila euro al mese</b> sono la retribuzione lorda del presidente del Consiglio (la maggioranza dei cittadini del Lazio non sa neanche che si chiama Mario Abbruzzese), 900mila euro all’anno sono il costo per gli stipendi dei suoi diciotto segretari, 178mila quello per i suoi nove consulenti e un milione e mezzo di euro le spese di rappresentanza.
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Ma il presidente ha anche due vicepresidenti, che hanno altre ventiquattro segretarie e quattro consulenti. E ha ancora tre consiglieri-segretari d’aula, che hanno trenta segretarie e otto consulenti. Per farla breve, l’arbitro dell’assemblea regionale costa alla collettività 3 milioni 600mila euro all’anno. Quanto ai 71 consiglieri, guadagnano più di tredicimila euro netti al mese e dispongono per la propria attività politica di 211mila euro all’anno ciascuno, i quali, uniti ai costi dei gruppi consiliari di appartenenza, fanno 19 milioni di euro.
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<b>Come si spiegano queste cifre ai cittadini?</b>
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«In nessun modo si spiegano - dice Renata Polverini mentre stringe il rapporto tra le mani. Ma ai capigruppo l’ho detto, ora voglio un pacchetto chiaro di risparmi. Non briciole, perché non bastano più. Ho rispettato finora l’autonomia del Consiglio, che è un’assemblea legislativa e non dipende da me. Ma io ho fatto la mia parte: ho tagliato i costi della giunta ben prima dell’arrivo di Monti. Qui ci sono otto segretarie, alla presidenza del Consiglio diciotto. Qui zero consulenti, lì nove. Qui 115mila euro di spese di rappresentanza, lì tredici volte di più. Ora il Consiglio mi deve risposte chiare, nette e rapide. Perché i cittadini non fanno distinguo tra giunta e Consiglio. Tutto ciò che non va è colpa del presidente della Regione. E quel presidente sono io».
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<b>Ma i cittadini sanno che da almeno un anno si parla di tagli e i tagli non si fanno.</b>
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«Questa volta è diverso. Non è possibile che i miei assessori non abbiano più neanche un euro per i consulenti e la presidenza del Consiglio sciali. E parliamo di due livelli di responsabilità ben diversi».
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<b>Però, Polverini, lei è anche leader di una lista-partito della maggioranza.</b>
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«Che si adeguerà al rigore».
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<b>Perché ciò non è accaduto finora?</b>
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«Purtroppo è una prassi che si è consolidata negli anni. Non tutto è spreco. La politica sostiene costi. Quando vedi un manifesto per strada devi avere la certezza che c’è una correttezza di spesa. I fondi servono a questo. È la democrazia. Ma ora si è esagerato. Quindi, a partire dal gruppo che porta il mio nome, mi aspetto proposte di autentico rigore. Perché il lassismo ha vanificato la spending review che la mia giunta ha fatto risparmiando qualcosa come 71 milioni di euro».
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<b>E i partiti chi li controlla? Hanno 19 milioni di euro da spendere in un anno senza giustificare come. L’ha detto chiaro l’ex capogruppo del Pdl Franco Fiorito, dopo essere stato sfiduciato dai suoi. Non sarà che oltre al rigore manca la tracciabilità?</b>
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«Fiorito si è corretto. C’è una contabilità di gruppo, almeno per il mio. E c’è un comitato contabile. Mi auguro che i controlli li faccia».
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<b>C’è da fidarsi di partiti che tagliano i vitalizi ma solo dalla prossima legislatura?</b>
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«Tutte le Regioni hanno fatto così».
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<b>Non per questo è giusto.</b>
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«No, però quando Errani abolì le pensioni sembrava che avesse fatto un miracolo. In realtà la virtuosa Emilia ha agito come il Lazio».
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<b>Tagliando per quelli che arriveranno, non per gli attuali politici. Che conservano il loro privilegio. A questi lei ha aggiunto anche i suoi assessori non eletti.</b>
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«Ho ripristinato una norma che c’era già. Però gli assessori pagano per ottenere quel vitalizio».
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<b>Cinque anni di contribuzione valgono una pensione?</b>
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«No, il punto è proprio questo. I cittadini ci chiedono in tempi rapidi di scardinare un sistema di tutele e di privilegi lungo decenni. E noi dobbiamo farlo. Lei sa quanti parlamentari hanno <a href="http://www.indimedia.it/?page_id=8466">il vitalizio della Regione Lazio</a> o dell’Emilia? Ma Renata Polverini ha una pensione integrativa che si è costruita in venticinque anni di lavoro perché mai avrebbe immaginato di avere una pensione politica. Purtroppo ci sono persone che di politica vivono».
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<b>Non è in discussione la sua credibilità personale. Ma converrà che il sacrificio fatto sulla pelle degli altri, cioè dei politici che verranno, agli occhi della gente non vale niente.</b>
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«Sì, è questa la grave questione con cui ci confrontiamo. E alla quale dobbiamo dare risposte complete. Non basta dire tagliamo i monogruppi o le commissioni, che sono uno scandalo. Dobbiamo tagliare tutto, le consulenze e le spese inutili, i fondi dei consiglieri e gli emolumenti. Voglio un pacchetto di proposte per dimostrare ai cittadini che abbiamo capito. E guai a pensare di costruire un’altra palazzina dove allargare la nostra burocrazia. Otto milioni inutili, spreco totale. La Consulta ha già detto che nella prossima legislatura saremo di meno. A che servono nuovi locali?».
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<b>Ma è più difficile tagliare i costi della politica o quelli della sanità? Nella pagella del governo la Regione Lazio è promossa con debito: ha ridotto il disavanzo da 1.470 a 700 milioni, ma non ha completato il piano di risparmio. Perché?</b>
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«Perché un conto è leggere le carte dai tavoli di verifica, un altro è confrontarsi con il territorio. La trasformazione della sanità è in atto. Ma le economie vanno coniugate con la difesa della qualità. Certo, ci sono direttori generali più reattivi e altri che fanno resistenza. E ci sono pressioni interne di sindacati e lobby con cui devi misurarti. Ma a fine anno il disavanzo scenderà a 600 milioni».
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<b>Quanti ospedali inutili restano da accorpare o riconvertire?</b>
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«Il piano riguarda ventiquattro strutture. Siamo a metà dell’opera, anche se il Tar ci ha stoppato a Bracciano, Anagni e Colleferro. A Subiaco abbiamo cambiato idea. Non si può chiudere un ospedale di montagna. Strada facendo ti accorgi che i piani vanno adeguati alla realtà».
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<b>Anche quando riguardano i minireparti di ostetricia?</b>
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«Quelli vanno chiusi subito. Lo pretendono norme internazionali. Sotto i cinquecento parti all’anno non c’è garanzia per la salute di madre e figlio».
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<b>E a che punto siamo?</b>
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«Il piano sta andando a regime, sfidando pressioni e resistenze. Perché quando tu togli ostetricia a un sindaco lui si lamenta che non ci saranno più atti di nascita nel suo Comune».
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<b>Non va meglio con i medici di base. Il governo chiede loro di consorziarsi per tenere aperti gli studi 24 ore su 24. Loro minacciano lo sciopero. E la Regione?</b>
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«La Regione punta a fare subito i presidi di prossimità sempre aperti, dove i medici lavorino in gruppo. È pronta la delibera. Partiamo con cinque municipi di Roma in via sperimentale. Poi ci allarghiamo. Ma intanto decongestioniamo i pronto soccorso. Che stiamo potenziando in ospedali come Sant’Eugenio e Umberto I. Ma che devono essere il punto di approdo dei casi più gravi».
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<b>Però i medici di base non sono d’accordo. Lei li ha attaccati duramente.</b>
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«Sì, gliel’ho cantata. Entrare a gamba tesa in un confronto tra ministro della Salute e Regioni non è corretto. E trovo assurdo che per la prima volta nella storia dichiarino uno sciopero contro i governatori. So che ci sono ottimi medici di famiglia, ma ci sono anche quelli che i pazienti non li incontrano mai. Bisogna capire che il clima è cambiato per tutti».
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<b>Anche per gli ospedalieri che fanno l’intramenia nei loro studi?</b>
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«Sì, anche per loro. Il Lazio in questo settore è la Regione peggiore».
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<b>Dove ci sarebbero le strutture per fare intramoenia e non vengono utilizzate perché c’è un accordo in frode?</b>
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«Diciamo che c’è un modo di agire che va cambiato».
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<b>Ma c’è una responsabilità dei manager?</b>
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«Talvolta sì, ma non appena si tenta di regolamentare l’intramoenia scoppiano le polemiche. Ci sono medici che non solo non vogliono visitare in ospedale, ma non vogliono rispettare neanche l’obbligo economico che hanno nei confronti della sanità pubblica».
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<b>Veniamo ai rifiuti. Lei ha assecondato il prefetto Pecoraro nella scelta di Corcolle per la nuova discarica. Poi è stata smentita dal ministro Clini. E adesso che si è scelto di tornare a Malagrotta che fa? Si mette di traverso come tutti gli altri?</b>
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«No, ho solo detto che quella è la zona più contaminata che abbiamo. E mi rifiuto di credere che sia meglio, come ha detto Clini, insistere nei luoghi già compromessi».
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<b>
Manderemo i rifiuti all’estero?</b>
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«Sarebbe un fallimento per tutti. Adesso che molte cose si sono chiarite mi auguro che si torni a ragionare. Intanto sappiamo che Corcolle è a distanza di sicurezza da Villa Adriana. Lo dice l’Unesco. Sappiamo che dietro la grande protesta di quei giorni c’era una lobby interessata a una lottizzazione. E sappiamo anche che tornando a Valle Galeria, cioè a Malagrotta, lasciamo il sistema dei rifiuti nelle mani di un monopolio privato. Mi auguro che il nuovo commissario Sottile riconsideri ciò».
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<b>La politica non ha da rimproverarsi nulla? Se lei e Alemanno aveste avuto una linea comune il problema dei rifiuti non sarebbe stato già risolto?</b>
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«Io ho accettato di assumermi una responsabilità che era sua. E ho creduto di aver trovato insieme a lui e al prefetto Pecoraro una soluzione condivisa. Se poi lui una domenica pomeriggio è andato a Corcolle e si è schierato con i manifestanti, che potevo fare? È stato un gravissimo incidente, a cui dobbiamo ancora porre riparo cercando una nuova intesa. Sono ottimista che non si ripeterà».
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<b>Ma il vostro stare divisi alla meta è un elemento di debolezza per il centrodestra, anche in vista delle urne vicine?</b>
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«Certo che lo è, l’ho detto più volte. Come ho detto che una campagna elettorale con la piaga dei rifiuti aperta è un problema per lui e per Zingaretti. La mia proposta è: sgomberiamo il capo da questo tema, troviamo un’intesa prima del voto nel rispetto degli elettori. E poi confrontiamoci sul resto».
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<b>Che risposte ha avuto?</b>
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«Sono entrambi preoccupati delle conseguenze di una non scelta. Ho fiducia che si convinceranno a decidere insieme».
<br /><br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1JWPEB">Il Messaggero | Alessandro Barbano</a>Roberto DELLA SETA: Art. 67 della Costituzione. «Il nomadismo parlamentare alimenta la sfiducia» - INTERVISTA2012-08-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647939Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Il nomadismo parlamentare alimenta la sfiducia, la politica abbia la capacità di autoriformarsi».
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<br>Cambiano partito e addirittura schieramento. A volte tornano sui loro passi oppure, ancora insoddisfatti, cercano nuovi approdi o costituiscono nuove formazioni. Etichettati come transfughi o voltagabbana, in questa legislatura se ne contano ben più di cento. Per porre rimedio, a Palazzo Madama un gruppo di parlamentari del Pd, guidati da Roberto Della Seta, ha presentato un emendamento per modificare l'articolo 67 della Costituzione, secondo cui «ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». La proposta Della Seta puntava ad inserire la clausola in base alla quale «decade dal mandato il parlamentare che s'iscrive ad un gruppo parlamentare, diverso dal misto, che non rappresenti il partito per cui è stato eletto». Proposta bocciata con 233 voti contrari, 45 favorevoli e tre astenuti «Me l'aspettavo», è il commento del promotore dell'emendamento. <p>
<b>Senatore Della Seta, perché questa bocciatura plebiscitaria?</b><p>
«Mettere in discussione l'articolo 67 della Costituzione è per molti parlamentari quasi una bestemmia. Ma io credo, invece, che la bestemmia sia il fatto che dall'inizio della legislatura 120 parlamentati su 945 abbiano cambiato partito, spesso addirittura schieramento, e abbiano creato dei gruppi o dei partiti che al momento delle elezioni del 2008 nemmeno esistevano. Questo è lo scandalo, perché questa situazione alimenta, giustamente, tra i cittadini la sfiducia nei confronti dei loro rappresentanti. Il mio emendamento mirava ad interpretare il principio della libertà di mandato dei parlamentari conciliandolo da una parte con l'esigenza che un parlamentare non può e non deve essere schiavo del suo partito e dall'altra con il principio sancito all'articolo 1 della Costituzione italiana in base al quale la sovranità appartiene al popolo. Ritengo, infatti, che i cittadini, che hanno con il loro voto fatto eleggere deputati e senatori che dopo qualche mese cambiano casacca, abbiano tutto il diritto di sentirsi defraudati, ingannati. Quindi conciliare il principio della libertà di mandato con il principio della sovranità popolare sarebbe necessario, tanto più nella situazione italiana che vede una crisi di fiducia sempre più diffusa e sempre più profonda verso chi fa la politica». <p>
<b>A cosa è dovuto il fatto che l'articolo 67, inserito in Costituzione per garantire la libertà circa lo svolgimento del mandato, sia finito per degenerare in un fenomeno di mobilità parlamentare così diffuso? </b><p>
«È uno dei tanti sintomi della progressiva caduta di etica pubblica nelle classi dirigenti italiane. Innanzitutto, i costituenti avevano una statura diversa dal punto di vista dell'etica pubblica, scrivevano una Costituzione che doveva servire ad un Paese che usciva da vent'anni di dittatura e da una guerra devastante. In quella situazione la scelta di affermare con grande forza il principio della libertà del parlamentare fu una scelta assolutamente sacrosanta e illuminata. Ma poi c'è stata una progressiva caduta dell'etica e della responsabilità pubblica delle classi dirigenti, e in particolare nella classe politica, e questa tendenza sempre più frequentata al nomadismo parlamentare penso sia una delle manifestazioni più allarmanti di questa tendenza generale». <p>
<b>Che peso ha avuto l'attuale sistema elettorale nel proliferare del fenomeno dei transfughi? </b><p>
«Credo che l'attuale sistema elettorale abbia avuto prima di tutto un peso nel ridurre la qualità del ceto parlamentare, nel senso che questo Parlamento di "nominati" è un Parlamento in cui siedono persone che non sono state scelte dai cittadini e che non forniscono in partenza particolari garanzie di essere persone che hanno il bene pubblico come proprio riferimento. Inoltre, questa legge elettorale rende ancora più urgente una modifica della Costituzione come quella che io ho proposto, perché oggi gli elettori non possono scegliere direttamente i propri eletti e con il fenomeno così diffuso del nomadismo parlamentare non possono di fatto nemmeno scegliere l'indirizzo politico di chi li rappresenta. Quindi, non solo si trovano ad aver contribuito ad eleggere persone che non hanno scelto, ma anche persone che in tanti casi dopo poco tempo nemmeno più rappresentano l'indirizzo politico che l'elettore con il suo voto ha voluto indicare. Ecco perché ritengo ancora più utile questo aggiustamento dell'articolo 67 della Costituzione».<p>
<b>Lei ha individuato nel fenomeno del nomadismo parlamentare una delle cause principali del discredito della politica italiana e della sfiducia crescente dei cittadini nei confronti dei loro rappresentaiti. Cos'altro ha contribuito ad aumentare questa crescente sfiducia? </b><p>
«Credo che la sfiducia dei cittadini nei confronti di chi li rappresenta sia un fenomeno assolutamente fondato. Anche se spesso dà luogo ad atteggiamenti che personalmente ritengo inaccettabili e sbagliati, nasce da un giudizio che è fondato: la politica italiana ha mostrato di tenere sempre meno all'interesse generale e più all'interesse parziale, che nei casi più degenerati è l'interesse privato del singolo politico e in tanti altri casi è l'interesse del partito e della fazione. Insomma, l'interesse generale in Italia è stato sempre meno il riferimento di chi ha responsabilità di rappresentanza e responsabilità di governo e credo che questa sia la causa fondamentale del discredito dei politici». <p>
<b>Allora cosa dovrebbe fare la politica per recuperare credibilità? </b><p>
«La politica dovrebbe dimostrare la capacità di auto-riformarsi, che è una delle capacità più difficili come ci insegna la storia. E difficile che un corpo sociale, un ceto, un gruppo accetti volontariamente di mettere in discussione i propri privilegi o sia disposto a modificare radicalmente i propri comportamenti. È molto difficile, ma sono convinto che nell'attuale situazione italiana sia l'unica via di uscita dalla crisi di credibilità della politica che altrimenti rischia di portare a fondo tutto il Paese». <br>
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1IKHHO">il Punto</a>Mario PEPE: «Noi deputati senza ferie e con uno stipendio da impiegati» - INTERVISTA2012-07-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647702Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/><br>«Ormai le ferie non esistono più. E forse è giusto così. Io per esempio quest'anno rimarrò a Roma, farò weekend lunghi, al massimo. Ma resto qui, non ho prenotato nulla».
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<b>Certo, onorevole Mario Pepe, sono finiti i tempi d'oro in cui la Camera era seconda solo alla scuola come durata delle vacanze.</b><p>
«Già, ma mica sono finiti solo quelli. Sono finiti anche i tempi dei privilegi. Alla faccia di chi dice che i parlamentari guadagnano troppo. Ormai i deputati guadagnano come gli impiegati». <p>
<b>Beh, onorevole, ma le li conosce gli stipendi degli impiegati? </b>
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«Ok, magari proprio come un impiegato no, ma ci andiamo vicino. Noi prendiamo 4mila, 4mila e 4mila. Per indennità, spese di diaria e rapporti col collegio che ormai sono i soldi per gli assistenti. E se non risulta che li paghi gli assistenti o che li utilizzi, quei soldi non si prendono. Per di più ci sono 300 euro di penalizzazione per ogni volta che non si va in aula e 100 euro per chi non partecipa alle sedute della commissione di cui fa parte. Insomma, gli assenteisti vengono penalizzati».<p>
<b>Un massacro...</b>
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«Se poi si calcola che ci sono le spese per la vita a Roma (che non costa certo poco), non resta molto. Chi pensa di fare politica per fare i soldi, è meglio che valuti altre professioni».<p>
<b>Perchè, lei la fa per i soldi? Non dovrebbe essere per vocazione?</b><p>
«Certo. Però un tempo c'erano anche alcuni benefici».<p>
<b>Quali?</b><p>
«I biglietti gratis del treno? Ma quelli sono per esercitare le funzioni parlamentari. Mica sono come i biglietti gratis per andare allo stadio. Sono due cose diverse. Ora ci vogliono togliere anche i trasporti?».<p>
<b>E pure niente vacanze. Diritto di ogni lavoratore.</b><p>
«Sì, ma con la crisi va bene così».<p>
<b>Lei è proprio un "responsabile": date il buon esempio.</b><p>
«Ci sono molti decreti da convertire».<p>
<b>Nella spending review i tagli non mancano.</b><p>
«Lo so. Ma qualcosa la cambieremo».<p>
<b>E poi c'è la legge elettorale.</b><p>
«Sì infatti. Ma soprattutto i decreti».<p>
<b>I suoi colleghi sono in rivolta.</b><p>
«Si riposeranno l'estate prossima. Ad agosto 2013 faremo vacanze lunghissime. Ci penserà Grillo a mandarci in ferie».<br><br/>fonte: <a href="http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1ID5PV">la Repubblica - Maria Elena Vincenzi</a>ANDREA CAUSIN: Sanità in Veneto: 15 anni per non cambiare nulla: un piano sanitario nato morto2012-06-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it646366Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
Dopo 15 anni, il Consiglio Regionale del Veneto si appresta in queste ore ad approvare il nuovo piano Socio Sanitario. Un documento di programmazione atteso dagli operatori e soprattutto dai cittadini, ma che è destinato a frustrare le aspettative.
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In 15 anni sono cambiate molte cose.
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La popolazione della Regione è cresciuta ma è anche invecchiata, seguendo il trend demografico della vecchia Europa. Il fatto che viviamo di più è sicuramente positivo, tuttavia è ineludibile che l’invecchiamento comporta un maggiore risorso alle strutture sanitarie.
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La revisione del Piano Sanitario, che definisce la programmazione del capitolo di spesa più importante della Regione (circa 8 miliardi e mezzo di euro l’anno), accade in un momento in cui il quadro delle risorse a disposizione è in continua contrazione.
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Dopo alcuni mesi di dibattito in commissione, di boutade giornalistiche del Presidente e le logiche e innumerevoli controspinte di conservazione la montagna sta per partorire il topolino.
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La politica non arretrerà di un millimetro dalla sanità, riservandosi arbitrariamente le nomine dei dirigenti strategici e conseguentemente anche dei primari, secondo criteri che a me francamente sembrano molto distanti da quelli del merito, della competenza e dell’efficacia.
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Serviva il coraggio di compiere una riforma vera, che prevedesse la riduzione delle Ulss e che potesse così porre fine a quella parcellizzazione amministrativa, dove si annidano le clientele del consociativismo dei partiti della prima e della seconda repubblica.
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C’era il bisogno di mettere mano con decisione alla medicina territoriale, che quando non funziona (e nella maggior parte dei casi purtroppo è così) finisce per congestionare gli ospedali.
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C’era il bisogno di dire con onestà che alcune strutture che ci ostiniamo a chiamare “ospedali” devono essere chiuse o riconvertite, per liberare quelle risorse economiche che servono per dare impulso alle strutture di eccellenza.
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Il nuovo piano Socio Sanitario sta nascendo “morto” perché tradisce quei principi riformatori che potevano garantire con certezza una prospettiva di crescita della qualità dei servizi.
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Ma ciò che viene tradito maggiormente è il principio della libera scelta della persona, che si concretizza nella possibilità di individuare il medico migliore e una struttura di elevata qualità, a scapito di un sistema che vuole conservarsi per mantenere posizioni di privilegio.
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Anche se la politica ha mancato l’appuntamento, potremo comunque contare sulla dedizione e passione dei medici, degli infermieri, del personale tecnico e amministrativo, che consente nonostante tutto di garantire un sistema capace di risponde con elevata qualità ai bisogni dei cittadini.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.andreacausin.it/component/content/article/173-15-anni-per-non-cambiare-nulla-un-piano-sanitario-nato-morto?tmpl=component&print=1&page=">andreacausin.it</a>Franca RAME: Cari ex colleghi senatori, basta con la questua2012-03-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it640944<br />
Cari ex senatori, in quanto ex senatrice (dimissionaria prima della fine dell’unica legislatura da me sostenuta), ho ricevuto una <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/07/lettera-dellassociazione-parlamentari-della-repubblica/195961/">circolare inviatami dalla vostra Associazione</a> che mi ha lasciato basita. In detta circolare sono contenute inesattezze (per usare un eufemismo) davvero imbarazzanti.
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Voi parlate di una “insidiosa” (perché insidiosa? direi giusta) campagna mediatica sui “costi impropri della politica” a proposito delle vostre condizioni di parlamentari cessati dal mandato e dei “presunti privilegi” che, per quanto vi riguarda, sarebbero “inesistenti”. Avete un gran senso dell’umorismo a definire i vostri privilegi “presunti” e “inesistenti”! Agli occhi di tutti gli italiani, anche di quelli stupidi, i vostri privilegi sono reali, non presunti: esistono eccome! A botte di vitalizi da 3.000, 5.000, 7.000 euro mensili (rispettivamente dopo una, due o tre legislature) che, trattandosi appunto di vitalizi, sono a vita!
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Ma state ragionando con la testa o con un’altra parte del corpo lontana dal cervello? Il vostro programma prevede incontri di approfondimento sulla legge elettorale, sul Mezzogiorno, ma anche “sul debito pubblico” e “sulla corruzione”. È encomiabile che vi preoccupiate del debito pubblico che avete contribuito alla grande a far diventare smisurato (siamo vicini ai 2 mila miliardi di euro). Scopro poi che avete pure una sede in Parlamento: pagate l’affitto?
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<b>La vostra lettera si chiude con una questua da accattoni:</b> cioè con la richiesta ai “soci” (socia a me? Ma soci sarete voi!) di un contributo di 15 euro mensili. Seguono le firme degli ex onorevoli o senatori Antonello Falomi (4 legislature, se non erro 9.000 euro al mese di vitalizio); Gerardo Bianco (7 legislature, è invecchiato lì, non oso immaginare il vitalizio al mese); Maurizio Eufemi (2 legislature, credo 5.000 euro); e Renzo Patria (una sola legislatura, appena 3.000 euro, poveretto).
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Che cos’è, uno scherzo?<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/07/cari-colleghi-senatori-basta-questua/195960/">il Fatto Quotidiano</a>Mario MONTI: "Non è una persecuzione chiedere sacrifici alle categorie"2012-02-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it624093Alla data della dichiarazione: Senatore a vita- Pres. del Consiglio - Ministro Economia ad interim<br/><br/><br />
"Non è una persecuzione del governo, chiamare ogni categoria a rinunciare a una parte dei propri privilegi, sperando nella crescita".
<p><i>Lo dichiara il premier Mario Monti, parlando in conferenza stampa a Palazzo Chigi, al termine dell’incontro col segretario generale Ocse Angel Gurria.</i><br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilvelino.it/agv/news/articolo.php?idArticolo=1527336&t=Monti__Non_e_persecuzione_chiedere_sacrifici_a_categorie">ilVelino</a>Elsa Fornero: Nuove pensioni di anzianità. La riforma secondo me.2011-11-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it622075Alla data della dichiarazione: Ministro Welfare<br/><br/><br />"Sistema retributivo troppo generoso. Serve il contributo pro-rata per tutti".
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La recente riapertura del dibattito sulla necessità o meno di un nuovo intervento in materia previdenziale offre al Paese l'occasione - che questa volta, data la situazione di grave crisi in cui versa, sarebbe davvero un peccato farsi sfuggire - per lasciarsi alle spalle la logica degli interventi "spezzatino" e adottare finalmente un approccio più ragionato, coerente e rigoroso alla ridefinizione delle regole del principale istituto del welfare State; un approccio che abbia se non le caratteristiche della "definitività", almeno quelle dell'intervento strutturale.
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E non dell'ennesimo aggiustamento di una transizione troppo lunga. Soprattutto quando si parla di pensioni è infatti necessario abbracciare un'ottica di lungo periodo. Le regole previdenziali influenzano direttamente o indirettamente molte delle decisioni fondamentali che gli individui prendono durante la loro vita, a partire dalla giovane età: quanto a lungo studiare, quale professione intraprendere, quale profilo di consumo e risparmio adottare, a che età ritirarsi dal mercato del lavoro.
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Se le regole cambiano continuamente, diventa difficile fare piani ragionati per il futuro con chiare implicazioni sia sulla qualità della vita dei singoli cittadini, sia sulla crescita del sistema economico nel suo complesso. Inoltre, se si vuole che le regole vengano condivise - e non solo subite - queste devono essere eque: deve essere garantita parità di trattamento agli individui; devono essere aboliti i privilegi. Se si intende effettuare una redistribuzione delle risorse, questa deve essere trasparente e deve avvenire dai più ricchi ai più poveri e non viceversa.
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Questi principi, che sembrano banali, sono stati spesso largamente disattesi, nel periodo preriforma, ma anche successivamente, sia con la riforma Amato (1992), sia con la riforma Dini (1995), in modo particolare con la scelta di tutelare i "diritti acquisiti" dei lavoratori meno giovani, scaricando invece sulle nuove generazioni l'onere dell'aggiustamento. E hanno continuato a essere disattesi nel periodo successivo, a ogni nuovo intervento sulla transizione.
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Il metodo contributivo di calcolo delle pensioni, introdotto nel 1995 in sostituzione del precedente metodo retributivo, costituisce (a nostro avviso) il punto di partenza imprescindibile su cui basare le modifiche dell'attuale assetto. Considerando la transizione, e semplificando, i lavoratori possono essere suddivisi in tre tipologie: i "salvati" del 1995, esonerati dall'applicazione del contributivo grazie all'artificiosa demarcazione introdotta tra coloro che, al 31 dicembre 1995, avrebbero raggiunto almeno diciotto anni di anzianità e gli altri; i "parzialmente protetti" (anzianità inferiore a diciotto anni nel 1996), la cui pensione sarà calcolata secondo il pro-rata, ossia in base alla regola retributiva per l'anzianità maturata al 1995 e a quella contributiva per l'anzianità accumulata dal 1996; gli "indifesi", ossia gli assunti dal 1996, la cui pensione sarà interamente contributiva.
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Il metodo retributivo, applicato per intero ai "salvati" e in pro-rata ai "parzialmente protetti", si caratterizza per uno scarso collegamento tra contributi versati e prestazioni ricevute. Ne risulta un "rendimento" (analogo a un tasso di interesse annuo applicato al monte contributivo) troppo generoso, e cioè superiore a quello finanziariamente sostenibile, con conseguente sistematica violazione del criterio della sostenibilità e del principio dell'equità tra generazioni. Un sistema a ripartizione è, infatti, finanziariamente sostenibile quando restituisce al lavoratore, sotto forma di pensione, i contributi versati, capitalizzati a un tasso pari a quello di crescita dell'economia. Se il sistema è troppo generoso verso le generazioni attuali, accumula un debito implicito che ricadrà sulle generazioni giovani e su quelle future...
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Una stima del regalo può essere ottenuta per mezzo di un indicatore della generosità dei sistemi pensionistici, denominato in gergo tecnico Present Value Ratio (PVR).<br />
Questo indicatore misura, al momento del pensionamento, il "valore attuale atteso" dei benefici pensionistici ai quali l'individuo ha diritto - la somma oggi equivalente al valore complessivo dei trasferimenti previdenziali di cui l'individuo godrebbe data l'attuale aspettativa media di vita - a fronte del "montante contributivo" versato - ossia il saldo attuale disponibile di un ipotetico conto corrente in cui l'individuo abbia depositato, senza mai ritirarli, i contributi previdenziali versati lungo la vita lavorativa. Fatto pari a 100 euro il montante, nelle nostre simulazioni, un valore del PVR superiore a 100 indica che il sistema remunera i contributi corrisposti nella vita attiva a un tasso di rendimento superiore a quello che il sistema "può permettersi". Ciò comporta una redistribuzione di risorse (ossia "un regalo") alle generazioni anziane da parte delle generazioni giovani presenti e future.<br />
La Tabella 1 mostra per l'appunto la generosità del metodo retributivo...
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Sulle basi "oggettive" appena illustrate, riteniamo che una proposta di riforma coerente possa pertanto essere la seguente. Si tratterebbe di applicare, a partire dal 2012, il metodo contributivo pro-rata per tutti i lavoratori, rendendo subito effettive un'età minima di pensionamento pari a sessantatré anni (con il requisito dei vent'anni di anzianità oggi richiesto per le pensioni di vecchiaia) e una "fascia di flessibilità" che incoraggi il lavoratore a ritardare l'uscita fino ai sessantotto (settanta) anni, con un incremento di pensione che - secondo calcoli matematici, e non in base ad arbitrari criteri politici - tenga conto dei maggiori contributi versati e della maggiore età. I requisiti minimi e massimi sarebbero successivamente indicizzati alla longevità, così come già previsto dalla normativa vigente. Dovrebbero inoltre scomparire le "finestre", cioè quei periodi (un anno per i lavoratori dipendenti e un anno e mezzo per i lavoratori autonomi) che si sommano oggi ai requisiti minimi di età/anzianità, senza peraltro aggiungere incrementi di pensione.
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Mentre l'estensione dell'età minima di accesso al pensionamento e l'abolizione della pensione di anzianità, riguardando tutti i lavoratori, avrebbero come effetto principale quello di determinare risparmi di spesa consistenti nel breve e medio periodo, permettendo, come auspicato, di allentare gli stringenti vincoli di bilancio; l'estensione pro-rata del contributivo avrebbe come effetto principale quello di avvicinare i trattamenti tra le categorie (cosa che fa anche l'innalzamento del requisito di età, ma in maniera meno rilevante), promuovendo una maggiore equità del sistema.
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I lavoratori coinvolti nell'estensione del prorata non sarebbero molti. Infatti il provvedimento riguarderebbe unicamente i "salvati" oggi ancora attivi nel mercato del lavoro, ossia i lavoratori nati tra il 1950 e il 1962. A titolo esemplificativo, la Tabella 2 illustra il caso di un dipendente privato della categoria dei "salvati" nato nel 1958. Per ipotesi, egli aveva vent'anni di anzianità nel 1996, una dinamica retributiva del 2,5% l'anno e nel 2010 è arrivato a percepire una retribuzione di 30.000 euro. Supponendo che maturi quarant'anni di anzianità nel 2018, con le regole attuali potrebbe andare in pensione a sessantuno anni (inclusa la finestra).
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La sua pensione ammonterebbe a 26.776 euro, con un "regalo" atteso nell'arco dell'intera vita pari al 43% dei contributi versati (162.000 euro). Applicando la nostra proposta, il pensionamento sarebbe posticipato al 2021, con una pensione superiore, pari a 28.999 euro, ma un "regalo" inferiore (il 33% dei contributi versati, ossia 146.000 euro), per effetto della più elevata età di pensionamento e del calcolo contributivo sugli ultimi anni.
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Rispetto al mero innalzamento del requisito di età con regola retributiva invariata, la pensione erogata è solo lievemente più bassa: 28.999 euro verso i 29.523 euro. Gli anni in cui si applica il prorata, nell'esempio, sono infatti solo due. Si noti che, se venisse applicato il metodo contributivo all'intera vita lavorativa del soggetto - una misura davvero drastica, che peraltro nessuno propone - la sua pensione ammonterebbe a 21.869 euro e il "regalo" si annullerebbe.
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La fissazione dell'età minima a sessantatré anni comporterebbe, tuttavia, la possibilità per gli uomini di anticipare di due anni il pensionamento rispetto all'età oggi prevista (65 anni) per la pensione di vecchiaia. Alcuni in effetti uscirebbero prima (con una pensione ridotta, ma con un regalo proporzionalmente maggiore); altri sfrutterebbero la fascia di flessibilità e continuerebbero oltre i 65 anni. La flessibilità nell'età di pensionamento è di fatto un'occasione per concedere, a quei lavoratori che si sentono ancora "produttivi", di scegliere liberamente se e di quanto posticipare il momento del pensionamento.
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Dal punto di vista aggregato, il nostro modello non consente una stima accurata dei risparmi. Ciononostante, i risparmi di spesa sarebbero tutt'altro che irrisori, potendo arrivare a qualche decina (3-4) di miliardi di euro nei primi 5-6 anni di effettiva applicazione del provvedimento. La caratteristica del contributivo di garantire un trattamento equo sia all'interno delle generazioni, sia tra generazioni diverse presenti e future ne costituisce un indubbio punto di forza aggiuntivo rispetto al fatto che si tratta di un metodo di calcolo che migliora la sostenibilità finanziaria del sistema.
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Ovviamente, questo vale a condizione che la riforma in questione riguardi tutte le categorie di lavoratori alla stessa maniera, nessuna esclusa. In un momento in cui si è costretti a richiedere duri sacrifici alle famiglie con provvedimenti draconiani che colpiscono anche le fasce più deboli, non si può prescindere dall'abolizione delle ingiustificate posizioni di privilegio che perdurano per molte categorie difficilmente annoverabili tra i bisognosi, come i liberi professionisti con le loro casse e i politici con i loro vitalizi. È anche ovvio che una volta varato il provvedimento si potrebbero discutere, in modo trasparente e mirato, le uniche eccezioni ammissibili, ossia quelle nei confronti dei lavoratori sfortunati e non già di quelli privilegiati.
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<b>N.B.</b> PER LEGGERE LE TABELLE USARE IL LINK "<b>vai alla pagina</b>"
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=17FN2U">la Repubblica</a>Gianfranco FINI: "Stop ai vitalizi per gli ex parlamentari. Basta al calvario della precarietà"2011-11-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it621551Alla data della dichiarazione: Pres. Camera (Lista di elezione: PdL) - Deputato (Gruppo: FLI) <br/><br/><br />
Ok alla riforma delle pensioni ma basta ai contratti a termine.
<p><b>Stop ai vitalizi degli ex parlamentari</b>.<br />
"Non è la politica che costa sono gli apparati, gli enti e i parlamentari a incidere. In questi 18 mesi accanto alle riforme del Governo le Camere dovranno intervenire per dare l’esempio. Dovremo garantire nei mesi prossimi la tenuta del governo: si parte con la volontà di scalare una montagna ma c’è l’obiettivo di creare una società attraverso quelle riforme che dovranno essere all’insegna dell’equità e che dovranno riguardare tutti a partire dai più fortunati".
<p>"Tra qualche settimana l’ufficio di presidenza della Camera ha deliberato di disporre una riforma per le quale la Camera abolirà il vitalizio degli ex parlamentari. E' una piccola cosa ma è l’esempio che deve dare la politica".
<p><b>Calvario precarietà</b><br />
"E' necessario che venga meno per i ragazzi il calvario dei contratti a termine.<br />
Crescita ed equità vuol dire anche licenziare, ma il contratto di assunzione non può essere sempre di sei mesi, a tempo a progetto. Sia un contratto unico a tempo indeterminato". Quando si ipotizzano interventi di riforma sui licenziamenti credo che da parte del Terzo Polo si debba indicare chiaramente una politica che parta dal dovere di cambiare le procedure attraverso le quali si viene assunti".
<p><b>Riforma pensioni</b><br />
"Facciamola la riforma delle pensioni e diciamo ai padri ‘lavora qualche anno in più per garantire ai figli di poter lavorare a loro volta. Dobbiamo mettere assieme quei ragazzi che sanno fare, che magari lavorano sin da giovanissimi e dobbiamo aiutarli con qualche finanziamento, ma cerchiamo ciò che unisce nell’interesse unico e supremo dei nostri ragazzi. E' con questo spirito che apriamo una nuova fase politica per una nuova Italia. Tutti abbiamo il dovere di ricordare che l’Italia deve salvarsi tutta assieme. Se c’è un pericolo che va combattuto è che si radichi l’idea che in questo momento storico di difficoltà ci possa essere per un’area geografica che abbia la possibilità di salvarsi prescindendo dall’unità nazionale che è la prerogativa del nostro popolo. Serve una coesione che consenta a tutti grandi e piccoli di marciare assieme, non si può immaginare che il Nord si defili da solo".<br />
<br/>fonte: <a href="http://qn.quotidiano.net/politica/2011/11/19/622632-fini_promette_stop_vitalizi_politici.shtml">quotidiano.net</a>Sonia ALFANO: Bertolaso abbia la decenza di tacere2011-11-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it618087Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
E’ passato esattamente un anno dal giorno in cui Guido Bertolaso ufficializzò le sue dimissioni da capo del dipartimento di Protezione Civile e da sottosegretario, ma non si è ancora rassegnato: ama stare al centro dell’attenzione e sbagliare, per esempio utilizzando la stampa per difendersi dalle accuse che lo hanno letteralmente travolto per la sua gestione assolutistica, privatistica e personalistica di quel “carrozzone” che è diventata la Protezione Civile dopo il suo arrivo.
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In data odierna Il Giornale ha pubblicato una sua lettera indirizzata a Vittorio Feltri: uno scritto intriso di un vittimismo urticante per qualunque cittadino informato e onesto.
<p>L’ex sottosegretario dice che da un anno cerca di essere dimenticato, eppure è lui stesso a cercare le pagine dei giornali (prima il Corriere della Sera, ora il megafono berlusconiano).
<p>Dice soprattutto che i “veleni” politici contro di lui hanno indebolito la Protezione Civile.
In verità le responsabilità del decadimento della Protezione civile “migliore del mondo” sono prima di tutto sue. Ed è opportuno chiarire che quando si dice Protezione civile “migliore del mondo” si intende l’attenta architettura legislativa e l’accurato know-how costruito negli anni antecedenti alla affaristica gestione bertolasiana.
<p> Molti ricorderanno i fringe-benefits del sistema Bertolaso: auto di lusso, arredamenti, ristrutturazioni immobiliari, prostitute. E molti ricorderanno altrettanto bene le stabilizzazioni dei suoi amici che da semplici cittadini furono nominati (e lo sono ancora purtroppo) dirigenti generali della Presidenza del Consiglio dei Ministri pur non avendo alcun requisito richiesto e quel che è peggio, senza aver superato alcuna prova, test, quiz e quant’altro. I famosi 4 amici che lui amava chiamare “squadra”. Uno dei quali è imputato a L’Aquila ma attuale presidente dell’Ispra, un altro messo a parcheggio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri dopo aver fatto i danni come commissario a Pompei, un altro al Servizio Civile e l’ultimo attualmente nelle grazie di Catherine Ashton, “ministro”degli esteri della UE, che sbarcato a Bruxelles sta tentando di fare la stessa operazione, non riuscita in Italia: la protezione civile SpA europea.
<p>Non a caso, aprendo i lavori della seconda giornata della conferenza internazionale su Protezione civile e interventi umanitari a Roma, l’attuale Capo Dipartimento ha testualmente detto: “è necessario aprire un dialogo che non schiacci o snaturi l’identita’ e il ruolo della protezione civile a vantaggio dell’intervento privato, e con esso il ruolo degli Stati“.
<p>Il lupo perde il pelo ma non il vizio.<br />
E che dire poi del fatto che in soli sei anni di gestione Bertolaso il Dipartimento cosiddetto Nazionale (aggettivo che scimmiotta linguaggi militari) è passato senza che ce ne fosse effettiva necessità, da 300 dipendenti ai quasi mille attuali. Settecento persone, alcune assunte per effettivo titolo ma la maggior parte precari d’alto rango. Tra i “contatti” più prestigiosi: la moglie di un sottosegretario, i figli dei generali amici, dei giudici amici e dell’alta borghesia (amica!), alti burocrati dello Stato, capo del personale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e addirittura figlio dell’ex Presidente della Consulta e sindacalisti autonomi, tutti funzionali a lui e al suo perverso disegno di piegare a fini privati una istituzione dello Stato. Un bel regalo a tutti i lavoratori. Un bel regalo perché adesso il Dipartimento è sovraffollato, con un organico tre volte superiore rispetto a quello necessario e quindi, con i tempi che corrono, nell’occhio del mirino per essere sottoposto ad una drastica cura dimagrante.
<p><b>Tutti assunti a tempo indeterminato, con i soldi sottratti ai terremotati abruzzesi (circa 8 milioni di euro)!</b> Una vera e propria macchina del consenso.
<p>E poi anche a Napoli (emergenza rifiuti: per la quale Bertolaso, commissario straordinario, è stato iscritto nel registro degli indagati per traffico illecito di rifiuti e truffa ai danni dello Stato) e alla Maddalena (il famigerato G8 degli appalti truccati: Bertolaso è stato rinviato a giudizio per il reato di corruzione) una pioggia di incarichi per parenti e amici. Ovviamente tutte assunzioni tramite ordinanza di protezione civile e mai per concorso.
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Oggi, quindi, bisogna chiedersi e nello stesso tempo far sapere alcune cose: la prima, perchè nella lettera inviata al Giornale Bertolaso lamenta le modifiche intervenute con il decreto milleproroghe, se la responsabilità è unicamente della sua gestione fatta di sperperi (per esempio i Grandi Eventi festosi), di provvedimenti ad personam (vedi le assunzioni di amici e parenti tramite apposita ordinanza) e di privilegi acquisiti sulla pelle di terremotati e alluvionati?
<p>Perché non dice per una volta una verità: per esempio che lui è andato via ma al Dipartimento tutti i dirigenti di prima e seconda fascia sono gli stessi che ha nominato lui con i metodi di cui sopra, amici suoi fedelissimi che stanno portando la protezione civile in un vicolo cieco anche sul piano operativo come abbiamo visto appunto in questi giorni. Dirigenti fideizzati e affiliati a lui?
<p> Anzi, a pensarci bene, qui si pone un problema d’ordine democratico: chi è questa gente che senza credenziali e senza concorso è stata messa a dirigere una struttura così delicata? Chi è? Cosa fa lì? A chi risponde? E può questa gente impostare linee guida che mettano sotto botta i sindaci legittimamente eletti dal popolo? Stia zitto Bertolaso e si vergogni: di danni ne ha fatti tanti, tantissimi, come il suo ex capo. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.soniaalfano.it/blog/2011/11/11/bertolaso-abbia-la-decenza-di-tacere/#more-4996">www.soniaalfano.it</a>Mario MONTI: «Togliere i privilegi alle categorie sociali»2011-11-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it618013Alla data della dichiarazione: Senatore a vita<br/><br/><br />
''Non si può negare che l'Italia avrà un lavoro enorme da fare''.
<p><i>Cosi' Mario Monti in un convegno a Berlino, secondo quanto riferisce il Financial Times.</i>
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''Non ci sono troppe divergenze intellettuali su quanto è necessario fare. Ci è stato infatti chiesto di fare ciò che qualsiasi Paese vorrebbe sentirsi chiedere: misure per una maggiore crescita''. Un obiettivo secondo l'ex commissario Ue e neo senatore a vita da raggiungere ''non con maggiori prestiti, ma rimuovendo gli impedimenti alla crescita''.
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''La crescita richiede riforme strutturali che rimuovano i privilegi che praticamente tutte le categorie sociali hanno. Il punto è che ognuno tende a difendere la propria circoscrizione elettorale e questo rende politicamente più difficili le riforme".
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L'ex commissario Ue difende l'euro e la comunità europea.<br />
''Se l'Italia non avesse fatto parte dell'euro avremmo più inflazione, politiche meno disciplinate e meno rispetto per le generazioni future. Oggi saremmo irrilevanti. Il nostro Paese invece è politicamente e storicamente parte dell'Europa e non può ignorare le sue responsabilità di fondatore dell'Unione europea".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/news-CRISI__MONTI__ITALIA_HA_UN_LAVORO_ENORME__PER_CRESCERE_VIA_PRIVILEGI-1065813-POL-1.html">Asca</a>MATTEO RENZI: Non sono un guastafeste del Pd. Ma voglio un partito vero2011-10-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617789Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Firenze (FI) (Partito: PD) - Consigliere Consiglio Comunale Firenze (FI) (Lista di elezione: Cen-sin) <br/><br/><br />
''Non mi sento un guastafeste del Pd. Noi crediamo nel Pd, il Pd, per dirlo alla fiorentina, ci garba, quello vero però''.
<p><i>Così Matteo Renzi, sindaco di Firenze, commenta con i giornalisti la copertina de 'L'Espresso' oggi in edicola che vede insieme lui e Beppe Grillo con il titolo "I guastafeste"</i>.
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''Grillo - <i>afferma Renzi a pochi minuti dall'inizio della convention 'Big Bang'</i> - prende il 5% in mezza Italia ma il problema è facilmente risolvibile. Se dimezzassimo il numero dei parlamentari, abolissimo i vitalizi ed eliminassimo i privilegi dei politici, il giorno dopo Grillo passerebbe dal 5 all'1% e noi avremmo qualche Regione in più''.
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"Il Pd vero è quello che doveva, deve e dovrà tenere insieme culture diverse, rilanciare su talento, innovazione, merito, che non ha paura del futuro, che non vive di schemi legati al Novecento''.
<p>"Bisogna quindi abbandonare l'idea che il programma del Pd nasca da un tizio che sta chiuso a Largo Nazzareno a dettare il programma, per esempio, di politica economica, un tizio che magari non ha mai preso voti nemmeno nel condominio''. "Serve quindi un Pd vero, originario, sul modello dei grandi partiti democratici di tutto il mondo, dei Democratici americani, dei Laburisti inglesi, un partito serio''.
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''Siccome l'ultima volta si è perso, se non si prende qualche voto agli altri si riperde. Noi vorremmo uscire dall'idea di un Pd decoubertiniano: a noi partecipare non piace. Diverso è il caso di chi saltella da una parte all'altra dello schieramento: vogliamo prendere i voti degli altri, ma non offrendo sottosegretariati a poco''.
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<b>Dalla Leopolda non uscirà una nuova corrente:</b>
<p>''Non siamo una corrente, non siamo neanche uno spiffero, siamo molto peggio''.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/regioni-PD__RENZI__NON_SONO_GUASTAFESTE_MA_VOGLIO_PARTITO_VERO-646364--17.html">Asca</a>Antonio DI PIETRO: Ho tre ideuzze per cambiare il Paese - INTERVISTA2011-10-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it609776Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) <br/><br/><br />
<b>Il Parlamento è sempre più affollato da faccendieri, ci sono ministri inseguiti dai giudici, per non parlare dell'ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, rinviato a giudizio con i suoi tremendi amichetti della cricca…</b>
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Sì, uno schifo: e allora?
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<b>E allora non sarà che lei e i suoi colleghi magistrati del pool di Mani Pulite, all’epoca, vi fermaste un po' troppo in superficie?</b>
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No. Noi affondammo il bisturi e destirpammo il male fin dove riuscimmo a scorgerlo. Poi avvertimmo: guardate che l'Italia è malata, ha bisogno di una cura seria, intensa. Purtroppo non siamo stati ascoltati e quelli, negli anni, si sono ingegnati a trovare altre forme di corruzione, ancora meglio congegnate.
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<b>Quelli chi?</b>
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Non faccia l'ingenuo. Lo sa bene a chi mi riferisco. Piuttosto, forse sarebbe il momento di dotare questo Paese di qualche anticorpo. E allora io avrei tre ideuzze da infilare in una nuova legge elettorale. Posso dirgliele?
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<b>L'ascolto...</b>
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Primo: i condannati non possono essere candidati. Secondo: chi è stato rinviato a giudizio non può assumere incarichi di governo centrale o locale…Per capirci: non può diventare né assessore né ministro. Terzo: chi viene eletto non può continuare a fare il proprio mestiere. Perché no, dico: qui i medici si fanno le leggi per i medici, gli avvocati si portano i clienti in aula…
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=15A6WD">Io Donna - Fabrizio Roncone</a>Nichi VENDOLA: Colpo di stato sociale.2011-09-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it609269Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Puglia (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) - Consigliere Regione Puglia<br/><br/><br />
Hanno fatto e stanno facendo una manovra che è una violenza, un vero e proprio colpo di stato sociale.<br />
Sarà l’ennesima manovra che non risolverà minimamente i problemi del debito pubblico, non intaccherà gli sprechi e i privilegi della politica, non terrà lontano l’artiglio degli speculatori, non riuscirà a rimettere in piedi il Paese.<br />
Il senso vero di questa manovra è un vero e proprio odio di classe nei confronti di quei ceti sociali che devono pagare il prezzo di una crisi prodotta, se si puo’ usare un gioco di parole, da quel mondo berlusconiano mondiale che si è arricchito con la magia della speculazione, e che oggi chiede che gli altri si assumano gli oneri di pagare il conto.<br />
Si dice, per giustificare tali azioni, che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità.<br />
Non è così: alcuni hanno vissuto molto al di sopra delle proprie possibilità. E ora il prezzo di questa vita “allegra” lo paga chi ha sempre vissuto nel recinto di una vita “magra”.<br />
Questo è inaccettabile. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.nichivendola.it/sito/mcc/informazione/colpo-di-stato-sociale.html">sito web personale</a>Giorgia MELONI: «Si tocchino le pensioni di anzianità» - INTERVISTA2011-09-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it609266Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro della Gioventù (Partito: PdL) <br/><br/><br />
<i>La manovra non ha ancora esaurito il suo travagliato cammino, ma il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, si porta avanti e per il futuro chiede che venga introdotto in Costituzione il principio in base al quale ogni provvedimento venga preventivamente verificato nel suo impatto sulle generazioni a venire.</i>
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<b>Ministro, di che si tratta?</b>
<p> «Propongo un meccanismo che, d`ora in avanti, eviti che si prosegua nell`esercizio in cui si sono distinte le ultime generazioni: scaricare il peso di ogni provvedimento su quelle successive».
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<b>E come funzionerebbe?</b>
<p> «Oggi (<i>ieri per chi legge, ndr</i>) abbiamo licenziato in Consiglio dei ministri il provvedimento sull`introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Costituzione. A mio parere bisognerebbe introdurre in Costituzione un altro principio di equità: quello della verifica dell`impatto dei provvedimenti a lungo termine».
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<b>In Costituzione?</b>
<p>«In Costituzione o tra gli strumenti fondamentali di verifica della manovra».
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<b>Come è stata presa la proposta in Consiglio dei ministri?</b>
<p> «I colleghi mi sono parsi interessati».
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<b>Ministro dell`Economia compreso?</b>
<p> «Tremonti mi ha detto di considerare il principio giusto e che bisognerà studiare la formula adeguata perché non si leghino troppo le mani».
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<b>Molto brutalmente: chi dovrebbe pagarne il conto?</b>
<p>«Il sistema finora ha scaricato i costi sulle nuove generazioni. Ci sono stati genitori che in qualche modo hanno tradito i figli e ipotecato il loro futuro. Eppure ci sono spese improduttive che andrebbero tagliate».
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<b>Quali? Questa manovra dovrebbe aver raschiato il barile, o no?</b>
<p> «Il nostro Paese ha bisogno di misure che favoriscano le famiglie, la natalità, la casa, gli strumenti per l`impiego. Ci sono diritti e privilegi che non possono considerarsi definitivamente acquisiti: vanno colpiti».
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<b>Un esempio?</b>
<p> «Si parta dalle "pensioni d`oro" e si dica che, sopra un certo tetto, la pensione si calcola con il sistema contributivo».
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<b>Non sono poi tantissime le «pensioni d`oro»...</b>
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«Si prendano le pensioni d`anzianità, che i giovani con l`innalzamento dell`età pensionabile si possono sognare, direi che si potrebbe anche qui applicare il contributivo».
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<b>Mi scusi, ma se c`è qualcosa che invocano in molti è la riduzione dei privilegi della politica che sono rimasti quasi intonsi. Si veda l`ultimo blitz sulle indennità.</b>
<p>
«È una cosa di cui non abbiamo parlato collegialmente. Lo abbiamo scoperto a cose fatte. Certo che bisogna dare l`esempio:
anche i parlamentari rientrano tra le categorie che oggi non stanno nel contributivo.
E comunque voglio ricordare che la legge che tagliava il numero dei parlamentari non l`ha voluta l`opposizione».
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<b>Da ministro della Gioventù, come giudica la flessibilità introdotta dall`articolo 8 della manovra?</b>
<p> «È una norma che va incontro alla maggiore autonomia richiesta dalle parti sociali. E' stata contestata solo dalla Cgil che evidentemente non si fida di se stessa».
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<b>Veramente ci sono anche i dubbi del Quirinale...</b>
<p>
«Tutti quelli che ne sono coinvolti non hanno protestato. Tutti tranne la Cgil che continua a garantire solo i propri iscritti mentre la gente muore di fame...».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=142FZW">Corriere della Sera - Antonella Baccaro</a>Cesare DAMIANO: L'indennità parlamentare sia connessa alle presenze in Parlamento2011-09-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it609252Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
''Leghiamo l'indennità parlamentare alla presenza in Parlamento ma anche in Commissione''.
<p>''Occorre dimezzare i parlamentari e togliere di mezzo la possibilità di avere doppi incarichi: la politica è una professione seria: è una scelta e quando la fai studi, impari, ti applichi, sei al servizio del Paese''.
<p>''Questo Paese - ha aggiunto - si sta industrialmente desertificando''.
<p><i>Dichiarazioni rilasciate questa mattina su Omnibus, trasmissione dell'emittente LA7</i>.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/news-MANOVRA_BIS__DAMIANO_%28PD%29__INDENNITA__PARLAMENTARI_IN_BASE_A_PRESENZA-1047817-ORA-.html">Asca</a>