Openpolis - Argomento: abortohttps://www.openpolis.it/2014-02-20T00:00:00ZDELIA MURER: 194, verso una risoluzione in commissione 2014-02-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it715845Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Art.1-MDP-LeU) <br/><br/><br />
Prosegue in commissione Affari sociali della Camera la discussione sulla Relazione del Ministro della Salute sullo stato di attuazione della legge 194. Si va verso l’approvazione di una risoluzione che impegni il Governo a passi successivi. Si attende, naturalmente, la nomina del nuovo Ministro per riprendere il confronto, soprattutto su un punto cruciale come l’applicazione della legge su tutto il territorio nazionale, messa a dura prova dal frequente ricorso all’obiezione di coscienza che priva di fatto molte strutture delle opportunità riconosciute dalla normativo. La discussione sulla Relazione del Ministro, intanto, si è concentrata sull’analisi dei dati preliminari dell'anno 2012 e i dati definitivi dell'anno 2011.
<p> “La legge 194 è finalizzata ad assicurare l'esercizio di una maternità libera e consapevole, ed è frutto di molte lotte. La presenza della 194 nell'ordinamento nazionale è un punto di merito del nostro Paese. Una normativa così manca in altre nazioni. I dati disponibili confermano che, dopo un forte ricorso all'interruzione di gravidanza nei primi anni di applicazione della legge, quest'ultima ha promosso una maternità libera e responsabile e fatto emergere il fenomeno dell'aborto clandestino, ed è pertanto una normativa da difendere e da applicare”.
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“Purtroppo bisogna rilevare che siamo in ritardo rispetto a ciò di cui si attende una risposta dal Ministro della salute. I dati contenuti nella relazione non sono recentissimi, essendo riferiti agli anni 2011-2012, e poco si dice sul tema obiezione. In proposito il ministro si era impegnata a fornire dati sulle modalità con le quali all'interno di ogni regione le strutture sanitarie garantivano l'applicazione della legge, ma nella relazione ci si limita a rimandare ancora. Il Ministro si era anche impegnata ad attivarsi per l'istituzione di un tavolo tecnico degli assessori regionali per verificare lo stato di attuazione con riferimento ai medici non obiettori di coscienza: in proposito sarebbe necessario conoscere i risultati di tale lavoro, che nella relazione non compaiono. La legge, in conclusione, rappresenta uno strumento importante ma, anche con riferimento all'articolo 9, le regioni devono garantirne l'applicazione su tutto il territorio. Purtroppo non esiste una fotografia precisa del Paese e sono numerose le situazioni in cui tutti i medici sono obiettori e la legge non viene applicata né garantita”.
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“Altri profili di criticità sono rappresentati dalle modalità di intervento ai fini dell'interruzione volontaria di gravidanza: vi è infatti un accentuato ricorso all'anestesia generale e per la somministrazione della RU486 vi è l'indicazione di ricovero di 3 giorni, anche se la relazione evidenzia che in oltre il 70 per cento dei casi le donne hanno richiesto la dimissione volontaria. Considerato che la legge n. 194 è in vigore da anni, le strutture sanitarie dovrebbero attuare un approccio più consono: se le modalità ricordate non sono necessarie, configurano un intervento non appropriato che produce effetti diseconomici e disincentivanti. Altro profilo di criticità è rappresentato dal tema dei consultori. Ricordato che la legge promuove una maternità libera e responsabile e non solo l'interruzione della gravidanza, appare necessario chiarire il ruolo dei consultori familiari pubblici, che si trovano in una sorta di abbandono che ne limita la «mission». Ai consultori devono essere destinate adeguate risorse, anche in considerazione del fatto che a essi si rivolgono prevalentemente le giovani e le donne straniere”.
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<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=5%3Ainterventi-in-aula-e-commissione&id=641%3A194-verso-una-risoluzione-in-commissione&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>DELIA MURER: 194: un’ottima legge, non sempre applicata2014-02-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it715732Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Art.1-MDP-LeU) <br/><br/><br />
E’ cominciata nella Commissione Affari sociali della Camera la discussione sulla Relazione del Ministro della Salute sullo stato di attuazione della legge 194. Il documento contiene i dati preliminari dell'anno 2012 e i dati definitivi dell'anno 2011 sull’andamento delle interruzioni di gravidanza in Italia.
<p>“Nel mio intervento in commissione ho innanzitutto espresso il mio disappunto giacché nessun rappresentante del Governo ha sentito il bisogno di partecipare al dibattito. E’ un fatto grave soprattutto in considerazione del fatto che nel corso di un dibattito nell’Aula di Montecitorio, discutendo di una serie di mozioni sul diritto all'obiezione di coscienza in ambito medico-sanitario, il Governo abbia assunto l'impegno di approfondire la questione in occasione della presentazione della relazione. Purtroppo questo non è avvenuto”.
<p> “La legge 194 è finalizzata ad assicurare l'esercizio di una maternità libera e consapevole, ed è frutto di molte lotte. La presenza della 194 nell'ordinamento nazionale è un punto di merito del nostro Paese. Una normativa così manca in altre nazioni. I dati disponibili confermano che, dopo un forte ricorso all'interruzione di gravidanza nei primi anni di applicazione della legge, quest'ultima ha promosso una maternità libera e responsabile e fatto emergere il fenomeno dell'aborto clandestino, ed è pertanto una normativa da difendere e da applicare”.
<p>“Purtroppo bisogna rilevare che siamo in ritardo rispetto a ciò di cui si attende una risposta dal Ministro della salute. I dati contenuti nella relazione non sono recentissimi, essendo riferiti agli anni 2011-2012, e poco si dice sul tema obiezione. In proposito il ministro Lorenzin si era impegnata a fornire dati sulle modalità con le quali all'interno di ogni regione le strutture sanitarie garantivano l'applicazione della legge, ma nella relazione ci si limita a rimandare ancora. Il Ministro si era anche impegnata ad attivarsi per l'istituzione di un tavolo tecnico degli assessori regionali per verificare lo stato di attuazione con riferimento ai medici non obiettori di coscienza: in proposito sarebbe necessario conoscere i risultati di tale lavoro, che nella relazione non compaiono. La legge, in conclusione, rappresenta uno strumento importante ma, anche con riferimento all'articolo 9, le regioni devono garantirne l'applicazione su tutto il territorio. Purtroppo non esiste una fotografia precisa del Paese e sono numerose le situazioni in cui tutti i medici sono obiettori e la legge non viene applicata né garantita”.
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“Altri profili di criticità sono rappresentati dalle modalità di intervento ai fini dell'interruzione volontaria di gravidanza: vi è infatti un accentuato ricorso all'anestesia generale e per la somministrazione della RU486 vi è l'indicazione di ricovero di 3 giorni, anche se la relazione evidenzia che in oltre il 70 per cento dei casi le donne hanno richiesto la dimissione volontaria. Considerato che la legge n. 194 è in vigore da anni, le strutture sanitarie dovrebbero attuare un approccio più consono: se le modalità ricordate non sono necessarie, configurano un intervento non appropriato che produce effetti diseconomici e disincentivanti. <br />
Altro profilo di criticità è rappresentato dal tema dei consultori. Ricordato che la legge promuove una maternità libera e responsabile e non solo l'interruzione della gravidanza, appare necessario chiarire il ruolo dei consultori familiari pubblici, che si trovano in una sorta di abbandono che ne limita la «mission». Ai consultori devono essere destinate adeguate risorse, anche in considerazione del fatto che a essi si rivolgono prevalentemente le giovani e le donne straniere”.
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<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it/attivita-parlamentare/interventi/638-194-unottima-legge-non-sempre-applicata-.html?tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>Magda NEGRI: Ricorso Balduzzi è incredibile incidente politico2012-11-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it684506Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/>Incredibile incidente politico la scelta del governo italiano di presentare ricorso contro la sentenza della Corte europea di Strasburgo, che il 28 agosto aveva bocciato all'unanimità la legge 40, già peraltro smantellata da numerose sentenze di tribunali e della stessa Corte costituzionale.
Ci auguriamo che almeno il ministro Balduzzi possa rimediare con un decreto ministeriale che consenta alle coppie portatrici di malattie genetiche gravi di avere un figlio con la diagnosi preimpianto, evitando così il successivo aborto.<br/>fonte: <a href="http://www.partitodemocratico.it/doc/247046/fecondazione-negri-ricorso-balduzzi-incredibile-incidente-politico.htm">partitodemocratico.it</a>DELIA MURER: Niente ideologie sulla 1942012-07-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647497Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
"Applicare la legge 194 in tutte le sue parti e non strumentalizzare ideologicamente un tema così importante come l'interruzione volontaria di gravidanza".
<p>Lo dichiara la deputata Delia Murer, componente della commissione Affari sociali della Camera dei deputati, a proposito della Proposta di legge di iniziativa popolare, denominata “Regolamentare le iniziative mirate all’informazione sulle possibili alternative all’aborto”, iscritta all'Ordine del giorno del Consiglio regionale del Veneto per le sedute di questa settimana. Per protestare, si è tenuto ieri mattina anche un presidio delle donne, davanti al Consiglio Regionale Veneto. Nel pomeriggio i capigruppo consiliari delle forze del centrosinistra hanno incontrato una delegazione di manifestanti, che hanno ribadito la netta contrarietà a questa Proposta di legge poiché lesiva dei diritti delle donne.
<p> “Si tratta di una proposta per fortuna già bocciata dalla quinta commissione, che è sbagliata nel dettato normativo e nella cultura che la ispira. Non abbiamo bisogno di operatori ideologizzati che girino per i reparti di ginecologia a terrorizzare le donne sui rischi dell'aborto. Abbiamo, piuttosto, bisogno di informazioni e sostegni che puntino sull'autodeterminazione e sulla consapevolezza. La legge 194 è una normativa all'avanguardia, anche sul versante della prevenzione. Da quando esiste, il numero di interruzioni di gravidanza è diminuito, mentre sono aumentate assistenza e cultura della prevenzione.
<p>Il solo problema della 194 è la sua scarsa applicazione, vista la crisi dei consultori, i tagli ai fondi, l'aumento dell'obiezione di coscienza tra i medici. Attiviamo tutti gli strumenti per un'applicazione totale della legge, e utilizziamola per allargare la sfera di sostegno alle donne, anche alle immigrate, oggi tra le più esposte ai rischi della clandestinità".
<p>"La proposta di legge di iniziativa popolare che si discute nel Consiglio regionale del Veneto è l'ennesimo tentativo di un ritorno al passato, che considera l'interruzione di gravidanza un terreno di scontro ideologico e non un tema di confronto sulla maternità consapevole, sulla salute della donna, sulla prevenzione, sul sostegno".
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<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=8%3Apolitica-sul-territorio&id=443%3Aniente-ideologie-sulla-194&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>DELIA MURER: Psichiatria, cura e non reclusione 2012-05-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it640411Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
“Esiste una corrente di pensiero, che trova rappresentanza in Parlamento, che su temi socialmente molto sensibili, come l’aborto e la psichiatria, ha una visione retriva. Vuole portare l’Italia indietro, ma non ci riuscirà”.
<p>Lo dichiara Delia Murer, deputata della commissione Affari sociali.
<p> “Quasi contemporaneamente abbiamo assistito ad una manifestazione di piazza, a Roma, contro la legge sull’interruzione di gravidanza e ad una manovra in Parlamento contro la legge Basaglia. Un doppio tentativo di scardinare due conquiste di civiltà per il nostro Paese. Su entrambi i fronti, però, il Pd ha le idee chiare e conduce con forza la sua battaglia. In Parlamento, per esempio, sulla riforma della legge Basaglia, non solo ci siamo opposti ai tentativi di tornare ai manicomi, operato da Pdl e Lega, ma siamo certi che il Governo non darà il suo sostegno a questo assurdo progetto e condurrà queste proposte su un binario morto”.
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Oggetto della contesa, sul tema dell’assistenza psichiatrica, è stato il voto in commissione Affari sociali su una Proposta di legge portata avanti dal Pdl fin da quando era al governo. Una proposta che sostanzialmente torna a individuare nella reclusione di lungo periodo, la soluzione per la malattia psichica, ignorando le esigenze di cura e di sostegno alle famiglie.
<p> “La reclusione dei malati - aggiunge l’on. Murer - ha l’effetto di nascondere la patologia e non di curarla. Usano un tema su cui c’è largo disagio per costruire risposte propagandistiche e ideologiche. La malattia psichiatrica in Italia non ha bisogno di leggi ma di progetti e finanziamenti. Bisogna sostenere le cure, e aiutare le famiglie. Così si affronta il tema e non pensando a nuovi internamenti”.
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<br/>fonte: <a href="http://www.deliamurer.it/cms/it.html?view=article&catid=7%3Ageneraliste&id=418%3Apsichiatria-cura-e-non-reclusione&tmpl=component&print=1&layout=default&page=">www.deliamurer.it</a>Giorgio NAPOLITANO: Il separatista in cella. La secessione è fuori dalla realtà.2011-10-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it609677Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica<br/><br/><br />
"Ho avuto modo di dire che la secessione è fuori dalla realtà e fuori dal mondo d'oggi. Appare grottesco pensare a uno Stato Lombardo-Veneto che competa con la Cina, la Russia, gli Stati Uniti. Mi pare che il livello di grottesco sia tale da far capire che si può strillare in un prato, ma non si può cambiare il corso della storia".
<p>"In passato, un leader separatista fu arrestato. Lo Stato non esitò a intervenire".
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"Il sistema elettorale vigente ha rotto il rapporto di responsabilità tra elettore ed eletto. Non voglio idealizzare o idoleggiare i modelli del passato, perché sappiamo quanto la pratica delle preferenze grondasse di negatività, ma era una forma di collegamento più diretto tra eletto ed elettore".
<p>"Ormai è ampiamente diffuso il riconoscimento per cui una diversa legge elettorale può facilitare il ritorno della fiducia nelle istituzioni".
<p>"È vero che in Italia non c'è stata una donna presidente della Repubblica e neppure capo del Governo, ma in alcuni settori dell'apparato pubblico invece c'è stata una avanzata notevole, ad esempio nella magistratura. La strada per realizzare la parità è ancora molto lunga. È importante che non si spenga quel movimento ideale che portò alle leggi sul divorzio, sull'aborto, sul diritto di famiglia. I progressi potrebbero essere più veloci, questo dipende molto da voi giovani".
<p><b>N.B.</b> <i>Estratto dall'intervento alla facoltà di giurisprudenza di Napoli
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<br/>fonte: <a href="http://libero-news.it/news/834630/Napolitano-arresta-la-Lega--Un-separatista-fin%C3%AC-in-cella-.html">libero-news.it</a>DAMIANO ZOFFOLI: Aborto, "Il protocollo Forlì resta operativo"2011-02-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558834Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Cesenatico (FC) (Lista di elezione: Ulivo) - Consigliere Regione Emilia Romagna (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Qual'è il punto qualificante del Protocollo? L'impostazione del rapporto con la donna non è basato sulla certificazione passiva della richiesta di IVG, ma su un percorso di integrazione "socio-sanitaria" che prevede che le donne che contattano il consultorio pubblico abbiano un primo colloquio con un'assistente sociale per approfondire - in un clima di fiducia, libertà e riservatezza - le cause che le inducono a chiedere l'aborto ed eventualmente ricevere una serie di aiuti e sostegni, pubblici e privati, al fine di rimuoverle, come del resto prevede l'articolo 5 della Legge 194.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.romagnaoggi.it/cesena/2011/2/22/186188/">www.romagnaoggi.it</a>Maria Antonietta FARINA COSCIONI: "Anche questo attacco alla 194 fallirà" - INTERVISTA2011-01-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it549548Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
“È un altro chiaro attacco alla legge 194 sull’aborto che fallisce, uno dei tanti di questo Governo e del presidente lombardo Roberto Formigoni che anche questa volta sui temi della bioetica esce sconfitto, come quando tentò di bloccare l’interruzione dell’alimentazione artificiale ad Eluana Englaro”.
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Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale, non nasconde la soddisfazione per la bocciatura da parte del Tar della delibera della Regione Lombardia che considera in parte come una sua vittoria.
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Perché?</b>
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“A suo tempo avevamo avvertito che era inaccettabile che una materia così delicata come l’aborto fosse disciplinata differentemente tra le Regioni. Abbiamo dovuto attendere tre anni e l’intervento del Tar che finalmente ha ripristinato legalità e buon senso. La delibera nasce però da un documento scientifico approvato da un pool di ginecologi. Troppo facile in quella Regione indirizzare presunti documenti scientifici verso la direzione che si vuole. <br />
In Lombardia, dove la Sanità vale un sacco di soldi tra accreditamenti e convenzioni, c’è un clima difficile per l’applicazione della legge 194.”
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<b>In che senso?</b>
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“La Regione Lombardia vanta il record di obiettori di coscienza tra i medici e il numero più alto di associazioni anti-abortiste che rende difficile per le donne poter decidere liberamente senza condizionamenti. Ma è indubbio che le tecnologie abbiano accresciuto la sopravvivenza dei bimbi molto prematuri. Questo è solo un pretesto. Mi chiedo allora come mai non vada bene anche l’avanzamento scientifico per l’aborto segnato dall’avvento della pillola abortiva RU486 che evita l’intervento chirurgico, ma che viene ostacolato da questi presunti difensori del progresso in tutti i modi.”
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<b>Ma non è d’accordo che è necessario rianimare un prematuro nato vivo?</b>
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“Il punto non è questo. Il punto è che per evitare gli aborti bisogna dare più informazioni e puntare sulla prevenzione, con l’educazione sessuale e la contraccezione, magari agevolando l’utilizzo della pillola del giorno dopo.<br />
Il Governo è pronto a inviare delle linee guida alle Regioni riproponendo i paletti di Formigoni. Sono sicura che sarà un insuccesso. Le Regioni non faranno passare un documento illegittimo e illegale.”<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.lucacoscioni.it/anche-questo-attacco-alla-194-fallir">www.lucacoscioni.it</a>Livia TURCO: «La 194 va applicata non interpretata» 2011-01-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it549425Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Il Tar ha ragione, non si possono mettere sotto tutela le donne e la loro libertà di scelta»
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Per fortuna che in questo Paese c'è chi sa interpretare ancora le leggi». Livia Turco, parlamentare del Pd e membro della Commissione Affari sociali di Montecitorio non nasconde la propria soddisfazione per le tesi adottate dal Tribunale amministrativo regionale contro le linee guida della Regione Lombardia sull'aborto.
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«La 194 - spiega Livia Turco - non ha necessità di essere interpretata ma va solo applicata. Ricordo che da ministro della Salute proposi un atto di indirizzo in Conferenza Stato-Regioni proprio finalizzato a favorire al meglio l'applicazione della legge 194, ma in quella circostanza Roberto Formigoni si oppose e non se ne fece nulla. In quell'occasione - ricorda l'ex ministro - prevalse lo scontro ideologico e quindi quelle linee guida furono vanificate.
<p>Oggi il Tar rimette finalmente ordine dimostrando che non si possono mettere sotto tutela le donne e la loro libertà di scelta sulla falsa idea, smentita dai fatti, che possano essere inclini all'aborto». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=WGNHE">La Stampa - Paolo Festina</a>Maria Antonietta FARINA COSCIONI: Le linee di Formigoni sull'aborto sono illegittime. Lo dice il Tar della Lombardia.2011-01-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it549424Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
A suo tempo avevamo debitamente avvertito con interrogazioni che le linee guida varate tre anni fa dalla regione Lombardia, fortissimamente volute dal suo presidente Roberto Formigoni erano un accrocco illegittimo e illegale:<br />
che era inaccettabile che una materia così delicata come l’aborto potesse essere disciplinata differentemente sul territorio individuale e che le Regioni potessero stabilire le condizioni per l’accesso alle tecniche abortive.
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Si trattava, e l’abbiamo detto inascoltati, di linee guida in evidente contraddizione con la legge 194 sull’aborto. Alle nostre interrogazioni e ai nostri atti parlamentari non è mai stata data risposta, comportamento usuale per un governo “latitante”; così abbiamo dovuto attendere tre anni e l’intervento del TAR che finalmente ha ripristinato legalità e il buon senso.
<p>La sentenza del TAR è inequivocabile: il termine fissato dalla giunta Formigoni delle 22 settimane contrasta con la legge nazionale. Ora ci attendiamo le consuete geremiadi degli esponenti del centro-destra, che denunceranno una inesistente “invasione di campo”; prima hanno “tradito” la legge, ora si scaglieranno contro chi quella legge la vuole applicata secondo lo spirito del legislatore. Speculatori prima, speculatori ora. Per parte nostra, un grazie agli avvocati Vittorio Angiolini, Ileana D’Alesso e Marilisa D’Amico, che con ammirevole costanza e caparbietà lodevole conducono da tempo battaglie a favore dei diritti di tutti contro gli abusi, le prepotenze e le arroganze degli zuavi pontifici professionisti in servizio permanente attivo.<br />
<br/>fonte: <a href="http://notizie.radicali.it/articolo/2011-01-03/editoriale/le-linee-di-formigoni-sullaborto-sono-illegittime-lo-dice-il-tar-dell">Notizie Radicali</a>Emma BONINO: La legge Tarzia banco di prova per la controriforma nazionale2010-10-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547020Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
La proposta di legge Tarzia è stata assunta come testo base per la riforma dei consultori dalla Commissione lavoro e politiche sociali della Regione Lazio. <br />
La mossa è in contrasto con l'articolo 61 del regolamento del Consiglio regionale, secondo il quale il testo avrebbe dovuto essere preso in esame insieme a quello presentato da Giulia Rodano.<br />
In sostanza: c'est la guerre! E dal fronte dell'opposizione Emma Bonino avverte dei rischi che la proposta del centrodestra rappresenta per le donne e gli uomini di tutto il paese.
<p> «Alla luce del convegno di luglio organizzato da Polverini, Formigoni e Gota, è chiaro che se passerà la proposta di legge Tarzia, la regione Lazio sarà il terreno di prova di ciò che avverrà a livello nazionale. La proposta ha infatti già un precedente nel progetto Nasko, che prevede per le donne residenti in Lombardia un compenso economico in cambio della rinuncia ad abortire».
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Nel dettaglio il progetto Nasko, approvato dalla giunta regionale presieduta da Formigoni il 31 maggio scorso, parte dal presupposto che la crisi economica pesi su: <br />
«Le donne e le famiglie che, in condizioni di incertezza e precarietà lavorativa ed economica, scelgono di procrastinare la maternità anche attraverso il ricorso all'interruzione di gravidanza, come risulta dai dati in possesso dell'Osservatorio regionale sull'esclusione sociale».
<p>Anche per Formigoni, come per Olimpia Tarzia, non esistono donne che scelgono di non essere madri. <br />
Il più che ci viene concesso è "procrastinare" la maternità. Il citato Osservatorio, istituito anche questo per delibera regionale, sembrerebbe schierato dalla parte della chiesa cattolica; conta infatti, tra gli enti membri del comitato scientifico, diverse Caritas, confraternite e società confessionali varie, accanto alla Lega coop Lombardia.
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Poco più avanti, nel testo della delibera leggiamo che si ritiene «opportuno istituire un elenco regionale dei servizi, denominati Centri di Aiuto alla Vita, che abbiano i requisiti di cui all'allegato b» dove, tra le condizioni sine qua non per accedere all'elenco troviamo: "Presenza nello statuto della finalità di tutela della vita fin dal concepimento".
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E infatti in un altro documento della giunta lombarda leggiamo l'esclusione di un'associazione il cui statuto non prevede tale finalità.
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Più avanti ancora, alla voce "Criteri di erogazione", viene specificato: «Beneficiari del fondo Nasko sono le madri che, in presenza di una proposta di progetto personalizzato di aiuti economici e sociali, recedono dalla scelta di interrompere volontariamente la gravidanza». Giuro che non ci sono altri beneficiari.
<p> Questo vuol dire che a una donna in difficoltà economiche rimasta incinta, anche qualora non abbia alcuna intenzione di abortire, conviene iniziare la pratica di interruzione di gravidanza per poi ripensarci e tentare così di ottenere la miseria, perché di miseria si tratta, di 250 curo mensili. <br />
I miei complimenti alla giunta lombarda
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Accadeva in Lombardia nel lontano maggio 2010 . Oggi nel Lazio potrebbe passare una proposta ispirata ai principi di quel progetto. Questo vuol dire che l'attacco ai consultori e alla legge che nel 1978 depenalizzò l'aborto, cioè al principio di autodeterminazione delle donne, è stato affidato alle singole regioni di volta in volta amministrate dalla destra.
<p>«La proposta Tarzia continua Emma Bonino introdurrebbe la tutela del figlio concepito che, oltre a essere in conflitto con la legge 194, è materia che non può rientrare nelle competenze legislative regionali. Si creerebbe inevitabilmente un conflitto tra istituzioni diverse».
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Se la proposta Tarzia e il progetto Nasko sono in evidente contrasto con interi pezzi della Costituzione e delle leggi italiane, sembrano invece appoggiarsi a un'altra legge, la 40, sulla procreazione medicalmente assistita. <br />
«E infatti - prosegue la senatrice - la legge 40 è già stata dichiarata incostituzionale dalla Corte italiana.
<p> A dimostrazione della sua incostituzionalità c'è inoltre una sentenza della Corte europea contro l'Austria proprio in materia di fecondazione eterologa.
<p>Se, nonostante tutto, la legge passerà, non resterà che l'arma dei ricorsi, la quale però può essere impugnata solo dalle singole persone».
<p>I criteri del ricorso prevedono infatti che qualsiasi giudice possa obiettare la costituzionalità di una legge solo nel momento in cui si trovi ad affrontare una causa che lo pone di fronte al problema di quella stessa legge.
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E a proposito di ricorsi, di questi giorni è il secondo alla Corte Costituzionale italiana in merito alla legge 40. <br />
Il primo portò all'abolizione delle norme che limitavano a tre la produzione di embrioni per ogni ciclo di fecondazione, che obbligavano a impiantarli tutti insieme e che vietavano il congelamento degli embrioni in soprannumero.
<p>Questo secondo ricorso riguarda invece il divieto di eterologa, tecnica che, secondo gli esponenti del governo e della chiesa, solleva il problema del mercato degli ovociti. <br />
Come dire: non possiamo emanare leggi che regolino il mercato (vizio diffuso nella destra di governo) quindi ne vietiamo i presupposti in terra nazionale per rimandarli all'estero.
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In questa bagarre arriva la notizia del premio Nobel a Robert Edwards, il padre della fecondazione assistita. <br />
E giù nuove polemiche e strali come in una vera guerra, con due nemici e due campi contrapposti: progresso e chiesa, laicità e religione, ragionevolezza e autoritarismo. <br />
Forse l'unica risposta a tutti i dubbi e le domande che ci poniamo, e che continueremo a porci, si trova nel pensiero e nelle parole delle donne.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=UNH02">Gli Altri /Monica Micheli</a>ELENA MACCANTI: Aborto2010-04-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it498852Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Lega) - Consigliere Regione Piemonte (Lista di elezione: PdL) - Consigliere Regione Piemonte (Gruppo: Lega) <br/><br/>"Come esponente del Carroccio piemontese e soprattutto come donna, dico che il dibattito sulla RU486 è purtroppo deviato pericolosamente su un terreno ideologico, dove la strumentalizzazione ha fatto perdere di vista quello che invece dovrebbe stare al centro della discussione: la salute della donna e la tutela della vita, che sono valori assoluti. Nessuno ha mai parlato di violare la legge 194: chiedere di potenziare il volontariato pro-vita per percorsi di aiuto concreto e alternativi all'aborto, prevedere il ricovero della donna in caso di interruzione della gravidanza, significa, al contrario, chiedere la piena applicazione della legge, nell'interesse della vita e della donna ’. Lo dichiara l'on. Elena MACCANTI, deputato torinese della Lega Nord e membro della Commissione cultura alla Camera. ‘Parlare di limitazione della libertà della donna – conclude Maccanti - significa voler trovare a tutti i costi un pretesto per la polemica politica, che non fa certo bene al dibattito. Bene ha fatto oggi la presidente della Provincia di Cuneo Gianna Gancia a precisare la propria posizione, anche come donna, sulla Ru486". <br/>fonte: <a href="http://www.robertocota.com/leganordpiemonte/index.php?option=com_content&view=article&id=71:on-maccanti-aborto-nostra-posizione-a-tutela-della-salute-della-donna-no-a-strumentalizzazioni-ideologiche-&catid=7:comunicati-stampa&Itemid=8">robertocota.com</a>GIUSEPPE SCOPELLITI: Sono assolutamente contrario alla pillola abortiva2010-04-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it496191Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Reggio di Calabria (RC) (Partito: AN) - Pres. Giunta Regione Calabria (Partito: PdL) - Consigliere Regione Calabria (Lista di elezione: PdL) <br/><br/>"Sono assolutamente contrario alla pillola abortiva" ha detto il presidente della Calabria, Giuseppe Scopelliti, in un'intervista a Maurizio Belpietro durante Mattino Cinque. "L'unica ipotesi eventualmente praticabile - ha aggiunto - è quella di una somministrazione della pillola in ospedale, ma si tratta di un'ipotesi estrema e, comunque, da verificare come praticabilità. Una linea che ho espresso in campagna elettorale e che manterrò come governatore della Calabria".<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/cronaca/2010/04/02/news/ru468-3083759/">repubblica.it</a>Eugenia Maria ROCCELLA: La pillola abortiva Ru486 è un farmaco con molte ombre2010-04-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it496189Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Sottosegretario Salute (Partito: PdL) <br/><br/>La pillola abortiva Ru486 "non è un farmaco miracoloso", anzi "è un farmaco con molte ombre, basti pensare alle 29 morti, 5 in Gran Bretagna, di cui non si è scritta una riga" ha sottolineato il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ospite di Repubblica Tv. "C'è il rischio di una banalizzazione dell'aborto, non sul piano personale ma sociale", a causa di questo "continuum chimico che sarà proposto alle donne, con l'idea di poter tornare a casa subito dopo l'aborto". "Il Consiglio superiore di Sanità - ricorda il sottosegretario - parla di ricovero ordinario, e parlava di pari rischio solo se la donna veniva trattenuta in ospedale fino al completamento dell'aborto" perché la pillola ha "molti più effetti collaterali e più eventi avversi dell'aborto chirurgico". Roccella poi ricorda a chi oggi attacca la posizione di Cota e Zaia "che la diffusione della pillola abortiva in Italia è avvenuta innanzitutto a seguito di votazioni favorevoli di consigli regionali e comunali, guidati da giunte di sinistra, che si sono espressi per l'uso di un farmaco quando ancora non era autorizzato in Italia, e hanno stilato protocolli e linee guida senza tenere conto dei pareri già espressi dal Consiglio superiore di sanità. Non si può quindi invocare l'autorità dello Stato rispetto alle autonomie regionali solo a intermittenza, quando fa comodo al proprio schieramento politico".<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/cronaca/2010/04/02/news/ru468-3083759/">repubblica.it</a>LUCA ZAIA: No a Ru486 come a Ogm2010-04-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it496188Alla data della dichiarazione: Ministro Politiche Agricole e Forestali (Partito: Lega) - Pres. Giunta Regione Veneto (Partito: Lega) <br/><br/>"Interpreto appieno le parole del Papa, al di là della legge c'è anche una questione etica. L'ho fatto con gli Ogm, lo faccio anche con questa pillola" dice il neo governatore del Veneto, Luca Zaia, ad Affaritaliani.it ribadendo il suo no all'uso della pillola abortiva Ru486 negli ospedali della regione: "Resto contrario dal punto di vista etico". 'Nell'ambito della 194 - aggiunge Zaia - abbiamo delle grosse perplessità rispetto alla sperimentazione perché ci sono stati dei morti". Ma così si va contro la 194? "No. Stiamo talmente banalizzando la questione - afferma - che la Ru486 rischia di diventare l'aspirina delle minorenni". <br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/cronaca/2010/04/02/news/ru468-3083759/">repubblica.it</a>Roberto COTA: Pillola abortiva Ru486: "La penso in modo completamente diverso dalla Bresso. Farò ciò che posso per fermarla."2010-03-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it496187Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Lega) <br/><br/>La Ru486 va somministrata in ospedale e le confezioni già arrivate in Piemonte potrebbero restare al momento nei magazzini: è quanto ha detto il neopresidente leghista della Regione, Roberto Cota, ai microfoni di "Mattino Cinque" durante la rubrica "La telefonata" di Maurizio Belpietro. Sulla Ru486 Cota ha idee "completamente diverse" da quelle dell'ex presidente Mercedes Bresso: farà quanto in suo potere per fermarla. Da domani le farmacie ospedaliere potranno avviare la procedura per richiedere la pillola, e già il percorso della Ru486 in Piemonte potrebbe incontrare lo stop della Regione, nel caso in cui non venisse inserita nel prontuario regionale. Almeno così ha detto il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, che ancora una volta non ha mancato di sottolineare la sua contrarietà a una pillola che non è "un farmaco meraviglioso". La questione, però, è controversa, visto che l'Agenzia Italiana del Farmaco l'ha già messa nel prontuario nazionale e anche questa sera ha puntualizzato che come per qualsiasi farmaco "le Regioni hanno un largo margine di autonomia per stabilire tempi e modalità, ma non c'è dubbio che se il farmaco è approvato dall'Aifa prima o poi si dovrà erogare".
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"Sono per la difesa della vita - ha detto Cota - e penso che la pillola abortiva debba essere somministrata quanto meno in regime di ricovero". Alla domanda "Ma quindi quelle pillole che la Bresso aveva ordinato e che sono già arrivate in Piemonte, rimarranno nei magazzini?", la risposta è stata: "Eh sì, per quanto potrò fare io sì".<br/>fonte: <a href="http://www.repubblica.it/politica/2010/03/31/news/pillola_ru486_cota-3053445/">repubblica.it</a>Ignazio Roberto Maria MARINO: «Una scelta ideologica sulla RU486» - INTERVISTA2009-11-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it452398Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Il tanto atteso parere del governo sull’introduzione in Italia delle pillola abortiva è arrivato ieri sera. Dice che l’aborto farmacologico deve avvenire “in regime di ricovero ordinario” sotto “specifica sorveglianza” e che “la donna deve essere trattenuta fino all’espulsione dell’embrione”. <br />
Ora l’Aifa dovrà nuovamente valutare, così auspica il ministro Sacconi, “la delibera adottata”. E i settecento giorni che ci sono voluti per arrivare a una decisione sono destinati a crescere ancora.
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<b>Senatore Marino, che ne pensa?</b>
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Il fatto che sia necessaria una vigilanza clinica dopo l’assunzione del farmaco è scritto da ormai due decenni nella letteratura scientifica. La sorveglianza è fondamentale e può essere realizzata con la permanenza in ospedale o con altri meccanismi, come un day hospital o un numero verde attivo 24 ore al giorno. Il punto è che si tratta di criteri che non può stabilire la politica: li definisce un medico, sulla base delle sue conoscenze scientifiche e del rapporto che ha con il paziente.
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<b>Nulla di forzato e obbligatorio, quindi.</b>
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Ovviamente no. Mi pare che questa maggioranza stia imboccando la strada dei trattamenti sanitari obbligatori sempre e comunque, e che scriva leggi che non si occupano delle cure ma dei comportamenti delle persone. Lo abbiamo già visto con l’idratazione e nutrizione. Siamo di fronte a volontà di carattere ideologico e non scientifico: la RU486 è stata utilizzata da un milione e mezzo di donne. La Food&Drug Administration ha analizzato 500mila casi clinici in diversi paesi del mondo. Sono stati effettuati 39 studi clinici, poi c’è stato il controllo dell’Emea e infine quello dell’Aifa. Le pare che ci sia bisogno del parere di senatrici e senatori?
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<b>Parliamo di donne. Cosa cambierebbe con l’aborto farmacologico?</b>
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C’è uno studio secondo il quale l’aborto farmacologico consente una maggiore partecipazione del partner: con l’aborto chirurgico spesso una donna va in ospedale da sola, la RU486 permette all’uomo di offrire un sostegno di maggiore intensità.
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<b>Con l’obbligo di ricovero ordinario, cambierebbe tutto.</b>
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La legge 194 prevede che l’interruzione di gravidanza avvenga in strutture ospedaliere pubbliche e così sarà anche con la RU486, che non si comprerà in farmacia ma verrà somministrata in ospedale. Non possiamo non introdurre un farmaco nel nostro sistema sanitario solo perché c’è la possibilità che la donna esca dall’ospedale: sarebbe come se io non eseguissi un trapianto perché ho paura che il paziente se ne vada contro la mia volontà.
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<b>Nessuna questione di deontologia, dunque.</b>
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Quando una donna arriva dal medico, la decisione di abortire è già stata presa. Mettiamo il caso di una donna che in passato ha subito complicazioni in un’operazione sotto anestesia ed è finita in rianimazione. É un dovere del medico o no dirle che può interrompere la gravidanza senza anestesia?
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<b>Tre mesi a discutere della pillola. Che ci siamo persi nel frattempo?</b>
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Chieda agli abitanti di Mazzarino, dove un ragazzo è morto dissanguato dopo un incidente, se a loro interessa di più questo dibattito sulla RU486 o l’ammodernamento della rete ospedaliera. Ci sarebbe da discutere di tante cose: io avevo chiesto sei milioni di euro per un progetto che dotasse di defibrillatori i luoghi pubblici come le stazioni, i campi sportivi, gli aeroporti. Il governo ha deciso di stanziarne solo quattro: per risparmiare, non si salvano 20-30 mila vite, perché quando si verifica un arresto cardiaco l’uso del defibrillatore dimezza il tasso di mortalità.
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<b>Per quanto tempo ne avete discusso?</b>
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Per illustrare il progetto in Aula mi hanno concesso sessanta secondi. <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=OH14O">Il Fatto Quotidiano - Paola Zanca</a>Pier Luigi BERSANI: «Detrazioni fiscali per le fasce deboli subito» - INTERVISTA2009-09-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417870Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Lo scudo? Una vergogna. Tremonti è un incantatore»
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Paradosso. Oppure paradossale. Dunque, «ciò che sembra o è assurdo, illogico, stravagante». Pier Luigi Bersani ricorre spesso, in questa intervista, all’uno o all’altro termine per dire come alcune delle faccende in discussione gli paiano, appunto, stravaganti (quando non del tutto incomprensibili). Paradossale è, per esempio - a proposito di Tremonti e della sua Finanziaria - «che il non far nulla sia diventato un merito»; ed è certo un paradosso - riferito alla discussione intorno alla pillola RU486 e alle polemiche per la posizione assunta da Dorina Bianchi - «che si contestino tecniche abortive meno invasive e previste dalla stessa legge 194». E andando avanti, è di sicuro stravagante che nel Pd si litighi sul tasso di antiberlusconismo di questo o di quell’altro «dimenticando che, al di là di chi strilla di più, il nostro dovere - oltre a opporci - è offrire agli elettori un’alternativa, altrimenti strillare non serve a nulla».<br />
Ma non è di Pd che Bersani vuol parlare, quanto - piuttosto - delle ultime mosse del governo in materia di economia. Alla vicenda congressuale riserva poche battute: ma non irrilevanti. Per esempio, dice sì al confronto a tre chiesto da Marino e accettato da Dario Franceschini: «Io non ho problemi - spiega -. Discutiamone pure. Tenendo presente, però, due cose. La prima, è che abbiamo un meccanismo congressuale già molto competitivo; la seconda, è che dovremmo cercare di ragionare tenendo sempre d’occhio gli interessi dell’intera ditta».
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<b>Non è, però, che preferisce parlare di Tremonti per evitare di versar sale su certe ferite aperte nel Pd?</b>
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«A parte che è sempre saggio evitare di farsi del male da soli, non è questa la ragione. E’ per le cose che le dicevo all’inizio: siamo nella situazione che, per il governo, non far nulla è diventato un merito. E’ un paradosso, certo: ma è quel che accade. Il malato è grave e lo si cura con placebo e palliativi. Se riesce, altro che economia: a Tremonti daranno il Nobel per la medicina... Si spostano i soldi da qua a là, come era per i carrarmati di Mussolini, ma risorse nuove non se ne vedono. E non è l’unico aspetto paradossale di questa vicenda».
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<b>L’altro qual è?</b>
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«Che pur non avendo alcuna nostalgia delle vecchie Finanziarie, una domanda vorrei farla: ma tra Finanziarie che non ci sono e mini-decreti mensili dove e quando in questo Paese si parla di manovra economica? Il peggio della crisi ce l’abbiamo davanti, e Tremonti l’incantatore dice: “La Finanziaria non c’è e comunque, se necessario, gli aggiustamenti poi li faccio io”. Col Pil che cede e il deficit che aumenta, invece, alcune cose andrebbero fatte subito».
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<b>Finga di essere al governo: concretamente, che farebbe?</b>
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«Subito detrazioni fiscali per le fasce più deboli, lasciando un po’ di soldi in tasca a chi non ne ha, così da spingere i consumi; e per i Comuni la possibilità di avviare tanti piccoli cantieri: con la facoltà per chi in 6 mesi bandisce le gare e appalta i lavori, di sforare il patto di stabilità. Invece, nulla di tutto questo. Hanno solo prorogato le detrazioni per chi ristruttura la casa: il che va bene, ma è una misura che avevamo introdotto noi».
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<b>Un po’ di soldi potrebbero arrivare con lo scudo fiscale, che al Pd però non piace...</b>
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«Dire non piace è poco: il mio giudizio è che sia una vergogna. Non solo è uno schiaffo a chi paga le tasse, ma è anche un vero e proprio indulto per gravi reati fiscali e finanziari. In più, lo scudo è destinato a produrre danni anche in prospettiva».
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<b>Berlusconi direbbe: ecco i soliti spargitori di pessimismo.</b>
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«E allora al nostro premier faccio una domanda: chi è quell’imprenditore sano di mente che, in un quadro così, dovrebbe investire nella sua azienda? Se gli va male, dal governo alle banche non c’è nessuno che lo aiuta; se gli va bene, gli tocca pagare il 40% di tasse. Allora conviene portare i soldi all’estero, tanto poi rientrano praticamente esentasse. Senza contare che quando si parte con i condoni, poi si continua sulla stessa via: al fondo della quale c’è un aumento delle tasse per chi le paga».
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<b>A proposito di stessa via: anche il Pd marcia sempre sulla stessa via, litigando - com’è accaduto al Senato - sulla pillola RU486 e sul sì espresso da Dorina Bianchi, capogruppo in commissione Sanità, ad un’indagine conoscitiva. Che le pare?</b>
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«Innanzitutto, che lascerei ad ognuno il proprio lavoro: è un tema di verifica scientifica, e comunque non è accettabile l’obiezione di chi dice “così diventa troppo facile abortire”. Bisogna avere più fiducia nella maturità e nella responsabilità delle donne, come del resto dimostra il calo di interruzioni di gravidanza dall’entrata in vigore della 194. E poi davvero non capisco il no a tecniche meno invasive, previste per altro dalla stessa legge che regola l’aborto...».
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<b>Sta eludendo la domanda, però. E allora mettiamola così: lei è per favorire oppure no, su temi così, l’obiezione di coscienza da parte di parlamentari del Pd?</b>
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«Detto con chiarezza: vedo l’esigenza di disciplinare il ricorso all’obiezione. Nella mia mozione propongo che sia un organismo statutario a definire ambiti e confini, perché un parlamentare non può pensare solo alla propria coscienza».
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<b>Scusi, siamo all’obiezione di coscienza decisa dal partito?</b>
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«Ma nemmeno per idea. Credo l’obiezione di coscienza sia da considerare uno strumento limite, visto che si parla di politica e di parlamentari, e quindi di mestieri non obbligatori. Se uno li fa, sa di dover ragionare anche per la coscienza degli altri. Il Paese aspetta dalla politica delle decisioni».
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<b>A proposito di politica, un’ultima domanda. A differenza di quanto sostenuto da D’Alema, secondo Franceschini il Pd non soffre di un eccesso di antiberlusconismo: lei come la vede?</b>
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«Che il mestiere dell’opposizione è certo quello di opporsi - perfino con più vigore di quanto non accada oggi - ma anche costruire e offrire un’alternativa al Paese. Il problema non è chi strilla di più, altrimenti Berlusconi sarebbe già a casa: e invece il suo consenso regge proprio perché i cittadini non vedono ancora un’alternativa chiara. A me, insomma, questa discussione non piace. Così come non mi piace, però, un’opposizione che stia sempre e solo appesa al suo contendente».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=NH7PK">La Stampa - Federico Geremicca</a>Ignazio Roberto Maria MARINO: «Il Pd non imiti il premier, eviti di lottizzare la Rai» - INTERVISTA2009-08-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it402011Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Per essere credibili bisogna
restare fuori dalla spartizione»
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Berlusconi confonde servizio pubblico con tv di Stato. Il servizio pubblico non può essere un mezzo di propaganda del governo, chiunque sia al governo».<br />
Proprio per questo Ignazio Marino, senatore e candidato alla segreteria del Pd, chiede a Franceschini e Bersani un passo indietro nella lottizzazione della Rai, e di fare della libertà d’informazione un tema centrale del congresso, «una manifestazione da sola non basta».
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<b>Senatore lei chiede al Pd di non lottizzare la Rai. Le pare possibile in questo momento, dopo l’attacco di Berlusconi al Tg3?</b>
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«L’informazione è cruciale in una democrazia, i diritti sono oltre ogni criterio di opportunità. Il Pd deve avere questo coraggio».
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<b>Il coraggio che non ha mai avuto, se Veltroni deposita oggi un disegno di legge sul conflitto d’interessi, tema mai risolto dal centrosinistra quando era maggioranza.</b>
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«Il centrosinistra non l’ha affrontato negli anni in cui era al governo, quando sia Franceschini che Bersani ricoprivano ruoli di rilievo, ed è importante che oggi Franceschini riconosca l’errore. <br />
Bene sarebbe guardare non solo al conflitto d’interessi di 10 anni ma anche a quello del futuro: in Italia può accadere ad Internet e alla banda larga quello che accade oggi in Rai. Perché la non ancora legge Alfano sulle intercettazioni mette ai blog le regole che riguardano l’informazione, e perché il digitale terrestre già dal 2012 libererà frequenze che passeranno probabilmente alla banda larga. <br />
Non si diffonderà democrazia, ma ulteriori bavagli. E l’unica strada per essere efficaci e credibili è proprio fare un passo indietro in Rai».
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<b>Ci spieghi perché.</b>
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«In questo Paese controllare i media è diventato sinonimo di successo politico. <br />
Il capo del governo è il primo editore del Paese, e il controllo sull’informazione per la destra è una strategia. Mi ricordo gli anni della guerra in Iraq quando, attraverso la Fox, Bush orientava la pubblica opinione. <br />
Io stavo all’università di Jefferson e lì vicino, nel Delaware, c’era una base militare nella quale mettevano tutte le bare dei soldati caduti, quelle bare che in tv non si erano mai viste. Finché una donna soldato di quella base non le fotografò, e quelle foto non dilagarono su Internet. Fino a quel momento i morti americani in Iraq non esistevano, perché nessuno poteva vederne le bare. Ecco cosa può accadere quando si manipolano i media, ed ecco perché il servizio pubblico non può essere al servizio del governo, chiunque sia al governo. <br />
Berlusconi ha paura della libertà e degli effetti della propria politica. Come Bush con i soldati morti, ha paura degli 8 milioni di italiani in povertà, della caduta di 6 punti di Pil, dei disoccupati. <br />
Credo sia strategico che il tema dell’informazione sia centrale nel congresso del Pd, perché è centrale per la democrazia italiana».
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<b>E invece il Pd aspetta l’esito del congresso, aspetta la conta interna per le nomine al Tg3 e ala terza rete Rai...</b>
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«E invece dobbiamo avere la forza di non stare al gioco solo per poter nominare i direttori dei tg, di dire con chiarezza che l’obiettivo è la democrazia nell’informazione. <br />
Per la Rai vanno cambiate le regole. Deve tornare ad essere un’azienda regolata dal codice civile, con un amministratore delegato e un cda nominato da una fondazione, com’è per la Bbc in Inghilterra».
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<b>Cosa pensa del dibattito interno al Pdl? Il partito del Sud?</b>
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«Hanno tolto i fondi al Sud per poter finanziare il taglio dell’Ici, e un milione di cittadini del Mezzogiorno ogni anno va a farsi curare negli ospedali del Nord. <br />
Secondo lei quei cittadini dallo Stato si aspettano il Ponte sullo Stretto?».
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<b>L’attacco alla RU486 nasconde un attacco alla legge sull’aborto?</b>
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«La politica non dovrebbe entrare nel rapporto tra medico e paziente. <br />
Di fronte a una donna che arriva alla drammatica decisione dell’aborto, e che ha avuto magari precedenti complicanze da anestesia generale, un medico non deve spiegare che esistono alternative non chirurgiche? <br />
E questa è cosa che compete al Parlamento, o a quella donna e al suo medico?».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=N40MG">La Stampa - Antonella Rampino</a>Emma BONINO: Vogliono colpire i diritti delle donne2009-07-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it401981Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) - Vicepres. Senato <br/><br/><br />
E se si fosse trattato di un farmaco innovativo per la cura della prostata anziché della RU486, avremmo avuto tutto questo fuoco di sbarramento?<br />
Credo proprio di no.<br />
Ma quando si tratta della donna, allora predomina ancora una cultura che impone per noi dolore e sofferenza fisica. Come nel caso dell’aborto, nonostante la legge 194 già prevedesse per gli enti ospedalieri di tener conto del progresso tecnologico e delle nuove tecniche meno intrusive e violente.
<p>L’Italia è davvero un paese bizzarro. La politica entra in settori che non dovrebbero riguardarla. <br />
Ed infatti questo farmaco è stato vietato in Italia proprio per veti della politica di stampo più clericale, quella che si arroga il diritto per esempio di stabilire se si possono e devono impiantare 3 o 5 ovociti, se idratazione e alimentazione forzata siano un intervento sanitario o meno... In questo caso, per condizionare l’Agenzia del farmaco si è risorti pure ad una discutibile contabilità dei morti, la cui "presunta connessione" con la RU486 sembra valere solo in Italia. <br />
In nessun altro paese questo ha rappresentato un ostacolo alla registrazione del farmaco e il dossier completo è noto da tempo.
<p>Insomma invece di limitarsi a stabilire il quadro normativo, la politica entra nel merito delle cure o delle terapie, normalmente nel tentativo di svuotarne i contenuti e comunque di limitare la libertà di scelta delle persone e delle donne in particolare.
<p>Il risultato di tante interferenze politiche, e non, è che il via libera alla RU486 arriva in Italia con venti anni di ritardo rispetto a Francia, Svezia e Regno Unito, con dieci rispetto agli Usa.
<p>L’EMEA, l’Agenzia europea del farmaco, ha approvato già nel 2007 la nuova scheda tecnica della RU486: a questo punto la decisione dell’Aifa è al limite un atto dovuto. <br />
Se si vuole ridurre davvero il ricorso all’aborto allora la strada maestra è quella di promuovere la contraccezione e i metodi per la procreazione responsabile, realizzando specifiche campagne informative e pubblicitarie. <br />
Certo, se poi c’è chi si oppone anche a questo, compresa la pillola del giorno dopo, allora la strada diventa tutta in salita. Insomma ogni giorno peggio, scomunica compresa. Bisogna quindi reagire riprendendo con forza le battaglie laiche (e per questo profondamente religiose) per la libertà di scelta delle persone compresa quella di cura e di terapia. <br />
A partire dall’imminente passaggio alla Camera dell’incredibile testo "etico" varato dal Senato. O si appresta il PD a ripetere le contorsioni già viste in base all’ "opinione prevalente" delegando ai radicali un’appassionata e netta battaglia parlamentare?<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=145281">l'Unità.it</a>