Openpolis - Argomento: museohttps://www.openpolis.it/2009-12-16T00:00:00ZGIANCARLO GALAN: «Mestre è destinata a diventare la grande capitale del NordEst»2009-12-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it474477Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Veneto (Partito: FI) - Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: FI) <br/><br/><br />
«Mestre è destinata a diventare la grande capitale di questa zona d’Italia. È al centro di quella grande città metropolitana che fa parte di una delle regioni più sviluppate del mondo.
<p>Mancava un grande museo e adesso finalmente possiamo costruirlo.» Il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, firma con grande soddisfazione il protocollo d’intesa tra Regione, Comune, Soprintendenza e Fondazione Venezia per l’M9, il museo del Novecento a Mestre. Ieri a palazzo Balbi la firma che segna il via libero definitivo alla progettazione.
<p>Fra 4 anni l’intero complesso che comprende l’ex Distretto di via Poerio e la zona dell’ex caserma dei carabinieri di via Pascoli, sarà rifatta a nuovo. Già pronto il progetto per l’ex Distretto, progetto che prevede la copertura con una grande vetrata del chiostro di quello che nel Seicento fu un convento di suore.
<p>M9 è la più grande scommessa culturale di Mestre e Giuliano Segre, il presidente di Fondazione Venezia, mette le mani avanti: «Non sarà un museo tradizionale. Sarà più un Museo della scienza interattivo e se proprio devo scegliere una immagine, dico che sarà molto più simile a Gardaland che a un museo».
<p>Significa che l’M9 diventerà un posto da vedere. E dove si torna. «È un passo fondamentale per la riqualificazione della città - ha spiegato il sindaco Massimo Cacciari - Non c’è città al mondo che possa vantare tante iniziative. Basta che pensiamo ai due mega interventi, quello del quadrante di Tessera e la riqualificazione di Porto Marghera.
<p>E poi c’è anche l’area dell’ex Umberto I e fra un po’ presenteremo il progetto per la nuova piazza Barche. Insomma noi ragioniamo come una metropoli che comprende Padova e Treviso e sappiamo che una grande città non esiste senza un grande polo culturale. Che deve diventare il museo del Novecento perchè Mestre è il simbolo del Novecento, ma non un museo incartapecorito, un museo vivo, che mostra anche il futuro. Dunque un museo rivolto soprattutto ai giovani. «Dunque - analizza Galan - Mestre non è più la città periferica nata alle spalle della città che tutto il mondo conosce, Mestre è la città baricentro del Veneto». Una capitale che rinasce dalla sue ceneri, con uno spazio importante finalmente restituito alla città - ha spiegato Giuliano Segre, mentre Renata Codello, Soprintendente ai Beni ambientali ed architettonici avverte che «Questo è un progetto molto ambizioso perchè punta a dare un contributo essenziale per definire una identità di Mestre.
<p>Un progetto capace di generare altre relazioni culturali con l’intera regione». L’accordo di programma firmato ieri riguarda un’area di 6.900 metri quadri tra via Poerio e via Brenta Vecchia. L’accordo di programma significa una approvazione automatica del cambio di destinazione d’uso degli spazi. Significa che gli spazi dell’ex Distretto (ed ex caserma Matter e prima ancora convento delle suore) saranno utilizzati a scopi direzionali e commerciali, mentre nella zona dell’ex caserma dei carabinieri di via Pascoli sarà realizzato il museo, abbattendo l’edificio esistente.<br />
<br/>fonte: <a href="http://carta.ilgazzettino.it/MostraStoria.php?TokenStoria=136130&Data=20091216&CodSigla=VE">Il Gazzettino - Mestre-Venezia - Maurizio Dianese</a>GIOCONDO TALAMONTI: Scuola. "La memoria costituisce un patrimonio che non deve essere mai cancellata se si vuole affrontare il nuovo con determinazione e coraggio" 2009-10-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418644Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Terni (TR) (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />In attuazione a quanto sottoscritto nel Protocollo d’intesa del 10 ottobre 2009 dalle Istituzioni locali, l’Icsim e il I.I.S. Tecnico Professionale “Allievi-Pertini, circa la valorizzazione del patrimonio tecnologico-industriale ternano, ieri mattina, 30 ottobre, presso la sede scolastica di via C. Battisti 131, si è tenuto un incontro per verificare la possibilità di localizzare il costituendo museo di archeologia industriale presso l’ampia struttura riservata alle officine ed ai reparti di lavorazione della scuola.
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Primi esemplari importanti: la fonderia dell’Itis , pezzi storici delle industrie locali e delle Ferrovie dello Stato (un vagone sarà posizionato nel cortile della scuola) e l’archivio “Bosco” che sarà oggetto di una mostra permanente.
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Si è ipotizzato un percorso fruibile da tutti visitatori della storia industriale della città.<br />
Si è prospettata, poi, un’idea che prevede, all’ingresso del percorso, la collocazione della meridiana, antico strumento di misurazione del tempo basato sul rilevamento della posizione del Sole, testimone di tante altre dotazioni conservate dalla scuola.
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L’Assessore alla Scuola Avv. Stefania Cherubini ha assicurato il suo interessamento per portare a compimento tale progetto.
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Presenti all’incontro: <br />
V.Presidente della Provincia<br />
Assessore alla Scuola della Provincia, Stefania Cherubini<br />
Assessore alla Scuola del Comune di Terni, Simone Guerra<br />
Assessore Regionale, Giuseppe Mascio<br />
Presidente della Camera di Commercio, Enrico Cipiccia<br />
Direttore della Confindustria, Mauro Meucci<br />
Amministratore Delegato della Sdf della TK-AST , Ing. Massimo Calderini<br />
Direttore Risorse Umane e Relazioni Esterne Thyssenkrupp Acciai Speciali Terni, Ulf Koller<br />
Presidente dell’ICSIM, On. Franco Giustinelli<br />
Dirigente dell’Icsim, Alberto Pileri<br />
Commissario Straordinario dell’IIS Tecnico Professionale “Allievi-Pertini”, Giulio Viscione<br />
Direttore Amministrativo ATC, Proietti Mauro<br />
Direttore Tecnico ATC, Crocelli Sergio <br />
Dirigente dell’ I.I.S tecnico professionale Allievi- Pertini, Giocondo Talamonti.
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L’impegno di tutti è stato quello di lavorare per concretizzare le possibilità di creazione del museo archeologico e della mostra permanente.
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“Guardare al futuro ripensando alla storia della città, che da borgo è diventata una città industriale, alla sua cultura, alla scuola tecnico professionale che ha forgiato i nostri cittadini. La memoria costituisce un patrimonio che non deve essere mai cancellata se si vuole affrontare il nuovo con determinazione e coraggio”. <br />
<br/>fonte: <a href="http://talamontigiocondo.blogspot.com/2009/10/museo-archeologico-iis-tecnico.html">Blog di Giocondo Talamonti</a>Vittorio Sgarbi: «Della cultura, a questo Stato, frega pochissimo» - INTERVISTA2009-10-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it418613Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Salemi (TP)- Consigliere Consiglio Comunale Salemi (TP)<br/><br/><br />
<b>Per ovviare alla mancanza di fondi nel mondo museale, Roma affida a Zetema la gestione dei 20 musei del circuito comunale.</b><br />
<b>Possibile serva una società esterna per rendere i musei di Roma più invitanti e redditizi?</b>
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In realtà, i musei potrebbero tranquillamente muoversi con le iniziative dei loro direttori, che conoscono meglio di tutti le potenzialità delle strutture che dirigono.<br />
Il vero problema è avere idee e progetti tali da riuscire a realizzarli attirando anche il contributo dei privati.<br />
Affidare a società come Zètema la gestione dei musei è un modo per lavarsene le mani e pensare che qualcun altro possa trovare soluzioni che non si sanno trovare da soli.
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<b>Qual'è il vero problema dei musei italiani rispetto a quelli europei? Perchè sembra che solo l'Italia non riesca a guadagnare con l'arte?</b>
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In Italia, in campo museale, c'è di fatto un'offerta maggiore alla domanda rispetto a qualsiasi altro Paese; è quindi difficile far funzionare tutti i musei attirando visitatori sufficienti per mantenere le strutture.<br />
In un contesto simile solo quei musei che sono in grado di inventare soluzioni più attraenti possono prevalere sugli altri e sopravvivere.<br />
Si ricorre a società esterne sperando che loro facciano quello che dovrebbe essere il compito di direttori capaci: inventare nuove possibilità e trovare fondi. Anche se poi subentrerebbe il problema di come investire questi soldi!
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<b>Il problema quindi non è solo un problema economico, ma anche di programmazione nel lungo periodo. A questo proposito, come vede lei il futuro delle nostre opere d'arte, data la sospensione dei corsi dell'Istituto Superiore del Restauro e dello scarso interesse che questo sembra suscitare tra i responsabili?</b>
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Sono anni ormai che in Italia si fanno restauri inutili e non si fanno i restauri necessari, il comportamento generale di coloro che se ne dovrebbero occupare non ha scuse. Il fatto di chiudere o limitare le attività dei corsi come quello di Restauro a Roma o dell'Opificio delle pietre dure di Firenze è solo uno degli aspetti della miopia dei politici che dimenticano che le capacità professionali che possono essere coltivate e maturate in quegli istituti potranno tornare utili domani.<br />
Lo Stato di fatto rinuncia a risorse che sono fondamentali per il futuro delle nostre opere d'arte.<br />
D'altra parte, avendo ministri come quelli che abbiamo, incapaci di decidere cosa è essenziale e cosa non lo è,
è ovvio che ci troviamo in queste condizioni!<br />
Il bilancio dello Stato è tale che consentirebbe di fare tutto, basterebbe avere solo la capacità di capire quali sono le priorità, ma siccome tale capacità non ce l'hanno nè ministri nè sottosegretari, siamo allo sbando.<br />
Dobbiamo però smettere di pensare che sia uno sbando dovuto alla mancanza di soldi, i soldi ci sono, ma sono spesi male.
Le iniziative essenziali non vengono fatte mentre quelle inutili sono sostenute, patrocinate, finanziate.<br />
Non si può spendere 17 milioni di euro per fare il Festival del Cinema di Roma, è una puttanata!<br />
Con quei soldi si potrebbero sostenere tutti i centri di restauro necessari, ma si preferisce investire quei soldi per un festival che interessa una minima parte della cittadinanza, a scapito del vero patrimonio nazionale italiano: l'arte e la cultura.
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COS'E' ZETEMA</b>
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Zètema, presidente Francesco Marcolini (quota An), è una società partecipata al 100% dal Comune di Roma. Sul sito si legge che l'azienda "opera con modalità <i>in house"</i> (ovvero, al di là del vezzo anglicista, all'interno di appalti aggiudicati dalla Pubblica Amministrazione) e ha come <i>core business</i> (ovvero attività principale) la gestione di attività e servizi culturali e turistici, e l'organizzazione di eventi. Zètema fu istituita dal sindaco Rutelli, foraggiata da Veltroni e ora ereditata da Alemanno.<br />
Dotata di questa doppia anima pubblico/privato (missione pubblica e gestione privata dei contratti), Zètema ha sempre sostenuto per bocca del suo amministratore delegato Albino Ruberti, che l'arte è creatività e marketing.<br />
L'articolo che potete leggere in questa pagina dimostra gli effetti di quella filosofia.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=NTJ4R">Gli Altri - (C.M.d.A.)</a>GIUSEPPE BORTOLUSSI: Snobbato dal Comune di Venezia. Accolto da Zanonato sindaco di Padova.2008-09-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it359077Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Venezia (VE)<br/><br/><br />
<b>Nè come assessore e nemmeno come segretario della Cgia.</b><br />
Giuseppe Bortolussi questa volta si distingue come collezionista. Una collezione originale la sua. Ben duemila oggetti di design. Sedie, poltrone, divani, librerie, pezzi di arredamento e accessori tutti rigorosamente dei più famosi designer italiani e stranieri. Un patrimonio di milioni di euro ora protetti in sei sedi sicure. Per capirne il valore solo un esempio. «Alcuni anni fa - racconta Bortolussi - mi offrirono una sedia di Marc Newson al prezzo di centoventi milioni di vecchie lire. Rifiutai la proposta perché troppo costosa. Ora quella stessa sedie è stata battuta all'asta per un milione e mezzo di dollari». E sono numerosi i pezzi di Marc Newson raccolti nella collezione di Bortolussi. Ma anche opere di designer di spicco come l'angolo-israeliano Ron Arad, il francese Philippe Stark, il tedesco Ingo Maurer soprannominato "poeta della luce". La prestigiosa lista prosegue con l'americano Charles Imes, Ettore Sottsas, gli italiani Gaetano Pesce e i fratelli Castiglioni. «Tutti oggetti che sono delle vere e proprie sculture» spiega Bortolussi, a partire dalla sedia con buco di Charles Imes che sembra un orecchio disteso. Come assessore alle Attività produttive di Venezia Giuseppe Bortolussi aveva offerto le opere d'arte al Comune della sua città. «Dei duemila pezzi almeno settecento sono di grande valore» spiega. Ma il Comune di Venezia ha rifiutato l'offerta non mostrando interesse per quel design moderno. Allora Bortolussi si è rivolto alla vicina Padova e qui ha avuto più soddisfazione. Il sindaco Flavio Zanonato ha accolto la sua proposta a braccia aperte. È già stato individuato un grande deposito sorvegliato dove tutte le opere di design saranno collocate per un primo lavoro di catalogazione. Un lavoro che verrà fatto da una scuola di design padovana. Si tratta di una collezione sia antologia che per autori. Poi i pezzi migliori saranno protagonisti di una grande mostra ed infine diventeranno una esposizione permanente. «Stiamo pensando ad uno spazio articolato - spiega Giuseppe Bortolussi - che oltre all'esposizione permanente accolga anche altre mostre, luoghi per incontri, presentazioni di libri, un grande luogo da inserire negli itinerari museali di Padova».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.gazzettino.it/VisualizzaArticolo.php3?Luogo=Venezia&Codice=3898155&Data=2008-9-5&Pagina=1">Il Gazzettino.it - Venezia.Mestre - r.i.</a>Sandro BONDI: "Voglio un superdirettore per tutti i musei italiani" - Intervista2008-07-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it358177Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) - Ministro Beni e Attività Culturali (Partito: PdL) <br/><br/><br />
<b>Ministro Sandro Bondi, il turismo in Italia è legato alla ricchezza di beni culturali: lei crede che la crisi di questi anni sia dovuta alla cattiva gestione del nostro patrimonio?</b><br />
«Sicuramente c’è qualcosa che non va. Si dice comunemente che i beni culturali siano il nostro petrolio, ma è un petrolio che non riusciamo ad estrarre».<br />
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E la colpa di chi è?</b><br />
«Ci sono certamente altre cause che spiegano il ritardo accumulato nello sviluppo del turismo culturale, come la mancanza di moderne catene alberghiere, la crisi della nostra compagnia di bandiera, i limiti delle infrastrutture, l’assenza di un progetto di comunicazione. Ma pesa anche l’incapacità di sfruttare al meglio le nostre bellezze».<br />
<b>Per citare casi recenti, i media stranieri parlano di Pompei come se avessimo un gioiello che non sappiamo valorizzare...</b><br />
«Non possiamo dire di puntare sul turismo se lasciamo le vetrine culturali dell’Italia nelle condizioni di Pompei. Nessuno ha mai fatto niente, io non mi sono rassegnato e ho preso un provvedimento unico nella storia del nostro Paese».<br />
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Il modello del commissario può essere applicato ad altri beni culturali?</b><br />
«Sì, credo che il provvedimento per Pompei possa diventare un modello. E parlo di gestioni autonome dei Beni culturali con fondazioni o consorzi, frutto della collaborazione tra il ministero, gli enti locali e i privati, che sono le più efficienti».<br />
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Altri esempi?</b><br />
«Due settimane fa abbiamo siglato un accordo con le fondazioni bancarie per la Reggia di La Venaria in Piemonte. Poi un consorzio per la gestione di Villa Reale di Monza».<br />
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E nei prossimi mesi?</b><br />
«Sto lavorando a un piano nazionale dei musei italiani. Voglio dimostrare che è possibile valorizzarli, destinando risorse adeguate, sia pubbliche che private. Ho deciso di bandire un concorso aperto anche agli stranieri per il posto di direttore generale per i musei italiani».<br />
<b>Potremmo avere un capo dei musei non italiano?</b><br />
«Adesso non c’è la figura di direttore generale. Io voglio, entro la fine dell’anno, istituirla. E il bando pubblico sarà internazionale». <br />
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Quante sono le risorse?</b><br />
«Venti milioni del governo per quest’anno. Con le fondazioni spero di arrivare in tutto a 40 milioni».<br />
<b>E sul fronte del turismo?</b><br />
«Con Michela Brambilla lavoro a un piano per la valorizzazione degli itinerari turistico culturali, con particolare attenzione all’Italia minore, alle piccole città d’arte che rappresentano una ricchezza diffusa senza paragoni nel mondo. Poi io vorrei sostenere l’arte contemporanea, in modo da lasciare alle nuove generazioni testimonianze nobili e alte della nostra civiltà».<br />
<b> È riuscito ad evitare i temuti tagli nella manovra. Si aspettava gratitudine dal mondo del cinema?</b><br />
«A parte l’eccezione di alcuni esagitati, i produttori, gli esercenti, gli attori e i registi hanno dimostrato rispetto e attenzione. Adesso il secondo obiettivo che mi pongo è quello di realizzare in Italia una agenzia nazionale per il cinema».<br />
<b>Un nuovo carrozzone?</b><br />
«Al contrario, è un modo per semplificare visto che ingloberà tutti gli enti esistenti, sul modello francese».<br />
<b>È possibile evitare che siano finanziati film che non arrivano nelle sale?</b><br />
«È necessario. Non intendo più accettare lo scandalo di film finanziati dallo Stato solo perché piacciono ad alcuni pseudo-intellettuali di sinistra innamorati delle loro idee e soprattutto delle loro piccole botteghe. Questo scandalo deve finire».<br />
<b>Magari i sussidi potrebbero scomparire...</b><br />
«Non è uno strumento tutto negativo. Due film come Il Divo o Gomorra hanno ricevuto un contributo e il pubblico li ha premiati».<br />
<b>Ci sono categorie che sono per definizione di sinistra e lei ha forse a che fare con le più agguerrite. Non le viene la tentazione di scardinare quel mondo?</b><br />
«È un mondo complesso e io lo conosco bene».<br />
<b>Un tempo si parlava di egemonia culturale della sinistra. Esiste ancora?</b><br />
«È più uno stereotipo che una realtà. La sinistra non ha mai esercitato una vera egemonia nella cultura italiana, anche se è vero che è riuscita ad impadronirsi dei gangli dell’organizzazione culturale nelle università, nelle case editrici, nei giornali e nelle televisioni e perfino nella magistratura».<br />
<b>Detta così è egemonia...</b><br />
«Diciamo che è un mondo costituito da diversi gironi. Il primo è formato da funzionari, con il compito di organizzare la cultura in modo da renderla funzionale agli obiettivi politici della sinistra. Il secondo è formato da coloro che ritengono essere chic dichiararsi di sinistra. Il terzo è formato da tutti quegli intellettuali che, fino a oggi, per poter lavorare sapevano di doversi rivolgere ai funzionari».<br />
<b>Sono i suoi interlocutori?</b><br />
«Con loro si può e si deve dialogare, perché sono alla ricerca di nuove relazioni e protagonisti. Il mio obiettivo non è quello di sostituire questo sistema con un altro di diverso segno politico. Voglio costruirne uno nuovo fondato sulla libertà e sul riconoscimento dei veri uomini di cultura». <br />
<b>Perché dice spesso di non essere di destra?</b><br />
«Perché sono onesto intellettualmente. Non sarei onesto se dicessi di essere un campione del liberalismo».<br />
<b>Si sente un ex Pci?</b><br />
«La mia vicenda personale è quella di un cattolico che aderisce giovanissimo al Pci di Berlinguer sull’onda delle speranze suscitate dal compromesso storico». <br />
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Poi però approda al centrodestra...</b><br />
«Se non si comprende come una persona come me possa giungere ad abbracciare la causa di Berlusconi si comprende poco della storia del nostro Paese».<br />
<b>Nelle sue materie ritiene sia necessario dialogare con la sinistra?</b><br />
«Bisogna dialogare con chi ha idee. Con Salvatore Settis, presidente del Consiglio nazionale dei Beni culturali, ad esempio, non ho opinioni perfettamente coincidenti, ma gli riconosco un impegno senza riserve, un rigore e una moralità sempre più rara».<br />
<b>Chi tra i tanti esponenti della cultura che ha incontrato l’ha delusa di più?</b><br />
«Chi non alcun rispetto per me come persona, non tanto come ministro».<br />
<b>Il meno ostile?</b><br />
«Non voglio comprometterlo».<br />
<b>Non teme che a volte la buona educazione possa nuocerle?</b><br />
«No. E neppure una certa bontà, perché sono certo che la bontà alla fine è una forza travolgente».<br />
<b>Cosa sarebbe successo se fosse stato meno buono con Umberto Eco?</b><br />
«Ho seguito ugualmente la sua lezione, che francamente ho trovato noiosa. Non vedevo l’ora di andarmene».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=IRLHI">Il Giornale - Antonio Signorini</a>MAURIZIO SALOMONI: Ristrutturazione di Palazzo Attems2008-04-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332237Alla data della dichiarazione: Assessore Provincia Gorizia (Partito: PD) <br/><br/>"Entro due o tre mesi verra' formalizzato il progetto definitivo e cosi' gia' nel 2009 partiranno i lavori. In questo modo sara' possibile restituire a Gorizia una struttura museale dagli ambienti moderni e funzionali, che ci permettera' di destinare alle esposizioni una superficie maggiore e meglio articolata di quella attualmente disponibile. Oltre alla ridefinizione dei volumi interni, verranno anche effettuati dei significativi lavori di manutenzione straordinaria, da tempo resisi assolutamente necessari. Fra questi, figurano la sostituzione dell'intera copertura del tetto, al fine di scongiurare possibili infiltrazioni d'acqua piovana, e il consolidamento delle statue presenti sulla facciata. Inoltre, saranno rifatti completamente tutti gli impianti, con l'uso delle piu' moderne tecnologie, per l'ottimizzazione dei consumi e il risparmio energetico. L'obiettivo e' quello di offire alla citta' e a tutto l'Isontino un museo in linea con gli standard piu' moderni per l'organizzazione di eventi e manifestazioni culturali, che oggi necessitano di precisi requisiti logistici per poter essere accolte".<br/>fonte: <a href="http://ilpiccolo.repubblica.it/">Il Piccolo del 30 aprile 2008</a>