Openpolis - Argomento: treuhttps://www.openpolis.it/2012-05-11T00:00:00ZCesare DAMIANO: Ma quanto vale una persona?2012-05-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it627315Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Il caso del cadavere gettato in un torrente, probabilmente per occultare una morte sul lavoro: rigorosamente nero, precario, malpagato.
<p>Imperia, muore in un cantiere, trovato il corpo in un torrente. Cadavere occultato per coprire un lavoro nero? Questa notizia era sulla prima pagina de L`Unità di sabato 5 maggio. La notizia non ha ancora trovato conferma, ma dalle lesioni riscontrate sul corpo irriconoscibile si tratta sicuramente di una morte avvenuta per una caduta dall`alto, forse una impalcatura.
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L`età apparente della vittima è compresa tra i 25 ed i 35 anni. Questa notizia, nascosta tra le migliaia di informazioni che ci colpiscono quotidianamente, mi ha fatto riflettere in modo particolare perché é la dimostrazione di quanto sia urgente un cambio di mentalità sul tema del valore della persona umana. La domanda dalla quale partire è se tutto quello che è accaduto in questi anni, a proposito di lavoro, fosse inevitabile. Cominciamo finalmente a renderci conto che, in nome del "dio mercato", si sono prodotte lacerazioni irreversibili nel tessuto sociale, nella coesione, nel rispetto più elementare delle regole e dei diritti.
<p>Ad esempio, il dibattito che si è prodotto recentemente sul tema dell`articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori ha visto l`utilizzo di argomenti, soprattutto da parte del centrodestra, che non avevano niente a che fare con il diritto del lavoro e con la realtà delle aziende. Si dimentica troppo facilmente la disparità di forza esistente tra imprenditore e dipendente (non a caso ho scelto questa parola), che il diritto del lavoro ha il dovere di compensare a vantaggio del più debole, essendo stato definito giustamente diritto "diseguale". Si è parlato di licenziamenti, come se qualcuno avesse la pretesa di reintegrare in azienda un lavoratore giustamente allontanato dall`azienda. Si fa riferimento ad un mercato del lavoro eccessivamente rigido, quando in realtà il fenomeno che si è verificato è quello di un surplus di precarietà che sta condannando le giovani generazioni ad una vita senza futuro.
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Occorre anche ricordare che le nuove assunzioni sono caratterizzate all`80% da lavoro a termine e non solo per effetto della crisi, ma a causa di una visione distorta del modello di competitività dell`impresa. In sostanza, è come se si fossero smarriti i "fondamentali" e vivessimo in un mondo capovolto. Dovremmo dunque ricominciare ad analizzare l`evoluzione del mercato del lavoro alla luce delle trasformazioni del modello produttivo. Nessuno mi toglie dalla testa che la svalorizzazione del lavoro sia da collegarsi alla vittoria dei "Chicago boys" ed al conseguente rovesciamento dei rapporti di forza tra lavoro ed impresa che si è manifestato all`inizio degli anni '80, a favore di quest`ultima.
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La riduzione della dimensione occupazionale delle fabbriche si è accompagnata alla delocalizzazione ed alla esternalizzazione dei cicli produttivi (altra cosa è l`internazionalizzazione dell`impresa); la lean production ed il just in time degli anni '90, quando era di moda discutere del modello giapponese, hanno imposto linee gerarchiche corte e la logica del "produrre ciò che si è già venduto", eliminando costosi ed ingombranti magazzini.
<p>In Italia si era soliti dire che le merci erano stoccate sui tir che partivano dalle autostrade del nord est: era anche il tempo del "piccolo. è bello". Da questo nuovo modo di intendere la produzione si è sprigionata la spinta alla flessibilità che è diventata, con il tempo, precarizzazione del lavoro.
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Le prime avvisaglie di un cambiamento di rotta ci sono state nel 1984, con l`introduzione dei contratti di formazione lavoro e, successivamente, con il riconoscimento dei contributi previdenziali al lavoro coordinato e continuativo nel '96, con il governo Dini. Da quel momento esplode l`utilizzo del lavoro parasubordinato. Il pacchetto Treu, contrariamente a quanto si pensa, produce una sola novità, richiesta a gran voce dall`Europa: il lavoro interinale. È la successiva legge 30 ad introdurre una estensione significativa di nuove forme di lavoro flessibile, quelle che caratterizzano ancora oggi il mercato del lavoro giovanile.
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L`ispirazione di Marco Biagi, a mio avviso, pur animata da buone intenzioni, si é erroneamente basata sull`assunto secondo il quale la moltiplicazione delle forme di lavoro flessibile, occasionale ed intermittente, avrebbe automaticamente aumentato l`occupazione, in special modo quella dei giovani. E invece avvenuto esattamente il contrario: non solo la disoccupazione giovanile è a livelli record, anche a causa della crisi, ma il lavoro è diventato meno attento alle esigenze di formazione e di tutoraggio e sono aumentate le spinte all`uso opportunistico delle forme di lavoro fintamente autonome al solo scopo di avere manodopera sottopagata da espellere al momento opportuno.
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Le buone intenzioni di Biagi, del quale da ministro ho applicato una efficace direttiva sul lavoro a progetto che mi ha consentito di stabilizzare i lavoratori dei cali center, sono anche state tradite dalle cattive interpretazioni dei ministri del lavoro del governo Berlusconi, Sacconi in particolare, che hanno finito con l`esasperare gli aspetti della precarietà senza, contemporaneamente, progettare adeguati ammortizzatori sociali a tutela del periodo di disoccupazione tra un lavoro ed un altro. La riforma del mercato del lavoro in discussione in questi giorni al Senato deve proporsi di correggere il tiro per creare un mercato del lavoro amico dei giovani e delle loro esigenze di stabilità e di futuro.
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Intanto due buone notizie che ci avvicinano all`obiettivo: la vittoria dei laburisti alle elezioni amministrative in Inghilterra e dei socialisti in Francia che preparano il terreno per una inversione di rotta delle politiche economiche e sociali in Europa. Forse il vento sta davvero cambiando.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1ERY81">Gli altri</a>Cesare DAMIANO: Obiettivo precarietà zero2011-06-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it584787Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
La crisi di questi ultimi anni ha sconvolto anche la tradizionale geografia del lavoro autonomo. Il suo progressivo indebolimento sociale ha anche contributo a spostare verso il centrosinistra un orientamento di voto nelle recenti elezioni amministrative.
<p> Tra imprenditori, professionisti, lavoratori in proprio, coadiuvanti e soci delle cooperative, collaboratori e lavoratori occasionali, quella degli “autonomi” è una galassia che è sempre più difficile fotografare. E della quale nessuno sembra occuparsi se non, periodicamente, per ragioni fiscali.
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Eppure i lavoratori indipendenti (parasubordinati esclusi) rappresentano in Italia il 32,2 per cento della forza lavoro complessiva, il triplo della media europea. Una realtà decisiva, per la nostra economia e per la nostra società, che va tutelata e valorizzata.
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E che non a caso sarà al centro dell’attenzione – con la lotta alla precarietà, il sostegno dell’occupazione, il rafforzamento del welfare della Conferenza nazionale sul lavoro del Pd che si apre oggi a Genova.
Per forzare l’inerzia del governo il Pd ha presentato, alla camera e al senato (<b>primi firmatari Damiano e Treu</b>), due proposte di legge.<br />
Una sorta di “statuto” del lavoro autonomo, destinato a diventare parte di quel “diritto unico del lavoro” che i democratici puntano a realizzare.<br />
Obiettivo: valorizzare il fattore lavoro attraverso l’individuazione di principi e regole in grado di definire tutele ed incentivi rispondenti alle esigenze comuni, senza annullare le specificità delle diverse categorie di lavoratori.<br />
Gli interventi previsti sono diretti a valorizzare le potenzialità economiche, sociali e professionali degli “autonomi”: ricerca di una maggiore competitività basata sulla qualità del lavoro; maggiori investimenti in formazione, innovazione e sicurezza; diffusione delle tecnologie.
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Non solo. Altre norme promozionali riguardano l’accesso al credito e agli incentivi previsti dalle varie leggi, ancora discriminanti verso il lavoro autonomo e le micro imprese; la possibilità di partecipare effettivamente agli appalti pubblici; la semplificazione delle procedure; lo sviluppo di forme di previdenza e di assistenza integrative. Oltre all’imposizione della certezza dei termini di pagamento alla pubblica amministrazione, condizione spesso essenziale per la sopravvivenza di migliaia di imprese artigiane e di lavoratori in proprio.
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Altri capitoli fondamentali riguardano la protezione del lavoro “autonomo ed economicamente dipendente”, per quei lavoratori che hanno un committente prevalente e la riduzione dell’imposizione fiscale. Secondo le proposte di legge del Pd, l’obiettivo può essere raggiunto attraverso l’incremento delle deduzioni dalla base imponibile stabilita ai fini delle determinazione dell’Irap.
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Impegnato com’è sul fronte dei doni e dei condoni, di tutto questo al centrodestra, per dirla con Tremonti, sembra «non fregare un tubo». Il Pd con le sue proposte a precarietà zero intende invertire la rotta, proponendo una discussione e proposte a tutto campo sul lavoro: dipendente, autonomo, parasubordinato e libero professionale. Proposte rivolte soprattutto a chi è più debole nel mercato del lavoro, in particolare i giovani e le donne.<br />
<br/>fonte: <a href="http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=119DB7">Europa - Cesare Damiano</a>Renato BRUNETTA: «Non chiedo scusa, era un agguato» - INTERVISTA2011-06-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it584789Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro PA e innovazione (Partito: PdL) <br/><br/><br />
<b><i>INTERVISTA DI LUCA TELESE</i></b>
<br/>fonte: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=nWvAYdsgUfE&feature=player_embedded#at=76">il Fatto Quotidiano | youtube.com</a>Dario ROMANO: Tirocini formativi: 'Si cambi la legge, offerta formativa ma anche diritto al lavoro'2011-03-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559183Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Senigallia (AN) (Lista di elezione: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) <br/><br/><br />
Dario Romano, consigliere comunale della lista civica di centro sinistra 'Vivi Senigallia', nel corso del Consiglio comunale di mercoledì 9 marzo ha voluto portare l'attenzione dell'agenda politica locale sulla 'disoccupazione giovanile' e più in generale sui 'giovani', considerata dallo stesso consigliere "una delle partite più importanti sul quale gioca il futuro del Paese", presentando un ordine del giorno sui tirocini formativi approvato dall'Assise.
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"L’Amministrazione - sottolinea Dario Romano durante il proprio intervento in Consiglio -si impegna a chiamare tutti i soggetti, fossero essi pubblici o privati, ad una maggiore responsabilità nei confronti di quei ragazzi che poi andranno a comporre il nostro tessuto lavorativo tra qualche anno. Ciò significa che il tirocinio formativo deve essere considerato uno strumento di complemento all’ingresso nel mondo del lavoro per i giovani: un tassello che sia parte di un progetto organico e complesso, che al giorno d’oggi manca in Italia".
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"In effetti, se si guardano le azioni politiche poste in essere dal Governo, -continua il Consigliere di Vivi Senigallia- troviamo una certa pochezza di proposte e contenuti per quanto riguarda le politiche del lavoro per i giovani. Diventa quindi un’esigenza, quella di iniziare ad alzare la voce di fronte all’utilizzo distorto di uno strumento che, paradossalmente, dovrebbe favorire e agevolare l’introduzione al mondo del lavoro. Sia chiaro, al tirocinio formativo non è scritto da nessuna parte che debba seguire un’assunzione certa: basta leggersi il “pacchetto Treu” del 1997 per accorgersi di ciò. Difatti, le finalità del tirocinio sono prettamente formative, una sorta di assaggio di quello che sarà il mondo lavorativo che si dovrebbe affrontare di lì a breve".
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Pertanto "la disoccupazione giovanile va combattuta fortemente -conclude Dario Romano- ma noi giovani abbiamo il compito di mettere in difficoltà i nostri potenziali datori di lavoro. Come? Studiando, facendo esperienze e arricchendo il nostro bagaglio personale di conoscenze. Non dobbiamo permettere a nessuno di rubarci i nostri sogni, né tantomeno il nostro futuro".<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.viveresenigallia.it/index.php?page=articolo&articolo_id=286832">Vivere Senigallia</a>Maurizio SACCONI: «Ora retribuzioni legate ai risultati. Serve la partecipazione dei lavoratori all’azionariato, può essere legge entro l’anno» - INTERVISTA2009-05-18T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391269Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) - Ministro Lavoro Salute e Politiche sociali (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Retribuzioni legate ai risultati, anche attraverso la partecipazione dei lavoratori all’impresa e al suo azionariato. Per guarire l’anemia degli stipendi italiani il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha in mente una cura di questo tipo, che potrebbe diventare realtà in tempi non troppo lunghi.
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<b>Ministro, l’Ocse colloca i salari italiani tra quelli più bassi del mondo sviluppato. Non è una novità, ma non per questo fa piacere.</b>
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«Questi dati non fanno che confermare la giustezza della scelta di cambiare il modello contrattuale. L’accordo del ’93 ha prodotto bassi salari e bassa produttività, e quindi ha scontentato tutti. Era un modello non adatto ad un periodo di bassa inflazione e di globalizzazione, era già tramontato nel ’97. È servito negli Anni Ottanta, quando il problema era fermare la corsa dei prezzi, ma poi è stato codificato quando già si prospettava una fase nuova. Ora si tratta di passare ad un modello che lega i salari alla produttività o, meglio ancora, ai risultati».
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<b>Cosa vuol dire in concreto?</b>
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«I lavoratori si lamentano, giustamente, perché ora che c’è la crisi ne risentono pesantemente, mentre quando le aziende macinavano utili non se ne sono accorti, in termini di retribuzioni. Se bisogna partecipare ai rischi questo vale quando le cose vanno male ma anche quando vanno bene. Dobbiamo dare una risposta a quelle organizzazioni che si sono assunte le responsabilità della crisi, e che vogliono forme di partecipazione dei lavoratori alla impresa».
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<b>Sta parlando della Cisl.</b>
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«Certo, anche della Cisl. C’è una proposta di legge che avevo presentato io già da tempo e che in realtà era stata elaborata da Marco Biagi. Ovviamente come membro del governo non la posso portare avanti in prima persona, quindi se ne sta occupando il senatore Castro. Ora c’è un testo unificato con un’analoga proposta di Treu, e il relatore è Ichino. Noi la sosteniamo, può diventare legge in tempi relativamente rapidi, entro quest’anno».
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<b>Cosa prevede quel testo?</b>
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«Dà la possibilità di mettere a punto piani per la partecipazione dei lavoratori all’azionariato, di arrivare a forme di condivisione della responsabilità, ma secondo un modello flessibile, non rigido. D’altra parte è quello che è sempre successo, in modo informale, nella piccola impresa».
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<b>Cogestione alla tedesca?</b>
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«No, la Mitbestimmung non mi piace, non bisogna creare pericolose confusioni nella gestione. Penso a qualcosa di più evoluto, che comunque dev’essere soprattutto una possibilità lasciata alle parti, non un’imposizione».
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<b>Tra le prime iniziative del governo avete realizzato la detassazione degli straordinari. Si può fare un bilancio, pur tenendo presente che questo è stato un anno davvero particolare?</b>
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«Da gennaio la detassazione è stata concentrata sulle parti variabili del salario e dunque non si applica più sugli straordinari. Tenendo presente che in tempo di crisi c’è meno da distribuire, sta funzionando più di quanto non si creda. È applicata un po’ in tutti i settori, anche in artigianato e in agricoltura».
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<b>Lei ha più volte ripetuto che di questi tempi non è saggio parlare di interventi sulle pensioni, perché si rischia di spaventare ulteriormente la gente. Però mentre il Pil si contrae, la spesa sociale, inevitabilmente, continua a correre, e dunque aumenta la sua incidenza. Come se ne esce?</b>
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«Se ne esce innanzitutto facendo di tutto per agganciare la ripresa che verrà, poi intervenendo sulle sacche di inefficienza, ad esempio la sanità meridionale. Oggi costa di più e dà di meno: non si tratta di ridurre le prestazioni ma di migliorarle riducendo la spesa. Il Nord ci insegna che è possibile»
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<b>A proposito di Nord, la preoccupa quanto è avvenuto sabato a Torino?</b>
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«Come una rondine non fa primavera, un piccolo tafferuglio non fa autunno caldo. Come ha scritto De Rita, l’Italia ha manifestato nella crisi forte coesione sociale, grazie alle azioni pragmatiche del governo, in accordo con le Regioni, e grazie alla rete di solidarietà formata dalle famiglie e dalle comunità locali».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=M0U0Q">Il Messaggero - Luca Cifoni</a>Maurizio TURCO: Caruso disse: "Marco Biagi assassino". «Non c`è alcun nesso tra la dichiarazione di Caruso e la sua attività di parlamentare»2009-04-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391110Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
La Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio ha respinto la richiesta di insindacabilità avanzata dall`ex deputato del Prc Francesco Caruso nell`ambito del procedimento civile pendente presso l`autorità giudiziaria di Bologna: si tratta della citazione fatta nei confronti di Caruso dalla famiglia del professor Marco Biagi in seguito alle dichiarazioni pronunciate dall`ex parlamentare il 9 agosto del 2007. La frase per cui l`ex deputato del Prc è stato citato dalla famiglia del professore ucciso dalle Brigate rosse era stata pronunciata in seguito a due morti sul lavoro: «Angelo e Cristian», aveva detto in quell`occasione Caruso, «ieri sono morti assassinati nei loro rispettivi cantieri di lavoro.
<p>I loro assassini sono Treu e Biagi le cui leggi hanno armato la mano dei padroni». <br />
La decisione della Giunta dovrà passare ora al vaglio dell`Aula. Dunque, Caruso, leader noglobal, andrà a processo, per quelle parole dette sul professor Biagi. Si tratta, comunque, di una decisione inusuale, per la Giunta, che, in genere, non concede l`autorizzazione a procedere contro parlamentari. Sul respingimento della richiesta di insindacabilità, sostenuto dal relatore in Giunta Maurizio Turco (radicale eletto nel Pd), i democratici si sono praticamente spaccati: a favore hanno votato in quattro, lo stesso Turco, Federico Palomba dell`Italia dei valori, Pierluigi Castagnetti e Donatella Ferranti del Pd. Tre sono stati gli astenuti: Anna Rossomando (Pd), Maurizio Paniz e Nino Lopresti (Pdl). Una sola contraria, Marilena Samperi del Pd. Secondo il relatore Turco «non c`è alcun nesso tra la dichiarazione di Caruso e la sua attività di parlamentare». L`estrema sinistra protesta con forza. «La decisione della giunta per le autorizzazione a procedere di non concedere l`insindacabilità per le opinioni espresse dall`ex deputato del Prc Francesco Caruso denota un evidente atteggiamento persecutorio». Lo affermano, in una dichiarazione congiunta, Alfio Nicotra, responsabile Movimenti Prc, e Giovanni Russo Spena, responsabile Giustizia del partito. Nella nota, poi, si prende atto «con grande amarezza che, mentre Pd e Idv vogliono processare Caruso, la Pdl abbia scelto di defilarsi astenendosi».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=LNAKY">Libero - A.V.</a>Tiziano TREU: Alitalia. Deriva grave, ma unica. No a riforme improvvisate - INTERVISTA2008-11-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382055Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Venezia (VE) (Gruppo: PD) - Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/> <br />
In Alitalia è in corso una deriva gravissima e intollerabile che va affrontata in modo serio attraverso la precettazione.<br />
Ma non si deve perdere la testa ed è meglio evitare di cambiare le leggi sulla base di un caso così estremo come quello di Alitalia, afferma il senatore del Pd ed ex ministro Tiziano Treu.<br />
<b> Senatore, come giudica la situazione?</b><br />
Sono cose che non succedono in casi normali, anche in quelli più difficili. Qui siamo oltre, tutta la vicenda di Alitalia è eccezionale, c’è una deriva che viene da lontano per responsabilità politiche e anche di parte di sindacati, come quelli dei piloti che hanno sempre voluto comandare. Ora siamo arrivati al degrado totale, una rincorsa all’irresponsabilità partita dagli autonomi, scavalcati adesso dai gruppi di base.<br />
<b> Come intervenire?</b><br />
In questo sciopero è stata violata ogni regola e la precettazione era la cosa più seria da fare, uno strumento duro che se violato porta a sanzioni anche penali. Poi se l’ordinanza non fosse rispettata, cosa che in passato non è mai accaduto, significherebbe che la situazione è del tutto sfuggita di mano. Vedremo nella prossime ore.<br />
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D’accordo con la necessità di riformare la legge che regola gli scioperi, come proposto dal ministro del Welfare Sacconi?</b><br />
Sulle proposte si può discutere, ma la mia impressione è che in una situazione così degradata come quella di Alitalia nemmeno una nuova legge servirebbe. Non si deve perdere la testa e intervenire sulla base di un caso così estremo.<br />
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Secondo lei va riaperta la trattativa con i sindacati autonomi?</b><br />
Ci può essere uno sforzo di mediazione, del resto non possiamo mettere tutti in galera. Ma senza riaprire una vera e propria trattativa. Credo che non ci siano più margini, anche perchè i sindacati confederali hanno sottoscritto l’intesa e sarebbero scavalcati. Alitalia è al fallimento e l’unica cosa da fare adesso rimettersi a lavorare.<br />
<b> La vicenda ha riproposto anche la questione della rappresentatività dei sindacati. Che ne pensa?</b><br />
Probabilmente qualche regola in più in questo ambito servirebbe. Bisognerebbe misurare la rappresentatività delle organizzazioni, magari mettendo anche una soglia minima sotto la quale non si viene riconosciuti. Per questo non basta. Perchè essere rappresentativi in un ambito corporativo, come accade con i piloti e gli assistenti di voli di Alitalia, non può dare il diritto a decidere quello che è bene per tutti.<br />
<b> Il caos di questi giorni può compromettere il salvataggio di Alitalia?</b><br />
L’offerta della Cai è sempre stata debole, ci sono difficoltà oggettive. Ma ora la priorità trovare in fretta un partner estero forte e per riuscirci bisogna fare ordine.
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JUIFW">Avvenire - Nicola Pini</a>Renato BRUNETTA: D'ANTONA E BIAGI HANNO MIGLIORATO IL MONDO DEL LAVORO2008-05-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it355943Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro PA e innovazione (Partito: PdL) <br/><br/>Brunetta interviene al nono anniversario commemorativo della morte di Massimo D'Antona.
"Il tempo è galantuomo e ha dimostrato la qualità del lavoro fatto da Biagi, D'Antona e Tarantelli, perchè c'è un percorso culturale che viene da lontano. Purtroppo tre amici che sono stati ammazzati".
"La Legge Biagi e il pacchetto Treu hanno prodotto più di tre milioni di posti di lavoro, hanno migliorato la funzionalità del mercato del lavoro e hanno dato tanto lavoro ai giovani. Ovviamente sono leggi perfettibili che qualcuno ha demonizzato, soprattutto la legge Biagi".
<br/>fonte: <a href="http://notizie.alice.it/notizie/politica/2008/05_maggio/20/terrorismo_brunetta_d_antona-biagi_hanno_migliorato_mondo_lavoro,14873636.html?pmk=nothppol">Alice Notizie</a>