Openpolis - Argomento: impronte digitalihttps://www.openpolis.it/2009-03-13T00:00:00ZEnzo RAISI: Impronte parlamentari. "Presidente, il dito non funziona"2009-03-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it390638Alla data della dichiarazione: Consigliere Consiglio Comunale Bologna (BO) (Lista di elezione: AN) - Deputato (Gruppo: FLI) <br/><br/><br />
«Presidente non mi funziona il dito ...». Da tre giorni alla Camera dei deputati si vota con il nuovo sistema anti-pianisti, che prevede il riconoscimento dell`impronta dei polpastrelli. Se la minuzia non viene riconosciuta, il sistema si blocca e il deputato non può votare. Martedì, mercoledì e anche ieri mattina è andato in scena una sorta di psicodramma collettivo. La prima votazione, martedì nel tardo pomeriggio, è stata quasi da commedia all`italiana. Una mozione sulla difesa dei diritti civili in Tibet in cui la votazione è rimasta aperta per dieci minuti. «Mannaggia alla macchinetta, non mi funziona l`impronta», ha sbottato Enzo Raisi in Aula. «Presidente, qua non funziona proprio», gli faceva eco Pietro Laffranco. «Allora onorevoli, ce la fate? Mettete bene il dito. Onorevole Raisi ce la fa?», rispondeva, dal banco della presidenza, Gianfranco Fini. Tra urla, risate, schiamazzi e dita alzate, alla fine «la Camera approva».
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Mercoledì non è andata molto meglio: in mattinata si è riuscito a votare solo tre volte. Poi le cose sono un po` migliorate. Ogni votazione, però, è durata minimo cinque minuti. E i problemi maggiori si sono registrati proprio tra i banchi della maggioranza. Tanto che Fini, a un certo punto, si è chiesto: «Ma le macchinette non funzionano solo a destra?». Con qualche sospetto di boicottaggio proprio contro il presidente della Camera: un po` per l`introduzione del nuovo sistema di voto e un po` per le posizioni politiche assunte negli ultimi tempi dall`ex-presidente di An che, spesso e volentieri, ha preso le distanze dal governo e dalla maggioranza. Si veda, per tutte, il caso Englaro e il testamento biologico. Insomma, nel PdL qualcuno "ci faceva" mettendo in campo una fronda anti-finiana. «Del resto anche il processo di integrazione tra An e Forza Italia non è una passeggiata sul Lungotevere e le tensioni si scaricano sul Parlamento», osserva Daniele Marantelli del Pd, uno che, col 98 per cento di presenze, del nuovo sistema anti pianisti non aveva alcun bisogno. «Vediamo che i colleghi della maggioranza sono i soli ad avere difficoltà, forse hanno bisogno di corsi di sostegno...», ha detto in Aula il capogruppo dell`Idv, Massimo Donadi, sbeffeggiando i deputati del PdL che non riuscivano a votare. In realtà qualcuno i problemi li ha avuti davvero. Il sistema, infatti, prevede il riconoscimento della minuzia per almeno l`80 per cento. Nei polpastrelli di alcuni deputati il riconoscimento si ferma al venti per cento e così la macchinetta si sblocca con difficoltà. E` successo a Chiara Moroni, per esempio, e al ministro Mara Carfagna. E anche a Pier Ferdinando Casini, che per primo ha lanciato l`idea di questo sistema dopo un viaggio al Parlamento messicano nel 2002. E infatti, racconta Francesco Nucara, uno dei 21 obbiettori che si è rifiutato di lasciare le impronte e che continuano a votare col vecchio sistema, «sono solo Messico, Albania e Brasile i paesi al mondo dove si vota con le impronte, ma io non ci sto a essere preso per criminale e le mie non le darò mai!». Molto critico anche l`ex-ministro Antonio Martino: «Hanno rotto le scatole con le impronte ai rom e ora vogliono le nostre...». Tredici deputati, tra cui due disabili, sono stati esentati. Ma il top si è raggiunto ieri, con il ritorno dei pianisti. Dopo i 450 mila euro spesi per il nuovo sistema, una vera beffa. Il leghista Guido Dussin e Carmelo Lomonte dell`Mpa hanno votato per due colleghi ribelli (che continuano a votare col vecchio sistema) Matteo Salvini ed Elio Belcastro. «Chiederò di sanzioni severe per questi pianisti. E peri recidivi si potrebbe arrivare anche alla sospensione», ha detto ieri Fini, assicurando che comunque, «al di là di qualche piccolo episodio di boicottaggio e di goliardia iniziale, il nuovo sistema funziona».
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Certo, anche tra quelli che hanno lasciato le impronte, non tutti fanno i salti di gioia. Anzi, il malumore serpeggia. «Il lavoro del parlamentare non è solo pigiare un bottone», osserva Monica Faenzi, neo deputata PdL e sindaco di Castiglion della Pescaia, «noi lavoriamo in commissione, sul territorio, ci sono cittadini da incontrare, relazioni da mantenere. Ma con tutta questa storia agli italiani è arrivata l`immagine del parlamentare fannullone che è strapagato e non vuole nemmeno premere un tasto». «Il meccanismo è un po` farraginoso e rallenta i lavori, ma si risparmierà tempo perché non ci saranno più gli interventi per condannare i pianisti dell`una e dell`altra parte», spiega Pino Pisicchio dell`Idv. Secondo cui «l`assenteismo è molto alto anche nelle commissioni e andrebbe attuato un meccanismo sanzionatorio...». Non mancano, naturalmente, anche i fan dell`impronta. «Il sistema è molto semplice e funziona benissimo. All`inizio si era pensato anche di trovare un metodo basato sul peso sulla sedia, lo stesso delle cinture di sicurezza in auto, ma poi qualcuno avrebbe imbrogliato lasciando una borsa pesante sulla poltroncina», dichiara Roberto Rao, deputato e portavoce di Pier Ferdinando Casini. «Il sistema funziona, ma ora bisogna pensare a una riforma dei regolamenti parlamentari e a un sistema per accorpare le votazioni separando i momenti di dibattito da quelli di voto», sottolinea Simone Baldelli del PdL. Come avviene al Parlamento europeo, dove si vota per circa un`ora di seguito, intorno a mezzogiorno.
<p> <b>«Votiamo semplicemente premendo un pulsante. E in due mandati a Strasburgo non ho mai visto un pianista», racconta l`europarlamentare radicale Marco Cappato.</b><br />
Ma, si sa, l`Europa è un`altra cosa. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=138809">Libero - Gianluca Roselli</a>Fabio EVANGELISTI: Contro i fannulloni e i pianisti dal prossimo 9 marzo, alla Camera dei Deputati, il nuovo sistema di votazione con le impronte digitali dei deputati2009-02-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it388839Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV) <br/><br/><br />Dal prossimo 9 marzo entrerà in vigore, alla Camera dei Deputati, il nuovo sistema di votazione che prevede l'impronta digitale del deputato chiamato a votare.
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E' un innovazione imposta per il malcostume dilagante soprattutto da parte dei deputati del centrodestra che, votando per due o per tre talvolta, riescono ad alterare il corretto svolgimento del voto e soprattutto i risultati. L'altro giorno mi son divertito a contare le presenze in Aula: nei diversi settori dei banchi della maggioranza erano presenti 167 deputati e deputate, mentre i voti finali a favore di un provvedimento sono diventati 280. E' una vergogna.
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In qualsiasi altro ente, chi vota per un altra persona, chi timbra il cartellino per un altra persona, viene immediatamente licenziata, come è successo nelle Ferrovie dello Stato, dove un ferroviere è stato licenziato per aver timbrato il cartellino al posto di altri colleghi. E' la stessa cosa che succede ogni giorno alla Camera dei Deputati. Lo fanno per non far andare in minoranza il governo, quando i suoi deputati fannulloni, e mi riferisco al ministro Brunetta in primo luogo, non fanno il proprio dovere, e per salvare la diaria: <b>ogni deputato che è assente dal voto rischia di perdere 206,90 euro per ogni assenza dall'Aula.</b>
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Timbrano per salvare la diaria e votano per alterare le votazioni. Siamo allo spregio della democrazia, siamo allo spregio delle regole, siamo allo spregio della dignità. Vedremo se dal 9 marzo questo andazzo cambierà quando, e per questo c'è stato l'impegno quasi unanime dell'ufficio di presidenza della Camera, entrerà in vigore il nuovo meccanismo che prevede l'impronta digitale.
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Tuttavia, sappiamo che molti deputati della maggioranza, sobillati da Silvio Berlusconi, hanno già detto di volersi astenere dal farsi identificare attraverso le impronte digitali. Sarebbe uno scandalo che si somma allo scandalo perché per questo nuovo meccanismo di voto, che in qualsiasi Paese democratico non sarebbe mai stato immaginato, si è speso la bellezza di 440 mila euro, cioè la bellezza di un miliardo delle vecchie lire per adeguare il sistema di votazione alla Camera dei Deputati.
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Se dopo questa ulteriore spesa, e di fronte a questo ulteriore scandalo, dovessero rinunciare, cercando di sfuggire ancora al dovere di votare correttamente, faremo i manifesti con i nomi di coloro che si rifiuteranno di dare le proprie impronte.
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<br/>fonte: <a href="http://www.italiadeivalori.it/">sito web - Italia dei Valori</a>Antonello SORO: Lettera a Fini. Anti-pianisti, noi ci stiamo2008-12-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382743Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Egregio presidente della camera, i deputati del Partito democratico non si avvarranno della facoltà di sottrarsi alla nuova procedura di identificazione del voto e intendono invece aderire senza riserve al nuovo sistema di votazioni la cui entrata in vigore è prevista per il prossimo mese di febbraio.<br />
Tutto il gruppo del Partito democratico condivide pienamente la decisione – adottata dall’ufficio di presidenza nella seduta del tre luglio scorso – di utilizzare nel sistema di votazione elettronico dell’aula una nuova metodologia per assicurare la personalità del voto, sulla base di una rilevazione biometrica dei punti caratteristici delle dita della mano, alla cui approvazione il Partito democratico ha dato il suo contributo, convinto che sia doveroso e urgente porre termine al malcostume dei “pianisti”, triste espressione con la quale l’opinione pubblica usa ormai indicare i parlamentari che votano per i loro colleghi assenti.<br />
Si tratta di un fenomeno gravissimo che nuoce prima ancora che alla nostra dignità a quella delle istituzioni. In questo senso sono ampiamente condivisibili le parole della Corte costituzionale: «Nello stato costituzionale nel quale viviamo, la congruità delle procedure di controllo, l’adeguatezza delle sanzioni regolamentari e la loro pronta applicazione nei casi più gravi di violazione del diritto parlamentare si impongono al parlamento come problema, se non di legalità, certamente di conservazione della legittimazione degli istituti della autonomia che presidiano la sua libertà» (sentenza 379/1996).<br />
Nel dispositivo è contemplata la facoltà per i singoli deputati di sottrarsi alla nuova procedura, facoltà di cui non intendono avvalersi i deputati del Pd.
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=K3F6V">Europa - Antonello Soro</a>Giuliano AMATO: E' allarme razzismo in Italia. - INTERVISTA2008-10-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it374974<br />
<i><b>"Le ragioni della sicurezza inducono a credere che è giusto essere contro i diversi"</b></i><br /><br />
Forse la pagina più buia del '900. Esattamente settanta anni fa, nel settembre e poi nel novembre del 1938, il governo fascista varò le cosiddette leggi razziali. Un vero e proprio manifesto della discriminazione.<br />
<b>Professor Giuliano Amato, cosa furono quelle leggi?</b><br />
"A loro modo una sorpresa".<br />
<b>Una sorpresa?</b><br />
"Sì. L'ingresso del razzismo antiebraico come politica del regime stupì gli italiani tutti. Gli ebrei erano integrati nella nostra comunità e lo stesso fascismo li aveva trattati sempre paritariamente. C'erano stati ministri ebrei, Mussolini aveva avuto consiglieri ebrei..."<br />
<b>Quelle leggi parvero insomma un cedimento all'alleato nazista...</b><br />
"Sostanzialmente sì. Non a caso ci furono grosse resistenze nel Paese".<br />
<b>Vuol dire che sostanzialmente gli italiani non le fecero proprie?</b><br />
"Voglio dire che davanti alle leggi razziali gli italiani si divisero in due: chi le applicò con zelo e chi, invece, cercò di darne interpretazioni più flessibili".<br />
<b>Adriano Prosperi, sostiene che nel cacciare gli ebrei dal mondo della scuola, gli italiani furono più intransigenti dei nazisti...</b><br />
"Gliel'ho detto: in taluni casi ci fu zelo dettato anche da motivazioni corporative. Negli ordini professionali, ad esempio, l'espulsione degli ebrei venne accolta con gioia semplicemente perchè riduceva la concorrenza. Se ne profittò in qualche modo. Però..."<br />
<b>Però?</b><br />
"Sono convinto che il salto di qualità sul tema razziale lo si fece solo durante la Repubblica di Salò col manifesto di Verona del novembre 1943".<br />
<b>Si può azzardare l'idea che, per cultura e costumi, l'Italia sia refrattaria all'intolleranza?</b><br />
"Non lo so. Di sicuro dico che l'intolleranza nei confronti degli ebrei incontrò una resistenza culturale".<br />
<b>Oggi invece...</b><br />
"Oggi le differenze sono più visibili. Con gli ebrei a dividere era la religione, ovvero una specie di razzismo spirituale. Oggi, che a dividere è il colore della pelle, la lingua, le tradizioni, stanno purtroppo emergendo pulsioni razziste determinate da oggettive difficoltà di adattamento a un contesto nuovo di multietnicità a cui non eravamo abituati da secoli. Non solo".<br />
<b>Dica.</b><br />
"Purtroppo queste pulsioni sono facilitate da politiche nelle quali le ragioni della sicurezza sono diventate talmente predominanti da dare la sensazione agli italiani che in fondo è giusto essere contro i diversi".<br />
<b>C'entra qualcosa in tutto ciò anche la crisi economica?</b><br />
"Non c'è dubbio che questo pesi. Ma in Italia la ragione principale della diffidenza è la sicurezza".<br />
<b>Prendere le impronte ai Rom è dunque razzismo?</b><br />
"Io, anche da ex ministro degli Interni, non ho nessuna riserva sull'uso delle impronte digitali. Ma se qualcuno dice che vuol prenderle solo ai Rom, come posso non trovarci del razzismo?".<br />
<b>I giornali, la tv, la scuola possono fare qualcosa per ridurre l'intolleranza?</b><br />
"Possono fare moltissimo. Non c'è nulla di atavico nell'atto di avere fiducia o sfiducia verso il diverso. Queste sono tutte induzioni culturali. E sulle induzioni culturali, chi concorre a formare le opinioni di ciascuno di noi ha un grande potere di insieme". <br />
<b>Professore, secondo lei oggi c'è più razzismo a destra o a sinistra?</b><br />
"Se si guarda ai partiti e alle espressioni politiche ce n'è di più a destra. Ma se si osservano invece i ceti sociali di riferimento, la cosa si fa più complessa. Per questo, una risposta onesta e non ideologica alla sua domanda è: non lo so". <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JERAD">Giorno/Resto/Nazione - Stefano Cecchi</a>VALTER VELTRONI: Sicurezza. Anm, il testo è migliorato ma non basta.2008-07-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357753Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Vedremo se migliorerà ancora.Conta il contenuto,non la richiesta Pdl<br /><br />
La riformulazione dell'emendamento sui processi al dl sicurezza rappresenta "un netto miglioramento" ed insieme "la conferma del valore della denuncia che noi abbiamo fatto: l'emendamento avrebbe bloccato 100mila processi molto importanti". Ma "non è¨ che ci viene chiesto di votare e noi votiamo" il nuovo testo solo per la richiesta della maggioranza. Al contrario, "daremo un giudizio complessivo sul decreto sicurezza nel quale rimane, per esempio, la parte sull'immigrazione clandestina sulla quale non siamo d'accordo- Così come non siamo d'accordo, e non lo è nemmeno il Parlamento Europeo sulle impronte digitali per i bambini rom". Da Prato, dove mette la prima firma sulla petizione del Pd 'Salviamo l'Italia', il segretario del Pd Walter Veltroni spiega che il suo giudizio sul nuovo testo del dl sicurezza che modifica le norme sui processi "corrisponde con quello che ha dato l'Anm". "Avevamo ragione noi a dire che questo emendamento - ha proseguito - avrebbe fatto dei disastri su un problema come quello della sicurezza. Bisogna vedere ora se in Parlamento si riesce ad avere qualche ulteriore miglioramento". Il fatto che, appena approvato il Lodo Alfano, l'emendamento 'bloccaprocessi' sia stato cancellato, "Si sono resi conto anche loro, una volta che si è risolto - dice Veltroni ricordando il sorpasso in Parlamento del Lodo Alfano rispetto al dl sicurezza- che il problema che domina queste prime settimane del governo della destra, è il problema del presidente del Consiglio", attacca Veltroni all'indirizzo della Pdl. "Vuol dire che quella legge non era fatta per il Paese, ma per una persona che è quella tutelata dal Lodo"..
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<br/>fonte: <a href="http://www.apcom.net/newspolitica/20080711_184100_4a6c097_43031.html">Apcom</a>Ignazio LA RUSSA: «Impronte a tutti per evitare accuse di razzismo» «Poi diamo la priorità ai bambini nomadi» - Intervista2008-07-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357750Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Ministro Difesa (Partito: PdL) <br/><br/><br />
ROMA - «Facciamo cosi, facciamo un provvedimento che preveda le impronte
per tutti, perché in un momento come questo tutti abbiamo bisogno di essere
identificati. Facciamolo per allontanare ogni possibile ombra di razzismo. Poi, in
sede di applicazione, si stabiliscano delle priorità, si individuino delle emergenze.
E fra queste emergenze potrebbero esserci proprio le impronte ai bambini rom».
Eccola la proposta, l’idea che potrebbe davvero aprire un varco. Il ministro della
Difesa Ignazio La Russa la fa cadere nel bel mezzo di un pomeriggio afoso e
convulso, a poche ore dalla “bocciatura” dell’Europarlamento, quando il tema è
ancora tanto caldo da sembrare solo un muro contro muro.<br />
<b>
Ma allora, ministro, è d’accordo o no con Maroni?</b><br />
«Io sono solidale con Maroni, con l’obbiettivo che si è dato di strappare questi
piccoli all’illegalità, di combattere chi li costringe all’elemosina e alla schiavitù. Mi
fanno specie quelli che parlano delle impronte e dicono: che mondo brutto per
dei bambini...Ma il mondo è brutto, molto più brutto perché ci sono quelli che
utilizzano questi bambini».<br />
<b>
E’ d’accordo anche con il sindaco di Roma Alemanno che si è dichiarato
contrario a queste impronte?</b><br />
«Alemanno non si è mai dichiarato contrario. Io con lui ci ho parlato e la pensa
esattamente come me. Semplicemente è preoccupato perché è il Sindaco della
città dove ha sede la Chiesa e teme che il provvedimento venga letto male. Tutto
qui».<br />
<b>Intanto Bruxelles vi ha bocciato...</b><br />
«E’ una condanna che mi fa ridere. E’ un modo ideologico di affrontare le
questioni senza mai provare davvero a trovare una via d’uscita. Ce la indichino
loro, se la hanno, una soluzione plausibile. Invece ne fanno solo un argomento di
propaganda politica, senza preoccuparsi davvero del destino di quei bambini».<br />
<b>
Dai rom all’Afghanistan, ministro. E’ l’altro tema del giorno dopo il ferimento
dei nostri due militari. Sono aumentati rischi?</b><br />
«I rischi non sono aumentati. Mi sembra aumentata piuttosto, la qualità di certi
attacchi, non la quantità. Pensi che su quella strada dove c’è stato l’attentato, ci
sono passato io una settimana fa. Tutti dicevano che era un tragitto
assolutamente sicuro».<br />
<b>
Come vede il futuro della nostra missione?</b><br />
«Noi siamo in Afghanistan, sia chiaro, non solo perché è un paese da aiutare,
ma perché questa è l’ultima frontiera della lotta al terrore. Una missione
pericolosa, non lo nasconde nessuno, i nostri uomini ne sono ben consapevoli.
Ma ce la stiamo mettendo tutto per garantirli al massimo. L’ultimo attentato, ad
esempio, si è risolto come si è risolto solo grazie alla speciale blindatura interna
del mezzo su cui viaggiavano. Ecco, di mezzi come questi abbiamo bisogno. Un
po’ come la Formula Uno: lei vede incidenti tremendi e piloti che se la cavano
con un graffio, grazie alle protezioni di cui vengono dotati».<br />
<b>Ci sarà mai un Afghanistan degli afghani?</b><br />
«Stanno funzionando molto bene gli inserimenti di nostre guide e nostri
consiglieri nei battaglioni locali. Sono reparti che per ora si muovono molto
meglio e con ben altri risultati rispetto a quelli di soli afghani. E’ questa la strada
da seguire».<br />
<b>I nostri militari non sono solo a Kabul, ma anche nella cava di Chiaiano. Ci
sono entrati da poche ore. Che effetto le fa?</b><br />
«I nostri militari meritano rispetto e ammirazione anche per Chiaiano. Li hanno
chiamati laddove c’era bisogno e loro sono andati. Una volta si diceva che si può
difendere la Patria anche facendo la guardia a un bidone di benzina, oggi si può
aggiungere anche a guardia dell’immondizia. E bisognerà ricordarsene, poi,
quando sarà il momento delle Finanziarie, quando bisognerà difendere la qualità
della vita di questi uomini e delle loro famiglie».<br />
<b>Lo Stato che entra a Chiaiano. Si volta pagina.</b><br />
«Ha ragione, c’è anche questa doppia lettura. I nostri uomini laggiù sono un
monito a chi voleva scavalcare l’attività dello Stato. E, me lo lasci dire, è
esemplare il modo in cui stanno lavorando insieme militari e forze dell’ordine.
Altro che ripicche, c’è solo un grande spirito di amicizia».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=IO24D">Il Messaggero - Nino Cirillo</a>Marco CAPPATO: Proposta di dibattito al Parlamento europeo sulle impronte digitali.2008-06-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357316Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU (Gruppo: ALDE) <br/><br/><br />
Bruxelles -
I deputati europei del Gruppo dell'Alleanza Liberale e Democratica per l'Europa <b>Marco Cappato </b> (Radicale italiano) e Vittoria Mohacsi (deputata ungherese) hanno proposto al proprio gruppo di depositare la seguente interrogazione per chiedere un dibattito urgente sulla questione delle impronte digitali ai Rom. I gruppi si riuniranno la prossima settimana per decidere l'agenda definitiva della sessione.<br /><br />
Ecco il testo dell'interrogazione:<br />
E' la Commissione a conoscenza della creazione della base-dati Rom in Italia? Non ritiene la Commissione che una tale base-dati sia basata sulla razza e l'origine etnica, in quanto le impronte digitali sono raccolte soltanto per i Rom, mentre i cittadini italiani non sono tenuti a sottoporsi a simili procedure? Non ritiene la Commissione che questa procedura rappresenti una chiara discriminazione fondata su razza, origine etnica e nazionalità? Non ritiene la Commissione che la raccolta delle impronte digitali dei Rom e la creazione di una base-dati dei Rom sia in contrasto con i diritti umani e le libertà fondamentali, i principi di eguaglianza e non-discriminazione, il diritto alla privacy e le regole di protezione dei dati personali, come riconosciuto dalla Convenzione europea sui diritti umani e la relativa giurisprudenza, la Carta europea dei diritti umani, i trattati UE e, in particolare, l'articolo 6 TUE e i mandati politici dell'articolo 12 TCE (proibizione della discriminazione fondata sulla nazionalità) e dell'articolo 13 TCE (proibizione della discriminazione fondata sulla razza e l'origine etnica), così come la direttiva anti-discriminazione sulla razza e l'origine etnica e la direttiva sulla libertà di movimento? Solleverà la Commissione questa questione di fronte alle autorità italiane, e cosà farà la Commissione per assicurarsi che l'attuale situazione dei Rom in Italia sia gestita in accordo con gli standard europei sui diritti umani e le libertà fondamentali?
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<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=125145">Radicali.it</a>