Openpolis - Argomento: commissione europeahttps://www.openpolis.it/2016-03-22T00:00:00ZFRANCO MIRABELLI: Olio: evitare procedura d'infrazione UE2016-03-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it769020Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/>Olio d’oliva italiano perderà la data di scadenza? Non la pensa così Franco Mirabelli, membro della commissione Politiche Ue del Senato in quota Pd: “la Fattori sta scatenando una tempesta in un bicchiere di acqua”, spiega ad AGRICOLAE riferendosi a quanto dichiarato dalla senatrice del Movimento Cinque Stelle sul recepimento della direttiva Ue al voto domani in Commissione XIV del Senato. “Non è vero che si abolisce la data di scadenza nelle confezioni di olio d’oliva. Quello che cambia è che a decidere sarà il produttore assumendosene la responsabilità”. Alla domanda posta dal Movimento Cinque Stelle sul perché tanta fretta da recepire la direttiva prima ancora che si vada in procedura di infrazione, Mirabelli non ha dubbi: “Credo che sia opportuno evitare la procedura di infrazione. Per fare interventi nei tempi giusti invece che in ritardo come sempre è accaduto per l’Italia negli ultimi anni. Anche questo è un segnale – conclude – di cambiamento positivo dell’attenzione da parte dell’Italia nei confronti dell’Europa”.<br/>fonte: <a href="http://www.agricolae.eu/olio-mirabelli-pd-evitare-procedura-infrazione-ue-fattori-sta-scatenando-tempesta-in-bicchiere-dacqua-scadenza-permane/">Agricolae</a>Gianfranco BETTIN: Venezia promossa in Europa per ambiente e per il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES)2014-02-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it715843Alla data della dichiarazione: Assessore Comune Venezia (VE) (Partito: Lista Civica - Cen-Sin) <br/><br/><br />A un anno di distanza dall’approvazione del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) del Comune di Venezia, redatto in seguito all’adesione di Venezia al Patto dei Sindaci, è arrivata dalla Commissione Europea la comunicazione che sancisce l’approvazione del piano da parte del Joint Research Center (JRC) – apposita struttura tecnica della Commissione.
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“Un riconoscimento della professionalità del nostro personale” commenta l’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin.
<p>“L’importante consenso ottenuto in Europa conferma la validità delle scelte compiute per ridurre l’impatto delle attività umane sull’ambiente e sul clima, particolarmente necessario in una città come la nostra, letteralmente sul filo del mare e fortemente reattiva alle condizioni climatiche. Il nostro PAES, attraverso decine di azioni virtuose nei diversi settori – trasporti, energia, produzione, sviluppo del verde, rifiuti ecc. – prevede una riduzione di circa 350 mila tonnellate di CO2 annue entro il 2020, con circa il 23 % in meno di emissioni, un risultato cher va oltre gli obiettivi europei”.
<p>La Commissione Europea, che si congratula con Venezia per la qualità generale del piano, sottolinea l’importanza di alcune specifiche iniziative condotte dalla nostra amministrazione. Tra queste è messa in evidenza la tematica dell’adattamento ai cambiamenti climatici, introdotta nell’ultimo capitolo del PAES e oggetto di uno specifico progetto strategico da parte di un gruppo di lavoro nominato dalla Direzione Generale del Comune e coordinato dalla Direzione Ambiente con il supporto di <a href="http://www.veneziaenergia.it/">AGIRE – Agenzia Veneziana per l’Energia</a>.
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La stesura del Piano Clima, naturale prosieguo del PAES, definirà una strategia complessiva per l’adattamento ai cambiamenti climatici che già stiamo sperimentando e per la riduzione delle emissioni di gas serra. Le due tematiche sono inscindibili e complementari e il feedback giunto dalla Commissione Europea dice che Venezia è sulla giusta strada verso la sostenibilità.
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“Ultima, ma non meno importante considerazione: sia il Paes sia il prossimo Piano Clima sono frutto del lavoro totalmente interno all’Amministrazione, senza oneri aggiuntivi e a conferma della qualità professionale dei nostri dipendenti e collaboratori”.
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<b>NEWS</b>
<p><a href="http://www.nordestsudovest.org/energia_sostenibile.php"><b>Settimana Europea dell'Energia Sostenibile</a> a Venezia-Mestre dal 21 al 29 giugno 2014</b>.<br />
<br/>fonte: <a href="http://ecovenezia.wordpress.com/2014/02/03/venezia-2020-promossa-in-europa-per-ambiente-ed-energia-la-commissione-europea-approva-il-piano-per-lenergia-sostenibile-di-venezia/">http://ecovenezia.wordpress.com</a>Corrado Clini: “Decisione incomprensibile. I (NOE) Nuclei Operativi Ecologici dei Carabinieri, hanno attestato che gli impianti della Provincia di Roma sono insufficienti”2013-02-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it685498Alla data della dichiarazione: Ministro Ambiente<br/><br/><br />
“La Commissione Europea ha aperto nel 2011 (2011/4021) una “pesante” procedura di infrazione contro l’Italia a causa del conferimento nella discarica di Malagrotta di rifiuti urbani indifferenziati.
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Per evitare il conferimento di rifiuti non trattati, il Ministero dell’Ambiente ha promosso due azioni principali:<br />
- l’incremento della raccolta differenziata e del recupero dei rifiuti urbani, al fine di raggiungere entro due anni gli obiettivi stabiliti dalla legge (65%), con la sottoscrizione del “Patto per Roma”, firmato in data 4 agosto 2012 dalla Regione Lazio, dalla Provincia e dal Comune di Roma;<br />
- la piena utilizzazione degli impianti nella Regione Lazio per il trattamento meccanico biologico (TMB) e per il recupero energetico dei rifiuti, con il decreto del 7 gennaio 2013 in attuazione della legge 228 del 2012 (legge di stabilità).
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Entrambe le iniziative sono finalizzate a “ fronteggiare la situazione di grave criticità nella gestione dei rifiuti urbani nella Provincia di Roma” richiamata dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 luglio 2011, e dalla legge 228 del 2012.
Il decreto del 7 gennaio 2013 ha individuato gli impianti di TMB e quelli per la valorizzazione energetica dei rifiuti utilizzabili sulla base della capacità residua comunicata ufficialmente dalla Regione Lazio il 24 dicembre 2012.<br />
Successivamente, a causa della contestazione dei dati della Regione da parte delle provincie di Frosinone, Latina e Viterbo, il Ministro dell’Ambiente ha disposto un accertamento da parte del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (NOE) per accertare l’effettiva capacità degli impianti ed il loro funzionamento.
Con un rapporto del 1 febbraio 2013, i NOE hanno comunicato che nel 2012, la capacità dei TMB di Roma è pari a 935.000 tonnellate/anno. Considerando il volume totale dei rifiuti della capitale (depurato del 30% di raccolta differenziata), la quantità di rifiuti da trattare risulta pari ad almeno 1.400.000 tonnellate/anno, ovvero oltre 450 mila tonnellate in eccesso rispetto alla capacità dei TMB della provincia di Roma.
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Il pieno impiego della capacità residua di tutti gli impianti TMB della Regione, a partire da quello di Colfelice, che da solo potrebbe coprire oltre il 35 % del fabbisogno, con una capacità residua di 169.986,760 tonnellate annue, è essenziale per far fronte all’emergenza.
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E la combinazione della raccolta differenziata con il trattamento nei TMB dei rifiuti indifferenziati, consentirà sia l’eliminazione di rifiuti non trattati sia la drastica progressiva riduzione della quantità dei rifiuti da conferire in discarica, con il contestuale avvio della definitiva chiusura di Malagrotta.
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Il rischio dell’emergenza rifiuti a Roma è stato notificato a partire dal DPCM del 22 luglio 2011, ed è singolare che il TAR non se ne sia accorto.
I dati sono chiari e pubblici. Sulla base dei dati, l’unica possibilità che Roma sia autosufficiente - come ritiene il TAR - sta nella continuazione del conferimento di rifiuti non trattati a Malagrotta.<br />
Non posso credere che il TAR abbia consapevolmente deliberato di proseguire in una pratica sanzionata da una procedura di infrazione comunitaria e contraria alla legge.
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Ricorrerò immediatamente al Consiglio di Stato.
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E faccio presente che gli accertamenti svolti dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, che sono organo di polizia giudiziaria, possono essere contestati solo attraverso una querela di falso”.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.minambiente.it/home_it/showitem.html?item=/documenti/comunicati/comunicato_0572.html&lang=it">www.minambiente.it</a>Patrizia TOIA: Donne in CDA: bene la proposta della Commissione Europea2012-11-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684127Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/>“Bene che la Commissione Europea abbia presentato una proposta di legge per avere il 40% di donne tra gli amministratori senza incarichi esecutivi nelle società quotate. La strada per ottenere la parità è, purtroppo, ancora lunga, come dimostrano i dati che dicono che attualmente i consigli hanno l’85% degli amministratori senza incarichi esecutivi e il 91,1% di quelli con incarichi esecutivi uomini, ma quello della Commissione è certamente un primo passo molto importante”. È quanto afferma Patrizia Toia, deputata europea del Partito Democratico e vicepresidente del gruppo S&D al Parlamento Europeo.
<p>“La Commissione, con questa proposta di legge, mira ad accelerare i progressi verso un maggiore equilibrio tra uomini e donne nei ruoli chiave delle società europee e dimostra così anche di dare ascolto a quanto già più volte richiesto dal Parlamento Europeo che, ricordo, è l’espressione della rappresentanza dei cittadini, in quanto i suoi membri sono stati democraticamente eletti”, ricorda la deputata italiana.<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.info/home/images/yootheme/comunicati/comunicato_toia15112012.pdf">patriziatoia.it</a>Dario ROMANO: “La proposta di deroga sulla Bolkestein è tardiva, dov’era la politica quando serviva?”2012-10-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684773Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Senigallia (AN) (Lista di elezione: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) <br/><br/>Negli ultimi giorni abbiamo visto un fervente dibattito sulla direttiva Bolkestein e la sua applicazione, relativamente alla questione delle concessioni balneari.
Purtroppo, è triste constatare come per l’ennesima volta non ci sia stata un’unità di intenti da parte di tutte le associazioni di categoria: agli occhi dell’Europa queste divisioni fanno solamente male, e non c’è bisogno di spiegare il perché.
Essendo delegato alle politiche per l’Unione Europea, è bene ragionare sulle diverse proposte che sono state avanzate in questi mesi.
Come avevo già scritto in passato, le strade percorribili sono due, fondamentalmente: la prima, ove si richiederebbe una deroga rispetto alla direttiva; la seconda, dove introdurrebbero criteri “qualitativi” nel bando previsto per il 2015.
La posizione del Governo Monti, seppure ambigua all’inizio, ha poi messo in chiaro che la richiesta di deroga è stata avanzata troppo tardi, e non sarebbe stata nemmeno presa in considerazione dalla burocrazia di Bruxelles. Su questo, vorrei portare un esempio emblematico: nel 2006 la Germania, che a livello comunitario sa “fare squadra” molto meglio di noi, è riuscita ad ottenere la deroga sulla Bolkestein per i mercatini di Natale sul Reno. Per loro era un settore specifico, una peculiarità tutta tedesca da difendere dal libero mercato.
L’Italia, con i politici latitanti in primis, per anni ha fatto finta di niente, probabilmente per una semplice quanto gravissima negligenza che però si potrebbe rivelare fatale, in questo settore.
Pertanto, bene che il ministro Gnudi abbia fatto capire a chiare lettere che non verrà richiesta la deroga per la Bolkestein. Sarebbe stata la soluzione ideale, è vero, però in questo momento è palese che la richiesta verrebbe rigettata: a questo punto, quindi, bisogna lavorare affinché il bando che verrà predisposto per il 2015 preveda alcuni elementi che possano valorizzare la specificità del settore. Per esempio, la questione del risarcimento, che dovrebbe essere previsto in maniera proporzionale agli investimenti effettuati e al valore dell’impresa; un criterio che tenga in considerazione chi svolge il mestiere da anni e valorizzi questo aspetto.
Non alimentiamo il concetto che ciò che fa l’Europa è sempre sbagliato, però: la direttiva Bolkestein è assolutamente giusta, va nella direzione del libero mercato, quello sano. Anche se tiene poco conto del diritto del lavoro, e questo è un retaggio delle politiche iperliberiste degli ultimi anni che andrà combattuto duramente in futuro.
E’ la politica italiana che è mancata in questi anni: Prodi era Presidente della Commissione Europea quando è stata creata la direttiva, ed è stato premier dal 2006 al 2008; Di Pietro, ora esponente di spicco della ribellione delle categorie balneari, è stato deputato europeo dal 1999 al 2006 – la direttiva è stata approvata dal Parlamento quando lui non era europarlamentare, ma la Commissione l’ha presentata nel 2004; il governo Berlusconi, dal 2008, ha considerato le politiche europee come se fossero un accessorio, e non un cardine dell’azione amministrativa.
Per questo, a Bruxelles è bene che vadano i più capaci e i più presenti, a livello di azione politica: se no di Bolkestein ce ne ritroveremo altre cento, nei prossimi anni.<br/>fonte: <a href="http://www.darioromano.eu/blog/1297451324/La-proposta-di-deroga-sulla-Bolkestein--tardiva-dovera-la-politica-quando-serviva#ad-image-0">www.darioromano.eu</a>Patrizia TOIA: Record di fondi UE per la ripresa. La Commissione non abbandona le terre terremotate2012-09-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650491Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/><br />
Il Commissario europeo per la Politica regionale, Johannes Hahn, ha proposto di stanziare 670 milioni di euro - dal Fondo di solidarietà dell'Unione europea (FSUE) - per l'Italia a seguito dei terremoti che hanno colpito l’Emilia-Romagna e alcune zone della Lombardia e del Veneto.
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<p>“Si tratta di una notizia molto positiva. – ha commentato Patrizia Toia, parlamentare europea del partito Democratico e vicepresidente del gruppo S&D al Parlamento Europeo. <br />
E’ la prima volta che il Fondo di solidarietà dell'Unione europea mette a disposizione una somma così elevata. Segno del riconoscimento della gravità della situazione in cui versano le popolazioni che hanno subito il terremoto ma anche della fiducia che la Commissione ripone in questo territorio, perché grazie a questo sostegno, possa tornare presto produttivo e risollevarsi”.
<p>“Nei territori colpiti dal terremoto occorre che vengano al più presto ripristinate le infrastrutture essenziali, ricostruiti gli alloggi e i servizi di soccorso per la popolazione, supportate le aziende, oltre che salvaguardato il patrimonio culturale. L'obiettivo del sostegno europeo è proprio quello di far fronte ai costi necessari affinché tutto ciò venga realizzato al più presto”, prosegue Toia.
“Con questo stanziamento del Fondo Europeo di solidarietà, a dispetto di tutta la propaganda negativa da parte di alcuni gruppi politici, con questi atti concreti si dimostra chiaramente che l’Europa non è qualcosa di lontano e di ostile ai cittadini ma, al contrario, è di aiuto a risolvere situazioni che, diversamente, sarebbe più difficile affrontare” – conclude Patrizia Toia.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.info/home/images/yootheme/comunicati/comunicato_toia_fondiue19092012.pdf">patriziatoia.it</a>Elio LANNUTTI: «Un nuovo ordine europeo?» - INTERVISTA2012-09-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it649195Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: Misto) <br/><br/><br />
Il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) è stato approvato dal Parlamento il 19 luglio scorso. Pochi sanno cosa sia e quali ricadute abbia sui cittadini dei Paesi che lo hanno sottoscritto. Il MES è una sorta di mostro europeo con poteri incontrollati e quasi illimitati leggendo il suo statuto...
<p><b>Perché si è sentita l'esigenza di creare ex novo un istituto come il Meccanismo Europeo di Stabilità?</b>
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«Con il cosiddetto Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), si crea una sorta di mostro giuridico, un mostro di LochMES come l'ho ribattezzato, in cui tecnocrati, oligarchi, cleptocrati possono agire senza rispondere ad alcuno del proprio operato. L'Italia, in 5 anni, dovrà versare a questo meccanismo 125,4 miliardi di Euro (25 miliardi l'anno), mediante emissione di nuovo debito pubblico, e poi questi signori, che godono di ampie immunità, non pagheranno le tasse, faranno tutto quello che vogliono, decideranno se e a quali condizioni, e anche a quali tassi di interesse, prestare i soldi. Ciò significa che il popolo, cioè noi, abbiamo perso la sovranità popolare, che adesso appartiene agli oligarchi, ai tecnocrati i quali, nel caso in cui ci dovessero servire i soldi, potranno dire: vi posso dare i prestiti a questi tassi di interesse e però in cambio, voi dovete tagliare ancora di più le pensioni, dovete finire di azzerare i diritti che sono frutto di conquiste, di sudore e sangue dei lavoratori e di dure battaglie sociali. Questo è il mostro di LochMES».
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<b>Nello Statuto del MES, si legge che i membri e i loro atti sono coperti dall'immunità da ogni forma di giurisdizione. Perché conferire loro questi "superpoteri"? Con quale mandato agiscono?</b>
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«E' semplice: vogliono l'immunità perché se si comportano come nell'antichità si comportarono i principi e i despoti, non vogliono avere rivalse, non vogliono finire sotto processo, è questa la ragione! Dunque, è un grave errore aver accettato lo Statuto del MES da parte di queste morenti democrazie europee, perché quando si delegano alla Bce prima, al MES poi, poteri che attengono al popolo, ai cittadini, a quelli che sono stati rapinati in questi anni di diritti e spesso anche di dignità, vuol dire che non c'è più la democrazia in Europa».
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<b>Quali implicazioni avrà il Mes sulla vita dei cittadini europei?</b>
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Premetto che non condivido le politiche allegre fatte in questi anni, e che hanno cagionato, come nel caso dell'Italia, l'accumulo di un enorme debito pubblico. Ciò detto, ci basta guardare quello che sta succedendo in Grecia dopo l'intervento della cosiddetta Troika, Fmi, Bce e Commissione europea: anche i magistrati stanno scioperando, perché si stanno dimezzando le pensioni, stanno venendo meno tutti i diritti, tutte le conquiste del '900 ottenute con le lotte e il sangue dei lavoratori. Ecco quello che succederà: una ristretta cerchia deciderà per tutti i cittadini, un governo delle élite che potrà dire: non mi basta quello che stai facendo, se ti devo dare il prestito e ti devo salvare, devi demolire quel che resta dei diritti e dello Stato sociale.<br />
Io ho speso una vita per denunciare le malefatte delle banche, della finanza, per inchiodare alle loro responsabilità le agenzie di rating (adesso oggetto delle indagini rigorose della procura di Trani) le quali hanno procurato un danno quantificato dalla Corte dei Conti in 120 miliardi. Persino il dipartimento della giustizia americana, che inizialmente non voleva collaborare con Trani, ha chiesto e acquisito gli atti dell'inchiesta, le intercettazioni telefoniche che inchioderanno queste agenzie. <br />
La gente deve capire che c'è una cricca fatta di queste agenzie di rating, di banche d'affari come Goldman Sachs, di fondi comuni come Black Rock che gestiscono 3500 miliardi, che decide le sorti del mondo. E' da loro che dobbiamo imparare a difenderci, contro cui dobbiamo lottare come fanno i ragazzi di Occupy Wall Street, che per fortuna in America si costituiranno in movimento politico e probabilmente andranno alle elezioni, che sono l'unico modo per cambiare le cose.<br />
In Italia, ormai, c'è solo la parvenza della democrazia, di fatto siamo stati commissariati e <a href="http://www.cadoinpiedi.it/2012/07/13/il_mes_un_mostro_che_favorisce_tecnocrati_e_banchieri.html">siamo in mano ai moderni dittatori</a>, quelli che speculano ogni giorno con 700 mila miliardi di dollari di derivati, contro un Pil che misura la fatica degli uomini da 60 mila miliardi e mediante meccanismi ad alta frequenza come <a href="http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2012/04/20/news/macchine_superveloci_contro_esseri_umani_ecco_a_voi_il_mercato_iniquo_e_asimmetrico-33524846/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2F2012%2F04%2F20%2Fnews%2Fhft_le_mani_sulla_borsa-33274887%2F">HFT (HIgh Frequency Trading)</a> e decidono come speculare, dove indirizzare quelle immani masse monetarie, quali Paesi premiare e quali salvare.
Dobbiamo conoscere, lottare per cercare di salvare l'Europa e il futuro dei nostri figli.
<br /><br/>fonte: <a href="http://www.cadoinpiedi.it/2012/09/07/un_nuovo_ordine_europeo.html#anchor">cadoinpiedi.it</a>Antonio TAJANI: «Un piano industriale per ripartire» - INTERVISTA2012-09-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it649100Alla data della dichiarazione: Vicepres. Commissione EU (Partito: PdL) <br/><br/><br />«Senza politica industriale non c’è crescita. E visti anche i tanti tavoli di crisi aperti non v’è dubbio che all’Italia serva una politica industriale attiva e moderna».
<p>Suona la sveglia a Palazzo Chigi il vicepresidente della commissione europea, Antonio Tajani.
<p><b>Nell’agenda del governo c’è ora la crescita. Che fa Bruxelles per indicare la strada?</b>
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«La chiave si chiama competitività. Abbiamo proposto di investire 80 miliardi in ricerca applicata e in innovazione industriale. Crediamo nella green economy. Abbiamo lanciato un piano d’azione per l’auto, per il settore delle costruzioni, ora lo faremo anche per l’acciaio. Ma gli stati membri devono aiutarci ad aiutarli. L’Italia deve fare un sforzo aggiuntivo puntando ad esempio su settori chiave come il turismo o la tecnologia spaziale, nella quale è già all’avanguardia».
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<b>L’Europa però non ha una banca centrale che possa agire da motore dell’economia sul modello della Fed. E questo, nonostante Draghi, è un problema.</b>
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«Il tema del costo del denaro e dell’accesso al credito è un tema chiave se vogliamo fare politica della crescita, che non si può attuare se non c’è una banca centrale che svolge un ruolo di questo tipo. Ma la buona notizia è che Draghi lo sta facendo, sia pur nell’ambito angusto delle regole che impongono alla Bce una ruolo soprattutto di garante della moneta. Le decisioni che sta prendendo vanno a sostegno dell’economia reale. Mettere le banche nelle condizioni di potersi salvare e quindi di erogare credito è una scelta a favore dello sviluppo».
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<b>La mancanza di credito strangola le aziende, ma anche uno Stato cattivo pagatore dei propri fornitori, come è l’Italia, non è da meno...</b>
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«E’un altro punto chiave. E dico subito che non è accettabile che l’Italia non recepisca la direttiva sui pagamenti. Ho letto delle indiscrezioni che non sono in sintonia con quanto stabilito da Bruxelles, e se fossero confermate sarei costretto ad aprire una procedura di infrazione nei confronti di Roma».
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<b>Il ministero dello Sviluppo ha fatto troppo poco per recuperare il gap?</b>
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«Quanto fatto per recuperare il pregresso è positivo, ma la direttiva riguarda il futuro: entro fine marzo deve essere recepita senza eccezioni in tutta l’Unione».
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<b>Tutti chiedono interventi per far riprendere la domanda. La Camusso chiede di detassare le tredicesime, Rete Imprese dice che occorre andare oltre, tagliando il cuneo fiscale. Oltre che giusto, è anche possibile?</b>
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«Ritengo sia indispensabile agire sul fronte fiscale: gli strumenti si possono discutere, ma la pressione sul lavoro va complessivamente ridotta, liberando risorse che possono rientrare in gioco facendo riprendere i consumi».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1JSU6G">Il Giorno/il Resto/La Nazione - Alessandro Farruggia</a>Antonio TAJANI: Tav. «Il progetto deve andare avanti. Ma l'Ue ha già dato» - INTERVISTA2012-07-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647321Alla data della dichiarazione: Vicepres. Commissione EU (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Bisogna andare avanti, la Torino-Lione non si può fermare», dice il vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani. Che questo progetto lo conosce bene, visto che sino a due anni la delega ai trasporti era sua.
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<b>Andare avanti? Ma i francesi dicono di non aver abbastanza soldi ed ora battono cassa con voi?</b>
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«L’Unione europea ha già fatto la sua parte».
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<b>Ieri il suo collega, il commissario europeo ai Trasporti Kallas, ha dichiarato che se c’è un problema finanziario se la devono vedere Italia e Francia. La Ue ha già dato.</b>
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«Sono stato io, a fine 2008, a firmare il primo stanziamento da 670 milioni di euro. Come Commissione abbiamo sempre sostenuto questo progetto, ed io personalmente ho seguito tutta la trattativa italiana, incontrando anche i sindaci della Val Susa. Così come abbiamo sempre sostenuto l’importanza di una rete transeuropea: l’investimento nelle infrastrutture, non solo nel campo dei trasporti ma anche con progetti come la rete Galileo, è fondamentale per la crescita».
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<b>L’Europa ha appena trovato l’accordo per un piano per la crescita, ma annunci come quello dei francesi sono un vero paradosso, ci fanno innestare la retromarcia.</b>
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«Assolutamente no, non si deve. Bisogna andare avanti. Solo per restare alle prospettive finanziarie 2014-2020 ci sono 50 miliardi stanziati proprio per le infrastrutture, 40 di fondi comunitari e 10 di project bond. Puntiamo molto sulle infrastrutture, sono utilissime: servono a sviluppare la politica industriale, fanno crescere e consolidano il mercato interno, aiutano il turismo, creano nuovi posti di lavoro e contribuiscono alla lotta all’inquinamento».
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<b>Un rallentamento dei lavori sulla tratta francese, come sembra minacciare il governo di Parigi, può mettere a rischio i fondi Ue per la tratta internazionale?</b>
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«Certo. Dopo aver stanziato i primi fondi monitoriamo continuamente l’avanzamento di tutto il progetto. Ma visto che un’opera del genere non si fa in due settimane, c’è tutto il tempo per vedere come procedere».
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<b>Ma quel piano dei francesi da 260 miliardi non era forse troppo ambizioso?</b>
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«E’ nato in un momento in cui l’economia cresceva e progetti del genere, basta vedere cosa è successo nella stessa Francia, in Spagna e poi anche in Italia, hanno dato un contributo molto importante. Certo oggi la crisi qualche problema in più lo crea».
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<b>Ma nel caso mancassero risorse per i piani nazionali della Torino-Lione non si potrebbe utilizzare i project bond?</b>
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«I project bond sono uno degli esperimenti che stiamo portando avanti. E i piani finanziari si possono sempre modificare, però intanto bisogna andare avanti coi lavori».
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<b>Speriamo che i francesi ci ripensino, allora?</b>
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«Io stamattina ho parlato a lungo col ministro Passera, che a sua volta ha sentito il collega francese, e lui mi ha assicurato che non ci sono problemi, che si andrà avanti».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1HNSCE">La Stampa - Paolo Baroni</a>Patrizia TOIA: Terremoto: Il governo sta agendo, anche l’Europa faccia la sua parte2012-05-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it640454Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/><br />
"Insieme agli altri deputati delle Regioni italiane che sono state colpite dal sisma nella notte tra sabato 19 e domenica 20 maggio abbiamo richiesto alla Commissione europea che consideri prontamente la possibilità di intervenire a sostegno delle zone colpite in particolare nella Regione Emilia Romagna e parzialmente nella Regione Lombardia" ha dichiarato l´eurodeputata Patrizia Toia, Vicepresidente del Gruppo S&D.
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"Si é trattato di un evento drammatico che ha messo, e continua a mettere, a dura prova le nostre comunità poiché, non solo continuano le scosse di assestamento, ma sono più di 5000 le persone al momento sfollate" - ha sottolineato l´eurodeputata – “La mobilitazione partita a livello europeo chiede, quindi, il supporto della Commissione europea affinché sia possibile attivare un programma di assistenza e soccorso in stretta collaborazione con il Governo italiano”.
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"Questa calamitá naturale, disastrosa ed imprevedibile, che si é abbattuta sull´Emilia Romagna e, parzialmente, sulla Lombardia sta mettendo a dura prova la vita dei cittadini e delle loro attività economiche, ed é per questo motivo - conclude Toia - che auspico un intervento anche a livello europeo per arginare, quanto prima, la crisi in corso".
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<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.info/home/images/yootheme/comunicati/comunicato_toia25052012.pdf">patriziatoia.info</a>Patrizia TOIA: Le proposte dei cittadini arrivano in Europa2012-03-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626441Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/>"Dal 1 Aprile 2012 entrerà in vigore l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) grazie alla quale i cittadini potranno presentare delle proposte di legge alla Commissione europea come previsto dal Trattato di Lisbona" dichiara l´eurodeputata del Partito Democratico <b>Patrizia Toia</b>.
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"In questo modo un milione di cittadini potranno richiedere alla Commissione una proposta legislativa a livello europeo, ma - sottolinea <b>Toia</b> - se davvero si vorrà rendere questo strumento efficacie bisognerà puntare ad una maggiore cooperazione e comunicazione a tutti livelli governativi. Dobbiamo mettere i cittadini nella condizione di conoscere questo importante strumento di democrazia partecipativa, ma anche di saperlo usare al meglio". Al riguardo è possibile visitare il sito http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/welcome.
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"I cittadini devono tornare ad avere fiducia nell'Europa - conclude l´eurodeputata italiana - perché abbiamo bisogno anche del loro contributo per realizzare le prossime sfide".
<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.info/home/index.php?option=com_content&view=article&id=201:le-proposte-dei-cittadini-arrivano-in-europa&catid=8&Itemid=204">PatriziaToia.info</a>Patrizia TOIA: Donne ai vertici aziendali UE: “Italia, se non è maglia nera, è maglia grigissima”2012-03-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625468Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/>“Guardando i dati raccolti dall’Unione Europea in merito alle donne ai vertici delle aziende, purtroppo ancora una volta notiamo che l’Italia se non è maglia nera, sicuramente è grigissima”. È il commento di Patrizia Toia, deputata europea del Partito Democratico e vicepresidente del gruppo S&D, all’analisi presentata sui progressi fatti con le misure di autoregolamentazione introdotte un anno fa.
<p>“I dati ci dicono che la presenza delle donne ai vertici delle principali società europee è di appena il 13,7% (pari a un consigliere su sette). Un risultato lievemente migliore rispetto all’11,8% del 2010, ma che certamente non basta perché, andando avanti in questo modo ci vorranno ancora 40 anni per raggiungere un equilibrio di genere accettabile (cioè con entrambi i sessi rappresentati per almeno il 40%). L’Italia è non solo al di sotto della media, ma anche in fondo alla classifica e nel 2010 vedeva un 4,5% di donne nei consigli di amministrazione, nel 2011 un 5,9% e adesso si parla di un 6,1%. È chiaro che questo non va bene”, prosegue Toia, ricordando che “Diversi studi dimostrano che le società con rappresentanza paritaria realizzano profitti del 56% superiori rispetto a quelle a conduzione unicamente maschile: le donne producono, si impegnano e lavorano, spesso, molto meglio e con risultati migliori dei loro colleghi uomini e la loro partecipazione al mercato del lavoro costituisce un notevole incremento del PIL. E allora non si capisce perché debbano continuare a restare escluse dai posti chiave e decisionali delle aziende”.
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“Occorre agire in fretta, trovare misure che consentano anche alle donne di compiere carriere pari a quelle degli uomini e che garantiscano loro di poter accedere agli stessi ruoli chiave. L’Europa per le donne deve fare di più e ci impegneremo per questo in Parlamento Europeo. L’autoregolamentazione voluta della Commissaria Viviane Reding che chiedeva alle società europee quotate in borsa di impegnarsi a portare le donne nei consigli di amministrazione non ha dato i risultati sperati e, oggi, se si vuole ottenere qualcosa, occorrono misure più stringenti che impongano, là dove manca la volontà, di garantire alle donne la possibilità di avere dei ruoli strategici” – conclude Patrizia Toia.
<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.it">patriziatoia.it</a>Patrizia TOIA: Nuove risorse UE per gli aiuti alle popolazioni indigenti2012-02-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625253Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/>La Commissione Europea si è impegnata a portare a 500 milioni di euro il fondo di aiuto alle popolazioni indigenti per il 2012 e a beneficiarne saranno circa 18-19 milioni di cittadini degli Stati membri dell’Unione. All’Italia andranno complessivamente 95.641.425 euro (ben 73.537.623 in più di quelli che erano previsti dagli accordi siglati nel 2011).
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“Con l’approvazione di queste misure si sancisce l’adozione formale da parte del Parlamento europeo e del Consiglio di ciò che era stato annunciato la scorsa settimana.
Si tratta di un passo avanti importante di cui siamo orgogliosi e per il quale il gruppo S&D ha fortemente lavorato e dopo aver fatto molte battaglie grazie al Parlamento Europeo” – afferma Patrizia Toia, deputata europea del partito Democratico e vicepresidente del gruppo S&D.
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“Ricordiamo, infatti, che non era così scontato reperire risorse, sebbene il problema dell’accesso al cibo sia diventato sempre più consistente anche in un continente avanzato come il nostro e si è ampiamente discusso – in particolare tra la Commissione Agricoltura e la Commissione Sviluppo - per poter ottenere un aumento degli aiuti disponibili, in accordo con gli Stati membri e le associazioni del terzo settore che da tempo si occupano di questa questione” – prosegue Toia.
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“Con questo risultato, l’Europa ha saputo dare un segnale importante – soprattutto in tempi di crisi come quelli che stiamo attraversando - di solidarietà e anche si impegno concreto nei confronti di tutte quelle persone che, ancora oggi, necessitano di aiuto per veder garantita almeno la possibilità di mangiare. Senza dimenticare che si tratta anche di un importante contributo in materia di politiche per la lotta all’esclusione sociale. È il volto migliore dell’Europa quello che emerge con questa azione: un’Europa solidale, inclusiva e che non abbandona chi ha necessità di essere aiutato” – conclude Patrizia Toia.
<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.it">patriziatoia.it</a>Dario ROMANO: “Il corridoio Baltico-Adriatico snodo per lo sviluppo di Senigallia”2012-01-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626698Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Senigallia (AN) (Lista di elezione: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) <br/><br/><br />
Durante il Consiglio Comunale svoltosi nella giornata di mercoledì 25 gennaio il Consigliere Comunale Dario Romano, eletto con la lista civica Vivi Senigallia, ha sollecitato la Giunta Comunale a sostenere la Regione Marche e il governo italiano nella richiesta di estensione del Corridoio Baltico-Adriatico fino a Brindisi.
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Premesso che l’11 ottobre 2011 il Comitato delle Regioni ha dato il via al parere presentato dal Governatore della Regione Marche, Gian Mario Spacca, sull’istituzione della macroregione Adriatico-IonicaPremesso che la creazione di questa macroregione sarebbe la terza a livello europeo, dopo quelle del Baltico e del Danubio.
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Premesso che attualmente il tracciato del Corridoio Baltico-Adriatico va da Helsinki a Ravenna, e sarebbe parte di una grande rete europea (TEN-T) di infrastrutture relative ai trasporti.
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Premesso che la Commissione europea ha presentato, il 19 ottobre 2011, una proposta di regolamento con la quale si prospetta una revisione degli orientamenti riguardanti la rete trans-europea di trasporto TEN-T allo scopo di realizzare una rete completa ed integrata che comprenda e colleghi tutti gli Stati membri dell’Unione europea in maniera intermodale ed interoperabile e che ciò dovrebbe contribuire alla realizzazione, entro il 2050, di uno spazio unico europeo dei trasporti, basato su un sistema competitivo ed efficiente, favorendo in tal modo la coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione Europea.
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Premesso che il 20 dicembre 2011 la Camera dei Deputati ha votato quasi all’unanimità una mozione che impegna il governo ad assumere iniziative in tutte le sedi decisionali dell’Unione europea e a concertare con i governi nazionali degli Stati che gravitano nell’area Adriatico-Ionica tutte le iniziative per valutare, sulla base di uno studio istruttorio adeguato, la praticabilità del completamento del corridoio Baltico-Adriatico verso sud, lungo la costa adriatica, comprendendo i porti di Ancona, Bari e Brindisi.
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Tutto ciò premesso, il Consiglio Comunale di Senigallia impegna la Giunta affinché:
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- sostenga politicamente la Regione Marche e il governo italiano nella richiesta di estensione del Corridoio Baltico-Adriatico fino a Brindisi;
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- proponga l’approvazione di tale mozione a tutti i comuni costieri da Ravenna a Brindisi;
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- inoltri inoltre il testo alle province interessate e alle regioni Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia;
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- invii infine la mozione a tutti i deputati europei italiani al fine di sensibilizzarli ulteriormente sulla questione, di fondamentale importanza per uno sviluppo integrato dei trasporti europei che non tagli fuori da questa opportunità la regione Marche e il Comune di Senigallia.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.senigallianotizie.it/1327307782/romano-il-corridoio-baltico-adriatico-snodo-per-lo-sviluppo-di-senigallia">Senigallianotizie.it</a>Patrizia TOIA: Favorevole all’apertura di agenzia di rating europea e a nuove regole per quelle esistenti2012-01-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it623464Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/><br />
“Gusta l’apertura di Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea, alla creazione di un’agenzia di rating europea e alla segnalazione di porre delle regole a quelle operanti attualmente. E’ una richiesta che da tempo noi del gruppo S&D portiamo avanti con forza”. E’ il commento di <b>Patrizia Toia</b>, eurodeputata del Partito Democratico e vicepresidente del Gruppo S&D al Parlamento Europeo alle parole di Tajani.
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“I fatti degli ultimi mesi hanno dimostrato quanto mai sia necessario un istituto indipendente, trasparente e che sia davvero al di sopra delle parti, dato l’enorme potere che ha, poi, di condizionare i mercati e la finanza mondiale e di influire sull’andamento dell’economia reale degli Stati” – ha proseguito <b>Toia</b>.
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“Questa agenzia, insieme ad altre scelte, come il rafforzamento del Fondo Salva Stati, dimostreranno che le Istituzioni non permetteranno a nessuno Stato di fallire”.
<p>“Servono comunque delle regole che tutelino maggiormente gli Stati dalle possibili speculazioni e che devono essere applicate a tutte le agenzie esistenti che, troppo spesso, si sono rivelate a fare il bello e il cattivo tempo dei mercati, giocando sulla pelle delle democrazie e dei cittadini. Continueremo ad insistere su questo proposito e ci auguriamo che, dopo tutto quello che abbiamo visto accadere, questa volta non si perda l’occasione per mettere mano al sistema”. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.it">patriziatoia.it</a>Nichi VENDOLA: «Altro che `quarto polo`. Non molliamo Pd e Idv» - INTERVISTA2012-01-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it623402Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Puglia (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) - Consigliere Regione Puglia<br/><br/><br />«Legge elettorale? Queste camere non moralmente all`altezza».<br />
«Bersani vigili bene. Se nei decreti si cancella il voto dei referendum, mandi sotto il Governo».
<p> «Innanzitutto: altro che "quarto polo". Ambisco a costruire il "primo polo", per vincere le elezioni e portare il paese a sinistra».
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<i>Nichi Vendola risponde così alla domanda se vuole costruire un polo alternativo Sel-ldv, se i rapporti con il Pd dovessero precipitare.</i>
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<b>Ma nel Pd in molti spingono per rompere con voi e allearsi con il centro.</b>
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«C`è da compiere l`opera immane della deberlusconizzazione del paese.
Il berlusconismo non era una condizione di costume, un`idea di società. Ora, con il governo tecnico, c`è una messa in stand by della contesa fra programmi e valori alternativi. Ma quella di una grande sinistra di governo che rimescoli culture, radicale senza estremismi né tentazioni minoritarie, riformista e non genuflessa al mercato, non è esigenza di un ceto politico».
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<b>Si può deberlusconizzare insieme al Pd che oggi vota con Berlusconi?</b>
<p> «Il nostro riferimento è il popolo del centrosinistra e la sua ben orientata domanda di cambiamento, che si è espressa nelle amministrative e nei referendum che hanno colpito al cuore le culture liberiste ovunque collocate.
Mettevano al centro un`idea alternativa al modello berlusconiano: la pratica dei beni comuni. Il Pd ha subito queste vittorie. Ma io resto alle parole di Bersani, alla battaglia tentata per marcare con contenuti sociali il governo.
Generosa, ma con scarsi risultati. In queste ore c`è una seria compromissione della credibilità dei tecnici sul terreno della sostenibilità ambientale, nominata ma poi violata nel concreto».
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<b>Il decreto liberalizzazioni dà il via libera alla trivellazione delle coste. Il ministro Clini smentisce, ma così c`era scritto sul testo, fino a ieri.</b>
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«Per noi pugliesi il vero petrolio è il mare, la bellezza, i valori d`uso di un paesaggio incantato. Se servirà, daremo battaglia fino alle estreme conseguenze.
Non è la prima volta che il governo fa girare notizie e poi smentisce, per vedere l`effetto. Se è vero quello che dice il ministro, vuol dire che la mobilitazione immediata ha pagato».
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<b>Il Pd è un fan delle liberalizzazioni.</b>
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«Tutti i parlamentari pugliesi hanno aderito alla manifestazione di sabato contro le trivelle. Chiediamo coerenza».
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<b>Chiedereste di non votarlo?</b>
<p> Chiederemmo di mandare sotto il governo. E ugualmente sulle privatizzazioni, se ci fosse un aggiramento dei referendum sull`acqua. Torno alle trivelle: se fosse, sarebbe in sintonia con la liberalizzazione della trivellazione dei fondali dei mari per la ricerca di greggio che vuole la Commissione europea.
L`Europa che c`è oggi è schifosa, senz`anima, corrotta. E' la piccola meschina Europa di Merkel e Sarkozy».
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E ora anche di Monti.</b>
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«Monti è una variante colta e illuminata.
Ma fa difficoltà a capire che non esiste crescita che non assuma l`ambiente come contenuto anziché limite.
È inadeguato, a prescindere dai meriti dei singoli, dentro un europeismo che salva l`euro e uccide l`Europa. Abbiamo chiamato l`assemblea di domenica a Roma `per la giustizia sociale, una nuova sinistra per salvare l`Italia e l`Europa`.
Oggi la sinistra deve prendere la bandiera degli Stati uniti d`Europa, rinnovando quel patto con i cittadini che ha fatto di noi dopo il nazi-fascismo il continente del progresso e dei diritti».
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<b>Sta pensando a portare Sel fra i socialisti europei, dov`è il Pd?</b>
<p> Apro una riflessione esplicita e senza sotterfugi sulla necessità di rimescolare le famiglie europee di ispirazione progressista. Se potessi, prenderei tre tessere in Europa: quella della Sinistra, che ho contribuito a costruire, quella del socialismo che oggi gioca una partita rilevante - in Francia e in Germania - per cambiare il segno al continente, e dei Verdi che su alcune questioni hanno colto in anticipo i nodi di fondo».
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<b>Napolitano chiede ai partiti la legge elettorale. Bocciato il referendum, voi quale sistema proponete?</b>
<p> «Se devo essere sincero, penso che le camere che hanno salvato Cosentino non abbia la legittimazione morale per fare una nuova legge elettorale.
Meglio le elezioni anticipate».
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<b>Ma tutto il paese chiede di cambiare li Porcellum. E i partiti così vorrebbero dar un segno di `autoriforma`.</b>
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«A qualunque parlamento si può chiedere una buona legge elettorale.
Ma stiamo parlando di questo parlamento.
Di un percorso che deve passare per il consenso di Berlusconi e delle sue truppe. Per lui - l`ha detto - il Porcellum è il miglior sistema possibile. Chi può pensare che questo parlamento faccia una buona legge?»
<p><b>Nel caso, quale sistema preferisce?</b>
<p>«Una buona legge deve salvaguardare il pluralismo e le coalizioni».
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<b>Domenica a Roma, insomma non nascerà il Quarto Polo. Allora perché alla vostra assemblea nazionale avete invitato Emiliano, Borsellino, De Magistris, Zedda e Landini?</b>
<p> «Un`alternativa di governo non può che essere la costruzione di una rete di relazioni fra politica e società. Un`alternativa solo movimentista o solo politicista nascerebbe con la vocazione alla sconfitta. La sinistra non può rinascere per rese dei conti ideologiche ma come capacità di ricostruire un disegno per l`Italia e per l`Europa».
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<b>Per D`Alema le alleanze si fonderanno sul giudizio positivo su Monti.</b>
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Ma ne è sicuro? Persino gli apologeti di Monti cominciano a ridimensionarsi. Certo, non c`è paragone con Berlusconi che in Europa faceva cucù e le corna. Ma siamo sicuri che questo governo ci porterà fuori dalla crisi? <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=19N66A">Il Manifesto - Daniela Preziosi</a>Patrizia TOIA: L’Europa punta su ricerca e innovazione per uscire dalla crisi2011-11-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it622172Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: S&D) <br/><br/>Buone notizie dall'Europa, almeno per quanto riguarda ricerca e innovazione: un aumento significativo di risorse da investire (da 50 a 80 miliardi). “Ottima la scelta del programma <i>Horizon 2020</i>, con cui la Commissione Europea propone investimenti per 80 miliardi di euro nella ricerca e nell’innovazione”. Lo afferma <b>Patrizia Toia</b>, deputata europea del Partito Democratico e Vicepresidente del gruppo S&D al Parlamento Europeo.
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“L’Europa mostra così di puntare sul futuro, scegliendo di investire in ricerca (in particolare quella applicata e trasferimenti ai processi industriali) e innovazione, supportando lo sviluppo delle nuove tecnologie e garantendo un forte sostegno alle PMI (a cui si prevede di destinare 8 miliardi di euro) per stimolare la crescita e per rilanciare l’occupazione. Si tratta di una scelta molto importante che indica implicitamente che l’uscita dalla crisi è possibile solo rilanciando l’economia reale e per fare questo sono necessari ingenti investimenti che consentano di portare avanti programmi di lungo termine” – prosegue <b>Toia</b>.
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“<i>Horizon</i>, inoltre, semplifica di molto le procedure di accesso ai finanziamenti, garantendo importi forfait per aree specifiche (come cambiamento climatico, energia sostenibile, tecnologie per la comunicazione e l’informazione, salute, mobilità e trasporti, società intelligente e sicura) e regole uguali di accesso ai bandi per tutte le realtà che desiderano concorrere. Un passo avanti, dunque, da parte dell’Europa per venire incontro alle esigenze di aziende e enti di ricerca al fine di rendere più agevole il loro lavoro e più competitivo e sviluppato il nostro continente” – conclude <b>Toia</b>.
<br/>fonte: <a href="http://www.patriziatoia.it">patriziatoia.it</a>Dario ROMANO: Some ideas about EU financial transaction tax2011-11-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it622746Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Senigallia (AN) (Lista di elezione: CEN-SIN(LS.CIVICHE)) <br/><br/><br />
The great newness of the 2014-2020 framework is certainly the financing of the EU budget. Indeed, as written in the EC proposal, “the proposed reform is based on the elimination of the current VAT-based own resource and the creation of two new own resources. These are based respectively on a part of the proceeds of a financial transaction tax (FTT) and the national VAT receipts”.
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The main target of this reform is to reduce direct contributions from member country budgets: this will create more autonomy for the EU and, especially, more consistence between EU policies and EU financing.
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It is quite important to focus on these two new innovations. Firstly, the own VAT resource: it will create a new link between national and European levels of administration. Moreover, “it will provide significant and stable receipts to the EU with limited administrative and compliance costs for national administrations and businesses”.
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As reported in the Green paper on the future of VAT, “reforming the VAT system can play a crucial role supporting the delivery of the Europe 2020 strategy and a return to growth through its potential to reinvigorate the single market and underpin smart budget consolidation in the Member States. Any such improvements require a comprehensive VAT system that can adapt to changes in the economic and technological environment and is solid enough to resist attacks of fraud of the kind experienced in recent years”.
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The other great innovation is the introduction of an EU FTT. Before any discussion, it is important to underline that FTT is not the same of the Tobin Tax: indeed, the second one has to be applied on currency transactions, while FTT will not tax these operations. The scope of FFT tax “covers instruments which are negotiable on the capital market, money-market instruments (with the exception of instruments of payment), units or shares in collective investment undertakings (which include UCITS and alternative investment funds) and derivatives agreements. Furthermore, the scope of the tax is not limited to trade in organized markets, such as regulated markets, multilateral trading facilities, but also covers other types of trades including over-the-counter trade.”
<p>(European Commission, COM(2011) 594 final)<br />
This directive proposal, published on 28th September 2011, will apply on the territories of EU members. It will not regard transactions involving private households or SMEs, in order to protect little and medium investors. However, currency exchange dealings and raising of capital by companies or public entities will not be taxed either. This kind of taxation is already present in 10 EU countries, but nowadays EU needs the harmonization of the subject in order to avoid market distortions and to reduce financial fragmentation of the common market.
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According to European Commission official estimates, tax revenues could be around EUR 57 Billion/year in the EU. This revenue could be used in several ways: for instance, it could be used as the first real own resource for the European budget; on the other hand, this revenue could help to reduce national contribution to the EU budget and “leaving a lesser burden on national treasuries”.
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We have to look at this tax from two different perspectives so that we can have a full view of the context. On the one hand, we have the political message: it is important, for European institutions, to reduce the “democratic deficit” they have with European citizens. Raising a tax on the financial sector, responsible for the huge crisis we are involved in, could be a positive signal for European inhabitants. It is considered as the fairest action that could be done in order to make someone pay for the economic crisis.
<p>In addition to this, EU will give a symbolic signal to all the world markets: it seems that European officials are telling us that “financial sector has to pay for the crisis, and we are pioneers in this way. The rest of the world has to follow us, because is a just cause”.
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On the other hand, we have not to underrate the macroeconomic consequences of introducing such a tax. <br />
European Commission estimates say that, from 2014 (starting year of FTT), we could expect that EU GDP will decrease of 0.5%. This is due to the volume of exchanges that would be surely affected by this new fiscal imposition. In the past, we have the Swedish example that surely cannot be considered as a positive one: indeed, as written in an article by Allister Heath (editor of City A.M., business newspaper of London), in 1984 Swedish government introduced a tax on the purchase or sale of equities, applicable to all trades and to stock options. In 1991, every tax had been swept away, because of the failed revenue estimates: government revenue predictions were 1.5 billion kroner per year; instead tax collection was only 50 million kroner per year.
<p>In fact, the number of transactions decreased and then collapsed. In 1986, 60% of the trades for the most famous Swedish stocks moved to London. In 1990, over half of the whole Swedish equity trading had moved to London. We can think that we can live the same situation with the EU FTT imposition: maybe capitals would fly to New York, or Tokyo, or Hong Kong.
<p>Then, no revenue would be assured and, moreover, the GDP decrease will be much bigger than expected. Furthermore, this kind of tax reduces inevitably financial market liquidity and, more than everything, in the long-term the burden of tax will be shifted. Indeed, as written by Kenneth Rogoff (professor of Economics and Public Policy at Harvard University and former chief economist at IMF), heavy taxes on financial transactions would increase the cost of capital, thus reducing investments.
<p>With a lower capital stock, output would eventually decrease and consequently government revenues would decrease too. Besides, wages would go down and common workers would indirectly pay the tax burden. As Rogoff wrote, unfortunately, “FTTs violate the public finance principle according to which is inefficient to tax intermediate production factors, especially those who are very mobile and volatile”.
<p>
The solution could be a global FTT that would be surely much more efficient and effective in the fight against speculation. However, it will be very difficult to find a global agreement on this delicate subject.<br />
<br/>fonte: <a href="https://www.facebook.com/note.php?note_id=10150380265996573">Facebook - Dario Romano</a>Silvio BERLUSCONI: «Mi dimetto ma dopo Legge di stabilità»2011-11-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it618060Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Prima la legge stabilità e poi mi dimetto».
<p> <i>Silvio Berlusconi si arrende a Giorgio Napolitano durante l'incontro al Quirinale. Un faccia a faccia, durato quasi un'ora, subito dopo che il premier ha perso la maggioranza alla Camera durante il voto del rendiconto generale dello Stato. Al Colle è salito con Gianni Letta. Subito dopo aver lasciato il Quirinale, Berlusconi ha convocato un vertice con gli esponenti di Lega e Pdl a Palazzo Grazioli.</i>
<p> «Prendo atto di non avere più la maggioranza». «Io vedo soltanto la possibilità di nuove elezioni, ma deciderà il Capo dello Stato». «In ogni caso non sarebbe pensabile dare responsabilità di governo a chi ha perso le elezioni, in democrazia si fa così». «L'importante è preoccuparci di ciò che accade sui mercati finanziari che non credono che l'Italia sia capace di approvare le misure che l'Ue ci ha chiesto».<br />
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<p> <b>A confermare le intenzioni del presidente del Consiglio anche una nota del Colle</b>.<i> <br />
«Il Presidente del Consiglio ha manifestato al Capo dello Stato la sua consapevolezza delle implicazioni del risultato del voto odierno alla Camera; egli ha nello stesso tempo espresso viva preoccupazione per l'urgente necessità di dare puntuali risposte alle attese dei partner europei con l'approvazione della Legge di Stabilità, opportunamente emendata alla luce del più recente contributo di osservazioni e proposte della Commissione europea». Il comunicato poi aggiunge: «Una volta compiuto tale adempimento il Presidente del Consiglio rimetterà il suo mandato al Capo dello Stato, che procederà alle consultazioni di rito dando la massima attenzione alle posizioni e proposte di ogni forza politica, di quelle della maggioranza risultata dalle elezioni del 2008 come di quelle di opposizione»</i>.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.liberazione.it/news-file/Berlusconi-al-Colle---Mi-dimetto-dopo-Ddl-stabilit--.htm">Liberazione.it</a>FRANCESCO PIOBBICHI: Brindate ora, se potete.2011-11-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it617989<br />
Il massimo della crisi istituzionale con il massimo della crisi economica.
Il nostro Paese si è trovato con un “Governo incredibile” nel centro dell'attacco speculativo più consistente che l'Europa abbia mai visto da quando è scoppiata la crisi.
<p>Sia chiaro pertanto che Berlusconi viene cacciato da destra e non dalle pressioni popolari. Quelle sono state fatte sparire alla svelta con i blindati lanciati a tutta birra a Piazza San Giovanni il 15 ottobre.
<p>Siamo in Italia del resto, sarebbe stato troppo, vedere per i mercati il popolo italiano fermarsi in una piazza e cacciare un governo nel mentre contestava la BCE.
Meglio ritornare al vecchio schema allora, anzi, superarlo da destra.
Dalla logica dell'alternanza bipolare si passa direttamente alla continuità liberista sotto commissariamento, con un bel governo tecnico appoggiato da tutti. Non è detto che ci si riesca, certo è che ci si proverà.
<p>Napolitano ora prenderà in mano la situazione, statene certi. La Marcegaglia poi già oggi è stata chiara, non importa chi ma importa che si facciano le riforme, mica possiamo – ha detto – andare avanti con il differenziale dello spread a 500 punti.
<p> Possiamo abbracciarci e gioire del fatto che Berlusconi viene cacciato, ma dobbiamo essere preoccupati che lo ha fatto la speculazione lasciata libera di azzannare il nostro paese.
<p>La complicità della BCE in questo gioco è enorme, ha tollerato la speculazione fino a farla arrivare al punto di rottura, vicino a quel 7% dei rendimenti sui titoli di stato che segna il punto limite, oltre il quale tutto potrebbe succedere. Eppure sarebbe bastato acquistare i titoli di stato nel mercato primario, come fanno le altre banche centrali per fermare la speculazione. Peccato che nessun parlamentare, né della maggioranza né dell'opposizione abbia detto una parola su questo. Senza ritegno inoltre quel che resta della nostra borghesia nazionale. Incapace di concepirsi come classe guida di questo paese, prima lo ha azzannato irresponsabilmente per decenni, poi lo consegna ai mercati internazionali per lanciarlo nel mondo grande e terribile della competizione liberista. Oggi l'Italia è terra di conquista, stretta tra i vincoli di bilancio esterni e i ricatti della speculazione sul debito sovrano. Non è importante chi verrà dopo Berlusconi, la scena è già pronta da un pezzo per il grande debutto del suo successore. Una persona che incarni la responsabilità nazionale, un tecnico con il quale far credere alla gran parte del paese che occorre fare i sacrifici perchè la crisi lo impone. Perchè il FMI lo impone. Perchè la commissione europea lo impone. Perchè la BCE lo impone. Perchè il semestre europeo lo impone. Perchè il Six Pack lo impone. Dobbiamo attirare capitali che fluttuano, e per far questo dobbiamo facilitare i licenziamenti, abbassare i salari ed i diritti dei lavoratori.
<p>
La gerarchizzazione tra Europa centrale e periferica necessita che uno dei più grandi paesi scenda di livello in poco tempo a ritmi impressionanti con finanziarie di decine di miliardi ogni anno a ripetizione. L'Italia deve diventare definitivamente il Messico dell'Europa e non c'è di meglio che lo spauracchio della crisi per raggiungere l'obbiettivo.
<p>Ben venga allora il governo tecnico, di scopo, che rassicura tutti ed allontana le elezioni. Quelle non servono quando c'è la crisi, tra l'altro sono anche costose. Perchè portare il popolo alle urne, si rischia di far irritare i mercati, com'è successo in Grecia con la proposta di referendum. Alla fine, se uno ci pensa bene, sono loro ad aver cacciato Berlusconi mica Di Pietro.
<p>Un Governo tecnico invece, quello si che sa fare di conto, quello si che sa fare le riforme, del resto basta seguire l'agenda europea, li c'è tutto scritto, obbiettivi, direzione, tempi e modi per raggiungerli.
<p>I Commissari della commissione europea arriveranno questa settimana per visionare il nostro bilancio, lavoreranno in parallelo a quelli del FMI e indicheranno la strada. Ci diranno ogni tanto che così non va bene, ci diranno che serviranno prestiti per uscire dalla crisi, e che per ottenere questi prestiti dovremo fare i sacrifici.
<p>Prima abbiamo fatto i sacrifici per entrare in Europa, ora li facciamo per restarci fino a quando la Germania non ci sbatterà fuori. Il futuro premier da buon tecnico prenderà nota, e tecnicamente con il massimo dell'efficienza imposterà le misure necessarie per il pareggio del bilancio.
<p>Adesso però tenete in fresco lo spumante. La prossima settimana si dimette Berlusconi. Quando un personaggio del genere esce di scena occorre brindare. Godetevi questi momenti di “liberazione” e godeteveli intensamente, per molto tempo a venire non avremo di che festeggiare.
<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2011/11/8/17220-brindate-ora-se-potete/">controlacrisi.org</a>