Openpolis - Argomento: elezioni 2008https://www.openpolis.it/2008-06-23T00:00:00ZRosy BINDI: Walter deve restare Ma basta con il dialogo2008-06-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357159Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) - Vicepres. Camera <br/><br/><br />
<b>Rosy Bindi è prodiana come Parisi ma pensa che Veltroni debba restare.</b> <br />
Il che non significa che sia tenera con il segretario: «E’ inutile avere un atteggiamento consolatorio, le difficoltà vanno, chiamate per nome.<br />
E la nostra principale difficoltà si chiama una sconfitta elettorale pesante, confermata a Roma e in Sicilia.<br />
C’è una distanza profonda tra noi e il nostro Paese, che non abbiamo capito e che perciò si è affidato alle proposte rassicuranti ma sbagliate della destra».<br /><br />
Un altro problema è il partito:<b> «Il Pd ancora non c’è.</b><br />
Radicarsi non vuol dire solo fare tessere ma ricreare un rapporto con la società italiana, mettersi con umiltà in ascolto del Paese.<br />
Fondazioni e convegni sono utili ma quel che importa è che il segretario apra il partito, e cominci a lavorare collegialmente, rispettando e direi persino valorizzando anche il dissenso».<br />
E Veltroni deve anche «chiarire bene che la vocazione maggioritaria del Pd non è l’autosufficienza o la ricerca di una legge elettorale che forzi il bipolarismo in bipartitismo»: «Se il Pd è il compimento dell’Ulivo - non saprei interpretare altrimenti l’applauso dell’assemblea a Prodi - deve farsi carico fin d’ora di ricostruire un nuovo centrosinistra».<br /><br />
<b>Anche il modo di fare opposizione non è piaciuto a Bindi</b><b>:</b> «Il problema non è solo il ritorno delle leggi ad personam.<br />
E’ evidente che l’ampia maggioranza che sostiene il governo non serve per aprire il dialogo ma per imporre un modello di società. <br />
Un esempio? Nella manovra di Tremonti si annuncia la tessera dei poveri, un simbolo del capitalismo compassionevole, e si cancella l’accordo su welfare fino al divieto di licenziamento in caso di maternità.<br />
Dialogare con questo governo rischia allora di legittimarne le posizioni. E’ come far credere agli italiani che le proposte di Berlusconi siano le risposte giuste ai problemi del Paese. Non è così e noi dobbiamo essere alternativi, in Parlamento e nella società». <br />
Ma nonostante queste critiche Bindi non la pensa come Parisi: <b>«Credo che ci sia una distinzione tra me e Parisi, che è stata chiara anche nell’assemblea.</b><br />
Io non sono stata meno dura di lui nel registrare la scarsa democrazia interna e la caduta di partecipazione, dovuta a carenze organizzative ma soprattutto a ragioni politiche perché non c’è più la straordinaria passione che caratterizzò la fase delle primarie.<br />
Ma io penso che le idee mie e quelle di molti altri possano essere utili se vengono offerte a chi ha la responsabilità del partito». <br />
Quindi «il problema non è mandare a casa il segretario ma metterlo alla prova sulla sua capacità di costruire un partito plurale e di rendere evidente una nuova linea politica.<br />
Nell’immediato non sarà facile capovolgere il risultato elettorale. <br />
E allora che facciamo? Un congresso e le primarie ogni sei mesi? <br />
Mandando ogni volta a casa un segretario? Penso sia più utile preparare bene il congresso tematico di autunno per avere un confronto vero, coinvolgendo tutta la base anche su tesi e proposte alternative».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=IHS2F">Corriere della Sera - M.T.M.</a>Francesco STORACE: «La Destra sarebbe stata leale» - Intervista2008-06-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357091Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Roma (RM) (Lista di elezione: La Destra) <br/><br/><br />
Con Francesco Storace l'introduzione all'intervista diventa superfluo panegirico, perché da vero mattatore della politica, con o senza i gradi, resta comunque un leader.<br /><br />
<b>Da «epuretor» a «epurator».Fuori dalla Pdl. E lei ancora chiede al premier «se valeva la pena fare fuori La Destra»?</b><br />
«Si incominciano a verificare incidenti d'Aula. <br />
La maggioranza va sotto alla Camera. Sulla lealtà della Destra non ci sarebbero stati dubbi.<br />
Il problema del centrodestra è che fatica a ritrovare la bussola. <br />
Con la nostra presenza, ad esempio, ci sarebbero stati meno parlamentari della Lega».<br />
<b>Però siete fuori. Ma si è capito il motivo?</b><br />
«Considero innaturale il fatto che non si sia organicamente nell'alleanza.<br />
Però la domanda va rivolta a chi ha consentito la presenza alle elezioni dei simboli della Lega, del partito di Lombardo e persino della Dc di Pizza.<br />
Ma non c'era spazio per La Destra.<br />
Poi, se si pensa a una legge per le elezioni europee, che darebbe fastidio solo a noi, dato che la sinistra si ricompatterà, credo ci sia una vocazione al suicidio».<br />
<b>Se le cose stanno così, c'è almeno qualcuno della Pdl che vi cerca oppure vede solo avversari?</b><br />
«Nella politica è difficile trovare amici al massimo si trovano alleati».<br />
<b>Ma allora c'è qualcuno che parla con voi?</b><br />
«Io non sono sordo al dialogo. Il problema è che non sento le parole».<br />
<b>
Ma che futuro ha La Destra?</b><br />
«Ho intenzione di proporre al nostro organo di vertice la convocazione di due giorni a Orvieto la seconda settimana di luglio, per andare poi al congresso nazionale che dovremmo svolgere entro un anno dalla costituente di novembre».<br />
<b>A Orvieto si riuniva la destra sociale di An, scelta casuale?</b><br />
«Non direi».<br />
<b>E vi riunite per fare cosa, discutere di alleanze con la Pdl?</b><br />
«Adesso dobbiamo pensare a irrobustire la struttura del partito. Di alleanze se ne parlerà al congresso. Per me viene prima il progetto politico culturale».<br />
<b>Lo vogliamo ricordare in una battuta?</b><br />
«Noi abbiamo dichiarato di anteporre i valori al potere. Crediamo che spendere per le fasce sociali più deboli non sia uno spreco ma un dovere per lo Stato».<br />
<b>Mi pare che i primi provvedimenti del governo vadano in questa direzione. Penso alla carta-sconto per i meno abbienti.</b><br />
«Le politiche del governo non si giudicano giorno per giorno. Altrimenti anzichè fondare un partito avrei fondato un istituto di sondaggi».<br />
<b>Ma con qualcuno della Pdl lei parlerà. Dica un nome.</b><br />
«Il sindaco di Roma. Ma in realtà proprio oggi ho firmato una lettera per Berlusconi che spero non dover mai rendere pubblica».<br />
<b>Perché?</b><br />
«Lui capirà»<br />
<b>Cosa?</b><br />
«Come minimo capirà perchè sono uscito da Alleanza Nazionale».<br />
<b>Restiamo sul concreto. Da leader di An, a presidente della Regione Lazio, da ministro a, con tutto il rispetto, consigliere comunale.<br />
Anche se della Capitale. Si sente ridimensionato?</b><br />
«Le persone mi hanno sempre chiamato Francesco. E quel nome me lo hanno dato i miei genitori. <br />
Fare il consigliere a Roma è per qualunque cittadino, me compreso, una delle cose più belle.<br />
Del resto l'oligarchia che regna in Parlamento non me ne fa sentire la mancanza».<br />
<b>E comunque lei è in pole-position per la presidenza della Commissione di Roma Capitale.</b><br />
«Sì. Nei prossimi giorni si deciderà. Del resto La Destra ha votato Alemanno a prescindere dalla sua richiesta».<br />
<b>Le politiche sono storia passata. Nei partiti già si pensa alle Europee e alle Regionali.<br />
Alle Comunali si è candidato a sindaco, potrebbe ritentare alla Regione Lazio?</b><br />
«Io sono pronto a scendere in campo di nuovo.<br />
In questi giorni si scopre che le chiacchiere propagandistiche sul disavanzo del Lazio erano a vuoto, rispetto a quello che stiamo scoprendo sul Comune di Roma».<br />
<b>La situazione dei conti è così grave?</b><br />
«Le parole di Alemanno e la scomposta reazione della sinistra ne sono la conferma. Sono stati "pizzicati", come si dice a Roma, "col sorcio in bocca"».<br />
<b>
Un piccolo partito, fuori dalle stanze che contano, senza potere, con due leader, Francesco Storace e Daniela Santanchè, e una sola poltrona. <br />
Può bastare per due?</b><br />
«Ci sono anche altri nel partito. Teodoro Buontempo, Nello Musumeci, Stefano Morselli, Roberto Salerno, Stefano Lo Surdo e Tonino Pezzella.<br />
Abbiamo personalità di valore che fanno la loro parte con assoluta dedizione. <br />
No, non c'è una poltrona per due per il semplice motivo che non c'è la poltrona. Poi è meglio chiarire circa "il piccolo partito". <br />
Noi, con 8 parlamentari uscenti e appena 200mila voti in meno dei quattro partiti della sinistra radicale, che di parlamentari ne avevano 150 insieme ad assessori regionali e comunali, siamo nati. <br />
Loro, invece, sono morti. Tanto è vero che a Catania abbiamo preso il 27 per cento dei voti».<br />
<b>Cosa c'è nel futuro di Francesco Storace?</b><br />
«È più importante il futuro de La Destra che il mio.<br />
Ho fatto molte cose, dalla guida della Regione, al ministro ma la più bella è la fondazione de La Destra.<br />
Al congresso decideremo chi dovrà guidare il partito. <br />
L'importante non è la persona ma il progetto».<br />
<b>Anche il manico conta.</b><br />
«A Orvieto renderò pubblica la mia posizione».<br />
<b>Grazie.</b><br />
«Prego».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=IGVLV">Il Tempo - Cinzia Tralicci</a>Giuseppe CALDAROLA: Addio Pd, grazie a te ho lasciato la politica.2008-06-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357086<br />
<b>Torno all’Assemblea del Pd, per l’ultima volta.</b> <br />
L’ultima volta da giornalista-delegato. <br />
La prossima mi farò fare il "passi-stampa". <br />
Non mi batte il cuore, anche se a questo partito devo molto.<br />
<b>Grazie al Pd ho lasciato la politica.</b><br />
<b>Non sono solo, ma provo una tranquilla ebbrezza a ritrovarmi, come a sedici anni, un apolide di sinistra.</b><br />
<b>Ci sono quelli che si sono innamorati del Pd prima che ci fosse.</b><br />
<b>E quelli che</b> se lo sono fatti bastare quando hanno capito che ci sarebbe stato comunque. <br />
<b>Io l’ho combattuto</b>,<b> poi ho creduto di trovarmi di fronte a un’altra cosa e</b> ho detto «vengo anch’io».<br />
Quel che c’era prima del Pd l’ho raccontato tante volte, anche in presa diretta, su questo giornale.<br />
Per tre mesi di follie ho fatto più autocritiche io di un trockista nel Pcus. <br /><br />
<b>E andata pressappoco così.</b><br />
Una sinistra che non voleva più essere sinistra si fa soggiogare dal fascino del grande partito all’americana che avrebbe dovuto far fare le acque agli ex-qualcosa.<br />
Una sorta di Baden Baden politico per redditieri impoveriti venuti alla stazione termale a sperperare gli ultimi denari e per ex combattenti provati da tante battaglie in cerca di riposo e belle compagnie.<br />
Aria triste e futile. Il partito di prima, i Ds, a cui tanti, ma non tutti i democrats, appartenevano, non lo amava nessuno. <br />
<b>Era il figlio della colpa.</b> Pargolo secondogenito del grande partito comunista, frutto del capriccio di D’Alema, transitorio per definizione fino a diventarlo per destino quando lo prese in mano Fassino. <br />
<b>Macaluso direbbe un partito del ni.</b><br />
<br />
<b>Nato male, cresciuto peggio, destinato a morire.</b> <br /><br />
<b>Il Pd sembrava anche agli ex democristiani l’approdo obbligato e indesiderato.<br />
Mentre i cattolici scappavano a destra dietro il pifferaio Ruini, gli ex popolari, tornati democristiani d’antan visto che c’erano da spartire posti, immergendosi nel Pd pensavano di avere gioco facile con quei comunisti sconvolti dai sensi di colpa e dalle abiure. <br />
Al Pd credevano solo Prodi e Veltroni.</b><br />
Prodi credeva a una cosa che ha chiamato Pd ma era una maionese impazzita. <br />
Un Ulivo più grande, un partito unico "ma anche" un’Unione con i neo comunisti e i Verdi da combattimento.<br />
Insomma, con buona pace di Parisi, il Pd di Prodi era Pd solo perché c’era Prodi. <br />
Sotto il vestito niente. <br />
<b>Il Pd era il Pd solo con Veltroni. L’ex direttore de l’Unità che aveva pubblicato e commentato Kennedy prima di imparare l’inglese</b> è stato l’unico vero sostenitore del Pd- doc.<br />
Dicesi Pd-doc nella improvvisata traduzione italiana, <b>il partito che non è di sinistra ma neppure di destra,</b> che è compassionevole con i morti di fame ma severo con i rom e i rumeni-romani, liberista in economia e statalista in Rai, plebiscitario, liquido quanto bastaa sciogliere D’Alema, pigliatutto fino ad attrarre Folena e Nicola Rossi. <br />
Un partito di buoni spietati. Fratricidio e opere di bene.<br />
<b> Ci fu chi vide che la maionese impazziva e chi no</b> (io no).<br />
Nacque il Pd.<br />
<b>La prima assemblea costituente a Milano fu un casino ben organizzato.</b><br />
Delegati eletti nel giorno del plebiscito per Veltroni.<br />
Mi catapultarono ad Anzio. <br />
«Prenderemo scarsi mille voti», mi disse il segretario di sezione della zona.<br />
Ne prendemmo il doppio. Entusiasmo, nuovismo a go-go, sembrava il ‘68, verso la fine, quando le assemblee erano ancora affollate ma dentro si organizzavano partiti, partitivi, gruppi rigorosamente gerarchizzati.<br />
<b>Veltroni nomina a tutto spiano. Tutti ebbero un incarico o la promessa di un ruolo.</b><br />
A mano a mano che la partecipazione politica si restringeva, che i vecchi elefanti organizzavano il branco superstite per resistere alla polvere sollevata da mandrie di zebre senza guida, centinaia di persone si potevano mettere all’occhiello un grado o un’onorificenza.<br /><br />
Il partito all’americana in Italia si fa così.<br />
Partito fai-da-te, partito senza sindacato alle spalle, senza lobby a proteggerlo, tutto coca-cola e rock and roll.<br />
Un partito molto radical ma benevolente verso Berlusconi.<br />
<b>Un partito talmente presuntuoso da mandare al diavolo tutta la sinistra possibile.</b><br />
Un partito che agli operai e contadini sostituisce magistrati e cancellieri.<br />
Un nuovo blocco storico. <br />
<b>Poi il gioco si rompe. Prodi se ne va.</b> <br />
Il Cavaliere si scoccia di aspettare Walter e se ne va anche lui. <br />
<b>Al voto, al voto. Tutti a dire, vedrete cosa combinerà Walter con le liste, intellettuali famosi, registi da Oscar, scrittori da centomila copie.</b> <br />
Invece del trionfale valzer viennese, braccia a mezza altezza per il cha-cha-cha della segretaria.<br />
<b>Si perde alla grande. Si riperde a Roma. Si straperde in Sicilia. Non succede niente.<br />
Forse, si sente dire, non è neppure vero che abbiamo perso.</b> <br />
Così tutti tornano a casa. Quella grande non c’è più.<br />
Restano quelle due-tre camere vista mare a Torvaianica. <br />
Io vado in montagna, da solo.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=IGUSZ">Il Riformista - Peppino Caldarola</a>Daniele CAPEZZONE: Capezzone e il valzer da Pannella a Silvio: "Io, la bestia strana". - Intervista2008-06-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it356964<br />
Cortese per natura, Daniele Capezzone è oggi ancora più premuroso. È tutto un cedermi il passo, invitarmi a sedere, sorridere aggraziato. <br />
Elegante e ben curato da anni, è addirittura da passerella oggi nell'abito blu. <br />
In meno di due mesi dal suo ingresso nel Pdl, l’ex segretario radicale è già il berlusconiano tipo: glamorous & fashionable. <br />
«Sono lietissimo di vederti», dice mentre accosta la porta della sua stanza al Velino, l’agenzia di stampa di cui è da sei mesi socio e direttore.<br />
«Spero tu non perda la letizia nel corso dell’intervista, furbacchione. Sei appena entrato e già sei portavoce di Fi. Mandrake?», chiedo.<br />
«Ringrazio Berlusconi che mi ha dato un’opportunità che mi lusinga», dice Daniele e si assesta gli occhialini che dilatano i suoi occhioni blu. <br />
«Perché ha scelto te che fino a qualche mese fa eri con i radicali, stretti alleati di Prodi?».<br />
«Io sono una bestia strana. Sono un politico che si dimette.<br />
Ho lasciato Pr e presidenza della Commissione Attività produttive quando Prodi era bene in sella.<br />
Non ho guardato alla convenienza.<br />
Ho mollato, punto. Alle ultime elezioni non mi sono neanche candidato», e mi guarda come se dovessi appiccicargli seduta stante una medaglia.<br />
«Che c’entra questo con la nomina?». <br />
«Credo che proprio questo abbia colpito il presidente. Da parte sua è stato un atto notevole scegliere come portavoce del partito un outsider totale». <br />
«Come ogni pupillo di Marco Pannella hai finito per litigarci. È un Saturno che mangia i figli?». <br />
«Logoro cliché che non gli rende giustizia. La verità è che ha commesso un drammatico errore che si chiama Prodi-Visco. Il Pr, che aveva portato in Italia il liberismo, vota per le tasse di Visco. <br />
Un suicidio», dice triste e reclina la testa come un fiore appassito. Ha capelli scuri graziosamente pettinati con un ciuffetto. <br />
<b>«Perché hai rotto con Pannella ed Emma Bonino?».</b><br />
«Le asprezze personali contano poco. È stato un dissenso politico. Da segretario pr mi sono battuto anni per la riduzione di tasse e spese. <br />
Loro, invece, hanno sostenuto con la prima Finanziaria di Prodi l’aumento delle tasse, con la seconda l’aumento delle spese. E io ho fatto fagotto».<br />
<b>«Una volta radicali, sempre radicali?».</b><br />
<b>«Oggi, i radicali sono allo sbando. Politicamente, se la intendono con Folena e altri avanzi comunisti e verdi.</b><br />
<b>Elettoralmente, alle Comunali di Roma hanno preso lo 0,6, meno della lista “Under 30” di Rutelli, un po’ più delle liste “Forza Roma” e “Avanti Lazio”.</b><br />
Mi dispiace».
«Pannella non se ne accorge?», chiedo e giro gli occhi sulla stanza ipermoderna. Tavolo di vetro, tre gigantografie di grattacieli newyorkesi, vista sul Quirinale. <br />
«Nel suo intimo sa di avere sbagliato tanto. Comunque, auguri». <br />
<b>«Bonino?».</b> <br />
«Al Senato ha votato contro il decreto sul prestito Alitalia. Era lo stesso prestito deciso da Prodi e da lei votato al Consiglio dei ministri», dice sarcastico.<br />
«Non puoi sfilarti. Eri tu il segretario pr quando, nel 2006, decideste l’alleanza con Prodi», gli ricordo.<br />
«Purtroppo, fallì l’intesa col centrodestra. Me ne dolsi. Così, andammo alle elezioni con Prodi, ma in autonomia. Dovevamo giudicarlo da ciò che avrebbe fatto. Di colpo, invece, ci siamo totalmente appiattiti».<br />
«Mantieni le tue amicizie tra i radicali, per esempio con Massimo Bordin, il direttore di Radio Radicale?».<br />
«Ho tantissimi amici in giro per l’Italia. Di Bordin non parlo».<br />
«Ma ti difese quando Pannella volle radiarti dalla radio!».<br />
«Poi, ha scelto di conservare la direzione. Auguri anche a lui». <br />
<b>«Pannella da vicino?».</b> <br />
«Pirandellianamente ci sono tanti Pannella quanto lui sceglie che ce ne siano. In questi due anni, non c’è stato il Pannella migliore».<br />
<b>«È autolesionista?».</b> <br />
«Gli succede quello che accade in tante piccole aziende. Il fondatore ha paura di farle crescere e diffida dell’ingresso di nuovi soci. Per le stesse ragioni, Marco mette a rischio la sua impresa e la sua storia».<br />
<b>«Bonino?».</b><br />
«Ha scelto di non osare. Al netto dei suoi prestigiosi incarichi (è vicepresidente del Senato, ndr), il suo profilo è oggi chiaramente scolorito».<br />
«Come tanti – da Rutelli a Giovanni Negri – anche tu hai lasciato gli studi a metà, fagocitato in tenera età da Marco», stuzzico.<br />
«Io sono un ragazzo fortunato che a 35 anni ha potuto fare tantissime cose anche grazie al Pr. Ho imparato che la ruota gira. A volte ti telefonano ogni due minuti, altre non ti si fila nessuno. Importante è restare sereni e fare ciò in cui si crede». <br />
«Si dice che i pupilli di Marco siano anche i suoi amasi. Tu lo sei stato?».<br />
«No», replica e mi fissa duro, ma senza rossori né imbarazzo. <br /><br />
<b>Oggi sei col Cav che hai spesso insultato. Con che faccia?</b><br />
«Berlusconi è stato il primo a sorridere affettuosamente di qualche battuta birichina che ho fatto su di lui in passato». <br />
<b>Hai detto di lui: «Ha una visione clerico-fascista su divorzio e droga». Il Cav è clerico-fascista?</b><br />
«Al contrario. Berlusconi ha tenuto un ammirevole equilibrio tra il rispetto della sensibilità religiosa e la necessaria laicità dello Stato».<br />
<b>Che pensi dell’uso di droga?</b><br />
«Non la consumo. Ma il proibizionismo non è la soluzione. Per mettere d’accordo proibizionisti e anti, è necessaria una grande campagna informativa sui rischi dell’uso e dell’abuso di droga». <br />
<b>Sempre del Cav hai detto: «Quando è entrato in politica aveva cinque miliardi di debiti, oggi ha 29 miliardi di attivo», sottintendendo maneggi.</b><br />
«Maneggi, lo dice lei. Obiettivamente, si è trattato di una gestione di straordinaria efficacia. I retro pensieri li lascio ai malpensanti come lei».<br />
<b>Fai pure l’offeso, sbarbatello. Io continuo col tu. Tu svicoli. Se accusi uno di guadagnare con la politica, gatta ci cova. O no?</b><br />
«Non svicolo. Capisco però che gli oppositori di Berlusconi possano ricamare sulla variazione in positivo. Ma non va dimenticato che qualcuno – vedi Di Pietro – voleva sfasciare lui e Mediaset. <br />
Bene che non ci sia riuscito e che l’Italia abbia guadagnato un politico liberale in campo». <br />
<b>Ti pesa il conflitto di interessi?</b><br />
«Davvero c’è chi pensa che Berlusconi abbia vinto perché ha le tv? Se la sinistra lo pensa, perderà per 20 anni».<br />
<b>
Sei approdato al Pdl per stato di necessità o banale opportunismo?</b><br />
«Mi sono schierato con chi è più credibile sul terreno dell’economia liberale e della riduzione delle tasse».<br />
<b>Da liberista, ti fidi del neo statalista Tremonti?</b><br />
«L’esordio è eccellente. Via l’Ici e detassazione degli straordinari. Visco appartiene a un’altra era».<br />
<b>
Sei stato tra i paladini dell’indulto. Vari, usciti di galera grazie a te, hanno ucciso e stuprato.</b><br />
«È stata una battaglia giusta, gestita tafazzianamente da Prodi. Così, una buona intenzione si è risolta malamente».<br />
<b>D’accordo con l'introduzione del reato di clandestinità?</b><br />
«L’Italia appare tuttora un posto dove chiunque può arrivare e fare qualunque cosa. Serve un segnale. Reato o no, il governo ha dato una svolta». <br />
<b>Limitare le intercettazioni è un regalo ai delinquenti?</b><br />
«Lo dicono solo Di Pietro e i suoi. Per caso, il suo obiettivo è intercettare il cento per cento delle telefonate del cento per cento degli italiani?» <br />
<b>Le toghe napoletane che, all’indomani della nomina del sottosegretario ai rifiuti, gli hanno arrestato lo staff
</b><br />
«Mi hanno preoccupato. Vorrei la collaborazione di tutti con gli sforzi di Berlusconi. Bene ha fatto il premier a difendere i suoi incaricati, subito e pubblicamente. Erano nel mirino».<br />
<b>Una volta ti dissi che quello dei radicali schierati a sinistra era un tradimento. Hai risposto: «Questo film del tradimento dove lo danno?». Lo fu o no?</b><br />
«Riconosco che il film è stato effettivamente trasmesso. Ma successivamente al nostro colloquio. Di qui, la mia uscita dalla sala cinematografica». <br />
<b>Quando tu flirtavi con Prodi stavano già col Cav tre radicali coi fiocchi: Calderisi, Della Vedova, Taradash. Spocchiosamente hai detto: «Auguro loro di portare nella Cdl il liberalismo che noi porteremo nel centrosinistra». Lo ridiresti?</b><br />
«Loro hanno davvero centrato l’obiettivo. Io ci ho provato, ma sono stato lasciato solo. Ne ho tratte le conseguenze».<br />
<b>In passato, hai sempre escluso di sposarti. Ora?</b><br />
«Mai dire mai. Però, lavoro 20 ore il giorno. Non è onesto fare progetti che rischierebbero di essere troppo fragili».<br />
<b>La fine dei rossi rossi?</b><br />
«Loro dicono che il Paese non li ha capiti. Penso invece che li abbia capiti benissimo: no Tav, no Ponte... No tutto. <br />
E il Paese vuole invece dire sì».<br />
<b>La pax Cav-Veltroni?</b><br />
«Berlusconi fa bene a cercare di salvare il soldato Veltroni. L’Italia vuole il bipartitismo. <br />
Guai se dallo sfascio del Pd tornasse il festival dei nanetti. <br />
Però Veltroni si sta facendo fagocitare da Di Pietro e mi lascia allibito».
<br />
<b>Facendo il portavoce hai messo una pietra sopra a ogni velleità di critica. Zitto e cuccia per cinque anni?</b><br />
«Spero, nel mio piccolo, di favorire la maggioranza dicendo cose utili, liberali, non scontate».<br />
<b>Qual è il tuo futuro, giovanotto?</b>
«Ho scommesso sul Pdl. Se va bene, magari, mi sposo».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=IF9R0">Il Giornale - Giancarlo Perna</a>Marco PANNELLA: I voti che mancano a Rutelli sono quel 5% di elettorato che ha fatto l'Italia dei Valori2008-04-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332228Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
Nella ricerca dei 'colpevoli' del mancato successo di Francesco Rutelli a sindaco di Roma, compaiono inaspettatamente gli elettori vicini all'Idv, la formazione di Antonio Di Pietro alleata del Partito Democratico. <br />
"Esiste forse un elettore in buona fede dell'Idv che tra Alemanno e Rutelli ha scelto Rutelli?", è l'interrogativo sarcastico e retorico che si è posto Marco Pannella nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio per illustrare la "grande occasione storica" dell'Assemblea dei Mille che inizia venerdì alla presenza del presidente del Consiglio in carica Romano Prodi e si conclude domenica 4 maggio.<br />
"A conti fatti i voti che mancano a Rutelli - aggiunge Pannella - sono quel 5% di elettorato che ha fatto l'Italia dei Valori".<br />
Il leader storico dei Radicali ne è così convinto da aggiungere: "Le cose sono più semplici di quel che appaiono". <br />
L'alleanza fatta dal Pd di Veltroni con l'Idv di Di Pietro ha sancito, secondo Pannella, il prevalere di una linea giustizialista su una linea liberale e garantista.<br />
Ma perché gli elettori dell'Idv avrebbero votato Alemanno? "Per una scelta antropologica, non per slealtà ma per limpidità", osserva il leader dei Radicali.<br />
Insomma, la responsabilità di tutto ciò è del Pd che "ha puntato su questa immagine, ha fatto la scelta provocatoria - insite Pannella - di una alleanza con i giustizialismi anzichè con il garantismo del movimento liberale e socialista".<br />
Una grande occasione per discutere "alla luce del sole" quanto prodotto dai risultati delle elezioni del 13 e 14 aprile nonché dei ballottaggi del 27 e 28, tra i quali ha colpito molto la sconfitta di Francesco Rutelli a Roma.<br />
Così il leader dei radicali Marco Pannella, insieme a Emma Bonino e a Mauro Del Bue, ha presentato l'Assemblea dei Mille, chiamando a viva voce, dopo l'assenso avuto da Romano Prodi, l'ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti, e anche Giuliano Amato.<br />
"Perché non ti affacci, Fausto?" ha chiesto provocatoriamente Pannella, come a dire "non perdere questa occasione".<br />
Intanto arriva a Pannella l'adesione dell'ex senatore di Rifondazione Comunista Salvatore Bonadonna, per il quale "tra chi cerca e chi ha certezze precostituite, io - annuncia Bonadonna - preferisco la ricerca, preferisco fare ricerca, indagare come si è trasformata la società e la cultura politica di questo Paese".<br />
Ci saranno anche Cesare Salvi e Pietro Folena, entrambi della Sinistra Arcobaleno, ma hanno assicurato la loro presenza esponenti del Pd come Ignazio Marino e Luigi Manconi, e della stessa Pdl che ha vinto le elezioni, come Maurizio Sacconi. <br />
"Discuteremo tutti apertamente alla luce del sole, ognuno ha di che dire, del suo da fare", ha aggiunto Pannella, dopo aver messo in rilievo come dalle elezioni del 13 e 14 aprile sia scaturito un "processo di crisi" dell'assetto istituzionale del Paese.<br />
"Nonostante ciò, nonostante siano scomparse 7-8 forze politiche - ha osservato Pannella, - noi siamo ancora qua".<br />
La presenza di Prodi a Chianciano è segno "dell'importanza e del rilievo politico" che sta assumendo l'Assemblea dei Mille.<br />
Ma il leader radicale ci tiene a rimarcare che "da 54 anni siamo vivi, sempre in crisi ma le cose sono due: o la crisi non c'è, altrimenti saremmo morti, oppure la crisi diventa ogni volta sempre di crescita".<br />
Per questo il richiamo a Fausto Bertinotti e Giuliano Amato cresce d'intensità.<br />
Il leader dei radicali riserva le sue ultime stoccate al Partito democratico e a Walter Veltroni.<br />
"Sta a loro o ad esso rispondere alla nostra richiesta - conclude Pannella, - che sia federazione, confederazione o coordinamento a noi poco importa: ci interessa una risposta alla nostra proposta di un gruppo autonomo dentro il Pd".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=121546">radicali.it</a>Massimo Cacciari: Gianni è un uomo intelligente. Walter? Ora sparisca la sua Festa del cinema. - Intervista2008-04-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332127Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Venezia (VE) (Partito: DL) <br/><br/><br />
<b>Ha visto il risultato romano, Massimo Cacciari?</b><br />
«Sconfitta pesante. Dura. Non solo per Francesco Rutelli ma anche per tutto il Partito democratico».<br />
<b>Cosa non ha funzionato?</b><br />
«Rutelli ha incarnato il vecchio che tornava.<br />
Non solo, ma nella sua campagna elettorale ha pesato enormemente l’impossibilità di distinguersi dal governo Prodi e, dalla precedente amministrazione capitolina.<br />
Nemmeno un minimo di margine per presentarsi come "il nuovo"».<br />
<b>Ma anche lei si è ripresentato...</b> <br />
«Sì. Ma ho rotto vecchi equilibri.<br />
E per paradosso sono stato percepito come "il nuovo"». <br />
<b>Così «il nuovo» a Roma è stato Gianni Alemanno.</b><br />
«Esatto. Il nuovo è stato Alemanno. <br />
Dalle sue parti ha vinto anche una campagna elettorale condotta con grande forza e con straordinaria penetrazione nel territorio». <br />
<b>Formula efficace...</b> <br />
«Oh, mamma mia, se è stata efficace. Hanno lavorato casa per casa convincendo la gente che con Alemanno la gente sarebbe stata ascoltata di più.<br />
Per esempio sulla sicurezza». <br />
<b>C’è chi dice che Veltroni avrebbe prodotto troppe feste del cinema e poca attenzione alle periferie...</b> <br />
«Ehhh... C’è del vero, temo.<br />
Per carattere rifuggo da ogni cerimonia, figuriamoci le feste.<br />
Ma si è troppo enfatizzato su questa storia della grande immagine internazionale di Roma... <br />
Per mesi si è parlato del modello Roma, modello Roma... <br />
E poi la nuova Roma, la Roma capitale. Forse tutto questo ha irritato i settori più popolari. <br />
E mancata la dovuta attenzione ai problemi dei ceti più poveri che hanno finito per essere inclini alle sirene più demagogiche».<br />
<b>Il centrosinistra ha insomma dimenticato i romani poveri?</b><br />
«Esattamente. E tanta insistenza sull’immagine internazionale della città non ha giovato, anzi ha aggravato i problemi». <br />
<b>La leadership di Veltroni nel Pd sarà in discussione?</b> <br />
«Questa sconfitta è un fatto gravissimo per il Pd.<br />
Ci sarà chi ora discuterà la giusta decisione di Walter di correre da solo alle elezioni, di lasciare da parte le sinistre arcobaleno...». <br />
<b>Lei dice «giusta decisione». Contestare Veltroni sarebbe un errore?</b> <br />
«Sarebbe da irresponsabili. Ma temo che qualcuno lo farà.<br />
A pensar male, si sa, non si sbaglia mai».<br />
<b>Lei è un nemico della Festa del cinema di Roma in nome del marchio dell’antica Mostra veneziana.<br />
Si augura la fine della Festa romana?</b>
«Non so se andrà così... certo che se Alemanno dovesse abolirla, sarei contentissimo per il festival di Venezia!<br />
Scherzi a parte, avrei ceduto un pezzo di Venezia pur di non far perdere le elezioni a Rutelli».<br />
<b>Alemanno, per qualcuno nel centrosinistra rappresenta un allarme democratico. La pensa così?</b> <br />
«Ma smettiamola, per favore, con queste demonizzazioni.<br />
Piantiamola con lo schema: vince un uomo Pd e arriva un comunista, vince qualcuno del Pdl ed ecco il fascista.<br />
Alemanno è un politico intelligente.<br />
Viene dalla destra sociale dell’antico Msi, non dalla destra di governo almirantiana.<br />
Certo sarà un governo molto diverso. Ci sarà grande attenzione al tema della sicurezza. Piuttosto l’allarme è suonato per il Pd.<br />
Ora occorre elaborare il lutto, analizzare la sconfitta.<br />
Può essere una lezione salutare per capire come ci si debba muovere in futuro».
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=HXQ40">Corriere della Sera - Paolo Conti</a>Giovanni ALEMANNO: «Roma volta pagina: oggi è crollato un sistema di potere» - Intervista2008-04-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332126Alla data della dichiarazione: Deputato- Sindaco Comune Roma (RM) (Partito: PdL) - Consigliere Consiglio Comunale Roma (RM) (Lista di elezione: PdL) <br/><br/><br />
Nel giorno della vittoria incredibile lo accolgono come un eroe all’assemblea dei deputati e dei senatori di centrodestra, al cinema Capranica.<br />
<b>Gianni Alemanno</b> ci arriva da neosindaco, carico di adrenalina, ma anche sorridente, scaramantico quando rifiuta la fascia tricolore che gli vuole regalare Gabriella Carlucci («e no, aspetto quella vera!»), incassa e riferisce di due battute memorabili che sdrammatizzano il clima para-apologetico.<br />
La prima quella di <b>Maurizio Gasparri</b>: «A Gianni! Stasera volevo tornà con la metro C, l’hai finita o no? Basta con le promesse elettorali».<br />
La seconda, quella surreale di <b>Umberto Bossi</b>: «Ueh, adesso che hai vinto devi espellere tutti, a partire dai romani».Eppure, Alemanno sembra molto sereno, molto pacato, quando spiegala sua campagna elettorale resta con i piedi a terra.<br /><br />
<b>Lei ha iniziato con tre dediche-simbolo. <br />
La prima, quella al marito della signora Reggiani, vittima dell’insicurezza a Roma.</b> <br />
«Sì, perché quella morte ha rotto l’immagine artefatta e non vera del tutto mediatica, di una capitale sicura. <br />
Roma non lo era, e purtroppo qualcuno ha pagato con la vita per questo inganno». <br />
<b>La sicurezza è stato il suo cavallo di battaglia. Anche violando il politicamente corretto, è così?</b> <br />
«Sono stato molto fermo, e molto netto. Ma ci tengo a dire che mai, nemmeno una volta, ho pronunciato una parola di odio, di demagogia, di xenofobia, di intolleranza».<br />
<b>I suoi avversari non la pensano come lei.</b><br />
«Però siamo arrivati al paradosso che nel duello con Rutelli lui additava i romeni alla pubblica opinione, mentre io non ho mai fatto nessuna discriminazione.<br />
Ho sempre detto che volevo perseguire quelli che delinquevano».<br />
<b>La seconda dedica, a Tony Augello, consigliere di opposizione del vostro partito.</b><br />
«Sì, è una figura quasi mitica dell’Msi e di An a Roma. Uno che ha fatto l’opposizione a Rutelli quando sembrava invincibile, uno che ha fatto politica anche quando, malato di cancro, non aveva più nemmeno un capello in testa e solo un filo di voce». <br />
<b>A questo Giornale lei ha ricordato anche il modello di un sindaco rosso, Luigi Petroselli.</b><br />
«Sì, era un modo per dire che preferivo l’immagine del sindaco che controlla i cantieri e sta per strada, a quello dei burocrati che stanno chiusi nel loro uffici o presi solo dai grandi eventi, incapaci di capire i piccoli grandi problemi di una città».<br />
<b>Mi faccia un esempio.</b><br />
«Le cito una delle tante periferie che ho visitato, Torre Vecchia, dove dall’alto, come spesso faceva quest’amminsitrazione, avevano inventato un senso unico folle, per cui, per percorrere cento metri in una direzione, bisognava fare quattro chilometri in quella opposta».
<br />
<b>Abolirà subito quel senso unico?</b><br />
«Ovviamente sì, ma per evitare che succeda ancora, penso al modello di una città partecipativa, in cui si consultano i cittadini».<br />
<b>Lei ha aperto la campagna in periferia, a Corviale, e l’ha chiusa a Torbellamonaca.</b> <br />
«Sì, a Corviale c’erano mille persone, che sembrano poche, se si pensa che con noi c’era Berlusconi, ma che sono tantissime, se si pensa che lì manifestazioni politiche non ce ne sono mai».<br />
<b>Vuol dire che non è stato un insuccesso?</b> <br />
«Al contrario. Erano tutte persone vere. <br />
La sinistra preferiva riempire qualche teatro del centro, ma poi quando hanno capito che noi lì c’eravamo, che eravamo entrati in contatto con un pezzo di popolo, hanno provato a recuperare chiudendo a Torpignattara». <br />
<b>Le piace questa sfida nelle periferie?</b> <br />
«Sì, e non solo perché l’abbiamo vinta noi. Ma perché quello è un laboratorio fantastico per la nostra idea di destra sociale.<br />
Nel nome del nostro partito, c’è l’idea di popolo, che non è sottoproletariato, ma questa meravigliosa comunità che ha ancora entusiasmo e speranze».<br />
<b>La terza dedica, quella ai voti che lei definisce «trasversali».</b> <br />
«Beh, non ci sono dubbi. Molti che hanno dato il voto al candidato del centrosinistra alla Provincia, Zingaretti, nello stesso giorno hanno votato per me.<br />
Quindi, anche molti elettori di centrosinistra ci hanno dato fiducia». <br />
<b>Come se lo spiega?</b><br />
«Perché eravamo noi il cambiamento. <br />
E perché perfino Zingaretti è stato percepito come una discontinuità rispetto a quel blocco di potere che governava Roma dal 1993».<br />
<b>Cosa pensa oggi della candidatura di Rutelli?</b> <br />
«Quello che pensavo prima di vincere, e cioè che fosse profondamente sbagliata.<br />
Un atto di presunzione, una imposizione alla città calata dall’alto e segnata da quella presunzione elitaria che la sinistra a volte ha, e che qui a Roma raggiungeva il suo massimo».<br />
<b>Ha temuto quando vedeva che Rutelli provava a scavalcarla a destra?</b><br />
«Assolutamente no. Io sono andato nella moschea, sono andato nella sinagoga, ho dialogato con tutti.<br />
Non mi sono fatto rinchiudere in uno stereotipo e penso che Rutelli abbia perso quando ha fatto questo errore».<br />
<b>Che cosa ha pensato il giorno in cui lo ha sentito dire a Uno Mattina che c’erano dei «sospetti» sudi lei nell’inchiesta per lo stupro della studentessa del Lesotho?</b><br />
«È stata una delle giornate più brutte della mia vita. <br />
Quel modo di fare politica mi faceva schifo, avremmo perfino potuto fare dei contromanifesti, che so, tappezzare Roma con i manifesti di Rutelli e Cicciolina. Ma non ho voluto».<br />
<b>Perché?</b> <br />
«Perché quel tentativo di Rutelli, in fondo, era un grande segnale di debolezza, e la perdita di ogni freno inibitore e di ogni codice di convivenza civile di fronte al potere che svaniva».<br />
<b>
Non le ha fatto perdere voti?</b><br />
«Caso mai me li ha fatti guadagnare.<br />
È finita la politica degli scheletri negli armadi, delle storie private, deformate, distorte e gettate in faccia alle persone come un’ingiuria». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=HXPT0">Il Giornale - Luca Telese</a>SERGIO CHIAMPARINO: “Non siamo credibili sulla sicurezza e la gente voleva punire chi ha governato" - Intervista2008-04-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332125Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Torino (TO) (Partito: PD) <br/><br/><br />
<b>«L’unica cosa che riesco a vedere nella sconfitta di Roma è l’effetto onda lunga delle elezioni. Uno tsunami che ha penalizzato il Pd dove lo scontro è radicalizzato più a livello politico che amministrativo, come nella Capitale».</b><br />
Secondo Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, Francesco Rutelli ha pagato più degli altri candidati arrivati al ballottaggio la sconfitta di Veltroni alle politiche.<br />
<b>Signor sindaco, Rutelli è convinto che il tema sicurezza, strumentalizzato, sia stato uno dei motivi principali della débacle. È una questione su cui il Pd non riesce a competere sul Pdl?</b> <br />
«La sicurezza più che un tema strumentalizzato è un tema molto sentito dalla gente. Il Pd non è considerato credibile su questo fronte.<br />
Anche perché la credibilità non si costruisce con due interviste a Ballarò e una a Porta a Porta, nel giro di una settimana. <br />
La si conquista sul campo con parole, fatti e progetti. Non con idee lanciate all’ultimo sulla scorta dell’emergenza».<br />
<b>Si riferisce ai braccialetti anti-stupro per le donne?</b><br />
«A quello come a chi nel Pd ha scoperto le ronde. Non sono queste le risposte che la gente si attende da noi.<br />
Si tratta di idee che semplificano solo le questioni e che appartengono al centrodestra.<br />
Da noi i cittadini si aspettano messaggi diversi e rassicuranti, altrimenti tra l’originale e la brutta copia si sceglierà sempre l’originale».<br />
<b>
Sulla sicurezza il centrodestra è più credibile?</b><br />
«E’ sempre stato un tema-bandiera ed è una questione su cui hanno storicamente appeal.<br />
Il centrosinistra, invece, è rimasto indietro.<br />
Questo non vuol dire che ciò che propongono Pdl e Lega sia la soluzione giusta.<br />
Se non sbaglio la legge vigente sull’immigrazione è la Bossi-Fini.<br />
Quindi se c’è una criticità sull’immigrazione non si può non imputare a quella legge che, all’inizio, è stata pure gestita dal governo Berlusconi.<br />
La ricetta proposta non ha funzionato».<br />
<b>Rutelli non è riuscito a capitalizzare quello che ha fatto l’ex sindaco Veltroni?</b><br />
«Mi sembra che di cose a Roma in questi ultimi sette anni se ne siano fatte, ad iniziare dalle opere pubbliche.<br />
La capitale è una città particolare, sottoposta a sollecitazioni estreme, dai flussi turistici a quelli dei pendolari. <br />
Forse bisogna guardare di più l’ordinario rispetto allo straordinario, a partire dalla manutenzione: ha un peso sicuramente più importante se confrontato con le altre città. <br />
Ma sono convinto che Rutelli abbia perso non per questioni amministrative ma per la voglia della gente di posizionarsi contro chi ha governato».<br />
<b>Che lezione trae dalla sconfitta di Roma?</b> <br />
«Non bisogna fare l’errore di sentirsi sicuro. Ma le sconfitte sono anche una grande opportunità. <br />
Ho imparato molto quando sono stato battuto da Meluzzi, all’epoca di Forza Italia, in un collegio definito sicuro come quello di Mirafiori».<br />
<b>La disfatta di Rutelli che effetti avrà sul Pd?</b><br />
«Non farà bene. Si tratta di un leader che ha creduto in questo progetto, che si è battuto per le primarie e per la costruzione di un nuovo soggetto.<br />
Un leader sconfitto. La situazione si complica». <br />
<b>Si rimetterà tutto in discussione?</b><br />
«Guai. So che all’interno del partito c’è chi vorrebbe fare un passo indietro, magari riprendendo in mano le bandiere rosse, ma sarebbe un male.<br />
Anche perché il Pd non si è identificato e non si identifica con Roma e perché alle elezioni ha comunque raccolto un consenso che rappresenta una buona base da cui partire. <br />
L’importante è fare i passi giusti». <br />
<b>Quali sono?</b><br />
«Sbagliato avviare una resa dei conti che rischia solo di lacerare il partito. <br />
Giusta, invece, una discussione che porti alla ricostruzione della classe dirigente dove non si vedano i soliti volti.<br />
Accanto ai riferimenti storici bisogna inserire segnali di novità». <br />
<b>Un nuovo comitato dei 45?</b> <br />
«No, lasciamo perdere quell’esperienza. Non rifacciamo il comitato dei 45, un organismo centellinato con il bilancino dei farmacisti per dare un posto a tutti i gruppi e sottogruppi.<br />
Abbiamo degli organi di partito, facciamoli funzionare, cerchiamo di sentire cosa vuole il territorio, senza pensare al Pd del Nord o al Pd del Sud, anche queste sarebbero brutte copie di cose che già esistono».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=HXPXL">La Repubblica - Diego Longhin</a>Nicola ZINGARETTI: "Si chiude un ciclo dopo quindici anni a me consensi anche dalla destra moderata" - Intervista2008-04-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332124Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: Gruppo socialista al Parlamento europeo) <br/><br/><br />
<b>Nicola Zingaretti, in quanto neoeletto presidente alla Provincia di Roma, che cosa pensa della sconfitta di Francesco Rutelli nella corsa al Campidoglio?</b> <br />
«Francesco ha combattuto con coraggio una battaglia difficile. Tuttavia è evidente che dopo 15 anni di buon governo della città si chiude un ciclo. Siamo forti e pronti per affrontare con lealtà questa sfida e ripartire con vigore».<br />
<b>Lei ha avuto nel Comune di Roma oltre 50 mila voti in più di Rutelli. Come lo spiega?</b> <br />
«Leggendo i dati mi rendo conto che siamo stati votati anche dal centrodestra moderato che al Comune ha scelto Alemanno, ma alla Provincia ha dato fiducia a me. Il quadro è chiaro: Alemanno ha preso 783 mila voti, Antoniozzi 703 mila, io oltre 730 mila».<br />
<b>Un voto disgiunto tra Comune e Provincia. Si potrebbe anche ipotizzare però che non tutti i voti del centrosinistra dati a lei sono anche arrivati anche a Rutelli. <br />
Se così fosse stato, il risultato avrebbe potuto essere diverso?</b> <br />
«A questo non so rispondere».<br />
<b>L’elezione a presidente della Provincia è stata difficile: al primo turno quasi dieci punti di vantaggio sull’avversario e poi al ballottaggio la vittoria con poco più del 51 per cento...</b> <br />
«Il risultato è straordinario. Abbiamo ottenuto nuovamente oltre un milione di voti. <br />
Per la prima volta un voto omogeneo, abbiamo vinto infatti in città e nella stragrande maggioranza dei 120 comuni della provincia.<br />
Oltretutto con risultati davvero importanti. Inoltre sono molto contento perché a guardar bene i dati emerge che abbiamo conquistato una parte importante di voto del centrodestra». <br />
<b>C’è stato un buon risultato in molte città della provincia.</b><br />
«E’ vero, in alcuni comuni è andata benissimo, penso a Civitavecchia, Ardea oppure alla vittoria anche con l’elezione dei sindaci a Velletri o Nettuno».<br />
<b>Lei si troverà a capo di un ente che tutti vogliono sopprimere.</b> <br />
«Sono d’accordo con la necessità di dare vita alla città metropolitana con l’obiettivo di dare maggiore integrazione e maggiori poteri ad un nuovo ente di area vasta.<br />
Spingerò per la grande riforma ma prima di essa è un dovere morale far funzionare bene le istituzioni che già ci sono».<br />
<b>Ora lei dovrà governare senza l’appoggio politico del Campidoglio. Crede che sarà molto penalizzante?</b><br />
«Per quanto mi riguarda ci sarà una piena collaborazione con Alemanno. Anche lui ha assicurato, quando ci siamo sentiti. che lavoreremo insieme. <br />
Questo per il bene di Roma e della Provincia». <br />
<b>Quale è il suo obiettivo futuro?</b><br />
«Io credo che ora dobbiamo dare forza ad una nuova generazione che ho sentito vicina e che sarà protagonista del nuovo ciclo riformista che vogliamo aprire a Roma.<br />
Avverto una grande responsabilità, so di aver vicino in questa missione tantissime forze, a cominciare da Goffredo Bettini, una persona straordinaria, che mi spinge ad andare avanti e che come al solito mi è stato accanto in questi mesi».
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=HXPWP">La Repubblica - Anna Maria Liguori</a>Paolo GUZZANTI: Casca anche Rutelli l’ultimo birillo.2008-04-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332123Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
<b>Ciò che li ha ammazzati è la presunzione degli intellettuali, la spocchia degli intellettuali, l’arroganza, l’ignoranza degli intellettuali.</b> <br />
Guardi Rutelli, guardi Veltroni e che vedi? Scatole vuote.<br />
Magari dici: simpatici. Belle frequentazioni, bella cravatta, belle case, bel quadro. <br />
Intorno a loro le corti dei pezzenti in cerca di consulenze per cui Rutelli è stato condannato a un risarcimento miliardario.<br />
Corti di psichiatri strademocratici, attricette, venditori di fumo, di musiche copiate, di rap copiati, di film orecchiati, tutti a masticare l’inglese che non sanno, ad alludere alle allusioni degli altri, <b>ad obamare gli Obama degli altri</b><br />
<b>Roma è caduta. Ma non in mano ai barbari. Roma è caduta in mano ai romani.</b> <br />
Quando cadde in mano ai lanzichenecchi nel 1527 e fu messa a sacco, il Conestabile Borbone perse la testa che gli portò via con una archibugiata Benvenuto Cellini artista criminale come Caravaggio, detenuto in Castello.<br />
Ma quando Roma cadde in mano alle sinistre l’intimidazione intellettuale fu tale che nessuno osò prendere, metaforicamente parlando, alcun archibugio, perché uno dei più pregiati e anche socchiusi intellettuali, l’<b>Argan</b> storico dell’arte, fu insediato in Campidoglio con la sua aria cattivissima di chi soffre di una digestione perennemente irrisolta.<br /><br />
Fu una decisione, allora «del partito», e quando si diceva «il partito» si intendeva «quel partito» e cioè proprio «il» partito, che infatti subito dopo mise a sindaco di Roma l’iracondo, furibondo, odiosissimo Luigi Petroselli che morì d’infarto essendo un fumatore alla turca e su di lui «il partito» creò l’aura del martirio.<br />
Petroselli era morto come se l’avessero ucciso. Poi ci fu Ugo Vetere, meno charmant, ma un piccolo Breznev, per così dire, una parentesi di piccoli imperatori della decadenza che si succedevano disordinatamente e senza lasciar traccia fino alla diarchia Rutelli-Veltroni, Bibì e Bibò, il piacione e il kennediano, l’uno uscito dai lombi di Marco Pannella, l’altro dalla sua storia ben costruita che sappiamo, in un mondo di figurine, panini, chewingum, film, videocassette, libri allegati come gadget.<br />
Sotto le apparenze, nulla. O quasi. Poiché viaggiamo tutti, sappiamo che cosa voglia dire una grande capitale europea: Londra, Barcellona, Parigi, Berlino, Vienna.<br />
Guardate Roma che è Roma, con il tesoro, il prestigio, la potenzialità come si dice oggi.<br />
Che cosa ne hanno fatto? Nulla. Baldorie, carnevali, maratone, estati strillate, concerti rock: una città negata a chi ha superato i sessanta anni e non sa che farsene, di maratone e concerti rock.<br />
Una città in cui se hai bambini piccoli, puoi anche spararti, fatte salve alcune piccole isole di proporzioni minuscole rispetto alla città.<br />
Ieri la caduta della capitale è venuta dal popolo acquartierato fuori dal Campidoglio.<br />
Con Alemanno c’era Benvenuto Cellini e con Rutelli il Conestabile di Borbone coi suoi Lanzi, quelli della peste.<br />
I lanzi dei giorni nostri sono la massa dei disgraziati brutti sporchi e cattivi dell’emigrazione clandestina e sregolata che hanno sparso la nuova peste che è la paura. <br />
Roma non conosceva la paura. Ora la conosce. Oltre la paura, l’oltraggio.<br />
Gli intellettuali schizzinosi, rognosi, superciliosi, gli intellettuali da operetta e da column al veleno hanno osato dare del razzista a chi ha preso la peste della paura.<br />
Se le ragazzine hanno paura di essere stuprate a mezzogiorno uscendo da scuola, sono razziste.<br />
Se le madri e i padri sono incazzati, sono razzisti.<br />
Se gli ultimi gravissimi episodi di violenza spargono peste e paura, allora vuol dire che le vittime sono razziste.<br />
Anzi, fasciste. Abbiamo letto di Valentino Parlato che di Alemanno, giura, sente «il puzzo».<br />
Non «la» puzza, ma «il» puzzo, che è più ideologico, più infamante. <br />
Sono finiti nella discarica, questo è certo.<br />
Ma è anche certo che ci sono finiti da soli. <br />
È come la fine dei dinosauri comunisti che il 13 aprile sono stati ammazzati dal meteorite e si sono estinti. <br />
Bum, ciao. Rifondaroli, neo, post, quasi, comunisti: bianche ossa. Qualche zanna, molte creste. <br />
E così <b>quelli del loft</b>. Già gente che chiama loft l’ufficio è così provinciale, così infantile, così al secondo anno di architettura, così appena tornata da Soho, che bisognerebbe solo per questo mandarla a pedate a studiare e anche a lavorare in una officina meccanica, magari alla fresa o reparto scocche. <br />
Loft. Comunque si sono estinti anche loro. Gli obesi di cultura imparaticchia, orecchiuta e orecchiata, malappresa.<br />
Tutti a toccarsi le palle fino a farsele cadere per terra e poi tutti in ginocchio a ritrovare ciascuno le proprie. <br />
Inutile. La scaramanzia non ha funzionato. Benvenuto Cellini con un colpo di archibugio a uno, una spingardada all’altro, ha portato via a chi la cravatta e, a chi ce l’aveva, la testa. <br />
A sera ieri sul Campidoglio garrivano, ovvero sventolavano con molta allegria, le bandiere tricolori di fronte alla copia quasi perfetta del Marc’Aurelio che non è più quello originale, perché quello gli architetti l’hanno messo sotto chiave.<br />
Noi romani usiamo – usavamo – dire di una persona che rivela lati oscuri e obliqui: «Scopre in oro come il cavallo di Marc’Aurelio». <br />
Adesso quello che ci hanno messo è di plastica, ma la banda dei lanzi che è stata cacciata ha seguitato a scoprire in oro lo stesso fino alla fine.<br />
Loro agivano così: in pubblico mandavano Veltroni, o Rutelli, che ci capivano una cippa e si vedeva, ma che avevano alle spalle «il partito». <br />
Loro cantavano, gorgheggiavano, vestivano, spendevano i soldi degli altri, apparivano. <br />
E dietro di loro «il partito» muoveva i suoi cingoli, i suoi assessori, le sue macchine amministrative. Una armata rossa micidiale, implacabile, vecchia, priva di fantasia, lontana anni luce dalle capacità gestionali che si richiedono per una moderna capitale.<br />
Ma si trattava appunto del feudo del «partito». <b>Il «partito» era e restava il partito indipendentemente dal nome. Chi se ne frega se si chiama oggi Pci, o Pds, o Ds, o Ulivo, o Pd.</b><br />
Quelli si svegliavano la mattina e guardavano il meteo: come ci chiamiamo oggi? Regolavano l’orologio e andavano avanti.<br />
Il popolo romano è un popolo sanguigno. Quello fiorentino sa essere feroce però è infiocchettato, quello napoletano è spagnolesco anche quando ti taglia la gola, i romani sono più gente da Castello con l’archibugione. <br />
Chiamano capitan Alemanno che è un tipo freddo, tranquillo, uno che parla poco e prende la mira giusta e quello fa aggiustare la mira.<br />
Il popolo di Roma ci mette polvere e palla e il resto è fatto.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=HXPLU">Il Giornale</a>ACHILLE VARIATI: Variati nuovo sindaco di Vicenza: «Premiato perchè sto in mezzo alla gente» - Intervista2008-04-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332097Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Veneto (Gruppo: L' Ulivo) <br/><br/><br />
Raggiungiamo Achille Variati, neo sindaco di Vicenza, mentre festeggia in piazza dei Signori, in un happening di sostenitori, amici, cittadini che ha preso il via spontaneamente, non appena è stato certo che il candidato del Partito Democratico aveva surclassato Lia Sartori.<br />
Una competizione combattuta fino all’ultimo, coraggiosamente, che ha portato a Variati il 50,48% dei consensi contro il 49,52% della candidata di Pdl e Lega.<br />
Un risultato forse inaspettato, che premia il forte radicamento della figura di Variati nella città berica.<br />
<b>Sindaco Variati, erano pochi gli osservatori esterni che scommettevano sulla sua vittoria, vista da che parte tirava il vento delle Politiche.
Lei se l’aspettava di vincere?</b><br />
Noi eravamo ottimisti, ci speravamo. Abbiamo fatto una campagna elettorale molto aggressiva, con una comunicazione originale.<br />
Abbiamo corso per vincere, non per fare testimonianza.<br />
<b>La vittoria di Variati – ha detto il segretario Paolo Giaretta – testimonia che il centrosinistra può vincere anche in Veneto.<br />
Qual è stata la sua ricetta vincente?</b> <br />
Nel momento in cui il vento soffiava in direzione diversa, a Vicenza si è rivelata vincente la scelta di parlare alla gente dei problemi della città, di offrire delle soluzioni concrete e credibili, di presentarsi come candidato sindaco dei cittadino, non di uno schieramento politico, l’opposto di quello che ha fatto Lia Sartori, che si è presentata come candidata del centrodestra.<br />
La gente aveva bisogno di un sindaco, vicentino, che può salutare per strada, chiamandolo per nome.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocraticoveneto.org/dett_news.asp?ID=281">partitodemocraticoveneto.org</a>Paolo GIARETTA: «Grande soddisfazione per la vittoria elettorale di Variati a Vicenza»2008-04-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332096Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: L' Ulivo) <br/><br/><br />
«La vittoria elettorale di Achille Variati a Vicenza testimonia che le battaglie vanno combattute fino in fondo e che il Partito Democratico può vincere, anche in Veneto.»<br />
Lo afferma il segretario regionale del PD veneto Paolo Giaretta, visibilmente soddisfatto per il risultato del ballottaggio tra Variati e Sartori nella città berica.<br />
«Al progetto di rilancio di Vicenza interpretato da Variati – continua Giaretta - pur contro ogni ragionevole previsione (ma la passione e la credibilità dei candidati supera anche le ragionevoli previsioni!), ci ha creduto il candidato sindaco, ci hanno creduto le liste, ci hanno creduto i cittadini, che hanno scelto il rinnovamento, e ci ho creduto anch’io e sono contento di averci creduto.»<br />
«Questo risultato, conferma ancora una volta che dove è radicato e credibile il centrosinistra incontra la fiducia dei cittadini. Auguro all’amico Achille un buon lavoro» conclude il leader del PD veneto.
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<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocraticoveneto.org/dett_news.asp?ID=280">partitodemocraticoveneto.org</a>Francesco RUTELLI: Incasso la sconfitta ringraziando i miei elettori.2008-04-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332094Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: L' Ulivo) - Vicepres. del Consiglio (Partito: DL) - Ministro Beni e Attività Culturali (Partito: DL) <br/><br/><br />
“Le elezioni sono state vinte da Alemanno, cui ho telefonato e al quale ho rivolto i miei auguri sinceri nell’interesse della citta’”. <br />
E’ l’annuncio ufficiale che Francesco Rutelli non avrebbe mai voluto dare. Lo fa parlando nella sede del suo comitato elettorale, per la prima volta dopo la sconfitta alle elezioni per il sindaco di Roma.<br />
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“Ringrazio gli elettori che mi hanno votato, i militanti e i cittadini che hanno generosamente condotto questa campagna elettorale, al mio fianco”, le prime parole di Rutelli, accolto da un fragoroso e prolungato applauso nella sede del suo comitato elettorale.
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<br/>fonte: <a href="http://www.mondopoliticablog.com/2008/04/28/rutelli-incassa-la-sconfitta-ringraziando-i-suoi-elettori/">mondopoliticablog</a>Massimo Cacciari: A ROMA “GRAVISSIMA SCONFITTA”2008-04-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332092Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Venezia (VE) (Partito: DL) <br/><br/>Roma, 28 apr - <b>"E' una gravissima sconfitta,
valuteremo la differenza tra Comunali e Provinciali anche per
capire se vi è un'omogeneità di risultati.</b><br />
E' una sconfitta
della collocazione politica di Veltroni negli equilibri
nazionali.<br />
Il segretario del Pd ha dovuto giocare il ruolo del
perfetto continuatore, sia rispetto al governo Prodi sia
rispetto all'Amministrazione Veltroni.<br />
E per questo,
probabilmente, l'ha pagata cara". <br />
Il sindaco di Venezia, Massimo
Cacciari, intervistato dal quotidiano online Affaritaliani.it,
commenta così la sconfitta di Rutelli a Roma.<br />
"Fare una campagna
elettorale in difesa del passato è sempre più arduo che farla in
attacco, il Centrodestra ha condotto una vera e propria campagna
a Roma a favore di Alemanno".<br />
<b>Veltroni dovrebbe dimettersi?</b><br />
"Soltanto un pazzo potrebbe
chiedere a Veltroni gesti di questo tipo.<br />
Ma neanche la benché
minima autocritica. <br />
E' una cosa che razionalmente si poteva
mettere in conto. <br />
Si potrebbe discutere, invece, se Rutelli ha
fatto bene o male ad accettare la candidatura, visto che doveva
sobbarcarsi l'onere e l'onore di fare il difensore delle
precedenti amministrazioni romane e del governo Prodi, che non
mi pare sia stato molto apprezzato dagli elettori.<br />
Ci si può
chiedere se non era il caso di puntare su altri cavali, questo
sì.<br />
Ma né Rutelli né Veltroni hanno qualcosa da rimproverarsi".
<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.romacittaaperta.net/2008/04/28/politica-omniroma-amministrative-cacciari-gravissima-sconfitta/">Affaritaliani.it</a>Antonio DI PIETRO: CAMPIDOGLIO: CON ALEMANNO HA VINTO LA NOVITA'.2008-04-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332091Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) - Ministro Infrastrutture (Partito: IdV) <br/><br/><br />
Roma, 28 apr. - <b>"Piu' che una sconfitta del centrosinistra e' una vittoria della destra, lo dico con senso di rispetto verso gli elettori romani".</b><br />
Cosi' Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, ospite del programma 'Exit' in onda su LA7, commenta il successo di Gianni Alemanno nella corsa al Campidoglio. <br />
"Hanno fatto una scelta di campo - prosegue Di Pietro - hanno detto 'Vogliamo un'alternanza'.<br />
Io sono dell'Italia dei Valori e sono stato sconfitto alle politiche e anche a Roma perche' noi appoggiavamo Rutelli.<br />
Noi dell'IdV potremmo dire che abbiamo raddoppiato i consensi, ma non e' questo cio' che conta.<br />
Nella logica dell'alternanza il prodotto che offrono loro e' una novita' agli occhi degli elettori e come tale noi <b>affronteremo l'opposizione con senso di responsabilita' senza fare opposizione preconcetta"</b>.<br />
In particolare, riguardo alla sua opinione sul neo eletto sindaco di Roma, Antonio Di Pietro afferma: "Io ho lavorato bene con Alemanno, abbiamo fatto delle proposte insieme per le problematiche relative ai <b>costi della 'casta'</b>, agli sprechi della politica e anche in materia di giustizia.<br />
Io credo che quando siamo in Parlamento, finita la campagna elettorale, bisognerebbe prendere dei provvedimenti che servano ai cittadini, senza fare opposizione preconcetta".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.agi.it/ultime-notizie-page/200804282214-pol-rom1183-art.html">AGI</a>Nicola ZINGARETTI: DA PARTE MIA CI SARA' COLLABORAZIONE CON ALEMANNO2008-04-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332089Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: Gruppo socialista al Parlamento europeo) <br/><br/><br />
<b>Roma, 28 aprile - "Difendero' gli interessi generali, saro' il presidente di tutti. E con il sindaco Alemanno, da parte mia ci sara' collaborazione". <br />
E' quanto ha dichiarato il neo presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.</b>
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<br/>fonte: <a href="http://www.adnkronos.com/IGN/Politica/?id=1.0.2115865188">Adnkronos</a>Giovanni ALEMANNO: "SARO' IL SINDACO DI TUTTI ROMANI"2008-04-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332086Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: AN) <br/><br/><br />
<b>Gianni Alemanno è il nuovo sindaco di Roma.</b> <br />
Il candidato del Pdl vince con il 53,7%, mentre il candidato del centrosinistra Francesco Rutelli si è fermato al 46,3%. <br /><br />
E' questo il risultato che emerge dal voto per il ballottaggio alle elezioni comunali della Capitale.<br />
"E' una lunga battaglia che si conclude con una vittoria", é stato il primo commento dell'ormai sindaco in pectore Gianni Alemanno.<br />
<b>"Sarò il sindaco di tutti i romani.</b><br />
Il mio pensiero - ha aggiunto parlando nella sede del suo comitato elettorale - va anche a coloro che non mi hanno votato, una scelta che rispetto.<br />
Garantisco che sarò anche il loro sindaco, senza posizioni pregiudiziali". <br />
"Nella mia vita pubblica ho avuto molte soddisfazioni e successi. Oggi una sconfitta e una amarezza grande", sono state <b>le prime parole di Rutelli</b> che ha subito chiamato al telefono il suo avversario, facendogli gli auguri. <br />
"Elemento decisivo, sintesi della sfida, è stata - ha aggiunto Rutelli - la ventata della destra che per il Comune di Roma si è riassunta nella <b>questione sicurezza</b>.<br />
Ci sono state strumentalizzazioni, e anche pesanti, ma occorre riflettere molto seriamente sui limiti del centrosinistra in materia di sicurezza".<br />
Alemanno riesce così nella sfida che aveva mancato solo due anni fa contro Walter Veltroni.<br />
Allora il sindaco uscente si era attestato, al primo turno, al 61,4%, mentre Alemanno si era fermato al 37%.<br />
Per l'esponente del Pdl, tuttavia, la vittoria di oggi ha un significato più grande.<br />
"Si chiude una partita cominciata nel '93'', ha spiegato facendo riferimento alla sfida che allora vide Francesco Rutelli vittorioso, nella corsa al Campidoglio, contro Gianfranco Fini. <br />
"A Roma comincia una nuova fase - ha detto Alemanno - si volta pagina. <br />
Il sistema di potere che sembrava perfetto è crollato.<br />
Roma è una città fantastica, magnifica. Non ha vinto una sola parte di Roma ma tutta la citta". <br />
Al Comitato elettorale di Alemanno è subito cominciata la festa al grido di "Alemanno sindaco de Roma".<br />
Sono arrivati anche il leader di An Gianfranco Fini e Ignazio La Russa.<br />
Poi i sostenitori del candidato del Pdl hanno lasciato la sede del comitato, in via Salandra, vicino a via XX settembre, e in corteo si sono diretti a piazza del Campidoglio dove la festa è continuata, tra bandiere tricolore al grido di "Roma Libera".<br />
Un plauso ad Alemanno è arrivato anche dal leader del Pdl e premier in pectore Silvio <b>Berlusconi</b>.<br />
"Il mio primo pensiero di fronte alla storica vittoria di Alemanno, che per la prima volta porta il Popolo della Libertà alla guida della capitale d'Italia, è un grazie commosso ed entusiasta per gli elettori di Roma".<br />
"L'elezione di Alemanno - ha aggiunto il vice coordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto - è soprattutto la sconfitta politica di Veltroni e del suo 'modello Roma', oltre che la disfatta del sistema di potere guidato da Goffredo Bettini".<br />
"Il risultato per Roma è drammatico e ci preoccupa per il futuro della città.<br />
Esprimo la massima solidarietà a Rutelli, la responsabilità è comune e quindi è anche mia, ma è evidente che una grande responsabilità va alla strategia del Pd e a Veltroni", è stato invece il commento dell'ex segretario del Prc Franco Giordano.<br />
La Sinistra Arcobaleno ha sostenuto fin dal primo turno Rutelli, ma il suo apporto non è riuscito ad evitare la sconfitta.
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<br/>fonte: <a href="http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_69670918.html">ANSA - Elisabetta Rosati</a>VALTER VELTRONI: "A Roma sconfitta molto grave"2008-04-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332085<br />
<b>Quella di Roma, dove in Comune si è affermata la destra, è una sconfitta molto grave, molto pesante, che io non posso non sentire con particolare acutezza e amarezza personale e politica".</b><br />
Inizia così la dichiarazione del segretario del Pd, Walter Veltroni, quale primo commento a caldo sui risultati dei ballottaggi per il Comune di Roma, che consegnano la <b>vittoria a Gianni Alemanno</b>.<br /><br />
<b>"Da Rutelli lavoro generoso"</b> - "Voglio ringraziare Francesco Rutelli - prosegue Veltroni - per il suo lavoro generoso e per il suo impegno e il suo amore per la città. Sono contento, d'altra parte, per il successo ottenuto da Nicola Zingaretti, anche nel voto della Capitale". <br />
Aggiunge Veltroni: "i risultati complessivi dei ballottaggi confermano i problemi emersi nel voto politico nazionale.<br />
In diverse realtà del Nord, tra cui città importanti come Vicenza, Udine, Sondrio, i candidati sostenuti dal Pd hanno ottenuto importanti affermazioni strappando anche le amministrazioni al centrodestra.<br />
Buoni - prosegue ancora Veltroni - molti risultati nell'Italia centrale, come le affermazioni a Pisa e alla provincia di Massa.<br />
Più negativa la situazione in diverse aree del Mezzogiorno, con i risultati deludenti di comuni e province della Puglia, della Calabria e della Campania". <br /><br />
<b>"Aprire un dialogo con chi sta lontano"</b> <br />
Questo voto conferma gli elementi politici emersi dalle elezioni di due settimane fa: la necessità di raggiungere e aprire un vero dialogo con quella parte della società italiana che è rimasta ancora lontana, come la necessità di investire sempre di più sulla prospettiva del Pd - conclude Veltroni - soggetto indispensabile dell'opposizione e di un'alternativa di Governo".
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<br/>fonte: <a href="http://notizie.tiscali.it/speciali/elezioni2008/articoli/28/veltroni_sconfitta_grave_123.html">notizie.tiscali.it</a>Emma BONINO: Se Rutelli perde Walter rischia il posto.2008-04-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it331968Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: La rosa nel pugno) - Ministro Commercio internazionale, Politiche europee (Partito: RnP) <br/><br/><br />
«Non mi sorprende la scelta di Di Pietro sul cambio di opinione sul gruppo. Per quel che riguarda noi radicali, non abbiamo ancora avuto contatti con Veltroni e mi auguro che si trovi un momento di discussione.<br />
Quello che interessa è che la delegazione radicale sia messa in grado di esercitare il suo mandato». <br />
É l’opinione di Emma Bonino sulle vicissitudini che stanno segnando la nascita del gruppo del Pd e del rapporto con l’Idv. <br />
Che con il suo leader annuncia l’adesione all’iniziativa di Beppe Grillo: «Il 25 aprile -annuncia Di Pietro sarò a Milano per firmare i <b>tre referendum promossi da Grillo per una libera informazione».</b> <br /><br />
Anche per questo, tornando alla Bonino, l’esponente radicale afferma di trovare «sorprendente la risposta venuta dal loft sul fatto che l’accordo per un gruppo unico era nell’ottica di un governo comune in caso di vittoria delle elezioni - aggiunge la Bonino - ma posto che così non è andata, allora liberi tutti». <br />
«La cosa più utile su cui bisognerà discutere - spiega - sono gli strumenti di lavoro, incluso il regolamento del gruppo, il pluralismo e l’autonomia di iniziativa». <br /><br />
C’è poi l’analisi sullo scenario che si aprirebbe all’interno del Pd se dal <b>ballottaggio</b> venisse fuori una sconfitta per Rutelli.<br />
Pochi dubbi al riguardo per il ministro radicale: «Perdere Roma non aiuterebbe la posizione di Veltroni all’interno del Pd e aprirebbe altri ambiti di riflessione. <br />
Indubbiamente, non sarebbe una questione solamente amministrativa». <br />
Insomma, le conseguenze sarebbero a cascata, deflagranti: «Certamente, conclude la Bonino - perdere Roma non aiuterebbe Walter Veltroni a rimanere saldo in sella».
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<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=121055">Il Mattino</a>Francesco RUTELLI: IL GOVERNO BERLUSCONI E' RESPONSABILE DELLA SITUAZIONE.2008-04-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it331928Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: L' Ulivo) - Vicepres. del Consiglio (Partito: DL) - Ministro Beni e Attività Culturali (Partito: DL) <br/><br/><br />
<b> "Dobbiamo affrontare uniti il problema della sicurezza e non divisi per polemica o propaganda elettorale"</b> perche' all'origine del problema sicurezza ci sono i "quattro provvedimenti del governo Berlusconi di cui faceva parte Alemanno" sul libero accesso dei cittadini romeni in Italia, e il candidato sindaco del Pdl "dimostrerebbe molta piu' civilita' se si unisse a me nella lotta alla criminalita', senza fare una campagna di speculazione in queste ore difficili in cui si deve rispetto per le vittime del crimine". <br />
Cosi' il candidato sindaco Francesco Rutelli nel corso di una conferenza stampa sul tema della sicurezza che si e' tenuta oggi pomeriggio presso il suo comitato elettorale. Rutelli ha invitato il suo avversario a non "soffiare sul fuoco per raccogliere qualche voto in piu'", dal momento che "bisogna piuttosto dare prova di serieta' e correttezza".<br />
Secondo il candidato sindaco del centrosinistra 'per cercare di lucrare consensi la strumentalita' e' la peggiore risposta, se si vuole risolvere il problema: un atteggiamnto che non giovera' a chi lo cavalca' perche' "da questo emerge la poverta' di ricerca di soluzioni.<br />
Credo - conclude Rutelli - che la facile ricerca di consenso sara' un boomerang per il mio avversario".
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<br/>fonte: <a href="http://www.agi.it/news/notizie/200804201925-cro-rt11050-art.html">AGI</a>