Openpolis - Argomento: cambiamenti climaticihttps://www.openpolis.it/2016-11-19T00:00:00ZAlberto Suppa: Anche Suppa alla Conferenza ONU sul Clima2016-11-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it779686E' stata un'emozione unica perché i governi regionali hanno un ruolo fondamentale nel contrasto al cambiamento climatico: gli Stati stipulano gli accordi internazionali in campo climatico, ma tra il 50 e l'80% delle misure concrete vengono poi prese dai governi regionali e locali, che hanno molte leve decisionali in questi ambiti perché conoscono i propri territori e i propri sistemi economici. Il clima sta cambiando anche in Lombardia, ma la questione in realtà è economica: il ciclone che nel 2012 colpì lo Stato di New York si tradusse in una perdita netta del 5% del PIL statale. Come una crisi economica, provocata però da un evento atmosferico durato qualche ora. Anche per questi motivi il clima è un tema urgente da affrontare.<br/>fonte: <a href="https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10212438001521985&set=a.10209594562797794&type=3&theater">Il Cittadino Monza e Brianza</a>Pierantonio BELCARO: Settimana Europea dell'Energia Sostenibile 13-20 giugno 20162016-06-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it769312<br />
Dopo lʼAccordo stipulato a Parigi al termine della Conferenza sul Clima del dicembre 2015, ben 196 Paesi si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas climalteranti in atmosfera per contenere entro i 2 gradi Celsius lʼaumento della temperatura del pianeta, un fenomeno già in atto da tempo.
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In questa sfida lʼEuropa è in prima fila essendosi dotata di una normativa, il cosiddetto Pacchetto Clima-Energia, 20-20-20, che prevede di portare al 20% il peso dellʼenergia prodotta da fonti rinnovabili sul totale, di ridurre del 20% il consumo di energia aumentando lʼefficienza e di ridurre del 20% le emissioni in atmosfera entro il 2020. Eʼ inoltre in fase di definizione lʼaggiornamento al 2030 di questi obiettivi che sono stati proposti rispettivamente al 27-27-40.
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Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, indispensabili per la nostra sopravvivenza in condizioni accettabili, è necessario che gli sforzi delle istituzioni, delle aziende e dei cittadini siano convergenti.
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Per far questo le iniziative di sensibilizzazione, come la Settimana Europea dellʼEnergia Sostenibile che per la sesta volta lʼAssociazione NordEstSudOvest organizza nel nostro territorio confermandosi come il più importante ciclo di eventi in tutta Europa dopo quello di Bruxelles, sono occasioni importanti per conoscere la situazione attuale, valutare gli sviluppi futuri e capire come fare la nostra parte per la sostenibilità ambientale ed energetica.
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Costruiamo anche dal basso lʼUnione Europea dellʼEnergia!<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.nordestsudovest.org/energia_sostenibile_2016.php">www.nordestsudovest.org</a>Maurizio ACERBO: APPENNINO SOTTO ATTACCO. SMASCHERIAMO IL "PROTOCOLLO DI GIANNI LETTA"2011-07-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it590237Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Abruzzo (Gruppo: Rifondazione comunista - Sinistra europea) - Consigliere Consiglio Comunale Pescara (PE) (Lista di elezione: PRC) <br/><br/><br />
Oggi a Pescara conferenza stampa per smascherare il "Protocollo Letta". Il “Protocollo Letta” attacca la natura del Parco Nazionale del Gran Sasso e Parco Regionale Sirente Velino.
<p>L’altolà del Ministero dell’Ambiente, i vincoli ambientali e legali, lo scenario alternativo.
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Progetti megalomani e milionari con grandi sprechi di risorse, Italia a rischio procedura di infrazione europea.
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Mentre gli amministratori regionali, alcuni sindaci del cratere, sostenuti dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta, hanno annunciano progetti che, ignorando i vincoli ambientali incidono irreparabilmente sulle ricchezze ecologiche delle aree di maggior pregio ambientale della Regione, Associazioni Ambientaliste, movimenti politici, sindacati e comitati di cittadini lanciano una serie di azioni coordinate per contrastare i progetti programmati e delineare uno scenario alternativo di sviluppo duraturo e valorizzazione delle risorse naturali.
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Forti e concrete sono le alternative possibili per un territorio già colpito dal terremoto e che ha bisogno di proposte serie e non di visionari e faraonici progetti di sperpero di fondi pubblici, che ne compromettano irrimediabilmente le risorse ambientali.
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Lo stesso Ministero dell’Ambiente, in una recente ed esaustiva nota di risposta alle richieste di alcune Associazioni Ambientaliste, ammonisce la Regione Abruzzo e agli Enti Parco interessati, allertando nel contempo la Commissione Europea: secondo il Ministero, nessuna nuova opera può essere autorizzata in deroga alle norme in vigore su Valutazione di Impatto Ambientale, VAS e Valutazione d’Incidenza, giacchè i territori coinvolti sono tutti compresi nella Rete UE Natura 2000.
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Sono in corso di predisposizione, a cura di esperti del mondo scientifico ed accademico, dettagliate e concrete linee guida per la tutela e valorizzazione delle risorse ecologiche dell’area aquilana. Una proposta per il turismo e l’economia montana basata sulle migliori conoscenze scientifiche disponibili, che permetta di conservare la qualità delle risorse naturali all’interno di un’offerta turistica, senza sprechi di risorse economiche ed ambientali e senza sottrarre risorse alla ricostruzione.
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Molti i progetti, devastanti e anacronistici, presentati lo scorso febbraio con il Protocollo d’Intesa sottoscritto a Roma, a Palazzo Chigi, il 17 febbraio 2011, con grande enfasi. Si tratta di progetti già visti, tirati fuori da vecchi cassetti, a scapito della biodiversità e del paesaggio di zone di particolare pregio del territorio aquilano.
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Devastanti perché prevedono prioritariamente la modifica permanente del territorio con infrastrutture sciistiche, funiviarie, campi da golf, lottizzazioni nel cuore del sistema delle aree protette dell’Appennino, in aree ricchissime di biodiversità e risorse ecologiche e per questo ricadenti in zone SIC e ZPS, ai sensi di Direttive Comunitarie, e pertanto sottoposte a rigorosa tutela da parte dell’Unione Europea. Nessuna considerazione, neanche un accenno alla tutela delle specie animali e vegetali, nonché degli habitat di importanza comunitaria.
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Anacronistici perché in tali progetti non vi è alcuna novità o analisi delle reali condizioni ed esigenze del territorio, ma solo vecchi progetti più volte bloccati e che oggi si vuole far approvare con procedure di urgenza.
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Il Protocollo, pur delineando in premessa, una serie di azioni per la valorizzazione ambientale e agrosilvopastorale, di fatto, poi, nella declinazione programmatico-finanziaria del documento, non fa altro che proporre solo lottizzazioni residenziali, ampliamenti della rete viaria, infrastrutture sciistiche e campi da golf.
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Il cemento ed il movimento terra sono, di fatto, l’unico motore dell’intesa: essa sembra unicamente rivolta a sottrarre risorse programmatiche, alla più urgente necessità di ricostruzione dei Centri storici. Interventi devastanti, a forte impatto ambientale e paesaggistico, sono ancora una volta riproposti come volano di ripresa dell’economia delle aree interne.<br />
Le proposte non sembrano neanche rispondere alle reali necessità di lavoro del territorio.
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<b>LE CRITICITÀ RILEVATE</b>
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Le ipotesi di “sviluppo” delineate nel Protocollo appaiono in palese contrasto con il quadro programmatico e pianificatorio vigente a tutti i livelli istituzionali: dalla Legge 394/91 (Legge quadro sui Parchi) ai Decreti istitutivi delle aree protette, dalla Regione alle Provincie ed agli stessi strumenti urbanistici comunali. Tutti gli interventi, ancorché appena delineati, sono in palese contrasto con gli strumenti vigenti; per il loro devastante impatto abbisognano, inoltre, di una Valutazione Ambientale Strategica (VAS) preliminare.
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Molti sono gli interventi dati per “cantierabili” che non sono stati sottoposti a nessuna verifica tecnico-ambientale specifica, come ad esempio il collegamento sciistico tra le stazioni invernali di Ovindoli e Campo Felice, nel Parco Regionele Sirente Velino o la “Cittadella della Montagna” che si vuole far nascere in pieno Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
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A rischio sarebbero ambienti di importanza prioritaria, specie di fauna e di flora particolarmente protette a livello nazionale e comunitario nonchè i corridoi ecologici di grande importanza per alcune specie di animali particolarmente protetti, tra cui, prima di tutto, l’orso bruno marsicano, a causa di interventi in evidente contrasto anche con le raccomandazioni del PATOM (Piano di Azione per la Tutela dell’Orso Marsicano) approvato e reso esecutivo dalla Regione con DGR n.469 del 14.6.2010.
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Alcuni interventi, come i campi da golf in quota, sono stati più volte bocciati perché incompatibili con la vocazione ambientale dei luoghi e palesemente distruttivi delle unicità floristiche e faunistiche presenti sugli altopiani delle Rocche e di Piani di Pezza.
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Il Protocollo delinea uno sviluppo che privilegia pochi comuni, senza prendere in considerazione una piattaforma diffusa di interventi ordinari, più moderati e rispondenti al rilancio ed all’incentivazione di quelle poche “resistenze produttive” sopravvissute e alla ripartenza di iniziative autoctone.
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I progetti, se realizzati, comporterebbero la cancellazione dei valori ambientali e paesistici grazie ai quali l’Abruzzo è stato definito la Regione dei Parchi e che costituiscono, se correttamente gestiti, la principale risorsa economica di questi territori, come testimoniano i dati del IX Rapporto sul turismo natura, elaborato dall’Osservatorio Ecotur (Chieti, maggio 2011), che vede i parchi e le aree protette come il segmento più rappresentativo del turismo natura in Italia. Intercettare segmenti di domanda turistica in espansione (turismo verde), abbandonando il miraggio della “monocoltura” dello sci è l’unica alternativa praticabile.
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Non sono considerati gli studi sui cambiamenti climatici e i loro effetti, per i prossimi anni, sul manto nevoso (sempre più scarso nella prima parte della stagione invernale), né sulle già scarse riserve idriche. L’acqua, in montagna, è bene indispensabile alla sopravvivenza delle attività agro-silvo-pastorali, nonché dei fragili e delicati ecosistemi montani, e non può essere dirottata su campi da golf e impianti di innevamento artificiale.
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Inoltre, a fronte dell’enorme costo energetico e ambientale dell’innevamento artificiale, non è comunque garantito che l’ampliamento del demanio sciabile produca effetti benefici al turismo dell’area. In Italia, il numero degli sciatori ha subito un netto calo tra il 1997 ed il 2004 con una diminuzione del 24%.
Il Protocollo appare perciò non rispondente alle sue stesse premesse, velleitario per i contenuti e le proposte avanzate e illegittimo per le forme e le procedure ipotizzate.
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Mentre è fin troppo chiaro che i costi degli interventi ricadrebbero sugli Enti pubblici, con fondi sottratti al rilancio economico di tutto il cratere, non è stata fatta nessuna considerazione sulla praticabilità economico-ambientale degli interventi. Il Protocollo è privo di qualsiasi analisi economica a favore del modello di sviluppo individuato, mentre ve ne sono decine che dimostrano, al contrario, che si tratta di un’impresa fallimentare.
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Pescara, 22.07.2011
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Firmato<br />
ALTURA Abruzzo - CGIL Abruzzo - Circolo Valorizzazione Terre Pubbliche – Comitato acqua pubblica - Comitatus Aquilanus - Fare Verde onlus - Forum Ambiente e Territorio Sinistra Ecologia e Libertà - Gruppo Naturalisti Rosciolo - Italia Nostra Abruzzo - LIPU Abruzzo - Mountain Wilderness Abruzzo - ProNatura Abruzzo - Rifondazione Comunista - WWF Abruzzo <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.controlacrisi.org/joomla/index.php?view=article&catid=34&id=16411&tmpl=component&print=1&layout=default&page=&option=com_content&Itemid=68">controlacrisi.org</a>Angelo BONELLI: Cancun: la speranza2010-12-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548724Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lazio (Lista di elezione: Verdi) <br/><br/><br />
Nell’indifferenza più totale dei media italiani che all’appuntamento della Cop16 di Cancoon stanno dedicando, al contrario di quelli esteri, pochissimo spazio, si sta aprendo in queste ore qualche novità. La Cina, infatti, grande oppositore fino a qualche ora fa di qualsiasi accordo ha lanciato una nuova dichiarazione di impegno volontario vincolante per i target delle emissioni dei gas serra. La Cina ritiene possibile la possibilità di una risoluzione da parte dell’Onu e ipotizza un sistema simile alle quote di emissione.
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Nel frattempo gli Stati Uniti hanno ribadito la volontà di mettere in atto il piano di riduzione delle emissioni lanciato lo scorso anno a Copenaghen (-17% al 2005 pari al 4% rispetto al '90. Anche i delegati dell’India, altro Paese responsabile di enormi quantità di emissioni di gas serra, sono passati dalla chiusura totale a un’apertura relativa, anche se entrambi i colossi asiatici hanno dichiarato, gelando l’Europa, che saranno disponibili a ridurre le emissioni solo dopo il 2020.
<p>Per l’Europa, se non si taglieranno le emissioni dal 2010 l’incremento medio delle temperature potrebbe arrivare entro il 2100 a 3° C con un aumento, secondo Greenpeace delle morti causate dai cambiamenti climatici del 9%. Da registrare, infine, la totale assenza dell’Italia all’interno del dibattito sul clima che si sta svolgendo a Cancun, cosa che la pone anche ai margini dell’Europa. Il nostro Governo in realtà da tempo “galleggia” tergiversando sulle politiche climatiche tentando di favorire, con una prospettiva di breve periodo, le lobby delle emissioni.
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Ora i negoziatori stanno mettendo a punto i due testi per i ministri sugli impegni a lungo termine e l'altro su Kyoto. Si tratta, secondo alcuni osservatori delle Ong, di testi ancora troppo aperti mentre una serie di nodi importanti le foreste, i fondi per i paesi in via di sviluppo, sembrano, il condizionale è d’obbligo, essere sulla buona strada, con l’incognita però, del conteggio nell’ambito dei crediti d’emissione. È chiaro, comunque, che è necessario, per scongiurare la catastrofe climatica che necessario migliorare il Protocollo di Kyoto, prorogandolo oltre il 2012. Un fatto dal quale siamo ancora distanti.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.verdi.it/angelo-bonelli/29889-cancun-la-speranza.html?tmpl=component&print=1&layout=default&page=http://www.verdi.it/angelo-bonelli/29889-cancun-la-speranza.html?tmpl=component&print=1&layout=default&page=">Blog di Angelo Bonelli</a>Angelo BONELLI: Il cambiamento parte da Bologna2010-10-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547023Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lazio (Lista di elezione: Verdi) <br/><br/> <br />
La Costituente ecologista è un’occasione per contribuire a cambiare in meglio l’Italia. E proprio dall’appuntamento di ieri e oggi a Bologna parte l’impegno per dare forma e sostanza a questa esigenza che ormai è avvertita da più parti nella nostra società.
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La Costituente ecologista è un’occasione per contribuire a cambiare in meglio l’Italia. E proprio dall’appuntamento di ieri e oggi a Bologna parte l’impegno per dare forma e sostanza a questa esigenza che ormai è avvertita da più parti nella nostra società. Il dibattito politico è ormai logorato da temi che si ripropongono ciclicamente e che assomigliano più al pettegolezzo che non al confronto su temi che riguardano il presente ed il futuro degli italiani.<br />
La riconversione ecologica dell’economia e della società, aggiungo, è una scelta non più rinviabile sia dal punto di vista economico che da quello della lotta ai cambiamenti climatici.
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La politica industriale del nostro paese è ancorata al passato ed ignora i percorsi di modernizzazione che, invece, costituiscono la base dell’innovazione negli altri paesi europei. Faccio un esempio. L’industria automobilistica è in crisi? La risposta più naturale sarebbe quella di riconvertire gli stabilimenti che rischiano la chiusura alla produzione di mezzi pubblici, come già accade in tutta Europa.<br />
In Italia, invece, quelle che in tutto il mondo sono già realtà vengono percepite come utopie e si decide di far pagare la crisi ai lavoratori stravolgendo i diritti acquisiti e le relazioni sindacali. Lo stesso avviene per quanto riguarda l’energia.
<p> Tutto il mondo investe con forza sulle rinnovabili che sono le energie del futuro e, in molti casi, già del presente?
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L’Italia berlusconiana decide di fare un doppio salto mortale all’indietro verso il nucleare che oltre ad essere obsoleto, costoso e radioattivo è anche pericolosissimo. è arrivato il momento di invertire la marcia di un paese altrimenti destinato al declino. Basterebbe ridurre le spese per gli armamenti - l’Italia spenderà dei prossimi anni oltre 40 miliardi di euro - per avere risorse per le politiche sociali e per l’ambiente, per le rinnovabili e per la messa in sicurezza di un territorio che cade a pezzi.
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Bisogna superare gli schemi classici di destra e sinistra e guardare avanti. è questo l’insegnamento che ci ha lasciato Alex Langer è questa la lezione che ci arriva dal Brasile dove Marina Silva è riuscita a mettere in evidenza le contraddizioni delle politiche ambientali di Lula e a diventare determinante per i ballottaggi con il suo 20% è questa la lezione che dobbiamo imparare dal pragmatismo dei Verdi tedeschi e dai risultati di Europe ecologie di Cohn Bendit. Superare schemi ideologici ormai vecchi e guardare ai contenuti, è questa la ricetta per cambiare il Paese.
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La Costituente ecologista ha il dovere di costruire una nuova agenda politica, mostrando come l’ecologia non solo sia un elemento essenziale per modernizzare il nostro paese ma anche il modo per creare nuovi posti di lavoro e garantire il benessere a tutti. Abbiamo l’opportunità, quindi, di costruire un luogo nuovo della partecipazione, attraverso gli strumenti che il web ci mette a disposizione e superando la forma del partito tradizionale, che ormai sono i luoghi della non democrazia.
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In questo senso vogliamo costruire con determinazione una politica partecipata e diffusa nei territori, raccogliere le migliori energie disponibili e metterle a disposizione di un cambiamento necessario.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.terranews.it/print/15466">Terra</a>Antonio Decaro: Rinnovabili, salute e rispetto del territorio: i due obiettivi2010-10-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it546962Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Puglia (Lista di elezione: PD) - Consigliere Regione Puglia<br/><br/><br />
“Con questo provvedimento raggiungiamo un duplice obiettivo:<br />
da un lato diamo una nuova normativa che tiene conto del rispetto delle aree di rilevanza ambientale, e dall’altro diamo un nuovo slancio allo sviluppo delle energie alternative, indirizzandole sul fotovoltaico strutturale”.
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Lo sottolinea il capogruppo del Pd alla Regione Puglia, a proposito del ddl sulle rinnovabili discusso oggi in Aula.
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“I prossimi passi per noi del Partito democratico – precisa - saranno l’efficentamento energetico e soprattutto, poiché le energie rinnovabili sono alternative a quelle tradizionali, chiederemo la progressiva sostituzione delle energie tradizionali e inquinanti. <br />
Per essere chiari: dobbiamo chiudere le centrali a carbone”.
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“È giunto il momento – rileva il capogruppo - di dare un ulteriore slancio alle politiche energetiche di questa regione puntando sul fotovoltaico integrato che ha il vantaggio dell’autoproduzione con un immediato beneficio economico per le famiglie e le piccole e medie imprese pugliesi. <br />
E questo slancio parte oggi, con la semplificazione dell’iter autorizzativo, e spero si possa completare con il finanziamento degli interventi sui tetti a partire dagli edifici pubblici, le scuole, gli ospedali, gli alloggi dell’istituto autonomo di case popolari”.
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Riguardo ai dubbi sollevati dall’opposizione sulla retroattività della legge fino al 180esimo giorno precedente la sua approvazione, Decaro spiega che si tratta di un accorgimento necessario anche a “colmare il vuoto normativo lasciato dall’abrogazione, da parte della Corte Costituzionale su richiesta del Governo nazionale, di alcuni articoli della legge regionale 31/2008, che avrebbero consentito, per esempio, di installare enormi impianti anche nelle aree protette”.
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Il capogruppo ribadisce inoltre “che ci sarà la legge quadro sulle rinnovabili che il partito democratico sollecita e che continueremo a redigere nei prossimi giorni.
<p> Questa legge – spiega - dovrà riassumere tutti gli interventi sulle energie rinnovabili che saranno assolutamente compatibili con il rispetto del paesaggio della nostra regione. <br />
E il Partito democratico – aggiunge - si impegna a fornire tutta la collaborazione necessaria a redigere, nei prossimi 60 giorni, il documento di recepimento delle linee guida nazionali e di una successiva e immediata legge quadro sulle rinnovabili che consenta uno sviluppo delle energie alternative sempre più in armonia con il paesaggio”.
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“L’esigenza di tutelare l’ambiente in cui viviamo e l’aria che respiriamo – rileva - attraverso l’impiego di energie rinnovabili ricavate da fonti alternative e non inquinanti, va di pari passo con la necessità di tutelare il paesaggio e con esso l’economia del turismo.
<p> Nessuno di noi può immaginare un territorio sfigurato però non inquinato, o viceversa un paesaggio bellissimo ma contaminato da sostanze tossiche e dannose per la salute dei cittadini. L’idea di una economia sostenibile è quello per cui tutti stiamo lavorando”.
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“Spetta a noi – prosegue il consigliere - il compito di essere sopra le parti, di avere una visione di insieme che ci consenta di mediare tutti gli interessi in campo, mettendo al primo posto la salute dei cittadini, il rispetto dell’ambiente, tutelando gli interessi degli imprenditori e dando una risposta alla domanda di occupazione di ricercatori e lavoratori in questi settori fortemente innovativi”.
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“La Puglia – continua - cinque anni fa ha scelto di dire no al nucleare e all’energia da fonti tradizionali e inquinanti. Ma ha detto sì, forte e chiaro, alle energie rinnovabili e alternative. <br />
Siamo la prima regione in Italia per la produzione di energie da eolico e fotovoltaico.
<p>Utilizzare il vento e il sole non significa, come diceva qualcuno nel passato, tornare all’età della pietra. Anzi – conclude Decaro - la Puglia è diventata su questo tema un punto di riferimento mondiale. <br />
E il suo presidente è stato nominato coordinatore delle piattaforma europea sui cambiamenti climatici.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.consiglio.puglia.it/applicazioni/cadan/cms_AGENZIANOTIZIE/dataview.aspx?id=162886">www.consiglio.puglia.it</a>Alfonso PECORARO SCANIO: Tutti devono impegnarsi per un nuovo accordo taglia-emissioni da definire nel 20102007-12-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it327485Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Verdi) - Ministro Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare (Partito: Verdi) <br/><br/>BALI - «Abbiamo sconfitto quelli che volevano boicottare Kyoto e Bali. Ora servono soluzioni concrete». Così il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio commenta il raggiungimento di un accordo in direzione del taglio delle emissioni dei gas serra a Bali. Dopo la road map «tutti devono impegnarsi per un nuovo accordo taglia-emissioni da definire nel 2010» ha detto Pecoraro, considerando questo un «obiettivo raggiungibile» su cui lavorare al summit di Copenaghen del 2009. «Il termine del 2009 per i negoziati del post-Kyoto è una delle vittorie della Conferenza di Bali». Summit, ha riferito il ministro prima di ripartire per Roma, che rappresenta «un successo dell'Onu e degli scienziati dell'Ipcc che hanno realizzato il rapporto sul clima». Ma si poteva fare di più. «È evidente che l'Italia avrebbe voluto che fossero indicati gli obiettivi di taglio delle emissioni di gas serra già adesso. E continueremo la nostra azione perché si definiscano riduzioni del 25-40% al 2020». Il mancato inserimento dei target di riduzione nel testo rappresenta un «rammarico», ma «gli Stati Uniti si sono dimostrati irremovibili su questo punto».<br/>fonte: <a href="http://www.corriere.it/cronache/07_dicembre_15/reazioni_conferenza_clima_bali_3b9060a2-ab02-11dc-a893-0003ba99c53b.shtml">Corriere della Sera</a>