Openpolis - Argomento: eticahttps://www.openpolis.it/2013-02-15T00:00:00ZCLAUDIO CECCHINI: Etica e qualità nella PA. Cecchini: etica ispiri il lavoro di chi si occupa di bene comune. Cambiare si può 2013-02-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it685663“È giunto il momento di dire basta, in modo serio e consapevole, al malcostume che ha caratterizzato fino ad oggi un certo modo di fare politica. Gli scandali che nell’ultimo periodo hanno infangato la nostra Regione, ma anche gli ultimissimi arresti per tangenti, che stanno accompagnando questo ultimo scorcio di campagna elettorale, ci dicono che non è più possibile perdere di vista i principi di etica e qualità ai quali è doveroso ispirarsi per tornare a fare il bene dei cittadini”. Intervenendo al convegno ‘Etica e Qualità – Il management virtuoso per aziende e Pubblica Amministrazione.’ promosso dall’Istituto Europeo Terzo Millennio, Claudio Cecchini, candidato al consiglio regionale nella Lista civica Zingaretti ha affrontato la platea composta da manager e dirigenti pubblici per ribadire quanto sia più che mai urgente voltare pagina, soprattutto all’interno della Pubblica Amministrazione.
“Da assessore alle Politiche sociali della provincia di Roma – ha sottolineato Cecchini – ho orientato la mia azione di governo ai principi dell’etica, della qualità e della giustizia sociale, come era doveroso. In Provincia di Roma abbiamo creato un modello virtuoso che, se eletti, riproporremo in Regione. Ad esempio – ha spiegato Cecchini – per quanto riguarda la gestione dei fondi per i gruppi consiliari che tanto ha fatto parlare di recente, in Provincia abbiamo affidato il compito di rimborsare le spese all’amministrazione centrale, indicando precisamente cosa rimborsare e cosa no, ma soprattutto evitando di elargire direttamente il denaro ai gruppi”.
“Una gestione virtuosa – ha aggiunto Cecchini – non è più rinviabile per la nostra Regione in particolare in alcuni settori che devono tornare ad essere gestiti secondo principi di efficienza ed equità. Mi riferisco alla Sanità, al Welfare, ma penso anche all’influenza che hanno sul vivere quotidiano i Trasporti e le Infrastrutture. In questi casi, bene comune e pubblico interesse devono tornare a rappresentare il criterio fondamentale per orientare l’agire di chi amministra. Un concetto che tocca da vicino gli amministratori pubblici, “funzionari elettivi”, che devono, una volta eletti, amministrare non nell’interesse solo della “parte” che li ha eletti, ma dell’intera comunità. L’“etica pubblica” deve tornare ad essere percepita in modo positivo, mettendo in risalto l’importanza e la bellezza di operare per qualcosa di più alto e nobile, con la consapevolezza di svolgere una funzione pubblica di servizio per la comunità, che oserei definire una “missione”.
“Oggi – ha concluso Cecchini – abbiamo l’occasione di dare ad un’istituzione tanto importante come la Regione un volto nuovo, fatto di persone credibili, programmi, idee e soprattutto metodi diversi di fare politica. Non perdiamo questa occasione.”<br/>fonte: <a href="http://www.claudiocecchini.com/etica-e-qualita-nella-pa-cecchini-etica-ispiri-il-lavoro-di-chi-si-occupa-di-bene-comune-cambiare-si-puo">www.claudiocecchini.com</a>Roberto DELLA SETA: Art. 67 della Costituzione. «Il nomadismo parlamentare alimenta la sfiducia» - INTERVISTA2012-08-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647939Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Il nomadismo parlamentare alimenta la sfiducia, la politica abbia la capacità di autoriformarsi».
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<br>Cambiano partito e addirittura schieramento. A volte tornano sui loro passi oppure, ancora insoddisfatti, cercano nuovi approdi o costituiscono nuove formazioni. Etichettati come transfughi o voltagabbana, in questa legislatura se ne contano ben più di cento. Per porre rimedio, a Palazzo Madama un gruppo di parlamentari del Pd, guidati da Roberto Della Seta, ha presentato un emendamento per modificare l'articolo 67 della Costituzione, secondo cui «ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». La proposta Della Seta puntava ad inserire la clausola in base alla quale «decade dal mandato il parlamentare che s'iscrive ad un gruppo parlamentare, diverso dal misto, che non rappresenti il partito per cui è stato eletto». Proposta bocciata con 233 voti contrari, 45 favorevoli e tre astenuti «Me l'aspettavo», è il commento del promotore dell'emendamento. <p>
<b>Senatore Della Seta, perché questa bocciatura plebiscitaria?</b><p>
«Mettere in discussione l'articolo 67 della Costituzione è per molti parlamentari quasi una bestemmia. Ma io credo, invece, che la bestemmia sia il fatto che dall'inizio della legislatura 120 parlamentati su 945 abbiano cambiato partito, spesso addirittura schieramento, e abbiano creato dei gruppi o dei partiti che al momento delle elezioni del 2008 nemmeno esistevano. Questo è lo scandalo, perché questa situazione alimenta, giustamente, tra i cittadini la sfiducia nei confronti dei loro rappresentanti. Il mio emendamento mirava ad interpretare il principio della libertà di mandato dei parlamentari conciliandolo da una parte con l'esigenza che un parlamentare non può e non deve essere schiavo del suo partito e dall'altra con il principio sancito all'articolo 1 della Costituzione italiana in base al quale la sovranità appartiene al popolo. Ritengo, infatti, che i cittadini, che hanno con il loro voto fatto eleggere deputati e senatori che dopo qualche mese cambiano casacca, abbiano tutto il diritto di sentirsi defraudati, ingannati. Quindi conciliare il principio della libertà di mandato con il principio della sovranità popolare sarebbe necessario, tanto più nella situazione italiana che vede una crisi di fiducia sempre più diffusa e sempre più profonda verso chi fa la politica». <p>
<b>A cosa è dovuto il fatto che l'articolo 67, inserito in Costituzione per garantire la libertà circa lo svolgimento del mandato, sia finito per degenerare in un fenomeno di mobilità parlamentare così diffuso? </b><p>
«È uno dei tanti sintomi della progressiva caduta di etica pubblica nelle classi dirigenti italiane. Innanzitutto, i costituenti avevano una statura diversa dal punto di vista dell'etica pubblica, scrivevano una Costituzione che doveva servire ad un Paese che usciva da vent'anni di dittatura e da una guerra devastante. In quella situazione la scelta di affermare con grande forza il principio della libertà del parlamentare fu una scelta assolutamente sacrosanta e illuminata. Ma poi c'è stata una progressiva caduta dell'etica e della responsabilità pubblica delle classi dirigenti, e in particolare nella classe politica, e questa tendenza sempre più frequentata al nomadismo parlamentare penso sia una delle manifestazioni più allarmanti di questa tendenza generale». <p>
<b>Che peso ha avuto l'attuale sistema elettorale nel proliferare del fenomeno dei transfughi? </b><p>
«Credo che l'attuale sistema elettorale abbia avuto prima di tutto un peso nel ridurre la qualità del ceto parlamentare, nel senso che questo Parlamento di "nominati" è un Parlamento in cui siedono persone che non sono state scelte dai cittadini e che non forniscono in partenza particolari garanzie di essere persone che hanno il bene pubblico come proprio riferimento. Inoltre, questa legge elettorale rende ancora più urgente una modifica della Costituzione come quella che io ho proposto, perché oggi gli elettori non possono scegliere direttamente i propri eletti e con il fenomeno così diffuso del nomadismo parlamentare non possono di fatto nemmeno scegliere l'indirizzo politico di chi li rappresenta. Quindi, non solo si trovano ad aver contribuito ad eleggere persone che non hanno scelto, ma anche persone che in tanti casi dopo poco tempo nemmeno più rappresentano l'indirizzo politico che l'elettore con il suo voto ha voluto indicare. Ecco perché ritengo ancora più utile questo aggiustamento dell'articolo 67 della Costituzione».<p>
<b>Lei ha individuato nel fenomeno del nomadismo parlamentare una delle cause principali del discredito della politica italiana e della sfiducia crescente dei cittadini nei confronti dei loro rappresentaiti. Cos'altro ha contribuito ad aumentare questa crescente sfiducia? </b><p>
«Credo che la sfiducia dei cittadini nei confronti di chi li rappresenta sia un fenomeno assolutamente fondato. Anche se spesso dà luogo ad atteggiamenti che personalmente ritengo inaccettabili e sbagliati, nasce da un giudizio che è fondato: la politica italiana ha mostrato di tenere sempre meno all'interesse generale e più all'interesse parziale, che nei casi più degenerati è l'interesse privato del singolo politico e in tanti altri casi è l'interesse del partito e della fazione. Insomma, l'interesse generale in Italia è stato sempre meno il riferimento di chi ha responsabilità di rappresentanza e responsabilità di governo e credo che questa sia la causa fondamentale del discredito dei politici». <p>
<b>Allora cosa dovrebbe fare la politica per recuperare credibilità? </b><p>
«La politica dovrebbe dimostrare la capacità di auto-riformarsi, che è una delle capacità più difficili come ci insegna la storia. E difficile che un corpo sociale, un ceto, un gruppo accetti volontariamente di mettere in discussione i propri privilegi o sia disposto a modificare radicalmente i propri comportamenti. È molto difficile, ma sono convinto che nell'attuale situazione italiana sia l'unica via di uscita dalla crisi di credibilità della politica che altrimenti rischia di portare a fondo tutto il Paese». <br>
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=1IKHHO">il Punto</a>Giuseppe Vinciguerra: Cervino - Il Contratto Etico Radicale 2012-05-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it640634Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Cervino (CE) (Lista di elezione: LISTA CIVICA) <br/><br/><br />
Confermando il tutto in un’intervista rilasciata ieri ai microfoni di Radio Radicale, Vinciguerra si è impegnato, a sottoscrivere i seguenti punti: Istituzione dell'Anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati;
<p> Immediata predisposizione del Piano comunale di predisposizione idrogeologica, al fine di prevenire le catastrofi sempre più frequenti a seguito di frane ed alluvioni;
<p> Recupero, ristrutturazione e rilancio dell'olivicoltura locale, per il riconoscimento in pochi anni di una certificazione di qualità del prodotto;
<p>Realizzazione di Piano Territoriale Ambientale (PTA) che stabilisce per i cittadini residenti le norme comportamentali per rispettare e migliorare l'ambiente naturale esistente nel Comune;
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<p> Favorire la creazione di cooperative ad azionariato diffuso e Predisposizione di una rete di hot-spot (wi-fi zone) per garantire l'accesso internet senza fili in dei luoghi pubblici del comune.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.vallesuessola.it/politica/cervino/2413-cervino-giuseppe-vinciguerra-ed-il-contratto-etico-radicale">http://www.vallesuessola.it/</a>Magda NEGRI: Agghiacciante e incomprensibile decisione su feti2012-03-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625867Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Agghiacciante, a quanto s'apprende da informazioni di stampa che speriamo incomplete, la decisione della Giunta del Comune di Firenze di prevedere in uno specifico cimitero la sepoltura dei feti e del prodotto del concepimento. Incomprensibile il riferimento a un'eventuale opzione di libertà da parte delle famiglie. Stupisce che una provvedimento più volte ipotizzato da amministrazioni comunali di ben altro segno politico e culturale possa attuarsi in una realtà come Firenze.
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<br/>fonte: <a href="http://beta.partitodemocratico.it/doc/232625/firenze-negri-agghiacciante-e-incomprensibile-decisione-su-feti.htm">partitodemocratico.it</a>FRANCO MIRABELLI: Colpa della Lega se il Consiglio non è giunto a un impegno comune2011-09-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it609616Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lombardia (Gruppo: PD) <br/><br/>Intervenendo in Aula, durante il <a href="http://www.blogdem.it/blog/2011/09/28/politica-e-affari-colpa-della-lega-se-il-consiglio-non-e-giunto-a-un-impegno-comune/">dibattito in Consiglio Regionale della Lombardia</a>, il consigliere <b>Franco Mirabelli</b>, dopo aver ribadito che «il PD attende con fiducia l’esito delle inchieste» e dopo aver rimarcato che «Filippo Penati ha fatto un passo indietro, dimettendosi da vicepresidente del Consiglio regionale, cosa che altri non hanno ritenuto di fare» ha duramente stigmatizzato le accuse della Lega: «è inaccettabile che si criminalizzi la storia di buon governo della città di Sesto San Giovanni, più volte confermata dal voto dei sestesi, così com’è sbagliato criminalizzare la storia del mondo cooperativo e del Pci, del PDS e DS». Ha poi definito la Lega «smemorata sull’operazione Serravalle, che è stata fatta nell’interesse pubblico e ha permesso che si desse il via ad opere infrastrutturali importanti come Tem e Pedemontana. La Lega lo sa bene perché sull’acquisizione delle azioni della Serravalle in Consiglio provinciale si astenne».
<p><a href="http://www.blogdem.it/blog/2011/09/28/politica-e-affari-colpa-della-lega-se-il-consiglio-non-e-giunto-a-un-impegno-comune/">Articolo in cui si racconta lo svolgimento del dibattito in Consiglio Regionale della Lombardia</a><br/>fonte: <a href="http://www.blogdem.it/blog/2011/09/28/politica-e-affari-colpa-della-lega-se-il-consiglio-non-e-giunto-a-un-impegno-comune/">Blog Dem</a>Carlo Azeglio CIAMPI: «Indebolita l'integrità di persone e istituzioni» - INTERVISTA2011-04-22T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560009Alla data della dichiarazione: Senatore a vita<br/><br/><br />
«La mia generazione ha fatto errori, ma oggi Merkel e Sarkozy non hanno visione». «Prevale la logica del successo immediato, misurato in termini di successo puramente economico».
<p>Ho ricordato a Carlo Azeglio Ciampi, incontrandolo ieri mattina nel suo severo studio a Palazzo Giustiniani, alle spalle del Senato (fuori, in una Roma quasi estiva, fra palazzi e chiese, c’erano folle di turisti vocianti in tutte le lingue europee) alcune delle tante dichiarazioni di morte imminente dell’Europa che si leggono oggi su giornali italiani, europei, americani. Le conosceva già, e mi ha interrotto con una battuta, che poi ripeterà: «Assistiamo a un decadimento morale, sia nell’etica individuale che nell’etica istituzionale. Si dimentica la frase di Vincenzo Cuoco: Alla felicità degli uomini sono più necessari gli ordini - noi diremmo le istituzioni - che gli uomini».
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<b>Ma perché la crisi economica europea? Gli ho ricordato una sua antica battuta: facendo l'euro, si è creata una «zoppia». Che cosa dobbiamo intendere?</b>
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«La zoppia è stata una colpa di tutta l'Europa. Non si è accompagnato alla moneta unica, che è un fatto federativo, una politica economica europea. L’eurogruppo, il gruppo dei Paesi dell’euro, non si è mai istituzionalizzato, non ha mai assunto poteri decisionali cui tutti debbano adeguarsi. Questa è la zoppia di cui ha sofferto l'Europa. E poi, a una crisi mondiale, definita epocale, si è risposto con misure congiunturali. C'è stata una asimmetria fra la crisi e la risposta, che doveva prevedere rimedi anch’essi epocali, cioè strutturali. Quanto all'Italia, e non solo all'Italia, si è indebolita l'integrità delle persone e delle istituzioni. Ma se questo manca, manca tutto. Prevale la logica del successo immediato, misurato in termini di successo puramente economico».
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<b>Ho osservato che, almeno in linea di principio, la pericolosità della «zoppia» oggi è stata riconosciuta dall’Unione Europea, anche se i rimedi, consistenti in un severo coordinamento delle politiche economiche nazionali, stando al «Financial Times», sono progettati per un futuro troppo lontano.</b>
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«In linea di principio il riconoscimento c'è stato, ma non nelle procedure. Di fatto, non c'è stato il governo dell’Europa».
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<b>Gli ricordo che quando discutemmo questi stessi problemi nel nostro libro-intervista, mi disse: «Penso che se fossero rimasti in carica per qualche anno di più alcuni ministri che avevano vissuto la creazione dell’euro, avremmo compiuto il passo indispensabile di far corrispondere alla Banca Centrale Europea un governo unico, coordinato, dell’economia europea, con alcuni poteri sovrannazionali». Chiedo: dobbiamo dedurne che la colpa di questa crisi europea è delle persone, della Merkel, di Sarkozy, di Berlusconi?</b>
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«No, non solo loro. Certo, in loro è mancata la visione, è mancato un respiro veramente europeo. In questo c'è colpa, una mancanza di principi. Ma ricordiamo lo spirito col quale firmammo in Campidoglio il Trattato Europeo, nel 2004. Facemmo allora due errori. Anzitutto, avremmo dovuto fare prima il nuovo trattato, e poi aprire l'Europa ai Paesi nuovi. In secondo luogo, la Commissione Giscard aveva fatto un documento che non andava, che non finiva mai. Ci voleva un documento snello, nervoso, di contenuto, che giustificasse la rinuncia della Germania al marco tedesco, che fu un fatto straordinario. Invece avevano fatto un documento diluito, senza nerbo».
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<b>Ciampi rende qui omaggio a quella che fu la visione di Kohl. Ricorda che quando incontrò per la prima volta, da Presidente del Consiglio, il Cancelliere Kohl, si trovarono a dire la stessa cosa: se noi, la generazione che ha fatto la guerra, non creiamo una moneta unica europea, la generazione successiva non la farà più. Fu ancora un Kohl capace di visione a decidere, al momento dell’unificazione tedesca, il cambio di parità fra il Marco della Germania dell’Ovest e quello della Germania Est, invece del cambio di due marchi dell’Est per uno dell’Ovest, come avrebbe voluto la Bundesbank: che aveva ragione sul piano economico, non su quello politico. Il ragionamento di Kohl fu: «non possiamo umiliarli», e politicamente aveva ragione.</b>
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«Quella decisione, come la scelta di non volere un'Europa che si allineasse al marco tedesco, ma una moneta europea, l'euro, furono tutte due scelte prese da chi aveva una visione, da uomini che non cedevano al loro elettorato. A confronto degli uomini d'oggi, erano dei giganti. E poi, trattati come quello di Roma non si approvano con dei referendum, si fanno ratificare dai Parlamenti. Se il trattato fosse stato ratificato dai Parlamenti della vecchia Europa, i nuovi Stati membri sarebbero stati ammessi in base a un trattato già definito. Questo, alcuni non lo capirono».
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<b>Guardando all'attuale disamore per l'Europa di molti popoli europei, compreso, a quanto sembra, il popolo italiano, dobbiamo chiederci in che cosa noi, i vecchi, abbiamo sbagliato? Perché non abbiamo saputo trasmettere il ricordo di quello che fu l'Europa delle guerre e dei lager? Che risposta mi dai?</b>
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«Mi chiedi come si possa tenere viva la lezione della storia. Ma questo è un problema eterno. Sta a noi tutti affrontarlo, ma soprattutto a chi ha delle responsabilità istituzionali. E sta ai popoli scegliersi dei leader che abbiano una visione storica alta. Il voto va utilizzato bene».
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<b>Qualcuno, gli ricordo, ha parlato con leggerezza di «andarsene dall’Europa». Il Direttore della «Stampa», Mario Calabresi, rispondendo a un lettore che questo proponeva, gli ha fatto osservare che l’Europa non è una bocciofila a cui si restituisce la tessera in un momento di stizza, l'Europa è nata per un’esigenza di pace dopo due guerre mondiali con decine di milioni di morti; e poi, stiamo in Europa anche perché ci conviene in termini economici. Secondo Ciampi, che effetto avrebbe, sull’Italia, andarsene dall’Europa?</b>
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«Andarsene non è possibile. E se fosse possibile, avremmo in Italia una decadenza, prima economica e poi morale. Immaginiamo che cosa sarebbe l'Italia da sola nel vasto mare dell’economia globale! Quando scegliemmo l'euro, invece di scegliere l'Europa del Deutsche Mark, lo facemmo, come dice Machiavelli, un po’ grazie alla Fortuna, un po’ grazie alla Virtù. Diciamo 50 e 50. Machiavelli diceva che la Fortuna è femmina, e che bisogna batterla»
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<b>Batterla come?</b>
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«Picchiarla».
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<b>Chiedo se ritenga possibile la fine dell'Euro.</b>
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«No, mai. Ho detto tante volte che l'euro è una strada di non ritorno. Fatto l'euro, non si può più tornare indietro. Piuttosto bisogna andare avanti. Per questo ci vogliono le persone giuste, ispirate da giusti valori. Ovidio dice (la citazione, dalle Metamorfosi, è ovviamente in latino. La troverai facilmente, mi dice: io vado un po’ a braccio): Agli animali fu dato un muso che guarda a terra, agli uomini fu concesso un volto che guarda in alto, e fu ordinato di alzare lo sguardo al cielo e alle stelle. Purtroppo, per ora noi Europei non stiamo andando avanti.
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<b>Concludo: in un altro libro intervista, dopo il nostro, tu hai detto che l’Italia d’oggi «non è il Paese che sognavo». Deduco, da quanto mi hai detto, che anche questa Europa non è l’Europa che sognavi. Ma allora, questo vuol dire che temi anche tu la fine dell’Europa?</b>
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«No, no. Ho ancora fiducia nell’Europa. Perché è l'unica via per dare un futuro alle giovani generazioni. Anche in loro ho fiducia».<br />
<br/>fonte: <a href="http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=Z9E37">La Stampa - Arrigo Levi</a>Angelo BONELLI: Caro Pannella, su Berlusconi stai sbagliando2011-02-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it557901Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Lazio (Lista di elezione: Verdi) <br/><br/><br />
Caro Marco, ho letto con attenzione la tua intervista e le tue dichiarazioni. Tu dici che sostenere le istituzioni, anche se istituzioni disastrose, è un dovere repubblicano. Specie se non esiste un’alternativa. Con grande rispetto volevo dirti che dissento.
<p>Dissento perché sul piano programmatico Berlusconi ha rappresentato e rappresenta ciò che di peggio è stato fatto nel nostro Paese.
<p>Non possiamo dimenticare che i condoni edilizi, che hanno sanato 50 milioni di metri cubi di cemento, sono stati per ben due volte proposti da Berlusconi, così come il Piano casa che dà il via alla deregulation urbanistica e la reintroduzione del nucleare. Per non parlare della proroga del decreto sul benzopirene che comprometterà la vita di tante persone a partire da Taranto, decreto contro il quale si sta battendo, insieme a noi, con un ottimo lavoro la deputata radicale Elisabetta Zamparutti, del federalismo demaniale, attraverso il quale si realizzerà la svendita del patrimonio pubblico o l’attacco al protocollo di Kyoto e ai parchi.
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O, ancora, i tagli al trasporto pubblico e il Ponte sullo Stretto. Berlusconi ha governato solo pensando a se stesso ed ecco perché negli ultimi anni si è parlato solo di Lodo Alfano, legittimo impedimento e oggi, nell’ennesimo scontro con la magistratura, viene rilanciato il processo breve proprio nel momento in cui la disoccupazione giovanile tocca la quota storica del 29%.
<p>Per tutte queste ragioni che ti ho esposto sarebbe per noi impossibile aprire un dialogo con Silvio Berlusconi che, anche sul piano culturale, sta imponendo nei fatti un modello inaccettabile, proprio di chi pensa che con i soldi si possa comprare tutto a partire da quelle istituzioni che tu hai tanto a cuore.
<p>Potrei continuare parlando di etica pubblica e dello svilimento del ruolo della donna. Sono d’accordo con te che dal punto di vista politico nel versante opposto non si sta costruendo un’ alternativa.
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E, infatti, proprio perché ci troviamo di fronte ad un simile disastro istituzionale e in assenza di un’alternativa sarebbe un atto di igiene pubblica andare al voto e ridare ai cittadini l’opportunità di fare chiarezza.
<p>C’è un punto, però, su cui penso sarai d’accordo anche tu: in Italia c’è un’emergenza democratica che non si chiama solo Berlusconi ma che riguarda un sistema di potere della comunicazione che decide anche chi è l’interlocutore tra l’opposizione. Se sei trasmesso esisti e se esisti puoi parlare delle tue proposte, delle tue idee e far giudicare agli italiani se sono giuste o meno.
<p>Sono scomparsi dai palinsesti televisivi i temi che interessano i cittadini, come la crisi economica, ambientale e sociale: le forze politiche scomode vengono semplicemente cancellate.
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E, quindi, accade che i Verdi stanno subendo una censura senza precedenti. Se sei trasmesso esisti e da qui l’aumento dei consensi che registrano alcune forze politiche.
<p>Penso che la battaglia per la democrazia nel nostro Paese debba diventare oggetto di una forte mobilitazione e sarebbe importante che potessimo lanciarla insieme. Noi non siamo interessati a cosa fa il centrosinistra che, in questo paese, ha rinunciato a una battaglia per la democrazia.
<p>Vogliamo rimetterci in sintonia con i problemi dell’Italia e degli italiani e soprattutto di quell’area del 40% di non voto e astensione. Ma Berlusconi no. No grazie, non va sostenuto anzi va fatto cadere per andare al voto.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.terranews.it/print/21264">Terra.it</a>Chiara MORONI: «Sì alle nozze gay» - INTERVISTA2010-12-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it557207Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FLI) <br/><br/><br />
<b>Onorevole Chiara Moroni, lo sa che i cattolici la chiamano la «radicale» del terzo polo?</b>
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«Non ho la presunzione di dettare la linea sui temi etici, ma penso che il Polo della nazione debba aprire un confronto e lasciare libertà di coscienza».
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<b>Luca Volontè, Udc, la accusa di rincorrere Pannella e sparare «fuoco amico» sul Pdn.</b>
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«Marco Pannella mi ha telefonato, abbiamo combattuto insieme contro la legge violenta sulla fecondazione… Volontè? Forse non ha letto con attenzione le mie parole».
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<b>Ha detto: «Se dovessimo far nostra l’agenda del Vaticano, il Polo della nazione sarebbe morto prima di nascere».</b>
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«Casini terrà in grande considerazione le opinioni della Cei, ma l’agenda la farà lui».
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<b>E se mai dovrete discutere di nozze gay?</b>
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«Io e Casini su divorzio, aborto e coppie gay la pensiamo in maniera diversa, ma io apprezzo in lui la consapevolezza profonda della laicità delle istituzioni».
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<b>Non teme che il movimento di Fini e Casini si spacchi tra laici e cattolici, come il Pd quando c’era la Binetti?</b>
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«Paola non mi convincerà mai, ma mi batterò perché possa dire quel che pensa. Ho proposto al Pdn una consulta sui temi etici per valorizzare, con il confronto, quel che ci unisce».
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<b>E quando il testamento biologico arriverà in Aula?</b>
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«Bisognerebbe consentire alla gente di dire che non vuole l’accanimento terapeutico».
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<b>Lei è per l’eutanasia?</b>
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«Io sono per la libertà di scegliere come morire, anche se serviranno delle mediazioni. Perché non possiamo fare leggi di cui solo chi vuole usufruisce?».
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<b>Darà battaglia per i matrimoni gay?</b>
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«Penso che le persone omosessuali debbano godere di tutti i diritti e di tutti i doveri».
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<b>Dovrà lottare con un leone…</b>
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«Sto in Parlamento da quando avevo 26 anni e battagliera lo sono sempre stata. Comunque sono farmacista, posso sempre rimettermi il camice…».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.chiaramoroni.it/2010/12/21/si-alle-nozze-gay/">Corriere della Sera</a>ANDREA BARDUCCI: «Sostengo la mobilitazione nazionale. Dobbiamo tutelare i diritti dei lavoratori».2010-11-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548377Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Provincia Firenze (Partito: PD) - Consigliere Provincia Firenze (Lista di elezione: PD) <br/><br/><br />
“Sostengo la mobilitazione nazionale. Dobbiamo tutelare i diritti dei lavoratori, diffondere una idea etica del lavoro e costruire un Paese veramente democratico. Assistiamo alla deriva del mercato del lavoro e di un sistema economico che per troppo tempo si è autoalimentato senza dare frutti reali, ma solo speculativi”
<p>“Assistiamo alla deriva del mercato del lavoro e di un sistema economico che per troppo tempo si è autoalimentato senza dare frutti reali, ma solo speculativi – aggiunge Barducci - Organizzare una mobilitazione di piazza significa in primo luogo desiderare il ritorno ad una politica fatta di persone”.
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Adesione a “Più diritti Più democrazia” – titolo dell’iniziativa – arriva anche dal Consiglio provinciale di Firenze che nell’ultima seduta, ha approvato con i voti di Pd, Italia dei Valori, Sel e Rifondazione Comunista una mozione di sostegno alla manifestazione della CGIL.
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Sostegno anche da parte dell’Assessore provinciale al Lavoro Elisa Simoni, che afferma: “Chiunque si batta per i diritti, chiunque si mobiliti per chiedere un futuro per il nostro Paese, mi troverà coinvolta personalmente e politicamente".
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<br/>fonte: <a href="http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=82915">provincia.firenze.it</a>Nunzia DE GIROLAMO: Sulle motivazioni di Silvio Berlusconi nella "vicenda Ruby"2010-11-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it547861Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) <br/><br/><b>Sulle motivazioni di <a href="http://www.openpolis.it/politico/204">Silvio Berlusconi</a> nella "vicenda <a href="http://www.corriere.it/politica/10_ottobre_31/rapporto-questore-telefonate-ruby-berlusconi-sarzanini_ecf3aa88-e4c6-11df-8ccb-00144f02aabc.shtml">Ruby</a>"</b>
"Mi dispiace che l'onorevole <a href="http://www.openpolis.it/politico/367">Di Pietro</a> non riconosca la generosità, io penso che nella vita ognuno giudica per come opera, c'è chi è generoso e chi non è generoso, magari le propongo di scrivere una proposta di legge per il reato di generosità, così potrà incolpare il presidente Berlusconi anche di questo reato. Io credo che lei è spinto come tanti altri, da un odio personale per il presidente Berlusconi."
<br/>fonte: <a href="http://www.youtube.com/watch?v=6Pr1wOnWdfs">Annozero</a>Elisa Cavalli: Consiglieri di maggioranza in prima linea2010-10-30T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it621904Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Bassano del Grappa (VI) (Lista di elezione: Cen-sin) - Consigliere Consiglio Comunale Bassano del Grappa (VI) (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Proposta l'istituzione di un'anagrafe pubblica degli eletti in Consiglio comunale. Sentiamo le sue parole:
<p> «Cosa accade il giorno dopo le elezioni amministrative? Che fine fanno e quale attività svolgono sindaci, assessori e consiglieri comunali? E ancora, che decisioni assumono, quando e come? Sono queste le domande dei cittadini a cui noi amministratori dovremmo rendere costantemente conto.
<p>Dopo la progettazione dell'Urban Center, la creazione dell'anagrafe pubblica degli eletti sarà un ulteriore passo per perseguire uno degli obbiettivi cardine della nostra quotidiana attività amministrativa, ossia la trasparenza.
<p>Del resto è proprio nei Comuni che si prendono la maggior parte delle decisioni che incidono sulla quotidianità dei cittadini ed è proprio qui che bisognerebbe "misurare" il volume delle attività proposte e come rispetto a queste, gli amministratori locali si rapportano con i comportamenti concreti.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ladomenicadivicenza.it/a_ITA_3017_1.html">La Domenica di Vicenza</a>Elisa Cavalli: Cosa fanno i nostri eletti a Bassano?2010-10-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it590777Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Bassano del Grappa (VI) (Lista di elezione: Cen-sin) - Consigliere Consiglio Comunale Bassano del Grappa (VI) (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Si chiama “Anagrafe pubblica degli eletti” e a proporla è Elisa Cavalli, giovane consigliere di maggioranza (gruppo PD) del Comune di Bassano del Grappa.
<p>“Cosa accade il giorno dopo le elezioni amministrative? Che fine fanno e quale
attività svolgono sindaci, assessori e consiglieri comunali? E ancora, che decisioni assumono, quando e come?
<p>
Sono queste le domande dei cittadini a cui noi amministratori dovremmo rendere costantemente conto.
<p>
Dopo la progettazione dell’Urban Center, la creazione dell’anagrafe pubblica degli eletti sarà un ulteriore passo per perseguire uno degli obbiettivi cardine della nostra quotidiana attività amministrativa, ossia la TRASPARENZA.<br />
<br/>fonte: <a href="http://notizie.bassanonet.it/politica/7166.html">Bassanonet</a>Luciano VIOLANTE: «Solo una buona notizia: il no di Fini a usare il lodo Alfano» - INTERVISTA2009-10-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it417986<br />«Oggi si arriva a occupare certe posizioni in modo del tutto casuale o basandosi su rapporti amicali. Per non dire di peggio».
<p>
«Il gesto di Gianfranco Fini, è una lezione di etica pubblica». È il giudizio positivo dell'ex presidente della Camera, Luciano Violante, sulla decisione di Fini, alla quale ha risposto il pm Henry John Woodcock rimettendo la querela.
<p>
<b> Un gesto simile può riqualificare le istituzioni?</b>
<p> Non c'è dubbio. Non so se risolve, ma aiuta tutti coloro che lavorano per costruire un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni.
<p>
<b>Ritiene che Fini abbia voluto marcare una distanza dalla sua maggioranza?</b>
<p> Credo che abbia fatto quello che riteneva giusto fare. Se ci siano altri scopi bisognerebbe chiederlo a lui. Lo apprezzo come atto di dignità politica.
<p>
<b>Il presidente Napolitano ha dichiarato di avere nostalgia per il tempo in cui il confronto politico era anche aspro, ma civile e rispettoso.</b>
<p> Purtroppo siamo passati dall'era dei grandi nemici "esterni", il capitalismo e il regime sovietico, alla fase dei nemici "interni". Prima i grandi nemici erano fuori e all'interno ci si combatteva rispettosamente. Oggi si è amici di Putin, ma in Italia...
<p>
<b>Ma il comunismo oggi non c'è più e il capitalismo si è modificato.Quindi?</b>
<p>
Crollati quei nemici esterni sono subentrati quelli interni. E tra i primi c'è l'avversario politico e questo determina un minore dialogo rispetto ieri. È un meccanismo diabolico, ma purtroppo è così.
<p>
<b>Questo imbarbarimento è legato al venir meno della contrapposizione ideologiche?</b>
<p> Direi piuttosto a una scarsa fiducia nei propri valori da parte di tutti che porta a rifiutare qualsiasi confronto. Fare politica significa anche sforzarsi di capire le ragioni dell'altro.
<p>
<b>Questa situazione attuale dipende anche da una classe politica poco selezionata?</b>
<p> Il problema è che i partiti non fanno più educazione civile né al proprio interno né fuori. Per cui nella vita politica oggi si arriva a occupare certe posizioni in modo del tutto casuale o basandosi su rapporti amicali con le oligarchie dei partiti. Per non dire di peggio...
<p>
<b>E quindi?</b>
<p>Tutto questo priva la rappresentanza politica di una sua forza e di una sua autorevolezza. L'unico partito che fa una selezione basata sull'esperienza politica è la Lega, i cui deputati hanno un passato da amministratori capaci. Hanno, cioè, fatto le loro esperienze sul campo.
<p>
<b>Lei critica l'attuale legge elettorale che consente a una oligarchia di scegliere i parlamentari e riduce notevolemente il ruolo del Parlamento.</b>
<p> La prima cosa da fare è una nuova legge elettorale, proprio per evitare la costruzione di oligarchie nei partiti e nelle istituzioni. Spero che il Partito democratico, dopo il congresso, ponga il cambio della legge elettorale al primo posto del suo programma per le riforme istituzionali.
<p>
<b>È appena uscito il suo nuovo libro "Magistrati"nel quale si criticano degli atteggiamenti di alcuni suoi ex colleghi. È un po' singolare per uno come lei considerato il capo del "partito delle toghe", o no?</b>
<p> Giusto per sgombrare il campo dagli equivoci nel libro ho pubblicato un articolo del 1993, in piena Tangentopoli, nel quale avevo parole molto dure contro il cosiddetto governo dei giudici e non ho mai cambiato opinione. Si sono costruiti dei miti della politica su di me che sono delle autentiche stupidaggini.
<p>
<b>C'è, quindi, bisogno di una riforma della giustizia?</b>
<p> Penso che occorrano due tipi di intervento: uno di carattere morale, sia da parte dei politici sia dei magistrati, e l'altro di tipo legislativo. Ma le leggi senza una riforma morale della politica e della magistratura non risolvono questa situazione.
<p>
<b>Un richiamo alla morale che viene da più parti.</b>
<p>La globalizzazione ha sconvolto i principi dell'etica pubblica, ma anche di quella privata. Si avverte la necessità forte di ricostruire un tessuto etico.
<p>
<b>Ritiene che ci siano le condizioni per questo cambiamento?</b>
<p> Oggi, purtroppo, l'unico parametro al quale si fa riferimento è quello riferito alla legge: è consentito, non è permesso. Ma esistono comportamenti che possono essere adottati indipendentemente dalla legge. L'esempio del presidente Fini ne è una conferma. Poteva avvalersi del lodo Alfano e dal punto di visto giuridico la sua posizione era ineccepibile. Invece ha fatto prevalere i principi di etica pubblica. <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=NKGQN">Liberal - Franco Insardà</a>Antonio POLITO: Bravo Fini, ma che si fa degli embrioni?2009-04-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390858<br />
Gianfranco Fini non ha perso l`occasione. Nella sua scalata alla leadership dell`opposizione si è preso ieri in un colpo solo la rivincita su fecondazione artificiale e bio-testamento. <br />
Era cominciata proprio con la legge 40 la sua lunga marcia di allontanamento dalle posizioni della destra tradizionalista, sconcertando molti dei suoi stessi seguaci. <br />
«La sentenza della Consulta - rileva ora - rende giustizia alle donne italiane».
<p>Ma l`uscita del presidente della Camera non è solo retrospettiva: rilancia anche la sua battaglia laica di oggi, quella che l`ha portato a definire il biotestamento approvato al Senato come «una legge da Stato etico». Fini infatti aggiunge: «Mi sembra fin d`ora evidente che quando una legge si basa su dogmi di tipo etico-religioso, è sempre suscettibile di censure di costituzionalità, in ragione della laicità delle nostre istituzioni».<br />
E qui non è più alla legge 40 che si riferisce, ma a quella in cottura alla Camera sul testamento biologico: se è «evidente fin d`ora» che la Consulta la boccerà, meglio cambiarla. E curioso notare la differenza di toni tra il capo vero dell`opposizione, Fini, e il capo virtuale, Franceschini. <br />
Mentre il primo può rivendicare una coerenza sulla fecondazione, il secondo invece votò quella legge, partecipando alla fronda cattolica nel centrosinistra. Ma mentre il mondo politico italiano si contende la Consulta, il dilemma centrale che la sentenza apre - per i medici, per le coppie, per la legge - e al quale solo il legislatore può dare risposta, resta senza risposte. Ci dispiace rompere le uova nel paniere, ma il problema è che si fa degli embrioni in più che la Corte consente ora di creare nel processo di fecondazione artificiale.
<p> Ricapitoliamo: la Consulta dice che si possono creare più di tre embrioni, presumibilmente per non creare disparità di trattamento tra le donne che ricorrono alla fecondazione in vitro, costringendone alcune a ripetuti trattamenti di stimolazione ormonale. Lo si deduce anche dalla norma che la Consulta ha aggiunto, lì dove ha stabilito che il reimpianto deve avvenire senza pregiudizi per la salute della donna. <br />
Bene: la norma era illogica e punitiva. Per tre ragioni: la prima è che quando il medico feconda degli ovociti non sa se e quanti di essi si feconderanno. La seconda è che se il primo tentativo fallisce, dovrà ricorrere a nuove stimolazioni che sarebbero invece evitabili. La terza è che la prescrizione di impiantare tutti gli ovociti fecondati accresce il rischio di gravidanze multiple, già alto in Italia. Ma se si producono più di tre embrioni, se ne deduce che il surplus - se ci passate l`orrendo termine - va o distrutto o crioconservato per un eventuale e successivo tentativo. Dalla ratio della sentenza si capisce che la Consulta propenda per la seconda soluzione: la crio-conservazione. Ma questa è vietata espressamente in altra parte della legge 40, parte sulla quale la Consulta non si è espressa perché non rilevante, cioè perché non attinente al processo nel corso del quale è stata sollevata l`eccezione di incostituzionalità. <br />
Dunque abbiamo un classico «taglia e cuci» : la Consulta annulla degli articoli ma non ricostruisce una coerenza interna alla legge modificandone altri. A dimostrazione del fatto che non si può chiedere alla Corte costituzionale, e se è per questo neanche ai referendum, di sistemare leggi che solo il Parlamento può fare in modo organico e ragionevole. Da questo punto di vista, il difetto di coerenza è stavolta nel fronte cattolico. <br />
La Chiesa, infatti, è contraria alla fecondazione artificiale in sé, e ha accettato la legge - influenzandone i contenuti - soltanto con la logica della limitazione del danno. Ma se si crede - come ha scritto ieri Giuliano Ferrara - che ogni figlio in provetta è «un atto tecnico di fabbricazione amorale della vita umana», è difficile poi discutere con lui e con chi la pensa come lui del «quantum di vita» amorale (sempre Ferrara), che va reimpiantato nella donna.
<p>Molto più accorto è stato il commento dell`Osservatore Romano che, confermando una linea di prudenza fin qui dimostrata dalle gerarchie, si limita a osservare che “da selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti”, e dunque qualsiasi «sperimentazione sull`embrione», restano vietati. <br />
D`altra parte il fronte laico, e innanzitutto chi come Fini oggi lo guida, non può limitarsi a festeggiare la Consulta, ma ha il dovere di dire come adeguare la legge a quella sentenza senza toccare i punti che sembrano acquisiti in entrambi i campi, estremisti a parte. Soprattutto come farlo lasciando al medico, nel suo rapporto con la paziente, la decisione su singole scelte tecniche, come il numero degli embrioni, che non si possono determinare per legge. Più di usare la sentenza sulla legge 40 per combattere una battaglia sul bio-testamento, riproponendo lo schema di uno scellerato bipolarismo etico, sarebbe dunque più utile porre rimedio al problema che la Consulta ha aperto.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=LA20R">Il Riformista - Antonio Polito</a>Gaetano Quagliariello: «Questa non è teocrazia. Gianfranco impari da Sarkò» - INTERVISTA2009-04-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390856Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: FI) <br/><br/><br />
«Fini impari la lezione di Sarkozy», dice Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo dei senatori del Pdl al Senato, di professione storico, convinto teocon, protagonista del dibattito parlamentare sul testamento biologico e fautore dell`astensione al referendum abrogativo della legge 40, proposto dai radicali.<br />
<b>E’ la seconda volta in una settimana che Fini attacca chi nel Pdl sarebbe responsabile di una posizione culturale e legislativa che, secondo lui, porterebbe allo Stato etico. Lei che risponde?</b><br />
«Che Fini ha un piccolo problema teorico».<br />
<b>E cioè?</b><br />
«Ieri sera sono stato a cena con lui presso la sua fondazione "Fare futuro" e gli ho regalato un libro».<br />
<b>Quale?</b><br />
«Libertà e cristianesimo" di Alexis di Tocqueville. Chi conosce la storia del liberalismo e di come si è affermata l`idea stessa di democrazia, sa che entrambi sono nati come sviluppi del sentimento religioso. Che dei liberi legislatori tengano conto del sentimento religioso della popolazione e anche delle opinioni pubblicamente espresse dalle varie Chiese su temi di interesse pubblico, non vuol dire affatto trasformare la democrazia in teocrazia. Anzi, è vero il contrario basta leggere le pagine di Halevj sul liberalismo in Inghilterra».<br />
<b>E Fini che le ha detto?</b><br />
«Che leggerà senz`altro quel libro e che poi ne discuteremo» .<br />
<b>Alla fine dell`anno scorso la segreteria di Stato vaticana aveva ribattuto all`attacco di Fini contro «il silenzio» di Pio XII sulle leggi razziali,sottolineando che la responsabilità primaria fu del fascismo. Ieri il leader Udc Casini ha contestato Fini, ricordandogli che l`unica prova pratica di stato etico in Italia l`abbiamo avuta durante il regime fascista. Lo fa anche lei?</b><br />
«Casini ha usato una punta polemica di troppo. Io allargo il discorso e dico che il sentimento religioso è il sale della democrazia e dove, nel corso del XX secolo, non si è tenuto conto di questo, in quegli stessi paesi hanno attecchito regimi totalitari basati su una vera e propria religione dello Stato. Quelli sì che sono stati stati Stati etici, compreso il fascismo, naturalmente, come hanno dimostrato gli studi di Emilio Gentile».<br />
<b>Ma a parte la lezione della storia, lei pensa che il sentimento religioso debba avere una positiva influenza anche oggi?</b><br />
«Certamente; anzi questa influenza è tanto Più necessaria in una società multireligiosa, proprio per evitare la deriva di possibili guerre di religione. Lo ha chiaramente inteso il presidente francese Sarkozy che pure è l`erede della tradizione dello stato laico d`Oltralpe. Nell`importante discorso tenuto a Roma al Laterano, Sarkozy ha chiaramente indicato la necessità dell`apporto della visione religiosa alla costruzione dello spazio pubblico e quindi anche dello spazio legislativo».<br />
<b>Insomma, il discorso di Fini, sembra guardare al futuro, ma in realtà è un po` datato?</b><br />
«Guardi in Francia i problemi di una società multietnica e multireligiosa li conoscono bene e proprio per questo hanno capito che il loro vecchio modello di laicità statalista non funziona più. Secondo me Fini deve ripassare la lezione di Sarkozy».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=LA2TO">Corriere della Sera - Maria Antonietta Calabrò</a>Ignazio Roberto Maria MARINO: Testamento biologico. «Ora evitiamo una cattiva legge» - INTERVISTA2009-02-10T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388710Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
«Anche San Francesco da malato disse: lasciatemi stare. La libertà di scelta
va sempre difesa. Il Pd deve avere una posizione sui grandi temi etici»<br />
<br />
Ignazio Marino è chirurgo di
fama specializzato in trapianti
nonché senatore del Pd.
Cattolico, ha dialogato con il
cardinale Martini sulle possibilità
di incontro tra scienza ed etica
cristiana.<br />
<b>Professore, l’autopsia su Eluana potrà
fornire un punto fermo alle congetture
mediche? La certezza dell’impossibilità di un risveglio applicabile a casi analoghi?</b><br />
«Dal punto di vista della medicina
non c’è nulla di nuovo da apprendere.
La scienza progredisce ogni giorno
e vengono approntate nuove tecnologie
per studiare le funzioni del
cervello di persone in stato vegetativo.
Ma il punto centrale che spesso
sfugge è un altro».<br />
<b>
Qual è il punto centrale della vicenda?</b><br />
«Il nodo di situazioni che hanno interessato
i tribunali di tutto il mondo,
dagli Usa a Francia e Spagna, non è
quanto possano migliorare o ricevere
diagnosi più sofisticate persone
come Eluana, Terry Schiavo o Karen
Kinlan che nel ‘76 ottenne per
prima dalla Corte Suprema il diritto
a sospendere ogni forma di terapia
senza che configurasse reato. In gioco
c’è la libertà di scelta. Ed è un interrogativo
che tanti ci poniamo».<br />
<b>Lei che cosa sceglierebbe di fare o
non fare?</b><br />
<b>«<i>Io ho depositato il mio testamento
biologico in una cassetta di sicurezza
a Filadelfia.</i></b> Per me il problema
non è sapere se e quando potrò recuperare
da una disabilità fisica bensì
chiarire fino a che punto voglio si
spingano le cure. Come a molti altri
non mi interessa tornare dopo 17anni
a una vita normale. Mi interessa
non rimanere in un limbo tecnologico.
Se non posso vivere con mezzi
che ritengo proporzionati preferisco
accettare la fine della vita».<br />
<b>La Chiesa risponde che non è una prospettiva
cristiana.</b><br />
«Non è così. Io sono credente e non
credo si debba avere timore di accettare
la morte. In un dialogo on line
con una suora le ho chiesto cosa farebbe
un grande santo di fronte all’ipotesi
di interrompere cure eccessive
e tornare alla casa del Padre».<br />
<b>Cosa le ha risposto?</b><br />
«Con l’esempio di San Francesco.
Quando si ammalò i suoi confratelli
volevano prolungargli la vita ma
lui disse: lasciatemi stare. Non è
suicidio assistito o eutanasia, ai
quali sono contrario, ma il diritto
costituzionale a non doversi curare
per forza».<br />
<b>
Quali sarebbero le conseguenze di
una legge restrittiva?</b><br />
«Se io mi ammalassi di cancro al
fegato e non potessi deglutire, il
mio medico mi proporrebbe di inserire
una cannula e io rifiuterei.
Ma se entrassi in coma lui dovrebbe
fare i conti con la legge: se rispetta
il codice deontologico e la
sacra alleanza con il paziente e dice
no, commette reato. Mi dica lei
se avremmo uno o migliaia di casi
Englaro...».<br />
<b>È legittimo che incoscienza si possano
rifiutare certe cure e appena la si
perde si sia costretti ad accettarle?</b><br />
«Non sono un costituzionalista ma
mi sembra assurdo. Credo che ci
sarà materia per la Corte Costituzionale».<br />
<b>Nel Pd c’è chi trova meglio una cattiva
legge che nessuna legge.</b><br />
«Sarebbe un errore gravissimo.Un
partito che ha l’ambizione di guidare
il Paese deve avere una posizione
sui grandi temi etici».<br />
<b>
Quale scenario prevede?</b><br />
«Una legge restrittiva causerebbe
ricorsi alla Consulta, poi un referendum e
finalmente una normativa come
esiste in tutto il mondo. Ci
sarà un motivo se dappertutto si è
legiferato in un modo, non crede?».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KQ77Q">l'Unità - Federica Fantozzi</a>SERGIO CHIAMPARINO: «I vertici Pd? Distanti e inadeguati» - INTERVISTA2009-01-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it383574Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Torino (TO) (Partito: PD) <br/><br/><br />«Sbagliato non condannare politicamente la gestione della vicenda rifiuti in Campania. Il problema etica esiste. Ce l'ha pure Di Pietro, che ha dimostrato che la raccomandazione non è mai morta».<br />
<br />
<b>Sindaco Chiamparino, nel Pd si è aperto l’ultimo fronte. Dopo la querelle sul fatto che il partito è stato a lungo schiacciato sulle posizioni di Di Pietro e il dibattito sulla questione morale, ci si mette anche il presidente della Provincia di Trento Dellai. Dice che il Pd è «un partito socialista dove la cultura del popolarismo è sparita». Cosa ne pensa?</b><br />
«Socialista? Potessi rispondere con una battuta direi “magari!”».
<br />
<b>Non è d’accordo?</b><br />
«Guardi, penso che Dellai abbia voluto dare due messaggi. Da una parte, forte del successo elettorale, cerca di spostare il baricentro del Pd più al centro. E dall’altra sottolinea la necessità di una vera autonomia territoriale rispetto ai vertici centrali del partito».<br />
<b>Un suo pallino da tempo...</b><br />
«Credo sia arrivato il momento di uscire dagli schemi politici del ’900. Serve grande attenzione per il territorio e su questo punto ci misureremo a breve, quando si riunirà il coordinamento del Nord».<br />
<b>Cosa si aspetta?</b><br />
«Capiremo se è possibile avere un’autonomia reale rispetto ai vertici centrali che sentiamo distanti e inadeguati oppure se il coordinamento non sarà altro che un altro livello interno al Pd per trasmettere le direttive che arrivano dal centro».<br />
<b>Si dice che Veltroni non ne sia entusiasta perché perderebbe potere sul partito...</b><br />
«Questo non lo so. Di certo, la nostra esigenza è reale e per ora nessuno si propone scissioni nel Pd».<br />
<b>
E nella stessa direzione va l’idea di un direttorio che affianchi il segretario?</b><br />
«Continuo a pensare che sia la via da seguire per gestire la delicata fase delle elezioni. Un direttorio che si affianchi ai leader storici del partito così da conciliare la massima autonomia sul territorio (sui programmi e sulle alleanze, vedi Dellai) e la massima unità a livello centrale (dando l’immagine di un partito che lavora in una sola direzione per tutto il Paese).<br />
<b>Non sarà che si vuole commissariare Veltroni?</b><br />
«Assolutamente no. Da una parte c’è una leadership individuale come quella di Berlusconi che ha le sue peculiarità, dalla nostra c’è invece l’esigenza di una leadership collettiva».<br />
<b>
Dellai dice che il Pd è troppo a sinistra, altri sostengono che è schiacciato su Di Pietro. Faticate a trovare una vostra identità?</b><br />
«Non mi pare che siamo così appiattiti su Di Pietro, al di là di quel che ripete come un mantra Berlusconi. Certo, delle incertezze le abbiamo avute. Anche perché da dopo le elezioni l’Idv non ha mai mantenuto gli impegni presi, a differenza nostra. Ma bisogna uscire dallo schema per cui l’alternativa al centro è Di Pietro perché c’è tutta un’area culturale di sinistra (dal sindacato alla sinistra radicale) che è ben più importante dell’Idv. Il punto è che è arrivato il momento che il Pd trovi un suo profilo autonomo».<br />
<b>Le inchieste giudiziarie potevano essere un’occasione. Ma siete andati in ordine sparso, prima difendendo la magistratura e ora prendendone le distanze...</b><br />
«Ci siamo trascinati dietro l’immagine del partito schiacciato sulle posizioni della magistratura qualsiasi cosa accada. Un errore, perché rispettare i giudici non vuol dire non poter discutere».<br />
<b>Cosa si sarebbe aspettato dai vertici del Pd?</b><br />
«Una netta distinzione fin dall’inizio tra l’aspetto giudiziario e quello dell’etica pubblica. Nel primo caso, con procedimenti in corso, è necessario il massimo del garantismo. Nel secondo, invece, pur non trattandosi di comportamenti delittuosi bisogna condannare il malcostume di intrecci affaristici poco trasparenti o atteggiamenti spregiudicati».<br />
<b>Un esempio?</b><br />
«La vicenda della Campania, dove un’intera comunità non è riuscita a smaltire i rifiuti. Sul fronte giudiziario bisogna aspettare la conclusione delle inchieste, ma è impossibile non dare un giudizio politico netto, a cominciare dagli stessi interessati. Serve una svolta chiara e comprensibile all’opinione pubblica».<br />
<b>Bassolino è rimasto al suo posto, la Iervolino si prepara a un rimpasto. Pensa che sia «comprensibile» per l’opinione pubblica?</b><br />
«Mi pare una sfida molto difficile, ma è giusto che ognuno si assuma le sue responsabilità. Se la Iervolino si sente in grado di poter dare un segnale di forte rinnovamento in questo modo, vada avanti e aspetteremo i fatti. È chiaro che con un fallimento le responsabilità diventeranno ancora più grandi».<br />
<b>
Che idea si è fatto delle inchieste che hanno coinvolto il Pd negli ultimi mesi?</b><br />
«Quello che è successo a Pescara con lo stesso giudice che su D’Alfonso ha cambiato parere nel giro di una settimana è surreale e mi ha fatto correre un brivido sulla schiena. E anche su Del Turco aspetterei, non escludo qualche clamoroso errore giudiziario. Poi ci sono anche casi indubbiamente da verificare e che sono il sintomo di un problema di etica pubblica che non riguarda solo il Pd».<br />
<b>
Per esempio?</b><br />
«È così trasversale che c’è dentro anche un partito ipergiustizialista come quello di Di Pietro. Che ha dimostrato come l’italianissima raccomandazione non sia mai morta».<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=KCWOU">Il Giornale - Adalberto Signore</a>Carlo Azeglio CIAMPI: "Stavolta è peggio di Tangentopoli" - INTERVISTA2008-12-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382775Alla data della dichiarazione: Senatore a vita<br/><br/><br />
<b>“Non si pensa più alla polis, ma solo al proprio interesse personale”</b>
<p>«No, guardi, sulle vicende che stanno interessando alcune procure del paese non vorrei proprio pronunciarmi. Se ne sta occupando il Consiglio Superiore della Magistratura. E poi sono cose troppo delicate e io, al riguardo, ho scarse competenze. Non sono un giurista». Come toscano di nascita, livornese, Carlo Azeglio Ciampi sta certamente seguendo le vicissitudini che sta vivendo il comune di Firenze. Come cittadino onorario di Napoli, che durante il suo settennato visitava appena poteva, ha sofferto per la tragica fine di Giorgio Nugnes e assiste proccupato al montare delle accuse alla classe politica che da anni governa Comune e Regione, fino al coinvolgimento anche solo politico di Rosa Russo Iervolino e Antonio Bassolino. Come ex-presidente del Consiglio, cui toccò di guidare l’Italia del dopo-Tangentopoli, ricorda fin troppo bene quegli anni.<br />
E come ex-presidente della Repubblica, è in apprensione per un Paese che in certi momenti sembra più propenso ad andare indietro che avanti. Tante vicende che in qualche modo rimandano a quella sua personale di cittadino, di uomo politico, di garante delle istituzioni.
<br />
<b>Senatore Ciampi, cosa le viene da pensare in questi giorni, mentre si parla da più parti di un riesplodere della questione morale?</b><br />
«Sì, ho letto. Ma lo sa che cosa mi ha impressionato di più, leggendo i giornali?» Che cosa? «Sono stato molto impressionato nel leggere di una società, la nostra, il cui popolo è in preda alla paura. Io detesto la paura. La paura vuol dire non affrontare i problemi. La paura vuol dire scappare. La paura è deleteria. La paura oscura la mente e provoca lo sfascio di una società. Anche la recente indagine del Censis parla di una società dominata dalla paura».<br />
<b>
Chiarissimo, ma lei intende forse suggerire un nesso tra la corruzione pubblica e la paura?</b><br />
«C’è anche un’altra questione. La situazione è certamente difficile, dunque chi deve prendere decisioni è preoccupato. Per prendere decisioni corrette è necessario raggiungere una profonda conoscenza delle cose e poi, alla fine, far ricorso alla propria coscienza. Questo comporta affrontare la questione dei valori. Ciascuno, quando si rivolge alla propria coscienza, consulta, per così dire, la propria scala dei valori»
<br />
<b>E oggi, invece, cosa accade?</b><br />
«Oggi, purtroppo, c’è una tendenza al vuoto dei valori. Non vorrei affermare che questa sia una scelta, ma sembra essere una tendenza molto incoraggiata. Nel scegliere, non si sceglie rispetto a una scala di valori, ma si sceglie pensando a quale sarà il riflesso della propria decisione, a quello che ne sarà l’effetto. E questo è il contrario di scelte motivate da valori etici».<br />
<b>Lei intende dire che la combinazione di paura e cultura dell’apparenza generano il corrompimento della vita civile di cui ora stiamo osservando gli effetti?</b><br />
«Esattamente, è proprio così».<br />
<b>Le pare che questa crisi sia simile a quella di Tangentopoli?</b><br />
Quello fu un terremoto che squassò un’intera classe politica....
«Mi pare che questa sia una crisi che ha caratteri assai diversi da quella che si sviluppò negli anni ’90. Ma per per un verso sembra peggiore, perchè la sua caratteristica principale appare la negazione della politica. In senso stretto. Voglio dire che non si pensa più alla polis, ma semplicemente al proprio interesse personale».<br />
<b>Che cosa pensa dell’intervista con cui il professor Zagrebelsky ha denunciato il dilagare del malcostume politico anche nella sinistra?</b><br />
«Non mi ha stupito. Ma il fatto che quelle affermazioni siano state fatte da una persona di tale serietà ha certamente rafforzato le mie preoccupazioni».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200812articoli/38916girata.asp#">La Stampa.it</a>Luciano VIOLANTE: Difendo gli onesti del Pd2008-12-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382711<br />
Gustavo Zagrebelsky ha dato al Corriere della Sera una importante intervista dal titolo "Corruzione a sinistra, cacicchi scatenati". Il titolo è fedele al contenuto delle risposte. I punti chiave dell’intervista riguardano in generale la politica e in particolare il Pd. L’assunto di partenza è che la politica è corruttrice in quanto tale perché stabilisce relazioni basate sul potere.
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Nella sinistra, continua l’ex presidente della Corte Costituzionale, il Pd è causa della questione morale perché è mancato il ricambio generazionale e perché la mancanza di una guida nazionale autorevole ha scatenato i potentati locali, i cacicchi. L’autorevolezza indiscussa dell’interlocutore impone risposte non affrettate e tuttavia qualcosa si può dire anche nel breve spazio di un articolo. È sbagliata una concezione demoniaca della politica. La politica è certamente esercizio di potere, come lo sono molte professioni intellettuali dell’ambito pubblico, dal magistrato al docente universitario. Ma il potere in sè è neutro. Può essere usato per costruire una scuola o per percepire una tangente. Nel primo caso merita fiducia; nel secondo merita la galera. Descrivere la politica come cosa insana in sé non corrisponde alla verità. La politica è più esposta alle degenerazioni perché rispetto altre forme di esercizio del potere è meno regolata, è meno controllabile ed è in grado di darsi da sé le regole dei propri comportamenti. La politica diventa corruttrice quando si affida totalmente (e furbescamente) al diritto e si separa dall’etica; quando mira alla semplice regolarità formale dei propri comportamenti e si allontana dalla sostanza.
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Il caso Villari, prescindendo dal modo infantile con il quale è stato gestito, è esemplare. L’attuale presidente della Commissione di Vigilanza fa parte di un gruppo di opposizione ed è stato regolarmente eletto. Quindi si può ben dire che è tutto a posto. Ma l’onorevole Villari è stato eletto contro la volontà di quella opposizione che avrebbe dovuto sceglierlo ed è stato eletto, come è risultato da alcune dichiarazioni, grazie ad un improprio patto personale con qualche esponente della maggioranza. Regolarità formale e totale sregolatezza sostanziale. Il diritto è soddisfatto; l’etica pubblica è a pezzi. Ripristinare nelle classi dirigenti il senso dell’etica pubblica, i suoi principi, le sue regole è oggi un compito non più rinviabile per chiunque eserciti funzioni dirigenti e dovrebbero essere proprio i partiti a porre per primi questa esigenza non come fastidioso impaccio, ma come anima stessa della propria azione nell’interesse della Repubblica.
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Il Pd, e passo a ciò che riguarda specificamente questo partito, governa circa l’ottanta per cento dei comuni, il settanta per cento delle province e la grande maggioranza delle regioni.1 fatti noti sono tali da mettere alla sbarra tutte le migliaia di amministratori locali e regionali? Si tratta di un sistema di governo fondato generalmente sulla corruzione o di episodi eticamente e politicamente gravissimi, ma circoscritti? Credo che le migliaia di amministratori onesti, a sinistra come a destra, meritino una parola di solidarietà e di rispetto.
Zagrebelsky denuncia la mancanza del ricambio generazionale del Pd. Il ricambio c’è stato; purtroppo è avvenuto per cooptazione e quindi con limiti che si fanno sentire in molte sedi e con la tendenza di alcuni a replicare vecchi e non lodevoli modelli di comportamento. L’ex presidente della Corte ha in parte ragione quando denuncia le responsabilità del vertice del partito. Ma il problema del Pd, a mio avviso non è il segretario, che c’è e va aiutato nel suo compito. Il problema del Pd è la costruzione di un partito che non c’è ancora.
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Le discussioni infinite pro o contro il segretario nascondono i problemi veri e annoiano quelli che non rientrano nelle cerchie ristrette. In periferia esistono energie, intelligenze e capacità che chiedono di essere messe alla prova. Nel silenzio, in alcuni posti riescono ad auto-organizzarsi, a darsi regole e principi. In molte città i circoli sono diventati sedi di formazione politica. Ma in qualche altro posto si sono formati piccoli gruppi di potere che vanno per le vie più facili, con risultati disastrosi. 11 segretario e il gruppo dirigente di un serio partito politico sanno che nessuna forza politica è pregiudizialmente immune dalla corruzione; ma per alzare le difese di fronte a fatti sospetti devono reagire con fermezza ad ogni segnale di inquinamento.
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Se la politica non previene, la giustizia reprime: è una legge non scritta, ma di indiscussa validità. Siamo stati zitti quando dovevamo parlare. Siamo stati inerti quando dovevamo agire. Ora bisogna parlare e agire. Il silenzio in politica è acquiescenza. Le molte migliaia di amministratori onesti e i milioni di elettori del Pd non meritano acquiescenza rispetto a fatti che sono oggettivamente preoccupanti. In politica, come è noto, a differenza che nei tribunali, esiste la responsabilità oggettiva.
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Se la politica non previene, la giustizia reprime: e una legge non scritta, ma di indiscussa validità. Siamo stati zitti quando dovevamo parlare. Siamo stati inerti quando dovevamo agire. Ora bisogna parlare e agire.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=K2ZSA">Il Riformista - Luciano Violante</a>Giorgio NAPOLITANO: «Subito una legge sul fine vita»2008-11-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382465Alla data della dichiarazione: Pres. della Repubblica<br/><br/><br />
«Indispensabile» e «non più procrastinabile». È così che Giorgio Napolitano giudica un intervento legislativo sul "fine vita". In una lettera a Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, il Capo dello Stato auspica «il massimo sforzo di convergenza, in Parlamento, tra i diversi modi di vedere». Ed è un appello, il suo, che raccoglie l'apprezzamento pressoché unanime di tutte le forze politiche.
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Il punto di partenza del suo intervento è il caso di Eluana Englaro, che ieri ha compiuto 38 anni e che da quasi 17 vive in stato vegetativo: il 9 luglio 2007 la Corte d'Appello di Milano aveva consentito il distacco del sondino nasogastrico che la tiene in vita; il 13 novembre di quest'anno la Cassazione ha di fatto confermato la decisione. Da qui la richiesta di intervento che Casini aveva inviato giorni fa al Quirinale. Nella sua risposta il presidente delle Repubblica spiega che la Costituzione non gli attribuisce «poteri di intervento sui provvedimenti che sono espressione della funzione giurisdizionale».
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Poteri che invece spettano «in via esclusiva» alla magistratura, dice il Capo dello Stato che aggiunge: «Come ha rivelato la Corte Costituzionale nella ordinanza recentemente emessa in relazione alla triste vicenda umana di Eluana, i giudici non hanno utilizzato i loro provvedimenti "come meri schermi formali per esercitare, invece, funzioni di produzione normativa o per menomare l'esercito del potere legislativo da parte del Parlamento"».
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A tal proposito, Napolitano ricorda quanto da lui stesso dichiarato poco più di due anni fa in occasione dell'appello inviatogli da Piergiorgio Welby: «Tra le mie responsabilità – sottolinea – vi è però quella di ascoltare con la più grande attenzione quanti esprimono sentimenti e pongono problemi che riguardano situazioni e temi di particolare complessità etica e giuridica sui quali diverse sono le opinioni e le sensibilità degli esponenti politici, degli studiosi e dei cittadini tutti». In quella sede, si legge nel messaggio del Colle, «precisai che, nel loro tragico carico di sofferenza, tali situazioni e tempi impongono una non frettolosa riflessione e possono "determinare un confronto sensibile e approfondito, qualunque possa essere in definitiva la conclusione approvata dai più"».
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Il Presidente della Repubblica la pensa ancora così. E individua su questi temi «il formarsi di un sempre più ampio consenso in ordine alla necessità di adottare una specifica normativa sulla materia che, come ha auspicato la Corte Costituzionale, sia "fondata su adeguati punti di equilibrio tra i fondamentali beni costituzionali coinvolti". Una necessità, conclude, a cui «si congiunge ovviamente quella del massimo sforzo di convergenza, in Parlamento, tra i diversi modi di vedere l'intervento fattosi ormai indispensabile e non più procrastinabile».
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Convergenza tutta da realizzare, però. Per ora di comune c'è solo l'apprezzamento per l'intervento di Napolitano. Nell'esprimere «piena condivisione» il presidente del Senato Renato Schifani ricorda di aver «sollecitato la competente Commissione Sanità del Senato ad occuparsi dell'argomento». «Totalmente condivisibile» è la formula usata dal capogruppo del Pd a Palazzo Madama, Anna Finocchiaro. E anche monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia accademia per la vita, si dice «rallegrato» per le parole del Capo dello Stato.
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Sui contenuti le posizioni restano distanti. Nell'assicurare che non si assisterà «passivamente» allo stop dell'alimentazione per Eluana, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ribadisce: «La posizione di questa maggioranza politica a favore della vita è molto chiara». Più ottimista una dei suoi sottosegretari, Eugenia Roccella, che auspica già per la primavera del 2009 una legge sul "fine vita". In realtà, in Parlamento il dialogo è ancora all'inizio. E se alla Camera il Pdl (il cui capogruppo Fabrizio Cicchitto dice "no" a forzature), la Lega e l'Udc annunciano una nuova proposta di legge congiunta, al Senato sono in discussione 10 Ddl sul "fine vita", tre dei quali della maggioranza. Senza contare le divisioni dell'opposizione. Con la senatrice "teodem" Paola Binetti, che parla di accordo nel Pd su «quasi tutto» e il suo collega Ignazio Marino che auspica una legge approvata in tempi rapidi ma annuncia: «Questo non significa che si debba abdicare al dibattito parlamentare».<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/11/napolitano-subito-legge-vita_PRN.shtml">Il Sole 24 Ore - Eugenio Bruno</a>