Openpolis - Argomento: ministro infrastrutturehttps://www.openpolis.it/2012-04-03T00:00:00ZCorrado Passera: "Quello delle costruzioni è uno dei macrosettori più determinanti per il futuro del paese''2012-04-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626461Alla data della dichiarazione: Ministro Sviluppo economico- Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti<br/><br/><br />
Piano Città Ance è super idea.
<p>La proposta dell'Ance sulla riqualificazione urbana delle città come fattore di sviluppo è ''una super idea''.
<p>Lo ha detto il ministro per lo Sviluppo economico e Infrastrutture, Corrado Passera, intervenendo a un convegno dell'Ance sul Piano Città.
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''Insieme - ha detto Passera - in tempi brevi, a un primo Piano per le città ci si può arrivare''. Per il ministro si può arrivare ''entro l'estate, almeno a una prima tappa di preparazione del Piano''.
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Il ministro ha poi aggiunto che quello delle costruzioni '' è uno dei macrosettori più determinanti per il futuro del paese'' ed è un settore dove un miliardo di investimenti in più determina nuovi 20 mila occupati.
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Quella di un Piano per le città, ha quindi proseguito Passera ''è una super idea perché tocca la vita di tutti. Le città sono motori fordimabili per l'innovazione''.
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''Oggi vengo a dirvi formalmente - ha concluso il ministro sul Piano per le città, rivolgendosi ai costruttori aderenti all'Ance riuniti al convegno - che su questo ci sentiamo molto impegnati, perchè è molto corente con il Piano per la crescita sostenibile che, mese dopo mese. stiamo facendo''.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.asca.it/news-Crisi__Passera__Piano_Citta__Ance_e__super_idea_%281_update%29-1141064-ECO.html">Asca</a>Donatella PORETTI: Alitalia. Voli Roma-Cagliari, ritardi inauditi. Interrogazione2009-07-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391849Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />Interrogazione al ministro delle Infrastrutture e trasporti dei senatori Donatella Poretti e Marco Perduca
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Premesso che:
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- in data 5 luglio 2009, il volo Alitalia delle ore 17.30 Roma-Cagliari, e’ decollato con 45 minuti di ritardo su 65 minuti di viaggio;
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- analoga situazione si e’ verificata il 6 luglio 2009, quando il medesimo volo e’ partito con circa 52 minuti di ritardo. L’80% in piu’ di tempo;
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- le motivazioni sono riconducibili al ritardo della navetta aerostazione-velivolo sia la scaletta di accesso;
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- l’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ha pubblicamente denunciato tale situazione evidenziando come la struttura societaria attuale privata, rispetto a quella precedente pubblica, e’ stata piu’ volte elogiata e presentata come fattore di stabilita’ ed efficienza;
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- l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (Enac), sottoposto all’indirizzo, vigilanza e controllo del Ministro dei trasporti, provvede secondo statuto (D. M. 3 Giugno 1999), tra gli altri, anche ai compiti di espletamento del trasporto aereo e a quelli connessi con le attivita’ lavorative del personale di terra e di volo;
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- diversi, riguardo i ritardi accumulati da Alitalia, sono stati gli interventi da parte dell’Enac, per voce del suo presidente Vito Riggio. E’ intervenuta anche lo scorso 7 luglio rivelando come il grado di puntualità di Alitalia e’ al di sotto di una decina di punti rispetto all’obiettivo fissato dal proprio ente nel 90%, situazione su cui ha promesso che sara’ “inflessibile”, convocando per il prossimo 16 luglio una riunione ad hoc, si’ che’ il picco di richieste che si registrera’ a fine del mese di luglio non diventi drammatico.
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Per sapere:
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se il Ministro, nell’ambito dell’attivita’ di indirizzo, vigilanza e controllo sull’Enac, non intenda operare, e in quale modo, per garantire tutela ai passeggeri rispetto a episodi di ritardi nei voli come quello citato, che rappresentano un disservizio ormai cronico di alcuni voli Alitalia.<br />
<br/>fonte: <a href="http://blog.donatellaporetti.it/?p=696">blog.donatellaporetti.it</a>Silvio BERLUSCONI: G-8 all'Aquila. Sì del Consiglio dei ministri.2009-04-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391030Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) - Pres. del Consiglio (Partito: PdL) <br/><br/><br />
«Vogliamo dare un messaggio di speranza all'Abruzzo, un segnale importante. Certo ora dovrò parlare con gli altri 7 leader ma qui a L'Aquila c'è la possibilità di organizzare un grande evento». Così Silvio Berlusconi in Cdm ha motivato la decisione di tenere il summit mondiale del G-8 invece che alla Maddalena a L'Aquila. Il premier ha posto sul tavolo la questione come segno di vicinanza alle popolazioni colpite dal sisma. In particolare, il presidente del Consiglio ha fatto studiare ipotesi e possibilitá, compatibilmente con le esigenze logistico-organizzative, per coinvolgere il capoluogo abruzzese nell'evento mondiale che l'Italia è chiamata a ospitare. E il Consiglio dei ministri ha approvato la decisione di spostare il G8 all'Aquila, fermo restando che per dare seguito alla decisione bisognerà sentire gli altri paesi partecipanti. «Il complesso della Maddalena è bellissimo e lì potrebbe svolgersi - ha spiegato Berlusconi - il summit sull'ambiente voluto dal presidente americano Barack Obama previsto per l'autunno».
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Matteoli: «Il Governo ha preso una decisione politica». Il ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli ha detto che il Governo ha preso «la decisione politica» di tenere il prossimo vertice G8 a L'Aquila. «I tecnici dicono che lo spostamento è fattibile - prosegue Matteoli - il governo italiano dovrà però ora sentire gli altri Capi di Stato e di governo». Il ministro nella mattinata aveva dichiarato che non gli sembrava plausibile lo spostamento. «Con quello che è stato speso, anche per volontà del precedente Governo - aveva dichiarato - mi pare difficile che oggi possa essere spostato. Francamente credo che sia difficile, a meno che qualcuno ci dimostri il contrario». Poi la decisione del Consiglio dei ministri.
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Di Pietro, aggiungerebbe confusione. «Magari si potesse fare il G8 all'Aquila - ha commentato il leader dell'Idv ai microfoni di Repubblica.tv - ci mancherebbe. Ma in questo momento, con tutti i problemi che ci sono, aggiungerebbe confusione a confusione».
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Via libera al decreto Abruzzo da 8 miliardi. Intanto il Consiglio dei ministri ha varato il decreto Abruzzo che stanzia 8 miliardi di aiuti per la ricostruzione delle zone terremotate: 1,5 per l'emergenza e 7 per la ricostruzione. Si tratta, spiegano fonti di governo, di risorse già disponibili e ora riallocate per l'emergenza terremoto. Il decreto non prevede aumenti delle tasse. Sarebbe prevista la costruzione di 5mila alloggi antisismici entro l'autunno su 14 aree già localizzate. Il premier ha aperto il Consiglio dei ministri ringraziando e facendo i complimenti al capo della Protezione civile Guido Bertolaso e al presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, che partecipa alla riunione.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/04/sisma-g-8-aquila-berlusconi_PRN.shtml">Il Sole 24 Ore.com - Nicoletta Cottone</a>Altero MATTEOLI: Non mi sembra assolutamente plausibile l'idea di spostare a L'Aquila il G8 fissato per quest'estate in Sardegna2009-04-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391020Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Orbetello (GR) (Partito: CEN-DES(LS.CIVICHE)) - Senatore (Gruppo: FI) - Ministro Infrastrutture e Trasporti (Partito: PdL) <br/><br/>Il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, ritiene che non sia plausibile un trasferimento a L'Aquila - colpita dal terremoto come altre zone dell'Abruzzo - del G8 di luglio previsto in Sardegna, alla Maddalena.
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"Non mi sembra assolutamente plausibile l'idea di spostare a L'Aquila il G8 fissato per quest'estate in Sardegna", ha detto Matteoli intervenendo a Sky Tg24 Mattina.
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Secondo Matteoli "con quello che è stato speso, anche per volontà del precedente governo, mi pare difficile che oggi possa essere spostato. Francamente credo che sia difficile, a meno che qualcuno ci dimostri il contrario".<br/>fonte: <a href="http://it.reuters.com/article/itEuroRpt/idITLN37353020090423">Reuters</a>Donatella PORETTI: Alitalia, 19 bilanci in rosso negli ultimi 20 anni: La colpa non e' del personale. Interrogazione2008-11-21T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382190Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) <br/><br/><br />
Come rilevato dall'Aduc (associazione per i diritti degli utenti e consumatori), le responsabilità della crisi di Alitalia non sarebbero da attribuirsi al costo del personale. Infatti, analizzando i dati riportati da Assoaereo, relativi alla situazione della nostra compagnia di bandiera nel 2006, risulta che l'Alitalia, su 100 euro incassati, ne spendeva 15,9 per il personale e 94,2 per tutte le altre voci di spesa, con un passivo di 9,9 euro. Air France-Klm, invece, su 100 euro incassati, ne spendeva 31,5 per il personale e 65,6 per tutto il resto, con un utile di 2,8 euro.
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La compagnia francese spendeva, quindi, quasi il doppio, il 98% in piu', dell'Alitalia per il proprio personale, mentre l'Alitalia spendeva per il resto il 43,6% in piu' della Air France-Klm. Risultato: Alitalia nel 2006 ha avuto un passivo di 626 milioni di euro.
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<b>Per queste ragioni, insieme al sen. Marco Perduca</b>, ho rivolto un'interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, per sapere dove vanno a finire i costi maggiori dell'Alitalia, che non sono attribuiti al personale e che hanno procurato 19 bilanci in rosso negli ultimi 20 anni.
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Qui il testo dell'interrogazione:<br />
http://blog.donatellaporetti.it/?p=363<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.radicali.it/view.php?id=132613">Radicali.it</a>Altero MATTEOLI: «Sarà la bad company di Alitalia a restituire il prestito ponte»2008-11-01T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it381874Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Orbetello (GR) (Partito: CEN-DES(LS.CIVICHE)) - Senatore (Gruppo: FI) - Ministro Infrastrutture e Trasporti (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Sarà la bad company di Alitalia a restituire il prestito-ponte da 300 milioni concesso dal governo alla compagnia aerea e che, probabilmente, la commissione Ue boccerà in quanto aiuto di Stato. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, ai microfoni di Sky-Tg24. Il prestito, ha sottolineato Matteoli, «è un problema che riguarda la bad company, la vecchia Alitalia. Questa incasserà soldi dalla Cai, potrà vendere aerei e proprietà di Alitalia e restituirà così al governo italiano i 300 milioni di euro».
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Quanto alla scelta di un partner straniero, Matteoli ha detto che la compagnia straniera non può prendere più del 20 per cento. È però indispensabile che ci sia questo accordo perché altrimenti i viaggiatori di Alitalia resterebbero un po' sparsi per il mondo, cosa che invece con l'accordo con una grande compagnia di livello internazionale non accadrà. L'intesa, poi, renderà ancora più forte Cai. Non è un compito del governo, ha ribadito il ministro, stabilire con chi fare l'accordo, ma è un compito dell'amministratore delegato, di Colaninno e Sabelli. «Ci faranno sapere qual è la compagnia prescelta».
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Cai volerá, ha assicurato il ministro, «perché non è consentito a nessuno di mettere veti a una possibilità imprenditoriale che salva 12.600 posti di lavoro». Il ministro si è detto amareggiato per la mancata firma all'ultimo momento alcune sigle sindacali. L'alternativa, ha sottolineato il ministro Matteoli, è il fallimento. «Oggi se Cai non avesse presentato l'offerta, gli aerei non volerebbero e Alitalia sarebbe dichiarata fallita». Il ministro ha ringraziato le sigle sindacali che hanno firmato e la cordata Cai che, nonostante le difficoltà economiche del momento, hanno deciso di acquisire una parte di Alitalia e consentire di salvare tanti posti di lavoro.<br />
<br/>fonte: <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/11/alitalia-matteoli-prestito-ponte_PRN.shtml">Il Sole 24 Ore - N.Co</a>Altero MATTEOLI: "La nuova Alitalia potra' davvero decollare''. Cai decide in extremis e presenta l'offerta vincolante.2008-10-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it381864Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Orbetello (GR) (Partito: CEN-DES(LS.CIVICHE)) - Senatore (Gruppo: FI) - Ministro Infrastrutture e Trasporti (Partito: PdL) <br/><br/><br />
<b>Cda decide in extremis di andare avanti</b>
<p>Roma, 31 ott. - Cai decide di andare avanti e, in extremis, ha presentato l'offerta vincolante per l'acquisizione di beni e asset di Alitalia. La decisione e' stata presa dal cda. L'offerta e' 'condizionata ad una decisione non pregiudizievole da parte dell'Ue e all'assenza di prescrizioni da parte del Garante per la Concorrenze ed e' stata presentata 'dopo la conferma della sottoscrizione da parte di confederali e Ugl dei nuovi contratti di lavoro e dei criteri di selezione dei lavoratori'.<br />
<i>'Alla fine e' prevalso, come abbiamo sempre auspicato, il senso di responsabilita'. Con la firma sui contratti e sull'accordo complessivo da parte di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, la nuova Alitalia potra' davvero decollare''.</i> E' quanto afferma il ministro delle Infrastruttura, Altero Matteoli, aggiungendo di auspicare che 'anche le altre sigle sindacali aggiungano la loro firma, dimostrando analoga responsabilita''. <br />
<br/>fonte: <a href="http://www.unita.it/ansa.asp?pagina=dett_notizia&cod_news=370033">Ansa</a>Altero MATTEOLI: «La nostra rivoluzione pacifica» - Colloquio2008-10-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375669Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Orbetello (GR) (Partito: CEN-DES(LS.CIVICHE)) - Senatore (Gruppo: FI) - Ministro Infrastrutture e Trasporti (Partito: PdL) <br/><br/><br />
<b>Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli (An) svela i grandi progetti di un dicastero che sognava di gestire da 26 anni: "E se fallisco nell`opera, mi dimetto". Quanto ai soldi...</b><br /><br />
Roma. <b>"Se fallisco nell`opera, mi dimetto".</b>
E` un Altero Matteoli che non ti aspetti quello che incontra il Foglio.<br />
I toni sono sempre pacati, ma le considerazioni sorprendono: "Se non riesco a realizzare gli obiettivi che mi prefiggo, non posso dare la colpa a nessuno", dice il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Neppure a Giulio Tremanti? Si dice che tra voi le scintille non manchino: lei chiede soldi per il suo ministero e il titolare del Tesoro che non scuce un euro. "Fandonie", risponde. E rivela: "Guardi, in questo governo con Tremonti non ho litigato. Mi è capitato di avere discussioni accese nel precedente esecutivo, questo sì, lo ammetto. Ma in questo governo, no. Nessun attrito. E sa perché? Perché effettivamente soldi ce ne sono pochi, quindi abbiamo stabilito le priorità e soprattutto ci siamo rivolti all`Europa". Allora non partiranno mai le opere... <br />
"No, si sbaglia. Proprio la scorsa settimana, anche se l`accordo non ha avuto l`eco che meritava, sopraffatto dalla crisi finanziaria mondiale, con i vertici della Banca europea degli investimenti (Bei) abbiamo firmato un`intesa quadro che prevede una collaborazione strutturata tra la Bei e il governo italiano per aumentare i prestiti Bei alle opere della legge obiettivo per un totale di 15 miliardi.<br />
L`intesa consentirà all`Italia di riprendere in modo deciso la sua infrastrutturazione e finalmente potranno partire opere ferme da decenni".<br />
Tra le grandi opere che beneficeranno dei finanziamenti Bei, sottolinea il ministro di An, ci sono la Torino-Lione, il Mose di Venezia, il completamento della Salerno-Reggio Calabria e il terzo valico ferroviario di Genova. Quindi l`ipotesi dimissioni è caduta? "Le faccio una rivelazione.<br />
E` da 26 anni che aspiravo a diventare ministro dei Trasporti. Da 26 anni, infatti, seguo e mi occupo di queste materie.
Insomma, non sono arrivato impreparato, ho le idee chiare su quello che si deve fare. Per questo dico che se fallisco mi dimetto".
La prima grana, Alitalia, sembra che sia stata superata: "II fallimento della compagnia di bandiera è stato sventato. Sarebbe stata una sciagura.<br />
Il governo si è comportato con estrema correttezza. Tra l`altro il decreto per il commissariamento di Alitalia è stato mandato a Bruxelles ancora in bozza, proprio in segno di rispetto verso le istituzioni europee". Ora è tutto nelle mani di Cai, la Compagnia aerea italiana posseduta da 18 imprenditori italiani e presieduta da Roberto Colaninno:<br />
"La nuova società ha un piano industriale e potrebbe scegliere un partner estero". Air France o Lufthansa? "La scelta non compete al governo. Io mi occupo di altro. In Italia gli aeroporti sono arrivati a essere 106, un numero assurdo. Se non stiamo attenti, ognuno rivendicherà un aeroporto nella propria città". Ma il ministro non pensa a un piano per chiudere alcuni scali:<br />
"No, la selezione la farà il mercato, anche perché alcuni aeroporti, seppure piccoli, sono indispensabili perché collegano le isole. Come si fa a chiedere di eliminarli? E poi si deve tenere presente che i viaggiatori comunque cresceranno. Ma in questi giorni il tema Alitalia ha fatto dimenticare il vero problema dell`Italia. Lo sviluppo economico del paese passa attraverso la capacità di questo governo di realizzare infrastrutture, di rendere il trasporto efficiente. Le infrastrutture e i trasporti sono infatti indispensabili in tutti i paesi, soprattutto industrializzati.
Ma in particolare in Italia, poiché il nostro paese non possiede materie prime, che devono essere recepite attraverso il trasporto".
Ministro, non voliamo troppo alto, facciamo qualche esempio. "Quando il prodotto è finito, deve essere consegnato.
Se il costo del trasporto incide sul costo finale del prodotto per mancanza di infrastrutture sufficienti, il problema non si limita all`esigenza di velocizzare il nostro arrivo a casa o in ufficio, ma si lega allo sviluppo della nostra economia e anche all`industria del turismo". E aggiunge: "Quando eravamo più poveri c`era chi poteva permettersi di andare in vacanza e lo faceva per un mese. Oggi che siamo più ricchi, anche coloro che possono permetterselo vanno in vacanza per una sola settimana e per giungere a destinazione non possono perdere un giorno all`andata e uno al rientro. Come italiani, dobbiamo riflettere anche su questo. La concorrenza è diventata molto forte, giacché solo qualche anno fa nessuno pensava che paesi come la Croazia o la Spagna potessero svilupparsi turisticamente come avvenuto.
Le infrastrutture sono quindi fondamentali".
La diagnosi è chiara, ma la prognosi qual è? "La risposta non può non partire proprio dal superamento delle due cause che hanno marginalizzato o penalizzato, in alcuni casi in modo irreversibile, ìl nostro paese: l`assenza di un`offerta infrastrutturale adeguata (il nostro paese, che all`inizio degli anni Settanta in materia infrastrutturale era tra i primi quattrocinque paesi europei, oggi è sceso agli ultimi posti) e la carenza dei servizi di trasporto merci e passeggeri". La prima causa, secondo il ministro, si può racchiudere in tre indicatori. "Il primo è l`incidenza della congestione nel sistema logistico che costa 19 miliardi di euro l`anno in Italia. La saturazione è il secondo indicatore, soprattutto su alcuni assi, in modo particolare sui valichi.
Tale saturazione, purtroppo, non avendo attivato i lavori del valico del Fréjus e del terzo valico dei Giovi, nel 2014 imporrà il cadenzamento, l`attesa e la prenotazione per il transito dei mezzi di trasporto. L`aumento del transito è passato, in quarant`anni, da 19 milioni di tonnellate a 150 milioni di tonnellate. Il terzo indicatore è rappresentato dalla monomodalità".
Alt, monomodalità? E che cos`è? "Mi spiego. La ferrovia si avvia in Europa, da un`incidenza del 28 per cento sul globale della modalità degli anni Settanta, a una soglia di poco superiore all`8 per cento. In Italia, sempre nello stesso periodo, è passata dal 13 all`8 per cento. Nella passata legislatura, questa lettura, misurabile nell`emergenza, è stata a mio avviso ignorata".<br />
Tutta colpa del governo Prodi, quindi, ma non siamo in campagna elettorale, ministro. "Infatti, non voglio per nulla sollevare polemiche. Ad ogni modo, nella passata legislatura sono state bloccate diverse procedure che portavano alla realizzazione di infrastrutture per una serie di veti incrociati.
Questa stasi, che produrrà seri problemi al processo di riattivazione di tutte le attività infrastrutturali, è stata grave perché abbiamo accumulato un danno che i tecnici misurano in circa 4.300 milioni di euro. Inoltre, a causa del fondamentalismo del `no`, si è detto `no` anche al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che è stato diviso inutilmente in due distinti dicasteri. La divisione ha infatti fatto emergere le crisi patologiche di due organismi chiave come le Ferrovie dello stato e l`Anas, due organismi che, pur svolgendo missioni precise, strettamente legate all`offerta dei trasporti, rispondevano a due distinti dicasteri".<br />
Ecco, parliamo di Fs. Per caso a breve ci troveremo con un`Alitalia dei binari? La concorrenza sta già per arrivare con la Ntv di Luca Cordero di Montezemolo e Diego della Valle, e i ricavi della società pubblica potrebbero calare: "Si è costituita una società privata che ha già ordinato 25 treni, 22 dei quali verranno immessi nel 2011 sulle linee ferroviarie. In tal modo entra la concorrenza nel nostro paese. Come più volte ribadito con l`amministratore delegato, ingegner Moretti, anche le Ferrovie dello stato devono internazionalizzarsi, cercare di conquistare i mercati europei. Nel nostro paese, infatti, avremo la concorrenza e dobbiamo quindi poter essere competitivi, perché l`Europa non può esistere solo per alcuni e non per noi. Sono lieto che la società che nel 2011 sarà concorrente sia composta per l`80 per cento di capitali italiani, ma le nostre ferrovie devono internazionalizzarsi e l`amministratore delegato si è dichiarato perfettamente d`accordo su questo".<br />
Ministro, mi sembra che non parliamo della questione essenziale: i soldi. Per le Fs occorrono altri fondi pubblici. Li avete? "Ci sono due aspetti da considerare. L`alta velocità e la lunga percorrenza saranno in attivo.
Mentre per il servizio universale, che chiude in perdita, ci sarà bisogno di un aiuto. E sarebbe assurdo non darlo, vista l`importanza sociale che rivestono ad esempio i treni regionali.
Ma in questa materia è importante trovare un accordo anche con le regioni.
Ce ne sono alcune che hanno investito, altre invece che non l`hanno fatto. Ma non.possiamo tralasciare i tracciati interni mentre si potenziano le linee principali anche con l`alta velocità".<br />
Matteoli non evita di affrontare un altro bubbone, il trasporto pubblico locale. "Occorre una riforma organica", dice. E rivela una preoccupazione, "una delle più grandi". Eccola:<br />
"Sia il centrodestra sia il centrosinistra per tanto tempo hanno portato avanti una politica per invogliare i cittadini a lasciare la macchina a casa.
Oggi questo potrà accadere, perché il potere d`acquisto dei salari non è aumentato e c`è stato un incremento del prezzo del petrolio, ragione per cui il cittadino sarà quasi obbligato a lasciare l`auto a casa e a utilizzare tram, bus e metro, mezzi che non sono tanto efficienti da poter ricevere quanti decideranno di ricorrervi".
Ma qual è la preoccupazione? "L`esplosione della domanda. I livelli di costo dei carburanti porteranno automaticamente i cittadini a ricorrere al trasporto pubblico. Ad esempio, in una città come Roma, dove l`abbonamento a Metrobus costa 230 euro l`anno, è impensabile spendere 3 mila-4 mila euro per muoversi con un mezzo privato.<br />
Altrettanto si può dire per le altre città con dimensioni superiori alle 100 mila unità. Ebbene, il passaggio dal mezzo privato al mezzo pubblico provocherà nel breve periodo gravi problemi di saturazione, gravi problemi rispetto alla capacità di garantire un`offerta adeguata".
Ma le questioni aperte non sono finite.<br />
Vogliamo parlare dei porti? Il nostro sistema portuale gestisce solo il consumo del sistema economico e demografico del paese: un volume complessivo import-export stimato intorno ai 4-5 milioni di Teu, la misura standard di volume dei container.
Tutto il resto transita senza nemmeno uscire dalla cinta doganale, cioè senza effettuare stoccaggio o lavorazione della merce. Al contrario della Germania.
"Sì. La Germania svolge un ruolo di piattaforma logistica al servizio di altri paesi, tra cui sicuramente l`Italia. La logistica costituisce in Germania il terzo datore di lavoro, dopo l`industria dell`auto e della chimica, con oltre 2,6 milioni di occupati. In Italia sono circa 500 mila gli addetti, dipendenti e autonomi, dell`intero settore del trasporto merci e logistica.
Questo confronto testimonia che dobbiamo fare qualcosa. Il nostro obiettivo diventa quindi la conquista di uno spicchio di mercato del grande business della logistica mondiale. D`altra parte, sono davvero cambiati tutti gli approcci alla logistica. Bastano pochi dati per misurare tale rivoluzione:<br />
nel 1970 circolavano nel mondo circa 10 milioni di Teu mentre oggi sono circa 400 milioni. Il mondo del trasporto e della logistica deve prendere coscienza di questa rivoluzione copernicana".<br />
Con il principale ministro di An nell`esecutivo non si può parlare, però, solo di treni, aerei e di porti. C`è anche la politica-politica. E allora, dopo il federalismo è l`ora del presidenzialismo? "Andiamo con ordine. L`approvazione del federalismo fiscale è un fatto storico per la cultura nazionale.
Guardi, tra chi è nato a Bolzano e chi è nato a Trapani le differenze in termini di servizi pubblici e di opportunità ci sono, inutile negarlo. Ma col federalismo queste differenze non solo non si aggraveranno ma diminuiranno".
Il via libera al federalismo fiscale, secondo Matteoli, c`è stato perché è "maturato culturalmente, gli italiani hanno compreso le potenzialità della riforma e quindi la politica è riuscita a trovare la sintesi giusta". Ministro, a questo punto voi di An punterete al presidenzialismo, parliamoci chiaro... "Vedremo. Forse, come è successo per. il federalismo fiscale, per il presidenzialismo devono ancora maturare del tutto i tempi. Anche se è indubbio che stiamo imboccando la strada giusta. Basti pensare a quello che avviene con le elezioni, quando di fatto si elegge anche un premier".
Matteoli, da pragmatico qual è, individua un altro obiettivo immediato: la nascita del Pdl. "Un`altra innovazione fondamentale sta per compiersi. Stiamo consolidando il bipolarismo e stiamo andando verso il bipartitismo.<br />
Sarà una rivoluzione pacifica".
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JJOPJ">Il Foglio</a>Altero MATTEOLI: Il piano della Cai è buono la compagnia volterà pagina. Fiumicino? nella capitale... - INTERVISTA2008-09-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it374837Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Orbetello (GR) (Partito: CEN-DES(LS.CIVICHE)) - Senatore (Gruppo: FI) - Ministro Infrastrutture e Trasporti (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Ho creduto da subito al piano industriale presentato da Cai. Leggevo e pensavo: certo, nell’immediato, ci saranno sacrifici da fare...<br />
Ma, in prospettiva, il progetto della cordata italiana potrà garantire crescita, lavoro, sviluppo....<br />
E' già sera quando Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture e uno degli uomini chiave nella Grande Trattativa, parla dando l’impressione di considerare l’accordo chiuso, l’intesa a portata di mano.Il piano industriale di Cai forte, convincente... <br />
C’è l’acquisto di sessanta nuovi aerei, la certezza di avere diciotto voli a lungo raggio e poi, finalmente, ci sarà una vera razionalizzazione del trasporto domestico....<br />
Razionalizzazione? Beh, si volterà pagina: Alitalia e Air One ora non si faranno più concorrenza... E, lavorando insieme, potranno avere meno voli e aerei pieni. E' il momento della verità. Prudenza (Lei non sa quante volte ho visto tutti con la penna in mano pronti a firmare , rivela il ministro) e fiducia si accavallano in queste ore decisive, mentre Matteoli accetta di ragionare, dando l’intesa vicinissima ed evitando nuove polemiche con l’opposizione, sull’Alitalia che sarà.<br />
<b>Allora ministro, si passa dall’amministratore delegato al padrone...</b><br />
Esatto, esatto. Fino ad oggi la proprietà non c’stata, ed stato un male. Cai ha deciso di investire e vuole guadagnare... Vedrete: garantirà un’organizzazione del lavoro più efficiente, più funzionale.<br />
<b>Ma i piloti perderanno il potere che hanno avuto sino ad ora?</b><br />
Guardi, siamo al disastro, siamo al fallimento e questo vuol dire che l’attuale sistema non ha pagato... Vuole la mia verità? Anche i piloti troveranno soddisfazioni dalla svolta. Finalmente c’è un proprietario che vuole guadagnare, ma che, nello stesso tempo, si impegna a salvaguardare i posti di lavoro.<br />
<b> Però per qualcuno la linea della Cai è stata 'prendere o lasciare'...</b><br />
Bugie. Cai si è seduta al tavolo con la volontà di assumere 11.500 persone... Poi è partita la trattativa e sono state aggiunte mille persone in più. Non basta. All’inizio Cai era decisa a chiedere a tutti un sacrificio sotto il profilo del salario. E invece il negoziato ha fatto si che il personale di terra prendesse la stessa cifra che prende oggi.<br />
<b> Già, ma i piloti?</b><br />
C’è un’ipotesi: guadagneranno il 6-7 per cento in meno volando le stesse ore che volavano prima. Ma aumentando le ore di volo potranno mantenere il vecchio stipendio. Cai insomma il negoziato l’ha fatto seriamente. Ha concesso. Non si è chiusa.<br />
<b> I piloti, però, guadagnano meno dei loro colleghi di Lufthansa ed Air France?</b><br />
Questo è stato acclarato. Però volano anche meno.<br />
<b> La partita del partner internazionale si è aperta da giorni...</b><br />
E io sarò chiarissimo: un partner internazionale è indispensabile, direi vitale... Senza un accordo con una compagnia di assoluto livello la nuova Alitalia rischia la condanna all’irrilevanza sullo scenario internazionale.<br />
<b> In due parole che significa accordo?</b><br />
Che un partner straniero entrerà in Alitalia acquistando il 20 forse il 25 per cento del pacchetto azionario.<br />
<b> Chi? Faccia un nome. Indichi una preferenza.</b><br />
No, deciderà Cai. I nomi sono noti, sono tutte compagnie di grande forza e grande valore... Sarebbe insensato fare il tifo per una o per un’altra.<br />
<b> Ministro: Malpensa o Fiumicino?</b><br />
Malpensa è una realtà grande, moderna e poi in Lombardia c’la maggiore concentrazione di interessi commerciali...<br />
Nessuno vuole penalizzare Malpensa, ma Fiumicino è l’aeroporto della Capitale. E nessuno può dimenticare che cosa è Roma nel mondo, che cosa rappresenta dal punto di vista del turismo...<br />
<b> Cai ha chiaro questo concetto?</b><br />
Assolutamente sì. Ne abbiamo parlato e, vedrete, Cai si muoverà trovando un giusto equilibrio.<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JD0XC">Avvenire - Arturo Celletti</a>Altero MATTEOLI: Alitalia. "Di che si vanta Veltroni? Ha mosso solo critiche" - INTERVISTA2008-09-26T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it366454Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Orbetello (GR) (Partito: CEN-DES(LS.CIVICHE)) - Senatore (Gruppo: FI) - Ministro Infrastrutture e Trasporti (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Al ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli proprio non va giù che, dopo tre settimane di trattative serratissime e notti insonni, si presenti Walter Veltroni e dica che l’intesa con la Cgil l’ha fatta lui. Ma in fondo comprende: «Le sconfitte non hanno né padri né madri mentre tutti rivendicano i successi degli altri».<br />
<b>Lei è nuovo alle trattative sindacali. Che idea si è fatto?</b><br />
«Che sono molto simili a quelle politiche».<br />
<b>Per fortuna è arrivato il leader del Pd in vostro soccorso...</b><br />
«Ma, veramente noi abbiamo lavorato notte e giorno, domeniche comprese, per tre settimane di seguito. Poi si è presentato lui, fresco del viaggio negli Usa, a dire che è tutto merito suo. Mi pare eccessivo, sinceramente».<br />
<b>La Cgil che approva è merito del governo?</b> <br />
«Sì, perché anche nei momenti più difficili, quando tutto sembrava precipitare, con la Cai che aveva ritirato l’offerta, noi abbiamo continuato a tessere e a lavorare per convincere gli imprenditori a ripresentare l’offerta e i sindacati a firmare. Mai, nemmeno un momento, abbiamo pensato che potesse saltare. Poi è merito della Cai e anche dei sindacati».<br />
<b>Tutti i sindacati?</b><br />
«In primo luogo Cisl, Uil e Ugl».<br />
<b>
Ma voi non avete modificato il piano che loro hanno approvato?</b><br />
«No, quando hanno detto sì al piano sono rimaste in sospeso alcune cose. Dei chiarimenti da parte della Cai. La Cgil ha detto che condivideva l’accordo quadro, ma prima di firmare ha aspettato queste informazioni e ora che sono arrivate ha aggiunto la sua firma. L’accordo non è stato stravolto. In tutto questo ci ha guadagnato il nostro Paese e anche i dipendenti di Alitalia».<br />
<b>Lei in qualche modo salva la Cgil, ma per molti Guglielmo Epifani ha fatto una scelta politica, pro Partito democratico, quando ha fatto venire meno il suo sì al piano...</b> <br />
«Io non sono abituato ai retroscena. Resto a quanto aveva detto la Cgil quando condivise l’accordo quadro. Il ministro Sacconi, che è molto più esperto di me in trattative di questo tipo, mi ha detto più volte che quando un sindacato approva un accordo quadro è difficile che poi non firmi il resto. Ed è andata proprio così».<br />
<b>Quindi tutti hanno concorso a riportare dentro la Cgil?</b><br />
«Dalle dichiarazioni delle opposizioni emergono differenze importanti. Antonio Di Pietro è sempre stato contro il piano. È persino andato a capeggiare la rivolta a Fiumicino. Però altri esponenti del centrosinistra, da D’Alema a Bersani fino a Enrico Letta e Nicola Latorre, che hanno espresso molte critiche, hanno sempre detto che la Cgil doveva firmare».<br />
<b>E Veltroni?</b><br />
«Da parte sua io mi ricordo solo critiche. Se poi, tornando dall’America, ha cambiato idea e ha fatto qualcosa per incoraggiare l’intesa tra Cai ed Epifani non lo so. Però, per favore, non si intesti il successo».<br />
<b>Il momento peggiore di questi giorni?</b><br />
«Tutte le volte che siamo andati vicinissimi all’accordo e poi è saltato tutto. Sono troppe per elencarle. Ho praticamente visto Rocco Sabelli e i sindacati con la penna in mano».<br />
<b>
Il centrosinistra ha sempre detto che, comunque vada, ci saranno problemi. Se anche i piloti diranno sì e il piano di Cai potrà essere attuato, dovremo abituarci a una compagnia aerea meno forte di Alitalia?</b> <br />
«Il piano prevede l’acquisto di 60 aerei, 18 voli di lungo raggio, con una presenza della compagnia in tutto il mondo. Poi c’è una razionalizzazione dei voli interni. Mettendo insieme tutto mi pare che questo sia un piano con radici forti».<br />
<b>E per renderlo ancora più solido quale partner estero sceglierebbe lei?</b><br />
«Io so solo che la compagnia ha necessità di un partner internazionale di grande livello. Ma non può essere il governo a esprimere una preferenza. Tocca a Cai».
<br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JCI08">Il Giornale - Antonio Signorini</a>Altero MATTEOLI: Alitalia: ma il leader del Pd ipotizza soluzioni non percorribili. - INTERVISTA2008-09-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it360609Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Orbetello (GR) (Partito: CEN-DES(LS.CIVICHE)) - Senatore (Gruppo: FI) - Ministro Infrastrutture e Trasporti (Partito: PdL) <br/><br/><br />
Nessun sussulto di ottimismo, né a seguito dell’incontro con i vertici Cai a Palazzo Chigi, né per il ”collaboriamo” sintetizzato nella lettera di Veltroni al premier. «Che i sindacati firmino e poi vedremo, sono loro che hanno in mano il cerino», dice il ministro dei Trasporti Altero Matteoli.<br />
<b>Poche ora fa ha dichiarato: «Siamo alla disperazione». Dopo l’incontro con i vertici Cai si apre qualche spiraglio?</b><br />
«Il fatto che ci siano confronti e incontri vuol dire che la speranza è l’ultima a morire. La diplomazia è al lavoro, ma francamente allo stato cambiamenti non ce ne sono. Il commissario Fantozzi non ha altre offerte. Di fronte a noi in questo momento abbiamo un’autostrada che ci porta dritti al fallimento».<br />
<b> La lettera di Veltroni a Berlusconi, secodo lei, aiuta a sbloccare?</b><br />
«Questa lettera non cambia assolutamente nulla. Le tre soluzioni che ipotizza non sono percorribili. L’unico significato della lettera è che anche Veltroni è venuto sulle posizioni di Enrico Letta, Bersani e lo stesso D’Alema che avevano criticato, ma poi avevano fatto un appello alle sigle sindacali a firmare».<br />
<b> Il governo ha accusato la Cgil di non aver firmato per far da sponda al Pd: riconoscerà che la lettera di Veltroni ha un significato politico.</b><br />
«Da questo punto di vista sì. Devo anche dire che la Cgil fin quando al tavolo c’è stato Solari ha lavorato con grande senso di responsabilità».<br />
<b> Uno scenario cambiato con Epifani?</b><br />
«Anche la presa dei sindacati autonomi contro l’accordo, ha fatto riflettere la Cgil. Direi che si è trattato di un combinato disposto».<br />
<b> Domani sera scade il tempo concesso dall’Enac a Fantozzi per la consegna di un piano credibile per salvare la compagnia. Cosa succederà se gli aerei non potranno più volare?</b><br />
«Io ho l’obbligo di garantire il trasporto. Se si blocca tutto, i miei uffici sono già attivati per trovare delle soluzioni in modo da non lasciare i passeggeri a terra».<br />
<b> Può anticiparne qualcuna?</b><br />
«Non c’è un precedente, non è una cosa semplice. Ripeto: io ho l’obbligo di cominciare a pensare anche all’ipotesi peggiore, ma naturalmente spero che il mio e quello dei miei tecnici in questo caso sia solo lavoro perso».<br />
<b> Si dice che la gran parte dei piloti ha il cuore che batte per An. Qualche imbarazzo?</b><br />
«Nessun imbarazzo, semmai è un’amarezza in più. Perché se è vero che votano per noi dovrebbero capire che se non possiamo fare di più. E poi Cai nel corso della trattativa dei passi avanti li ha fatti: mille assunti in più nel personale di terra, la garanzia dell’invarianza di salario per i redditi medio-bassi. Ai piloti ha proposto di tagliare del 6-7% lo stipendio, ma potevano recuperare volando più ore. Non è stato un ”prendere o lasciare”».<br />
<b> Perché il governo è contrario alla proposta della partecipazione dei dipendenti alla cordata attraverso il loro Tfr?</b> <br />
«Perché 340 milioni non bastano e, tra l’altro, molti piloti hanno già detto che non sono disponibili a cedere il Tfr».<br />
<b> Venerdì è previsto lo sciopero dei ferrovieri. Si va verso la precettazione?</b><br />
«Domani (oggi, ndr) convocherò il tentativo di conciliazione. Spero nel buon senso. Ma se confermano lo sciopero in un momento come questo cosa altro possa fare io?»<br />
<b>Oggi sarà a Napoli per un convegno sui trasporti. È vero che lancerà la proposta di organizzare qui una conferenza internazionale sul tema?</b><br />
«Sarà una delle iniziative per dimostrare l’attenzione che abbiamo verso il Mezzogiorno. Perché siamo convinti che se cresce il Sud, cresce tutta l’Italia». <br />
<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=JBO6T">Il Mattino - Giusy Franzese</a>Altero MATTEOLI: “Il Ponte sullo Stretto rilancerà l’intero Sud” - Intervista2008-07-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it358265Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Orbetello (GR) (Partito: CEN-DES(LS.CIVICHE)) - Senatore (Gruppo: FI) - Ministro Infrastrutture e Trasporti (Partito: PdL) <br/><br/><br />
“Nel nostro programma elettorale il Ponte sullo Stretto è una priorità”. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli non nutre il minimo dubbio sull’importanza di un’opera della quale si parla, con opinioni estremamente divergenti, da diversi anni. Se bastasse la granitica fiducia del ministro Matteoli le fondamenta sarebbero già poggiate sui fondali dello Stretto di Messina e il Presidente del Consiglio potrebbe finalmente affermare che anche in Italia, così come in tutte le nazioni moderne, è possibile realizzare grandi opere architettoniche destinate a lasciare il segno in termini di modernizzazione del Paese. Chi del Ponte non ne vuol neanche sentire parlare si trincera dietro l’oggettiva quanto atavica carenza di altre infrastrutture, in grado di connettere al meglio il Sud con il resto d’Italia e che andrebbero anteposte alla realizzazione del Ponte. Senza addentrarci nelle polemiche riguardanti l’impatto ambientale, va riconosciuto ai detrattori che è innegabile l’assenza in Sicilia di un sistema viario adeguato, in buona parte del suo territorio, così come è del tutto evidente che la Salerno - Reggio Calabria è ancora lontana dal suo completamento. Chi contesta il progetto del Ponte di Messina ritiene che, vista la cronica scarsità di denaro da investire in infrastrutture, siano più urgenti altre opere, magari meno in grado di dare lustro al Paese ma più urgenti e necessarie.<br />
<b>Ministro perchè per lei e per il Presidente Berlusconi, il ponte rappresenta una priorità?</b><br />
Crediamo fermamente nell’importanza strategica del ponte e abbiamo, quindi, riattivato le procedure per la realizzazione dell’opera, che a parere dei tecnici, può avviarsi nel 2010 e concludersi 6 anni dopo. Ovviamente, riteniamo quest’opera determinante per il Sud solo se viene realizzata insieme a tutte le altre infrastrutture necessarie alla Sicilia e alla Calabria. Crediamo, anzi, che il Ponte possa rappresentare un volano affinché le altre opere diventino realtà. Riguardo alla Salerno - Reggio Calabria il suo completamento va avanti. Sappiamo che ci sono delle difficoltà logistiche e di altro genere da superare, ma le affronteremo con determinazione.<br />
<b>Lasciamo il ponte e torniamo a Roma. Quale situazione ha trovato al momento del suo insediamento a capo del dicastero?</b><br />
Il ministero che mi è stato affidato, nella precedente legislatura, era diviso in due settori, quello delle Infrastrutture e quello dei Trasporti. Con la manovra finanziaria dello scorso anno il ministero è stato riaccorpato e, pertanto, assorbe le competenze in un unico dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Anche il dismesso ministero della Marina Mercantile ricade nelle attribuzioni del medesimo. Sul piano operativo e politico la riunificazione è certamente un dato positivo, perché consente una visione omnicomprensiva del settore e delle società ad esso collegate, vedi Anas e Ferrovie dello Stato. Ovviamente, occorrerà provvedere all’attuazione concreta della riunificazione, attraverso la riorganizzazione degli uffici e quindi alla redazione ed approvazione di un unico regolamento. Ci stiamo lavorando e spero che in tempi rapidissimi sia possibile approvarlo in Consiglio dei ministri.<br />
<b>Su quali punti ha incentrato la sua attività in questi primi mesi di governo?</b><br />
Abbiamo dovuto affrontare diverse emergenze nel settore dei trasporti, prima fra tutte quella del paventato sciopero degli autotrasportatori, che abbiamo scongiurato affrontando la questione con il buon senso, coinvolgendo nel dialogo le diverse parti in causa. La nostra attenzione si è quindi concentrata sulla riattivazione dei motori per fare ripartire la macchina delle opere pubbliche, che si era inceppata nel corso dei due anni di governo Prodi. In pillole, è stato predisposto il Piano delle Infrastrutture triennale che fa parte del Dpef definitivamente approvato dal Cipe e della Conferenza Unificata Stato Regioni. Piano che prevede la realizzazione di tutte le infrastrutture che riteniamo necessarie al Paese, per il suo rilancio economico e per la sua modernizzazione.<br />
<b>Detto del ponte sullo Stretto, quali sono le priorità per il futuro?</b><br />
Abbiamo indicato diverse opere che riteniamo assolutamente indispensabili, come la Torino - Lione, la Pedemontana, l’Autostrada tirrenica, il completamento della Salerno - Reggio Calabria, i valichi del Brennero e quello dei Giovi, il rilancio della portualità e tante altre ancora. Di certo la più impegnativa sarà trovare il denaro necessario ad aprire i cantieri, chiudere quelli ancora in corso e convincere l’associazione nazionale dei costruttori edili che oggi in Italia ci sono finalmente la volontà ed i mezzi per costruire più infrastrutture e meno castelli in aria.
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=ISGR4">L'Opinione delle Libertà - Traiano Bertollini</a>Altero MATTEOLI: Alitalia. Sono negativamente stupito da Scajola sull'ipotesi di una nuova Marzano salvaimpresa.2008-07-11T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357758Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Orbetello (GR) (Partito: CEN-DES(LS.CIVICHE)) - Senatore (Gruppo: FI) - Ministro Infrastrutture e Trasporti (Partito: PdL) <br/><br/><br />
<b>Il ministro delle Infrastrutture: «Mi meraviglia molto quello che ho letto, dobbiamo aspettare che Passera finisca»</b><br />
Il ministro delle sviluppo economico si era detto favorevole ad una revisione della normativa.<br /><br />
<b>ROMA</b> - Il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, si dice «meravigliato» dall'ipotesi avanzata dal collega Claudio Scajola su possibili modifiche alla legge Marzano per l'Alitalia e ricorda che occorre attendere il «verdetto» dell'amministratore delegato di Intesa-Sanpaolo Corrado Passera che ha avuto l'incarico dal governo di trovare una soluzione per la privatizzazione della compagnia di bandiera» che arriverà solo a fine mese.<br /><br />
<b>MATTEOLI</b> - «Su Alitalia mi meraviglia molto quello che ho letto. Siamo tutti concordi sul fatto che Passera finisca il suo lavoro - dice il ministro interpellato dai cronisti a Montecitorio - solo dopo possiamo prendere delle decisioni. Dobbiamo aspettare che Passera finisca e non me la sento di esprimere nessun giudizio anche per quanto riguarda decisioni future». <br />
Per il ministro è dunque «prematuro» parlare di modifiche alla legge Marzano. «Poi - prosegue Matteoli - abbiamo l'obbligo di prendere delle decisioni ma dobbiamo aspettare che Passera finisca e a fine mese presenti la prima situazione di quello che ha registrato».
<br />
<br />
L'IPOTESI DI SCAJOLA - Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, aveva annunciato mercoledì che la legge Marzano sarebbe stata modificata perchè «in Italia ci sono grandi aziende in crisi» e l'aggiornamento servirà per accompagnarle«. Pur senza nominare Alitalia, la deduzione che servirà alla compagnia aerea è logica per via delle sue difficoltà. I tecnici del ministero stanno lavorando »sulla razionalizzazione della normativa« per »avere strumenti utili». Un'accelerazione per la messa a punto definitiva, che potrebbe servire per intervenire su Alitalia, potrebbe arrivare quando si stringeranno i tempi sull'operazione. Cioè intorno alla seconda metà agosto. Intesa SanPaolo, ha ribadito il responsabile della Divisione Corporate investment banking, Gaetano Micchichè, sta lavorando di buona lena sul piano industriale. Che dovrebbe prevedere da un lato una società in cui conferire la flotta (ridotta rispetto all'attuale Alitalia e comprensiva anche degli aerei ordinati da AirOne) che verrebbe data in leasing alla società operativa Alitalia-AirOne (con personale di volo ridimensionato delle due compagnie e manutenzione sottobordo e leggera, attualmente in Alitalia Fly). In questa società verrebbe investito intorno al miliardo di euro e vi potrebbero partecipare quelle banche che vantano crediti nei confronti dei due vettori. Le attività di terra di Alitalia servizi resterebbero fuori assieme al relativo personale. Dall'operazione complessiva ci sarebbero tra i 5 e i 6mila esuberi in totale (circa 4mila di terra e 2.000 di volo, ma si sta ragionando se salvare le attività di Alitalia Airport). Nell'incastro fra i vari tasselli dovrà inserirsi una bozza di accordo con i sindacati. Che non appare in discesa, vista la reazione accesa alle indiscrezioni sulle migliaia di esuberi (peraltro, anche il rinnovo di tutti i contratti potrebbe essere un nodo non facile da sciogliere). Il governo dovrebbe intervenire con ammortizzatori sociali per i quali occorre verificare la copertura finanziaria come, del resto, bisognerà fare per il fondo di solidarietà per il trasporto aereo.
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<br/>fonte: <a href="http://www.corriere.it/economia/08_luglio_10/alitalia_matteoli_legge_marzano_da3ce870-4e6c-11dd-a6e8-00144f02aabc_print.html">Corriere della Sera.it</a>Altero MATTEOLI: "Entro il 2011 daremo una casa a chi non può averla" - Intervista2008-06-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357337Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Orbetello (GR) (Partito: CEN-DES(LS.CIVICHE)) - Senatore (Gruppo: FI) - Ministro Infrastrutture e Trasporti (Partito: PdL) <br/><br/><br />
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<b>Il ministro delle infrastrutture Altero Matteoli spiega a Il Tempo gli obiettivi del suo dicastero, senza rinunciare a commentare l'attualità politica.</b><br /><br />
<b>
Ministro, la legislatura è iniziata da poco, cosa si augura di riuscire a fare?</b><br />
«Il punto che mi sta più a cuore è sicuramente quello di veder ripartire le opere infrastrutturali nel nostro Paese perché sono indispensabili per lo sviluppo. La crisi economica ha colpito tutti i Paesi, ma l'Italia ha due problemi in più da risolvere: il peso del proprio debito pubblico e il ritardo nella realizzazione di grandi opere. Questo non ci rende competitivi».<br />
<b>
Perché?</b><br />
«Il nostro sistema è in gran parte costituito da piccole e medie imprese che devono reperire materie prime, finire il prodotto e consegnarlo. È chiaro che, in questo processo, il costo del trasporto ha un'incidenza notevole. Ma anche l'industria del turismo ha bisogno di infrastrutture efficienti. Oggi si va in vacanza per pochi giorni e non si possono impiegare tempi biblici per gli spostamenti».
<br />
<b>Potrebbe indicare alcune opere che considera prioritarie?</b><br />
«Sicuramente finire l'Alta Velocità. Poi ci sono le autostrade che mancano sia al Nord che al Sud. Una cosa che ci sta particolarmente a cuore, visto che stiamo parlando di ritardi ultratrentennali, è l'autostrada Cecina-Civitavecchia. È una vergogna non sia stata ancora realizzata. Anche perché, in questo modo, si penalizza oltremodo l'economia del Lazio. Pensi che dal porto di Livorno parte solo l'1% dei prodotti destinati al mercato laziale e questo perché non esiste un collegamento diretto».<br />
<b>Come intendete intervenire?</b><br />
«Per quanto riguarda il progetto relativo alla competenza Toscana c'è già un accordo tra l'allora ministro Lunardi e il governatore Martini e non ho intenzione di rimetterlo in discussione. Per il Lazio, invece, ho recentemente incontrato il presidente Marrazzo che si è detto disponibile a presentare quanto prima un progetto».<br />
<b>A quando la posa della prima pietra?</b><br />
«Ricordo che nel 1970 quando fui eletto consigliere comunale a Livorno uno dei primi atti che feci fu un ordine del giorno a favore dell'autostrada Cecina-Civitavecchia. Sono passati 38 anni. Oggi posso dire che, se Marrazzo rispetterà gli impegni presi, poseremo la prima pietra entro la fine del 2009».<br />
<b>
Sciolto anche il «nodo Capalbio»?</b><br />
«Lo abbiamo sciolto con l'accordo Lunardi-Martini e non intendo tornare indietro anche perché a quel tempo, come ministro dell'Ambiente, feci da mediatore tra le esigenze del governo nazionale e quelle degli enti locali».<br />
<b>Tornando al Lazio ci sono quattro opere che attendono di essere completate: la Roma-Latina-Cisterna-Valmontone, le complanari della A24, il raddoppio della Salaria, la Orte-Civitavecchia. Il suo predecessore ha firmato dei protocolli con la Regione Lazio. Vi impegnate a mantenere gli stanziamenti?</b><br />
«Anzitutto vorrei sottolineare che, quando si parla del completamento Cecina-Civitavecchia, si intende fino a Formia. Poi dobbiamo sciogliere il nodo Orte perché Viterbo è tagliata fuori. Certo, dobbiamo fare i conti con le risorse».<br />
<b>Passiamo all'Alta Velocità. Dopo due anni di blocco potrete finalmente rimettere mano alla Torino-Lione.</b>
<br />
«Anzitutto è bene precisare che il tratto di cui stiamo parlando è lungo circa 50 chilometri e, solo per dieci, interessa il nostro Paese. Comunque non è vero che siamo stati fermi. Quando, durante il precedente governo Berlusconi, esplose la protesta delle comunità locali, la nostra decisione fu quella di istituire un osservatorio tecnico presieduto dall'architetto Mario Virano che fu confermato anche da Romano Prodi. Contestualmente però, ed è questo che ha rallentato i lavori, l'esecutivo di centrosinistra decise di togliere l'opera dalla legge Obiettivo. Così siamo tornati alla conferenza dei servizi. In ogni caso, in questi anni, l'osservatorio ha lavorato e si è riunito circa 70 volte».<br />
<b>Quali sono i risultati di questo lavoro?</b><br />
«Recentemente mi hanno chiesto di presiedere una seduta. Io ho accettato a patto di poter incontrare, subito dopo, i sindaci della zona. Ebbene, posso dirvi che ad oggi, i sindaci aprioristicamente contrari all'opera sono solo quattro. Tutti di Rifondazione comunista. Comunque lunedì 30 giugno i tecnici finiranno il lavoro e, proprio per questo, ieri si sono riuniti in "conclave" per stilare un progetto che contenga le modifiche necessarie. Da quel momento in poi comincerà la seconda fase che ci porterà alla realizzazione dell'opera. Un'opera che si deve assolutamente fare».<br />
<b>Anche qui la domanda è d'obbligo: termine dei lavori previsto?</b><br />
«Servono dai 15 ai 20 anni. Per questo credo che possiamo prenderci 6 mesi di tempo in più per trovare un accordo che soddisfi tutti».<br />
<b>
Recentemente lei ha parlato di una legge obiettivo per il piano casa. Può spiegarci tempi e modi?</b><br />
«Io credo che, per evitare lungaggini, si possano riprendere alcuni meccanismi della legge obiettivo. In ogni caso vorrei sottolineare che il piano casa inserito dal governo nel Dpef è molto ambizioso. Credo che solo Fanfani, prima di noi, abbia fatto qualcosa di simile. È la prima volta che il problema viene affrontato in maniera strutturale. Il piano partirà subito. Ho già nominato un un sottosegretario che si occuperà solo di questo. Ogni Regione dovrà assegnare delle aree da adibire alla costruzione delle abitazioni e poi farà le graduatorie».
<br />
<b>Insomma, si procede spediti?</b><br />
«Da sindaco di una cittadina di 15.000 abitanti mi sono trovato ad affrontare molti problemi di questo tipo. Le assicuro che esistono sacche di disperazione enormi. Famiglie di quattro-cinque persone che vivono in 35 metri quadri e questo accade in un comune, come quello di Orbetello, che viene solitamente considerato ricco. È un problema serio che va affrontato subito. Ho già ricevuto la disponibilità di diversi privati».<br />
<b>Possiamo dire che, entro la fine della legislatura, avrete consegnato le chiavi di casa a qualche inquilino?</b><br />
«Assolutamente sì anche perché, se così non fosse, avremo fallito».<br />
<b>Come farete con quei comuni, come Roma, che hanno poche aree a disposizione: procederete con gli espropri?</b> <br />
«Fin quando è possibile è sempre meglio evitare gli espropri perché significa dare il via a un processo fatto di ricorsi al Tar e proteste che, spesso, blocca i lavori per anni. Il punto è che ci sono Comuni che, pur avendo aree disponibili, preferiscono affidarle ai privati. Per questo credo che occorra fare una ricognizione completa».<br />
<b>A proposito di velocità. Oggi, per fare una strada, servono 18 autorizzazioni. Crede sia necessaria una nuova legge Urbanistica?</b><br />
«Da anni parliamo di snellire le procedure. Molti sono convinti che questo coinciderebbe con una diminuzione dei controlli, ma non è così. Aumentiamoli pure i controlli, ma snelliamo le procedure. È indubbio, ad esempio, che il meccanismo della conferenza dei servizi fa perdere un sacco di tempo. La nostra priorità è semplificare. Non è un caso che sia stato istituito un dicastero ad hoc».<br />
<b>I privati sono molti interessati al piano casa, ma è così anche per le grandi opere?</b><br />
«Partiamo da un assunto: nelle casse dello Stato non ci sono soldi sufficienti per realizzare le grandi opere. I privati sono molto interessati al settore ma, in cambio, chiedono allo Stato date e regole certe. La politica deve dare queste risposte. E io credo che noi possiamo farlo perché davanti abbiamo un'intera legislatura. In ogni modo vorrei ricordare che non esiste Stato in Europa capace di realizzare grandi infrastrutture con i propri soldi».<br />
<b>In ogni caso il Ponte sullo Stretto rimane una priorità?</b><br />
«Il governo Prodi aveva accantonato l'opera e, proprio per questo, la società incaricata della costruzione rischiava di chiudere. Il mio primo atto da ministro è stato quello di inviare una lettera ai vertici dell'azienda a cui ho ribadito il carattere prioritario del Ponte. Tra l'altro, dopo la sua nomina, ho incontrato il commissario europeo Tajani che ha la delega ai Trasporti e con il quale ho parlato dei fondi che dovrebbero arrivare dall'Europa. È tutto in itinere, ma credo che entro la fine della legislatura avremo posto la prima pietra. Altrimenti vorrà dire che abbiamo fallito».<br />
<b>Dossier Alitalia. Ci sono novità?</b><br />
«Confesso che faccio un pò di difficoltà a parlarne perché la situazione è molto delicata. Ho parlato con il dottor Passera che sta lavorando e mi ha detto che, tra 10 giorni, ci relazionerà sullo stato degli accordi raggiunti. So che ci sono diversi sono privati interessati all'operazione. Non ho parlato invece con Tremonti ma, leggendo le sue dichiarazioni, mi sembra che abbia dato speranza per una soluzione positiva della vicenda. Dalle sue parole, inoltre, ho l'impressione che il piano Ermolli sia decaduto. In ogni caso l'obiettivo del governo resta quello di dare un progetto industriale ad Alitalia. Non ci interessano piani finanziari».<br />
<b>Cosa può dirci invece su Ferrovie dello Stato. Il bubbone è pronto a scoppiare?</b><br />
«Lo stato dell'arte è che ci sono alcune linee ampiamente attive e altre no. Detto questo sappiamo che c'è un aspetto sociale che non possiamo ignorare e che quello ferroviario è un servizio che va garantito. In ogni caso vorrei raccontarle un aneddoto. Quando ho incontrato Moretti mi ha detto che c'era una linea ferroviaria da Reggio Calabria a Bari dove, su una capienza potenziale di 600 passeggeri, ne viaggiavano in media 32 e ci costavano complessivamente 3 milioni di euro. Gli ho detto di chiudere immediatamente il collegamento. Certo la stessa cosa non può avvenire per quelle tratte che, pur in rimessa, sono fondamentali per i pendolari. In ogni caso credo che due cose vadano fatte subito: internazionalizzare le nostre ferrovie e prevedere un solo macchinista per treno. Non esistono paesi in Europa in cui ci siano 2 macchinisti. Ma per fare questo, ovviamente, serve un confronto con i sindacati».<br />
<b>Lei ha appena siglato un accordo che ha scongiurato lo sciopero dei Tir. Non è che i costi di questa intesa ricadranno sugli utenti finali?</b><br />
«L'accordo prevede aspetti normativi e aspetti economici. Abbiamo sbloccato risorse già previste per l'autotrasporto e, contemporaneamente, ci siamo impegnati a reperirne altre. I rappresentanti degli autotrasportatori hanno firmato, me lo hanno detto chiaramente, perché hanno fiducia nel fatto che manterrò le promesse fatte. E questo mi fa sentire maggiormente responsabile».<br />
<b>Lei è stato sempre un fautore del dialogo, anche con i magistrati. Come vive questo momento di scontro?</b><br />
«Io non ho mai fatto dichiarazioni sui magistrati perché rispetto il loro lavoro. Ma certo non posso fare a meno di notare che ce ne sono alcuni che lavorano nella aule dei tribunali e parlano attraverso le sentenze, mentre altri preferiscono parlare e fare processi in televisione. Allo stesso modo mi trovo costretto a sottolineare un certo accanimento nei confronti del presidente Berlusconi.<br />
Noi tutti ricordiamo cosa accadde nel 1994: che bisogno c'era di inviare un avviso di garanzia a mezzo stampa colpendo non solo la persona, ma l'immagine di un intero Paese? È evidente che ci sono delle anomalie. Così come trovo anomalo che il Csm esprima il proprio parere senza aspettare che il Parlamento si pronunci. Non era la Corte Costituzionale che doveva esprimere giudizi sulla conformità delle leggi?»<br />
<b>Come vede il percorso del Popolo della libertà?</b><br />
«Io sono sempre stato un tifoso del partito unico. Ricordo che, quando con Fini andammo a siglare l'accordo per la lista unica, sentii che si realizzava qualcosa di più di una semplice lista elettorale. Oggi, nonostante coloro che sostenevano che la legge elettorale favoriva la frammentazione, abbiamo un sistema politico semplificato. Certo, nel centrodestra forse siamo stati meno bravi del Pd perché non abbiamo ancora fatto il partito unico, ma è una delle priorità. Tanto che presto comincerà il lavoro della commissione incaricata di stilare lo statuto e poi ci saranno i congressi. <br />
Io spero di arrivare alle elezioni europee con un partito unico».<br />
<b>E spera anche di recuperare Storace?</b><br />
«Tutti sanno che io, fino all'ultimo, ho cercato di convincere Storace a non andarsene perché pensavo che Francesco potesse dare vita ad una propria corrente. Io non pongo mai veti sulle persone e quindi è chiaro che, se qualcuno vuole condividere idee e programmi del partito unico, è il benvenuto. Questo vale anche per l'Udc».<br />
<b>Il suo predecessore Di Pietro è, oggi, il più convinto oppositore del governo. Che eredità le ha lasciato?</b><br />
«Di Pietro deve agitarsi, talvolta anche in maniera scomposta, per guadagnare spazi e non scomparire. Quanto all'eredità ricevuta devo dire che, in molti casi, il mio predecessore è stato costretto a bloccare una serie di opere per i veti di parte della sua maggioranza.<br />
L'elenco è abbastanza lungo ma il fatto che Di Pietro abbia condiviso l'impianto della legge obiettivo mi fa dire che ha condiviso anche il nostro progetto di realizzare infrastrutture nel Paese».
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<br/>fonte: <a href="http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=IJAW8">Il Tempo -</a>