Openpolis - Argomento: primo maggiohttps://www.openpolis.it/2011-04-28T00:00:00ZPatrizia TOIA: Non è con l’apertura dei negozi il primo maggio che si combatte la crisi2011-04-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560161Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/><br />
“Sostengo che la vita delle persone e delle famiglie non può essere schiacciata tutta sul profitto e sul commercio. E siccome le parole, di cui tutti siamo così prodighi, devono poi tradursi in scelte concrete e coerenti, mi unisco con forza all’appello dei sindacati e allo sconcerto della Curia per sostenere l’importanza di salvaguardare la domenica e le festività senza lavoro, momenti fondamentali per la compatibilità del lavoro con la vita in famiglia”. È quanto afferma <b>Patrizia Toia</b> in merito all’eventualità di tenere aperti gli esercizi commerciali nelle giornate festive.
<p>“Fin dal 2010 abbiamo avviato, in Europa, la campagna per una «domenica libera dal lavoro», da subito sostenuta dalle ACLI, dai sindacati europei, dalla Confederazione delle Chiese europee e da oltre 13 mila persone di diverse nazionalità per chiedere una domenica senza lavoro per tutti i cittadini europei. – prosegue<b> Patrizia Toia</b> - Spiace leggere, ancora oggi sui giornali, che il sindaco di Milano concede la deroga ai negozianti per l’apertura il primo maggio, la festa dei lavoratori”.
<p>“Non si può dire di sostenere le famiglie, con parole vuote e spot elettorali e poi non pensare agli spazi che devono essere garantiti per poter stare con i propri figli e con le persone care. – afferma ancora Toia - La flessibilità lavorativa non si deve scaricare con effetti negativi sulla vita delle famiglie e delle comunità: occorre rispettare e garantire dei giorni di risposo comuni ad un’intera società che consentano alle famiglie di ritrovarsi e ai concittadini di realizzare attività culturali, spirituali e sociali”. <b>Patrizia Toia</b> conclude ricordando che “Non è con l’apertura dei negozi il primo maggio che si combatte la crisi, ma con misure concrete a sostegno delle famiglie e della attività produttive, misure che continuano a mancare nei progetti del sindaco Moratti e del nostro Governo”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.it">patriziatoia.it</a>Cesare DAMIANO: 1 MAGGIO 2010: CESARE DAMIANO PARTECIPA ALLA CERIMONIA AL QUIRINALE2010-05-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it499754Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/>Oggi Cesare Damiano partecipa alla cerimonia di conferimento delle Stelle al Merito ai Nuovi Maestri del Lavoro del Lazio, che si tiene al Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Si celebra oggi il 120° anniversario del 1° Maggio, festa del lavoro. “La forza simbolica della ricorrenza è inscindibile dalla memoria del lungo percorso e sofferto cammino attraverso il quale le giuste richieste di condizioni di lavoro rispettose della dignità dell’uomo hanno potuto finalmente tradursi in pienezza di diritti”, ha scritto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio per l’apertura della mostra dedicata al 120esimo anniversario del Primo Maggio, promossa dalla Fondazione Nenni con il contributo dell’Archivio Centrale dello Stato, delle Fondazioni Di Vittorio, Buozzi e dell”Istituto studi sindacali. www.quirinale.it<br/>fonte: <a href="http://cesaredamiano.wordpress.com/2010/05/01/1-maggio-2010-cesare-damiano-partecipa-alla-cerimonia-al-quirinale/">http://cesaredamiano.wordpress.comnull</a>Giorgio NAPOLITANO: Primo Maggio, testimonianza del lungo e sofferto cammino dei diritti del lavoro2010-05-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it499189Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica<br/><br/><br />
Si celebra oggi il 120° anniversario del 1° Maggio, festa del lavoro. "La forza simbolica della ricorrenza è inscindibile dalla memoria del lungo percorso e sofferto cammino attraverso il quale le giuste richieste di condizioni di lavoro rispettose della dignità dell'uomo hanno potuto finalmente tradursi in pienezza di diritti", ha scritto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio per l'apertura della mostra dedicata al 120esimo anniversario del Primo Maggio, promossa dalla Fondazione Nenni con il contributo dell'Archivio Centrale dello Stato, delle Fondazioni Di Vittorio, Buozzi e dell''Istituto studi sindacali.
<p>
"Di questo cammino - ha sottolineato il Capo dello Stato - e delle pagine di lotte, conquiste e tragedie che ne hanno scandito le tappe, del coraggio e del sacrifico dei lavoratori che ne sono stati protagonisti, la celebrazione del Primo Maggio costituisce certamente la testimonianza più significativa".
<p>
La cerimonia al Quirinale si svolge, come da tradizione, alla presenza dei nuovi "Maestri del Lavoro" del Lazio ai quali, precedentemente, saranno state conferite le "Stelle al Merito del Lavoro" da parte del Ministro del Lavoro.
<p>
Nel corso della cerimonia, nel Salone dei Corazzieri, il Capo dello Stato consegnerà quale simbolico omaggio all'estremo sacrificio di tutte le vittime degli infortuni e come monito, per il presente e per il futuro, della inaccettabilità della tragica catena di morti bianche, riconoscimenti alla memoria di alcuni Caduti sul Lavoro: in particolare, la Medaglia d'oro al Merito Civile alla memoria di Michele Giuseppe Falletta, e le "Stelle al merito del lavoro" alla memoria di Francesco Currenti, Daniele Melis, Bruno Montoni, Luigi Solinas.
<p>
Alla celebrazione parteciperano anche alcune rappresentanze di giovani precari della Cgil, della Cisl e della Uil. Sarà presente anche una delegazione di giovani ricercatori dell'Ispra, tra i quali i precari che avevano rivolto un appello al Presidente. Parteciperanno inoltre alla cerimonia delegazioni della Federazione di DonnEuropee Federcasalinghe e del Movimento Italiano Casalinghe.
<p>
Sarà anche presente alla celebrazione del Primo Maggio una delegazione della Cooperativa dei Condomini di Levigliani, tra i quali alcuni dei 13 fondatori superstiti che il Presidente della Repubblica ha recentemente nominato Cavalieri al Merito della Repubblica.
<p>
Prima della cerimonia il Capo dello Stato incontrerà una delegazione di dirigenti e lavoratori dell'Azienda farmaceutica Sanofi-Aventis di Scoppito in Abruzzo come espressione di apprezzamento per le numerose iniziative intraprese a favore della ripresa economica del territorio.
<p>
Nel corso della manifestazione saranno letti dei brani letterari dedicati al mondo del lavoro da parte dell'attore Toni Servillo.
<p>
Nel segno della continuità dell'omaggio ai caduti sul lavoro, in mattinata due Corazzieri deporranno una corona al Monumento inaugurato due anni fa dal Presidente davanti la sede dell'Inail in piazza Pastore. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Notizia&key=6970">Il Quirinale.it</a>Francesco GIORDANO: Le lavoratrici e i lavoratori celebrano la loro festa, senza di loro non andiamo da nessuna parte2008-05-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it332239
<p>Primo maggio 2008. Le lavoratrici e i lavoratori senza rappresentanza politica in Parlamento. Per la prima volta. E Confindustria sfida lo stesso sindacato anche sul fronte della rappresentanza sociale. Ci siamo svegliati in un altro mondo. E’ da questa realtà che bisogna ripartire per ricostruire un punto di vista autonomo del lavoro, una sua presenza nella società e una critica del tempo presente, della globalizzazione, delle precarietà. Quella globalizzazione che non lascia più al riparo nessuno dei diritti sin qui acquisiti.
<p>Con il voto drammatico di Roma, dopo quello nazionale, non è più possibile per nessuno accampare alibi. Non ci sono nicchie in cui mettersi al riparo aspettando che il diluvio passi. Per ricostruire Rifondazione, per riaggregare la sinistra e rilanciare l’intero campo democratico occorrono una riflessione coraggiosa e una assunzione di responsabilità collettiva. Noi abbiamo cominciato a farlo. Il nostro congresso si svolgerà in tempi rapidissimi. Investiremo su un processo democratico e partecipato. Ma questa discussione non può essere fatta solo nel chiuso di aree ristrette e di gruppi dirigenti. Deve, al contrario, coinvolgere l’intero mondo che si sente ancora di sinistra e una parte larga di società.
<p>A sinistra, dentro Rifondazione, questa discussione è già avviata. Trovo incredibile che nel Pd non avvenga la stessa cosa, secondo una tendenza antica a nascondere e nascondersi la realtà. Polvere sotto il tappeto. Diciamolo con chiarezza: noi siamo stati sconfitti e allo stesso tempo è completamente fallito il progetto veltroniano del Pd. La cultura politica e la conseguente proposta su cui ha puntato il Pd hanno prodotto lo sfondamento della destra, uno spostamento dell’asse politico quale non si era mai visto dal dopoguerra a oggi. E quale non esiste in alcun altro paese europeo.
Dopo la sconfitta del 13 aprile, il Pd ha usato la catastrofe della Sinistra Arcobaleno per celare il suo stesso fallimento. Dopo la caduta di Roma, questo non è più possibile, e le scuse accampate da alcuni leader del Pd, secondo cui a determinare la sconfitta di Rutelli sarebbe stata la defezione della Sinistra sono semplicemente grottesche. Patetiche. Un modo come un altro per scaricare responsabilità: non solo su di noi ma anche, più sottilmente, sullo stesso candidato sconfitto.
<p>Proprio a Roma noi abbiamo avanzato critiche profonde alla cultura del modello “americano” del sindaco Veltroni, che privilegiava la dimensione spettacolare e “virtuale” della città, lasciando scoperti interi territori di crescente malessere sociale, che hanno alimentato il serbatoio del consenso per la destra. Quel Veltroni che, al pari dei Cofferati e dei Dominici, ha inseguito le culture regressive della destra su temi sensibili come quelli della sicurezza e dell’immigrazione, spianando la strada al trionfo di Bossi e di Alemanno. E io penso che il voto di Roma parli lo stesso linguaggio dell’esplosione della Lega a nord. Non è la vittoria di una destra liberista, tecnocratica, confindustriale. E’, al contrario, la vittoria di una destra fortemente radicata, capace di sostituire il conflitto sociale con una trama neocorporativa e di presentarsi come soggetto in grado di sedare le paure e le angosce indotte dalla globalizzazione rivolgendole verso conflitti di natura territoriale o, appunto, corporativi.
<p>Non è questa la sede per tentare una interpretazione complessiva ed esaustiva del terremoto politico-elettorale. Possiamo però dire sin d’ora che non sarà possibile nessuna ricostruzione della nostra soggettività politica senza un reinsediamento e senza la ricostruzione di legami sociali, persino comunitari, di segno rovesciato, opposto, rispetto a quelli propri della Lega e dell’intera destra. Anche a fronte dell’attuale forma dello sviluppo capitalistico, che desertifica le forme della socialità e le traduce solo in chiave di competizione individualistica, bisogna costruire una nuova identità solidaristica e trame di relazioni socialmente ricche. Nichi Vendola ha vinto in Puglia proprio perché ha saputo interpretare questo bisogno e ha così “disarmato” sia l’intermediazione clientelare del consenso sia la spinta delle culture securitarie e xenofobe.
<p>La scommessa sulla proposta “americana” di Veltroni, invece, ha spalancato i cancelli al diffondersi di sentimenti impauriti e rancorosi e di identità parziali (locali e corporativi). Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
In Italia, grazie proprio alla strategia impostata dal Pd, si è inopinatamente cancellato ogni riferimento alla sinistra, al vincolo sociale, ai diritti civili e a quelli del lavoro. Si è cancellata, in un certo senso, l’intera eredità della cultura sociale europea. Vogliamo per favore discuterne? Perché per ricostruire una cultura e un campo democratici in questo paese è di questa discussione che c’è bisogno. Il tentativo del Pd di chiudere la faccenda il prima possibile, senza rimettere nulla in discussione, impedisce di analizzare i motivi della sconfitta, e inibisce ogni possibilità di rivincita democratica.
<p>Nessun fraintendimento. Noi dobbiamo ricostruire il Prc e avviare un processo costituente a sinistra in un campo distinto e autonomo da quello della sinistra moderata, in un orizzonte chiaramente anticapitalista. Ma per il Pd e per l’intero paese, dopo l’ubriacatura americana, non è forse necessario tornare con i piedi e con la testa, sia nelle radici che nelle prospettive, in Europa? E per noi, per il Prc, pur nella difficoltà estrema di questo momento, non si apre la possibilità di uno spazio politico importante e significativo a sinistra, dopo il fallimento del veltronismo?
Primo maggio 2008. Il lavoro umiliato, offeso, non più rappresentato. Il lavoro trasformato, precarizzato, asservito. Riparte da questa dolente ed inedita condizione il nostro cammino. Non rinchiudendoci in logiche di nicchia ma avanzando una proposta all’altezza della sfida e del dramma che stiamo vivendo. Non ci salviamo se non ricostruiamo la nostra utilità sociale in una dimensione di massa. Guai ad assecondare logiche autoconsolatorie o costitutivamente minoritarie. Per superare anche un insuccesso così grande e drammatico, occorre mantenere alte l’ambizione politico-sociale e l’innovazione culturale che rappresentano la storia e l’identità del Prc. E della sinistra in Italia.
<p>Le lavoratrici e i lavoratori oggi celebrano la loro festa. Senza di loro non andiamo da nessuna parte: scomparirebbe la nostra ragione sociale. Sono la bussola con cui ricominciare.<br/>fonte: <a href="http://www.franco-giordano.it">www.franco-giordano.it</a>