Openpolis - Argomento: portihttps://www.openpolis.it/2019-01-09T00:00:00ZFRANCO MIRABELLI: Salvini fa i capricci e Conte-M5S subiscono2019-01-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it934017Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/>“Il Premier Conte dà il via libera ad un accordo per far sbarcare 49 persone migranti, in mare da settimane, accettando di accoglierne 15. Ma il ministro dell’Interno Salvini ancora una volta rivendica di essere il padrone dei porti senza averne la delega, fa i capricci e pretende un vertice serale. Questo governo sta diventando la barzelletta d’Europa. Il M5s è nelle mani di Matteo Salvini”. Lo dice il senatore <b>Franco Mirabelli</b>, vicepresidente del gruppo del Pd al Senato.<br/>fonte: <a href="http://www.senatoripd.it/diritti/mirabelli-salvini-capricci-conte-m5s-subiscono/">SenatoriPD</a>IGOR KOCIJANCIC: “Basta con la guerra delle braccia”: A Trieste porto bloccato2011-05-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it572632Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Friuli Venezia Giulia<br/><br/><br />
I lavoratori bloccano il Porto di Trieste, da Genova rispondono “siamo solidali”.
<p>I lavoratori bloccano il Porto di Trieste e le Organizzazioni Sindacali si vedono costrette a proclamare lo sciopero generale dei portuali triestini.
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In risposta alle agitazioni dello scalo triestino, arriva la solidarietà dei portuali genovesi con messaggi di sostegno alla lotta dei loro colleghi e compagni.
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I Porti italiani tornano ad infiammarsi, ad accendere la miccia è la vicenda della messa in liquidazione della Cooperativa Primavera che opera nel Porto di Trieste nell’ambito di quello che in gergo portuale è “l’articolo 16”: cioè lavori di carico e scarico delle navi, trasbordo, deposito, movimento merci e altri servizi portuali.
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Operazioni e servizi svolti a favore dei terminalisti: i nuovi padroni dei Porti post-privatizzazione che, operando in regimi di semi monopolio e senza essere soggetti ad alcun controllo pubblico, possono permettersi di dettare legge negli scali italiani. A partire, ovviamente, dal fronte del lavoro, da sempre nel mirino di chi intende spazzare via diritti e tutele per allargare a dismisura i propri profitti.
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Se nel Porto di Genova il nemico principale dei padroni delle banchine è la storica Compagnia Unica, a Trieste, l’elevata frammentazione del lavoro ha già creato un terreno favorevole ad ulteriori giri di vite.
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Nel Porto di Trieste, infatti, anche quel poco che era rimasto della Compagnia Portuale è stato spazzato via dall’offensiva dei terminalisti che ora dispongono del controllo più assoluto sul “lavoro temporaneo” (articolo 17) avendo essi stessi costituito la società Minerva che si occupa delle prestazioni da rendere nei “picchi di lavoro”.
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E dove non arrivano direttamente, i terminalisti scelgono di strangolare gli altri soggetti che organizzano il lavoro nel Porto in modo da imporre le condizioni che loro stessi stabiliscono.
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Si tratta principalmente delle cooperative, autorizzate ad operare nel Porto triestino da una legge risalente al 1931, e che, prive di qualsiasi sostegno da parte di chi (Autorità Portuale in primis) dovrebbe vigilare sulla corretta applicazione delle normative, si vedono costrette a sopravvivere quotidianamente in una selvaggia “guerra delle braccia”.
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La concorrenza è spietata: nel Porto di Trieste sono autorizzate ad operare 34 imprese di operazioni e servizi portuali; essendo in sovrannumero i terminalisti possono metterle in concorrenza tra loro premendo per l’abbassamento delle tariffe. Cioè per abbassare il costo del lavoro e cancellare diritti e tutele.
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E’ proprio questo l’elemento centrale su cui si gioca la quotidiana “guerra delle braccia”: nonostante esista una tariffa per le operazioni portuali deliberata dall’Autorità Portuale, i terminalisti cercano in ogni modo di abbassarla mettendo in concorrenza i lavoratori tra loro.
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Chi accetta di subire gli abbassamenti tariffare imposti dai terminalisti lavora; gli altri no.
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È stato proprio il meccanismo di compressione del costo del lavoro a segnare il destino della Cooperativa Primavera che occupa 98 dipendenti: il fatturato della Cooperativa nei primi due mesi del 2011 è stato di 640mila euro a fronte di costi pari a 670mila.
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Questo perché la Cooperativa Primavera applica correttamente il Contratto Nazionale di Lavoro: a dimostrazione del fatto che le tariffe pagate dai terminalisti sono ampiamente insufficienti a garantire il pagamento del lavoro così come previsto dal Contratto Nazionale.
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Sul tema era intervenuto con una interrogazione urgente il consigliere regionale di Rifondazione Igor Kocijancic.</b>
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Sono i quattro terminalisti principali (Maneschi, TMT – Gruppo Gavio; Samer e Pacorini) a decidere le condizioni di lavoro nel Porto di Trieste, senza che chi deve controllare la corretta applicazione della tariffa e delle condizioni di sicurezza muova un dito per garantire il rispetto di quanto stabilito.
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Succede così che non tutti i soggetti operanti in Porto applichino il Contratto Nazionale di Lavoro dei Porti; che dilaghi il lavoro nero; che le condizioni di sicurezza siano quantomeno preoccupanti.
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“Nel 2006 bloccammo il Porto per quattro giorni – spiegano i portuali - a seguito di un grave incidente: ottenemmo in Prefettura un documento sulla sicurezza: quelle carte sono state prontamente chiuse in un cassetto e rimaste largamente inapplicate”.
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Per questo i portuali triestini non si fidano più di accordi e protocolli d’intesa destinati a rimanere soltanto sulla carta.
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“Oggi siamo qui per la Cooperativa Primavera, ma domani potremmo ritrovarci a bloccare il Porto per uno qualsiasi degli altri soggetti che vi operano: per questo la battaglia di questi giorni è di tutti i lavoratori portuali, non solo quelli di una impresa”.
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I portuali triestini chiedono che si superi la frammentazione del lavoro in tante imprese, tutte in spietata concorrenza tra loro, che venga costituito un unico soggetto del lavoro portuale, che venga applicato a tutti i Contratto Nazionale e che le tariffe pagate dai terminalisti consentano di coprire l’intero costo del lavoro, così come stabilito dalla norme. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.controlacrisi.org/joomla/index.php?view=article&catid=36&id=14701&tmpl=component&print=1&layout=default&page=&option=com_content&Itemid=68">controlacrisi.org - Matteo Gaddi </a>Vincenzo BARBA: Sviluppo di Gallipoli, fra porto turistico e nucleare2010-05-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it500268Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/>“Chi vede oscurità laddove c’è, invece, solo e soltanto la luce del sole, manifesta, ancora una volta, la propria situazione personale, il proprio status, il proprio modo di essere e di vivere la vita politica, non certamente la realtà dei fatti. Cosa c’entra il discorso sulle presunte divergenze tra Pdl nazionale e Pdl locale circa le strategie portuali di una ben determinata e ben precisa località? Vuole forse dire chi ragiona in maniera così limitata che, poiché il nostro Governo a livello nazionale, si dimostra giustamente a favore della scelta nucleare, hanno fatto male il ministro Raffaele Fitto e il candidato presidente, Rocco Palese, a dire che in Puglia non si costruirà alcuna centrale nucleare? A Napoli direbbero: “Stiamo pazziando?”.<br/>fonte: <a href="http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=20527">www.lecceprima.it</a>Pierantonio BELCARO: Col sistema 'cold ironing', l'alimentazione delle navi in sosta tramite connessione a terra con energia fotovoltaica, siamo all’avanguardia fra tutta le citta’ portuali del Mediterraneo per quanto riguarda la green economy2010-02-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it477831Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Venezia (VE) (Partito: SDI) <br/><br/><br />
Banchine elettrificate e fotovoltaico. Firmato il 2 febbraio a Roma dai presidenti delle due Autorita’ Portuali un protocollo d'intesa con l'Enel diretto a ridurre le emissioni inquinanti. Tra le principali iniziative l'adozione del sistema del cold ironing per l'alimentazione delle navi in sosta, che permette una cospicua riduzione dell'inquinamento e l'eliminazione del rumore.
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ROMA - Banchine 'elettrificate' con il sistema 'cold ironing', che permette l'alimentazione delle navi durante la sosta nel porto attraverso la connessione con il sistema da terra, e lo spegnimento dei motori ausiliari di bordo: la prima sta per arrivare a Civitavecchia, il progetto e’ stato appena consegnato dall'Enel, ma presto altre verranno realizzate per i porti di Venezia e La Spezia. <br />
I presidenti delle Autorita’ Portuali di Venezia e La Spezia hanno firmato infatti oggi a Roma con l'amministratore dell'Enel Fulvio Conti "protocolli di intesa finalizzati a ridurre le emissioni".
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Un'iniziativa importante considerato che si tratta di strutture che accolgono un gran numero di navi da crociera, ma anche per il trasporto di merci. Venezia in particolare nel 2009 e’ diventato il primo Home Port del Mediterraneo per il numero di 'passeggeri croceristi movimentati' (i passeggeri in transito l'anno scorso sono stati infatti 1,9 milioni).
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L'Italia avra’ dunque a breve tre 'porti verdi', con forti riduzioni delle emissioni ma anche del rumore. Le banchine elettrificate, spiegano infatti gli esperti dell'Enel, sono gia’ operative in Nord America nei porti di Los Angeles, Seattle, Juneau e Vancouver, e in Europa a Goteborg, Lubecca, Zeebrugge (Belgio), oltre che in tre porti finlandesi. Il sistema del 'cold ironing', grazie alla maggiore efficienza e ai sistemi di abbattimento delle emissioni presenti nelle centrali elettriche, permette, rispetto ai tradizionali generatori di bordo, "una riduzione di oltre il 30 per cento delle emissioni di CO2, di piu’ del 95 per cento per gli ossidi di azoto e il particolato e l'azzeramento dell'inquinamento acustico".
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Cosa succede per esempio se una nave da crociera viene alimentata con il cold ironing, anziche’ con i generatori di bordo? In dieci ore di sosta le emissioni si riducono da 72,20 a 50,16 tonnellate di anidride carbonica, da 1,47 a 0,04 tonnellate di ossido di azoto e da 1,23 a 0,04 tonnellate di ossido di zolfo.
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Se il tipo di alimentazione nelle banchine e’ la principale caratteristica dei porti verdi, ci sono pero’ altre iniziative che verranno prese per ridurre le emissioni inquinanti. Infatti i protocolli d'intesa firmati oggi a Roma prevedono anche lo studio di sistemi di mobilita’ elettrica all'interno del porto, lo sviluppo di fonti rinnovabili come il solare e l'eolico, l'adozione di sistemi di illuminazione a led basso consumo, iniziative di 'illuminazione artistica' e, in generale, il miglioramento dell'efficienza dei sistemi energetici dei porti.
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Nel porto di Civitavecchia e’ stato gia’ realizzato un impianto fotovoltaico, e un analogo progetto verra’ studiato per Venezia e per La Spezia. Inoltre agli armatori verra’ imposto l'uso di combustibili "con tenore di zolfo allo 0,1 per cento durante la sosta in porto", pena un incremento di costo per la maggiore onerosita’ del combustibile e per la necessita’ di predisporre una doppia cisterna.
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Soddisfazione espressa dall’Assessore all’Ambiente del Comune di Venezia Pierantonio Belcaro che afferma: “Dopo i positivi risultati sulle emissioni dei fumi, grazie all’accordo con le grandi compagnie di navigazione sull’utilizzo di combustibili con minore presenza di zolfo, la realizzazione di questo progetto permettera’ di migliorare ancora di piu’ la qualita’ dell’aria, ponendo Venezia all’avanguardia fra tutta le citta’ portuali del Mediterraneo per quanto riguarda la green economy”.
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<br/>fonte: <a href="http://www.letterasocialista.it/modules.php?name=News&file=article&sid=322&mode=&order=0&thold=0">la Repubblica.it/letterasocialista.it</a>ISIDORO GOTTARDO: "Il Nordest deve avere più peso in Europa" - Intervista2008-06-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it356963Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Sacile (PN) (Lista di elezione: FI) - Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/><br />
BRUXELLES - (m. b.) Le diversità culturali come chiave dello sviluppo, ma anche l'esigenza di formare i cittadini europei. È lo spirito che ha animato a Bruxelles la 3.Summer University, seminario promosso dal gruppo del Ppe. Insieme al capogruppo Isidoro Gottardo , deputato pordenonese del Pdl, sono intervenuti Wilfried Martens (presidente del Ppe) e altri leader dei popolari europei fra i quali il commissario Ue alla Cultura Jan Figel, che ha annunciato nuove risorse per le didattiche interculturali.<br /><br />
<b>Onorevole Gottardo, dopo anni di risposte interlocutorie, la Slovenia aderirà all'Euroregione con Friuli, Veneto, Carinzia e litorale croato. Allora il progetto era giusto?</b><br />
«Sarebbe stato assurdo continuare a parlare di Euroregione, come s'è fatto per anni, senza la Slovenia. Lo ha detto anche il ministro Frattini. Il difetto decisivo del progetto era finora la mancanza di sostanza. Era astratto».<br />
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Ma la Slovenia vuole Lubiana capoluogo, non Trieste?</b><br />
«Ora noi dobbiamo allargare l'area di cooperazione dal Nordest alla Lombardia che ha un formidabile sistema logistico e dei servizi in generale, ci serve per fare sistema».<br />
<b>E magari sposare il baricentro a ovest di Lubiana?</b><br />
«Lo dice lei»<br />
<b>Voi "vecchi" democristiani avevate costruito la Comunità Alpe Adria, che aveva filiato perfino il Mittelfest. E a Bruxelles lei s'è sentito citare Alcide De Gasperi con Konrad Adenauer, fra gli spiriti da riscoprire.</b><br />
«Il Mittelfest va ricondotto alla vocazione originaria entro l'anno prossimo quando cadrà il ventennale del crollo del Muro. È un'occasione storica d'incontro nella quale coinvolgere Roma e Bruxelles».<br />
<b>Faccio l'avvocato del diavolo: da una parte aprirsi, dall'altra proteggersi, con la benzina scontata e una chiusura psicologica che rischia di accomunare friulani e veneti</b><br />
«È un paradosso. E pensare che solo il 5\% dei nostri laureati trova lavoro "in casa". Abbiamo dimostrato l'incapacità d'investire sui nostri figli, consegnandoli di fatto a una diaspora intellettuale. Però il federalismo fiscale può non essere protezionistico».<br />
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E come? Tagliare le tasse è significato sempre giocare in difesa. E adesso camionisti e pescatori chiedono misure urgenti sul gasolio.</b><br />
«Finora sì, è stato protezionismo. Questo è il punto: la specialità del Friuli VG è esaurita per come era stata storicamente concepita. O la ripensiamo, o la perderemo.<br />
<b>Retromarcia sulle agevolazioni e sul federalismo?</b><br />
«No, si tratta di usare queste armi per giocare in attacco. Basta catenaccio: slovacchi, sloveni e cechi, con l'Austria, hanno varato politiche d'incentivazione fiscale per attrarre investimenti e impedire la delocalizzazione. Hanno fatto sistema, mentre qui gli imprenditori possono muoversi soltanto da soli. Ma se per federalismo fiscale intendiamo seriamente meno tasse con più tagli alla spesa pubblica, allora possiamo mirare gli interventi e vincere la scommessa della modernità. A progetti concreti, scelte precise: cosa vogliamo attrarre? Decidiamo e su quei settori attiriamo investimenti».<br />
<b>Quali, per esempio?</b><br />
«Cominciamo dal porto di Trieste e dagli altri punti di forza che abbiamo grazie al mare. E andiamo avanti con le infrastrutture stradali e ferroviarie. Il Corridoio 5 esiste già ed è ben intasato. Ma non c'è soltanto questa direttrice: c'è anche il Corridoio 10, dal Mediterraneo a Danzica. Passa da noi e si modella egualmente alle nostre caratteristiche geopolitiche».<br />
<b>Un Nordest-viadotto?</b><br />
«Questo è un rischio. Ecco perché lungo gli assi di mobilità europea dobbiamo costruire nuove opportunità produttive, se necessario modificando l'attuale geografia dei distretti. È cruciale spezzare la mentalità da cortile e ragionare in termini europei. Se penso a quella volta dell'A28».<br />
<b>L'autostrada dei sospiri?</b><br />
«Già, quando si decise di costruirla Friuli e Veneto erano d'accordo. Nell'86 ci fu un incontro con i Comuni a Treviso. Si fece avanti un sindaco e ci disse: "Perché devo danneggiare la mia gente se questa A28 servirà solo i friulani perandare in Italia?". Guarda caso ora servirà al Nordest per andare nei nuovi mercati».<br />
<b>A Bruxelles avete insistito sulle diversità come risorse?</b><br />
«È un tema di casa, per noi. Dove altro s'incontrano le tre grandi culture europee? Dove latini, germanofoni e slavi condividono un territorio? Riecco la sfida dei nostri figli».<br />
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Prima di tutto, bisognerebbe imparare qualche lingua. A gesti è difficile dialogare.</b><br />
«È fondamentale. Ma è tutto il sistema Italia che deve condividere il nostro modello. In Friuli e a Nordest dobbiamo portarci dietro il Governo e il Paese. Del resto conviene a tutti».<br />
<b>Per molti la frontiera significa innanzitutto immigrazione. Clandestina. Come diversità non è che sia una risorsa ambita.</b><br />
«La convivenza, per non parlare di quelpasspertout che è il dialogo interreligioso, si alimenta di reciproco riconoscimento. Nel Nordest alcuni sono minoranza, ma in Europa siamo tutti minoranza. Convivere, però, significa accettare valori fondamentali, fatti anche di precisi doveri. Il principio come azione concreta. Immigrare clandestinamente viola il principio e deve generare l'azione».<br />
<b>E l'identità?</b><br />
«La nostra, anzile nostre, vanno difese con forza. Soltanto chi è identitariamente forte è capace di riconoscere l'altro. Il dialogo è testimonianza di forza, non di debolezza».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=IFDEE">Il Gazzettino - Maurizio Bait</a>PIERO ROSA SALVA: Porto, Rosa Salva ribatte al sindaco: «Inopinato il suo disappunto».2008-05-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it356086Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Venezia (VE) (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
L'avverbio più in voga a Ca' Farsetti attualmente è: inopinatamente. <br />
L'ha usato Cacciari nella lettera in cui ha strigliato la sua maggioranza, il Pd, per avergli impedito di parlare del Porto in consiglio comunale. E adesso ad usare lo stesso avverbio è il capogruppo del Pd, Piero Rosa Salva, che respinge al mittente le accuse e ribadisce: «Il nostro gruppo si incontrerà con Paolo Costa».<br />
Dice Rosa Salva: «Inopinatamente il sindaco ci scrive esprimendo il suo disappunto per il nostro voto contrario alla mozione d'ordine - e non, come scrive Cacciari , interrogazione - di Franco Conte che proponeva un dibattito sulla nomina del presidente del Porto».<br />
Rosa Salva fa una premessa: se anche la mozione fosse stata approvata, in base al regolamento sarebbe stata discussa nel successivo consiglio.<br />
Resta il fatto che buona parte del Pd, con il capogruppo in testa, ha votato contro. <br />
Perché? «Perché in una riunione del gruppo, precedente l'inizio del consiglio - cosa che evidentemente il sindaco non sapeva - avevamo deciso di affrontare il dibattito sul Porto non in aula, ma al nostro interno invitando Costa - con il quale ho già avuto contatti - a un incontro al quale avremmo invitato anche la giunta e il sindaco.<br />
Ma visto che Cacciari , come abbiamo appreso da una sua lettera, ha delegato il vicesindaco ad occuparsi del Porto, all'incontro inviteremo Michele Vianello.<br />
Per coerenza, dunque, in aula abbiamo votato contro la mozione di Conte». Tutto qua? <br />
Macché: <b>Rosa Salva</b> - che notoriamente butta acqua sul fuoco anche in assenza di fiamme - <b>non risparmia una stoccata a Cacciari : «Il sindaco, e solo lui, ha la facoltà di fare comunicazioni in consiglio comunale. Se voleva parlare del Porto, così come ha fatto sul rimpasto di giunta in apertura di seduta, poteva farlo».</b><br /><br />
<b>Chi sul Porto si è trovato in minoranza</b>, come Cacciari , è Franco Conte, autore della mozione bocciata. <br />
Che, pur condividendo le opinioni espresse dal sindaco nella lettera dell'altro giorno, critica i suoi «messaggi contraddittori»: «Il sindaco dovrebbe essere un po' più coerente sia quando parla di politica e del Pd che quando affronta la questione dei poteri forti.<br />
È vero, Costa rischia di rappresentare i poteri forti, ma se Cacciari gli mette di fronte Michele Vianello non si capisce più nulla perché dal vissuto politico di Vianello non risulta la persona più in grado di contrastare i poteri forti.<br />
Idem quando parla di Pd: Cacciari ha ragione quando critica Rosa Salva e la maggioranza che gli ha tappato la bocca, ma il capogruppo del Pd sta lì perché l'ha voluto anche Cacciari .<br />
E Cacciari se dice che bisogna aprire ai giovani, allora lo faccia: la sua giunta, però, non ne è una dimostrazione, l'ingresso di Mognato - che va benissimo, per carità - ha ringiovanito l'età media degli assessori solo di qualche mese».
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<br/>fonte: <a href="http://gazzettino.quinordest.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Mestre&Codice=3797983&Data=2008-05-23&Pagina=3&Hilights=cacciari">Il Gazzetino.it</a>GIANFRANCO VECCHIATO: Troppo pochi 1200 posti auto riservati ai veneziani.2008-05-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it356082Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Venezia (VE)<br/><br/><br />
VENEZIA - Troppo pochi 1200 posti auto riservati ai veneziani.<br />
Soprattutto se si considera che ce ne sono quasi altrettanti per i croceristi. Inoltre, in questo modo, si rischia di intasare di traffico tutta la zona.<br />
Con queste motivazioni, ieri, la commissione consiliare ha espresso pesanti riserve sul grande garage che dovrebbe sorgere a ridosso della Marittima, minacciando addirittura di far saltare l'accordo.<br />
<b>Per l'assessore Vecchiato, però, l'Autorità portuale andrà comunque avanti per la sua strada.
</b>
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<br/>fonte: <a href="http://gazzettino.quinordest.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Venezia&Codice=3797684&Data=2008-5-23&Pagina=1">Il Gazzettino - ed. Venezia</a>Pier Paolo BARETTA: Porto e dintorni, basta polemiche parliamo di futuro.2008-05-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it355940Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
La nomina di Paolo Costa alla presidenza dell'autorità portuale conclude una lunga fase di incertezza nel governo di uno dei più delicati organismi della nostra città. Ha ragione Massimo Cacciari a sollevare, nella sua qualità di Sindaco, il problema di metodo (e non di persone, come egli stesso ha dichiarato!) in ordine al ruolo dell'Ente locale nella formazione delle decisioni. <br />
D'altra parte è pur vero che il Governo precedente ha abdicato alle sue responsabilità: non ha saputo decidere, né ha trovato una sintesi tra le diverse istanze.<br />
Ora la domanda che si impone è: si continua a dividerci sulla decisione presa dal nuovo Governo, arrivando, come troppo spesso succede, all'immobilismo e ai veti incrociati o si avvia, pur mantenendo ciascuno, legittimamente, aperte le discussioni e le opinioni, una discussione sul merito dei progetti e delle cose da fare? <br />
Opto per questa seconda strada, anche perché penso che Costa, che è persona avveduta e competente, sappia bene quale è la responsabilità che lo attende ed è bene che il confronto con la città avvenga al più presto e nel modo più pubblico e trasparente possibile.<br />
Ecco perché, nell'augurare a Costa buon lavoro e ringraziare Zacchello per quello svolto in questi anni, voglio sottolineare tre punti rispetto ai quali il futuro del porto e quello del territorio interagiscono clamorosamente e sui quali è necessario un confronto non solo locale, ma anche con la politica nazionale.<br />
Il primo riguarda le grandi opere e la legge speciale. Siamo ad un punto critico, tornare indietro o rallentare sarebbe grave, ma siamo anche al punto per il quale la mole di finanziamenti necessari e quelli disponibili non tranquillizza per il futuro.<br />
La dimensione del problema Venezia, la complessità e la straordinarietà del suo equilibrio, lo sappiamo, sono una emergenza di dimensioni globali. Da sola la città, con le sue risorse, tanto più nell'auspicato avvio di un vero federalismo fiscale, non può farcela ad affrontare l'insieme delle sfide che vanno dagli interventi straordinari alla "normale" manutenzione.<br />
Una politica comune di tutte le forze politiche veneziane, appoggiata dalle forze economiche e sociali, deve portarci a sollevare, tutti insieme, a Roma ed in Parlamento, il problema del rifinanziamento della città. <br />
Ognuno deve fare la sua parte a rendere credibile questo impegno. All'autorità portuale, nella fattispecie, va chiesto di presentare un proprio progetto di sviluppo pluriennale che dimostri che la richiesta che intendiamo fare a Roma si inserisce nel campo dello sviluppo, anche attraverso autonomi progetti ed investimenti produttivi (ciò va chiesto anche alla camera di commercio, agli industriali, ai sindacati,) e non nel campo della"salvaguardia".<br />
Il secondo tema riguarda il futuro di Porto Marghera e del territorio circostante. In campagna elettorale, a fronte della emergenza della chimica, della crisi della Sirma, ecc., proposi di effettuare al più presto una "conferenza per lo sviluppo" di Porto Marghera, che mettesse insieme le forze politiche ed economiche veneziane. Rilancio qui questa proposta. Anche su questo problema il Porto ha una funzione protagonista. Infatti, è ormai chiaro nelle dinamiche internazionali che i porti non sono solo la banchina di attracco, i noli e la rapidità delle operazioni di carico e scarico, ma, sempre più, la logistica interna ed circostante l'area portuale, il tessuto produttivo che la circonda, le infrastrutture che la collegano al resto del mondo.<br />
Ecco il punto: nello sviluppo futuro di quel territorio rappresentato da Porto Marghera e dall'interland (dal passante all'interporto) il ruolo trainante del Porto di Venezia sarà decisivo.<br />
Allo sviluppo del turismo si affiancheranno la valorizzazione e la trasformazione delle potenzialità industriali e commerciali che questa area già possiede e potrà ulteriormente acquisire.<br />
Anche in questa chiave va pensato un progetto per la portualità. Il recente protocollo su Porto Marghera coglie questo aspetto, ma bisogna, coraggiosamente, andare ben oltre.<br />
Il terzo punto che voglio sollevare riguarda l'Expò che si terrà a Milano nel 2015. Si tratta, come tutti hanno evidenziato, di una grande opportunità nazionale.<br />
Sono previsti 29 milioni di visitatori ed una parte importante verrà in ogni caso a visitare Venezia ed è bene non aspettare inermi tale evento.<br />
Ma l'Expò è ben di più di un evento turistico e commerciale. <br />
E', prima ancora, progettualità, movimento di capitali pubblici e privati, realizzazione di infrastrutture. E', anche, un grande evento culturale. La domanda che ci dobbiamo fare è: quale è il nostro progetto, il progetto di Venezia per questo evento che si svolgerà in prossimità del nostro territorio? <br />
Solo a titolo di esempio: l'alta velocità, il progetto per la area dell'aeroporto come interagiscono con questo appuntamento? <br />
A ciascuno va chiesto, e, quindi, anche al Porto, quale ruolo intende svolgere in preparazione di un avvenimento che non deve essere sololombardo o milanese o romano.Grandi opere e legge speciale, Porto Marghera e dintorni, Expò, sono solo tre punti dell'agenda del nostro futuro. Un futuro che non può attendere. Ritorna, dunque, la necessità di una visione condivisa, nella quale le differenti opinioni e proposte trovino, ad un certo punto, una sintesi per il bene della città.<br />
Le Istituzioni Veneziane debbono fare la loro parte, innanzi tutto facendosi promotrici di convocare, Comune in testa, assieme a Provincia e Regione, un tavolo con i parlamentari e le parti sociali per predisporre un comune piano di azione.<br />
Ma la sua parte la deve fare anche il Governo. A Renato Brunetta, ministro veneziano, va chiesto di non occuparsi solo difannulloni (ne troverà molti meno di quanto si dice), ma di farsi carico anche di questi problemi in una ottica non di parte. <br />
Così come nel governo ombra la responsabilità di un dicastero decisivo come quello delle infrastrutture è affidata ad Andrea Martella, parlamentare veneziano.<br />
Sono chiare le responsabilità, i ruoli e le competenze. E', dunque, il momento di agire.<br />
In questa ottica il Porto di Venezia, data la natura della città, svolge, come sempre è stato nella storia, un ruolo di raccordo strategico fondamentale. Ecco perché le polemiche debbono lasciare il campo ai progetti.
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=I5EY1">Il Gazzettino</a>Paolo COSTA: Porto di Venezia: arriva Costa. Cacciari: indecente2008-05-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it355565Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
«Non capisco il perché di tanta ostilità - ha detto ieri da Bruxelles il neo presidente del Porto - La mia nomina ha creato fibrillazione nel centrosinistra? Ma a quale centrosinistra? Forse a Prodi?<br />
Forse all'ex ministro Bianchi?<br />
Forse al coordinatore regionale del Pd, Paolo Giaretta?<br />
Non mi risulta. In un momento in cui tutti parlano di intese e dialogo, questo mi pare un esempio concreto. Mi pare invece che ci sia stata solo una persona che, nel centrosinistra, si è opposta».<br />
<b>Chiaro il riferimento a Cacciari</b>, al quale parte comunque un invito a «lavorare insieme» per far crescere il Porto.
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<br/>fonte: <a href="http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Main&Codice=3786705&Data=2008-5-14&Pagina=9">Il Gazzettino.it - Davide Scalzotto</a>Massimo Cacciari: Al Porto di Venezia arriva Costa. Cacciari: indecente2008-05-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it355564Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Venezia (VE) (Partito: DL) <br/><br/>
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<i><b>Giancarlo Galan: «Ora il mio amico-nemico mi terrà il muso». Toccherà alle Camere ratificare la designazione del ministro Matteoli.</b></i><br />
<b> Il governo ha scelto l’ex ministro. Il sindaco-filosofo: «Ignorati gli enti locali: inaudito». La replica: «Non capisco tanta ostilità».</b><br /><br />
Venezia<br />
Forse non sarà paragonabile alla nomina di Jacques Attali, consigliere di centrosinistra nel governo di centrodestra di Sarkozy, ma la scelta di Paolo Costa da parte del ministro Altero Matteoli alla guida del Porto di Venezia appare come uno dei primi atti bipartisan del nuovo governo.<br />
L'ex sindaco di Venezia, nonchè ministro ai lavori pubblici del governo Prodi nel 1996 e attuale presidente della Commissione trasporti del Parlamento europeo, è stato designato ieri mattina dopo una lunga trattativa che ha visto impegnati il presidente del consiglio uscente, Romano Prodi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio di Berlusconi, Gianni Letta, e il governatore del Veneto, Giancarlo Galan.<br />
Spetta ora alle Camere esprimere il loro gradimento sul nome indicato dal ministro alle Infrastrutture.<br />
Un via libera che dovrà arrivare entro il 23 maggio perché in quella data scade la proroga concessa all'attuale presidente del Porto, Giancarlo Zacchello. <br />
Se il termine sarà lasciato cadere, l'intenzione di Matteoli è comunque quella di insediare Costa come commissario fino a gradimento ottenuto.<br />
Una nomina bipartisan, dunque, giunta dopo mesi di discussioni e polemiche.<br />
A indicare Costa nella terna presentata al ministro è stato Giancarlo Galan, dopo che un primo "tris" di nomi espressi dagli enti locali, sul quale la Regione era chiamata a dare un parere vincolante, era stato bocciato dallo stesso governatore.<br />
Nel secondo gruppo, che Galan aveva inviato già all'ex ministro Alessandro Bianchi, figuravano anche Giancarlo Zacchello indicato dalla Camera di Commercio, e Gian Michele Gambato, presidente di Sistemi Territoriali spa, scelto sempre da Galan, che lo ha preferito al candidato indicato dal Comune e dalla Provincia di Venezia, l'economista Stefano Micelli.<br />
Proprio <b>l'esclusione di Micelli ha provocato le reazioni del presidente della Provincia, Davide Zoggia</b>, <b>e del sindaco di Venezia Massimo Cacciari</b> in particolare per giorni si è opposto a Galan, scrivendo all'ex ministro Bianchi e a Walter Veltroni per denunciare <b>«lo sgarbo istituzionale».</b><br />
Tutto questo mentre i retroscena della politica raccontano di un incontro romano avvenuto il 21 aprile tra Romano Prodi e Gianni Letta, in cui veniva in sostanza ratificata l'accettazione di Costa. <br />
<b>Cacciari ieri si è limitato</b> a una considerazione sulla forma della nomina, <b>definendo «un'indecenza che gli enti locali non siano stati sentiti»</b>, ma ha glissato sulla designazione di Costa, liquidando la vicenda con un lapidario <b>«non mi interesso del nome».</b><br />
Eppure non è un mistero che lo stesso Costa non sia mai stato gradito al sindaco di Venezia.<br />
«Non capisco il perché di tanta ostilità - ha detto ieri da Bruxelles il neo presidente del Porto - La mia nomina ha creato fibrillazione nel centrosinistra? Ma a quale centrosinistra? Forse a Prodi? Forse all'ex ministro Bianchi? Forse al coordinatore regionale del Pd, Paolo Giaretta? Non mi risulta. <br />
In un momento in cui tutti parlano di intese e dialogo, questo mi pare un esempio concreto. Mi pare invece che ci sia stata solo una persona che, nel centrosinistra, si è opposta».<br />
Chiaro il riferimento a Cacciari, al quale parte comunque un invito a «lavorare insieme» per far crescere il Porto.<br />
<b>Gongola, invece, il governatore Galan</b>, che probabilmente già da tempo prefigurava un epilogo simile. <br />
«Non capisco - ha detto Galan - come sia possibile il caso che avviene in una città governata dal centrosinistra dove un presidente di Regione del centrodestra indica una persona di centrosinistra che alla fine non va bene al sindaco di quella stessa città».<br />
«Penso - ha aggiunto il governatore - che il sindaco mi terrà il muso per qualche mese, ma al mio amico-nemico Massimo Cacciari dico di trovare una soluzione: basta con l'ostracismo, in fondo dovrebbero essere tutti e due militanti nel Pd. Cacciari, da persona intelligente non può che sedersi ad un tavolo con Costa per parlare chiaramente con lui».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Main&Codice=3786705&Data=2008-5-14&Pagina=9">Il Gazzettino.it - Davide Scalzotto</a>GUGLIELMO ALLODI: FONDI UE, ALLODI: OCCORRE FARE RETE PER SOSTENERE LE IMPRESE CAMPANE SUI MERCATI INTERNAZIONALI2008-03-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332052Alla data della dichiarazione: Assessore Provincia Napoli (Partito: PD) <br/><br/>"Occorre costruire un nuovo modello di sviluppo partendo dalle peculiarità e dalle eccellenze presenti sul nostro territorio per sfruttare al meglio la grande opportunità rappresentata dai fondi strutturali 2007-13". Lo ha detto Guglielmo Allodi, assessore alle Risorse strategiche e Politiche comunitarie della Provincia di Napoli, a margine di due iniziative svoltesi questa mattina a Napoli su fondi europei e internazionalizzazione.
"Nella fase che adesso si apre - ha sottolineato Allodi - dovremo avere una nuova visione dello sviluppo locale. Le risorse del POR Campania 2000-6 sono state ben utilizzate per ammodernare una parte consistente del sistema infrastrutturale dell'area metropolitana di Napoli e dell'intera regione. Risultati significativi - ha proseguito l'assessore - resi possibili grazie al meccanismo della concertazione e alla programmazione negoziata, che hanno consentito ai tanti soggetti coinvolti di avere una visione unitaria riguardo alle opportunità di crescita di questo territorio".
"La nostra ambizione - ha spiegato Allodi - ora deve essere quella di partire da quanto è stato già fatto per migliorare le condizioni economiche, di lavoro e di vita. Penso ad esempio al sistema portuale, che qui da noi ha avuto uno slancio molto forte in termini sia di infrastrutture sia di traffico. In linea con ciò che stiamo già facendo - ha poi aggiunto Allodi - è necessario moltiplicare le relazioni e le interazioni tra il sistema istituzionale locale e il mondo della ricerca, del commercio, dell'industria, dell'imprenditoria privata, garantendo il giusto sostegno per favorire l'accesso delle imprese napoletane ai mercati di tutto il mondo e per rendere appetibile il nostro territorio su scala internazionale".
Per Allodi "la nuova stagione dei fondi europei dovrà essere caratterizzata da misure non generiche, ma calibrate rispetto alle reali potenzialità di espansione del territorio. E poi - ha concluso l'assessore provinciale - bisognerà essere in grado di 'fare rete', mettere cioè insieme imprese, saperi, università, centri di ricerca, istituzioni pubbliche, soggetti privati piccoli e grandi, per permettere una convergenza di interessi e di iniziative attorno a obiettivi precisi".<br/>fonte: <a href="http://provincia.napoli.it">comunicato</a>